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ENEA Ag. Nuove tecnologie, energia e sviluppo sostenibile 
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ENEA, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Università di Bologna hanno messo a punto una proposta per trasformare gli impianti di depurazione in “bioraffinerie urbane”, estraendo dai liquami e dai fanghi di depurazione risorse idriche e materiali da utilizzare in altri settori, ad esempio in agricoltura (acqua per irrigazione, fertilizzanti) e nella produzione di energia (biometano).

Per la notizia completa: https://www.enea.it/it/Stampa/news/acqu ... ie-urbane/

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29/03/2021, 13:42
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Energia 85 milioni di contratti e 6 nuovi soci per il progetto italiano sulla fusione DTT https://www.enea.it/it/Stampa/comunicat ... sione-dtt/

La società che dovrà realizzare il progetto italiano per la fusione nucleare, il Divertor Tokamak Test (DTT), promosso da ENEA, Eni e CREATE, si è ampliata a sei nuovi soci - INFN, Consorzio RFX, Politecnico di Torino, Università della Tuscia, Milano Bicocca e Roma Tor Vergata – cui a breve si aggiungerà anche il CNR. Intanto le gare vinte per la realizzazione del progetto hanno superato quota 85 milioni di euro.

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08/04/2021, 13:18
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ENEA, in collaborazione con le aziende siciliane Navhetec srl e Agrumaria Corleone spa, ha brevettato una metodologia innovativa in grado di trasformare gli scarti della lavorazione del limone in integratori e nutraceutici che possono essere utilizzati nella prevenzione di alcune patologie come obesità, diabete, ipercolesterolemia e disturbi cardio-vascolari.

Per la notizia completa: https://www.enea.it/it/Stampa/news/salu ... -vascolare

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09/04/2021, 12:23
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Giornata Terra: da ENEA microbi ‘benefici’ al servizio di agricoltura e ambiente

I progetti di ricerca per contrastare il degrado dei suoli
La notizia sul nuovo numero del settimanale ENEAinform@

Roma, 22 aprile 2021 – “Riparare la Terra” con l’aiuto di microbi ‘benefici’, in grado di migliorare
resa e qualità delle colture, ma anche di contrastare l’impoverimento dei suoli, bonificare terreni
contaminati e ridurre l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e pesticidi. In occasione della Giornata
Mondiale della Terra 2021, incentrata su “Restore Our Earth” (ripariamo la Terra), ENEA presenta
i risultati di tre progetti che prevedono l’utilizzo di comunità di microrganismi per rigenerare i suoli
in modo sostenibile. Ad oggi, infatti, circa 1/4 della superficie terrestre è già stata danneggiata e
ogni anno vengono persi oltre 24 miliardi di tonnellate di terreno fertile, causando la perdita di
produttività di circa il 25% della superficie globale. Un danno gravissimo tenuto conto che nel
suolo è custodito oltre il 25% della diversità biologica mondiale ed è al suolo che è legato il ciclo di
vita di oltre il 40% degli organismi viventi.
I ricercatori dell’ENEA hanno sviluppato comunità di microbi benefici, quasi dei ‘cocktail’ di
batteri e funghi, mettendo insieme microrganismi promotori della crescita delle piante (i cosiddetti
Plant Growth Promoting Microorganisms - PGPM), selezionati a seguito di una sistematica
rassegna di letteratura e della loro capacità di coesistere in vitro. Queste attività, i cui risultati sono
stati pubblicati sulla rivista “Microorganisms – MDPI”, si sono svolte nell’ambito del progetto
SIMBA, finanziato dal programma Horizon 2020. La combinazione di consorzi microbici con
composti naturali bioattivi e l’uso di idonei ammendanti consentiranno di incrementare la fertilità
del suolo e migliorare resa e qualità delle colture.
“Questi consorzi microbici multifunzionali rappresentano un’alternativa sostenibile all’uso di
pesticidi e fertilizzanti convenzionali, in quanto sono in grado di svolgere diverse funzioni, tra cui
la fissazione dell’azoto e la solubilizzazione del fosforo nei terreni, favorendo lo sviluppo delle
piante e rafforzando la resilienza del suolo agli stress”, sottolinea Annamaria Bevivino responsabile
del Laboratorio ENEA di Sostenibilità, qualità e sicurezza dei sistemi agroalimentari. “Le
sperimentazioni in serra e in pieno campo effettuate anche in carenza di acqua e con diversi livelli
di concimazione, hanno dato risultati promettenti sulle colture di pomodoro, mais e grano, con
produzioni equiparabili a quelle ottenute con i fertilizzanti di uso comune”, aggiunge.
Ma non solo. Le comunità di microbi possono dare un aiuto concreto per le coltivazioni nelle aree
semi-aride e aride del Mediterraneo (Italia, Giordania, Cipro, Grecia e Algeria) come ha dimostrato
il progetto EranetMed Supreme, coordinato dall’Università di Cagliari, presso il sito di Al-Ghweir,
in Giordania. In questo caso i ricercatori ENEA hanno utilizzato ceppi provenienti dalla rizosfera di
piante locali spontanee e la sperimentazione - effettuata sull’orzo, principale coltura del luogo - ha
dimostrato che sotto stress idrico i batteri sono in grado di sostenerne vitalità e crescita, agendo
come biofertilizzanti.
“Questo approccio, che stiamo utilizzando anche nell’ambito della sperimentazione in campo aperto
tuttora in corso, incentrato sulla biodiversità del suolo locale, può essere sfruttato per una duplice
finalità. Da un lato, per migliorare le produzioni agricole tradizionali, danneggiate dalle scarse
funzioni biogeochimiche dei suoli e dall’impiego intensivo di fertilizzanti e risorse idriche,
dall’altro per promuovere colture innovative ad alta qualità nutrizionale”, afferma Chiara Alisi del
Laboratorio ENEA di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.

ENEA - Ufficio Stampa e Rapporti con i Media
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Infine, per ‘Riparare la Terra’, piante e batteri possono essere ottimi alleati per decontaminare i
suoli inquinati da attività estrattive. È l’obiettivo di alcuni progetti, tra cui “Umbrella” e “SMERI”,
condotti nel sito minerario di Ingurtosu (Sardegna), dove i ricercatori dell’ENEA hanno testato
l’efficacia di interventi di risanamento dei suoli tramite l’associazione di piante e microrganismi, il
cosiddetto fito-risanamento assistito. Per evitare la dispersione dei metalli nelle aree circostanti la
miniera e ripristinare la normale funzionalità dei suoli, i ricercatori ENEA hanno trattato infatti
alcuni terreni - utilizzati come depositi di scarti di miniera - associando alla pianta endemica
“Euphorbia pithyusa L.”, un consorzio batterico di ceppi autoctoni, selezionati tra i più resistenti ai
metalli pesanti e promotori della crescita vegetale.
“Questo tipo di sperimentazione tuttora in corso ha dimostrato la sua efficacia sia in termini di
miglioramento della biodiversità microbica e delle funzioni del suolo che dell’incremento della
vegetazione spontanea”, sottolinea Giada Migliore del Laboratorio ENEA di Osservazioni e misure
per l’ambiente e il clima. “Per questo auspichiamo un sempre maggiore ricorso allo sfruttamento
dei processi indotti o prodotti dalle associazioni tra piante e microrganismi per la bonifica di terreni
contaminati dalle attività industriali, che provocano drastici cambiamenti nel suolo, alterandone la
composizione e la capacità di autoregolazione ed influendo negativamente sulla funzionalità
dell'ecosistema e nei territori circostanti”. Le attività condotte dall’ENEA nei siti di Al-Ghweir e di
Ingurtosu sono state presentate nell’ambito del Global Symposium on Soil Biodiversity della FAO
che si conclude oggi a Roma.
ENEA con laboratori, infrastrutture, competenze e professionalità pluriennali, partecipa inoltre al
centro di ricerca nazionale sul suolo (Soil-HUB dell’Italian Soil Partnership) e supporta la
partecipazione del nostro Paese alla Global Soil Partnership ed alla rete di eccellenza europea sulla
ricerca sul suolo (European Joint Programme, EJP-SOIL), con l’obiettivo di preservare le funzioni
ecosistemiche del suolo e mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi agricoli.

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22/04/2021, 18:15
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Imprese: ENEA-Unioncamere insieme per tecnologie innovative e supporto a PMI

Roma, 22 aprile 2021 - I Presidenti dell’ENEA Federico Testa e di Unioncamere Carlo Sangalli hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per rafforzare il trasferimento di tecnologie, competenze e offerta di innovazione tra laboratori di ricerca e imprese, con strumenti e servizi di nuova generazione.
La collaborazione riguarda in particolare l’individuazione e la promozione delle tecnologie più adatte alle diverse tipologie di imprese, soprattutto PMI, il supporto nell’accesso al capitale, l’accelerazione e l’incubazione di start up e la creazione di spin off della ricerca, anche attraverso la progettazione e realizzazione di programmi di formazione dedicati e interventi personalizzati di advisoring e training.
In prospettiva, inoltre, ENEA e Unioncamere amplieranno gli ambiti territoriali d’intervento, i settori e le filiere produttive interessate, coinvolgendo Università e istituti di ricerca pubblici e privati sul territorio, con particolare riferimento al Mezzogiorno d’Italia.
A livello operativo, l’accordo prevede la costituzione di gruppi di lavoro composti dai rappresentanti delle Parti esperti nei settori di riferimento, che eseguiranno analisi ed elaborazioni anche a partire da sperimentazioni su programmi, iniziative e progetti già in corso.
“Con quest’intesa volgiamo promuovere un rapporto sempre più stretto e continuativo tra ricerca e sistema produttivo del Paese, per realizzare iniziative ed investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese, per supportarle nella crescita e nella competitività con particolare riferimento alla nuova fase che si aprirà con il Recovery Plan” ha dichiarato il Presidente dell’ENEA Federico Testa.
“La costruzione di un ponte più solido tra la ricerca pubblica, e quella dell’Enea in particolare, con il mondo delle piccole e medie imprese è un obiettivo che Unioncamere persegue da anni”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli. “Oggi i temi della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale sono essenziali per la competitività. Le Camere di commercio possono costruire, insieme alle Associazioni di tutte le imprese, questo ponte tra ricerca e sistema produttivo”.

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23/04/2021, 17:21
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ENEA ha brevettato un processo innovativo per produrre in modo economico e su larga scala sensori di precisione utilizzati nelle “striscette” per misurare il glucosio nel sangue nei diabetici, ma anche nei dispositivi antitaccheggio o per misurare la concentrazione degli inquinanti nell’acqua o nella frutta.

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28/04/2021, 16:16
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Energia: ENEA lancia la prima rete nazionale per l’agrivoltaico sostenibile
06/05/2021

parcofotovoltaico01.jpgUna rete italiana aperta a imprese, istituzioni, università e associazioni di categoria per promuovere l’agrivoltaico sostenibile, che consente di produrre energia elettrica da fotovoltaico e, al tempo stesso, di coltivare i terreni. È l’iniziativa coordinata dall’ENEA cui hanno già manifestato il sostegno: l’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio (AIAPP), Confagricoltura, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (CONAF), Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Italiasolare, Legambiente, REM Tec, Società Italiana di Agronomia (SIA) e Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

L’obiettivo del network è di arrivare alla definizione di un quadro metodologico e normativo, di linee guida per la progettazione e valutazione degli impianti, di strumenti di supporto ai decisori e di contribuire alla diffusione di conoscenze e promuovere le eccellenze italiane nei settori delle nuove tecnologie per l’energia rinnovabile, dell’agricoltura e del paesaggio[1].

A livello operativo, ENEA ha costituito un'apposita task force multidisciplinare nell’ambito di due dipartimenti – “Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili” e “Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali” - con la possibilità di utilizzare laboratori, infrastrutture e professionalità pluriennali nei settori delle tecnologie green e dell’agroindustria.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto della missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, che per lo sviluppo dell’agrivoltaico prevede investimenti per 1,1 miliardi di euro, una capacità produttiva di 2,43 GW, con benefici in termini di riduzione delle emissioni di gas serra (circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2) e dei costi di approvvigionamento energetico.


Inoltre, lo sviluppo dell’agrivoltaico potrebbe contribuire a superare alcune delle criticità che oggi ostacolano la crescita del fotovoltaico. “La specificità dei contesti urbani italiani e il limitato potenziale di integrazione del fotovoltaico negli edifici, ma anche le incertezze legate al cambiamento di uso del suolo e alla trasformazione del paesaggio bloccano le autorizzazioni”, rimarca Ezio Terzini, responsabile divisione ENEA di Fotovoltaico e Smart Devices. “I sistemi agrivoltaici possono quindi rappresentare una valida risposta e per incoraggiarne la diffusione è necessario sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e criteri di progettazione e valutazione delle prestazioni degli impianti”, aggiunge.

Secondo uno studio ENEA-Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, pubblicato sulla rivista scientifica Applied Energy, le prestazioni economiche[2] e ambientali[3] degli impianti agrivoltaici sono simili a quelli degli impianti fotovoltaici a terra, soprattutto se si utilizzano tensostrutture per limitare l’impiego di acciaio e cemento: il costo dell’energia elettrica prodotta risulta essere di circa 9 centesimi di euro per kWh, mentre le emissioni di gas serra ammontano a circa 20 g di CO2eq per megajoule di elettricità. “Ma i valori aggiunti sono rilevanti, in quanto alcune tipologie di installazioni agrivoltaiche (es. pannelli a 5 m di altezza, ricorso a tensostrutture) incidono in misura relativamente limitata sul consumo di suolo rispetto agli impianti a terra e, in specifiche condizioni ambientali (es. stress idrici), possono permettere di conseguire un aumento della resa di alcune colture in quanto l’ombra generata dagli impianti agrivoltaici, se ben calibrata, riduce la temperatura del suolo, e il fabbisogno idrico delle colture. In specifici contesti, l’agrivoltaico può contribuire ad aumentare la resilienza del settore agroalimentare rispetto agli impatti del cambiamento climatico e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030”, spiega Alessandro Agostini, ricercatore ENEA della Divisione Produzione, Storage e Utilizzo dell’Energia, e tra gli autori dello studio.

Secondo il World Energy Outlook 2020 dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), il fotovoltaico rappresenta la fonte di elettricità più economica e pertanto la sua diffusione risulta cruciale nell’ambito degli obiettivi energetici europei e del Piano Nazionale Energia e Clima, che al 2030 prevede un incremento della produzione elettrica da fotovoltaico da circa 24 TWh/anno a 73 TWh/anno e dell’ulteriore incremento previsto nell’ambito del Piano “Next Generation Italia”.

“Il sistema agroalimentare deve affrontare i temi della decarbonizzazione, della sostenibilità e della competitività e, in questo contesto, l’agrivoltaico può rappresentare una nuova opportunità per gli agricoltori tramite modelli win-win che esaltino le sinergie tra produzione agricola e generazione di energia”, commenta Massimo Iannetta, responsabile della Divisone ENEA di Biotecnologie e Agroindustria. “Il settore, inoltre, può contribuire a rafforzare il tessuto produttivo agricolo attraverso l'approccio Nexus che guarda alla stretta interdipendenza tra produzione di cibo, energia e acqua, allargando la visione ad un altro fattore cruciale, il suolo, con le sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche che vanno salvaguardate”, aggiunge.

“L’agrivoltaico è un settore dalle caratteristiche uniche in grado di combinare energia, nuove tecnologie, agricoltura e conservazione del paesaggio anche a tutela delle comunità locali e delle loro attività, con benefici in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale”, sottolinea Alessandra Scognamiglio, ricercatrice ENEA del Laboratorio Dispositivi innovativi presso il Centro ricerche di Portici e coordinatrice della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA. “Riteniamo che non esista un solo agrivoltaico, ma diverse soluzioni da declinare secondo le specifiche caratteristiche dei siti oggetto di intervento: la sfida è trasformare una questione tecnica in una questione di cultura complessa, con un approccio transdisciplinare supportato dai risultati della ricerca sulle migliori combinazioni colture/sistemi fotovoltaici”, aggiunge. Occorre infatti valutare i potenziali impatti dell’agrivoltaico sotto diversi punti di vista, includendo i servizi ecosistemici associati ai sistemi agrari integrati con la produzione di energia e gli impatti ambientali e paesaggistici associati a tutto il ciclo di vita delle infrastrutture associate a questi impianti. Su questi temi è fondamentale il ruolo della ricerca scientifica a supporto delle decisioni politiche, rispetto allo sviluppo economico associato all’industria delle energie rinnovabili. “Il rischio è che una diffusione decontestualizzata di questi impianti porti di fatto a un cambio di destinazione d’uso di terreni agricoli, dal momento che la produzione di energia oggi permette redditi ben superiori alle coltivazioni, in quanto nella valutazione economica non vengono contabilizzati servizi ecosistemici, inclusi la qualità del paesaggio e del suolo, di cui la società beneficia senza che questi siano remunerati ai produttori”, dichiara Michele Perniola, presidente della Società Italiana di Agronomia.

Dopo la presentazione nell’ambito della 29th European Biomass Conference & Exhibition (EUBCE), in collaborazione con ETA-Florence Renewable Energies, la rete nazionale dell’agrivoltaico sostenibile farà il suo esordio in Europa l’11 maggio dalle 11:35 alle 12:20 nel contesto del SolarPower Summit 2021, l’evento annuale di SolarPower Europe, con oltre 2000 partecipanti tra rappresentanti di istituzioni, associazioni, aziende e policy maker del settore energetico europeo, in programma dal 10 al 12 maggio 2021.

Luogo di confronto sulle varie iniziative nazionali, la rete è dotata di una piattaforma web aperta al più ampio coinvolgimento dei diversi attori interessati con diverse modalità, tra cui la partecipazione al comitato scientifico o al comitato consultivo, lo sviluppo di dimostratori, lo scambio di informazioni su casi studio reali o su nuovi risultati scientifici.

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06/05/2021, 13:11
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ENEA ha realizzato il sondaggio online SALLO!Quiz per raccogliere informazioni sulle convinzioni più diffuse sul cambiamento climatico e rafforzare il dialogo tra ricerca e società civile, anche in vista della Pre-COP26 di Milano (30 settembre - 2 ottobre 2021) e della COP26 di Glasgow (1 - 12 novembre 2021). Il questionario è anonimo, si completa in poco più di 10 minuti e prevede 20 domande sui temi: clima e riscaldamento globale, costi e impatti del cambiamento climatico, i settori a maggiori emissioni di gas serra, politiche, strategie, aspettative e buone pratiche.

Per partecipare al sondaggio: https://sostenibilita.enea.it/forms/cam ... e-sappiamo


Per la notizia completa: https://www.enea.it/it/Stampa/news/ambi ... -climatico

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07/05/2021, 19:22
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ENEA lancia la prima rete italiana per la promozione dell’agrivoltaico sostenibile che consente di produrre energia elettrica da fotovoltaico e, al tempo stesso, di coltivare i terreni. L’obiettivo del network è di definire il quadro metodologico e normativo, le linee guida per la progettazione e valutazione degli impianti e gli strumenti di supporto ai decisori.

All’iniziativa, che si inserisce nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) per lo sviluppo dell’agrivoltaico con investimenti per 1,1 miliardi di euro, hanno già manifestato il sostegno: Associazione Italiana Architettura del Paesaggio (AIAPP), Confagricoltura, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (CONAF), Coordinamento FREE (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Italiasolare, Legambiente, REM Tec, Società Italiana di Agronomia (SIA) e Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

La rete nazionale farà il suo esordio in Europa domani 11 maggio nel corso del SolarPower Summit 2021, (side event Solar4Agriculture, ore 11:35-12:20 https://solarpowersummit2021.w.tame.events/)

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10/05/2021, 17:01
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ENEA partecipa al progetto europeo FoodSafety4EU, che punta ad attuare una strategia comune di ricerca e innovazione nel campo della sicurezza alimentare. In tre anni, il consorzio di 23 partner internazionali, di cui altri 2 dall’Italia (CNR, come coordinatore e APRE), dovrà sviluppare una piattaforma, che metterà in rete tutti gli attori nazionali e internazionali che operano nel campo della sicurezza alimentare, dalle istituzioni ai produttori, dalla grande distribuzione ai consumatori.

Per la notizia completa: https://www.enea.it/it/Stampa/news/agro ... alimentare

La notizia è stata pubblicata sull’ultimo numero in italiano del nostro settimanale ENEAinform@: https://www.enea.it/it/eneainforma/arch ... /view_html

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