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FederBio - AssoBio 
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CRESCE L’AVVERSIONE AL GLIFOSATO:
NUMEROSE ASSOCIAZIONI SONO CONTRO IL DILAGANTE USO DELL’ERBICIDA SPACCIATO COME INNOCUO MA PROBABILE CANGEROGENO, INTERFERENTE ENDOCRINO E CON FORTE CORRELAZIONE CON L'INSORGENZA DELLA CELIACHIA!
MENTRE ALCUNE REGIONI PROPONGONO BANDI CHE NE FINANZIA L'USO.

Le recenti dichiarazioni dello IARC (International Agency for Research on Cancer) che definiscono il "glifosate potenziale cancerogeno per l'uomo" continuano a generare attenzione.

In una nota congiunta dell’11 settembre scorso numerose associazioni hanno chiesto ai Ministeri competenti (Politiche Agricole, Ambiente e Salute) ed alle Regioni, di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e permanentemente la produzione, la commercializzazione e l’uso dei prodotti fitosanitari a base di glifosato.

In particolare, Michele Monetta, Presidente UPBIO Unione Produttori Biologici e Biodinamici http://www.upbio.it" target="_blank, evidenzia in un comunicato stampa, che molte Regioni, nonostante queste recenti notizie ed il travolgente interesse dei cittadini italiani verso l’Agricoltura Biologica, testimoniata da un incremento dei consumi a doppia cifra da oltre un decennio e dalle importazioni dei prodotti biologici di circa il 21%, si accingono ad approvare bandi per il finanziamento dell'Agricoltura Conservativa (o semina su sodo) che prevede largo uso di diserbanti, nonostante le vibrate proteste ai vari tavoli di partenariato.

Tali bandi, a parere di Monetta, ledono lo spirito delle normative e degli incentivi europei erogati per avere un’agricoltura sana e realmente sostenibile, ledono la volontà popolare e gli interessi dei produttori bio. Infatti, sostiene Monetta, “NON SI POSSONO ELARGIRE PREMI AD AGRICOLTORI PER L'ACQUISTO DELL'INSOSTENIBILE PESTICIDA GLIFOSATO, PRELEVATE DA MISURE AGRO-CLIMA-AMBIENTALI!”

Roma 14 ott. 2015

Ufficio Stampa UpBio

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14/10/2015, 18:25
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FederBio è una Federazione di organizzazioni operanti in tutta la filiera dell'agricoltura biologica e biodinamica di rilevanza nazionale, nata per rappresentare e tutelare il Biologico italiano, favorendone lo sviluppo e promuovendone la conoscenza e la più ampia diffusione.

FederBio è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell'ambito di tavoli nazionali e regionali e ha sottoscritto un accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico per l'internazionalizzazione del settore biologico italiano. È socia di ACCREDIA, l'ente italiano per l'accreditamento degli Organismi di Controllo e Certificazione.

La Federazione è strutturata in sezioni soci tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Controllo e Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e dei Mezzi Tecnici, Tecnici e Ricercatori, Associazioni Culturali ed Ambientaliste e Associazioni dei Consumatori.

È dunque un'entità multiprofessionale, tesa a migliorare e ad estendere la qualità e la quantità del prodotto alimentare ottenuto con tecniche di agricoltura biologica e biodinamica, attraverso regole deontologiche e professionali, in linea con le norme cogenti e con le direttive IFOAM.

http://www.feder.bio

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14/10/2015, 18:35
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Clima, la soluzione è bio: con agricoltura naturale -36% CO2 solo in Usa
"Se tutte le superfici agricole fossero coltivate con metodi biologici, le emissioni di CO2 causate dall'agricoltura potrebbero ridursi del 23% in Europa e del 36% negli Usa". In concomitanza con l’inizio della COP21 di Parigi le associazioni del biologico Aiab e FederBio alzano l’attenzione sul tema del clima e sul forte impatto che l’agricoltura intensiva ha giocato nei decenni passati, evidenziando la necessità di promuovere e adottare sempre più un metodo di produzione innovativo e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente, in tutte le sue declinazioni.
Il dato a cui fanno riferimento le associazioni è di uno studio pubblicato nel 2013, diretto da Andreas Gattinger (FiBL – Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica) e portato avanti da un gruppo di ricercatori internazionali che ha esaminato i risultati di 74 studi internazionali che hanno paragonato gli effetti sul terreno delle coltivazioni biologiche e di quelle convenzionali il quale ha dimostrato che l'agricoltura biologica permette di fissare nel terreno quantità di carbonio significativamente superiori, con ciò offrendo un importante contributo per frenare il riscaldamento globale.

Gli autori hanno inoltre calcolato che ciò corrisponderebbe a circa il 13% della riduzione complessiva necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030.
A ciò si aggiungono i risultati dello studio 'Enviromental Impact of different agricultural management practices: conventional versus organic agriculture', apparso sulla rivista Critical reviews in plant sciences, realizzato dai ricercatori guidati da Maurizio Paoletti del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova in collaborazione con l'Università di Cornell, Usa secondo cui "i terreni gestiti con il metodo bio hanno una maggiore capacità di sequestrare CO2 e di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsità di precipitazioni".
Aiab e Federbio evidenziano quindi la necessità di promuovere e adottare sempre più un metodo di produzione innovativo e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente, in tutte le sue declinazioni. "Come abbiamo dimostrato con la Carta del Bio in EXPO, il modello agricolo e alimentare biologico – sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio - è la risposta più efficace alle sfide del futuro in quanto capace di conciliare la tutela dell’ambiente, la salute e la nutrizione adeguata della popolazione con un’economia rurale equa e migliore. Questo anche perché le tecniche di agricoltura e allevamento biologico possono concretamente contribuire alla lotta al cambiamento climatico".
"Non si scappa – aggiunge Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab – il modello biologico è l’unico modello agricolo in grado di salvare questo pianeta dai cambiamenti climatici. E’ la biodiversità, cuore dell’agricoltura biologica, l’elemento di vero contrasto ai cambiamenti climatici. Non possiamo più aspettare, dunque. E’ giunta l’ora di cambiare passo. L’Italia, Paese leader del settore, deve avere il coraggio di spingere il cuore oltre l’ostacolo e assicurare al bio il giusto sostegno in termini economici e di sicurezza. C’è bisogno di aiuti economici, ma anche di una normativa seria e rigorosa che non dia più voce a nessuna ambiguità. Il cambiamento planetario può partire dal nostro Paese e Parigi è un'occasione imperdibile".
- See more at: http://www.feder.bio/comunicati-stampa. ... 2bOG9.dpuf

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17/12/2015, 17:49
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Convegno: C'è un grande prato verde - BolognaFiere/MARCA, 14 gennaio 2016

GIOVEDÌ 14 GENNAIO 2016 - ORE 14.00 -17.30
BolognaFiere – MARCA
Gallery Hall pad. 25-26

CONVEGNO

C’È UN GRANDE PRATO VERDE

Il biologico, grande opportunità per la Distribuzione Organizzata e le aziende copacker

Interventi:

Roberto Pinton (segretario AssoBio)
Il biologico nel retail italiano: dieci anni di crescita

Silvia Zucconi (coordinatore unit Agricoltura e industria alimentare Nomisma)
I consumi alimentari bio: i risultati dell’indagine Nomisma sul consumatore italiano

Loris Pedon (direttore generale Pedon Group)
Distribuzione moderna e canale specializzato, strategie commerciali ed esperienza di un leader

Vladimiro Adelmi (brand manager linea Viviverde Coop)
Lo sviluppo del biologico: la crescita della domanda e l’attenzione del consumatore d’oggi

Alessandra Manzato (group category manager Conad)
Il biologico in Conad: la risposta ai bisogni dei nostri clienti

Roberto Zanoni (presidente AssoBio)
Conclusioni


Il comparto biologico è tra quelli che segnano le migliori performance: nel 2014 l’incremento in GDO è stato complessivamente del 14.2% (vendite per 704 milioni), con una crescita del 12.2% per la private label. Se agli albori del mercato biologico la sua quota era marginale, ora la GDO rappresenta il canale principale per volume e valore. I tassi di sviluppo sono in contro-tendenza (+18% nell’anno di dodici mesi al 30 giugno), cresce la private label (+14.2%), crescono ancora di più i prodotti a marca del produttore (+21%); aumentano i lanci di prodotti sia nelle categorie già presidiate che in quelle nuove.

Non si tratta più, e definitivamente, di un mercato di nicchia per consumatori salutisti, ma di un comparto robusto che nella distribuzione moderna sviluppa ormai un fatturato di oltre 800 milioni e vede un aumento di quota praticamente in tutte le categorie.

Il biologico offre alla DO opportunità di business e di fidelizzazione del cliente, all’industria di trasformazione la possibilità di ampliare il proprio catalogo a referenze performanti (e interessanti anche in chiave di internazionalizzazione, considerato che la crescita della domanda è forte anche sui mercati esteri), a tutti offre la grande occasione di una conversione ecologica della produzione agroalimentare, con benefici per l’ambiente, il benessere animale, la biodiversità.

Per AssoBio, l’associazione delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, socia della federazione interprofessionale FederBio, sono maturi i tempi per un confronto tra i protagonisti (industria, distribuzione specializzata, catene della GDO) sul presente e, soprattutto, sul futuro del biologico italiano (48.650 imprese agricole, 6.524 imprese di trasformazione, tasso di penetrazione tra le famiglie italiane del 69%, acquisti domestici per 2.1 miliardi, export per 1.4 miliardi, food service per oltre 300 milioni…) , in chiave di politiche della qualità, delle garanzie, ma anche di assortimenti e comunicazione.

Nel corso dell’incontro, AssoBio presenterà dati analitici sull’andamento del comparto e delle diverse categorie, Nomisma i risultati dell’indagine sul consumatore italiano, Pedon Group (produttore a proprio marchio e conto terzi di un ampio ventaglio di referenze biologiche) analizzerà le tendenze nelle principali catene internazionali, i leader del retail COOP e CONAD illustreranno i risultati del loro assortimento biologico e i progetti per lo sviluppo.

Logica sede del convegno è MARCA, salone internazionale con focus sulla Distribuzione Moderna organizzato dalla stessa BolognaFiere che a settembre allestisce SANA, salone internazionale del biologico e del naturale.
- See more at: http://www.feder.bio/agenda.php?nid=973 ... 3u3Zk.dpuf

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05/01/2016, 23:33
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FederBio: sempre più bio nel mondo. L’Italia può conquistare la leadership
43,7 milioni di ettari a biologico, 60 miliardi di euro di valore di mercato, 2,3 milioni di operatori: questi i numeri del biologico a livello mondiale riportati dall’edizione 2016 di “The World of Organic Agriculture” di FiBL e IFOAM.
Un trend positivo confermato dal costante aumento della domanda da parte dei consumatori (+ 11% solo negli Stati Uniti) e dalla conversione di sempre più agricoltori e aziende agricole al bio.
“Il bio rappresenta un mercato sempre più in espansione, sia da un punto di vista di produzione che di vendite – commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio - Si tratta di un’agricoltura che tutela il benessere dell’uomo, dell’ambiente e dell’economia e dunque rappresenta un modello concreto globale di sviluppo. Anche in Italia il trend rispecchia i dati presentati dal “The World of Organic Agriculture” dove da un decennio il mercato del bio ha tassi di crescita a due cifre, sia nel canale specializzato che nella GDO. Come evidenziato dai dati Nielsen / Assobio presentati alla fine di gennaio 2016 l’incremento delle vendite in GDO nell’anno di dodici mesi chiuso il 22 novembre 2015 è stato del 20%, con vendite per 863,8 milioni. E' ora che l'Italia comprenda la straordinaria potenzialità di questo mercato per rilanciare la competitività del proprio sistema agricolo, lanciando un piano nazionale di conversione al biologico che, dopo EXPO Milano e con un utilizzo mirato dei fondi europei, ci ponga alla testa di questo fenomeno a dimensione globale”.
Il mercato globale del bio cresce
Organic Monitor conferma che il mercato del biologico globale ha raggiunto nel 2014 il valore di più di 60 miliardi di euro (80 miliardi di dollari). Gli Stati Uniti rappresentano il mercato trainante con 27,1 miliardi di euro, seguiti da Germania (7,0 miliardi di euro), Francia (4,8 miliardi di euro) e Cina (3,7 miliardi di euro). I Paesi con il più alto valore di spesa pro capite per prodotti bio sono la Svizzera (221 euro) e il Lussemburgo (164 euro).
- See more at: http://www.feder.bio/comunicati-stampa. ... dPwah.dpuf

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19/02/2016, 14:28
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FederBio, appello alle Regioni sul Piano strategico nazionale per il bio: necessaria una strategia unitaria per il settore

FederBio, l’unica organizzazione interprofessionale nazionale di riferimento per l’intero settore, richiama l’attenzione delle Regioni e delle Province autonome e del ministero delle Politiche agricole sul Piano strategico nazionale per il bio, proprio nel momento in cui l’iter di concertazione e adozione del piano stesso sta giungendo a conclusione.
La Federazione ha indirizzato una lettera a tutti gli Assessorati all’agricoltura delle Regioni e delle Province autonome, nonché al Viceministro Olivero - che un anno fa ha avviato l’iniziativa del Piano strategico - per evidenziare la necessità di una strategia unitaria per il settore, in uno scenario in cui il mercato dei prodotti biologici, nonostante la crisi di diversi comparti dell’agricoltura nazionale, è in continua crescita e a livello nazionale e la nuova programmazione dei fondi europei, sia a livello nazionale che regionale, ha preso l’avvio.
“La Federazione è stata sin dall’inizio convinta sostenitrice dell’iniziativa del Piano strategico nazionale per il settore, sviluppata anche durante EXPO attraverso la discussione nel tavolo di settore presso il Ministero – precisa Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – Non conosciamo ancora il testo definitivo che verrà sottoposto alla valutazione delle Regioni e nemmeno la quantificazione delle risorse disponibili a livello nazionale, che ci aspettiamo saranno adeguate e proporzionali rispetto all’importanza del settore, come già avviene in molti piani regionali, ma siamo tuttavia fermamente convinti della necessità di una strategia nazionale per il settore che consenta, anche se in ritardo, ma con il traguardo della revisione di medio termine, di poter finalmente convergere sia a livello istituzionale che di rappresentanze di settore verso obiettivi e strumenti condivisi e utili”.
FederBio rivolge dunque un appello alle Regioni e alle Province autonome affinché si apra e si mantenga nel tempo una discussione proficua e stringente, con l’obiettivo di approvare nel più breve tempo possibile il Piano e avviarne quanto prima le “operazioni” che lo compongono.
“Per i motivi che siamo certi non vi sfuggiranno, proprio per il vostro contatto quotidiano con l’agricoltura locale e le sue criticità, in questo momento un “piano di conversione” all’agricoltura biologica per filiere e distretti territoriali è una grande opportunità per dare risposte concrete anzitutto agli agricoltori, oltre che ai cittadini con le cui tasse si finanziano anche i fondi europei e i piani regionali e nazionali dello sviluppo rurale. – scrive agli Assessori Carnemolla nella lettera - Senza interventi di riforma, semplificazione e razionalizzazione anche drastici e senza un sistema integrato di servizi per il settore si rischia tuttavia di trasformare questa opportunità in un ennesimo fallimento, se non nell’innesco di nuovi e devastanti fenomeni di frode. A tale riguardo assume particolare rilievo fare scelte condivise e coordinate a livello regionale e nazionale soprattutto relativamente ai Gruppi Operativi per l’Innovazione, un’opportunità straordinaria che non può essere mancata rispetto ai fabbisogni anche di governance dell’innovazione per il settore”.
FederBio ha inoltre sottolineato l’esigenza di considerare che il Piano deve esplicitamente riguardare anche l’agricoltura biodinamica, che certamente fa riferimento al medesimo quadro normativo europeo e nazionale di quella biologica,ma ha una propria e autonoma storia e realtà anche di mercato.

Per ulteriori informazioni: www.feder.bio

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17/03/2016, 23:21
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Tavola Rotonda

Il mercato europeo del vino biologico, strategie per lo sviluppo e l’internazionalizzazione.
VINITALYBIO 2016

Verona - lunedì 11 aprile 2016 - h. 15.00-17.30
Sala Puccini - Centrocongressi Arena

Wine Monitor prevede che nei prossimi anni assisteremo a un processo di premiumization, con il rafforzamento del trend di preferenza di vini di fascia più alta (e con un aumento del prezzo medio).
Negli ultimi anni i mercati internazionali stanno vedendo cambiamenti importanti: il consumo non solo di food, ma anche di beverage sta cambiando e vira verso stili più responsabili e salutari.
Nuovi consumatori sono alla ricerca di vini biologici o biodinamici, di vini vegani piuttosto che senza solfiti, dimostrando la disponibilità a riconoscere un premium price per prodotti di qualità e con garanzie più elevate per la salute umana e ambientale.
Le prospettive di mercato per i vini prodotti in modo sostenibile e politiche agricole comunitarie stanno stimolando sempre più aziende vitivinicole ad avviare la conversione bologica dell'intera produzione o di parte di essa.
Il mercato biologico esprime però caratteristiche del tutto particolari, diverse da quello a cui sinora erano abituate le imprese.
In questo quadro FEDERBIO promuove una tavola rotonda per discutere quali siano le attività per favorire l’internazionalizzazione, quali siano le attese di consumatori, produttori e trade, e le prospettive di ulteriore sviluppo, mettendo a confronto le esperienze di player internazionali di assoluto livello.
_____________________

PROGRAMMA

14.45 - Registrazione dei partecipanti

15.00 - Saluti
Verona Fiere

Introduzione
Paolo Carnemolla Presidente FederBio

15.15 - Numeri e tendenze del vino biologico
Silvia Zucconi - Nomisma

15.30 - Il mercato del vino biologico in Germania
Alessandro Marino - Segretario Generale - Camera di Commercio Italo-Tedesca di Monaco
Hermann Pilz - redattore capo WEINWIRTSCHAFT

16.00 - Il mercato del vino biologico in Scandinavia
Luca Cavinato - Project Leader - Camera di Commercio Italiana in Danimarca

Tavola rotonda:

Il mercato europeo del vino biologico, strategie per lo sviluppo e l’internazionalizzazione

Luca Bianchi - Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca - MiPAAF

Maria Ines Aronadio - Dirigente Agroalimentare e Vini - ICE

Roberto Pinton - Segretario Sezione Soci Trasformatori e Distributori - FederBio

Nicola Venditti - Titolare Antica Masseria Venditti

Federico Ceretto - Titolare Ceretto Aziende Vitivinicole S.r.l.

Marcello Lunelli - Vicepresidente Ferrari F.lli Lunelli SPA

Conclusioni:
Andrea Olivero* - Viceministro - Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Moderatore: Lorenzo Tosi - giornalista VigneVini Edagricole

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24/03/2016, 20:46
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Vinitalybio, Salone Internazionale dei vini biologici e biodinamici - Verona, 10-13 aprile 2016 - Padiglione 8

Vinitalybio è il Salone esclusivamente dedicato ai vini biologici e biodinamici certificati, nato dall’accordo tra Veronafiere e FederBio.


Il Vinitalybio vuole essere una grande occasione di visibilità per il vino biologico certificato, che rappresenta un’eccellenza del made in Italy. La sua forza è proprio nella certificazione, che garantisce al consumatore la trasparenza del sistema produttivo, così come stabilito dal regolamento comunitario.

Per maggiori informazione e per scaricare i modudli di adesione all'edizione 2016, clicca qui


LE AZIENDE

Non solo vino biologico nazionale, alla terza edizione del Vinitalybio si potrà conoscere ed apprezzare anche la produzione internazionale. Oltre ottanta aziende certificate, tra cui alcune francesi, spagnole e rumene, popoleranno l’area espositiva dedicata al vino biologico e biodinamico.

Per conoscere gli espositori del Vinitalybio 2016, clicca qui


GLI APPUNTAMENTI

Domenica 10 aprile

10.30: inaugurazione della 3a edizione del Vinitalybio.

Lunedì 11 aprile

10.00-17.10: Tasting e appuntamenti B2B - Progetto BiOrganic LifeStyle
Degustazioni guidate e momenti di approfondimento per la conoscenza di vini biologici e biodinamici esposti al Vinitalybio. Incontri b2b dedicati a buyer esteri.

Per visualizzare il programma degli incontri b2b, clicca qui

15.00 -18.00: Tavola rotonda - Il mercato europeo del vino biologico, strategie per lo sviluppo e l’internazionalizzazione - Sala Puccini - Centrocongressi Arena.

Martedì 12 aprile

10.00-17.10: Tasting e appuntamenti B2B - Progetto BiOrganic LifeStyle
Degustazioni guidate e momenti di approfondimento per la conoscenza di vini biologici e biodinamici esposti al Vinitalybio. Incontri b2b dedicati a buyer esteri.

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06/04/2016, 17:49
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Si è conclusa con successo la maratona di 3 giorni del MONDO AGRICOLO BIOLOGICO CONTRO IL PETROLIO cominciata a Palazzo San Gervasio (Pz) Venerdi 8 Aprile con un Seminario Tecnico, e proseguita Sabato 9 a Montemurro (Pz) presso una Azienda Biologica danneggiata dalle trivellazioni a cui è stato fatto dono di antiche varietà di seme.

Nella giornata conclusiva del 10 Aprile a Palazzo S.G. una delegazione di produttori biologici del Con.Pro.Bio. Lucano hanno fatto dono e nominato questa comunità CUSTODE della antica varietà di farro "LUCANICA". La cerimonia è stata celebrata nel meraviglioso contesto della Pinacoteca Camillo D'Errico che ha visto la partecipazione del ViceSindaco e del Presidente del Con.Pro.Bio. Lucano (Consorzio di Produttori Biologici e Biodinamici) Michele Monetta: "I produttori Biologici, in particolare Lucani, sono contrari a qualunque estrazione petrolifera che, oltre a rappresentare un modello energetico obsoleto, sono una minaccia per il territorio e la sana agricoltura Regionale di 1200 aziende e 48 mila ettari convertiti al biologico" e prosegue "Il petrolio danneggia l'incolumità ambientale di questa regione vista ancora come sana e salubre (e tale deve rimanere) agli occhi di consumatori attenti. E' per questo che al Referendum del 17 Aprile voteremo SI nell'interesse nostro e delle generazioni future".


Allegati:
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11/04/2016, 7:12
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Lo Stop al Glifosato non è un salto all'indietro ma in avanti
Le alternative al glifosato esistono: sono le buone pratiche agronomiche, ecologiche e sostenibili. L'opinione di Mariagrazia Mammuccini, Portavoce del tavolo associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica per la Campagna #StopGlifosato
La campagna Stop Glifosatoè partita da un’iniziativadell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica ed è subito diventata la campagna di tutto il tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica che conta ad oggi 38 organizzazioni.
Iniziata nel 2015, dopo che lo IARC, l'agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha classificato il glifosato, in relazione alla salute umana, come “probabile cancerogeno” 2A. Oltre all’azione oncogena, da numerosi studi scientifici il glifosato sembra agire anche come “interferente endocrino”, perturbando molteplici e delicate funzioni cellulari.
Ai ministri competenti di Agricoltura, Salute e Ambiente, abbiamo richiesto di applicare subito il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato; alle Regioni abbiamo chiesto la sua rimozione da tutti i disciplinari di produzione che lo prevedano e l’esclusione dai premi dei PSR delle aziende che ne facciano uso evitando l’insensatezza di premiare con fondi pubblici uso e distribuzione di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabile cancerogeno per l’uomo.
Il glifosato è il principio attivo a effetto erbicida più utilizzato al mondo (è presente in 750 formulati), ed è quello più collegato alle produzioni di mais, soia e cotone geneticamente modificate proprio per indurre la resistenza al prodotto che può quindi essere utilizzato senza danneggiarle.
Anche in Italia è una delle sostanze più vendute.Negli ultimi anni l’ISPRA ha raccolto dati sulla presenza di oltre 175 pesticidi nelle acque, superficiali e sotterranee e tra le sostanze più volte presenti in quantità superiori a quelle tollerate dagli Standard di qualità ambientale previsti dalle normative europee e ai limiti per l’acqua potabile ci sono il glifosato (presente nel 31,8% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, nel 31% dei casi oltre i limiti) e l’AMPA (un suo metabolita, cioè la molecola che risulta dalla sua degradazione), presente nel 56,6% dei punti di campionamento, in tutti i casi oltre il limite. L’aspetto inquietante è che, nonostante la diffusione sia a livello nazionale, il suo monitoraggio è effettuato solo in Lombardia.
È utilizzato anche dagli enti pubblici per la pulizia dei margini stradali e del verde pubblico, ma è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica. Tutti possono essere esposti a questa sostanza sia durante le applicazioni, in campagna che nelle aree pubbliche, ma anche in altri modi, attraverso i residui nelle acque, nei cibi e nelle bevande come è emerso da studi recenti.
La coalizione Stop Glifosato ha intensificato il suo lavoro dopo l’uscita della valutazione dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che in contrasto con il parere dello IARC, ritiene la sostanza probabile non cancerogena per l’uomo, basandosi su studi mai pubblicati e forniti dalle stesse imprese chimiche che producono il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi.
L’autorizzazione del glifosato a livello europeo scade il 30 giugno. La posizione del nostro governo (espressa dai ministri Martina, Lorenzin e Galletti) e quella delle autorità di altri Stati membri, tra cui Francia e Olanda a difesa della salute dei cittadini, dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità e contro al rinnovo dell’autorizzazione, ha costretto la Commissione a rinviare la decisione per la mancanza della maggioranza qualificata.
L’inaspettata risoluzione approvata dal Parlamento Europeo in questi ultimi giorniche prevede di rinnovare l’autorizzazione non più per 15, ma per 7 anni esprime una grandissima ipocrisia e ignora totalmente il principio di precauzione. Per decisioni come queste non ci sono mezze misure: o ci sono prove certe che il glifosato non ha conseguenze sulla salute o i dubbi ci sono e allora è indispensabile vietare del tutto l’erbicida, perlomeno fino a quando non sarà conclusa una valutazione scientifica indipendente.
Il Parlamento europeo, nella risoluzione approvata, propone di vietare l’uso degli erbicidi a base di glifosato solo in aree verdi, pubbliche e private, il che non basta a evitare la contaminazione su larga scala di cibo, acqua, suolo e aria, ma esprime anche un’evidente contraddizione: se la sostanza rappresenta un rischio nelle aree urbane è evidente che ne deve essere vietato l’uso fino a quando non ci saranno certezze sul piano scientifico.
La nostra battaglia quindi continua; chiederemo al Governo di mantenere ferme le posizioni già espresse, opponendosi in tutti i modi nei prossimi appuntamenti a livello europeo al rinnovo dell’autorizzazione.
Questa campagna ha più significati, tutti importanti. In primo luogo, pretende che, nel rispetto dei principi democratici, le istituzioni europee e nazionali rispondano della loro responsabilità di proteggere prioritariamente la salute dei cittadini e non l’interesse economico delle industrie chimiche, adottando il principio di precauzione senza cedere alle loro pressioni; in gioco c’è la credibilità dell’Unione europea. Sottolinea l’interesse collettivo nella tutela dell’ambiente, per la protezione delle acque e degli habitat naturali che vengono contaminati dall'erbicida.
Ma la campagna vuole anche rendere evidente che le alternative al glifosato esistono: sono le buone pratiche agronomiche, ecologiche e sostenibili anche sul piano economico a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici. Pratiche come lo sfalcio e la trinciatura delle erbe non possono essere considerate un ritorno al passato: sono, piuttosto, una delle risposte a una serie di emergenze, come il drastico impoverimento della sostanza organica nel terreno, l’esigenza di limitare l’erosione dei suoli e quella di proteggere la biodiversità e gli habitat naturali. Vogliamo affermare che è giunto il momento di cambiare modello agricolo. Tutte le grandi questioni che abbiamo di fronte (cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, ambiente, energia…), dimostrano che il modello di agricoltura industriale basato sulla chimica di sintesi che si è affermato negli ultimi decenni è ormai fallito sul piano agronomico, su quello ambientale e su quello economico e sociale. È un modello superato che non rappresenta più l’innovazione necessaria per affrontare le sfide attuali e future. Oggi la vera innovazione è rappresentata da un insieme di tecniche agricole fondate sulla conoscenza delle dinamiche naturali, delle specificità territoriali e basate su principi ecologici.
La vera innovazione è adottare l’approccio agroecologico, per migliorare la fertilità dei suoli, diversificare le produzioni, garantire raccolti adeguati e affrontare il controllo dei parassiti e delle erbe seguendo e monitorando le dinamiche naturali.
Le tecniche di agricoltura biologica e biodinamica sono in grado di aumentare la sostanza organica dei suoli, la capacità di sequestro di carbonio, quella di trattenere acqua riducendo le necessità d’irrigazione, aumentando contemporaneamente la produttività nel medio e lungo periodo, e oggi chiedono più conoscenza , ricerca, formazione e supporto tecnico.
Sono queste le tecniche innovative in grado di rispondere in maniera più adeguata alla domanda di cibo buono e sano a tutela della salute dei cittadini, alla mitigazione del cambiamento climatico e a offrire nuovi spazi economici e di lavoro per i giovani.
di Mariagrazia Mammuccini

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12/05/2016, 16:39
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