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FIMA - Federazione Italiana Movimenti Agricoli 
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Politica agricola, Fima: De Castro incontra delegazione movimenti

“Siamo soddisfatti dell’ incontro avuto a Roma con Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura al Parlamento europeo. Non è stata una visita di circostanza o di cortesia, ma, al contrario, i problemi che affliggono il comparto sono stati esplorati alla luce del negoziato in corso sulla nuova pac”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, Coordinatore della Fima, a nome della Federazione italiana movimenti agricoli.

Alla riunione, erano presenti i dirigenti nazionali della Fima, i rappresentanti dell’ Aspal Lazio, del Tavolo verde Puglia e Basilicata, dell’ Astap Abruzzo e gli esponenti della neonata associazione “Il Sole di Calabria” che annovera centinaia di produttori agrumicoli e olivicoli della Piana di Rosarno.

Durante il colloquio, franco e costruttivo - aggiunge De Bonis - abbiamo evidenziato come alla nostra base vi sia un generale clima di insicurezza e disagio sociale che si sta diffondendo negli agricoltori, preoccupati del loro crescente calo dei redditi e della risposta che la nuova pac potrà dare a chi vive solo di agricoltura.

La pac sinora - prosegue il coordinatore della Fima - non ha centrato gli obiettivi di reddito e di miglioramento del tenore di vita delle popolazioni rurali, previsti dai trattati, in particolare nel mezzogiorno. Ha tolto ai poveri per dare ai ricchi, ma in futuro serve una maggiore convergenza che incrementi le dotazioni del budget a favore di chi ha meno beneficiato.

Al Sud, peraltro, un vero rilancio dell’ agricoltura puo’ aiutare la crescita dell’ intera economia nazionale, con benefici effetti anche sui bilanci sanitari del paese. In quest’ area, invece, il contraccolpo della globalizzazione ha provocato l’ invasione di prodotti extra-ue, spesso privi di garanzie sul piano sanitario, spacciati per italiani, con effetti negativi sulla salute pubblica e sull’ economia di interi territori. Le conseguenze non sono mancate: la Fima - sottilinea De Bonis - stima che la concentrazione delle aste di aziende agricole nell’ intero mezzogiorno é pari al 63%, in questo momento.

Noi riteniamo - aggiunge - che l’ Europa debba farsi carico di questo problema come ha fatto per altri comparti, senza discriminazioni e, soprattutto, derogando alle norme di Basilea sul credito in agricoltura, che rappresenta un forte limite competitivo per il settore, specie in questa fase di credit crunch. Occorre intervenire al piu’ presto a favore di quelle aziende non piu’ in bonis per favorire la ristrutturazione dei debiti pubblici e privati.

Abbiamo chiesto attraverso un documento - conclude il coordinatore - rassicurazioni sull’ applicazione del fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, che in passato non é stato utilizzato per l’ agricoltura, ma solo a favore dell’ industria e di altri settori economici; De Castro ha dichiarato che con la prossima pac questo fondo sarà esteso anche all’ agricoltura attraverso uno stanziamento europeo di 2,5 miliardi di euro.


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17/07/2012, 13:03
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E' stata costituita nel gennaio 2012 a Roma la FIMA (Federazione Italiana Movimenti Agricoli) con l'obiettivo di rappresentare le istanze di un mondo agricolo sempre più in difficoltà.
Ne fanno parte associazioni e movimenti di tutta Italia, dall'Emilia Romagna sino alla Sicilia, che a hanno finalmente dato alla luce l'atteso organismo di tutela.
La struttura fondata da Anlac, Tavolo Verde (Puglia e Basilicata), AS.P.A.L. (Lazio), Comitato Spontaneo Uniti per non morire (Molise), Cospa (Abruzzo), C.I.C.C. (Campania), GTA Gruppo Trasversale Agricoltori (Emilia Romagna), Movimenti per l'Umbria, Comitati in rete (Sicilia), Lega della terra, Associazione Durum Lucano, sarà aperta al contributo di altri movimenti agricoli italiani.
Con l'occasione, la XIII Commissione Agricoltura della Camera, durante un audizione, ha preso atto della nascita del nuovo soggetto che rappresenterà le istanze dei suoi associati e di tutta l'agricoltura italiana. Gli esponenti della
federazione hanno evidenziato la grave situazione in cui versa il settore, proponendo una moratoria immediata dei debiti pregressi con l'Inps, con le Banche e con l'Agenzia delle Entrate per dare respiro alle sofferenze degli agricoltori. Inoltre hanno prospettato alla Commissione la necessità di ottenere in sede europea una deroga che consenta all'Italia di ripensare la propria politica agricola nazionale, e proposto di rivedere i livelli di inasprimento fiscale disposti dall' ultima manovra (Imu e accise), che colpiscono ingiustamente i mezzi di produzione. Consapevoli della grave situazione economica del Paese, sono state formulate anche delle prime proposte a costo zero per lo Stato
(riforma modalità di assegnazione del gasolio, liberalizzazione dei Caa - Centri assistenza agricola, etc) e una regolamentazione dei mercati per spuntare gli artigli alla speculazione e garantire il giusto reddito, alla stregua di una legge già esistente in Francia.

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17/07/2012, 13:37
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Comunicato stampa del 30 luglio 2012 - FIMA
Moratoria in agricoltura: Fima, dalla Conferenza delle Regioni segnali incoraggianti, voto deviato alla Camera su odg

“L’ appello sulla moratoria lanciato dalla nostra federazione alla Commissione Politiche Agricole, è stato accolto dalla Conferenza delle Regioni”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, coordinatore nazionale della Fima, Federazione italiana movimenti agricoli. La Commissione guidata dall’ Assessore Stefàno, dopo aver approfondito i contenuti della proposta di legge, concernente la sospensione dei debiti per le aziende agricole in difficoltà, all’ esame delle Commissioni riunite Finanze e Lavoro della Camera dei Deputati, ha approvato un documento che è stato sottoposto all’attenzione della Conferenza delle Regioni.

I presidenti delle regioni e delle province autonome italiane, nella seduta del 25 luglio scorso, dopo aver condiviso la proposta di legge, chiederanno di essere ascoltati in audizione in Commissione Agricoltura della Camera per sollecitare il proseguimento  dell' iter parlamentare del disegno di legge.

“Tuttavia - prosegue De Bonis - nello stesso giorno la Camera dei Deputati, durante la discussione sul decreto sviluppo, ha respinto per pochi voti, il nuovo odg sulla moratoria presentato dall’ On Di Pietro, con il quale si chiedeva al Governo di attivarsi con la massima urgenza per porre in essere ogni iniziativa volta a dar seguito agli impegni assunti nel mese di gennaio con il primo odg accolto dal Governo”.

Tra i 202 voti favorevoli all’ odg hanno contribuito - sottolinea l’ analisi della Fima - in ragione del diverso peso parlamentare, il Pd con il 61%, l’ Udc con 11%, Italia dei Valori con il 9%, Futuro e Libertà con il 6%. Invece, tra i 222 voti contrari prevale il peso preponderante del Pdl con il 60%, Popolo e Territorio con il 5%, Alleanza per l’ Italia con il 2%, Grande Sud e Gruppo Misto. La Lega si è astenuta in maniera pilatesca.

“Ci auguriamo - aggiunge il comunicato della Fima - che quanto accaduto alla Camera, non sia un mutamento della volontà politica della maggioranza ma solo un incidente di percorso, al quale porre rimedio. Il premier Monti, del resto, ha lanciato l’ appello di puntare a favore dell’ economia reale per superare la crisi. E l’ agricoltura, sotto questo profilo, è anche economia primaria. Sarebbe, pertanto, opportuno che anche le organizzazioni sindacali agricole uscissero fuori dal silenzio e dall’ ambiguità, perché se c’e’ vera volontà occorre procedere con una legge, trovando un’ adeguata copertura finanziaria, diversamente non é serio l’ atteggiamento assunto da quei parlamentari di maggioranza, in contrasto con il parere positivo del Governo”.

“Rispettiamo la libertà di voto di ogni singolo parlamentare, - evidenzia la Fima - vogliamo pero’ dire che non si puo’ scherzare sul disagio delle aziende agricole italiane; sarebbe una sconfitta per tutti, perché é in gioco non solo la ripresa reale del Paese, ma anche il diritto fondamentale alla salute dei cittadini, che solo un’ agricoltura nazionale attenta puo’ garantire. Gli effetti negativi di una continua disattenzione si moltiplicherebbero in maniera esponenziale, sull’ occupazione, sui bilanci pubblici e sulla sicurezza degli approvvigionamenti. Lo dimostrano le crescenti preoccupazioni dei consumatori per i cibi”.

“In un Paese avanzato - conclude il coordinatore - lasciare a terra gli agricoltori, già provati da un lungo periodo di crisi affrontato in solitudine, che ha provocato in dieci anni l’ espulsione di circa un milione di imprese ed un forte indebitamento delle aziende sopravvissute, significherebbe voler rinunciare anche alla tutela dell’ ambiente, del territorio, del turismo e della cultura di intere comunità rurali. E, soprattutto, significherebbe negare il potenziale di crescita che l’ agricoltura puo’ innescare per l’ intera economia nazionale, come confermano positivamente gli indicatori economici su Pil e occupazione. L’ Italia che tira in questo momento non è quella che stà nelle aree metropolitane ma quella agroalimentare, su cui bisogna cominciare ad avere una visione strategica del futuro in termini diversi. Siamo, pertanto, fiduciosi che, nonostante il difficile momento, prevarrà la ragione e il senso di responsabilità di tutte le forze parlamentari e sindacali, anche di quelle piu’ refrattarie, verso un possibile nuovo modello di sviluppo, la cui precondizione, tuttavia, è la moratoria”.

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30/07/2012, 18:47
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Grano duro, Fima: avviato l’ esame su micotossine in Commissione Agricoltura Senato

“Salutiamo con favore l’ avvio dell’ esame in Commissione Agricoltura del Senato sulle micotossine nel grano. I problemi che affliggono il comparto cerealicolo non possono non tener conto di questi aspetti, che hanno enorme rilevanza per la salute pubblica”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, Coordinatore della Fima, a nome della Federazione italiana movimenti agricoli.

Da diverso tempo – sottolinea il coordinatore della Fima – le nostre associazioni stanno sottolineando l’ urgenza di affrontare l’ argomento, e la Sen Antezza, relatrice in Commissione, ha finalmente posto il tema all’ attenzione del Senato.

La relatrice in Commissione ha evidenziato, giustamente, che il rapporto fra mercato e micotossine, determina serie conseguenze sulla vita economica di migliaia di aziende italiane e, lo stesso, può costituire una chiave di lettura innovativa e pratica con cui interpretare l’intimo collegamento tra sicurezza alimentare e difesa del reddito degli anelli più deboli della filiera, che sono gli agricoltori e i consumatori.

“Durante la trattazione dell’ affare sarà opportuno richiamare l'attenzione non solo sul "fenomeno prezzi del grano", ma  anche sul ruolo crescente giocato da questi contaminanti - aggiunge il coordinatore - come fattori del mercato in  grado di influenzarne ed in qualche modo determinarne le dinamiche anomale, con gravi ripercussioni per la salute dei consumatori”.

Le speculazioni che subiscono gli agricoltori - conclude il coordinatore - anche a causa di questo aspetto diffusamente trattato dagli organi di stampa e televisivi, deve trovare uno sbocco politico risolutivo attraverso un quadro normativo che dia il giusto valore ad un giacimento d’ oro, di cui dispone naturalmente il mezzogiorno d’ Italia, capace non solo di dare reddito ad interi territori, ma, soprattutto, di prevenire i crescenti problemi di salute pubblica.

La relatrice ha proposto di attivare un ciclo di audizioni in ordine alla delicata tematica, cui speriamo di poter dare il contributo dei nostri associati.

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06/08/2012, 12:47
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Grano duro, Fima: audizione al Senato su misure antifrode e antitrust per difendere il settore e tutelare la salute pubblica

La IX Commissione agricoltura del Senato, presieduta dal Sen. Paolo Scarpa Bonazza, relatrice Sen Altezza, ha ascoltato il 19 settembre in audizione la Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli, sull’ impatto derivante dalla presenza di micotossine nella filiera del grano duro.

Alla presenza di numerosi senatori, sono intervenuti, accanto al coordinatore nazionale Fima Saverio De Bonis, il Prof Alberto Ritieni docente di Chimica degli Alimenti dell’ Università di Napoli Federico II, il Dott Maurizio Proietti tossicologo ambientale e il Dott Andrea Di Benedetto, esperto di micotossine e Presidente del Consorzio Campo.

La IX Commissione al termine degli interventi ha deciso di sottoporre al Ministro Catania le linee guida per il settore, attraverso una risoluzione che solleciti le autorità italiane ad armonizzare i limiti di legge, avviare maggiori controlli, riportare nella etichetta di tutti i prodotti a base di cereali il titolo di micotossine e obbligare la preventiva colorazione per i grani duri importati dalla Ue non idonei alla alimentazione umana.

Una risposta doverosa e incoraggiante, data la gravità della situazione in cui versa la filiera, che soffre da troppi anni di problemi antifrode e antitrust e richiede l’ istituzione di una Commissione unica nazionale per la determinazione trasparente dei prezzi all’ origine, la tutela del reddito dei produttori e l’ incentivazione della produzione italiana di qualità anche attraverso un marchio di tutela.

Secondo il coordinatore Fima De Bonis, che si ritiene soddisfatto del risultato raggiunto, “se per gli industriali il vincolo normativo europeo viene vissuto come una garanzia, per noi, invece, rappresenta un limite; infatti, considerato il maggior consumo di cereali degli italiani vi è una maggiore esposizione al rischio che richiederebbe l’ applicazione del principio di salvaguardia di protezione della salute dei consumatori da parte del nostro Governo”.

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24/09/2012, 9:04
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Art. 62: Fima, chiarire l’ applicazione agli allevatori o prevedere fase transitoria

“Se su un corpo debilitato andiamo a fare un vaccino, ne decretiamo la morte. E’ questo il rischio effettivo che l’ art 62 della L. 27/2012, appena recepito nel nostro ordinamento con decreto legislativo approvato lo scorso 31 ottobre, provocherà con la sua entrata in vigore, in particolare nel pagamento dei debiti verso i fornitori, specie nel settore zootecnico, dove, almeno nel pagamento dei mangimi, che rappresentano il maggior costo, serve un chiarimento o una fase transitoria”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, Coordinatore nazionale Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli.

Costi di produzione elevati, credit crunch, esposizioni verso Equitalia, vendite all’ asta e prezzi poco concorrenziali all’ origine, proibiscono agli agricoltori di poter fronteggiare termini di pagamento rigidi verso i loro fornitori di materie prime. In queste condizioni di estrema difficoltà, - aggiunge - per poter lavorare, gli agricoltori e, in particolare, gli allevatori si sono appoggiati ai fornitori che grazie a pagamenti diluiti nel tempo, hanno surrogato le banche e consentito di tenere aperte le aziende zootecniche, facendole sopravvivere.

L’art. 62 – precisa il coordinatore – con la quale vengono disciplinate le modalità ed i tempi di pagamento delle aziende, é una norma che, senza dubbio da un lato regolarizza i rapporti contrattuali verso la distribuzione, alla quale togliere 3 miliardi di circolante non produce alcun contraccolpo, ma che rischia dall’altro, estendendo la legge anche ai produttori, di portarli al collasso. Le sanzioni, infatti, se applicate, rischiano di decretarne la morte.

Occorre invece precisare la ratio della nuova disciplina, che pur essendo coerente con la direttiva 2011/7/Ue relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento, agisce ed è in relazione a comportamenti unilaterali di abuso della maggior forza commerciale.

Il Ministro Catania, – prosegue De Bonis – dovrebbe invitare le associazioni dei mangimisti, a non allarmare gli allevatori con sanzioni da parte dell’ Autorità Garante della concorrenza e del mercato, in caso di ritardato pagamento, che non devono essere applicate agli allevatori poiché è impensabile ravvisare nella parte piu’ debole della filiera una fattispecie di abuso di posizione dominante.

Per evitare che questa nuova norma possa strangolare ulteriormente il settore agricolo e zootecnico, che da tempo invoca una moratoria dei pagamenti, - conclude De Bonis - è già sufficiente applicare gli interessi di ritardato pagamento previsti dalla nuova norma.

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13/11/2012, 16:44
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La Fima organizza una tavola rotonda per estendere le norme antiriciclaggio alle vendite all’ asta in agricoltura. Cifre record nel mezzogiorno.

Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli organizza, insieme al Tavolo Verde Puglia e Basilicata, il giorno 10 dicembre ore 18,00 presso il Salone di rappresentanza del Credito Cooperativo di Ginosa Marina (Ta), una tavola rotonda per discutere sul tema: “AGGIORNARE LA LEGGE PER LA VENDITA ALL’ ASTA DELLE AZIENDE AGRICOLE”.

Saranno presenti Paolo Rubino, Presidente Tavolo Verde, Saverio De Bonis, Coordinatore Fima, Antonio Morelli, Presidente Tribunale di Taranto, G. Attimonelli Petraglione, Presidente del Tribunale di Matera, Don Basilio Gavazzeni, Presidente Fondazione Comitato Antiusura di Matera. Modera Michele Cristella, Giornalista.

Gli agricoltori sono pronti a dare il loro contributo per uscire dalla crisi del Paese, ma occorre difendere l’ economia reale e la loro permanenza sul territorio, lottando contro chi li vuol cacciare dalle proprie terre, per evitare che nei campi arrivino capitali riciclati da attività illecite.

A tal fine, l’ estensione della normativa antiriciclaggio alle vendite all’ asta in agricoltura è uno dei tasselli della strategia anticrisi, insieme alla moratoria, su cui il Parlamento e il Governo devono pronunciarsi, colmando l’ attuale vuoto ed evitando disparità di trattamento.

Grazie alla disinformazione, sinora l’ agricoltura è stata esclusa da questa strategia, in modo miope e discriminatorio, nonostante abbia dato molto alla società italiana in termini di sicurezza degli alimenti e tutela dell’ ambiente e svolga un ruolo strategico per il Paese, anche ai fini della sostenibilità del bilancio sanitario, aspetto, quest’ ultimo, sottovalutato.

Così il Mezzogiorno agricolo, pur essendo un giacimento d’ oro in termini di salubrità delle materie prime, ha raggiunto livelli da primato nelle vendite all’ asta: oltre il 60% è concentrato in quest’ area del Paese, senza che siano stati attivati finora i fondi europei di adeguamento alla globalizzazione.

Occorre, pertanto, un tempestivo intervento del legislatore, che ascolti e recepisca le proposte avanzate dalla base del mondo agricolo.

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03/12/2012, 10:40
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Lettera aperta della Federazione FIMA per un confronto sulle tematiche inerenti la centralità dell’ agricoltura per la ripresa del Paese, inviata ai leader politici.


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21/01/2013, 13:54
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Elezioni, agricoltura: le richieste di Fima alla Politica.

“La politica torni a interessarsi di agricoltura come bene comune e ne trarrà beneficio l’ intero Paese, perché l’ economia reale non puo’ riprendersi se non a partire da questo settore che pur essendo primario offre molti servizi”. E’ questo l’ appello lanciato dalla Fima, Federazione italiana movimenti agricoli, per una “neoagricoltura” dal basso che riscopra valori smarriti e metta al centro nuove funzioni che i consumatori hanno colto prima della classe dirigente.

“Veniamo da anni di sguardo corto sull’ agricoltura - dichiara Saverio De Bonis, coordinatore della Fima - privi di un’ agenda per il settore e di una strategia, ma adesso è giunto il tempo di valutare i benefici di un’ agricoltura sana sui bilanci sanitari, idrogeologici, ambientali e turistici del Paese. Per farlo, qualcuno deve spiegare quanto costa continuare a trascurarla e quanto sia importante il negoziato europeo”.

Raggiungere questi obiettivi è possibile. “La nostra federazione - aggiunge - ha elaborato delle proposte per difendere il reddito degli agricoltori, la legalità nei sistemi di transazione, la politica agricola comunitaria, la politica del credito e quella fiscale, il Ministero degli agricoltori e dei consumatori, la trasparenza nelle informazioni, l’ aggregazione e la promozione dell’ export agricolo, la salute dei consumatori e del territorio, la liberalizzazione dei servizi”.

“Abbiamo rivolto il nostro invito a tutti i leader delle principali coalizioni - conclude il coordinatore Fima - e nei prossimi giorni incontreremo a Palagiano (Ta), nell’ aula consiliare del Comune, i responsabili agricoltura delle varie forze politiche disponibili ad un confronto”.

Questo il calendario: venerdi 15 ore 17,30 Rivoluzione Civile; lunedì 18 ore 17,00 Partito Democratico; mercoledì 20 ore 18,00 Movimento5Stelle.

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11/02/2013, 12:11
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Agricoltura: Fima, positivo incontro con Comagri della Camera dei Deputati

“Gli agricoltori sono pronti a dare il loro contributo per uscire dalla crisi del Paese, ma occorre una politica che rilanci l’ economia reale e l’ agricoltura che, oltre ad essere economia reale è anche economia primaria”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, Coordinatore della Fima, Federazione Italiana Movimenti Agricoli, in occasione dell’ audizione presso la XVII Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, presieduta dall’ On Fiorio.

“Abbiamo detto alla Commissione - ha spiegato De Bonis - che sinora l’ agricoltura ha recitato un ruolo da cenerentola, anche per assenza di rappresentanza. Per rilanciare un settore strategico che genera un indotto complessivo di oltre 270 miliardi (17% del PIL nazionale) di cui il suo peso diretto è appena del 2%, occorre, da un lato, intervenire con la moratoria, già richiesta con una proposta alle forze politiche e, dall’ altro, aumentare il reddito degli agricoltori affinché tornino ad essere ceto medio”.

Per questo, la politica agricola comune deve ritrovare il suo spirito originario, quello del Trattato di Roma, ma è necessario anche innovare i meccanismi di formazione dei prezzi all’ origine, fermi agli anni ottanta. A tal proposito “l’ esperienza diretta delle commissioni uniche nazionali - ha aggiunto - è utile e va estesa ad altre filiere attraverso però l’ emanazione di norme cogenti che ne impediscano gli annacquamenti”.

“Alla filiera corta - ha ribadito il coordinatore della Fima - preferiamo una filiera certa che veda il consumatore italiano sovrano e libero di poter fare scelte di acquisto consapevoli senza discriminazioni. Basta con l’uso illecito dell’ immagine della nostra agricoltura, vogliamo una legge che ne disciplini l’ uso”.

Per colmare il deficit di domanda interna, dovuto alla crisi dei consumi, bisogna avere la capacità d’intercettare la domanda estera. Qui l’ Italia è priva di una strategia del made in Italy capace di aggredire i mercati internazionali. E ha aggiunto: “Non basta il protagonismo dei singoli, servono servizi reali e risorse umane diffuse per esportare i nostri cibi, che devono essere prodotti con le nostre materie prime, non con quelle importate e spacciate per italiane”.

Attenzione però. Pensare di premiare coloro che sinora sono stati la causa del problema, sciupando risorse pubbliche, non può essere una soluzione, ma rischia di diventare un ennesimo errore.

“Per uscire dalla crisi - ha dichiarato Paolo Rubino dirigente della Fima nel suo accorato intervento - noi abbiamo la ricetta. E’ fondamentale sostenere innanzitutto le aziende “non in bonis”, concordando con Bruxelles una deroga alle regole di Basilea, per concedere loro credito, consentire il diritto di restare nei campi e garantire la sovranità alimentare. Lo stiamo chiedendo da tre anni alle forze politiche! Diversamente, le garanzie dirette rilasciate da Ismea, non sarebbero attivate e lascerebbero inutilizzati i fondi dei Psr, con il rischio di restituirli all’ Unione europea, vanificando opportunità di investimento e occupazione”.

La Fima ha riferito alla Commissione il suo impegno per evitare che in agricoltura arrivino capitali riciclati da attività illecite. “Per non avere più Gomorra nelle campagne - ha evidenziato Rubino - non bastano gli slogan sulla stampa, è necessario estendere la normativa antiriciclaggio alle vendite all’ asta delle aziende agricole, tassello della strategia anticrisi, su cui il Parlamento e il Governo devono pronunciarsi, colmando l’ attuale vuoto”.

“Sinora - ha riferito Giovanna Capriulo dirigente della Fima - i giovani sono scappati dall’ agricoltura, compreso mio figlio. Il finto riavvicinamento degli stessi pubblicizzato dalle statistiche e dovuto ai premi di insediamento, non é servito a generare vero ricambio generazionale ma un polmone finanziario teso a ridurre i debiti accumulati, generati da un divario enorme tra prezzi al consumo e prezzi all’ origine che ha eroso il reddito dei produttori e di cui nessuno si è preoccupato. Ora che i buoi sono scappati dalle stalle ci si accorge del fenomeno. Chi ha responsabilità politiche ed istituzionali non può limitarsi a fare proclami, ma deve attuare e far attuare atti concreti, con coraggio, anche quando sono un po’ scomodi per chi genera saccheggi. Vogliamo un inasprimento severo delle sanzioni antifrode e antitrust per difendere l’ agricoltura dai delinquenti con i colletti bianchi. E, soprattutto, vogliamo un Ministero degli agricoltori e dei consumatori che stia dalla parte dei più deboli e indifesi. Gli industriali hanno già troppi ministeri a loro appannaggio”.

I ventidue parlamentari presenti hanno ascoltato con attenzione gli interventi, le denunce e letto la piattaforma politica del movimento, che offre uno spaccato diverso dagli altri, forse unico nel panorama dell’ associazionismo italiano. Zaccagnini (M5S), Antezza (Pd), Oliverio (Pd), L’ Abbate (M5S), Faenzi (Pdl), Cova (Pd), Taricco (Pd), Venittelli (Pd) hanno posto molte domande agli auditi. La Fima, infine, ha invitato il Presidente Fiorio e l’ intera Commissione ad una visita itinerante presso le aziende agricole per capire sul campo le ragioni della sofferenza, ma anche le straordinarie potenzialità del comparto.

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06/06/2013, 15:10
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