ALLUVIONE DI MASSA: SEI PERSONE SALVATE DALLA FURIA DELLE ACQUE In azione 30 unità di personale, 12 automezzi e un elicottero
Sono state tratte in salvo dall'elicottero della Forestale sei persone, tra le quali un disabile, da una casa di cura a Massa. Gli uomini del Corpo forestale dello Stato, sono intervenuti con uomini e mezzi nelle operazioni di soccorso alla popolazione della Provincia di Massa che proprio in queste ore è interessata da un'alluvione. In particolare 30 unità di personale, 12 automezzi e un elicottero bimotore AB 412 contribuiscono al dispositivo messo in piedi per assistere la popolazione, prestare soccorso nelle case isolate dalle acque, mettere in salvo le persone in pericolo, eseguire il monitoraggio continuo degli eventi. La situazione più critica è quella di Carrara, dove oltre 200 metri di argine hanno ceduto e il Torrente Carrione è potuto esondare sommergendo i quartieri periferici della città e il paese di Marina di Carrara. In questo settore operano complessivamente oltre 20 Forestali e 10 automezzi mentre a terra sono operative 7 pattuglie costituite da 14 Forestali e 7 automezzi, mentre dalla Base Elicotteri di Cecina è arrivato un elicottero che, dopo aver imbarcato il Prefetto, il Comandante Provinciale del Corpo forestale dello Stato e il Responsabile della Protezione Civile Regionale, ha eseguito un'accurata ricognizione del territorio per individuare le aree d'intervento prioritario. Completata la ricognizione, in questo momento, nonostante le avverse condizioni meteo presenti per pioggia e nebbia, l'elicottero sta soccorrendo gli abitanti di alcune case rimaste isolate. Altri Forestali sono presenti nel Punto di Coordinamento interforze attivato dal Comune e nella Sala Operativa di Protezione Civile attivata dalla Prefettura.
AMBIENTE: ERCOLANO, RIFIUTI INTERRATI SOTTO CAMPO DI POMODORI Il sequestro ha consentito di impedire che la produzione finisse sul mercato
Trenta fusti contenenti materiale bituminoso ed idrocarburi sono stati rinvenuti in un'area di cava dismessa alla periferia di Ercolano, in provincia di Napoli all'interno del Parco Nazionale del Vesuvio. In particolare, il terreno nel quale sono stati rinvenuti i fusti, era adibito a coltivazione del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, denominazione di origine protetta (DOP). Le piantine ed i relativi frutti sono stati campionati per essere immediatamente analizzati in laboratorio a cura dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Campania (ARPAC) al fine di escludere ogni pericolo per la salute. In via precauzionale, tutta l'area è stata sequestrata e la coltivazione è stata interdetta alla commercializzazione. L'intervento ha consentito di evitare che tali prodotti potessero finire sulle tavole dei cittadini. Gli scavi sono stati eseguiti, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, dal personale del Corpo forestale dello Stato e dai Carabinieri del Nucleo operativo ecologico. I fusti di tipo industriale, della capacità di circa 200 litri cadauno, conterrebbero rifiuti speciali pericolosi di origine catramosa oltre a oli esausti soggetti attualmente a caratterizzazione fisico-chimica attraverso specifiche analisi condotte dall'ARPAC. Oltre ai fusti, sono stati trovati materiali di risulta edile, parti di manto stradale e amianto frantumato, il tutto ad una profondità che varia dai 30 centimetri ad 1,5 metri. Gli scavi proseguono e non si esclude il ritrovamento di altri fusti e materiali.
ANIMALI: UNA CINQUANTINA DI ESEMPLARI SEQUESTRATI A VERONA PER MALTRATTAMENTI Tutti gli animali erano detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e privi di documentazione
Quaranta cani e quattro gatti sono stati sequestrati dal personale del Comando Provinciale di Verona del Corpo forestale dello Stato, intervenuto su segnalazione della LAV in un allevamento di cani alla periferia di Verona. I Forestali si sono trovati di fronte a un vero e proprio allevamento lager: i cani e i gatti erano rinchiusi in piccole gabbie di metallo, in totale contrasto con la loro natura, abilmente coperti da teli oscuranti per evitare guaiti e confinati in recinti sommersi dal fango e dai loro stessi escrementi. Si tratta di 19 Pinscher (tra cui 7 cuccioli di età inferiore ad un mese), 4 Chihuahua, 7 Pastori Tedeschi, 4 Labrador, 6 cuccioli di diverse razze e 4 gatti Siamesi. Tutti gli animali sono stati visitati dal veterinario ausiliario di Polizia Giudiziaria, che ha riscontrato diverse patologie e traumi a carico di alcuni animali, ad esempio fratture che potrebbero essere la conseguenza di maltrattamenti pregressi. La titolare dell'allevamento, durante le verifiche, si è sottratta più volte alle richieste dei Forestali circa la documentazione di possesso e le autorizzazioni relative alla gestione degli animali. La stessa ha cercato di nascondere alcuni cuccioli appena nati, occultandoli tra i cumuli di rifiuti. Per quanto sopra descritto la presunta responsabile è stata denunciata all'Autorità Giudiziaria competente presso il Tribunale di Verona e dovrà rispondere dei reati di maltrattamento di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura. Gli animali sono stati consegnati in affido giudiziario alla sede LAV di Verona per le necessarie cure.
Contribuisci al futuro del monitoraggio delle Foreste in Italia
Il Corpo Forestale dello Stato gestisce il sistema di sorveglianza delle foreste italiane che fornisce dati essenziali per conoscere le condizioni del nostro patrimonio forestale e valutarne il ruolo nella mitigazione dell'effetto serra, nel mantenimento della biodiversità, nella protezione del territorio in generale. E' ora necessario ristrutturare questo sistema di sorveglianza: a questo fine, l'Unione Europea ha cofinanziato un progetto dedicato, chiamato SMART4Action. Il progetto prevede il coinvolgimento dei possibili utenti dei dati generati dal monitoraggio, in modo da rinforzare il collegamento tra i bisogni informativi della società e quanto noi possiamo produrre e mettere a disposizione dei vari soggetti interessati: dai singoli cittadini, agli amministratori, ai ricercatori.
Ti chiediamo cortesemente di riempire il questionario accessibile al link riportato sotto relativo alla categoria che rappresenti: impiegherai solo 10 minuti, ma ci darai un grande aiuto per stabilire le priorità informative e affrontare questa fase delicata per il mantenimento di un sistema di sorveglianza delle foreste studiate.
L'11 dicembre si svolgerà a Roma il primo convegno di presentazione del Progetto Smart4Action. Se sei interessato a partecipare, compilando il questionario indicalo nell'ultima domanda. Ti verranno inviati l'invito ed i dettagli dell'evento (la richiesta dovrà pervenirci entro il 20 novembre).
SICUREZZA AGROALIMENTARE: DUE INDAGATI PER CONTRAFFAZIONE PINOT GRIGIO Perquisizioni in Lombardia, Piemonte , Emilia Romagna e Veneto
Due soggetti iscritti nel registro degli indagati per una frode quantificabile in 20 milioni di euro l'anno a partire dal 2010. È il primo risultato scaturito dall'attività di investigazione svolta dal personale del Comando Provinciale di Pavia e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Pavia, a seguito di specifica delega della stessa Procura, su una presunta frode alimentare riguardante la produzione di vino: "Oltrepò Pavese Pinot grigio" DOP e "Provincia di Pavia Pinot grigio" IGP: vini di pregio molto richiesti, soprattutto dal mercato internazionale, ma probabilmente prodotti utilizzando uve di modesta qualità o con altri sistemi fraudolenti, attraverso la manipolazione delle dichiarazioni vitivinicole annuali presentate dalla Società " Terre D'Oltrepò " con sede a Broni (PV) e Casteggio (PV). Sono state eseguite 64 perquisizioni presso cantine, aziende vitivinicole, aziende agricole, fornitori di mosto concentrato rettificato (MCR), mediatori, autotrasportatori e centri di assistenza agricoli dislocati nelle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. È stata acquisita la documentazione relativamente alle vendemmie dal 2010 al 2014 e sono stati effettuati campionamenti di vino contenuto nei vasi vinari e nelle cisterne affinché l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, incaricato dalla Procura, proceda all'analisi chimico-fisica del prodotto. I reati ipotizzati sono frode in commercio con l'aggravante di essere perpetrata su prodotti DOP (denominazione di origine protetta) e IGP (Indicazione Geografica Tipica), falsificazione di documenti e registri, indebito percepimento di aiuti comunitari e contributi regionali. L'operazione di polizia giudiziaria è stata compiuta grazie al supporto di personale forestale proveniente dalle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche e dall'Ispettorato Generale di Roma per un totale di oltre 270 unità impiegate nei controlli sulle aziende presenti principalmente nelle colline dell'Oltrepò Pavese. La documentazione acquisita è al vaglio degli inquirenti per verificare quali aziende e società siano coinvolte nella frode. Oltre ai due soggetti iscritti nel registro degli indagati, potrebbero essere coinvolte altre persone.
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AGROALIMENTARE: SEQUESTRATE NEL SALERNITANO OLTRE 8MILA BOTTIGLIE DI VINO CONTRAFFATTO I controlli si sono concentrate sui vini con indicazione geografica protetta "Falanghina e "Aglianico" Beneventano Comando Provinciale Salerno
Salerno, 19 novembre 2014 - Nell'ambito dell'operazione "Bulgaria" coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento i Comandi Stazione di Giffoni Valle Piana, Agropoli, Foce Sele, Sicignano degli Alburni e Montesano sulla Marcellana coordinati dal Comando Provinciale di Salerno hanno sequestrato 8.150 bottiglie di vino, per un totale di 6.112 litri, appartenente ai lotti contenenti vino proposto al pubblico con indicazione geografica protetta beneventana in violazione della normativa a tutela dei prodotti tipici e del made in Italy, si trattava, invece, di generico vino senza alcuna attestazione relativa alla provenienza e qualità, in parte addirittura di provenienza estera. I controlli a tappeto negli esercizi commerciali della provincia, presso punti vendita e grossisti di prodotti alimentari, sulla commercializzazione di vino etichettato con i marchi Falanghina e Aglianico Beneventano I.G.P.. L'attività di indagine è stata, prioritariamente, mirata alla verifica sulla commercializzazione al dettaglio da cui, attraverso l'analisi della documentazione relativa alla rintracciabilità degli alimenti, si è estesa ai distributori all'ingrosso ove è stato rinvenuto il maggior quantitativo di vino contraffatto. Nell'ambito delle attività delegate, sono stati controllati 37 esercizi commerciali, tra rivendite al dettaglio e distributori all'ingrosso, e la maggior parte delle confezioni sequestrate è stata rinvenuta nei Comuni di San Cipriano Picentino e Montecorvino Pugliano. Il valore commerciale dei lotti di vino in sequestro ammonta a circa 12.000,00 euro.
SICUREZZA AGROALIMENTARE: LA FORESTALE SEQUESTRA 12.000 LITRI DI OLIO PROVENIENTE DALLA PUGLIA Il carico, intercettato nel corso di un controllo stradale, risultava privo dei requisiti di rintracciabilità
Il personale dei Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Montepulciano e Sarteano, a seguito di un controllo stradale in prossimità del casello autostradale di Bettolle, ha operato un sequestro di oltre 12.000 litri di olio dichiarato come "extra vergine di oliva - 100 % italiano - campagna 2014 - 2015", proveniente da un'azienda olearia stabilita nella regione Puglia. Il sequestro si è reso necessario per la mancanza dei prescritti requisiti di rintracciabilità documentale del prodotto oggetto di accertamento. Dalle verifiche condotte, infatti, sono emerse varie e sostanziali irregolarità nella compilazione del documento di accompagnamento della merce, oltre che incongruenze significative tra il tragitto indicato nel documento stesso e quello ricostruito dagli uomini della forestale attraverso la consultazione del cronotachigrafo installato nell'autocarro. Inoltre, l'impresa indicata nel DDT come destinataria dell'olio, una nota azienda olearia stabilita in provincia di Firenze, ha dichiarato di non avere rapporti commerciali con l'impresa pugliese. Tali circostanze, unitamente al fatto che il trasporto si protraeva da quasi quattro giorni, durante i quali il mezzo ha percorso diverse centinaia di chilometri in varie regioni del centro Italia senza un motivo ben preciso, hanno indotto il personale del Corpo forestale dello Stato ad intraprendere la misura cautelare del sequestro. Al fine di verificare l'origine e qualità dell'olio dichiarato come "extra vergine di oliva", inoltre, in collaborazione con personale tecnico dell'Azienda USL 7 di Siena - Dipartimento della Prevenzione Zona Valdichiana, è stato effettuato un prelievo di campioni all'interno della cisterna di trasporto, operazione finalizzata alla successiva analisi chimico-fisica del prodotto comprensiva del contenuto di alchil esteri, sostanze rivelatrici dell'origine geografica e della buona qualità dell'olio italiano. Il carico di olio è stato, quindi, travasato all'interno di due contenitori messi a disposizione da un oleificio di Motepulciano, azienda completamente estranea alla vicenda, per poi essere sottoposto a sequestro, unitamente alla documentazione di accompagnamento ed ai fogli di registrazione del cronotachigrafo. Nel corso della corrente campagna olearia il Corpo Forestale dello Stato ha attivato in tutta la regione una specifica campagna di controlli finalizzati a verificare la movimentazione dei prodotti olivicoli (olive ed olio), al fine di prevenire, ed eventualmente reprimere, frodi a danno dei consumatori e della regolarità del mercato. Come è noto, infatti, il marcato calo di produzione degli oliveti toscani, stimato intorno al 50 - 70 % rispetto allo scorso anno, con punte addirittura del 90 % in alcune zone, dovuto soprattutto alle condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli alla diffusione della mosca olearia, potrebbe incentivare traffici, talvolta illegali, di prodotti olivicoli provenienti da fuori regione, anche di origine comunitaria ed extra comunitaria, a danno delle produzioni nazionali, ed in particole di quelle toscane di eccellenza.
SICUREZZA AGROALIMENTARE: SEI DENUNCIATI PER RICETTAZIONE DI 1.600 KG DI PARMIGIANO REGGIANO DOP, RESTITUITI AL PROPRIETARIO Il formaggio rubato, dopo vari passaggi, era giunto a due ditte di Ruvo di Puglia Ispettorato Generale
Bari, 20 novembre 2014 - Sei persone, rappresentanti legali di aziende, sono state denunciate all'Autorità Giudiziaria per ricettazione, due di Ruvo di Puglia, due di Trani una di Reggio Emilia e una di Roma. Il personale del Corpo forestale dello Stato del Comando Regionale Puglia, nel corso di un'attività di controllo in due aziende di Ruvo di Puglia (BA) esercenti l'attività di vendita all'ingrosso di prodotti alimentari hanno rinvenuto circa 1.600 Kg di Parmigiano Reggiano Dop, che era stato rubato nel mese di settembre ad un'azienda di Parma. Il prodotto, già sequestrato dai Forestali del Nucleo tutela regolamenti comunitari e della Sezione di analisi criminale, è stato successivamente riconsegnato, come disposto dalla Procura di Trani, alla ditta di Parma che era stata derubata. Dai primi accertamenti effettuati dai Forestali di Bari, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Agro Alimentare di Roma e del Comando Provinciale di Reggio Emilia, risultano coinvolti nell'attività di ricettazione sei soggetti: una ditta di Roma che avrebbe rivenduto il prodotto ad una di Reggio Emilia; poi attraverso due aziende pugliesi, il parmigiano sarebbe infine pervenuto ai due rivenditori di Ruvo di Puglia. I primi controlli della Forestale in una delle ditte di Ruvo di Puglia, avevano fatto riscontrare che il parmigiano non era accompagnato da alcun documento di trasporto né fattura di acquisto che ne attestassero la tracciabilità.
INTERPOL: LA FORESTALE A MANAUS PER COMBATTERE IL TRAFFICO ILLEGALE DI LEGNO TROPICALE Affrontate le problematiche legate alle modalità adottate dai trafficanti di legname sud americani per eludere i controlli
Si è svolto a Manaus, capitale dello stato dell'Amazzonia brasiliana, dal 10 al 14 novembre 2014, un training operativo e una riunione tecnica organizzati dall'INTERPOL, nell'ambito del Progetto LEAF, sulle specie legnose oggetto dei traffici illegali e del distruttivo illegal logging, la pratica del taglio raso abusivo che sta distruggendo da decenni il polmone verde del mondo. A rappresentare l'Italia il Servizio CITES centrale del Corpo forestale dello Stato con due unità. Presenti polizie e guardie forestali di Brasile, paese organizzatore, Colombia, Perù, Costa Rica, Ecuador e Paraguay mentre l'Europa era rappresentata anche da Spagna e Portogallo. Durante i lavori, sono state affrontate le più importanti problematiche legate alle modalità adottate dai trafficanti di legname sud americani per eludere i controlli. Inoltre i partecipanti hanno approfondito le tecniche di identificazione del legname, di maggior interesse commerciale, coinvolto in questo fenomeno. Le specie legnose utilizzate sono sia quelle tutelate dalla Convenzione di Washington (mogano, palissandro e araucaria) e sia quelle di alto pregio per l'industria della trasformazione del legno, europea e nordamericana, come l'Imbuia e l'Ipè, non direttamente protette, ma la cui salvaguardia rappresenta, comunque, una priorità per l'intera comunità internazionale in relazione alla conservazione degli ecosistemi naturali che le ospitano. Da tempo, anche importanti ONG come Greenpeace, hanno denunciato, con rapporti specifici e circostanziati, le sofisticate tecniche di frode utilizzate dai contrabbandieri di legname. Questi ultimi, infatti, ricorrono sia alla corruzione di pubblici funzionari e sia alla falsificazione delle autorizzazioni di taglio che gli consentono di esportare, dal cuore della foresta amazzonica, sino ai porti europei, tonnellate di legname illegale. L'Europa, al fine di contrastare efficacemente il fenomeno ha già licenziato alcuni specifici regolamenti comunitari ma le polizie di gran parte del mondo e l'INTERPOL sono consapevoli che solo con una efficace azione investigativa, sostenuta da una cooperazione internazionale tra gli investigatori che si occupano di Wildlife Crime, si possa combattere adeguatamente questo gravissimo crimine. Per questo motivo il Corpo forestale dello Stato tra i principali promotori di questa iniziativa ha partecipato con due rappresentanti del Servizio CITES centrale verificando di persona la triste e silenziosa tragedia che sta devastando uno degli habitat più importanti e ricchi di biodiversità vegetale ed animale del nostro pianeta la cui salvaguardia rappresenta una imprescindibile priorità per l'intero genere umano.
ALBERI MONUMENTALI: NEL DECRETO ATTUATIVO IL RUOLO CENTRALE DELLA FORESTALE La valutazione e i controlli annuali su tutti gli esemplari censiti al fine di verificare le condizioni vegetative comunicando ogni eventuale modifica riscontrata alle regioni
Il Corpo forestale dello Stato, sarà il collettore delle informazioni provenienti dal territorio per la realizzazione dell'elenco degli alberi monumentali a livello nazionale. Coordinerà l'intera campagna di rilievo, assicurando la collaborazione ai comuni che la richiederanno fissando con le Regioni quel flusso informativo necessario alla implementazione aggiornata del sistema di archiviazione dei dati, svolgendo soprattutto l'attività di controllo nei confronti degli illeciti e dei reati a danno degli alberi censiti. Lo stabilisce il decreto interministeriale, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 268 del 18 novembre 2014, previsto dal comma 2 dell'art. 7 della legge 14 gennaio 2013, n. 10 "Norme per lo sviluppo del verde urbano" il cui scopo è quello di delineare i principi e i criteri operativi del censimento degli alberi monumentali presenti sul territorio oltre alla redazione degli elenchi regionali e nazionale. Il decreto, il cui iter ha avuto inizio dalla proposta presentata nell'aprile 2013 dal Corpo forestale dello Stato, oltre ad istituire l'elenco degli Alberi Monumentali d'Italia, definisce i criteri di attribuzione della monumentalità affrontando in dettaglio gli aspetti tecnici e operativi dell'intera attività di censimento. Focalizza le relazioni e i flussi informativi fra le Amministrazioni coinvolte, individua le misure di valorizzazione dell'albero quali la pannellistica informativa e quella riguardante la redazione degli elenchi a livello sia regionale che nazionale. Nel breve periodo avranno inizio tutte le attività operative di catalogazione; attività complesse che dovranno svolgersi, nell'ambito di un intero anno, in modo tale da rispondere efficacemente alle notevoli aspettative nutrite dalla collettività nel rispetto della tempistica imposta ed in completa sinergia fra gli attori coinvolti.