Re: FederBio Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinami
12/03/2019, 21:29
DATI, IDEE, BUONE PRATICHE PER UNA PAC AMICA DEL CLIMA Verso una riforma ecologica della Politica Agricola Comune dell’Unione europea FIRENZE BIO - 15 marzo 2019 - h. 11.30 Fortezza da Basso | Sala arancio | Padiglione Spadolini
SALUTI ISTITUZIONALI
Alberto Bencistà - Associazione Firenze BIO Alessia Bettini - Assessora Ambiente e igiene pubblica – Comune di Firenze
ATLANTE DELLA PAC: DATI E FATTI DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE UE, VERSO UNA RIFORMA ECOLOGICA.
L’atlante europeo della PAC nasce per fare comprendere quanto sia stretto il legame tra l’agricoltura e la vita quotidiana di tutti i cittadini, ma anche quanto poco denaro pubblico della PAC viene oggi realmente destinato ad obiettivi di sostenibilità. A livello globale il rapporto dell’IPCC attribuisce al settore primario il 20% delle emissioni di gas clima alteranti. La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura presenta a Firenze BIO le sue idee, riflessioni e proposte per una seria e radicale riforma della PAC post 2020 che riduca il contributo dell’agricoltura e della zootecnia ai cambiamenti climatici.
Re: FederBio Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinami
30/03/2019, 9:34
Convegno
Rame: non è sempre Verde.
Alternative possibili per la viticoltura biologica
Verona, 53° Vinitaly – Salone internazionale dei vini e dei distillati
Martedì 9 aprile 2019 - h. 11.00 13.00
Sala Puccini – Centrocongressi Arena
Il mercato del vino biologico è ormai una realtà in crescita costante con numeri che confermano le più ottimistiche aspettative. Una popolarità che è prova evidente di un mutamento radicale nell’approccio del consumatore, che oggi è maggiormente informato e sensibile sulle tematiche della salute, dell’etica del lavoro e della salvaguardia dell’ambiente.
A proposito di quest’ultima, un tema importante e di attualità è quello dell’utilizzo del rame come prodotto fitosanitario. Proprio a causa dell’impatto ambientale di tale sostanza, la normativa europea che regola l’agricoltura bio (Reg. CE n. 889/2008) aveva già posto un limite al suo utilizzo pari a 6 kg/anno/ha; il Reg. UE n. 1981 del 2018 ha limitato l’uso del rame in tutte le forme di agricoltura, introducendo il limite di 4 kg/anno/ha.
La sfida per gli agricoltori biologici è dunque di riuscire a ridurre al minimo l’utilizzo di tale sostanza attiva per la difesa delle principali patologie viticole.
Il convegno intende fare il punto sull’argomento e aprire una discussione coinvolgendo le istituzioni, il mondo della ricerca applicata e alcuni produttori che illustreranno le loro tecniche di gestione del vigneto biologico.
PROGRAMMA
14.45 - Registrazione dei partecipanti
15.00 - Saluti e introduzione i lavori
Verona Fiere - FederBio Maria Grazia Mammuccini
11.15 - Le novità normative sull'impiego del rame e le attività di ricerca promosse dal Ministero - PQAI I MiPAAFT - Giovanna Rivieccio
11.30 - La riduzione e le alternative al rame, la ricerca della Fondazione MACH in viticoltura biologica - Enzo Mescalchin
11.45 - La riduzione e le alternative al rame, la ricerca del Centro di Sperimentazione Laimburg in viticoltura biologica - Markus Kelderer
12.00 - Case history - 4 kg di rame/anno/ha - strategie di gestione del vigneto biologico:
Esperienze aziendali e proposte di sperimentazione per il rispetto dei 4 kg Cu/ha
Daniele Piccinin - titolare Az. Agricola Le Carline e Presidente Bio Distretto “BioVenezia”.
Linee tecniche di difesa per il rispetto dei 4 kg Cu/ha.
Re: FederBio Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinami
04/04/2020, 19:02
Covid/2: il settore agribio rischia di scomparire I canali di vendita per gli agricoltori sono quasi del tutto bloccati
Se continua così, tra le tante vittime del coronavirus rischia di esserci anche il settore agribio italiano. L'allarme viene lanciato da Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, l'associazione che raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico. “I problemi principali in questa emergenza sono legati al moltiplicrasi delle difficoltà di vendita da parte degli agricoltori. Il decreto Cura Italia non ha vietato i mercati rionali, sbocco principale dei produttori bio, ma molti sindaci sono intervenuti vietando i mercati all'aperto. E così molte aziende, soprattutto quelle che producono il prodotto fresco che hanno come canale principale il mercato stannmo rischiando di buttare via tutto il raccolto”, spiega Mammuccini.
Il settore soffre come altri, forse più di altri. “Le aziende bio che lavorano con la ristorazione pubblica, come mense aziendali e scolastiche, sono fermi: è tutto chiuso e non hanno sbocco nemmeno nei mercati che assorbano il prodotto - sottolinea la presidente - Per non parlare dei produttori in zone collinari di qualità, quelli che rifornivano i ristoranti con prodotti di qualità come formaggi e salumi: anche qui, la ristorazione è chiusa e tutto si è fermato”. Altri aspetti riguardano chi lavora per l'agriturismo, per le fattorie didattiche. “Semplicemente non lavorano, come chi ha a che fare col vino”, commenta Mammuccini. Una parziale consolazione arriva dalla grande domanda di prodotto agroalimentare, anche biologico, che viene smaltita dalla gdo, il cui trend delle vendite a valore da gennaio al 22 marzo 2020 è aumentato del 10,9% rispetto allo stesso periodo del 2019: nel periodo pre-covid, ossia dal rimo gennaio 2020 al 16 febbraio faceva +4,1%, performando comunque meglio rispetto a quanto registrato nella coda 2019; nel periodo post-covid, ossia dal 17 febbraio al 22 marzo 2020 è schizzato a +20,1%.
“Ma il mercato della gdo valorizza solo le aziende più grandi: chi lavora sulla qualità, i distretti di filiera corta, sono in difficoltà”, spiega Mammuccini. Sul cosa fare la presidente è decisa. “Scriviamo all'Anci, l'associazione nazionale dei comuni, per riaprire i mercatini rionali. Ma stiamo anche raccogliendo le principali criticità per provvedimenti strutturali da prendere, in modo da poterne parlare al governo. Questa è una crisi economica senza precedenti che necessita di interventi mirati per singole specificità, almeno nel nostro caso. C'è bisogno subito di manodopera per le aziende ortofrutticole che non riescono a raccogliere il prodotto”, spiega.
L'altro capitolo, ugualmente importante per il futuro del settore, è quello della legge sul biologico, ferma in parlamento dal 2018. “Abbiamo bisogno di investimenti per ricerca, innovazione e formazione, in modo da rafforzare le produzioni bio e innovare un settore che può essere traino anche per il resto dell'agricoltura. E abbiamo bisogno di interventi strategici per fare sistema”, sottolinea Mammuccini. D'altra parte oggi il biologico rappresenta il 20% della superficie coltivata in Italia con due milioni di ettari ed è diventato in pochi anni uno dei dieci maggiori paesi produttori di cibo biologico a livello mondiale. “Con 79 mila operatori biologici l'Italia è prima in Europa per numero di occupati nel settore. Dal 2010 gli ettari di superficie biologica coltivata nel nostro paese sono aumentati di oltre il 75% e il numero degli operatori del settore di oltre il 65%. Dal 2013 a oggi i consumi cono cresciuti del 102% per un mercato che ha oltrepassato i 6 miliardi di euro di vendite, di cui oltre 2 miliardi solo per l'export, cresciuto negli ultimi dieci anni del 597%”, spiega Mammuccini.
Re: FederBio Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinami
12/08/2020, 12:38
Firmata la modifica del dm 309/2011 dalla ministra Bellanova: nuovi limiti per le contaminazioni accidentali e inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica 30 LUGLIO 2020|IN COMUNICATI STAMPA Il 3 agosto nel webinar gratuito di UIV-Federbio “LMR fosfiti nel vino biologico: i passi avanti del nuovo decreto” la spiegazione delle novità normative.
Roma, 30 luglio 2020 – Arriva l’attesa firma della Ministra Teresa Bellanova sul Decreto che aggiorna i limiti delle contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili da fosfiti nella frutticoltura e viticoltura biologica, ponendo fine ad una situazione di ambiguità normativa che danneggiava i produttori biologici onesti costretti a decertificare i loro prodotti pur non avendo impiegato sostanze attive non ammesse.
Il Decreto firmato dalla Ministra Teresa Bellanova, dopo l’accordo con le rappresentanze del settore e in Conferenza Stato Regioni, adegua i limiti previsti attualmente dal DM 309/2011 per i residui di acido fosfonico in assenza di contemporanea rilevazione di acido etilfosfonico nei prodotti tal quali e in quelli trasformati provenienti da colture arboree. In questo modo, grazie al recepimento nella normativa di metodiche scientifiche avanzate di analisi dei residui di acido fosfonico, si è fatta chiarezza su un tema molto critico per il settore che rischiava di causare danni ingenti alla produzione biologica in agricoltura.
Il nuovo Decreto prevede, infatti, una deroga fino al 31 dicembre 2022 per i residui di acido fosfonico con il limite di 1 mg/kg per le colture arboree. Inoltre, per le produzioni vinicole si applica per l’acido etilfosfonico il limite di 0,05 mg/kg, tenuto conto della possibile trasformazione dell’acido fosfonico in acido etilfosfonico a causa della presenza di etanolo nei trasformati enologici. La pubblicazione del Decreto è attesa a giorni, dopo le verifiche di competenza della Corte Conti.
Il provvedimento del MIPAAF fa seguito a specifiche attività di ricerca avviate già nel 2014 con la collaborazione di FederBio e riprese nel 2016 specificamente per il comparto vitivinicolo con la collaborazione di UIV. Fra gli esiti di queste ricerche, l’evidenza che alcuni mezzi tecnici ammessi dalla legge, normalmente utilizzati nelle coltivazioni biologiche e in cantina, presentano contaminazioni da fosfiti anche significative.
Tutti gli elementi utili per comprendere le novità normative verranno illustrati da FederBio e UIV il 3 agosto alle ore 11.00 nel webinar gratuito “LMR fosfiti nel vino biologico: i passi avanti del nuovo decreto”. Interverranno Roberta Cafiero, Dirigente Ufficio PQAI I-MiPAAF, Alessandra Trinchera, Ricercatrice del CREA e Coordinatrice del Progetto Biofosf-Wine, Paolo Carnemolla, Segretario Generale FederBio, Paolo Castelletti, Segretario Generale UIV, Daniele Fichera, Coordinatore del Comitato tecnico e normativo FederBio, Katia Guardini, Responsabile del Laboratorio di UIV e Elisabetta Romeo-Vareille, Policy Officer UIV.
Re: FederBio Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinami
08/10/2020, 7:01
#RivoluzioneBio Dalla Rivoluzione verde alla rivoluzione Bio: il biologico tra presente e futuro. 9 ottobre a Bologna.
Rivoluzione Bio 2020 sarà l’evento protagonista di SANA RESTART: un’intera giornata animata dal dibattito di tavoli tematici strategici per il settore che vedranno l’interazione di policy maker, esperti e protagonisti del settore.
Un’occasione di lavoro e confronto con un approccio multidisciplinare che prosegue nel percorso di ricerca, aggiornamento e innovazione avviato con l’edizione 2019 e la redazione del Manifesto Bio 2030. https://rivoluzionebio.it/
Re: FederBio Fed. Italiana Agricoltura Biologica e Biodinami
15/12/2020, 7:47
Legge di Bilancio 2021: FederBio propone 5 emendamenti per lo sviluppo dell’agroecologia 03 DICEMBRE 2020|IN COMUNICATI STAMPA Bologna, 3 dicembre 2020 – Favorire la sostenibilità ambientale, in linea con gli obiettivi europei del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità. Questo l’obiettivo che ha spinto FederBio a presentare cinque emendamenti alla Legge di Bilancio, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021, basati sulla valorizzazione del biologico come paradigma per il rilancio del sistema agroalimentare italiano.
Nello specifico le proposte della Federazione si concentrano sull’art. 21 con la richiesta della dotazione di un fondo di 30 milioni di euro, per l’anno 2021, dedicato a favorire lo sviluppo delle filiere agricole biologiche, in linea con gli obiettivi europei di triplicare entro il 2030 le superfici coltivate a biologico.
Altro punto su cui si concentra l’attenzione della Federazione è l’art. 65bis con la proposta di attivare un fondo per incentivare il consumo di prodotti biologici certificati a favore dei nuclei familiari dove siano presenti donne in gravidanza e bambini fino ai 3 anni. Numerosi studi epidemiologici hanno infatti dimostrato la correlazione tra esposizione prenatale a pesticidi ed effetti negativi sul neurosviluppo, oltre al rischio di patologie cronico-degenerative come conseguenza dell’esposizione permanente ai pesticidi.
Sempre in linea con le indicazioni della Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, FederBio sollecita l’utilizzo della fiscalità nazionale per favorire l’incremento della superficie agricola coltivata ad agricoltura biologica in relazione alle esternalità positive per l’ambiente e la biodiversità. Per questo propone alcune misure, tra cui l’applicazione dell’aliquota IVA agevolata del 2%, per incentivare il consumo di prodotti ortofrutticoli biologici certificati e l’esenzione IVA quando sono venduti per la somministrazione di alimenti e bevande nell’ambito di servizi di ristorazione collettiva pubblica (Art. 135 bis). Chiede, poi, l’azzeramento dei costi di certificazione obbligatoria utilizzando il credito di imposta per le imprese biologiche certificate.
L’ultimo emendamento riguarda gli insetti impollinatori, fondamentali per la protezione della biodiversità, messi a rischio dal cambiamento climatico, dall’agricoltura intensiva e dalla scomparsa degli habitat naturali. La proposta di FederBio è tesa a incrementare le misure destinate ai comuni ed enti gestori delle aree naturali protette finalizzate alla realizzazione di aree verdi attrezzate per la tutela degli insetti impollinatori nelle zone economiche ambientali.
“Oggi più che mai è evidente che gli interventi finalizzati alla ripresa, dopo questa delicata e complicatissima crisi legata all’emergenza sanitaria, economica e ambientale, non possono che passare dalla sostenibilità. Gli emendamenti proposti rappresentano degli incentivi fondamentali per allineare l’Italia al Green Deal europeo e agli obiettivi ambiziosi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, ovvero incrementare del 25% le superfici coltivate a biologico e ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030.
Per favorire la transizione ecologica dell’agricoltura occorrono misure concrete, anche sul piano fiscale. Il rilancio della nostra economia non può prescindere dal rispetto della fertilità dei suoli, dalla tutela della biodiversità e dal contrasto al cambiamento climatico. Chi sceglie di produrre biologico, con ricadute positive sulla salute e sull’ambiente, va supportato con agevolazioni fiscali che compensino in parte i costi maggiori sostenuti”, ha commentato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.