DA MILANO A DUBAI, LA DIETA MEDITERRANEA TRAGHETTA IL FORUM VERSO L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 2020 NEGLI EMIRATI ARABI
IL MESSAGGIO DEL MINISTRO MARTINA: "DIETA MEDITERRANEA RISPOSTA FONDAMENTALE PER IL TEMA CENTRALE DI EXPO NUTRIRE IL PIANETA"
La prossima tappa per la Dieta Mediterranea potrebbe essere Dubai: è una delle novità emerse durante il Forum Internazionale della Dieta Mediterranea che si è tenuto al Padiglione Unione Europea a Expo, e a cui il titolare del Dicastero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina - trattenuto a Roma dalla convocazione del Consiglio dei Ministri - ha fatto arrivare un messaggio di ringraziamento a tutti i presenti all'incontro e in particolare al Presidente del Forum Dieta Mediterranea Enrico Lupi assieme alla Camera di Commercio di Imperia - nella persona del suo Commissario Straordinario Franco Amadeo - e all'Azienda Speciale Promimperia, per il contributo fondamentale nel dare grande risonanza a un evento come questo: "La Dieta mediterranea - si legge - è sempre più un concetto attuale e quanto meno necessario, sia dal punto di vista nutrizionale che economico, culturale ed educativo e questo vale tanto più per il nostro Paese, per il suo specifico modello agricolo e alimentare. Ma non solo: la Dieta mediterranea costituisce una risposta fondamentale per il grande tema che è al centro di Expo, ovvero nutrire il pianeta. Di fatto, questo incontro e tutti quelli che caratterizzano la Settimana della Dieta Mediterranea, sottolineano come la Dieta vada ben oltre il cibo. Nel mondo sono ben 1,3 miliardi le persone che soffrono di disturbi legati a una cattiva alimentazione, soprattutto tra i più giovani: alla luce di tutto ciò abbiamo l’obbligo di ripartire dai principi della Dieta mediterranea anche nelle scuole, dove abbiamo modo di incidere positivamente sui bambini e quindi anche sulle loro famiglie. È un segnale importante poi - si aggiunge nella nota - la creazione proprio a Expo del Network delle Comunità della Dieta Mediterranea Unesco, una rete di città, comunità, centri di ricerca, associazioni ed espressioni della società civile che si impegnano a valorizzare il mangiare mediterraneo".
Un simposio organizzato da MIPAAF, Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale Promimperia, in concomitanza con la Prima Giornata Mondiale della Dieta Mediterranea e inserito tra gli eventi della Settimana della Dieta Mediterranea curata proprio dal MIPAAF a Expo, che ha posto l'attenzione su alcuni concetti strategici legati alla Dieta Mediterranea e acceso i riflettori su alcune best practices nazionali nei paesi riconosciuti Patrimonio Unesco ovvero Italia, Spagna, Grecia, Marocco, Croazia e Cipro. A moderare le sessioni del pomeriggio, che si sono concluse con la firma della Carta dei Valori, il Direttore Generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare del MIPAAF Emilio Gatto e il Dirigente e Coordinatore Gruppo Dieta Mediterranea al Mipaaf Pasquale Giuditta.
Tale Carta dei Valori della Dieta Mediterranea, presentata oggi da Alessandro Zagarella dell'Università degli studi di Roma, responsabile del progetto “Carta dei Valori della Dieta Mediterranea e del network delle Comunità Italiane della Dieta Mediterranea” - e firmata da Forum Dieta Mediterranea, Associazione Nazionale Città dell'Olio, Centro Internazionale Studi sulla Dieta Mediterranea Angelo Vassallo, Cluster Bio Mediterraneo, Comune di Pollica, Ecomuseo della Dieta Mediterranea di Pioppi, Legambiente, MedEat Research-Centro Ricerche Sociali sulla Dieta Mediterranea e Unitelma - contiene molti dei concetti affrontati durante il Simposio. Zagarella nel suo intervento ha sottolineato come questa sia “un documento programmatico che nasce dall’esigenza di superare delle problematiche sorte a livello nazionale subito dopo il riconoscimento UNESCO. Problematiche rappresentate essenzialmente dalla frammentarietà delle attività che possono essere la valorizzazione dei riconoscimento UNESCO, l’enciclopedia dei valori della Dieta Mediterranea spesso fraintesa dalle comunità territoriali e la conoscenza limitata della normativa internazionale. Attraverso la firma odierna di questa carta, le comunità italiane che negli ultimi dieci anni si sono occupate di valorizzare il patrimonio UNESCO della Dieta Mediterranea - tra cui il Forum Internazionale della Dieta Mediterranea, Fondazione Internazionale della Dieta Mediterranea, l’Università Sapienza di Roma, l’Associazione Nazionale Città dell’Olio, l’Università Sororsala Ben in Casa di Napoli - si impegneranno nei prossimi anni, insieme al Ministero delle Politiche Agricole e alla Comunità Emblematica di Pollica, a valorizzare insieme, in maniera sistemica per ricavarne vantaggi diretti e indiretti, il riconoscimento che l’UNESCO ha assegnato alla Dieta Mediterranea nel 2010.”
Il riconoscimento Unesco rappresenta per i paesi che ne fanno parte, un importante fonte di vantaggi anche dal punto di vista comunicativo ed economico. Facendo attenzione a non confondere il concetto di brand economico con quello di brand commerciale, è infatti evidente che dal punto di vista del policy making, la DM può contare sul riconoscimento Unesco come fattore propulsivo per potenziare il messaggio che essa intende trasmettere, ma altresì verificare come questo "brand" sia riconosciuto da tutti come "valore collettivo" in grado di innalzare il livello di awareness e accrescere l'appeal nelle offerte e stimolare l'attenzione alla domanda di prodotti con esso identificabili. La Dieta Mediterranea non è quindi da considerarsi un mero valore nutrizionale, molto importante è anche il peso economico che questo stile di vita ha nel nostro quotidiano: ne ha parlato durante la prima sessione di lavori il Prof. Alberto Mattiacci, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese a La Sapienza di Roma, oltre che Direttore Scientifico di Eurispes e Presidente della Società Italiana Marketing, sottolineando come "per l'Italia, l’Istat stima il valore della spesa alimentare media mensile in circa 460 euro, di cui due terzi (circa 350 euro/mese) destinati all'acquisto di prodotti che si riconoscono nella piramide della DM. Uno studio congiunto de La Sapienza e dell’Università di Parma, ha altresì verificato come circa l’80% del sell out alimentare della distribuzione moderna sia generato dalle categorie della DM. Ma non è il solo risvolto economico che si può accreditare a questo "stile di vita": sempre da uno studio de La Sapienza, è emerso che il potenziale delle offerte turistiche imperniate sulle valenze narrative della DM ammonta a circa 800 milioni di euro. Un business che si costruisce facendo leva su due concetti: creare nuove opportunità e perseguire uno sviluppo sostenibile in termini di sviluppo economico, inclusività sociale e sostenibilità ambientale".
Le potenzialità della Dieta Mediterranea potrebbero tuttavia portare a un allargamento dell'area interessata dal nostro "stile di vita", arrivando anche a coinvolgere i paesi arabi che, pur non essendo direttamente affacciati sul Mare Nostrum, vengono comunque raggiunti e conquistati da quello che è lo stile agroalimentare del Made in Italy. E con questi presupposti, la Dieta Mediterranea potrebbe aspirare a essere uno dei protagonisti della prossima Esposizione Universale, nel 2020 a Dubai. Ad affermarlo è Riccardo Garosci, Capo progetto al Comitato di candidatura Expo Milano, Presidente del Comitato per l'Educazione Alimentare del Ministero dell'Istruzione e Coordinatore dell' analogo Tavolo tematico per la 'Carta di Milano', che quest'oggi, intervenendo alla quinta edizione del Forum Internazionale della Dieta Mediterranea, ha sottolineato come "Expo Milano terminerà fisicamente il prossimo 31 ottobre, ma quanto emerso da questa irripetibile occasione di confronto tra i paesi del mondo su come nutrire responsabilmente il pianeta, continua a perpetrare la sua eredità immateriale guardando già alla prossima Esposizione, Dubai 2020, sul tema "Uniamo le menti, le culture, costruiamo insieme il futuro". Tra Expo Milano e Dubai, è infatti già stato firmato un Protocollo d'Intesa per portare avanti anche in tale occasione il tema dell'alimentazione sviluppato in Italia. C'è un vivo interesse da parte di tutti a proseguire con azioni concrete di stampo culturale ed educativo su un tema molto caro anche ai paesi arabi, in quanto notoriamente innamorati delle eccellenze del food Made in Italy. Il Forum - ha aggiunto - è chiamato a lavorare da oggi e per i prossimi cinque anni, perché questi temi possano mantenersi attuali e diventare argomento di confronto anche nella prossima Esposizione Universale. Per questo è importante pensare di ampliare ulteriormente il ventaglio dei paesi coinvolti: non è condizione essenziale essere affacciati sul Mediterraneo per far parte di questo progetto, ma condividerne, valorizzarne e impegnarsi a promuoverne i principi".
Nel corso della giornata sono poi intervenuti anche l'Assessore allo Sviluppo Economico e Imprenditoria della Regione Liguria Edoardo Rixi, il Rettore dell'Università degli studi di Roma Unitelma Sapienza Francesco Avallone, il Segretario Generale di CEEBA Progetto ENPI MedDiet Alaa Ezz, il Prof. Tullio Scovazzi Ordinario di Diritto Internazionale Università di Milano Bicocca, il Prof. Pierluigi Petrillo Associato di Diritto Pubblico Comparato a La Sapienza di Roma, il Direttore del reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell'Ospedale di Sanremo Massimo Conio, il Prof. Gaetano Golinelli Emerito di Economia e Gestione delle Imprese a La Sapienza di Roma e Presidente CUEIM, i rappresentanti dei paesi patrimonio Unesco per la Dieta Mediterranea, il Prof. Donato Limone Ordinario di Diritto dell'Informatica Unitelma La Sapienza, Domenico Nicoletti del Centro Studi Internazionali Angelo Vassallo e Stefano Pisani Sindaco del Comune di Pollica, coordinatore del Network delle Comunità Emblematica della Dieta Mediterranea Unesco.
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