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ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68793 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Ismea, a ottobre in ripresa i prezzi agricoli Il recupero dei prezzi nel mese attenua la deflazione in campagna (-4,1% a ottobre vs il -8,4 di settembre) Roma, 10 novembre 2016 – Continua a ottobre la fase di recupero dei prezzi agricoli avviatasi nella seconda metà dell’anno. L’Indice dei prezzi elaborato dall’Ismea si è attestato, nel mese in esame, a 114,4 (base 2010=100), evidenziando un incremento del 2,1% su base congiunturale. Sulla scia dei rialzi degli ultimi mesi si riduce anche il gap rispetto al 2015, passando dal meno 8,4% registrato a settembre al meno 4,1% di ottobre. Il confronto su base annua evidenzia, più nel dettaglio, una flessione ancora piuttosto marcata del comparto vegetale (-6,4%), e più lieve per quello zootecnico (-1,2%), nonostante entrambi i comparti abbiano beneficiato di una congiuntura favorevole. Ancora più marcata la riduzione della tendenza deflativa evidenziata dall’indice core. L’indicatore elaborato dall’Ismea per cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli - eliminando le componenti più stagionali e fluttuanti - registra infatti una flessione su base annua del 3,1%, dopo il -7,1% registrato il mese precedente. In particolare, il calo tendenziale dei prezzi delle coltivazioni è sintesi di dinamiche eterogenee per i vari prodotti. Permane la forte riduzione dei prezzi dei cereali (-14%), per effetto soprattutto del crollo del frumento (-25,9%), in un contesto deflativo anche per i cereali minori (l’avena segna un calo di 34,8 punti percentuali) e per il riso. Risultano in flessione anche i listini degli olii e grassi vegetali, nonostante si siano ridotti di intensità i ribassi che interessano da tempo l’extravergine (-5,6%). Tra i prodotti stagionali, l’andamento è marcatamente ribassista per l’insieme degli ortaggi (-18,1%) a fronte di un confronto annuo positivo per la frutta (+6,2%). Positiva la dinamica annua anche per le colture industriali (+8%). Il comparto zootecnico beneficia a ottobre di una congiuntura favorevole per tutte le produzioni (nel complesso +2,4% rispetto a settembre) che attenua la tendenza deflativa (-1,2%). In particolare sale il prezzo del bestiame vivo (+1,2%), sospinto dai rincari a doppia cifra dei suini (+18,3%) che controbilanciano i deprezzamenti registrati dagli altri allevamenti (bovini, cunicoli, ovi-caprini e volatili). Continua invece la tendenza flessiva dei lattiero-caseari (-2,3%), di riflesso ai cali di latte (-7,5%) e formaggi molli, fusi e semiduri, a cui si contrappone il consistente aumento del burro (+40,5%). I prezzi delle uova, anche a ottobre, sono fermi su livelli inferiori di circa 20 punti percentuali a quelli del 2015. Con il dato di ottobre, migliora la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l’intero 2016: il confronto con il dato medio del 2015 passa dal -6,4% registrato a settembre al -5,9% del mese di ottobre. Migliora anche la variazione acquisita calcolata per l’Indice “core”, passata al -6,0%, dal -6,7% di settembre.
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10/11/2016, 18:32 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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L'ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è un ente pubblico economico istituito con l'accorpamento dell'Istituto per Studi, Ricerche e Informazioni sul Mercato Agricolo (già ISMEA) e della Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina, con decreto legislativo 29 ottobre 1999 n. 419, concernente il "riordinamento del sistema degli enti pubblici nazionali" e per ultimo con l'accorpamento dell'Istituto sviluppo agroalimentare (ISA) Spa e la Società gestione fondi per l'agroalimentare (SGFA) s.r.l. con Legge 28 dicembre 2015, n. 208. Nell'ambito delle sue funzioni istituzionali l'ISMEA realizza servizi informativi, assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate, al fine di favorire l'informazione e la trasparenza dei mercati, agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competitività aziendale e ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato. L'ISMEA affianca le Regioni nelle attività di riordino fondiario, attraverso la formazione e l'ampliamento della proprietà agricola, e favorisce il ricambio generazionale in agricoltura in base ad uno specifico regime di aiuto approvato dalla Commissione europea. http://www.ismea.it
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10/11/2016, 18:33 |
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Marco
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Ismea ad Agrietour: multifunzionalità agricola cardine dello sviluppo rurale, ma necessario il supporto strategico per le imprese Dal 2000 al 2015 l’incidenza delle attività multifunzionali sul valore complessivo della produzione passa dal 13,8% al 20,9% Il 2015 segna anche un ulteriore incremento del numero degli agriturismi italiani, che toccano quota 22.238 aziende, ma rispetto a 1628 nuove aziende, sono 1134 quelle cessate, a testimonianza di alcune difficoltà di mercato contrastabili solo grazie a strumenti economico-finanziari e strategie operative Roma, 11 novembre 2016 - Oltre 165 milioni di notti passate negli agriturismi negli ultimi 15 anni, oltre 190 mila ettari di paesaggio curato e fruibile grazie alla presenza delle attività agrituristiche, e oltre 22.000 fabbricati restaurati con un significativo recupero del patrimonio edilizio rurale. E poi: oltre 260 mila aziende con vendita diretta, 2.384 aziende con attività didattiche e circa 1200 aziende stimate con attività sociali. Sono i numeri della multifunzionalità italiana, che da soli basterebbero per testimoniare il valore della diversificazione delle attività in agricoltura. L’incidenza delle attività multifunzionali sul valore complessivo della produzione passa dal 13,8% del 2000 al 20,9% del 2015. Analizzando il “cavallo di battaglia della multifunzionalità”, cioè l’agriturismo, si nota come tuttavia, nel 2015, rispetto a 1628 nuove aziende, siano 1134 quelle cessate, a testimonianza di alcune difficoltà contrastabili solo grazie a strategie operative e strumenti adeguati a supportarle a partire, per esempio, da un corretto e semplificato rapporto col sistema creditizio e con il mercato.
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11/11/2016, 20:54 |
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Marco
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Ismea, Agroalimentare: cresce il credito all’industria, si riduce quello al settore primario Settore a due velocità, con prestiti all’industria alimentare che a settembre salgono dell’1,8% su base annua, mentre calano del 2,3% quelli alle aziende agricole Roma, 15 novembre 2016 – I dati diffusi dalla Banca d’ Italia nel rapporto mensile Monete e banche indicano che il totale dei prestiti concessi alle imprese italiane ammonta, nel mese di settembre, a 873.204 milioni di Euro, in diminuzione del 2,6% rispetto allo stock registrato nel corrispondente periodo del 2015. Si prolunga così la tendenza negativa che si protrae ininterrottamente dal 2012, nonostante il sostegno fornito dalle misure espansive della BCE. In questo contesto ancora critico per il mercato del credito, le imprese del settore agroalimentare, che nel 2016 assorbono l’8,7% del credito bancario erogato al sistema produttivo nazionale, mostrano una relativa tenuta in termini di finanziamenti ricevuti: considerate nel complesso, lo stock dei prestiti a loro destinato fino al mese di settembre è diminuito solo dello 0,6% su base annua. Tuttavia, si sta accentuando la forbice già in evidenza tra imprese dell’industria alimentare e aziende del settore primario (inteso come agricoltura, silvicoltura e pesca): i prestiti a famiglie e imprese produttrici del settore agricolo, a settembre, si sono attesati a 43.591 milioni di Euro (-2,3% su base annua). In questo senso va altresì sottolineato come debbano ancora giocare un ruolo rilevante in questa partita i prestiti “attratti” dai progetti dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali, ancora non partiti a pieno regime. I prestiti alle imprese dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco, invece, sempre a settembre, ammontano a 32.267 milioni di Euro (+1,8% su base annua). Il comunicato completo di grafici è disponibile al seguente link: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/adm.v ... agina/9958
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15/11/2016, 17:40 |
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Marco
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Ismea, flette la spesa alimentare nel 2016 Attenzione alla salute e necessità di risparmio sono i principi, non sempre convergenti, che guidano le scelte alimentari degli italiani. Nei primi nove mesi del 2016 gli acquisti di alimentari e bevande si riducono di un punto percentuale, con cali più accentuati per le carni e i lattiero caseari. Roma, 16 novembre 2016 - Il 2016 si avvia a chiudersi con il segno meno per la spesa che le famiglie destinano all’alimentazione tra le mura domestiche. Il bilancio dei primi nove mesi dell’anno, secondo le rilevazioni Ismea-Nielsen, indica infatti una riduzione degli acquisti di cibo e bevande dell’1% rispetto al 2015, anno che ricordiamo, aveva segnato una leggera ripresa dei consumi dopo i significativi cali registrati negli anni più duri della crisi. Il carrello della spesa, come spesso succede, fa da cartina tornasole dei fenomeni in atto nella società. Vi si riflettono spinte contrapposte: da una parte la ricerca della qualità, l’attenzione alla salute, all’eticità e alla sostenibilità degli alimenti che si portano in tavola e dall’altra la tendenza al risparmio che si spinge, per le famiglie meno abbienti, fino alla rinuncia degli alimenti di base. La flessione della spesa rilevata dall’Ismea è frutto di dinamiche eterogenee tra i diversi comparti, tra cui si segnalano cali, anche di una certa intensità, per le carni (-5,6%), i salumi (-5,2%) il latte e derivati (-3,6%) e oli e grassi e vegetali (-1,9%), solo in parte compensati da un incremento degli acquisti di prodotti ittici (+2,6%) e della frutta (+1,7%). Per le altre categorie di prodotto le variazioni in positivo e negativo risultano più contenute: nello specifico +0,1% per i derivati dai cereali, -0,7% per le uova e -0,3% per gli ortaggi. Mentre gli acquisti di carne stanno registrando una riduzione che assume ormai caratteristiche strutturali i prodotti ittici hanno trovato nell’anno in corso un maggiore spazio nel carrello degli italiani. Alle referenze di quest’aggregato le famiglie hanno dedicato il 7,4% della loro spesa agroalimentare complessiva, (era il 7,2% nel 2015). Si sottolinea, in particolare, il buon apprezzamento per il pesce fresco con un avanzamento della spesa del 4,8% sui primi nove mesi del 2015. Infine, l’analisi del comparto delle bevande alcoliche e analcoliche, indica una lieve tendenza flessiva (-0,6%) dopo l’aumento del 2015 (+3,2% rispetto al 2014). Nello specifico, flette la spesa per bevande analcoliche (-3,8%), mentre tiene quella per le acque minerali e la birra (+0,4%). Anche in questo caso la diminuzione del consumo di bevande ricche di zuccheri riflette una maggiore consapevolezza circa lo stretto rapporto tra salute e alimentazione. Per i vini, infine, la spesa risulta nel complesso più contenuta rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, nonostante l’ottima performance degli spumanti (+10%). http://www.ismeamercati.it/flex/cm/page ... agina/7247
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16/11/2016, 14:57 |
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Marco
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Ismea-Unaprol: nel 2016 produzione olio dimezzata Le previsioni produttive si attestano su 243.000 tonnellate, con un calo del 50% al Sud e del 40% al Centro rispetto al 2015 - in controtendenza il Nord, per un calo totale nazionale del 49% Tendenze rialziste dei prezzi, con gli extravergine che già in ottobre avevano abbondantemente superato i 4 euro al chilo, per arrivare rapidamente ai 5,52 euro al chilo di metà novembre Roma, 18 novembre 2016 - Con i frantoi in piena attività si concretizzano le aspettative negative degli operatori rispetto alla produzione di olio 2016. Ismea e Unaprol hanno, infatti, ridotto ulteriormente le previsioni produttive 2016 che, secondo i dati più recenti, si attestano a 243 mila tonnellate, circa la metà rispetto al dato dello scorso anno (474.620 tonnellate la produzione del 2015). All’annata di “scarica”, strutturale dopo l’ottima produzione dello scorso anno che in alcune aree del Sud ha toccato livelli record, si sono purtroppo sommati gli effetti negativi di un clima decisamente avverso con bizzarre alternanze di caldo e freddo e piogge spesso inopportune. Male il Sud, dove il -50% stimato ad oggi potrebbe risultare anche ottimistico: pesantemente in rosso tutti i bacini più importanti, come Puglia (-50%), Calabria (-53%) e Sicilia (-52%). Al Centro la flessione è di poco superiore al 40% (Toscana -35%, Umbria -38%). In controtendenza il Nord, pur nelle limitate dimensioni della sua produzione, che mostra invece una progressione rispetto allo scorso anno sia perché le condizioni climatiche non sono apparse tanto sfavorevoli quanto al Sud, sia perché avendo dei bacini produttivi più contenuti è stato più semplice il controllo e la difesa dalle malattie. Male, invece, la Liguria (-50%). La reazione dei mercati non si è fatta attendere con tendenze rialziste dei prezzi che hanno portato in media gli extravergine a 5,52 euro al chilo a metà novembre, ma con la piazza di Bari già oltre i 5,70 euro al chilo, quando a settembre le trattative si sono chiuse su valori attorno a 3,80 euro al chilo. Il rapporto completo “Tendenze Olio di Oliva” con le specifiche regionali è disponibile al seguente link: http://www.ismeamercati.it/flex/cm/page ... agina/7262
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18/11/2016, 17:20 |
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Marco
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Ismea, dopo boom di agosto si consolida crescita export dell’agroalimentare Alla spinta di agosto (+13,4%) fa eco un settembre molto positivo per le vendite oltre frontiera dei prodotti agroalimentari italiani (+5,7%). Food and drink settore guida dell’export nazionale con 28 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno. Roma, 21 novembre 2016 – Dopo l’accelerazione di agosto (+13,4%) anche settembre fa registrare una buona performance per le vendite oltre frontiera di prodotti agroalimentari che, con un più 5,7% su base annua, porta a 28 miliardi di Euro il giro d’affari maturato nei primi nove mesi del 2016. Il dato è sintesi di un incremento tendenziale del valore delle vendite all’estero dei prodotti agricoli (+5,4%) e di una crescita altrettanto rilevante delle spedizioni dei prodotti dell’agroindustria (+5,7%). Con l’andamento positivo registrato negli ultimi due mesi, migliora anche il dato cumulato per il 2016. Rispetto al corrispondente periodo del 2015, nei primi nove mesi dell’anno in corso, l’export agroalimentare è cresciuto in valore del 3,3%, sostenuto soprattutto dai prodotti lavorati (+3,7%). Gli ultimi dati disponibili confermano la quota del 9,1% dell’agroalimentare sul totale export nazionale (in valore). Il food and drink nazionale continua a contraddistinguersi positivamente sui mercati esteri, con un vigore che gli consente di spuntare una dinamica migliore delle vendite complessive italiane all’estero, che nei primi nove mesi del 2016 hanno solo registrato un timido risultato positivo (+0,5% su base annua). In prospettiva l’intero anno dovrebbe chiudersi, secondo Ismea, con una crescita dimezzata rispetto a quella registrata nel corso del 2015 (+7,5% sul 2014). Un risultato, sottolinea l’Istituto, oltremodo positivo specie alla luce della forte decelerazione del commercio internazionale, dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro ma soprattutto sulla sterlina e, non ultimo, dell’assenza di fattori di forte impulso come è stato l’Expo per il 2015. Dall’analisi geografica dei mercati di destinazione, sono aumentate nel periodo di osservazione le vendite dei prodotti agricoli verso i paesi UE (+5,6%) – che rappresentano l’80% dell’export agricolo totale in valore - mentre sono diminuite quelle verso i paesi extra europei (-11,8%), in ragione soprattutto della riduzione delle spedizioni verso la Turchia (-42,8%). Per i prodotti dell’industria alimentare, il dato delle vendite extra UE mostra invece un avanzamento rispetto al 2015 (+3,4%), nonostante i cali verso Turchia, Cina e i paesi del Mercosur, e un proseguimento della dinamica positiva verso i mercati UE (5,6%). Sia per i prodotti dell’industria alimentare che, più marcatamente, per i prodotti agricoli, sono in ripresa le esportazioni verso la Russia. Il Report, con grafici e tabelle è scaricabile a questo link http://www.ismea.it/flex/cm/pages/Serve ... agina/9963
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21/11/2016, 14:42 |
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Ismea, a ottobre in calo i costi di produzione
L’Indice Ismea rileva un calo del 3,1% su base annua: a incidere soprattutto i prodotti energetici (-10,1%) ma anche fertilizzanti e fitosanitari (rispettivamente -4,2% e -1,2%), mangimi (-3,8%) e, fra gli animali d’allevamento, bovini (-4,4%) e avicoli (-11,0%).
Roma, 23 novembre 2016 - Ottobre conferma il calo dei costi di produzione per il settore agricolo.
Nel mese, l’Indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione elaborato dall’Ismea scende a quota 102,2 (base 2010=100), registrando un calo di 3,1 punti percentuali su base annua. La dinamica calante continua a essere guidata dal deprezzamento dei prodotti energetici, che tra le varie voci di spesa è quella che registra la contrazione più marcata rispetto a ottobre 2015 (-10,1%) contribuendo a una diminuzione del prezzo dei carburanti (-6,0%), dei lubrificanti (-25,0%) e dell’energia elettrica (-14,4%).
Scendono anche i prezzi delle altre principali voci di spesa degli agricoltori nazionali. In particolare, a ottobre hanno riportato un calo su base tendenziale i costi per l’acquisto di prodotti fertilizzanti e fitosanitari (rispettivamente -4,2% e -1,2%). Analizzando le spese sostenute dagli allevatori, si accentuano i ribassi nei prezzi dei mangimi (-3,8%) mentre i prezzi degli animali d’allevamento mostrano dinamiche eterogenee: il dato di sostanziale stabilità su base annua riflette infatti i rincari dei suini (+19,3%) controbilanciati dai ribassi di bovini (-4,4%) e avicoli (-11,0%). A livello trasversale, sono diminuiti i costi relativi a materiali vari, attrezzi e piccoli apparecchi (-5,3%). I costi del contoterzismo sono fortemente calati rispetto a settembre (-8,1%), portando il confronto su base annua al -7,1%.
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23/11/2016, 13:37 |
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Marco
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Ismea, continua l’evoluzione positiva dell’economia agricola Tra luglio e settembre 2016, il valore aggiunto agricolo ha registrato una crescita del +1% rispetto al corrispondente periodo del 2015 A incidere positivamente la campagna di produzione del frumento duro, l’incremento delle macellazioni nel settore suinicolo e quello delle consegne di latte vaccino Roma, 2 dicembre 2016 - I dati divulgati il 1° dicembre dall’Istat, indicano una tendenza crescente del settore agricolo che continua a contribuire favorevolmente al trend dell’economia nazionale. Nel terzo trimestre dell’anno, il valore aggiunto conseguito dal settore ha registrato una variazione positiva di un punto percentuale su base annua: il suo livello si attesta su 7,27 miliardi, in aumento di 74 milioni sul livello del corrispondente trimestre 2015 in termini reali. A incidere positivamente sul valore aggiunto agricolo del trimestre gli esiti della campagna di produzione del frumento duro che secondo le prime stime dell’Istat chiuderà con un raccolto record di 5 milioni di tonnellate, la crescita del settore suinicolo dove si registra un incremento della macellazione nei primi 7 mesi del 2016 (+3,4% su base tendenziale) e quella delle consegne di latte vaccino che – nel terzo trimestre 2016 – fanno registrare un + 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Per ulteriori approfondimenti: Giovanna Maria Ferrari e Cecilia Spanò - g.ferrari@ismea.it; c.spano@ismea.it La nota tecnica completa di grafici e tabelle è disponibile al seguente link: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/Serve ... agina/9976
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04/12/2016, 10:32 |
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Marco
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Innovative, “green” e multifunzionali: ecco le aziende vincitrici del concorso lanciato da Ismea e RRN
Sono 8 le aziende che hanno vinto la quinta edizione Concorso Nuovi fattori di successo. Uno spaccato dell’agricoltura del futuro, sostenibile, orientata alla qualità e polo di attrazione del territorio.
Roma, 6 dicembre 2016 – Giovani, innovativi, “green”: questi i tratti distintivi degli imprenditori agricoli selezionati dal Concorso “Nuovi fattori di successo”, iniziativa organizzata dall’Ismea nell’ambito della Rete Rurale nazionale 2014-2020 e giunta alla sua quinta edizione. L’obiettivo del concorso, che ha premiato finora 45 aziende a fronte di una partecipazione di circa 250 giovani, è promuovere le buone prassi in agricoltura messe in atto dagli under 40, grazie alle risorse stanziate dai Piani di sviluppo rurale.
Quest’anno sono otto le aziende che si sono classificate a seguito della selezione tecnica effettuata dall’Ismea e della successiva verifica finale da parte di un comitato di valutazione super partes, composto, tra gli altri, dalle Organizzazioni agricole giovanili più rilevanti sul piano nazionale. Tra le otto aziende selezionate, le prime tre saranno protagoniste nelle prossime settimane di film realizzati da giovani filmakers professionisti, mentre tutte quante verranno coinvolte in iniziative nazionali e internazionali targate RRN. Ecco in ordine di graduatoria i vincitori del concorso:
Francesco Romano gestisce assieme alla sorella Chiara l’azienda di vocazione prevalentemente vitivinicola “Antico Castello”, dal nome di una costruzione feudale nei pressi dell’azienda che ora non esiste più, spazzata via dal terribile sisma che nel 1980 ha colpito l’Irpinia. Giovane ingegnere lui e laureata in economia lei, hanno scelto con coraggio di rivitalizzare l’azienda di famiglia con investimenti high tech, l’adozione di metodi di coltivazione biologici e un orientamento verso la qualità (Taurasi e altre Dop dell’Irpinia).
Vincenza Ferrara, nella sua azienda Dora in provincia di Enna adotta pratiche agricole eco-compatibili per gestire il suo uliveto, costituito da ulivi secolari di elevato pregio storico paesaggistico. E sono propri gli ulivi secolari alla base dell’attività ricerca svolta da Vincenza, nel settore dell’ecologia storica, in collaborazione con centri di primario livello in Italia a all’estero. L’azienda è dotata di un frantoio aziendale ed è aperta ad attività formative e di cooperazione internazionale.
Simone Rech della tenuta Amadio ha sviluppato la sua attività di produzione vitivinicola nel cuore dei Colli Asolani e la sua cantina, scavata nella roccia ad una profondità di 7 m sotto il livello stradale, è in perfetta armonia con l’ambiente circostante grazie anche all’utilizzo di materiali naturali e locali, quali legno e pietra. L’azienda associa alla sensibilità ambientale anche uno spiccato grado di innovazione tecnologica.
Le altre 5 aziende classificate possono essere considerate espressione delle diverse facce dello Sviluppo rurale: dal forte legame con il territorio, come l’azienda agricola di Paolo Montioni, inserita in uno degli areali vitivinicoli più rinomati d’Italia (la zona del celebre Montefalco Sagrantino in Umbra), alla ricerca di innovazioni di prodotto, come nel caso di Eleonora Lisi che nella campagna aretina ha reinterpretato la tradizione vinicola dell’azienda di famiglia “i Natali” sperimentando una gamma di prodotti innovativi. L’azienda Floralia di Fabiano Oldani nel lodigiano è invece un esempio di multifunzionalità e inclusione sociale grazie alla attività di fattoria sociale accreditata dalla regione Piemonte, mentre Salvatore Rossano ha fatto della salvaguardia dell’ambiente la bandiera della sua attività imprenditoriale nell’omonima azienda agricola in provincia di Crotone dove propone l’utilizzo degli asini per la concimazione naturale nel rispetto delle norme di condizionalità della regione. Infine l’azienda di Manuel Guella è un fulgido esempio di agricoltura biologica di montagna, a minimo impatto ambientale e dove le produzioni vegetali e zootecniche si integrano in un ciclo continuo.
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07/12/2016, 17:04 |
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