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ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare 
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Appuntamento con il bio: l’agricoltura biologica del futuro
Oggi a Roma il convegno organizzato da ISMEA con la partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole, Federbio, AIAB, Assobio, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane, Anabio-Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri.


Il biologico in Italia prosegue la sua crescita in superfici investite e numero di operatori coinvolti, ma mostra i primi segnali di cedimento dei consumi, di riflesso alla perdita di potere d’acquisto delle famiglie, aggravata dalla forte spinta inflazionistica degli ultimi mesi. In uno scenario contrassegnato dagli sconvolgimenti geopolitici scatenati dall’aggressione russa in Ucraina e da nuovi timori sulla sicurezza alimentare globale, Bruxelles ha confermato il pacchetto di iniziative del “Green Deal”, che vede nello sviluppo dell’agricoltura biologica, con il target del 25% della superficie europea a bio entro il 2030, uno dei cardini della transizione green in agricoltura. L’Italia, nel frattempo si è dotata, dopo un lungo e travagliato iter, di una legge nazionale sull’agricoltura biologica, destinando cospicue risorse al settore nella programmazione 2023-2027 della nuova Pac, ma è evidente come il mutato quadro di riferimento, in cui dapprima la pandemia, poi la guerra e ora anche le siccità insistono senza soluzione di continuità, ponga più di un interrogativo sul futuro del comparto.
Queste le premesse che hanno fatto da sfondo al convegno organizzato da ISMEA “APPUNTAMENTO CON IL BIO: L’AGRICOLTURA BIOLOGICA DEL FUTURO” che si è tenuto stamane a Roma alla presenza del Sottosegretario alle Politiche Agricole sen. Francesco Battistoni.

La superficie biologica italiana è aumentata del 4,4%, come è emerso dai dati Sinab presentati da Ismea in apertura del convegno, arrivando a sfiorare i 2,2 milioni di ettari a fine 2021. Il mantenimento di questo ritmo di crescita anche nei prossimi anni permetterebbe di raggiungere i 2,7 mln di ettari al 2027, ultimo anno della Pac 2023-2027, e toccare i 3 mln al 2030, valore prossimo al target Farm to Fork del 25% di superficie bio, da raggiungere entro la fine del decennio.
Il quadro nazionale non è tuttavia omogeneo tra le diverse regioni, con alcuni territori come, ad esempio, Campania (+55%), Toscana (+25%) e Friuli-Venezia Giulia (+23%) in cui le superfici biologiche crescono a ritmi mai visti finora e altri come la Sicilia, che pur mantenendo il suo primato, ha perso in un anno più superficie biologica di quanta ne conti l’Abruzzo. Alla base di queste dinamiche molto differenziate, le diverse scelte operate dalle Regioni relativamente agli impegni agroambientali dei PSR 2014-2020 e in particolare l’uscita di nuovi bandi della Misura 11.
Tra le diverse coltivazioni bio crescono soprattutto le colture permanenti (+3,5% nel complesso), con andamenti diversificati tra le diverse tipologie: si riducono gli agrumeti (arance -17,2% e limoni -0,8%) e rimangono sostanzialmente stabili i meleti bio (-0,4%) e gli oliveti (+0,5%) mentre aumentano i vigneti (+9,2%) e i noccioleti (+12,5%). Crescono anche le superfici investite a cereali (+2,8%) trainate soprattutto dai maggiori investimenti a grano duro e tenero, mentre risultano stabili le colture foraggere (-0,7%) e i prati e pascoli (-0,8%).
L’analisi della zootecnia biologica fa emergere alcune rilevanti criticità per lo sviluppo del settore, con una incidenza dei capi allevati che nel complesso rimane inferiore al 10%. Nell’ultimo triennio le consistenze dei bovini, suini, ovini e caprini mostrano livelli pressoché stabili mentre il comparto degli avicoli (con particolare riferimento ai polli da carne e alle galline ovaiole) mostra una dinamica positiva più marcata, tanto da guadagnare ogni anno circa mezzo milione di capi. A rallentare la conversione degli allevamenti sono le difficoltà tecniche che la gestione del biologico comporta: dall’impossibilità di poter far uso di antibiotici alla difficile reperibilità e alto costo dei mangimi biologici, dalla bassa richiesta del mercato agli alti oneri che comporta la riconversione delle strutture d’allevamento a un modello più estensivo.

Relativamente agli operatori certificati a bio, i dati indicano una crescita di oltre il 5% rispetto al 2020, grazie ai 4.413 nuovi ingressi nel sistema di certificazione che hanno portato a 86.144 il numero complessivo di produttori, preparatori e importatori biologici. Una conferma alla grande vitalità del comparto nonostante le molte incertezze degli anni di pandemia. ­­Tra le imprese biologiche, particolare attenzione va riservata anche al settore ittico il cui sviluppo è particolarmente sostenuto dalle politiche europee e più volte richiamato anche nel Piano d’azione europeo per l’agricoltura biologica. L’acquacoltura biologica continua la sua evoluzione anche nel 2021 nonostante i valori assoluti siano ancora modesti: sono infatti 69 le aziende certificate (+12,8% rispetto al 2020), concentrate soprattutto in Veneto ed Emilia-Romagna.

Sul fronte della spesa alimentare di prodotti biologici, nel 2021, si è registrata per la prima volta una riduzione degli acquisti di alimenti e bevande bio, e anche le prime indicazioni sull’anno in corso non lasciano ben sperare. Dopo l’ottima performance del 2020 (+9,5%), sostenuta da una maggiore propensione delle famiglie italiane all’acquisto di alimenti genuini e salutari e dal confinamento domiciliare indotto dal lockdown, lo scorso anno il valore della spesa si è infatti contratto del 4,6%, portandosi a 3,38 miliardi di euro, anche se è rimasta invariata l’incidenza del bio sul totale degli acquisti agroalimentari (3,9%). Le evidenze sui primi 5 mesi del 2022, limitate ai soli acquisti presso la Gdo, evidenziano un’ulteriore riduzione dell’1,9% su base annua, peraltro in un contesto di generalizzata crescita dei prezzi. A preoccupare, in questo caso, è soprattutto il confronto con l’agroalimentare convenzionale che segna nello stesso periodo un incoraggiante +1,8%. I dati presentati nell’ambito del convegno costituiscono un’anticipazione del rapporto “Bio in cifre 2022”, curato da Ismea e Ciheam Bari.

“L’Italia conferma e rafforza il proprio impegno sul biologico, stanziando fondi per la programmazione 2023-2027 della Nuova Pac, per oltre 2 miliardi di euro” – dichiara il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni. “Ciò, rappresenta un segno tangibile di quanto l’Italia creda nell’agricoltura biologica e di come gli interventi messi in atto, a partire dall’approvazione della legge sul biologico fino al Piano d’Azione Nazionale, rientrino in un quadro organico e complessivo finalizzati alla crescita del settore” - continua. “Da sottolineare, inoltre, che fra il 2020 e il 2021, la SAU nazionale a coltivazione biologica è aumentata di oltre il 4%, una tendenza in continua crescita che ci fa ben sperare. Se nei prossimi anni gli incrementi saranno costanti, - prosegue Battistoni - confido che nel 2025 potremmo raggiungere l’obiettivo del 20% di SAU nazionale a coltivazione biologica e arrivare alla soglia del 25% nel 2027, anticipando di 3 anni gli obiettivi contenuti nel Green Deal europeo” - conclude.
“Rileviamo quattro dati importanti” - ha sottolineato Angelo Frascarelli Presidente di ISMEA. “Da una parte continuano a crescere la superficie e gli operatori bio con l’esplosione nel 2021 del settore vitivinicolo dall’altra l’incidenza sugli acquisti alimentari delle famiglie resta stabile al 3,9%. Lo sviluppo dell’agricoltura biologica è considerato tra i principali driver della transizione verde e la politica italiana ha deciso di aumentare il sostegno al bio, con un incremento di risorse di 720 milioni di euro nei prossimi 4 anni. In sintesi, cresce l’offerta e il ruolo politico-ambientale del bio, ma non cresce il consumo e il valore del mercato. Molte luci e qualche ombra: è necessaria una valutazione del ruolo del bio nella specificità italiana.”
Al convegno, moderato dal conduttore radiofonico e televisivo Beppe Convertini, hanno preso parte anche Fabio Del Bravo di ISMEA, Pietro Gasparri dell’Ufficio PQAI1, MiPAAF, Alberto Mattiacci - professore della Sapienza di Roma, Maria Grazia Mammuccini - presidente Federbio, Giuseppe Romano - presidente AIAB, Jacopo Gabriele Orlando - vicepresidente ASSOBIO, Francesco Torriani - Coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane, Federico Marchini – presidente Anabio-Cia , Giovanna Parmigiani, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura, Ettore Prandini - presidente Coldiretti, Franco Verrascina - presidente Copagri.

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06/07/2022, 12:23
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Ismea stima un calo del raccolto nazionale di grano duro del 16%
Rese ai minimi degli ultimi cinque anni, ma dai mercati arrivano i primi segnali di inversione di tendenza per le previsioni positive sulla produzione mondiale.

La produzione italiana 2022 di grano duro potrebbe essere inferiore di circa il 16% rispetto all’anno precedente, prevalentemente a causa del deficit idrico registrato durante la fase post semina e delle elevate temperature degli ultimi mesi. È quanto emerge da una prima ricognizione condotta da Ismea, nei primi giorni di luglio, a operazioni di raccolta quasi completamente terminate. Il calo produttivo prospettato dall’Istituto è frutto della riduzione delle superfici destinate a frumento duro (-1,4% secondo le intenzioni di semina rilevate dall’Istat) e della contrazione delle rese per ettaro, che si collocherebbero, in media nazionale, a 2,8 t/ha, il minimo degli ultimi 5 anni.

In base alle informazioni raccolte, la riduzione delle rese dovrebbe interessare quasi tutti i principali areali: dalla Puglia (-25%), Sicilia (-15%) e Basilicata (-10%) alle Marche (-20%) ed Emilia-Romagna (-15%), portando la produzione nazionale a 3,4 milioni di tonnellate nella campagna 2022/23. Dal punto di vista qualitativo, la granella dovrebbe presentare su tutto il territorio buoni standard di qualità con un contenuto proteico mediamente compreso tra 11 e 13% sulla sostanza secca.

Il deterioramento delle attese produttive anche in Francia, dovuto sempre al persistente clima caldo e siccitoso, ha portato la Ue a rivedere nuovamente al ribasso le sue previsioni di produzione a 7 milioni di tonnellate, il 9,2% in meno su base annua.
Al contrario, le previsioni sui raccolti del Nord America, dopo il crollo della scorsa annata, indicano un recupero. Le stime più aggiornate dell’IGC (International Grain Council), evidenziano infatti per il 2022 una produzione globale di frumento duro di 32,9 milioni di tonnellate (+7,4% rispetto alla pessima campagna precedente) per effetto dell’incremento dell’offerta canadese (stimata a oltre 6 milioni di tonnellate, dopo i 2,7 milioni dello scorso anno) e di quella statunitense (2,1 milioni di tonnellate più del doppio dello scorso anno).

Intanto, dai mercati provengono i primi segnali di distensione dei listini dopo la fiammata registrata a partire da fine 2021 e che ha fatto toccare il record nell’ultima settimana del mese di giugno. Le quotazioni del prodotto estero non comunitario nella terza settimana di luglio si sono attestate a 558,75 euro/t in calo dell’1% su base settimanale e del 7,6% rispetto l’ultima settimana di giugno, mentre il frumento duro comunitario è rimasto stabile a 540 euro/t nelle prime tre settimane del mese (era a 575 euro/t nell’ultima settimana di giugno). Medesima dinamica settimanale si rileva anche per il prodotto nazionale, con il frumento duro fino che nella terza settimana del corrente mese risulta pari a 507,50 euro/t sia a Bologna che Foggia, mentre nell’ultima settimana di giugno il prezzo era pari, rispettivamente, a 562,50 euro/t e 577,50.

È tuttavia ancora presto, sottolinea Ismea, per individuare un orientamento ben definito delle quotazioni, in considerazione di alcuni elementi di criticità che permangono nei fondamentali del mercato. La domanda mondiale è prevista infatti in crescita a 33,6 milioni di tonnellate nel 2022/23, vale a dire su livelli superiori all’offerta, dato che prelude a un’ulteriore contrazione delle scorte finali (-10,7% e 5,5 milioni di tonnellate nel 2022/23). Allo stesso tempo permane ancora qualche incertezza sugli esiti produttivi in Nord America, in considerazione delle anomalie climatiche che ormai si presentano con sempre maggiore frequenza.

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26/07/2022, 13:18
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On line il nuovo sito Ismea mercati

Nuovo look per www.ismeamercati.it , il sito dell’Istituto nato 10 anni fa per divulgare dati, statistiche e analisi sui diversi settori agricoli, e divenuto nel tempo uno dei principali punti riferimento sul web dell’agroalimentare nazionale, con oltre 3 milioni di pagine visitate ogni anno e 750 mila utenti attivi.
Il restyling è focalizzato a migliorare la fruibilità del sito e, attraverso lo sviluppo di nuovi strumenti e dashboard, a valorizzare ulteriormente l’aggiornamento di prezzi, dati e analisi, rilevati ed elaborati quotidianamente da ISMEA per tutte le principali filiere dell’agroalimentare.
Nell’area dedicata, viene reso disponibile il monitoraggio dei costi medi dei prodotti agricoli, il cui obiettivo è quello di misurare il costo di produzione in cluster omogenei di imprese, rappresentativi per filiere, prodotti e areali di riferimento.
Il nuovo sito, sviluppato secondo una logica “mobile first” in considerazione del crescente peso degli utenti che navigano da dispositivi mobili, si presenta con un design pienamente responsive, in grado di adattarsi a tutti i terminali, dagli smartphone fino agli schermi HD e offre agli utenti un'esperienza di navigazione ideale e una fruibilità dei contenuti semplice e intuitiva.
Tra le linee guida che hanno ispirato il progetto di restyling, anche la razionalizzazione dell’interfaccia, un maggiore adeguamento alle linee guida Agid per i siti della pubblica amministrazione e la maggiore valorizzazione di contenuti e dati.

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28/07/2022, 19:39
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Ismea tra i soggetti promotori di un Dottorato nazionale di ricerca in Osservazione della Terra

Ismea concorre assieme ad altri numerosi soggetti istituzionali, pubblici e privati, sotto il coordinamento dell’Università la Sapienza di Roma all’attivazione del Dottorato nazionale di ricerca in Osservazione della Terra. Il corso di dottorato è promosso assieme al Coordinamento nazionale della Copernicus Academy, il network voluto dalla Commissione europea e dagli Stati Membri dell’Unione europea per valorizzare quanto il programma strategico Copernicus mette a disposizione liberamente e gratuitamente attraverso la promozione di attività di istruzione, formazione ed addestramento.

Coerentemente con gli obiettivi del Programma, il dottorato di ricerca in Earth Observation (DNEO) vuole formare figure professionali con competenze trasversali e integrate di Earth Observation, Geomatics e Geoinformation, e competenze specifiche di tipo applicativo, amministrativo e legale, in grado di supportare efficacemente la più ampia valorizzazione e fruizione del programma, rendendolo uno strumento essenziale dell’economia digitale e del soft power dell’UE a livello globale.

Il DNEO intende pertanto di realizzare il coordinamento in ambito accademico e di ricerca, necessario per garantire una formazione strutturata al terzo livello della formazione universitaria, integrandosi nel programma di formazione permanente promosso nell'ambito del programma Copernicus per mezzo della Copernicus Academy.


Il dottorato attivato da Ismea prevede un programma formativo che si svolgerà dal 1° novembre al 31 ottobre in Italia, prevalentemente presso la sede dell’Istituto, e all’estero.

La scadenza per la presentazione delle domande è stata fissata al 25 Agosto 2022.

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08/08/2022, 10:47
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“La Pasta. Integratore di felicità”: parte da San Vito Lo Capo (TP) la campagna istituzionale targata Mipaaf-Ismea per la promozione dei prodotti appartenenti alla filiera della pasta

Una campagna per promuovere uno dei prodotti più iconici della nostra penisola: la pasta. Una serie di attività di comunicazione che - in questa prima fase - vedranno l’Italia attraversata dal tour #AdessoPasta: un villaggio itinerante che toccherà città d’arte e località di villeggiatura in poco meno di un mese, dove degustare nella logica dell’infotainment.

La campagna istituzionale di promozione della pasta attraverserà la penisola da Sud a Nord all’insegna del claim “La pasta. Integratore di felicità”, a sottolinearne l’insieme di benefici.

Il tour #AdessoPasta partirà il 10 e 11 settembre dalla Piazza del Santuario di San Vito Lo Capo, per toccare poi altri nove centri (tutte le info sul sito ismea).

Un foodtruck sarà la casa-base del tour e degli showcooking condotti dai presentatori Francesca Romana Barberini e Marco Di Buono, che si alterneranno nelle tappe. A bordo uno chef e un tecnologo alimentare: in ogni tappa verranno preparate due ricette caratteristiche della regione attraversata, puntando a svelare gli aspetti meno conosciuti e più interessanti legati alla sua preparazione. Un edugame accompagnerà il pubblico verso la degustazione stimolandone la crescita di consapevolezza all’acquisto.

Il tour sarà accompagnato da due top influencer (la prima sarà la campionessa di scherma Rossella Fiamingo, presente a Palermo il 12 settembre) e da una serie di microinfluencer che promuoveranno sui social network l’iniziativa, coinvolgendo le nuove generazioni.

L’Italia è il più grande Paese produttore di pasta al mondo con una media di 3,3 milioni di tonnellate prodotte ogni anno, e vanta il maggiore consumo pro-capite (24 kg), ma è soprattutto all’estero che la domanda di questo alimento sta crescendo a ritmi sostenuti. Nel 2021, abbiamo esportato oltre 2 milioni di tonnellate di pasta, circa il 18% in più rispetto a dieci anni fa, per un controvalore di 2,4 miliardi di euro (+35% nell’ultimo decennio).

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09/09/2022, 10:53
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Generazione Terra: valore, cibo e ambiente. Il ruolo dei giovani nella filiera agroalimentare italiana.

A Terra madre - Salone del Gusto, il 23 settembre alle ore 12.30 Ismea, con la partecipazione dell’ ISTAT, presenta in anteprima i principali highlights del rapporto “Giovani agroalimentare e territorio” con i dati più aggiornati dal Nuovo Censimento dell’Agricoltura.

Riflettori puntati sui giovani agricoltori in questa edizione di Terra Madre Salone del Gusto, che vede presso il Parco Dora uno spazio espositivo a loro interamente dedicato, dove venerdì 23 settembre alle ore 12.00 Ismea presenterà i principali highlights del rapporto Giovani agroalimentare e territorio. Grazie alla partecipazione dell’ISTAT l’incontro sarà anche l’occasione per divulgare alcuni dati inediti dell’ultimo censimento dell’agricoltura italiana.

L’evento è quindi un momento di confronto e di riflessione sulle tendenze recenti dell’agricoltura a conduzione giovanile in Italia, sull’importante ruolo svolto dai giovani nei territori per preservarne il tessuto socio-economico e ambientale ma anche sui rilevanti gap tra aree urbane e rurali che tuttora alimentano il processo di spopolamento dalle campagne.
In occasione dell’incontro, infine, l’Ismea presenterà il nuovo strumento fondiario “Generazione Terra” e che a breve verrà reso disponibile dall’istituto.

Intervengono all’incontro

• Fabio Del Bravo, responsabile Direzione servizi per lo sviluppo rurale di ISMEA: Giovani in agricoltura: tendenze recenti tra sfide, opportunità e “valore” del territorio
• Roberto Gismondi, responsabile servizio statistiche e indicatori sull’agricoltura di ISTAT: Un'agricoltura per tutte le età? Il ruolo dei giovani emerso dal settimo censimento dell'ISTAT”
• Giorgio Venceslai, responsabile Direzione servizi per le imprese di ISMEA: “Generazione Terra” il nuovo strumento fondiario di Ismea per i giovani

Testimonianza delle aziende:
• Claudio Amerio, Maramao bio – società cooperativa agricola sociale onlus.
• Linda Orlandini, socia Consorzio Castanicoltori Alta Valle del Reno (BO).

Considerazioni finali:
• Barbara Nappini, presidente Slow Food Italia.

Modera l’incontro Giuseppe Bottero – responsabile redazione economia de La Stampa

L’ingresso a terra Madre è gratuito. Per informazioni di dettaglio https://2022.terramadresalonedelgusto.com/

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22/09/2022, 17:22
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Agricoltura: imprese giovani sempre più digitalizzate, multifunzionali e competitive ma ancora troppo poche per un settore che si sta rinnovando

A Terra madre – Salone del Gusto presentata l’anteprima del rapporto ISMEA-RRN “Giovani agroalimentare e territorio” con i dati più aggiornati dal Nuovo Censimento dell’Agricoltura dell’ISTAT e dalle altre fonti disponibili


Torino 23 settembre 2022 - L’Italia è tra i paesi che maggiormente contribuiscono all’invecchiamento della popolazione europea, e nelle aree rurali il numero dei giovani si è quasi dimezzato negli ultimi 10 anni, ponendo a rischio la tenuta demografica e socio-economica di interi territori con gravi conseguenze anche sotto il profilo ambientale. È da queste premesse, assai poco rassicuranti, che prende le mosse l’analisi di Ismea presentata oggi a Torino presso Terra Madre – Salone del Gusto nel corso della conferenza “Generazione Terra: valore, cibo e ambiente. Il ruolo dei giovani nella filiera agroalimentare italiana”.

Nell’ambito dell’incontro, a cui hanno preso parte la Presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, il responsabile servizio statistiche e indicatori sull’agricoltura di ISTAT Roberto Gismondi, i rappresentanti di Ismea Fabio Del Bravo e Giorgio Venceslai, assieme a due giovani agricoltori: Claudio Ameri della cooperativa Maramao bio e Linda Orlandini, socia Consorzio Castanicoltori Alta Valle del Reno, sono stati presentati i principali highlight del rapporto “Giovani agroalimentare e territorio” e il nuovo strumento fondiario di Ismea a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura. L’evento, moderato da Giuseppe Bottero responsabile della redazione economica de La Stampa, è stata anche l’occasione per anticipare alcuni dei dati dell’ultimo censimento sull’agricoltura italiana dell’Istat, che saranno approfonditi all’interno del Rapporto.

Il quadro demografico generale è allarmante e l’esistenza di divari sulla dotazione di infrastrutture e i servizi non favorisce la permanenza dei giovani nelle aree rurali.

Più rassicuranti sono i dati sulle imprese a conduzione giovanile in agricoltura, che, seppur di poco, crescono di numero nel quinquennio, in controtendenza rispetto al resto dell’economia e alla progressiva riduzione del numero di aziende agricole nel complesso. Le aziende condotte da giovani presentano un grado maggiore competitività, produttività, propensione all’innovazione e orientamento al mercato. In base ai dati del Registro delle imprese, dal 2017 ad oggi sono nate ogni giorno per mano di giovani fino a 35 anni di età 21 nuove aziende agricole, mentre 5 hanno chiuso i battenti, rendendo il saldo tra iscrizioni e cessazioni in attivo per oltre 6.000 aziende nella media del quinquennio. Per effetto di queste dinamiche il numero di imprese agricole condotte dalle nuove generazioni risulta a fine 2021 di 56.172, manifestando una crescita dello 0,4% all’anno negli ultimi 5 anni. Nello stesso periodo il numero complessivo delle aziende agricole si è ridotto al ritmo dello 0,7% all’anno e quello delle aziende “giovanili” dell’intera economia addirittura del 2,4%, corrispondente alla scomparsa di oltre 70.000 imprese nel periodo osservato.

I dati dell’ultimo Censimento dell’ISTAT mettono in evidenza alcune peculiarità dei giovani agricoltori che fanno impresa, confermando la stretta correlazione che c’è tra le nuove generazioni e una maggiore competitività, capacità di innovare, di fare rete, di diversificare le fonti di reddito e produrre valore nel territorio. Mediamente i giovani sono più formati (49,7% dei capi azienda giovani ha un diploma di scuola superiore e il 19,4% una laurea), le aziende da loro condotte sono più grandi (18,3 ettari di SAU per azienda contro 10,7), più orientate al mercato e il loro livello di digitalizzazione è il doppio dell’agricoltura nel complesso, così come più elevata risulta la propensione all’innovazione (il 24,4% dei giovani ha realizzato almeno un investimento innovativo nel triennio 2018-2020, a fronte del 9,7% dei non giovani). I giovani sono poi in prima linea anche nel modello di agricoltura multifunzionale, che sta cambiando la percezione del settore primario italiano, spesso con importanti ricadute sull’ambiente e sulla collettività, come nel caso della produzione di energie rinnovabili o l’agricoltura sociale. Il giovane agricoltore, da semplice produttore di derrate alimentari, diventa creatore di servizi e generatore di valore per il territorio rurale, attraverso esempi di successo come gli agriturismi, le attività di trasformazione e vendita diretta dei prodotti, le fattorie didattiche, gli agriasili. L’incidenza dei giovani nelle aziende con attività connesse, sale infatti al 19%.

Questa capacità di creare valore e svolgere funzioni diverse dei giovani incontra un terreno fertile in termini di opportunità di sviluppo e mantenimento delle imprese nelle aree del territorio - ampiamente diffuse nelle province italiane - caratterizzate da eccellenze e peculiarità dei prodotti agroalimentari e da fattori storici, culturali e ambientali, a cui fa da contraltare il dinamismo e l’attivismo delle amministrazioni locali e degli operatori pubblici e privati per la loro valorizzazione attraverso certificazioni, marchi e riconoscimenti in ambito agroalimentare come in ambito turistico e ambientale. Di queste l’Ismea fornisce uno spaccato originale e dettagliato tramite il suo Osservatorio territoriale della qualità e sostenibilità.

“I giovani che scelgono l’agricoltura sono in gran parte laureati, hanno viaggiato all’estero, usano il web e la tecnologia - ha commentato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini. Nelle loro imprese, oltre alla coltivazione, sviluppano attività di trasformazione dei prodotti e vendita diretta, fattorie didattiche e agricoltura sociale per l’inserimento di persone svantaggiate. Sono attenti all’ambiente, impegnati nella lotta alla crisi climatica, credono nei valori di un’agricoltura sostenibile. Anima della transizione ecologica, sono loro la generazione a cui guardare per declinare le politiche agricole del futuro: con lungimiranza e coraggio, le generazioni attuali hanno compreso e accolto in prima persona l'urgenza delle crisi -climatica, ambientale e sociale- che viviamo. L’agricoltura per loro e anche per Slow Food è un progetto culturale, una scelta consapevole: significa diventare artefici piuttosto che consumatori di senso".

“ Il censimento delle aziende agricole riferito al 2020, condotto nel 2021 ed i cui primi risultati sono stati diffusi a giugno 2022, ha indicato con chiarezza che l’agricoltura italiana si sta orientando verso un modello gestionale più moderno rispetto al passato – ha sottolineato Roberto Gismondi dell’ISTAT. Meno aziende agricole ma più grandi, meno terreni di proprietà, più multifunzionalità; ma anche persistenti gap rispetto agli altri settori economici: ritardo nella digitalizzazione, formazione professionale del capo azienda ancora non del tutto adeguata, forti discrepanze territoriali. In tale contesto, dinamico e ricco di contrasti, il ruolo del capo azienda “giovane” (fino a 40 anni) non decolla: rispetto al 2010, nel 2020 la percentuale di aziende agricole con capo azienda giovane è scesa dall’11,5% al 9,3%. Si tratta di una tendenza coerente con quanto si sta verificando negli altri settori economici, che dipende anche dalla maggiore attrattività di altre forme di impiego e dalla fuga verso l’estero. Tuttavia, una lettura più approfondita degli esiti censuari evidenzia che i capo azienda giovani tendono a guidare particolari tipologie di aziende, ancora non numerosissime, ma fortemente caratterizzate da alcuni fattori identificativi. Sono prevalentemente aziende più grandi della media, con terreni in affitto (e non di proprietà), con almeno un’attività connessa, molto propense verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali, estremamente innovative e digitalizzate. Inoltre, il capo azienda giovane ha un titolo di studio più elevato della media (solo un capo azienda giovane su cinque non va oltre la licenza elementare, rispetto ai tre su cinque tra i capo azienda over 40) ed ha una maggiore propensione a frequentare corsi di aggiornamento. Cosa succederà dopo il censimento? Se, come l’ISTAT conta di poter fare, con il 2023 si aprirà la stagione del censimento “permanente” dell’agricoltura, sarà possibile disporre con cadenza annuale di dati strutturali sulle aziende agricole italiane, in grado di analizzare l’evoluzione della figura del capo azienda e, più in generale, delle caratteristiche della forza lavoro impiegata”.

“Il coinvolgimento dei giovani nel settore agricolo è un obiettivo della politica agricola comune europea e una sfida per l’Italia – ha evidenziato invece Fabio Del Bravo responsabile della Direzione Servizi per lo sviluppo rurale dell’Ismea. Una maggiore presenza di giovani è necessaria per accelerare e concretizzare il rinnovamento di cui necessita il settore agricolo per essere più competitivo, sia rispetto alle altre agricolture europee sia rispetto agli altri settori economici riducendo il divario di redditività che lo contraddistingue, sia per essere in grado di affrontare le sfide ambientali e assicurare il contributo all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Il ricco ecosistema di produzioni certificate, presidi e riconoscimenti territoriali, attrattori ricreativi e culturali, oltre a creare occupazione di qualità, può rappresentare una reale opportunità per dispiegare tutte le potenzialità del modello di agricoltura italiano in cui le attività secondarie e quelle di supporto rappresentano ormai più di un quinto del valore della produzione e basato sulla distintività e la conseguente maggiore creazione di valore”.

“Ismea è da sempre al fianco dei giovani imprenditori agricoli per contribuire al processo di turnover generazionale, necessario per mantenere in vita e sviluppare ulteriormente il settore agricolo e le aree rurali del Paese – ha infine dichiarato Giorgio Venceslai, Responsabile Servizi per le imprese di Ismea. Negli anni sono stati messi a punto diversi strumenti come la misura Più Impresa, che concede contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato ai giovani imprenditori agricoli, e la Banca nazionale delle terre agricole che prevede, sempre per i giovani imprenditori agricoli, la possibilità di pagare ratealmente il prezzo del terreno agricolo acquistato. I finanziamenti per l’acquisto dei terreni, inoltre, saranno riattivati non appena Bruxelles darà l’ok. Lo strumento ripartirà con significative novità rispetto al passato, prevedendo modalità, finalità e agevolazioni differenti a seconda delle qualifiche del richiedente”.

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23/09/2022, 16:19
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Explora e Ismea per conoscere il valore di una sana e corretta alimentazione e lottare contro gli sprechi

Inaugurato oggi a Explora, il Museo dei Bambini di Roma, il nuovo allestimento permanente dedicato alla scoperta della filiera agroalimentare, per trasmettere a bambine e bambini, attraverso l'esperienza giocata, il valore di una sana alimentazione, comprendere il significato di sicurezza alimentare, riflettere sul tema dello Sviluppo Sostenibile e della lotta agli sprechi alimentari, sperimentando buone prassi nei consumi e negli acquisti.

Si avvicina il primo weekend di apertura al pubblico di Mercato, il nuovo spazio dedicato alla spesa del museo Explora. Un design a misura di bambini per imparare, giocando, tutti i segreti legati al cibo, in linea con i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Prodotti dell’orto, frutta, gastronomia, articoli per l’igiene personale, surgelati e freschi sono le macroaree del nuovo spazio, alimenti che arrivano nelle nostre case attraverso percorsi di cui a volte, anche i grandi, ne ignorano le tappe. Mercato è uno spazio di educazione alimentare che si presenta come un grande supermercato: oltre a fare le spesa i bambini possono capire e conoscere la filiera, approfondire la tracciabilità dei prodotti e imparare a leggerne l’etichetta, accrescendo così la consapevolezza in fase di acquisto.
All'esperienza della spesa è associato un approfondimento digitale sulla provenienza dei prodotti, la stagionalità, l’impronta idrica e i valori nutrizionali, attraverso una parete interattiva con software sviluppato ad hoc dal museo Explora.

“Mercato non è solo uno spazio per cimentarsi in un gioco di ruolo – che comunque è fondamentale per lo sviluppo dei bambini – ma rappresenta un allestimento di approfondimento, di scoperta e sensibilizzazione. Uno spazio in cui si gioca a fare la spesa e ci si avvicina, grazie all’apprendimento informale, a tematiche ormai fondamentali per lo Sviluppo Sostenibile. Per esempio la filiera agroalimentare, che dovremmo tutti conoscere per una spesa più consapevole, sana ed equilibrata, o il tema degli sprechi alimentari che ancora oggi purtroppo ci riguardano” afferma Patrizia Tomasich, presidente del museo.

Il nuovo allestimento nasce dall’incontro tra Explora e ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, entrambi con il forte desiderio di voler sostenere i bambini in questa fase di conoscenza e sensibilizzazione. Lo spazio, aperto al pubblico in tutti i turni di visita, diventa punto di riferimento per un’esperienza di divertimento e di scoperta.

“Con il “MERCATO”, vogliamo spiegare ai più piccoli attraverso la sperimentazione ludica quali siano i processi che portano in tavola i prodotti che mangiamo, avvicinarli a tematiche come la scelta dei prodotti in base alla loro stagionalità, la promozione della varietà e del cibo a km0: aspetti questi sicuramente importanti per far si che i bambini diventino futuri consumatori responsabili, consapevoli della ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare, dichiara Maria Chiara Zaganelli Direttore Generale di ISMEA. Per questo abbiamo sostenuto questo progetto con il Museo Explora, certi che il messaggio sarà veicolato ai bambini e alle loro famiglie in un contesto informale, capace di favorire l’apprendimento attraverso l’esperienza”.

Obiettivi didattici dell’exhibit:
● Far comprendere il significato di filiera e di sicurezza alimentare;
● Far riflettere sul tema dello sviluppo sostenibile e della lotta agli sprechi alimentari;
● Far sperimentare buone prassi nei consumi e negli acquisti;
● Trasmettere valori e concetti di una sana alimentazione grazie all'apprendimento informale.


Explora, il Museo dei Bambini di Roma - è il primo Children’s Museum privato non profit italiano. Il Museo ospita ogni anno scuole e famiglie proponendo attività e laboratori su diversi argomenti, come Scienza, Nuove Tecnologie, Ambiente, Arte e Ricerca, sostenendo cultura e conoscenza.
Aperto dal 2001, il Museo dei Bambini è membro di Ecsite, il network europeo dei musei scientifici e science centre; di Hands On! International, network internazionale che raggruppa realtà museali di tutto il mondo rivolte all'infanzia; è un museo che fa parte dell’Organizzazione Museale Regionale (O.M.R.) della Regione Lazio ed è Associato dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). È pensato come spazio che offre al mondo dell’infanzia un’opportunità di gioco, sperimentazione diretta e apprendimento sul campo, ponendo al centro i bambini e le loro potenzialità, proponendo occasioni di arricchimento, di socializzazione e promuovendo lo sviluppo delle loro capacità cognitive ed emozionali. L’approccio metodologico del learning by doing consente di progettare attività basate sull'apprendimento informale, imparando attraverso il fare e sviluppando la capacità di osservazione attraverso esperienze motivanti e divertenti, studiate per le diverse fasce d’età. La visita al Museo offre alle famiglie la possibilità di vivere insieme questi momenti di crescita; agli insegnanti la possibilità di vivere esperienze innovative e non disciplinari.

L'ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) è un ente pubblico economico istituito con l'accorpamento dell'Istituto per Studi, Ricerche e Informazioni sul Mercato Agricolo (già ISMEA) e della Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina. Nell'ambito delle sue funzioni istituzionali l'ISMEA realizza servizi informativi, assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate, al fine di favorire l'informazione e la trasparenza dei mercati, agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competitività̀ aziendale e ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato. Affianca le regioni nelle attività di riordino fondiario, attraverso la formazione e l'ampliamento della proprietà agricola, e favorisce il ricambio generazionale in agricoltura in base ad uno specifico regime di aiuto approvato dalla Commissione europea.

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30/09/2022, 17:01
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Non c’è crisi che tenga per il food Made in Italy: +18% l’export nei primi sette mesi del 2022

La crisi energetica, l’impennata dei costi di produzione delle aziende e lo spettro di una recessione globale non hanno finora arrestato la corsa made in Italy agroalimentare sui mercati esteri.
Secondo l’ultimo rapporto Ismea “La Bilancia dell’agroalimentare italiano”, l’andamento delle spedizioni nazionali è risultato molto positivo anche nei primi sette mesi dell’anno in corso, dopo aver raggiunto nel 2021 lo storico traguardo di 52 miliardi di euro.

Da gennaio a luglio sono stati incassati dalle vendite all’estero introiti complessivi per 34,5 miliardi di euro, mettendo a segno un incremento di quasi il 18% sullo stesso periodo dello scorso anno. Naturalmente i dati in valore risentono della forte spinta inflattiva, ma crescono anche i flussi in volume delle referenze più rappresentative quali: pasta, prodotti della panetteria e biscotteria, vini spumanti, formaggi freschi e stagionati, prosciutti, pelati e polpe di pomodoro, a conferma che oltrefrontiera la presenza del made in Italy a tavola è un fatto ormai irrinunciabile.

L’unica eccezione è costituita dal comparto della frutta fresca e trasformata che evidenzia una riduzione dell’export anche in valore dello 0,5% a causa delle flessioni registrate da mele, kiwi e nocciole sgusciate.

Il nostro export cresce a due cifre sia in ambito Ue (+21% nel primo semestre del 2022) che presso i Paesi terzi (+16%) favorito, in questo caso, anche da un euro debole sul dollaro. Nei principali mercati di sbocco la progressione è, nell’ordine, del 11% in Germania, del 21% negli Usa, del 18% in Francia. Anche nel Regno Unito, quarta destinazione per importanza, le vendite sono aumentate del 19% a dispetto dei segnali rallentamento dei due anni precedenti che avevano alimentato diffusi timori per le conseguenze della Brexit. Da segnalare anche il forte incremento delle esportazioni verso Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, mentre risultano in controtendenza solo i flussi verso Cina e Giappone.

Dopo il surplus registrato nel biennio 2020-2021, il forte incremento del valore delle importazioni agroalimentari (+29,2% per 34,9 miliardi di euro), sotto la spinta dei rincari delle materie prime agricole, ha riportato il saldo della bilancia commerciale in negativo, con un deficit di 381 milioni di euro. L’ andamento positivo delle importazioni è una spia della buona tenuta dell’attività di trasformazione nonostante la forte pressione sui costi delle industrie alimentari italiane.

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07/10/2022, 11:53
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Nasce GSmart, la nuova piattaforma di servizi per la garanzia ISMEA
Un’unica piattaforma, dove in pochi click le Banche potranno calcolare il rating di un’impresa agricola e quantificare in tempo reale il costo della garanzia in relazione allo specifico finanziamento richiesto.

GSmart è il risultato dell’esperienza maturata per gli interventi emergenziali COVID, durante la quale ISMEA ha investito in tecnologia e ha ottimizzato le procedure di gestione delle domande, con l’obiettivo di rendere il percorso per l’accesso alla fideiussione non solo più snello dal punto di vista amministrativo ma anche più trasparente in termini di informazioni restituite. Da oggi, il prezzo della garanzia è disponibile alla Banca e all’impresa prima di inviare la richiesta, e per ottenerlo sarà sufficiente fornire i pochi dati necessari al sistema GSmart per elaborare la previsione di rischio.

“Tutto questo è GSmart - ha dichiarato il Direttore Generale di ISMEA Maria Chiara Zaganelli - una ulteriore semplificazione per favorire l’accesso al credito delle PMI agricole e della pesca tramite la garanzia pubblica ISMEA”.

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11/10/2022, 11:52
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