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ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare 
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MACFRUT, l’Italia investe sulla frutta in guscio, ma il clima taglia le rese e riduce la produzione

Agli Stati Generali della Frutta in guscio, ISMEA presenta il quadro economico del settore e un’indagine inedita sui consumatori, condotta in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.

Rimini, 9 maggio 2024 - Ammonta a 270 mila tonnellate la produzione di nocciole, mandorle, noci, castagne e pistacchi realizzata dall’Italia nel 2023. Un’offerta ricca e diversificata, in termini di varietà e caratteristiche distintive, espressione dei molteplici territori di provenienza, che pone l’Italia nella Top-ten dei produttori mondiali. Nell’ultimo decennio, nonostante l’aumento delle superfici investite, gli eventi climatici eccezionali hanno penalizzato le rese, riducendo l’offerta interna del 7% e determinando un maggiore ricorso al prodotto di importazione. Sono alcune delle principali evidenze dell’analisi ISMEA presentata oggi al convegno “Gli Stati Generali sulla frutta in guscio” organizzato al Macfrut di Rimini.

Più in dettaglio, come emerge dalla presentazione di Mario Schiano analista di mercato ISMEA, l’Italia ha importato nel 2023 un quantitativo di 460 mila tonnellate, quasi due volte la produzione nazionale, per un controvalore di 1,4 miliardi di euro. Si tratta soprattutto di forniture extra-UE con Usa, Turchia e Cile che insieme concentrano oltre il 50% dei volumi totali. Un ruolo di rilievo è rivestito, tuttavia anche dalla Spagna, da cui dipende circa il 12% del nostro import. L’Italia è il sesto maggiore importatore mondiale di frutta in guscio, per il rilevante fabbisogno dell’industria dolciaria nazionale, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, ma anche per la significativa crescita dei consumi interni, favoriti dalla diffusione di stili di vita orientati al benessere e dal successo di prodotti innovativi, quali mix e barrette energetiche/dietetiche, che hanno contribuito a destagionalizzare l’acquisto di frutta in guscio svincolandolo dalle tradizionali occasioni legate a ricorrenze e festività. Nell’ultimo anno il consumo complessivo di frutta in guscio in Italia (considerando la domanda intermedia e finale) si è attestato, secondo le elaborazioni ISMEA, a 638 mila tonnellate, il 25% in più rispetto a dieci anni fa.

Secondo i dati ISMEA-NIQ, nel 2023 la spesa delle famiglie italiane per gli acquisti di frutta in guscio “tal quale” hanno totalizzato 1,1 miliardi di euro (di cui 911 milioni di prodotto confezionato), per volumi complessivi superiori a 115 mila tonnellate. Significativo l’incremento anche rispetto all’anno dell’emergenza Covid, quando le vendite sul circuito domestico avevano registrato un picco di crescita. Rispetto al 2020 gli acquisti sono infatti aumentati dell’11% in termini quantitativi e del 16% in valore.

Si tratta di una passione intergenerazionale, quella per la frutta in guscio, che coinvolge i più giovani, la Generazione Z, ma anche i Boomers, come rivela la ricerca condotta in collaborazione con il Dipartimento CORIS della Sapienza di Roma illustrata nel corso del convegno. In cima alle preferenze dei consumatori, sottolinea l’analisi presentata dalla prof.ssa Fabiola Sfodera, ci sono noci e mandorle particolarmente apprezzate per le loro proprietà nutritive, davanti alle nocciole. Seguono pistacchi e arachidi, per i quali la spinta all’acquisto è correlata soprattutto a fattori edonistici e, infine, le castagne, il cui consumo risente ancora però di una forte componente stagionale.

La ricerca, condotta nella seconda metà del 2023 utilizzando diverse tecniche quali analisi netnografica (ossia lo studio delle interazioni sociali nei contesti comunicativi digitali), focus group, web sentiment analysis e store check, presso i punti vendita al dettaglio, ha individuato 4 cluster distinti di consumatori di frutta in guscio: i cosiddetti “nostalgici” per i quali il consumo è ancora legato a specifiche ricorrenze della tradizione, “nutrizionisti fai da te”, che ne privilegiano l’aspetto funzionale connesso in particolare al fitness, i fan dell’homemade, che ne esaltano l’utilizzo in chiave creativa in cucina, e gli “heavy consumers” che consumano regolarmente frutta in guscio per piacere o perché indicati all’interno di specifici regimi nutrizionali.

Tra le diversi motivazioni alla base dell’acquisto prevale la dimensione funzionale di questi alimenti, come la ricchezza di nutrienti, i benefici per la salute, il loro potere saziante, l’utilizzo come sostituto del pasto. Ma a spingere i consumi, soprattutto al Sud, sono anche le componenti ludica e conviviale, legate per lo più alle tradizioni e a specifiche ricorrenze. Tra i driver di acquisto al primo posto è stato indicato il prezzo, seguito dalla qualità, espressa in termini di freschezza e croccantezza, e dal formato che premia le piccole dimensioni, mentre elementi come l’origine italiana, la presenza di marchi di qualità (come i riconoscimenti Dop) e le indicazioni in etichetta sembrano influire in misura minore nei processi decisionali.
Relativamente alle occasioni di consumo, la frutta in guscio appare estremamente versatile: si adatta alla colazione, allo snack spezza fame, all’aperitivo e al dopo cena; in alcuni casi funge da sostituto di un pasto principale.

L’analisi condotta presso i punti vendita (discount, bio/wellness, insegna despecializzata, largo consumo value, largo consumo premium) ha evidenziato l’assenza di una collocazione univoca, con conseguente disorientamento del consumatore. Quando la frutta in guscio è confezionata occupa ampie scaffalature, è collocata all'entrata o nei pressi delle casse oppure all’interno dei reparti snack salati o di quelli dedicati alla colazione. Quando è sfusa si trova principalmente nel reparto frutta e verdura, in genere supportata solo da nome e prezzo. Generalmente i brand protagonisti sono le marche commerciali, Ie cosiddette private label, mentre le marche industriali sono meno presenti e raramente valorizzate.

Il convegno, moderato da Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione Filiere e Analisi di Mercato di ISMEA, ha visto confrontarsi su questi temi i rappresentanti della filiera produttiva e della distribuzione: Alessandro Annibali, Presidente New Factor SpA, Settimio Discendenti, Presidente OP CPN, Pompeo Mascagna, Presidente di Assofrutti, Ignazio Vassallo Coordinamento della frutta in guscio, Sonia Ricci, Presidente Unaproa, Vincenzo Falconi, Direttore Italia Ortofrutta e Germano Fabiani, Responsabile settore ortofrutta CoopItalia. Le conclusioni del convegno sono state affidate al Sottosegretario Luigi D’Eramo.

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09/05/2024, 17:55
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Accesso alla terra, sicurezza alimentare e osservazione satellitare i temi al centro dell’Assemblea AEIAR

Riuniti a Roma gli Organismi fondiari dei Paesi UE (AEIAR) in una due giorni organizzata da ISMEA; presenti la FAO e le delegazioni di Polonia, Lettonia, Francia, Spagna, Germania e Belgio.

Roma, 24 maggio 2024 - Si è conclusa oggi l’Assemblea annuale dell’AEIAR - Associazione Europea degli Organismi per la Ristrutturazione Fondiaria – che ha riunito a Roma, presso l’hotel Palatino, le rappresentanze di Polonia, Lettonia, Francia, Spagna, Germania, Belgio, oltre all’Italia, per una due giorni di approfondimenti, dibattiti e study visit organizzati da ISMEA.

Costituita nel 1966, l'AEIAR associa 12 Paesi europei, coinvolgendo organizzazioni e istituzioni pubbliche impegnate nella pianificazione e attuazione degli interventi fondiari e delle politiche di sviluppo rurale, volte a rafforzare la struttura e il peso contrattuale delle aziende agricole e a migliorare le condizioni economiche, sociali e ambientali delle aree rurali.

ISMEA, membro ventennale dell’AEIAR, quest’anno anche nel ruolo di Vicepresidente, contribuisce all’attività dell’Associazione mediante la condivisione delle proprie competenze ed esperienze maturate in oltre 70 anni di gestione fondiaria a favore della ricomposizione della proprietà coltivatrice e del ricambio generazionale in agricoltura.

L’istituto, ai sensi della normativa italiana, riveste il ruolo di Organismo fondiario nazionale, gestendo misure specifiche (l’ultima è “Generazione Terra”) per l’ampliamento aziendale e l’insediamento dei giovani agricoltori. “Negli ultimi 40 anni, le operazioni fondiarie di ISMEA – ha ricordato Il Direttore Generale ISMEA Maria Chiara Zaganelli - hanno permesso la creazione di oltre 8.500 imprese agricole, per complessivi 232 mila ettari di superficie, realtà con una dimensione media aziendale pari a quasi tre volte quella nazionale rilevata dall’ISTAT in occasione nell’ultimo Censimento dell’agricoltura. I giovani che si sono insediati in agricoltura, grazie agli interventi di primo insediamento gestiti dall’Istituto, sono stati circa 800, per complessivi 27 mila ettari”.

Le due giornate di lavori hanno visto alternarsi le relazioni degli organi direttivi e amministrativi dell’AEIAR, i contributi della francese FNSafer (la Federazione delle Società di gestione fondiaria e di insediamento rurale), delle Società di gestione fondiaria Safer di Corsica e Nuova Aquitania, dei Ministeri dell’Agricoltura di Lettonia e Spagna, della tedesca BLG (Associazione federale delle imprese rurali senza scopo di lucro), della Compagnia fondiaria fiamminga - Vlaamse Landmaatschappij, di KOWR (agenzia governativa polacca di sostegno all’agricoltura), SPW - Public service of Wallonia - Environment and Agriculture, Altum (Agenzia governativa lettone) e infine della FAO e di ISMEA.
Tra gli interventi programmati, la FAO ha presentato il progetto globale di “Accesso alla terra per tutti”, il cui scopo è garantire diritti fondiari sicuri, registrati e legalmente protetti, e istituire un'Agenda fondiaria globale, parte integrante della Strategia per la sicurezza alimentare, prevista tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030.

FNSafer ha presentato i primi dati dell'osservatorio del mercato azionario dei terreni agricoli istituito dalla legge Sempastous per favorire il consolidamento delle attività agricole, il ricambio generazionale e contrastare il fenomeno di concentrazione eccessivo e accaparramento di terreni. Dai dati raccolti è emerso che nel 2023 oltre 900.000 ettari di terreni agricoli sono stati interessati da transazioni azionarie, circa il doppio degli ettari oggetto delle compravendite normalmente monitorate da Safer.

ISMEA ha incentrato il suo contributo sul Programma UE di osservazione della Terra Copernicus – in qualità di membro della Copernicus Academy dal 2021 - che riveste una valenza strategica anche nelle attività di istruttoria e monitoraggio degli investimenti fondiari. Grazie all'esperienza maturata dall'Istituto in ambito formativo, con le Open School Copernicus realizzate nell'ambito del Programma Rete Rurale Nazionale, nel campo della ricerca, come partner del Dottorato Nazionale in Osservazione della Terra coordinato da Sapienza Università di Roma, e nella sperimentazione applicata, nel ruolo di Pilot user agricolo del Programma IRIDE, ISMEA sta valutando di estendere alla gestione fondiaria le competenze in osservazione della Terra, già acquisite e implementate nella gestione del rischio in agricoltura.

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24/05/2024, 15:47
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Rapporto ISMEA: la rete dei mercati all’ingrosso in Italia, asset strategico per una filiera agroalimentare più efficiente e più equa

ITALMERCATI: “necessaria una riforma del sistema, verso mercati più grandi con maggiore sinergia e visione”

Roma, 4 giugno 2024 - Snodi centrali nel commercio di prodotti freschi e freschissimi, con un importante ruolo nella valorizzazione delle produzioni locali e stagionali, nella tracciabilità di filiera e nella sicurezza igienico-sanitaria, i mercati all’ingrosso stanno evolvendo verso un modello di hub multifunzionale capace di offrire una molteplicità di servizi in aggiunta alla tradizionale funzione di intermediazione commerciale, logistica e stoccaggio delle merci.

Secondo l’indagine “I Mercati all'Ingrosso nella Filiera Agroalimentare” condotta da ISMEA presso il network di riferimento di Italmercati, partner dell’iniziativa, in Italia operano 137 strutture (numero sei volte superiore a quello di Spagna e Francia) da cui transita circa il 50% dell’offerta ortofrutticola complessiva, un il 33% di quella ittica e il 10% delle carni, quote che, ad eccezione dell’ortofrutta, risultano significativamente inferiori a quelle di analoghe realtà di altri paesi Ue. Il sistema italiano dei mercati all’ingrosso, come emerge dal Rapporto presentato oggi al Cnel, è una realtà molto composita e frammentata, dove alla maggiore densità di strutture rispetto ai partner europei corrisponde un giro d’affari più contenuto, ma con un potenziale ruolo cruciale nel favorire un riequilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare.

“In una congiuntura difficile per le imprese, con ricadute soprattutto sulla tenuta dei redditi, schiacciati dagli alti costi di produzione, – ha commentato il Direttore Generale di ISMEA Maria Chiara Zaganelli – i mercati all’ingrosso possono assumere un importante ruolo di stimolo per favorire un processo virtuoso, indirizzato a una più equa ripartizione del valore lungo la filiera e meno penalizzante per le imprese agricole, l’anello strutturalmente più debole. Su questo fronte la nostra indagine ha messo in evidenza i fattori di criticità che non consentono di garantire la presenza diretta degli agricoltori nei mercati all’ingrosso. Rispetto a questa esigenza i mercati potrebbero fornire servizi di supporto e di facilitazione ai piccoli produttori, anche con una diversa programmazione degli orari di apertura, un aspetto, quest’ultimo, segnalato anche da altri operatori.”

Lo studio di ISMEA presso il network di Italmercati, costituito da una rete di 22 strutture, distribuite in 14 regioni italiane, quantifica un giro d’affari di 115 milioni di euro, un valore che raggiunge la ragguardevole cifra di 11 miliardi se si considerano anche le attività delle 4.000 realtà economiche operative nei mercati, tra distributori, aziende agricole, bar, ristoranti, facility provider e servizi accessori, con il coinvolgimento quotidiano di 26 mila addetti.

Come si evince dall’indagine, un asset strategico delle strutture aderenti a Italmercati è la loro ubicazione rispetto agli snodi logistici: tutte operano nelle immediate vicinanze di uno svincolo autostradale, oltre la metà nei pressi di un aeroporto, il 50% vicino a uno scalo merci ferroviario, quasi un quinto in prossimità di un porto commerciale. Una collocazione favorevole anche rispetto alle produzioni commercializzate, con molte strutture che operano all’interno di distretti agroalimentari o di areali di produzione di qualità riconosciuta (a marchio Dop-Igp), a riprova dello stretto legame con le imprese del settore primario.

L’origine del prodotto che transita da questi hub commerciali è prevalentemente nazionale, con una quota rilevante di produzioni locali, provenienti cioè da una distanza massima di 100 km, ad eccezione delle carni, costituite per lo più da prodotti d’importazione. Più in dettaglio, le merci locali sono oltre la metà dei prodotti florovivaistici, un terzo degli orticoli e degli ittici, un quinto della frutta.

Queste realtà, accanto alle attività strettamente connesse al core business, contribuiscono anche alla produzione di energia rinnovabile, con il 60% delle strutture che ha investito in questo settore con l’installazione di impianti in parte finanziati dal PNRR. La previsione è di arrivare, entro il 2026, a una quota di energia autoprodotta pari a quasi la metà del fabbisogno. La sostenibilità è ulteriormente rafforzata dal comune impegno nella lotta agli sprechi, attraverso il recupero di prodotti invenduti, donazioni a enti caritatevoli e vendita diretta ai cittadini

Tra i clienti dei mercati, la quota più consistente è rappresentata dai dettaglianti del circuito tradizionale (37%), seguiti dai retailer della distribuzione moderna (18%) e dei mercati rionali (17%). Rilevante anche la partecipazione di intermediari ed esportatori nazionali (11%) ed esteri (7%) e operatori del canale Horeca (6%), in particolare ristoratori, questi ultimi in crescita insieme a quelli della distribuzione moderna.

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04/06/2024, 16:17
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Rapporto ISMEA sulla gestione del rischio: salgono a 10,3 miliardi i valori assicurati nel 2023 (+2,2%)

Coltivazioni, nelle polizze la Plv tocca un nuovo record, a 7,5 miliardi di euro (+4,1%). Sotto l’ombrello delle compagnie meno aziende ma mediamente più grandi. Al Nord ancora quasi l’80% del mercato assicurativo agevolato.

Il mercato delle polizze agricole agevolate conferma, nel 2023, la tendenza alla crescita di valori e premi che, in base ai dati delle compagnie assicurative, hanno raggiunto nella scorsa campagna un nuovo massimo storico. Lo rileva l'ISMEA nel "Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2024", che per l'insieme delle polizze agevolate, finanziate con contributi UE e nazionali, stima un valore assicurato nel 2023 di 10,3 miliardi di euro, in crescita del 2,2% su base annua. A trainare il mercato è il comparto delle colture vegetali che con 7,5 miliardi di PLV assicurata, in crescita del +4,1% rispetto al 2022, compensa le variazioni al ribasso registrate nei valori espressi dalla zootecnia (-1,5%) e dalle polizze sulle strutture aziendali (-3,6%).

Sul fronte dei costi assicurativi il 2023 ha mostrato un’inversione di tendenza rispetto al trend che ha caratterizzato gli ultimi anni. La tariffa media nel comparto vegetale, che concentra quasi tre quarti del totale dei valori assicurati, per la prima volta dal 2016 ha fatto segnare, su base annua, una correzione al ribasso di 0,33 punti percentuali, attestandosi al 9,34%, dopo un’annata, il 2022, con un migliore rapporto sinistri/premi.

Sempre in relazione al comparto delle coltivazioni, emerge una riduzione nel numero di aziende assicurate (dinamica emersa anche nel circuito zootecnia e strutture), in calo del 4% rispetto all’annualità precedente e ora pari a poco più di 63.000 unità, con una superficie assicurata di 1,28 milioni di ettari (-1,1% rispetto al 2022). Se a queste si aggiungono gli allevamenti e le aziende con polizze contro i danni alle strutture, si superano le 73.700 imprese assicurate, una platea comunque in ribasso rispetto al 2022 (-4%).

Nel segmento delle colture vegetali, i dati del 2023 attribuiscono alla macro-ripartizione geografica del Nord una quota di mercato ancora preponderante, pari al 79,5%, contro l’8,5% del Centro e il 12% del Sud (Isole comprese). Il Mezzogiorno, dunque, stabilizza il recupero di oltre 5 punti percentuali di quota conseguito nelle ultime sei campagne assicurative, nonostante il mercato risulti ancora fortemente sbilanciato territorialmente, anche per fattori economici, climatici e strutturali.

L'analisi dei dati disaggregati per prodotti evidenzia ancora una forte concentrazione settoriale dei valori assicurati, con l'uva da vino che si conferma anche nel 2023 il prodotto più assicurato con 2,9 miliardi di euro (-1,8% rispetto all’anno precedente), seguita dal pomodoro da industria che, con oltre 652 milioni di valori assicurati, scavalca in classifica le mele (ora al terzo posto con oltre 639 milioni di valori assicurati; -7,6% sul 2022). Rilevanti anche i valori registrati dal riso (578 milioni di euro; +9,1%), dal mais da granella (571 milioni di euro; +2,5%) e da insilaggio (349 milioni di euro; +16,6%), oltre a frumento tenero e duro che con aumenti rispettivamente del 33,9% e del 34,3% guadagnano il settimo e l’ottavo posto nella graduatoria dei prodotti più assicurati.

Il Rapporto, oltre alla consueta analisi del mercato assicurativo arricchita da un'ampia appendice statistica, fornisce un aggiornamento sul quadro programmatorio e sull'attuazione finanziaria degli interventi di risk management, nonché una ricognizione dell'andamento meteoclimatico che ha caratterizzato la scorsa annualità.
Sul piano climatico il 2023 è stato caratterizzato a livello nazionale da una congiuntura tutt’altro che favorevole, con danni alle colture causati non solo da eventi catastrofali, come l’alluvione che ha interessato l’Emilia-Romagna e alcuni areali delle Marche e della Toscana, ma anche da avversità di frequenza e in particolar modo dalla grandine e dal vento forte, eventi che nel complesso potrebbero comportare, in alcuni comparti o territori maggiormente colpiti, inasprimenti dei costi assicurativi e delle condizioni contrattuali di polizza per le prossime campagne assuntive.

Per garantire la sostenibilità del sistema di gestione del rischio in agricoltura, oltre alle azioni di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica già previste dal Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura (PGRA) 2024, per le prossime annualità risulterà fondamentale perseguire sempre più gli obiettivi fissati nella strategia di intervento del Piano Strategico della PAC 2023-2027, ricercando la massima integrazione tra gli interventi programmati a livello unionale e nazionale, anche nelle diverse declinazioni territoriali, e rafforzando le politiche di sostegno all’innovazione e alle azioni di valutazione, prevenzione e mitigazione dei rischi.

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14/06/2024, 15:12
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Appuntamento con il BIO
Antiche Scuderie Odescalchi - Bracciano (RM)
17 luglio 2024 - Ore10.3


I dati sul settore biologico riferiti al 2023, analizzati nell’ultima edizione del report “Bio In Cifre”, registrano un’ulteriore crescita della SAU biologica nazionale che arriva a coprire 2,46 milioni di ettari (+4,5% rispetto al 2022, pari a 106 mila ettari in più). Grazie a questo incremento la superficie biologica italiana rappresenta circa un quinto di quella complessiva (19,8%), avvicinando ulteriormente il target del 25% fissato dalla Commissione europea nell’ambito della Strategia Farm to Fork, da raggiungere entro il 2030.

Allo stesso tempo, il Governo italiano ha dato l’avvio al Piano di Azione Nazionale per la produzione biologica e ha intensificato l’attività normativa nazionale riservando particolare attenzione al recepimento della normativa europea e allo sviluppo dei distretti biologici, considerati importantissimi per incentivare le forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e sostenere la filiera biologica.

Il 2023 è stato anche un anno particolarmente importante alla luce dell’attuazione della nuova PAC, il cui Piano Strategico nazionale (PSP 2023-27) destina all’intervento di sviluppo rurale dedicato all’adozione e al mantenimento di pratiche e metodi di produzione biologica un budget complessivo di oltre 2,2 miliardi di euro, corrispondenti al 48% di tutti gli interventi agro-climatico ambientali.
Nel corso della giornata di lavori, a partire dalle ore 10.30, oltre alla presentazione dei dati sul biologico riferiti al 2023 da parte di ISMEA, sono previsti gli interventi del Sottosegretario Luigi D'Eramo, del competente ufficio PQA II del MASAF, del Presidente del Biodistretto dei Laghi di Bracciano e Martignano e delle principali organizzazioni e associazioni di settore.

Per partecipare all'evento è necessario REGISTRARSI, entro venerdì 12 luglio.

Per raggiungere la location dell'evento sarà attivato un servizio di navetta a/r con partenza da Roma alle ore 8.30, nei pressi della stazione Termini - Piazza della Repubblica ( i dettagli verranno comunicati via e-mail a chi si è iscritto al servizio) e rientro entro le 16.30 circa.

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08/07/2024, 14:15
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ISMEA: Un ettaro su cinque di Sau agricola è biologico. Italia leader nell’Ue per superfici e numero di aziende

Oggi a Bracciano “l’Appuntamento con il Bio” con il sottosegretario Masaf Luigi D’Eramo, e le associazioni di settore

Bracciano, 17 luglio 2024 - Il 2023, primo anno di applicazione della nuova PAC, ha visto crescere in Italia le superfici investite a biologico e il numero di operatori coinvolti. I dati del rapporto Bio in cifre, presentato oggi a Bracciano in occasione dell’ormai tradizionale “Appuntamento con il bio”, indicano un incremento del 4,5% della Sau biologica sul 2022, mentre il numero di operatori (produttori, trasformatori, importatori) cresce dell’1,8%, un ritmo molto più blando rispetto al +7,7% dell’anno precedente.

Con il passaggio alla nuova programmazione della Politica agricola comune e il cambiamento di alcune regole – viene evidenziato nel Rapporto - sono emerse alcune criticità sia dal lato delle amministrazioni regionali, che hanno dovuto revisionare una macchina organizzativa collaudata dopo anni di politiche di sviluppo rurale, cimentandosi per la prima volta con la programmazione delle misure del primo pilastro, sia dal lato delle aziende beneficiarie, nella difficile impresa di orientarsi nel fitto reticolato di vincoli, impegni e interventi, con questi ultimi talvolta in concorrenza tra loro per la non cumulabilità degli aiuti.

Uno scenario reso ancora più complesso dall’inasprimento, protrattosi nel 2023, dei costi di produzione, che ha accentuato nel settore la dipendenza dai sussidi pubblici, in un contesto aggravato dagli eventi climatici avversi che hanno colpito diverse aree del Paese, rendendo le operazioni in campagna, soprattutto per le aziende biologiche, più onerose e difficoltose anche nella gestione agronomica.

Il bilancio del 2023 restituisce comunque un quadro positivo per l’agricoltura biologica italiana, che con 2,5 milioni di ettari, pari a quasi il 20% della Sau nazionale, riduce ulteriormente la distanza dal target del 25% fissato, entro il 2030, dalla Strategia Farm to Fork. Risultati che rafforzano la leadership dell’Italia tra i Paesi dell’Ue, ormai pluriennale.

“Il rapporto presentato oggi – ha affermato il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo – è un’ulteriore conferma della consolidata leadership del nostro Paese a livello europeo, e non solo. L’Italia del biologico continua a crescere, sia per superfici sia per numero di operatori. Quasi il 20 per cento di Sau agricola è bio, un dato che ci proietta a raggiungere prima del 2030 il target Ue del 25%. Un trend positivo – ha proseguito D’Eramo - che potrà ulteriormente migliorare grazie alle numerose misure messe in campo in questi mesi: dall’approvazione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica ai provvedimenti a sostegno dei biodistretti e delle filiere bio. Puntiamo ora a realizzare quanto prima il Marchio del biologico italiano: unito a una corretta informazione e comunicazione potrà sostenere un rilancio dei consumi interni e la crescita sui mercati esteri, per continuare così anche in futuro a essere leader nel settore”.

Nel dettaglio, il rapporto Bio in cifre curato da ISMEA in collaborazione con il CIHEAM BARI nell’ambito del programma MASAF “Dimecobio”, evidenzia una Sau biologica prevalentemente orientata a seminativi (42,1%), davanti a prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%). La crescita delle superfici ha riguardato soprattutto prati e pascoli e colture industriali e foraggere, mentre hanno perso ettari le proteiche e le produzioni cerealicole. Crescono, seppure a un ritmo più attenuato, le ortive, in un’annata che ha invece confermato la superficie bio complessiva delle coltivazioni permanenti, nonostante le riduzioni di viti, agrumi e frutta fresca, compensate dagli incrementi di ulivi e frutta in guscio.

L’incremento della Sau ha riguardato principalmente le regioni centrali e settentrionali. Il Mezzogiorno mantiene tuttora l’incidenza più elevata, con il 58%, ma si sta assistendo a un graduale riequilibrio della distribuzione geografica delle superfici, con la ripartizione del Centro-Nord che ha quasi raddoppiato in 10 anni gli investimenti nel bio.

L’evoluzione più recente mostra, ma in pochi casi, situazioni anche in controtendenza, evidentemente dovute alle diverse politiche adottate delle amministrazioni regionali. Emblematico il caso della Provincia autonoma di Trento, che ha perso oltre il 40% della Sau biologica nel 2023 per la decisione dell’Autorità di gestione di concedere i pagamenti riservati alle superfici foraggere e ai pascoli alle sole aziende con allevamenti, nell’ambito di una strategia di rafforzamento della zootecnia biologica locale. Una flessione, seppure contenuta, si è riscontrata anche in Emilia-Romagna, - nonostante il budget consistente sugli interventi a favore del biologico - fenomeno che gli esperti tendono però ad associare agli eventi catastrofali dello scorso anno, in particolare alla devastante alluvione del maggio 2023.

Oltre alle superfici, sono aumentati gli operatori, che hanno raggiunto il numero complessivo di 94.441 unità, 1.642 in più rispetto al 2022. Il fenomeno ha riguardato soprattutto le circa 84 mila aziende agricole (l’89% del totale degli operatori biologici) e, tra queste, in particolare la componente dei produttori/preparatori, a conferma della tendenza a introdurre in azienda l’attività di prima trasformazione per trattenere una quota maggiore di valore aggiunto.

Infine, i consumi domestici di prodotti biologici, relativi al solo canale della Gdo, hanno toccato i 3,8 miliardi di euro, registrando un incremento del 5,2% sul 2022 (si tratta del tasso di crescita più sostenuto degli ultimi anni), seppure a fronte di volumi invariati. Il confronto con la dinamica generale degli acquisti di prodotti alimentari, cresciuti dell’8,1% in valore ma scesi dell’1,1% in quantità, evidenzia la minore spinta inflattiva del reparto biologico rispetto alla dinamica osservata per il carrello convenzionale.

“Il biologico è centrale nelle ambizioni green dell’Europa e dell’Italia – ha dichiarato il Presidente ISMEA Livio Proietti - e lo dimostra anche la pluralità di interventi normativi e di azioni strategiche che il nostro Paese ha riservato al settore, tra cui il Piano nazionale per la produzione biologica, varato quest’anno, e il decreto del 2023 che esalta il ruolo e l’importanza dei biodistretti, come quello del Lago di Bracciano e Martignano, di cui oggi abbiamo potuto apprezzare le qualità. Dopo anni difficili, dovuti soprattutto ai forti aumenti dei prezzi seguiti allo shock energetico del 2022, il settore deve adesso recuperare appeal agli occhi dei consumatori – ha aggiunto Proietti - oggi disorientati dai tanti prodotti che si fregiano di messaggi allusivi alla salute e alla sostenibilità, ma che a differenza del biologico, non sono sottoposti a rigidi controlli e a rigorose regole di produzione”.

L’incontro odierno, moderato dalla conduttrice e autrice Francesca Romana Barberini ha visto susseguirsi, dopo i saluti del sindaco di Bracciano Marco Crocicchi, gli interventi del Dirigente ISMEA Fabio del Bravo, che ha illustrato i principali numeri del settore, della Dirigente MASAF Stefania Mastromarino, che ha fatto il punto sull’attuazione del Piano di Azione Nazionale per il biologico, del funzionario della Direzione agricoltura, sovranità alimentare, caccia e pesca della Regione Lazio Guido Bronchini, che ha presentato il Complemento di Sviluppo rurale della Regione e, infine, della Presidente del Biodistretto laghi di Bracciano e Martignano Barbara Giorgi.

Al termine delle relazioni si è tenuta la tavola rotonda con le Associazioni e le Organizzazioni Professionali di settore, a cui sono intervenuti Giuseppe Romano - Presidente AIAB, Nicoletta Maffini - Presidente AssoBio, Riccardo Cozzo - Presidente Ass.o.cert.bio, Mariagrazia Mammuccini - Presidente Federbio, Francesco Torriani - Coordinatore del settore bio dell’ Alleanza Cooperative Agroalimentari Italiane, Fabio Chessa - Responsabile biologico CIA Anabio, Ignazio Cirronis - Presidente Copagri – Anaprobio, Francesco Giardina - Direttore di Coldiretti Bio, Silvia Piconcelli - Responsabile agricoltura biologica Confagricoltura.

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17/07/2024, 14:10
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Banca nazionale delle Terre Agricole: firmata una Convenzione tra CNN e ISMEA per la gestione delle aste telematiche sulla piattaforma RAN

Roma, 24 luglio 2024 - Il Consiglio Nazionale del Notariato (CNN) e l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) hanno sottoscritto una Convenzione per la vendita all’asta di 428 terreni (per complessivi 11.416 ettari) nell’ambito della settima edizione della Banca nazionale delle Terre Agricole (BTA), l'inventario dei terreni agricoli disponibili sul mercato gestito da ISMEA. La Convezione introduce un elemento di novità rispetto alle precedenti edizione della BTA, dando la possibilità, a chi ha manifestato l’interesse all’acquisto di uno o più terreni presenti nella BTA, di presentare in sede d’asta le offerte e gli eventuali rilanci tramite la piattaforma per la Gestione delle Aste Telematiche RAN del CNN. Una procedura notarile che, ormai utilizzata da diversi anni con successo da Enti ed Istituzioni per la gestione della valorizzazione del Patrimonio immobiliare pubblico, garantisce trasparenza giuridica e semplicità alle operazioni, assicurando modalità di esecuzione uniformi, coordinate e sicure.

Le informazioni relative a tutti i bandi e alle aste telematiche saranno disponibili a partire dal mese di settembre sul sito istituzionale del Consiglio Nazionale del Notariato (www.notariato.it/ran) e sul sito web “Avvisi Notarili”, raggiungibile direttamente all’indirizzo www.avvisinotarili.notariato.it.

La BTA è aperta a tutti e l'accesso è gratuito, è sufficiente registrarsi al sito www.ismea.it/banca-delle-terre fornendo un indirizzo di posta elettronica e una password. Per partecipare alla procedura competitiva gestita direttamente da ISMEA è necessario compilare ed inviare una Manifestazione di interesse, i cui termini scadranno il 29 agosto 2024. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all'Ufficio Relazioni con il Pubblico, inviando una e-mail da un indirizzo di posta elettronica ordinaria (non certificata) a urp@ismea.it o contattando i numeri 0685568319 o 0685568260 oppure al Consiglio Nazionale del Notariato telefono 0636769553, indirizzo e-mail: dismissioni.cnn@notariato.it.

La Rete Aste Notarili (RAN) è un sistema integrato realizzato per il Consiglio Nazionale del Notariato, attra-verso Notartel S.p.A. Società informatica del Notariato – Società Benefit, per la gestione delle aste telemati-che. Attraverso il collegamento dagli studi notarili su tutto il territorio italiano è possibile partecipare alle aste via web, con rilanci da parte di cittadini anche a centinaia di km dall’immobile, abbattendo le barriere territo-riali con la garanzia e sicurezza notarile.

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24/07/2024, 15:35
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ISMEA, ripartono gli incentivi per l’imprenditoria giovanile e femminile in agricoltura

Riapre lo sportello telematico per la presentazione delle domande di “Più Impresa”, la misura che sostiene economicamente le iniziative imprenditoriali giovanili e femminili in agricoltura, nei settori della produzione, trasformazione e diversificazione del reddito.

Con una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro, “Più Impresa” finanzia investimenti fino a 1.500.000 euro attraverso contributi a fondo perduto e mutui a tasso zero per una durata massima di 15 anni, concessi a favore di micro, piccole e medie imprese agricole organizzate sotto forma di ditta individuale o di società, amministrate e condotte da giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti o da donne.

Le novità di questa edizione riguardano le modalità ed i tempi di presentazione delle domande. Sarà infatti possibile predisporre e preconvalidare le domande dal 29 luglio 2024 mentre la funzione di convalida delle stesse - la cui data è determinante ai fini dell’ordine cronologico con il quale le domande verranno istruite - sarà attiva dal 5 al 30 settembre.

Il processo di presentazione sarà tutto telematico e basterà sottoscrivere digitalmente la domanda in modalità PADES per accedere alla convalida. Tutti i documenti potranno essere caricati sul nuovo portale senza controfirma dell’utente. Un ulteriore investimento a garanzia della semplificazione e trasparenza di accesso alla tanto attesa misura “Più Impresa”.

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26/07/2024, 13:53
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Agricat, incontro tecnico il 3 settembre con i Coordinamenti nazionali dei Centri di assistenza agricoli
Roma, 28 agosto 2024 - AgriCat S.r.l., soggetto gestore del Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali in agricoltura, ha convocato nella giornata di martedì prossimo 3 settembre, un tavolo tecnico con i Coordinamenti nazionali dei Centri di assistenza agricoli (CAA).

I lavori, che affronteranno anche gli aspetti gestionali connessi alle perdite di produzione agricola conseguenti agli eventi alluvionali del 2023 e alle gelate tardive, verteranno sulle modalità di determinazione dei danni alle coltivazioni e sulle procedure di liquidazione degli indennizzi relativi all’annata agraria trascorsa.

L’incontro consentirà ai responsabili di AgriCat di illustrare i primi esiti legati all’operatività del Fondo sulla base dell’esperienza fin qui acquisita dal soggetto gestore in questo primo anno di attività.

Il confronto con gli esperti e i tecnici dei CAA offrirà anche un importante momento di riflessione, nell’ottica di un eventuale efficientamento delle procedure e dei sistemi di funzionamento del Fondo.

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28/08/2024, 18:02
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Moratorie, a costo zero la sospensione e l'allungamento della garanzia ISMEA

Roma, 5 settembre 2024 - Via libera alla sospensione e allungamento delle garanzie ISMEA sui prestiti che saranno oggetto della moratoria negoziata prevista dal decreto “Agricoltura” (decreto-legge 63/2024 convertito dalla legge 101/2024). L’operazione - precisa l’ISMEA - non darà luogo ad alcun onere a carico dei soggetti beneficiari.

Lo prevede la Circolare ISMEA n. 3/2024 che autorizza la sospensione e il relativo allungamento dei finanziamenti garantiti senza procedere al ricalcolo della commissione di garanzia.

La moratoria sui prestiti bancari prevede, in accordo con la banca finanziatrice, la sospensione e l’allungamento di un anno del pagamento della quota capitale della rata di mutui o altri finanziamenti rateali, giustificati dall’eccezionalità della situazione contingente, nonché il conseguente automatico differimento della scadenza delle garanzie.

Il beneficio è riservato alle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che nel 2023 hanno subito una riduzione del volume d’affari pari almeno al 20% o una riduzione della produzione pari almeno al 30%. Nel caso delle cooperative agricole l’accesso al beneficio della moratoria è condizionato alla riduzione pari ad almeno il 20% delle quantità o della produzione primaria.

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06/09/2024, 6:32
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