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ISMEA Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare 
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ISMEA, meno 5,2% i prezzi agricoli nel 2016. Scatto in avanti a dicembre (+7% su base annua)

Roma, 11 gennaio 2017 - L'agricoltura archivia il 2016 in deflazione. Lo rileva l’ISMEA che con dicembre ha completato la serie mensile degli indici dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli, stilando un bilancio conclusivo dell’anno.

In media - spiega l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare - le quotazioni hanno sperimentato una riduzione del 5,2% rispetto al 2015. Si sono avute in particolare flessioni nell’ordine del 6,7% per il gruppo delle produzioni vegetali e del 3,1% per i prodotti zootecnici. L’impatto deflattivo, analizzato con un maggiore dettaglio, è prevalentemente riconducile alla dinamica negativa dei prezzi dei cereali (-11,6% nella media annua) e ai significativi ribassi rilevati da ISMEA sui mercati degli oli di oliva (-18,5%), della frutta (-4,9%) e degli ortaggi (-3,9%). Chiude con un 4% di riduzione anche l’indice dei lattiero-caseari, nonostante i recuperi di fine anno, mentre i prezzi del bestiame vivo hanno mostrato nel complesso una migliore tenuta, limitando i ribassi a un meno 0,8%.

Sui mercati agricoli - osserva l’analisi ISMEA - hanno pesato, nel corso del 2016, gli squilibri registrati soprattutto nella prima metà dell’anno, legati a situazioni di surplus produttivo in diversi comparti, e le persistenti difficoltà associate a una maggiore pressione dell’offerta estera e a una domanda internazionale rivelatasi meno vivace rispetto al 2015. In agricoltura la deflazione rappresenta tuttavia un evento ricorrente, data l’estrema volatilità che caratterizza la dinamica dei prezzi alla prima fase di scambio. Un fenomeno che si riflette in una forte instabilità dei redditi agricoli, condizionando direttamente le scelte di investimento e le programmazioni aziendali.

Quello del 2016, da inizio millennio, è il sesto episodio deflativo nelle campagne italiane. Il più recente risale al 2014, ma il più marcato è quello del 2009, quando i prezzi all’origine dei prodotti agricoli subirono in Italia, nel pieno della più grave crisi economica dal Dopoguerra, una flessione dell’11,4%. Chiude con una variazione positiva, intanto, l’indice mensile di dicembre, balzato a 119,9 (base 2010=100), in crescita dell’1,9% su novembre e del 7% rispetto a dicembre del 2015. A sostenere i listini hanno contribuito in particolare oli di oliva, ortaggi e semi oleosi, mentre arretrano sia su base mensile che rispetto a un anno fa i prezzi all’origine di cereali e vini.

Anche l’indice “core”, depurato dalle componenti più volatili, coglie una tendenza di fondo dei prezzi agricoli positiva a dicembre, segnalando un aumento del 3,7% su base annua. Nella media dell’intera annata 2016 la dinamica di fondo rivela invece un più accentuato fenomeno deflattivo, misurato da ISMEA in una caduta dei prezzi del 5,5% sul 2015.

L'indice è consultabile al seguente link: http://www.ismeamercati.it/dati-agroali ... ice-prezzi

Per ulteriori approfondimenti:

Giovanna Maria Ferrari - g.ferrari@ismea.it

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11/01/2017, 20:44
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ISMEA: neve e gelo fanno impennare i prezzi degli ortaggi

Roma, 19 gennaio 2017 - Un’Italia spaccata in due, con il Centro-Sud isolato dal maltempo e dalle forti nevicate di questi giorni. Un’emergenza amplificata dagli eventi sismici di ieri che hanno contribuito a rendere il quadro generale ancora più complesso.

La situazione sul mercato degli ortaggi - comunica l’ISMEA - si fa sempre più critica. Il bilancio della scorsa settimana che l’Istituto è in grado di fornire con elementi completi, rivela, alla prima fase di scambio, rincari a due cifre per un’ampia gamma di ortaggi, con aumenti medi dei prezzi su base settimanale del 29% per i cavolfiori, del 33% per le lattughe e del 50% per i finocchi. Forti rincari, sempre rispetto alla prima settimana di gennaio, si registrano per le produzioni di serra. ISMEA rileva, al riguardo, incrementi di prezzo del 36% per le zucchine, del 17% per i pomodori e del 20% per i peperoni (+13% per le melanzane).

La tendenza all’aumento, sulla base delle prime indicazioni raccolte da ISMEA, sta proseguendo anche in questi giorni, in un contesto mercantile caratterizzato da una forte carenza d’offerta e da un crollo degli arrivi dall’estero, soprattutto dalla Spagna, dove gli eventi climatici (in particolare le basse temperature) hanno causato ingenti danni alle coltivazioni. I contributi del Nord Africa, prevalentemente del Marocco, non sono invece sufficienti a compensare gli attuali squilibri del mercato.

A Vittoria, in Sicilia, areale specializzato negli ortaggi in coltura protetta, il freddo di questi giorni ha fortemente ridimensionato l’offerta limitando di conseguenza le forniture verso i mercati del Nord Italia.

Al Sud la situazione inizia intanto a preoccupare anche i frutticoltori. A temere le ripercussioni del clima sono soprattutto gli agricoltori pugliesi, dove le basse temperature potrebbero, in prospettiva, condizionare in misura significativa le rese produttive.

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19/01/2017, 16:27
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Ismea, -2,1% i costi di produzione del settore agricolo nel 2016

La dinamica deflattiva dei costi non si traduce però in un recupero della redditività degli agricoltori a causa della flessione dei prezzi alla prima fase di scambio (-5,1%)

Roma, 30 gennaio 2017 – Il 2016 si chiude, per il terzo anno consecutivo, con una riduzione dei costi di produzione a carico delle aziende agricole.

Nell’anno appena trascorso, l’indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione elaborato dall’ISMEA si è attestato in media a quota 103,8 (base 2010=100), risultando in calo del 2,1% rispetto al 2015.

La flessione dei costi agricoli nazionali, come evidenziato dall’ISMEA, è stata guidata dai prodotti energetici che, su base annua hanno registrato una flessione del 10%. La dinamica negativa ha coinvolto anche altre voci di costo, dai fertilizzanti e i fitosanitari, scesi rispettivamente del 2,7% e dell’1%, ai mangimi e i servizi di contoterzismo (-2,5% e -1,6%).

Registrano invece un andamento positivo i prezzi degli animali da allevamento (+1,1%, dopo un triennio di flessione), i salari (+0,7%) e le sementi (+0,6%).

La riduzione dei prezzi degli input, spiega l’ISMEA, non si è tuttavia tradotta in un miglioramento della redditività media aziendale, dato che, sempre nel 2016, le quotazioni dei prodotti agricoli alla prima fase di scambio hanno subìto un deprezzamento di 5,1 punti percentuali rispetto al 2015.

L’analisi per settore evidenzia che la flessione dei costi rispetto al 2015 è stata maggiore nell’ambito delle coltivazioni vegetali (-2,8%), in particolare nel comparto cerealicolo, e meno intensa nella zootecnia (-1,5%).

Il solo mese di dicembre 2016 ha fatto emergere un andamento pressoché stazionario su base mensile, con una variazione di appena lo 0,2% su novembre. Rispetto a dicembre del 2015, si registra invece una contrazione del 2%, con cali particolarmente evidenti per servizi di contoterzismo e mangimi.

Per ulteriori approfondimenti: g.ferrari@ismea.it; m.nucera@ismea.it; f.silvestrelli@ismea.it

La nota tecnica completa di grafici e tabelle è disponibile al seguente link:
http://www.ismea.it/flex/cm/pages/Serve ... gina/10001

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30/01/2017, 15:57
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Ismea, per la spesa alimentare lieve calo nel 2016 (-0,5%)

Dinamiche eterogenee con l’acquisto dei freschi in flessione del 4,8% e un trend positivo per i prodotti confezionati (+1,8%)

Roma, 10 febbraio 2017 - Dopo un 2015 in cui si era registrato un lieve recupero della spesa alimentare delle famiglie italiane, dai dati elaborati da Ismea emerge, nel 2016, una leggera contrazione su base annua pari allo 0,5%. I leitmotiv delle dinamiche continuano a essere la sobrietà negli acquisti, l’attenzione al risparmio e scelte guidate spesso da aspetti salutistici. La stagnazione poi dei prezzi al consumo, letta insieme al calo in valore dello 0,5% della spesa familiare per beni agroalimentari, indica di fatto una flessione delle quantità acquistate.

Tendenza degli acquisti in valore negativa per i prodotti proteici (carni, salumi, uova e lattiero-caseari), mentre per le bevande, pressoché stabili su base annua, si registrano andamenti differenziati: positive le birre, tengono i vini, flessione di tre punti percentuali per le bevande analcoliche. Dei distinguo sono poi necessari fra “fresco sfuso” e “confezionato”. Flessione della spesa per i prodotti freschi, che rappresentano poco meno del 40% del totale (-4,8% su base annua) alla quale hanno contribuito i forti cali di carne (-5,3%) formaggi (-6,3%) e salumi da banco (-9,6%), mentre i prodotti confezionati, con un’incidenza complessiva del 60% sul carrello della spesa, segnano, nel 2016, una dinamica positiva con un recupero dell’1,8% sui valori del 2015.

In modo trasversale, tra i comparti che hanno riportato un trend positivo di crescita della spesa, sia nel segmento del fresco che del confezionato, si ravvisano i prodotti ittici (+2,5%), la frutta (+2,2%) e alcuni prodotti da scaffale quali: aceto, zucchero e dolcificanti, cioccolata e altri snack. La spesa per ortaggi, invece, dopo la flessione del primo semestre (-1,8%), recupera e si riallinea ai valori del 2015 (-0,1%).

Per ulteriori informazioni: p.parmigiani@ismea.it
Per scaricare il report completo: http://www.ismeamercati.it/flex/cm/page ... agina/7449

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10/02/2017, 13:14
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Ismea, al via la “Banca delle Terre Agricole”

È on line lo strumento che raccoglie, organizza e mette a sistema la domanda e l’offerta dei terreni agricoli al fine di favorire la ricomposizione fondiaria e la competitività dell’agricoltura italiana

Roma, 15 marzo 2015 - L’obiettivo è quello di costituire un inventario completo della domanda e dell’offerta dei terreni e delle aziende agricole italiane e, grazie a un nuovo applicativo da oggi disponibile sul sito www.ismea.it, fornire tutte le informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali e infrastrutturali dei terreni definendone modalità e condizioni di cessione e di acquisto.

Lo strumento della “Banca delle Terre agricole” (istituito con la Legge 28 luglio 2016, n.154, Art.16) presentato oggi dall’Ismea – Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare – nel corso di una conferenza stampa presso il Mipaaf, alla presenza del Ministro Martina, costituisce una novità finalizzata a rimettere in circolo capitali e investimenti sul bene terra, segnando un punto fondamentale nella ricomposizione fondiaria e nella lotta all’abbandono dei terreni agricoli a beneficio della competitività dell’intero sistema agricolo italiano.

La “Banca delle terre agricole”, amministrata dall’Ismea, può essere alimentata sia con i terreni derivanti dalle attività fondiarie gestite dall’Istituto, sia da quelli appartenenti a Regioni e Province Autonome o altri soggetti pubblici interessati a dismettere i propri terreni. Grazie all’applicativo le terre sono individuate geograficamente e raggruppate per provincia. Lo strumento consente, per ogni provincia, di visualizzare numero di terreni disponibili, superficie, tipologie colturali, informazioni catastali e mappa. In caso di richiesta d’acquisto effettuata da giovani, è prevista la possibilità di richiedere un mutuo ipotecario all’Ismea. È importante sottolineare come le risorse finanziarie derivanti dalla vendita dei terreni saranno finalizzate esclusivamente a interventi in favore dei giovani.

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15/03/2017, 19:52
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Ismea: Ismea, Outlook vino 2020: per l'Italia consolidamento in leadership produttiva e crescita valore export

Roma, 10 aprile 2017 – Una prospettiva importante quella presentata oggi al Vinitaly da Ismea nell'ambito del convegno 'Il mercato mondiale del vino, Outlook 2020', tenutosi oggi al Vinitaly di Verona e organizzato da Ismea e Vinitaly.

Il Direttore Generale di Ismea Raffaele Borriello ha infatti illustrato le risultanze dell’Outlook 2020 per il settore del vino, elaborato dall’Ismea: "Abbiamo proiettato al 2020 le analisi degli ultimi 15 anni. Il mercato sta completamente cambiando, con USA e Cina che stanno incrementando rapidamente i consumi. Ebbene, in questo scenario l'Italia raggiungerà i 6,5 mld di euro sull'export del vino, allargandosi in questi mercati e consolidando la sua leadership produttiva. Questo accadrà anche grazie al rafforzamento dell'offerta premium in contesti pronti a recepirla"

Spicca - nell'ambito del modello previsionali - l’incremento nei consumi della Cina (+21,6%) che raggiungerà i livelli della Germania. La produzione mondiale crescerà complessivamente del 2,4%: anche qui per la Cina si prevede un +10%, che la porterà fino ai livelli australiani.

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10/04/2017, 17:27
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Ismea, con etichettatura origine oltre 1 milione di tonnellate di formaggi totalmente “mappati”

Roma, 18 aprile 2017 – Da domani sarà obbligatorio indicare la provenienza delle materie prime impiegate per la produzione di latte, yogurt, burro, formaggi, latticini e altri derivati prodotti e commercializzati in Italia. Con l’indicazione del paese di mungitura e di quello di condizionamento o trasformazione viene scritto un nuovo capitolo nel rapporto di maggiore trasparenza tra produzione e consumo nel sistema agroalimentare.

Si tratta di un cambiamento fondamentale soprattutto nel mercato italiano dei formaggi, che vedeva sinora tutelata l’origine solo per i formaggi Dop e Igp, e che ora vedrà complessivamente tutelati oltre un milione di tonnellate di formaggi prodotti e commercializzati in Italia.

Secondo i dati di Ismea, infatti, il provvedimento consentirà al consumatore di conoscere l’origine delle materie prime di potenziali ulteriori 510.000 tonnellate di formaggi non Dop prodotti e commercializzati in Italia, che si aggiungeranno alle 513.000 tonnellate di formaggi già certificati.

Nell’ambito degli acquisti domestici di latte e derivati, i formaggi e latticini costituiscono il 60% della spesa delle famiglie italiane, cui si aggiungono l’8% del latte fresco, il 13% del latte UHT, il 13% dello yogurt, il 2% della panna, e il 3% del burro.

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18/04/2017, 21:14
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Macfrut, Ismea: cresce il valore dell’ortofrutta

Nel 2016 il valore dell’ortofrutta italiana sfiora i 13 miliardi di euro grazie all’accelerazione dell’export (+4,7%) e alla ripresa dei consumi nazionali (+1%)

Roma, 9 maggio 2017 – I numeri del 2016 evidenziano per l’ortofrutta una crescita dei principali indicatori. L’accelerazione dell’export (+4,7%) e la crescita della spesa delle famiglie italiane (+1%) trainano il valore agricolo prodotto a circa 13 miliardi di euro, che raggiunge il 28% del valore della produzione agricola italiana.

Si tratta di una tendenza che caratterizza il periodo 2012-16, nel quale la superficie nazionale dedicata alla coltivazione di ortaggi e frutta aumenta di 25 mila ettari – attestandosi a 1,13 milioni di ettari – e l’offerta cresce di un milione di tonnellate di ortaggi, 260mila tonnellate di agrumi e 220mila tonnellate di frutta, portando la produzione ortofrutticola a circa 26 milioni di tonnellate.

In particolare, sul mercato domestico nell’ultimo quinquennio l’acquisto di ortofrutta delle famiglie – rilevato attraverso il monitoraggio ISMEA-Nielsen – evidenzia una crescita media in valore superiore all’1% annuo, con punte più alte per gli agrumi (+5%) e la frutta (+1,5%).

L’attenzione crescente verso i prodotti salutistici e il contenuto di servizio sono i principali elementi trainanti della spesa, conseguenza dello spostamento della domanda verso tipologie “premium” e “convenience”, quali confezionati, ready to eat, bio (+28% nel 2016), vegan, ethnic e local.

In ambito internazionale, nel 2016 l’export dell’Italia – orientato soprattutto verso mele, uva, kiwi, nocciole, pomodori, pere, insalate e nettarine – raggiunge 4,7 miliardi di euro. Il nostro Paese diventa il 5° esportatore, migliorando di una posizione nel ranking mondiale, espandendosi nei mercati più ampi e tradizionali (Germania, Francia, Austria) e in quelli in forte crescita, quali: Usa (+13%), Cina (+10%), Canada (+7%), India (+17%).

Il buon andamento sui mercati esteri e interni si ripercuote positivamente sulla redditività media del settore; l’indice di redditività ISMEA per l’ortofrutta – misurato dal rapporto tra l’indice dei prezzi e dei costi – migliora dell’8% tra il 2012 e il 2016.

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09/05/2017, 19:24
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Italia - Usa, Ismea: 10% dell’export agroalimentare italiano è “a stelle e strisce”, Stati Uniti terza meta dei prodotti italiani

Nei primi mesi del 2017 la bilancia commerciale con gli Usa vede una crescita del surplus di 24 milioni di euro, grazie all’aumento delle esportazioni (+ 4,2%) e alla stabilità delle importazioni (-0,3%), in controtendenza rispetto al resto dell’agroalimentare italiano

Roma, 23 maggio 2017 – Gli Stati Uniti si confermano un mercato di sbocco molto importante per i prodotti agroalimentari italiani: dopo Germania (17,5%) e Francia (10,9%), è il Paese oltre atlantico a costituire una delle mete principali dei prodotti italiani, con una quota del 10% dell’export.

Guardando allo scambio con gli Usa, il surplus per l’Italia nel 2016 è stato di 2,9 miliardi di euro, 350 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente: importiamo dagli Stati Uniti meno di quanto esportiamo, come confermato anche dai primi due mesi del 2017. In controtendenza rispetto al resto dell’agroalimentare italiano, che ha mostrato un peggioramento del deficit rispetto a gennaio/febbraio 2016, la bilancia commerciale con gli Usa vede una crescita del surplus di 24 milioni di euro in avvio del 2017, grazie all’aumento delle esportazioni (+ 4,2%) e alla stabilità delle importazioni (-0,3%). Negli ultimi due anni la crescita degli acquisti Usa dall’Italia è stata maggiore rispetto all’espansione dell’import statunitense nel complesso, con un differenziale positivo del 2%.

Nelle esportazioni, risultano maggiormente rilevanti i comparti “Vini e mosti”, che da soli rappresentano il 35% dell’export totale nel 2016, “oli e grassi” (il 14%) e “cereali, riso e derivati” (12%); nel complesso questi tre aggregati esprimono oltre il 60% dell’export complessivo. Per quasi tutti i comparti produttivi, nel 2016 gli scambi con il mercato statunitense fanno registrare un surplus di bilancio; fanno eccezione le coltivazioni foraggere, l’ittico, le coltivazioni industriali e la frutta fresca e trasformata.

Per scaricare la nota tecnica completa: http://www.ismeamercati.it/flex/cm/page ... agina/7742
Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare
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23/05/2017, 17:46
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ISMEA avvia un percorso di alta formazione rivolto ai Consorzi di tutela dei prodotti Dop e Igp

Domande entro il 30 giugno, management, marketing e internazionalizzazione tra le principali materie di studio

Roma, 25 maggio 2017 - Secondo gli ultimi dati Ismea, in Italia il valore dei prodotti a Indicazione Geografica raggiunge i 13,8 miliardi di euro, con un peso del 10% sul fatturato totale dell’industria agroalimentare nazionale. L’Italia, con più di 800 prodotti certificati, è in vetta alla classifica europea, seguita dalla Francia.

Il contesto competitivo in evoluzione e le opportunità che questi prodotti hanno a livello nazionale e internazionale richiedono un continuo adeguamento e rafforzamento degli operatori e delle loro strutture di coordinamento.

A questo scopo l’ISMEA - Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – nell’ambito di un progetto approvato dal MiPAAF, avvia una selezione per un programma di formazione e tutoraggio destinato a Consorzi di tutela, Associazioni di produttori di prodotti Dop e Igp - e alle imprese loro associate - sulle tematiche di maggiore interesse ai fini dello sviluppo delle produzioni a Indicazione Geografica.

Il percorso prevede un apprendimento frontale, esperienziale e di campo, su importanti tematiche, quali: strumenti e strategie di organizzazione gestionale; strategie di marketing; organizzazione di filiera; accesso ai mercati internazionali; strumenti di protezione e di enforcement; accesso ai bandi/agevolazioni europee, supportato da una scuola di Alta formazione che opererà direttamente nelle sedi dei Consorzi.

Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione da parte dei Consorzi interessati è fissato al 30 giugno 2017.
Ulteriori informazioni: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/Serve ... gina/10004

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25/05/2017, 16:43
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