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Marco
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Bologna, 11 luglio 2024 - Ideazione e realizzazione di piattaforme web, seminari, eventi in campo e consulenze, lo staff del progetto dedicato all’implementazione di attività e servizi per l’agricoltura biologica italiana fa il punto della situazione: ecco cosa è successo nei primi mesi dall’approvazione di PNABio, il progetto di FederBio - finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste - in collaborazione con FederBio Servizi e Centoform, quali organismi prestatori di servizi per lo sviluppo delle attività sopra menzionate. I mesi iniziali, dedicati alla pianificazione di collaborazioni esterne per dare valore aggiunto in tema di contenuti e professionalità per l’organizzazione delle attività previste dal progetto, si sono rivelati intensi; successivamente nei mesi da aprile a luglio, sono stati realizzati numerosi eventi che narrano di un primo tempo del progetto PNABio con ottimi risultati. Diversi i temi affrontati e analizzati dal nord al sud Italia, viaggiando dalla Lombardia al Veneto, dalla Toscana al Lazio e dalle Marche alla Puglia. I seminari in(formativi) hanno dedicato ampio spazio ai temi della viticoltura in agricoltura biologica, della produzione di pane da antiche varietà e vino da varietà PIWI, della digitalizzazione e delle colture orticole industriali in bio. L’innovazione in campo ha visto protagonista la cerealicoltura e la frutticoltura in agricoltura biologica, portando in campo il trasferimento di conoscenze dalle aziende leader del settore agli imprenditori agricoli. Sono state avviate più di 100 attività di consulenza, di cui oltre 30 già concluse, per offrire supporto agli operatori attivi nel settore o che desiderano approcciarsi al comparto dell’agricoltura biologica attraverso attività di consulenza e servizi specialistici. Infine, la creazione delle piattaforme web: una dedicata alla collettività, punto di riferimento per la ristorazione collettiva bio ( https://mensebio.it/); e l’altra, che sarà presto disponibile, orientata alla messa online di corsi formativi e-learning gratuiti per operatori in agricoltura biologica. Tante le attività e lo sviluppo di servizi ancora in divenire per la fase due. Il raggiungimento di tutti gli obiettivi del progetto PNABio è ancora in piena evoluzione e vi dà appuntamento al 24 settembre 2024 con un incontro in Franciacorta dedicato alle nuove strategie applicabili nella gestione di un vigneto in bio.
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11/07/2024, 14:50 |
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Produttori bio: Cresciamo, ora più rete verso Green Deal Il punto ad Alma Mater Bologna: Controlli rigorosi, occhio alle minacce Bologna - Cresce l'agricoltura biologica, come terreni coltivati e come operatori, ma il settore (da quasi quattro miliardi di euro in Italia l'anno scorso) ha bisogno di supporto e di una nuova spinta, visto anche l'affanno generalizzato dei consumi. "Come associazione di aziende di trasformazione e di distribuzione, abbiamo fatto richieste concrete alle istituzioni con un appello al ministero dell'Agricoltura, e ad altri dicasteri, per un'agevolazione fiscale sui prodotti biologici". I quali, non da oggi, sono quelli che "rispettano l'ambiente così come la salute di essere umani e animali. Chiediamo un'Iva agevolata, in particolare". Così Nicoletta Maffini, presidente di Assobio, all'evento pubblico "Il futuro del biologico: impatti positivi e prospettive di crescita" promosso da Alma Mater, AssoBio e Federbio nei locali dell'Alma Mater di Bologna. L'occasione è la Giornata europea del biologico, che si celebra il 23 settembre, e Maffini rimarca: "Ci stanno ascoltando le istituzioni sulle nostre richieste? C'è tanto da fare, sicuramente, anche dal nostro punto di vista, affinché tutte le associazioni si uniscano e parlino con un'unica voce. Noi italiani siamo bravi a superare i momenti di crisi, lo siamo meno a lavorare insieme. In questa fase dobbiamo farlo come non mai, per farci ascoltare, e comunicare meglio" come comparto del bio. Condivide al convegno a Giurisprudenza Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio nazionale, aggiornando gliultimi numeri del settore: "I dati sul biologico, sia degli operatori sia della superficie coltivata, sono in crescita. E nel 2023 risulta positivo anche il trend del mercato, seppur come valore e non come volumi. Il 2024, da parte sua, sta confermando una tendenza anche migliore". Tuttavia, non bisogna scordare, insiste Mammuccini, che "il clima incide pesantemente sui raccolti, convenzionali ma anche biologici, dal punto di vista sia degli eventi estremi, improvvisi, sia di altri fenomeni come la siccità. Dobbiamo adattarci sempre meglio. Il biologico attrae tanti giovani in agricoltura, del resto, e dobbiamo insistere sul ricambio generazionale" per valorizzare il fermento. Il settore nel 2023 cresce intanto del 4,5%, come superfici, e i titolari di azienda under 40 nel biologico sono il 50% in più rispetto a quanto accade nel settore convenzionale. L'export sta segnando l'8%, in crescita a sua volta, ma "i dati positivi vanno consolidati, ad esempio con campagne di comunicazione che spingano i consumi dei cittadini" suggerisce Mammuccini. Giovanni Dinelli intanto, professore ordinario del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell'Alma Mater di Bologna, al convegno mostra slide di numeri difficili da confutare: "Abbiamo decine e forse centinaia di lavori scientifici che, da anni, dimostrano che il biologico è la forma di agricoltura migliore per assicurare un futuro al pianeta in termini di sostenibilità e di salute di tutti noi, tutelando territorio e persone". Sottolinea Dinelli: "Se c'è un sistema produttivo e agricolo che assicura un approccio 'one health', è proprio l'agricoltura bio. Non siamo così lontani dall'obiettivo europeo del 25% di biologico nell'agricoltura, nell'ambito del Green Deal al 2030: ci stiamo avvicinando. Ci sono però anche tante minacce", avvisa il professore, che mira in particolare "il nuovo decreto legislativo che creerà grossi problemi ai produttori bio: qualsiasi errore dei produttori, se passerà il decreto, verrà inteso come una frode. Al di là delle colpe del singolo operatore. È quest'ultimo che deve giustificarsi, prima ancora di qualsiasi accertamento. Di strada da fare ce n'è". In prospettiva "non credo debba scomparire l'agricoltura convenzionale, che deve però imparare dal biologico in termini di innovazione", completa Dinelli. Filippo Briguglio, collega dell'Università di Bologna e direttore del master in Sicurezza alimentare, assicura che i controlli sono molto seri: "La certificazione biologica è di processo, richiede un percorso ad hoc per le imprese con diversi passaggi mirati, fino alla certificazione finale. L'a gricoltura biologica è controllata, rispetta la biodiversità e sposa le scelte del consumatore consapevole e sostenibile". Nel percorso, continua il docente riferendosi alle aziende del comparto, "si può essere seguiti da un consulente ad hoc fino al traguardo. I controlli annuali, a cura degli organismi accreditati del ministero, sono molto rigorosi e molto importanti in questo ambito, proprio per dare sicurezza ai consumatori". Daniele Ara, assessore comunale all'Agricoltura, ricorda che a livello locale si è più che attrezzati, ormai: "Bologna è una delle città in cui l'attenzione al bio è sempre stata molto alta, siamo secondi a livello nazionale dopo Milano dal punto di vista dei consumi pro capite. Anche a livello regionale c'è molta attenzione. Questa fase ha messo in difficoltà il potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto nel ceto medio, e quindi è una fase delicata per l'agricoltura di qualità. Sono convinto- confida Ara- che innovazione e nuove tecnologie, oltre ad un'organizzazione sempre più adeguata, possa consentire" al settore di "riprendersi una fetta di mercato". In tutto questo, ricorda Ara, il Comune di Bologna dà da mangiare a 25.000 bambini ogni giorno, dai nidi fino alle scuole elementari, con prodotti oltre l'85% biologici. Continueremo su questa strada, perché è un grande investimento culturale". Rimarca poi lo stesso Bonaccini: "Il Green Deal serve, ma nei prossimi anni dobbiamo dare riequilibrio anche dal punto di vista dell'agricoltura biologica. La superficie 'bio' in Emilia-Romagna è quasi triplicata, nell'ultimo decennio, e dobbiamo insistere" su questa strada. "Investire nel bio non è una moda o radical chic, bisogna continuare garantendo redditività ai produttori", conclude l'ex presidente della Regione Emilia-Romagna.
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24/09/2024, 14:09 |
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Torino chiama Siracusa: da Terra Madre le proposte di FederBio, Legambiente e Slow Food al G7 Agricoltura Durante la conferenza stampa di Terra Madre Salone del Gusto a Torino, i presidenti di FederBio, Legambiente e Slow Food Italia hanno delineato un quadro chiaro delle sfide e delle opportunità per il futuro dell’agricoltura. Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, e Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, hanno posto al centro del dibattito le problematiche più urgenti legate alla sostenibilità ambientale e alla giustizia sociale in ambito agricolo.
“Non c’è più tempo per soluzioni parziali: il futuro dell’agricoltura e del nostro Pianeta richiede un’azione immediata e coordinata – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio. Bisogna agire adesso e sostenere gli agricoltori nel cambiamento. Occorre investire con decisione sulla transizione agroecologica, di cui il biologico rappresenta la punta più avanzata di sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’agricoltura biologica è la chiave: uno strumento per superare le sfide climatiche, alimentari e la perdita di biodiversità.
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28/09/2024, 13:58 |
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AssoBio sostiene la campagna “Il Bio dentro di noi”
Roma, 26 novembre 2024 – AssoBio, insieme a FederBio e Consorzio Il Biologico, le principali organizzazioni del settore biologico, ha promosso la campagna social IL BIO DENTRO DI NOI che diffonde i risultati della ricerca dell’Università di Tor Vergata e presentata questa mattina a Roma, presso la Camera dei Deputati.
La ricerca si pone specificamente l’obiettivo di capire se una dieta mediterranea biologica abbia o meno maggiori benefici sulla salute umana. Sui 15 soggetti partecipanti alla ricerca sono stati raccolti una grande mole di dati attraverso tecnologie avanzate, come il sequenziamento del DNA per lo studio del microbiota intestinale e l’analisi di biomarcatori dello stress ossidativo.
La campagna “Il Bio dentro di noi” vuole dare risalto ai risultati dello studio attraverso un’iniziativa basata su due volontari, Tatiana e Dario, divenuti protagonisti della stessa e seguiti durante le varie fasi del progetto. I dati sanitari dei due partecipanti, rilevati prima e dopo una dieta mediterranea biologica, hanno confermato le tendenze generali emerse dallo studio: un incremento dei batteri benefici (Firmicutes) nel microbiota intestinale e una riduzione tra il 5% e il 50% di batteri associati a stati infiammatori (Bacteroides). Inoltre, entrambi i volontari hanno perso circa un chilo durante il regime alimentare biologico, un risultato inatteso.
“È fondamentale unire le forze e collaborare tra Associazioni per sensibilizzare sempre più sull’importanza dell’alimentazione biologica nella tutela della salute umana, degli animali e dell’ambiente – ha affermato Nicoletta Maffini, Presidente di Assobio durante la presentazione odierna presso la Camera – Il nostro Paese si trova di fronte a un paradosso. Siamo un modello importante per tutta Europa nella produzione agricola, sia nel sud che in gran parte del nord Italia, dove le coltivazioni biologiche sono in costante crescita. Abbiamo produttori di eccellenza, grandi trasformatori e siamo anche rilevanti esportatori. Tuttavia, i consumi interni restano estremamente bassi: solo il 3% degli alimenti consumati in Italia è biologico – continua Nicoletta Maffini – Ci sono stati periodi in cui il mercato era più forte e dinamico, ma oggi la crisi economica sta inevitabilmente impattando anche sui consumi di prodotti biologici, soprattutto a causa dei costi più elevati di questi ultimi. Si potrebbe aprire un ampio dibattito sulla giusta remunerazione del prodotto agricolo, così come su quella della trasformazione, ma questa è una questione che esula dal tema di oggi.
Riteniamo essenziale sensibilizzare i consumatori sull'importanza dell'alimentazione biologica, non solo per la propria salute e quella dei propri cari, ma anche per il benessere dell'ambiente. La ricerca che presentiamo oggi è un elemento fondamentale per testimoniare questi benefici. L'obiettivo è quindi quello di unire le forze dei tre marchi coinvolti – FederBio, AssoBio e Consorzio Biologico – per diffondere i risultati e raggiungere i consumatori finali e gettare le basi per il rilancio dei consumi.
Le risorse a disposizione sono limitate, e sicuramente ne servirebbero molte di più per un’efficace comunicazione. Tuttavia, ci impegneremo a fare tutto il possibile per valorizzare questa ricerca, che già nella sua prima fase offre risultati davvero significativi. Questo rappresenta per noi un passo importante verso una maggiore diffusione della cultura del biologico”.
La campagna è stata realizzata grazie al contributo di NaturaSì, socio di Assobio, che ha fornito tutti i prodotti necessari alla dieta biologica mediterranea.
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27/11/2024, 9:31 |
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AssoBio: Il biologico è l’agricoltura del futuro per la salute del pianeta
La Presidente Nicoletta Maffini ospite su Rai TG1 Mattina e Officina Italia per parlare dell’eccellenza del settore biologico, delle sue sfide e dell’importanza di riconoscere il valore del marchio europeo "Foglia Verde".
“Un prodotto alimentare di origine biologica può essere definito tale solo quando è stato realizzato con i princìpi della produzione organica: non deve e non può contenere quindi OGM (organismi geneticamente modificati) e sostanze chimiche di sintesi come pesticidi, insetticidi, sostanze diserbanti e concimi.
Proviene da un’agricoltura pulita e sostenibile, che tiene anche conto della rotazione delle colture, indispensabile per nutrire i terreni. L’agricoltura biologia è l’agricoltura del futuro!”.
Lo ha detto la Presidente di Assobio, Nicoletta Maffini, collegata in diretta su Rai Uno a TG1 Mattina, durante l’approfondimento dedicato al mondo del biologo e alla sostenibilità di mercoledì 29 gennaio 2025.
La presenza di Maffini ha rappresentato un'occasione per aumentare ulteriormente la visibilità di un settore in crescita: nel corso del 2024, infatti, il 93% dei consumatori ha acquistato almeno un prodotto biologico, contribuendo a una crescita di mercato del 203% negli ultimi dieci anni (2012-2023). Nel dettaglio, il fatturato 2023 dei prodotti biologici venduti in Italia ha raggiunto i 5,5 miliardi di euro, posizionando di diritto il Belpaese tra i leader mondiali nella produzione, trasformazione ed esportazione di prodotti biologici. Tuttavia, la sfida principale rimane il consumo interno che in Italia rappresenta solo il 3% del mercato, mentre in Europa la media è dell’11%. “Occorre spiegare di più e meglio al consumatore il valore del biologico: il cibo è salute e la salute passa dal piatto. Ecco perché è molto importane scegliere i prodotti giusti, bisogna inoltre far comprendere il valore del cibo, dalla produzione agricola fino al processo di trasformazione e di distribuzione” - ha continuato Maffini durante il suo intervento su Officina Italia, trasmesso sabato 1° febbraio da Rai tre. Sono stati inoltre coinvolti diversi associati che hanno portato il loro contributo con video delle filiere ed interviste.
Tra i temi toccati c’è la corretta informazione sulle etichette che risulta essenziale per insegnare come distinguere i veri prodotti biologici da quelli che, pur usando green claims come "residuo zero", non appartengono a questa categoria. “La ‘foglia verde’ europea è il marchio che certifica un vero prodotto biologico. A differenza di un prodotto 'residuo zero', che può provenire da un’agricoltura tradizionale, il biologico segue un percorso chiaro che parte dal campo. Se il prodotto è mono ingrediente, esso deve essere 100% biologico, mentre per i prodotti composti da più ingredienti, almeno il 95% deve provenire da coltivazioni biologiche” – ha spiegato Maffini.
Sempre parlando di agricoltura, è emerso poi come il biologico si dimostra anche più “resiliente” rispetto agli shock energetici e ai conflitti globali. Nell’attuale contesto di globalizzazione, infatti, la tendenza delle imprese è puntare su una fitta rete commerciale e sull’efficienza dell’intera filiera, dalla produzione alla trasformazione. Elementi chiave sono la transizione ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici, che necessitano di una protezione adeguata delle rese agricole. In questo scenario, il mutuo soccorso tra imprese è importante, che sia aggregazione di filiera o aggregazione in distretti. Esempi di successo in tal senso provengono dalle realtà socie AssoBio intervistate: dalle Marche, la Cooperativa Gino Girolomoni, racconta come nel Pesarese (dove c’è il distretto biologico più grande d’Europa con oltre 2000 operatori) sia noto lo slogan “La biodiversità ci unisce”.
In Campania, a Capua, 19 aziende agricole si sono unite sotto il marchio Amico Bio per produrre 30.000 quintali di frutta e verdura di alta qualità.
L’innovazione è un altro pilastro del settore: l’agricoltura biologica si distingue per la sua capacità di innovare attraverso la ricerca e l’uso di tecnologie avanzate. Le scelte di aziende virtuose, anch’esse socie AssoBio, come Probios, che investe in ricerca e sviluppo, Salumificio Pedrazzoli, che adotta il principio del "benessere animale", o Aboca, che si basa su innovativi studi di biologia molecolare e medicina sistemica per conoscere “l’intelligenza della natura”, sono esempi di come il biologico possa essere anche sinonimo di qualità e innovazione.
Ma la strada per la transizione è aperta e percorribile altresì dalle aziende convenzionali interessate ad avviare un processo di conversione al biologico. Con il supporto delle istituzioni e di associazioni come AssoBio, le imprese possono ricevere guida e accompagnamento in questo percorso. Anche la questione dei prezzi dei prodotti è importante: “Il differenziale rispetto ai prodotti industriali, di media va dal 10% al 30%, il lavoro in questo caso è differente: si tratta di un’ agricoltura rispettosa dell’ambiente, che nutre e non impoverisce i terreni, il rispetto dei cicli determina rese inferiori, ci sono inoltre i costi di certificazione che devono essere sostenuti dalle imprese stesse - ha spiegato Maffini - senza dimenticare che il bio è attento alla giusta remunerazione dell’agricoltore, cosa che non sempre accade per i prodotti industriali coltivati con un’agricoltura intensiva”.
AssoBio, conclude la Presidente, continua a impegnarsi per sostenere le imprese del settore biologico e promuovere pratiche agricole sostenibili. L’associazione, che riunisce 140 aziende, chiede alle Istituzioni un supporto economico maggiore attraverso la defiscalizzazione degli oneri di certificazione e la riduzione dell’IVA, con l’obiettivo di stimolare la crescita dei consumi e supportare i cittadini, contribuendo così a un futuro migliore per tutti.
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06/02/2025, 14:03 |
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