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MAURIZIO MARTINA, NUOVO MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Nato a Calcinate (BG) il 9 settembre del 1978. Sposato e padre di due figli. Dopo essersi diplomato all'Istituto tecnico Agrario di Bergamo, consegue la laurea in Scienze Politiche. Nel 2010 è stato eletto Consigliere della Regione Lombardia, incarico riconfermato nelle consultazioni popolari del febbraio 2013. Nel maggio 2013 è stato nominato Sottosegretario di Stato alle politiche agricole alimentari e forestali. Sempre nel mese di maggio gli è stata conferita la delega a presiedere la Commissione di coordinamento per le attività connesse all'EXPO' Milano 2015. Il 22 febbraio 2014 ha giurato da Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Renzi. Il Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone esprime l'augurio di buon lavoro al neoministro.
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24/02/2014, 16:51
Luke
Sez. Coltivazioni Forestali
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Cronache animali - RAI 2 puntata del 23-02-14 Sulle Alpi, assieme al Corpo Forestale dello Stato per vedere in azione i cani antivalanga
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25/02/2014, 17:26
Luke
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MALTRATTAMENTO ANIMALI: SEQUESTRATI 60 ESEMPLARI E DENUNCIATI I TITOLARI DI UN'AZIENDA AGRICOLA DI LATINA Il Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA) ha contestato il maltrattamento degli animali e l'abbandono di rifiuti
Il Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (NIRDA), congiuntamente al Comando Stazione di Priverno (LT) e al personale del Comando Provinciale di Latina ha sequestrato un'azienda agricola e denunciato all'Autorità Giudiziaria i due titolari, contestando i reati di maltrattamento animale e abbandono di rifiuti. L'intera operazione si è svolta con la costante e fattiva collaborazione del personale dei Servizi veterinari dell'Azienda Sanitaria Locale di Latina. Gli animali erano tenuti in gravi condizioni igienico sanitarie e più in generale in ambienti inidonei alle loro caratteristiche fisiologiche ed etologiche. È stata pertanto accertata una situazione di grave maltrattamento animale. Presso l'azienda zootecnica è stata riscontrata la presenza di 6 cavalli, 34 ovini e caprini, 6 suini, 12 cani e 2 bufalini, tutti posti sotto sequestro giudiziario. In particolare veniva riscontrato che i cavalli erano tenuti in 30/40 cm di fango e letame e alimentati con scarti vegetali contaminati da deiezioni. Gli altri animali, denutriti, erano immersi anch'essi in una lettiera di escrementi e fango, mentre i cani erano legati con corde molto corte, che limitavano in modo significativo la loro libertà di movimento. Il personale del Corpo forestale ha accertato, inoltre, la presenza di rifiuti di vario genere, per cui ha proceduto anche al sequestro dell'area. Tutti gli animali, ad eccezione degli ovini e caprini, sono stati trasferiti, con la collaborazione degli Uffici Territoriali per la Biodiversità della Forestale, presso strutture pubbliche e private.
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27/02/2014, 11:12
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SICUREZZA IN MONTAGNA: SIGLATO ACCORDO TRA ARPA PIEMONTE E CORPO FORESTALE DELLO STATO Firmato a Torino il protocollo d'intesa per il monitoraggio, la previsione e prevenzione dei rischi, la divulgazione e l'informazione del pubblico in tema di neve e valanghe Ispettorato Generale
Roma, 27 febbraio 2014 - Firmato il protocollo d'intesa che sancisce la collaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Piemonte (ARPA) e il Corpo forestale dello Stato - Servizio Meteomont nel settore neve e valanghe, finalizzato ad accrescere le condizioni di sicurezza in montagna in virtù delle reciproche esperienze, competenze e risorse impegnate, e per fare sistema a livello territoriale. Arpa Piemonte e Corpo forestale dello Stato coopereranno mediante azioni sinergiche nel settore del rischio neve e valanghe ai fini di protezione civile, in particolare in attività di formazione ed aggiornamento, di segnalazione delle valanghe, di monitoraggio delle condizioni meteonivologiche e di stabilità del manto nevoso nelle aree montane del Piemonte, che risulta essere la regione più montuosa d'Italia in termini assoluti e dove, solo nell'ultima stagione, ci sono state ben quattro vittime della montagna. Infatti l'estensione, le caratteristiche e l'altitudine media delle montagne piemontesi impongono un monitoraggio attento dei rischi connessi alla neve e alle valanghe, e lo sviluppo di servizi dedicati per un adeguato sviluppo turistico in sicurezza dei numerosi comprensori. Nel campo della formazione, la finalità è quella di uniformare le metodologie di insegnamento in riferimento agli standard internazionali e, nel campo dell'acquisizione e gestione dei dati nivometrici di base rilevati sul terreno, l'ottimizzazione delle rispettive reti di raccolta dati, sia fisse che itineranti.
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28/02/2014, 13:12
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AMBIENTE: QUATTRO PERSONE INDAGATE PER TRAFFICO INTERNAZIONALE DI RIFIUTI IN PROVINCIA DI FIRENZE Sono stati sequestrati numerosi siti di stoccaggio di rifiuti sparsi in tutta la provincia ed eseguite dieci perquisizioni
E' scattata all'alba di oggi una vasta operazione condotta dal Corpo forestale dello Stato con la collaborazione di personale delle Sezioni di Polizia Giudiziaria della Polizia Provinciale e dell'ARPAT. L'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, ha per oggetto rifiuti provenienti da siti non autorizzati e poi trasportati per essere rivenduti a ferriere del nord Italia o addirittura spediti all'estero in particolare nord Africa. L'attività di indagine, durata alcuni mesi, è stata avviata dal Corpo forestale dello Stato circa un anno fa a seguito di numerosi controlli effettuati su strada in provincia di Firenze, miranti a verificare l'esistenza di traffici illeciti di materiali ferrosi e dai quali sono emerse irregolarità diffuse con centinaia di trasporti illeciti con cadenza quotidiana di rifiuti anche pericolosi. Sono stati sequestrati numerosi siti di stoccaggio di rifiuti sparsi in tutta la provincia ed eseguite dieci perquisizioni. I reati contestati vanno dal trasporto e conferimento di rifiuti riferibili all'attività di autodemolizione; allo stoccaggio abusivo di rifiuti pericolosi; all'illecita gestione di rifiuti speciali non riferibili all'attività di autodemolizione; all'illecito trasporto transfrontaliero di rifiuti pericolosi con destinazione Marocco e Serbia. Quest'ultima tipologia di reato è costituito dall'illecito smaltimento di rifiuti speciali pericolosi CER 160121 (differenziali non bonificati), CER 160107 (filtri olio), CER 16.01.04 (motori non bonificati) e CER 16.01.10 (airbag) nonché rifiuti speciali non pericolosi CER 160112 (pastiglie per freni); il tutto non dichiarato in bolletta doganale ed in assenza della documentazione prescritta per trasporto dei rifiuti transfrontalieri. Ad oggi le persone deferite all'Autorità Giudiziaria risultano quattro, ma il numero è destinato a salire.
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02/03/2014, 21:21
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BIODIVERSITA': CONFERENZA SULLA LA STAZIONE ORNITOLOGICA D'ALTA QUOTA DI CAMPO IMPERATORE, "DIECI ANNI DI ATTIVITÀ - RISULTATI E PROSPETTIVE FUTURE" Venerdì 7 marzo a L'Aquila dalle ore 9.00, presso l'aula Magna "Luigi Giugno" del Comando Regionale del Corpo forestale dello Stato Ufficio Territoriale per la Biodiversita' di L'Aquila
L'Aquila, 3 marzo 2014 - L'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di L'Aquila del Corpo forestale dello Stato, ha promosso l'organizzazione di una giornata di studio per illustrare le attività svolte nei primi dieci anni della Stazione Ornitologica d'Alta Quota di Campo Imperatore. L'incontro vede la partecipazione degli Enti, Amministrazioni ed Associazioni coinvolte a vario titolo nell'attività della Stazione ed è aperta anche al panorama degli ornitologi, studiosi, cultori della materia e appassionati, che operano sul territorio Regionale e Nazionale. Oltre ltre che a far conoscere le attività scientifiche svolte dall'UTB di L'Aquila attraverso la Stazione Ornitologica di Campo Imperatore, costituisce un'ulteriore occasione per incentivare la conoscenza e la salvaguardia delle specie animali e vegetali tipiche degli ecosistemi d'altitudine del Gran Sasso". Alla conferenza parteciperanno, con interventi attinenti l'area protetta, rappresentanti dell'Ufficio Centrale per la Biodiversità, del Comando Regionale per l'Abruzzo, dell'Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, del Centro Nazionale di Inanellamento (ISPRA), del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente, dell'Università degli Studi di L'Aquila e della Rete LTER-Italia. La Stazione Ornitologica di Campo Imperatore, gestita principalmente dall'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di L'Aquila, con la collaborazione dell'Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il supporto del Giardino Botanico Alpino di Campo Imperatore dell'Università degli Studi dell'Aquila, ed il coordinamento scientifico del Centro Nazionale di Inanellamento dell'ISPRA - è giunta al decimo anno di attività ed è conosciuta nel panorama Nazionale ed Internazionale soprattutto per gli studi condotti sul Fringuello alpino (Montifringilla nivalis). Questo passeriforme, benché tra i più interessanti dell'avifauna italiana, rappresenta una delle specie d'alta quota meno conosciute: adattatasi a vivere in alta montagna, al di sopra della vegetazione arborea, per l'intero arco dell'anno e per le sue caratteristiche biologiche ed ecologiche può rappresentare un indicatore naturale per valutare gli effetti del mutamento del clima, sui volatili tipici degli ambienti d'altitudine. Dagli studi effettuati dall'UTB di L'Aquila si evince come gli ecosistemi montani sono tra gli habitat a maggior rischio a seguito dei mutamenti climatici; se modificati, le specie presenti in tali ambienti e ad essi fortemente adattate non avranno più a disposizione ampi luoghi dove vivere; per monitorare questo delicato equilibrio l'Ufficio, è impegnato da anni al monitoraggio del Fringuello alpino nel territorio del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Infatti grazie alle competenze acquisite negli anni ed al contributo portato nel campo della conoscenza ornitologica sull'avifauna d'alta quota, attraverso lo studio e le pubblicazioni scientifiche, è stato istituito presso l'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di L'Aquila, con decreto del Capo del Corpo, il Centro Studi Ricerche e Conservazione dell'Avifauna e degli Ecosistemi d'Altitudine. Un ruolo considerevole, quale eccellenza per il monitoraggio e la conservazione della biodiversità, nel cuore dell'Appennino montano che merita un incremento ed un potenziamento delle attività di studio ed introdotto nel programma istituzionale che il Corpo forestale dello Stato svolge. Un ulteriore riconoscimento dell'eccellenza degli studi condotti dalla Stazione Ornitologica di Campo Imperatore, in un sito esclusivo per valore ambientale, è costituito dalla partecipazione al Progetto Europeo Culbianco Wheatear Network, coordinato dall'Institute of Avian Research Vogelwarte Helgoland (Germania), in relazione al Programma Wheatear Network nell'ambito della rete di monitoraggio del Culbianco in Europa. Tale attività è coordinata in Italia dal Centro Nazionale di Inanellamento dell'ISPRA in qualità di referente scientifico ed organismo istituzionale che opera in sinergia con gli altri centri di ricerca europei. L'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di L'Aquila ha in previsione una serie di attività di studio e monitoraggio che offrono ulteriori possibilità per approfondire le tematiche di sensibilizzazione sulla conservazione della biodiversità ornitologica, anche attraverso le numerose iniziative didattico-divulgative, regolarmente programmate anche con il coinvolgimento delle associazioni (Gruppo Ornitologico Snowfinch); fra queste si ricordano: lo Snowfinch Day, giornata di studio dedicata al Fringuello alpino; il programma Fauna & Flora d'Alta Quota, giornate aperte al pubblico finalizzate alla scoperta della biodiversità nelle praterie d'altitudine del Gran Sasso ; il Campo Ornitologico d'Inanellamento, per lo studio delle dinamiche che regolano la migrazione in ambiente montano appenninico. Molte delle attività sono divenute delle occasioni di studio ed approfondimento, che richiamano ogni anno numerosi ornitologi e ricercatori da tutta Italia. La conferenza è aperta al pubblico. Per informazioni: Corpo Forestale dello Stato - Ufficio territoriale per la biodiversità di L'Aquila: Tel: 0862 419260 e-mail utb.laquila@corpoforestale.it
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03/03/2014, 16:39
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03/03/2014, 16:42
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CIRCO: UN ORSO, UNA TIGRE, UN ELEFANTE E UN IPPOPOTAMO SEQUESTRATI NEL CAGLIARITANO Gli animali venivano detenuti e impiegati in modo non conforme alle normative vigenti né alla loro natura, con grave pregiudizio per il loro benessere e la pubblica incolumità
Un orso sale a bordo di un carretto trainato da un cavallo, costretto in una museruola, che porta in groppa anche una tigre al guinzaglio. Non è un sogno né una filastrocca, ma il culmine di uno spettacolo circense. Accade in Sardegna, in provincia di Carbonia Iglesias, e potrebbe bastare già questo a evidenziare la detenzione assolutamente innaturale e il presunto maltrattamento degli animali, alcuni appartenenti a specie considerate pericolose per la salute e l'incolumità pubblica. Il personale del Servizio CITES centrale di Roma del Corpo forestale dello Stato, coadiuvato dalla Polizia di Stato (Commissariato di Iglesias) e dalle unità del CFS in servizio nella regione sarda, ha effettuato ispezioni e sequestri scattati in seguito all'esposto di una nota associazione animalista e ad indagini mirate a verificare le condizioni di utilizzo e detenzione degli animali, a garanzia sia del loro benessere che dell'incolumità pubblica. Sotto sequestro sono finiti un orso, un elefante africano (meno docile e addomesticabile rispetto alla specie asiatica) una tigre e un ippopotamo. Ma nella struttura erano presenti anche una leonessa e altri animali. Alcuni esemplari (in particolare l'orso più anziano, la tigre e l'elefante) appartenenti a specie in grado di costituire grave pericolo per la pubblica incolumità, sarebbero stati ripetutamente manipolati senza barriere e all'aperto, prima dell'inizio e durante lo svolgimento degli spettacoli, in zone non autorizzate, prossime ad aree dove abitualmente stazionano i visitatori del piccolo zoo annesso alla struttura. Inoltre non venivano adottate sufficienti precauzioni che scongiurassero il rischio di fuga degli animali, notoriamente imprevedibili, o di eventuali loro aggressioni. Tutto ciò in violazione alle specifiche e rigorose normative in materia di animali pericolosi e alle prescrizioni dell'autorità prefettizia che stabiliscono limiti categorici in merito all'esposizione degli esemplari in pubblico e al di fuori delle strutture autorizzate. Gli esemplari, erano detenuti senza alcun rispetto delle esigenze etologiche, biologiche, psichiche, non attenendosi, inoltre, ai criteri di mantenimento degli animali nei circhi che la normativa vigente stabilisce. Particolarmente eclatanti i presunti casi di maltrattamenti quali l'utilizzo per tempi prolungati di museruola e legacci per l'orso e la tigre. Quattro sono i gestori del circo denunciati dalla Forestale alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Gli esemplari sequestrati, tutti di sesso femminile (Baby, l'elefante africano di circa 25 anni, la tigre di 11, l'orso bruno di 35 anni e l'ippopotamo) sono stati temporaneamente affidati alla custodia dei proprietari con l'obbligo di mantenerli in determinate condizioni atte a garantirne il loro benessere e la sicurezza pubblica, in vista di un futuro trasferimento ad opera del Corpo forestale presso strutture idonee.
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04/03/2014, 16:52
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SICUREZZA AGROALIMENTARE: CONTROLLI E DENUNCE IN ALCUNI PASTIFICI DI GRAGNANO Sono quattro le aziende denunciate per frode e 10 tonnellate di pasta messe sotto sequestro
Il personale del Corpo forestale dello Stato del Nucleo Tutela Regolamenti Comunitari e della Sezione di Analisi Criminale del Comando Regionale Puglia, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Napoli, ha effettuato diversi controlli in acuni pastifici del comune di Gragnano (NA). I rappresentanti legali di tre ditte sono stati denunciati per frode in commercio perché non producevano la pasta negli stabilimenti di Gragnano, secondo l'antica tradizione, così come era pubblicizzato nelle etichette delle confezioni di pasta, ma la compravano da altre aziende situate fuori dalla famosa città della pasta, in un caso addirittura veniva prodotta nella città di Pescara. Un appresentante di una ditta è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per la detenzione di pasta all'interno di cartoni inidonei a contenere alimenti. Due le ditte nelle quali, i Forestali, hanno riscontrato illeciti amministrativi: una deteneva la pasta senza informazioni inerenti le date di produzione e scadenza; l'altra presentava delle irregolarità nelle etichettatura delle confezioni di pasta ed in particolare era realizzata in modo da suggerire che il prodotto possedesse caratteristiche particolari che in realtà sono possedutede tutti i prodotti alimentari analoghi. I controlli hanno portato al sequestro di circa 10 tonnellate di pasta e sono state elevate sanzioni amministrative per 10.000 euro. Gli accertamenti della Forestale nella filiera della pasta, a tutela dei disciplinari di produzione, rappresentano una garanzia per i consumatori che acquistano prodotti garantiti o con marchio IGP. La "Pasta di Gragnano" è infatti famosa nel mondo per la tradizione e la storicità della produzione che avviene da sempre con l'utilizzo di trafile in bronzo. Quest'ultime conferiscono alla pasta la caratteristica rugosità superficiale, rendendola pertanto perfettamente riconoscibile al tatto e al gusto. Altresì il particolare e tradizionale processo di essiccamento, garantito dai maestri pastai gragnanesi, offre al mondo intero un prodotto dell'eccellenza del Made in Italy.
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04/03/2014, 16:53
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LE PARETI ROCCIOSE, UN VERO “CONDOMINIO PER UCCELLI”
Di Massimo PELLEGRINI Funzionario Dir. Agricoltura Regione Abruzzo Ottobre 2013
Se si escludono le grandi forre, le gole più profonde ed i famosi canyon, nel nostro immaginario collettivo, ma anche nelle norme che tutelano i beni paesaggistici e naturali, i ghiaioni, le pendici e le pareti rocciose sono considerate ambienti di poco valore, senza piante ed animali degni di particolare considerazione. Tra le categorie di beni naturali sottoposte ai vincoli paesaggistici ai sensi della normativa vigente e del passato, ma ancora attualissimo, “Decreto Galasso” predominano le foreste, i corsi d’ acqua, le sorgenti e le coste ma non di certo le pareti rocciose soprattutto se piccole e poco imponenti. Realizzare una nuova urbanizzazione, una strada, una centrale eolica o aprire una nuova cava all’ interno di un bosco è attualmente quasi impossibile ovunque in Italia ma progettarle a ridosso o sopra una parete rocciosa non è ritenuto spesso improponibile poiché in pochi sanno che anche una parete apparentemente insignificante, alta solo una decina di metri, può rappresentare un raro sito di nidificazione per il Lanario o altre specie rarissime e tutelate anche da Direttive europee come la Direttiva 2009/147/CE. Molte specie come i chiassosi Gracchi, il melodico Passero solitario e, soprattutto alcuni uccelli rapaci, frequentano prati, incolti e coltivi per la ricerca trofica ma nidificano sulle falesie e pareti che offrono un sicuro rifugio al riparo dai predatori. Solo il piccolo e variopinto Picchio muraiolo utilizza le pareti rocciose sia per ricercare le sue prede costituite da piccoli artropodi che per costruire il suo nido all’interno di una piccola cavità della roccia. Per questo “picchio” a differenza di quelli “veri” appartenenti all’ ordine dei Piciformi il becco lungo e ricurvo non serve ovviamente per perforare la dura roccia calcarea o granitica ma solo per penetrare nelle fessure e fori dove si nascondono ragni, miriapodi e insetti. Le pareti rocciose più importanti per la riproduzione dell’ avifauna non sono necessariamente quelle più alte ed inaccessibili, come quelle alpine, ma quelle presenti in territori vasti ed ambientalmente ben conservati ma con rare possibilità di nidificazione a causa della limitata presenza delle stesse. Il caso più noto, per restare in Europa, è quello delle forre che si aprono improvvise negli altopiani sconfinati della Estremadura e della Castilla in Spagna ma anche in Italia in alcune aree della Basilicata e della Puglia i rari valloni e pareti rocciose sono così ricchi di uccelli nidificanti da apparire agli inizi della primavera come dei veri a propri “condomini ornitologici”. Sulla stessa parete depongono, spesso vicini tra loro e non sempre senza problemi di buon vicinato, gheppi, falchi grillai, pellegrini, lanari, taccole e corvi imperiali. Le pareti più alte localizzate nelle Alpi, negli Appennini e nelle due isole maggiori ospitano i grandi nidi dell’ Aquila reale e degli avvoltoi che per dimensioni e caratteristiche sono facilmente localizzabili ed osservabili anche da grandi distanze utilizzando un buon cannocchiale con almeno 20 ingrandimenti e potrebbero pertanto essere anche valorizzate con finalità turistiche ecocompatibili… Non tutte queste pareti godono però di una particolare tutela all’ interno di parchi e riserve e i loro “condomini” possono essere facilmente “sfrattati” non solo a causa di quelle attività di particolare impatto ambientale a cui ho accennato ma anche come conseguenza di altre iniziative il cui effetto negativo viene spesso sotto valutato anche all’ interno delle aree protette. E’ il caso della arrampicata sportiva, o dei cosiddetti botti, usati in tutte le feste di paese che hanno conseguenze molto negative nei confronti degli uccelli rupicoli per i quali basterebbe almeno evitare di disturbarli nei momenti più delicati della riproduzione. Un esempio in tal senso viene dalla Scuola di Roccia di Roccamorice, in provincia di Pescara, dove anche prima della istituzione del Parco della Majella, il fondatore della Scuola e noto alpinista Giampiero Di Federico prima di attrezzare le pareti rocciose concordò con alcuni ornitologi dove, quando e come intervenire per salvaguardare i siti di nidificazione.
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