In occasione dell'Anno Internazionale della cooperazione nel settore idrico il Corpo forestale dello Stato organizza un incontro per illustrare lo stretto legame esistente tra due elementi fondamentali del nostro pianeta: acqua e foreste
Si terrà mercoledì 20 marzo 2013 alle ore 11.30, presso il Parlamentino delle Foreste all'Ispettorato Generale in Via Carducci 5 a Roma, un incontro dal titolo "Acqua e foreste insieme per la vita". Scopo dell'evento sarà quello di mettere in evidenza lo stretto legame esistente tra queste due risorse fondamentali del nostro pianeta: le foreste, che forniscono cibo, rifugio per gli animali e ossigeno per tutti gli esseri viventi e l'acqua elemento essenziale per la nostra sopravvivenza, ma altrettanto fondamentale per l'esistenza di una foresta. L'evento, organizzato dal Corpo forestale dello Stato, sarà arricchito da proiezioni e presentazioni in Multivisione. Inoltre, sarà presentata l'iniziativa "Cercatori di riserve: chi trova la natura trova un tesoro" con un testimonial di eccezione: Massimiliano Ossini, conduttore delle trasmissioni televisive "E se Domani" e "Cose dell'altro Geo" di RAI 3. Questo progetto organizzato dall'Ufficio per la Biodiversità del Corpo forestale dello Stato è legato alla giornata di apertura delle Riserve naturali. Concluderà l'incontro l'intervento del Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone.
L'ACQUA E LE FORESTE: PASSATO, PRESENTE, FUTURO DELL'UMANITÀ
Nell'ambito dell'incontro "Acqua e Foreste insieme per la vita", con ospite di eccezione Massimiliano Ossini conduttore RAI, presentato in anteprima il progetto "Cercatori di Riserve" e il "Passaporto" per visitare i gioielli verdi del nostro Paese
Si è tenuto ieri, presso il Parlamentino dell'Ispettorato Generale dello Stato del Corpo forestale dello Stato, l'incontro ACQUA E FORESTE INSIEME PER LA VITA. La Forestale ha voluto celebrare il 2013 - Anno Internazionale della cooperazione nel settore idrico - focalizzando l'attenzione sul rapporto tra acqua e foreste nel delicato ciclo idrologico del pianeta, da cui dipende le nostre disponibilità d'acqua dolce. Il Corpo forestale dello Stato ha stimato, con l'ultimo Inventario nazionale, che il carbonio contenuto nel suolo forestale è di oltre 700 milioni di tonnellate. Tali risultati sottolineano l'importanza dei boschi per la mitigazione dei cambiamenti climatici in atto che, tra le conseguenze più sentite nella collettività, comportano l'innalzamento delle temperature, scarsità d'acqua nei Paesi più a Sud del pianeta e, a lungo termine, fenomeni di desertificazione. La quantità di carbonio trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste, è di circa 1,2 miliardi di tonnellate di carbonio, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di CO2, tale da mettere in evidenza il contributo importante che gli ecosistemi forestali possono dare nel ridurre le emissione di gas ad effetto serra su scala globale al fine di contenere l'innalzamento delle temperature del pianeta. Considerato che dei 10.467.533 ha, di superficie forestale nazionale, dell'83.7% classificata come bosco, il 63,5% sia di proprietà privata, l'aiuto che il singolo cittadino può dare è oltremodo determinante per il successo di qualsiasi politica di conservazione delle foreste, dell'acqua, per la vita in genere. L'obiettivo dell'evento è stato, quindi, quello di sensibilizzare il maggior numero di persone del delicato equilibro naturale che regola le riserve d'acqua disponibili per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi e l'importanza di tutelare un ambiente ricco di biodiversità come le Foreste, per il futuro dell'umanità. Testimonial di eccezione Massimiliano Ossini, conduttore di trasmissioni Rai dedicate alla natura come "Cose dell'altro Geo" e "E se domani". All'evento hanno partecipato Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato, Alessandro Bottacci, Capo dell'Ufficio per la Biodiversità del Corpo forestale dello Stato e Romolo Fochetti, docente presso l'Università degli Studi della Tuscia. Nell'ambito dell'incontro è stato presentato in anteprima il progetto dal titolo "Cercatori di Riserve". Il prossimo 12 maggio, in occasione della Festa nazionale delle Riserve naturali dello Stato, verranno aperte al pubblico le 116 Riserve naturali e 4 importanti ambienti naturali gestiti dagli Uffici Territoriali per la Biodiversità del Corpo forestale dello Stato. Ai visitatori sarà consegnato un "passaporto" dove verrà apposto un timbro come testimonianza del passaggio nella riserva. Il visitatore potrà fregiarsi della nomina di Cercatore di Riserve e avrà diritto ad un particolare riconoscimento solo dopo aver collezionato i timbri di tutte le Riserve. Il progetto è un incentivo per scoprire le tante aree gestite dal Corpo forestale con speciali attività di interpretazione della natura, coinvolgendo la dimensione cognitiva, emotiva e pratica, vale a dire "con la testa, il cuore e le mani". Attualmente al Corpo forestale dello Stato sono affidate 130 Riserve naturali per una superficie totale di circa 90 mila ettari, la spina dorsale verde d'Italia che custodisce i gioielli naturalistici più preziosi del Paese. Le Riserve inserite all'interno dei Parchi Nazionali sono 58 e rappresentano il vero cuore del Parco dove sono tutelate le maggiori emergenze naturalistiche. Le Riserve sono rappresentative di habitat e territori distribuiti lungo tutta la Penisola.
Il valore del bosco è da ricercare nelle molteplici funzioni che svolge offrendo cibo, legname, medicinali e garantendo servizi insostituibili per la vita di tutti gli esseri viventi come l'assorbimento e immagazzinamento del carbonio atmosferico, la funzione di protezione idrogeologica, la salvaguardia delle acque e di conservazione della biodiversità, per citarne i più importanti. La superficie forestale totale in Italia è pari a 10.467.533 ettari e rappresenta il 34.7% della superficie territoriale. Il bosco costituisce l'83.7% della superficie forestale, mentre le altre terre boscate corrispondono al 16.3%. Riguardo alla ripartizione per categorie inventariali del bosco, i boschi alti risultano di gran lunga prevalenti e a livello nazionale, coprono più del 98% dell'intera superficie (8.582.968); seguono gli impianti di arboricoltura da legno che rappresentano l'1,4% (122.252 ha), con una collocazione maggiore nelle regioni settentrionali e le aree temporaneamente prive di soprassuolo ( a causa di tagli o di eventi naturali ma in grado di costituire una copertura in tutto assimilabile a quella dei boschi alti), pari allo 0.6% (53.981). Complessivamente i boschi italiani sono costituiti da soprassuoli densi o molto densi: a livello nazionale il 67,5% della superficie del bosco è costituito da formazioni piuttosto chiuse (con copertura totale superiore all'80%) e la copertura totale supera il 50% nella maggior parte dei boschi. Con 3.663.143 ettari i cedui costituiscono il 41,8% dei boschi italiani, con netta prevalenza di quelli matricinati che, da soli, rappresentano il 28% dei soprassuoli afferenti alla categoria inventariale dei boschi alti. Si tratta per lo più di popolamenti prossimi al turno di utilizzazione o invecchiati: gli stadi adulto e invecchiato rappresentano, infatti, l'89% dell'intera superficie governata a ceduo. Gli ecosistemi forestali in Europa non sono tutti uguali in termini di valore per la conservazione della biodiversità. La differenza può essere attribuita alle differenti condizioni ambientali, gestioni forestali e dalla differente pressione antropica esercitata sulle foreste europee. Nonostante più della metà dei Paesi europei dichiarano di gestire in modo sostenibile le foreste, non significa automaticamente che sono gestite per mantenere alti i valori di biodiversità. Spesso, infatti, prevale nella gestione forestale la funzione economica, di produzione di legname, come denuncia la FAO nell'analisi delle foreste nel mondo, secondo la quale le foreste vetuste in Europa stanno diminuendo. La costituzione del programma Rete Natura 2000 ha portato una maggiore attenzione alla conservazione della biodiversità nelle politiche di gestione forestale. In Italia, Il vincolo idrogeologico interessa gran parte della superficie forestale totale del Paese (l'80,9%). Tra queste, sono soggette al vincolo naturalistico solo quelle aree boscate ricadenti in aree naturali protette statali, regionali o locali oppure in aree sottoposte a tutela per accordi o iniziative internazionali (aree Ramsar, siti NATURA2000). Il vincolo naturalistico riguarda il 27,5% della superficie forestale nazionale, pari a 2.945.409 ha. Le aree boschive tutelate da vincoli naturalistici si concentrano nelle Regioni del Centro e Sud Italia. Considerevoli sono i contributi della Toscana e dell'Abruzzo e della Campania. Le riserve naturali statali interessano appena lo 0,4% della superficie forestale nazionale (considerato che le RNS occupano circa 123.000 ha du terre emerse) e il 7,3% ricade all'interno di parchi nazionali. Appare dunque significativa il dato secondo la quale il 63,5% della superficie forestale nazionale sia di proprietà privata. Quindi ben l'88,4% della superficie del Bosco totale risulta disponibile al prelievo legnoso. La maggior parte dei boschi italiani (68,3%) non presenta danni o patologie evidenti. Quelle più comuni sono dovuti agli attacchi dei parassiti, che interessano il 9% dei bosci, seguiti dai danni provocati da eventi meteorici o climatici (56,5%) Prendendo a riferimento il territorio classificato come Bosco, i fenomeni di dissesto su base nazionale registrati, hanno riguardato soprattutto il fenomeno della "caduta o rotolamento di pietre" (6%), fenomeni alluvionali (4,3%)dalle frane e smottamenti (3,3%) e infine dalle slavine e valanghe (0,5%). A livello regionale alcuni fenomeni possono assumenre proporzioni più significative; ad esempio in Emilia-Romagna le frane e gli smottamenti interessano il 13,7% della superficie, in Umbria l'erosione idrica e i fenomeni alluvionali l'8,7% mentre in Valle d'Aosta la caduta e il rotolamento di pietre riguardano il 14,9% dei boschi. I Boschi alti e le Aree temporaneamente prive di soprassuolo si caratterizzano per una quota di superficie interessata da fenomeni di dissesto marcatamente maggiore rispetto a quella degli Impianti di arboricoltura da legno (rispettivamente il 14,4% e 10,8% contro il 4,1%) Considerando il ruolo delle foreste nella riduzione dell'emissione del carbonio, il carbonio contenuto nel suolo è di oltre 700 milioni di tonnellate. Tali risultati sottolineano l'importanza dei suoli forestali per la mitigazione dei cambiamenti climatici in atto. Il suolo forestale svolge un ruolo fondamentale nello "stoccaggio" di carbonio organico, addirittura superiore a quello della parte epigea del bosco. La quantità di bosco trattenuta nei tessuti, nei residui vegetali e nei suoli delle foreste, infatti, è pari a circa 1,2 miliardi di tonnellate di carbonio, corrispondenti a 4 miliardi di tonnellate di CO2. Il 58% di tutto il carbonio forestale è contenuto nel suolo, mentre quello accumulato nella vegetazione arborea e arbustiva è il 38%. Il restante 4% è presente nella lettiera, nei residui vegetali e nel legno morto. Le foreste italiane, come contenitori naturali di carbonio, svolgono un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell'obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto di riduzione dell'emissione di gas ad effetto serra su scala globale al fine di contenere l'innalzamento della temperatura del pianeta e i relativi cambiamenti climatici in corso, determinati dall'aumento della concentrazione di tali gas. I cambiamenti climatici sono uno dei principali fattori dei processi di desertificazione in atto. In particolare, l'innalzamento della temperatura globale così come ha effetti sullo scioglimento dei ghiacciai e sull'innalzamento del livello del mare, comporta conseguenze notevoli sul ciclo idrologico naturale del Pianeta, da cui dipendono le attuali disponibilità d'acqua. Molte delle risorse d'acqua dolce del pianeta dipendono dalle precipitazioni. In Italia negli ultimi dieci anni sono stati cumulati in media 750 mm di precipitazione, 15 millimetri in meno rispetto al valore climatico di riferimento (in questo caso il trentennio 1971-2000). Complessivamente si sono, quindi, persi 150.000 litri d'acqua ad ettaro ogni anno. Attualmente il Corpo forestale dello Stato monitora gli effetti dei cambiamenti climatici attraverso lo studio delle specie bioindicatrici.
La tutela della risorsa idrica e gli interventi di polizia fluviale (Fonte: Rapporto sul paesaggio alimentare italiano- Eurispes 2011)
Controlli effettuati (Dati 2011)
Tipologia di controllo Numero controlli effettuati
Polizia fluviale 11.201 Tutela delle acque captate per utilizzazioni idriche 4.969 Vincolo idrogeologico-disboscamenti furto e danneggiamento di piante 6.887 Vincolo idrogeologico-dissodamenti e/o cambiamenti di coltura 1.891 Vincolo idrogeologico- utilizzazione e tagli boschivi 37.509 Vincolo idrogeologico . variazioni geomorfologiche sul suolo (scavi, tagli, profilazioni, variazioni di pendio, movimenti di terra, ecc) 27.966 Reati accertati
Tipologia di controllo
Numero reati Polizia fluviale 91 Tutela delle acque captate per utilizzazioni idriche 12 Vincolo idrogeologico- disboscamenti furto e danneggiamento di piante 329 Vincolo idrogeologico-dissodamenti e/o cambiamenti di coltura Vincolo idrogeologico - utilizzazione e tagli boschivi Vincolo idrogeologico variazioni geomorfologiche sul suolo (scavi, tagli, profilazioni, variazioni di pendio, movimenti di terra, ecc)
Illeciti amministrati accertati (Dati 2011)
Tipologia di controllo Numero illeciti amministrativi
Polizia fluviale 159 Tutela delle acque captate per utilizzazioni idriche 153 Vincolo idrogeologico- disboscamenti furto e danneggiamento di piante 190 Vincolo idrogeologico-dissodamenti e/o cambiamenti di coltura 421 Vincolo idrogeologico - utilizzazione e tagli boschivi 4.733 Vincolo idrogeologico . variazioni geomorfologiche sul suolo (scavi, tagli, profilazioni, variazioni di pendio, movimenti di terra, ecc) 3.167
Bibliografia
Gasparini P., Tabacchi G (a curi di) 2011 - L'Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio INFC 2005. Secondo inventario forestale nazionale italiano. Metodi e risultati. Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Corpo forestale dello Stato; Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Unità di ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione Forestale. Edagricole, Milano, pp. 653.
Primo rapporto sul Paesaggio alimentare italiano - Eurispes 2011 Istat, Dati meteoclimatici e idrologici, 21 marzo 2011
ANIMALI: SEQUESTRATI 32 CINGHIALI E 450 VOLATILI IN UN ALLEVAMENTO DELL'ANCONETANO
Gli animali, rinvenuti in un allevamento, erano detenuti in pessime condizioni igienico sanitarie e in evidente stato di denutrizione. Costretti a vivere in gabbie anguste oppure senza alcun riparo, senza cibo, acqua e tra le carcasse di altri esemplari morti da mesi
La Forestale ha posto sotto sequestro 450 colombi bianchi e 32 cinghiali in un allevamento in provincia di Ancona. Il proprietario della struttura è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per maltrattamento, aggravato dalla morte, e uccisione di animali. Il personale dei Comandi Stazione Forestali di Arcevia e Genga Frasassi (AN) nell'ambito di un servizio di controllo effettuato all'interno di un allevamento regolarmente autorizzato del comune di Cupramontana (AN), hanno rinvenuto la presenza di 450 colombi di razza California King, e di 32 esemplari di cinghiale, di cui 11 cuccioli, detenuti in pessime condizioni igienico sanitarie e in evidente stato di denutrizione. I colombi erano costretti a vivere senza cibo e senza acqua, in gabbie da allevamento intensivo di pochi metri cubi, colme di guano e al cui interno vi erano centinaia di carcasse di altri esemplari morti da mesi accumulate nelle mangiatoie. I 32 esemplari di cinghiale erano invece custoditi nella parte esterna dell'allevamento in un recinto senza mangiatoie e in evidente stato di grave denutrizione, completamente immersi nel fango e senza alcun tipo di riparo dalle intemperie. Il personale intervenuto ha immediatamente posto sotto sequestro tutti gli esemplari rinvenuti nell'allevamento che sono stati trasferiti in una struttura idonea e dove saranno sottoposti dai veterinari del servizio pubblico alle cure necessarie e ad alcuni controlli per stabilire l'eventuale presenza di malattie infettive. Il proprietario degli animali è stato denunciato dalla Forestale alla Procura della Repubblica di Ancona per i reati di maltrattamento e uccisione di animali, con l'aggravante della morta dovuta agli stenti subiti. È stata inoltre avanzata nei suoi confronti una richiesta per la revoca immediata dell'autorizzazione all'allevamento. Il Sindaco del Comune di Cupramontana (AN), nominato custode giudiziario degli animali posti sotto sequestro, si è immediatamente attivato per garantire agli animali sopravissuti delle condizioni di vita più consone alla loro natura.
La Forestale costituisce un gruppo di lavoro e promuove intese con l'ISPRA e l'Università La Sapienza al fine di elaborare delle linee guida per uniformare le procedure operative di salvaguardia del Lupo
Nell'ambito dell'attività per la tutela della fauna selvatica, il Corpo forestale dello Stato si è trovato più volte ad intervenire per soccorrere o tutelare esemplari di Lupo (Canis lupus). Lupi avvelenati, lupi investiti, lupi cacciati, una strage silenziosa che negli ultimi tempi sta interessando l'intero territorio italiano. Questi esemplari, da molte persone amati e da altrettante odiati, negli ultimi decenni, dopo una fase di declino, si stanno lentamente espandendo sia numericamente che geograficamente e ciò presenta delle criticità: dai fenomeni del randagismo canino e degli ibridi che minacciano l'integrità genetica, alle morti provocate da bocconi avvelenati, per concludere con allevatori e cacciatori delle popolazioni locali. Per l'ambiente naturale, la presenza di un lupo è un fatto positivo, in quanto stiamo parlando di una specie che da tanti anni appartiene alla fauna del nostro territorio. Il lupo può diventare un ottimo indicatore per stimare il degrado di un ecosistema, poiché occupa la cima di una catena alimentare e la sua sopravvivenza dipende dalle specie che vi si trovano alla base. Come è noto, il lupo è tutelato da molte norme, dalla Convenzione di Berna del 1979 che lo inserisce nell'allegato di specie particolarmente protette, al regolamento comunitario relativo al commercio e alla detenzione di questo mammifero. Ma la tutela del lupo non è rappresentata solo da leggi. Esistono, infatti, alcune strutture specializzate gestite dalla Forestale come il "Centro del Lupo" a Popoli (Pe) ed il Centro del Cupone nel Parco della Sila (CS), che si occupano di questa specie e che con il passare degli anni sono diventati importanti centri di riferimento. Le attività per la salvaguardia del lupo da parte del Corpo forestale dello Stato contemplano anche un protocollo operativo per il ritrovamento di fauna morta con ipotesi di avvelenamento e si basano sull'ordinanza del Ministero della salute "Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche o di bocconi avvelenati". L'amministrazione Forestale, inoltre, sta promuovendo accordi con l'ISPRA e l'Università La Sapienza di Roma per elaborare delle linee guida finalizzate ad uniformare le procedure d'intervento e a qualificare l'attività del personale chiamato ad operare. Infine è stato costituito un gruppo di lavoro che oltre a integrare le linee guida e supportare le attività del Corpo forestale dello Stato incentiva la partecipazione ai progetti LIFE+.
Per ogni eventuale segnalazione: (e-mail:g.papitto@corpoforestale.it; tel:06-46657163)
ANIMALI: SEQUESTRATA UN'AZIENDA BUFALINA NEL CASERTANO
Scoperto all'interno dell'azienda un cimitero di bufale e un'area utilizzata per lo smaltimento di rifiuti di vario genere. Denunciato il proprietario
La Forestale ha posto sotto sequestro un'azienda bufalina in provincia di Caserta all'interno della quale era stata riscontrata una inconsueta ed abnorme mortalità di bufale. Nel corso di un ordinario controllo amministrativo e sanitario presso un'azienda del comune di Pietramelara (CE), il personale dei Comandi Stazione Forestali di Pietramelara, Vairano Patenora e Piedimonte Matese (CE), in collaborazione con i medici veterinari dell'Unità Operativa di Prevenzione Collettiva della ASL di Caserta, ha riscontrato una serie di irregolarità. La parte posteriore dell'azienda veniva utilizzata per lo smaltimento di rifiuti di vario genere costituiti da materiali ferrosi, rifiuti solidi urbani, confezioni di medicinali per uso veterinario e materiale plastico. Nelle immediate vicinanze vi era inoltre una notevole quantità di terreno rimosso con l'ausilio di mezzi meccanici e dalla terra fuoriuscivano parti anatomiche di bufali, nonché quattro carcasse di esemplari morti di recente e, tra queste, un feto da aborto. Dalla consultazione della Banca Dati Nazionale è emerso che dei 723 capi bufalini e 28 capi bovini censiti risultavano presenti soltanto 300 capi bufalini, 8 capi bovini e 30 vitelli non ancora immatricolati. Gli animali presenti apparivano in evidente stato di iponutrizione e malessere, e all'interno dei silos e del fienile è stato riscontrato che le disponibilità di paglia per alimentare la mandria erano insufficienti per garantire il mantenimento di animali in produzione. L'azienda è stata posta sotto sequestro preventivo, poi convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), mentre il proprietario è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria. Nell'ambito di un controllo presso un'altra azienda bufalina, nel comune di Vitulazio (CE), il personale del Comando Stazione di Caserta, coadiuvato dai medici veterinari dell'Unità Operativa di Prevenzione Collettiva della ASL di Caserta, hanno constatato la presenza di 2 pony e 5 asini sprovvisti di microchip identificativi e della relativa documentazione. Il proprietario dell'azienda è stato sanzionato per l'irregolarità riscontrata.
Non solo tutela dell'ambiente e del paesaggio alimentare: l'attività svolta dal Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) mira alla tutela dei valori della legalità e del rispetto delle regole in agricoltura per proteggere l'eccellenza e la produzione del vino e dell'olio extra vergine d'oliva
Al via domenica 7 Aprile a Verona Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino e dei distillati, prima fiera al mondo per il settore del vino. Alla manifestazione, anche quest'anno, parteciperà con un corner espositivo all'interno dello stand del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il Corpo forestale dello Stato e sarà un'occasione per illustrare tutte le attività, i sequestri e le operazioni più importanti condotte dal Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) per la tutela dei prodotti del made in Italy. Per domenica 7 e lunedì 8 aprile il Corpo forestale ha organizzato due tavole rotonde. La prima dal titolo "Vigne e vini d'Italia: storia, regole, controlli, prospettive e territorio", si terrà domenica alle 15 presso l'Area MIPAAF - Piano Terra Palaexpo. All'evento parteciperanno Antonio Calò, il Presidente dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino, Giuseppe Lozzia e Anna Giorgi della Facoltà di Agraria dell'Università Statale di Milano, Danilo Riponti, Membro dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino, Amedeo De Franceschi, Responsabile operativo del Nucleo Agroalimentare e Forestale del Corpo forestale dello Stato, Daniele Zovi, Comandante Regionale della Forestale del Veneto e Attilio Scienza della Facoltà di Agraria dell'Università Statale di Milano. L'incontro mira a raccontare il mondo del vino ed i suoi valori culturali, storici e paesaggistici che non possono prescindere dai valori della legalità e del rispetto delle regole in agricoltura. Nell'ambito del convegno "L'olio extra vergine di oliva tra origine e qualità", che si terrà lunedì 8 Aprile alle 10 presso l'Area MIPAAF - Piano Terra Palaexpo, verranno, invece, resi noti i primi risultati del lavoro di ricerca sugli isotopi stabili condotto dal Corpo forestale dello Stato in collaborazione con l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige e con l'Agenzia delle Dogane, a due anni dall'introduzione del metodo degli "alchil esteri" come parametro di genuinità dell'olio extra vergine d'oliva. Alla manifestazione interverranno: Rocco Burdo dell'Ufficio Centrale Antifrode - Agenzia delle Dogane, Federica Camin, IASMA - Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, Maurizio Servili, dell'Università degli Studi di Perugia, Giuseppe Alonzo, Presidente del CRA - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura, il Presidente della Federconsumatori Rosario Trefiletti, il Presidente della Coldiretti Sergio Marini e Fabrizio Bardanzellu, Capo del Servizio di polizia ambientale e agroalimentare della Forestale.
CITES: COMMERCIO ILLEGALE DI ZANNE DI ELEFANTE SUL WEB
Pubblicizzati on line, gli oggetti sarebbero stati detenuti illecitamente. Denunciati i due presunti responsabili
Possesso, esposizione e tentata vendita on line di due zanne d'avorio in assenza della prescritta certificazione. Questi i motivi per i quali due persone sono state denunciate all'Autorità Giudiziaria dal Corpo forestale dello Stato. Nel corso di indagini mirate al controllo della commercializzazione di prodotti tutelati dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (CITES), il Servizio CITES Territoriale della Forestale di Milano ha scoperto in un portale web un'inserzione riguardante due zanne d'avorio di elefante africano (Loxodonta africana). I Forestali, dopo aver identificato l'inserzionista che operava per conto del proprietario degli oggetti, li hanno contattati entrambi e hanno potuto verificare che gli oggetti in avorio erano detenuti illecitamente. Le zanne sono state poste sotto sequestro e i due presunti responsabili sono stati denunciati.
É sempre stato considerato dall'uomo come un nemico e dunque oggetto di uno sterminio con fucili, bocconi avvelenati e trappole. L'aumento del numero di cani randagi rinselvatichiti ha contribuito a creare la confusione tra lupo e cane
Il peso oscilla tra i 25 e i 35 Kg. Le femmine hanno dimensioni e peso inferiori. La lunghezza arriva fino a 140 cm più la coda (altri 40 cm al massimo). Il mantello in inverno è prevalentemente grigio-fulvo; in estate è marrone-rossiccio. L'isolamento termico è dato dalla variazione di spessore dei due strati del mantello: borra - strato inferiore lanoso, folto e corto; e giarra - strato superficiale lungo e variegato. Presenta una mascherina chiara sul muso che appare allungato e aguzzo. Le mandibole possono esercitare una pressione di oltre 100 kg per cm. L'odorato è il senso più sviluppato del lupo: 100volte più sensibile di quello dell'uomo e può individuare la sua preda ad un chilometro di distanza. Orecchie triangolari di circa 10 cm. L'udito è eccezionale: può udire l'ululato dei suoi simili a oltre 16 km di distanza. Gli occhi, disposti in posizione frontale e piuttosto distanziati tra loro, hanno un colore giallo ambrato con un taglio obliquo che lo differenzia dal cane. La sua vista notturna è molto sviluppata ma non è in grado di focalizzare oggetti lontani più di 20 metri. Eccellente corridore, molto resistente: può coprire oltre 30 km con un trotto costante alla velocità di 6 -10 km/h.. e compie notevoli spostamenti per la ricerca del cibo (la distanza percorsa giornalmente varia da 1 Km fino ad un massimo di 10 Km). Vive fino a 10 anni in natura, fino a 16 se in cattività. Vive in piccoli gruppi familiari, di solito fino a 7: genitori, figli fino a tre anni di età, e qualche adulto subordinato. I rapporti sociali sono mantenuti attraverso un complesso sistema di comunicazione visivo (postura del corpo, posizione della coda e delle orecchie ecc.), olfattivo (secrezioni ghiandolari,marcatura con feci ed urine) e sonoro (ululati, guaiti, uggiolii e latrati). Solo la coppia dominante (il maschio alfa e la femmina alfa) si riproduce: l'accoppiamento avviene in genere tra gennaio e marzo e la gestazione oscilla intorno ai 64 giorni. Nascono dai 4 ai 6 piccoli che dopo 20 giorni aprono gli occhi e vengono allattatati per circa 2 mesi. Dopo 8-12 mesi iniziano a seguire il branco negli spostamenti e nella caccia. Animale prevalentemente notturno, di giorno si limita al riposo, al gioco e talvolta a piccoli spostamenti. L'habitat prescelto, al di sopra degli 800-1000 m, presenta un alto grado di selvaticità, presenza umana ridotta, ampi superfici boscose alternate a radure, pascoli e macchie. Specializzato nella predazione di grossi erbivori selvatici (Cervo, Capriolo, Cinghiale) può includere nella propria dieta erbivori domestici (pecore, capre, cavalli, mucche ecc.) e all'occorrenza, anche mammiferi di piccole dimensioni (lepri, topi), rettili, insetti oppure frutta e bacche, carcasse, e in certe aree, rifiuti rinvenuti nelle discariche. Si è adattato ad una alimentazione non uniformemente cadenzata nel tempo: un lupo medio per sopravvivere necessita dai 1,3 ai 4,5 kg di carne al giorno. Ma un lupo di rado mangia quotidianamente: si ha notizia di lupi che sono rimasti fino a 17 giorni senza ingerire cibo, ma quando ne hanno la possibilità, arrivano ad ingurgitare anche 9 Kg di carne. La caccia avviene generalmente all'interno di territori in cui i lupi persistono per periodi più o meno prolungati. Il branco ha mediamente un territorio di caccia di 100 km². I lupi solitari catturano piccole prede lanciandosi addosso a quest'ultime e bloccandole al terreno con le zampe anteriori, una tecnica condivisa da quasi tutti i canidi come volpi e coyote. L'uccisione di prede di medie dimensioni, come caprioli o pecore, dura di regola solo pochi secondi: il lupo morde la preda, in corsa, al collo o sulla nuca e lo shock che segue questo morso porta all'arresto cardiaco o alla rottura della spina dorsale. I branchi di lupi cacciano in maniera cooperativa. Le tecniche di caccia del branco vanno dall'attacco a sorpresa alle cacce a lungo termine: un branco di lupi è capace di inseguire una grande preda per alcune ore prima di arrendersi, sebbene il tasso di successo di questo tipo di caccia sia molto basso (stimato intorno al10% del totale degli attacchi, nel caso specifico di caccia a carico di prede di grosse dimensioni). I lupi cercano di avvicinarsi il più possibile alla preda senza mostrarsi: appena quest'ultima fugge viene rincorsa velocemente, saggiandone la forza; se l'animale si mostra in buone condizioni fisiche la caccia viene di regola interrotta, mentre se i lupi si sentono più forti essa può essere rincorsa anche per diverse centinaia di metri finché non viene raggiunta.
OLIO: AUTENTICARE L'ORIGINE E CERTIFICARE LA QUALITÀ DELL'OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA È POSSIBILE
Tema del convegno, organizzato dal Corpo forestale dello Stato in occasione del Salone Internazionale del Vino e dei Distillati, la ricerca sull'origine geografica dell'olio di oliva condotta in collaborazione con l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige e l'Agenzia delle Dogane
La tracciabilità scientifica dell'olio extra vergine di oliva è stato il tema al centro della Tavola rotonda dal titolo "L'olio extra vergine di oliva tra origine e qualità", che si è svolta lunedì 8 aprile a Verona nell'ambito della manifestazione "Vinitaly", il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati. «Autenticare l'origine ma anche certificare la qualità dell'olio extra vergine di oliva è possibile»: questo il messaggio positivo emerso dagli interventi dei relatori che hanno partecipato al convegno, occasione per comunicare i primi risultati del lavoro di ricerca sull'origine geografica dell'olio di oliva basato sul metodo dell'analisi degli isotopi stabili e condotto dal Corpo forestale dello Stato in collaborazione con l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige e con l'Agenzia delle Dogane. Ad aprire l'incontro organizzato dal Corpo forestale dello Stato, Amedeo De Franceschi, Responsabile operativo del Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF), che ha introdotto l'argomento ricordando come è nata l'idea della mappatura geografica degli oli di oliva extranazionali. Il progetto di ricerca è stato illustrato da Fabrizio Bardanzellu, Capo del Servizio di polizia ambientale e agroalimentare della Forestale, che ha sottolineato l'importanza delle analisi forensi come strumento di fondamentale ausilio per tutti gli organismi di controllo afferenti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che operano nel contrasto alla contraffazione agroalimentare. Le dimensioni del commercio internazionale dell'olio extra vergine di oliva che transita sulle nostre coste per essere poi rivenduto come italiano sono state, invece, illustrate da Rocco Burdo, Direttore dell'Ufficio Centrale Antifrode dell'Agenzia delle Dogane. Sulla reale possibilità di discriminare i prodotti di provenienza extranazionale (ed in particolare quelli provenienti dalla Tunisia) che entrano nel nostro territorio attraverso l'applicazione delle tecniche d'analisi degli isotopi stabili si è espressa Federica Camin di IASMA - Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, mentre Maurizio Servili dell'Università degli Studi di Perugia ha fatto il punto sullo stato dei lavori scientifici sulla validità del parametro degli alchil esteri come indice di genuinità e Giuseppe Alonzo, Presidente del CRA - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura, ha testimoniato come sia ormai diventato strategico per il Paese investire nella ricerca scientifica nel settore agroalimentare. Il plauso all'iniziativa della Forestale è arrivato da parte di Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori, che ha evidenziato l'assoluta necessità di garantire all'acquirente una scelta consapevole attraverso la trasparenza della composizione del prodotto alimentare messo in vendita e la chiarezza dell'etichettatura. Ed in chiusura è intervenuto il Presidente della Coldiretti Sergio Marini, che ha sottolineato come il lavoro svolto dal Corpo forestale dello Stato insieme ad Agenzia delle Dogane e IASMA abbia una valenza estremamente positiva, anche se c'è ancora molto lavoro da fare per ripristinare la trasparenza nel settore dell'olio extra vergine di oliva dove le norme attuali, ribadisce Marini, non garantiscono né il consumatore né il produttore e per questo motivo è importante che il Mipaaf difenda a Bruxelles la legge cosiddetta "salva olio", recentemente approvata nella scorsa legislatura.