Tappa in Vietnam e alla fiera Interwine, in Cina, i produttori di Chianti d.o.c.g sono accompagnati dagli studenti degli istituti alberghieri Datini e Saffi e dal loro talento
Firenze, 28 maggio 2019 – Il Consorzio Vino Chianti parte alla volta del Vietnam e per la prima volta fa tappa, giovedì 30 maggio, a Ho Chi Minh City per il Chianti Lovers Asian Tour II, un secondo tour asiatico di promozione delle aziende vitivinicole che incontreranno operatori del mercato vietnamita ma anche invitati speciali da altri Paesi.
ACCORDO FRA IL CONSORZIO VINO CHIANTI E BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA PER SOSTENERE LE AZIENDE VITIVINICOLE
Il direttore Bani “Fare sinergia unica strada percorribile per rilanciare l’economia del territorio”
Il general manager Dimitri Bianchini “Banca Mps sempre al fianco delle cantine toscane con prodotti dedicati e misure ad hoc per favorire la crescita”
Firenze, 29 maggio 2019 - Un pacchetto di misure ad hoc per favorire la crescita a sostegno dei produttori aderenti al Consorzio Vino Chianti messo a disposizione da Banca Monte dei Paschi di Siena. È quanto prevede l’accordo siglato a Firenze dal Consorzio e dall’istituto di credito per aiutare le aziende vitivinicole toscane. Presenti alla firma Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti, e Dimitri Bianchini, general manager area territoriale Toscana di Banca Mps.
La Banca ha predisposto diverse linee di prodotti destinate specificatamente alle attuali e più evolute esigenze finanziarie delle imprese vitivinicole associate al Consorzio prevedendo in particolare misure a sostegno delle aziende colpite da calamità naturali. Obiettivo del pacchetto è favorire infatti il più elevato ritorno economico possibile per le imprese e per il territorio, attraverso la promozione di una crescente qualità del prodotto, la diluizione e la programmazione delle normali vendite e, infine, la stabilizzazione dei prezzi di mercato.
“Siamo convinti che sia quanto mai necessario lavorare in sinergia sul territorio per sostenere le nostre imprese - dichiara Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti – convinti che per risollevare le sorti della nostra economia questa rappresenti l'unica strada percorribile. Una convenzione che viene in aiuto alle nostre singole aziende proprio in quel settore agricolo che rappresenta una parte importante del PIL toscano che non può essere abbandonato.”
“Banca Monte dei Paschi di Siena, da sempre principale partner e interlocutore nel mondo vitivinicolo toscano – commenta Dimitri Bianchini, general manager AT Toscana di BMps -, ribadisce il forte impegno al fianco delle cantine del Chianti per supportare, rafforzare ed estendere l’attività produttiva. Il rapporto con il Consorzio Vino Chianti è storico e consolidato e vogliamo continuare questo percorso per garantire misure ad hoc e soluzioni ideali per le aziende affiliate, per favorire la crescita e le ricadute positive dirette, nell’indotto e nell’ambiente”.
Nello specifico, l’accordo prevede finanziamenti per i programmi aziendali di impianto e reimpianto vigneti o ampliamento della superficie produttiva, finanziamenti per sostenere le spese di produzione, invecchiamento e riserva, affinamento dei vini di qualità prodotti (durata massima complessiva 7 anni) e finanziamenti a medio termine destinati a fornire all’impresa le risorse economiche necessarie per l’acquisto di attrezzature di campagna e di cantina, utili per la vinificazione e la movimentazione del prodotto. Sono previsti, inoltre, finanziamenti di durata massima di 18 mesi per sostenere le spese di produzione, affinamento, pubblicità e commercializzazione della produzione aziendale destinata all’imbottigliamento ed alla vendita con il proprio marchio aziendale o come finanziamento per le scorte di cantina con particolare attenzione alle esigenze legate alle calamità naturali che negli ultimi anni hanno condizionato notevolmente il raccolto e la produzione.
Lo studio Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti Vino, i rossi toscani Dop leader nel mercato europeo
In 10 anni investiti 600 milioni di euro nella ristrutturazione dei vigneti Chianti. Il presidente del Consorzio Busi: “Nel 2025 la produzione di Chianti raggiungerà un milione di ettolitri”
Milano, 18 giugno 2019 - Vini rossi Dop della Toscana leader nel mercato europeo. Un valore complessivo delle esportazioni nel 2018 pari a 518,6 milioni di euro, contro i 273,7 del Veneto e i 242 milioni del Piemonte in tutti i principali mercati, in particolare in Germania, Uk, Francia, Paesi Bassi e Belgio. E’ quanto emerge dalla ricerca Wine Monitor Nomisma per Consorzio Vino Chianti presentata oggi a Milano presso la Sala Blu del Palazzo Degli Affari.
In particolare, in Germania l’export di rossi Dop della Toscana nel 2018 è risultato pari a 63 milioni di euro contro i 36 del Veneto, secondo vino rosso Dopitaliano più esportato. Mentre nel Regno Unito è risultato di poco superiore a 28 milioni di euro, contro i 21 milioni dei rossi del Piemonte.
“Numeri e valori che descrivono bene il peso che i vini Dop toscani hanno sul mercato internazionale - ha detto Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti - e su cui lavoriamo costantemente per promuovere e valorizzare la qualità della Denominazione. Un lavoro che parte da lontano e che è frutto di investimenti e strategie mirate e di lungo periodo. Oggi grazie ai risultati raggiunti e al rinnovo dei vigneti possiamo tranquillamente dire che entro il 2025 la produzione di Chianti raggiungerà un milione di ettolitri”
Sono stati infatti ristrutturati mediamente 850 ettari di vigneti atti a produrre Vino Chianti all’anno tra il 2001 e il 2018, il 75% del totale, per un investimento da parte delle aziende di oltre 600 milioni di euro. A ciò dobbiamo aggiungere tutti gli altri ulteriori investimenti fatti nell’ammodernamento delle cantine e delle attrezzature per innalzare il livello qualitativo del vino Chianti DOCG quale segnale di vitalità del settore.
Un contesto che asseconda l’aumento delle esportazioni in mercati come il Regno Unito. Tendenza che però si scontra con le preoccupazioni legate alla Brexit. Nel primo trimestre di quest’anno, secondo la ricerca Nomisma, l’export di vini rossi Dop della Toscana è aumentato in UK del 36% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
“Un dato quest’ultimo molto positivo, ma che fa crescere le preoccupazioni negli importatori inglesi che vedono un futuro meno roseo con eventuali restrizioni commerciali e barriere tariffarie derivanti dalla fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea”, osserva il presidente Busi.
Capofila la Cantina Sociale Colli Fiorentini Vino, al via progetto sperimentale OXYLESS per gestire il rischio di ossidazione nei vini da uva Sangiovese
Montespertoli (Firenze), 25 giugno 2019 - Un innovativo test di ossidabilità del vino, per ottenere nuovi prodotti, come vini frizzanti o spumanti, bianchi o rosati, da uve Sangiovese. Ma anche per individuare le buone pratiche di cantina e produrre vini con sistemi più sostenibili da un punto di vista ambientale.
Si chiama OXYLESS ed è un esame rapido ed economico che permetterà di determinare l'ossidabilità specifica di ogni lotto di vino, bianco, rosso o rosato, in più fasi della sua lavorazione. Un progetto innovativo - che rientra nel PIF- Progetto Integrato di Filiera della Regione Toscana - partito a febbraio e che durerà, in via sperimentale per due anni. In qualità di capofila c'è la Cantina Sociale Colli Fiorentini in collaborazione con ISVEA e Vinidea.
"Il nuovo test, rapido ed economico - spiega il presidente della Cantina, Ritano Baragli - può servire a monitorare ogni massa di vino durante il processo e dare indicazioni su quali delle sue componenti siano responsabili della sensibilità all'ossidazione. E' un importante strumento decisionale a disposizione dell'enologo, ma anche un potente mezzo per lo studio degli effetti delle diverse pratiche viticole ed enologiche sull'ossidabilità di un vino. L'obiettivo è ottenere uno schema di produzione sostenibile di vino spumante da uve sangiovese a bassa ossidabilità naturale. Il test può anche essere utilizzato per il vino rosso fermo".
La presentazione del progetto ai tecnici del settore è stata fatta a Enoforum 2019 (www.enoforum.eu), il maggiore congresso europeo del mondo del vino che ha visto la partecipazione di 1.200 congressisti tra ricercatori, fornitori di servizi e tecnologie, enologi, agronomi viticoli e produttori di vino. In questa occasione si è fatto il punto sulle tecniche di gestione dell'ossigeno - dall'uva alla bottiglia - con il relatore Jean Claude Vidal dell'INRA di Pech Rouge, a Gruissan in Francia (Institut National de la Recherche Agronomique) e sulla voltammetria ciclica come tecnica analitica che consente un approccio innovativo allo studio dell'ossidazione dei vini con Piergiorgio Comuzzo dell' Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali ed Animali (Di4A).
Le registrazioni delle relazione di Enoforum saranno disponibili sulla rivista on-line www.infowine.com.
Il progetto Oxyless nasce con l'obiettivo di promuovere l'innovazione come strumento per il mantenimento e lo sviluppo dell'economia rurale e contribuire alla stabilizzazione del reddito degli agricoltori viticoltori negli anni.
Il test permette di assecondare la tendenza mondiale dei gusti dei consumatori che vira verso vini frizzanti e spumanti. Un aspetto in linea con alcune caratteristiche del Sangiovese. Infatti, a causa del clima particolarmente caldo, in certe annate si rileva un disaccoppiamento tra maturità tecnologia e fenolica. Sempre più spesso si raggiunge l'equilibrio tra zuccheri e acidità settimane prima di quando giunga a maturazione piena la componente tannica. Di conseguenza accade con sempre maggiore frequenza di avere a disposizione quote di uve Sangiovese idonee alla produzione di spumante e di rosati. Il principale rischio tecnologico di un tale prodotto è proprio l'ossidazione
Inoltre, la nuova procedura consente anche di assicurare un allungamento della vita commerciale del prodotto per garantire la qualità del vino anche dopo lunghi viaggi e per farlo arrivare a destinazione nelle migliori condizioni possibili.
Giovanni Busi riconfermato presidente del Consorzio Vino Chianti Nominati anche i due vice presidente: Baragli e Zanette. "Tra le priorità lo sviluppo dei mercati”
Firenze, 5 luglio 2019 - Giovanni Busi è presidente del Consorzio Vino Chianti, per il quarto mandato consecutivo. Una riconferma eccezionale, resa possibile dall'approvazione all'unanimità della deroga al limite di tre mandati previsto dallo statuto.
Il Consiglio d'Amministrazione ha così dato mandato a Busi e nominato i due vicepresidenti: Ritano Baragli e Alessandro Zanette. Nominate anche le commissioni tecniche e marketing e i comitati di gestione tecnica, fondamentali per il funzionamento del Consorzio.
Questi i consiglieri eletti nell'assemblea generale del 28 giugno scorso: Tommaso Albergotti, Davide Ancillotti, Ritano Baragli, Rolando Bettarini, Giovanni Busi, Fabio Vittorio Carone, Cino Cinughi De Pazzi, Angiolo Del Dottore, Gianmarco Diddi, Stefano Fantechi, Marco Ferretti, Leonardo Francalanci, Paolo Gamberi, Filippo Gaslini Alberti, Francesco Gera, Ferdinardo Guicciardini, Malcom Leanza, Maria Grazia Mammuccini, Maurizio Masi, Mario Mori, Massimo Peruzzi, Mario Piccini, Filippo Rocchi, Andrea Rossi, Massimo Sensi, Vasco Torrini, Giovanni Trambusti, Alessandro Zanette, Gianni Zipoli
"Accetto con orgoglio e soddisfazione questa riconferma - ha commentato Giovanni Busi - La fiducia che i soci ripongono in noi ci motiva a proseguire un percorso di crescita e di progettualità condivisa, necessario ad affrontare le continue sfide che il mercato ci lancia, sia dal lato della domanda che dell'offerta. Siamo chiamati nei prossimi tre anni a gestire situazioni in continua evoluzione, a prevedere e a programmare con strategico anticipo le nostre attività di promozione e valorizzazione sia a livello di mercato interno che internazionale. Abbiamo avviato una fase di cambiamento e continueremo su questa strada, guardando sempre al medio e lungo periodo"
In quest'ottica, tra le priorità di mandato c'è sicuramente la modifica del disciplinare. "Una modifica strutturale, non più solo interventi di adeguamento alle contingenze - precisa Busi - Sarà moderno, in linea con le nuove esigenze di mercato e flessibile, un punto di riferimento per i nostri soci".
Altra sfida è il completo rifacimento dei vigneti, sfruttando al massimo i fondi OCM ristrutturazioni. "Un passaggio fondamentale per il miglioramento dei livelli di qualità della Denominazione", prosegue Busi. Ad oggi il 75% degli impianti è stato rinnovato, con un investimento complessivo di 600 milioni di euro.
Tra le priorità, c’è la risoluzione, in maniera seria e continuativa, del problema causato dalla massiccia presenza di ungulati nelle campagne. Non da meno la questione delle giacenze, problema in parte tamponato dalla proposta di gestione dell'offerta avanzata dal Consorzio e recepita dalla Giunta regionale toscana che con una delibera ha ridotto le rese massime di uva a ettaro e a ceppo per la vendemmia del 10 per cento.
Sul fronte della promozione, si procederà con i piani promozionali avviati, al rilancio della Denominazione sul mercato nazionale e all'implementazione di nuovi percorsi promozionali verso mercati strategici, anche attraverso la registrazione del marchio consortile nei paesi emergenti. Sul piano della vigilanza sui mercati, il Consorzio proseguirà l’attività con l'intento di bloccare la diffusione ingannevole e impropria di falsi vini Chianti fatti con kit di polverine, false etichette o uso improprio della Denominazione.
Vino e tv, il Chianti protagonista delle serie cult di Netflix “Stranger Things” Il presidente Busi “Premiato il nostro lavoro sul brand. Anche così si aprono nuovi mercati”
"Penso che berremo anche una bottiglia di vino rosso..com'è il vostro 'Cianti'?". "Il nostro Chianti è molto buono, mediamente corposo, con un accenno di ciliegia".
In questo scambio di battute fra il protagonista della serie cult Stranger Things - targata Netflix - e il maitre del ristorante di lusso in cui va a cena per far bella figura con una donna, c'è tutta la potenza del brand Chianti: "Anche chi non sa pronunciarne il nome lo conosce, anche chi non sa nulla di vino lo ordina per darsi un tono. Un successo che non è frutto del caso." spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi.
Stranger Things, giunta alla terza stagione, è la serie televisiva statunitense di fantascienza ideata da Matt e Ross Duffer e prodotta da Camp Hero Productions e 21 Laps Entertainment per la celeberrima piattaforma di streaming: sta spopolando tra i Millennials ed è già considerata uno dei maggiori successi di Netfilx. Racconta la scomparsa di un bambino in circostanze misteriose e l'arrivo di una strana ragazzina con poteri telecinetici. E' ambientata negli anni Ottanta a Hawkins, una cittadina dello stato americano dell'Indiana e nel cast vanta attori del calibro di Winona Ryder.
La prima stagione è stata pubblicata su Netflix il 15 luglio 2016, la seconda il 27 ottobre 2017 e la terza il 4 luglio 2019: il Chianti entra da protagonista nella seconda puntata della terza, attesissima stagione.
Non è la prima volta che il vino più noto al mondo affianca attori da Oscar sul piccolo e sul grande schermo. In "Dalla Russia con amore" (1963) il Chianti aiutò James Bond, interpretato da Sean Connery, a smascherare una spia che aveva ordinato un piatto di pesce accompagnato da un bicchiere di Chianti, cosa che nessun vero gentleman farebbe mai.
E' del 1991 la celeberrima scena de "Il silenzio degli innocenti" in cui il dottor Hannibal Lecter racconta: "Uno che faceva un censimento una volta cercò di interrogarmi. Mi mangiai il suo fegato, con un bel piatto di fave, ed un buon Chianti...".
"Nell'immaginario collettivo, nella mente dei più famosi registi, nello storytelling di Hollywood, nei desideri dei consumatori di tutto il mondo, il Chianti è sinonimo di vino rosso d'eccellenza. Questo non è frutto del caso - commenta Busi - ma il risultato di un lavoro lungo e meticoloso di comunicazione del prodotto, del territorio, delle aziende, del marchio. La citazione nella serie di culto per i giovanissimi conferma ancora una volta che il Chianti è ormai un 'sovrabrand' rispetto ai già blasonatissimi Made in Italy e Made in Tuscany. Ed è di grande importanza il fatto che Stranger Things sia statunitense, rivolta ad un pubblico di giovanissimi e diffusa attraverso un canale totalmente digitale: questo ci apre le porte di mercati nuovi e dalle enormi potenzialità, moltiplicando i nostri possibili spazi di business".
Vendemmia 2019, si preannuncia una grande annata per i vini della denominazione Vino Chianti DOCG Busi (Consorzio Vino Chianti): "Ottima qualità grazie al clima favorevole e agli investimenti fatti" Firenze, 31 luglio 2019 - Il 2019 promette di essere una grande annata per i vini della Denominazione Vino Chianti docg: il clima favorevole, soprattutto nella parte finale della stagione, e gli importanti investimenti fatti negli anni scorsi sui vigneti, daranno un prodotto di grande qualità alle aziende del Consorzio Vino Chianti.
"L'uva è molto sana, non ci sono problemi di natura fitosanitaria - dice il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi -. Le quantità sono nella norma e, grazie all'abbattimento del 10% della produzione che abbiamo richiesto alla Regione Toscana, avremo volumi che ci consentiranno di non provocare una ripercussione sui prezzi".
Il Consorzio Vino Chianti produce mediamente 850 mila ettolitri di vino: per la vendemmia 2019 ha ottenuto dalla Regione Toscana l'autorizzazione a ridurre le quantità prodotte del 10% per non generare un surplus produttivo che comporterebbe un abbassamento dei prezzi di vendita. Nel 2019, quindi, le aziende associate al Consorzio Vino Chianti immetteranno sul mercato circa 750 mila ettolitri di vino, pari a 100 milioni di bottiglie.
La politica di riduzione dei volumi adottata dal Consorzio Vino Chianti è la strategia scelta per affrontare il calo delle vendite che si è registrato su alcuni mercati tradizionali nel corso del 2018. In particolare, la Germania - che per il vino Chianti è il secondo mercato di sbocco, dopo gli Stati Uniti - ha registrato una riduzione delle masse esportate pari al 6-7%: "Si tratta di una contrazione dovuta al rallentamento dell'economia tedesca, che spinge i consumatori ad orientarsi su vini meno costosi - spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti -. Abbiamo scelto di ridurre le quantità prodotte per mitigare l'impatto sul prezzo così da affrontare il calo delle esportazioni mantenendo comunque una remunerazione adeguata per tutti gli attori della nostra filiera, dai viticoltori agli imbottigliatori".
"Il clima di quest'anno, che ha provocato danni consistenti ad altre colture, per noi invece va benissimo - prosegue Busi -. La situazione è piuttosto omogenea su tutto il territorio: anche le zone che hanno risentito maggiormente della siccità, come l'empolese, stanno andando bene perché la nostra uva d'elezione, il sangiovese, è un'autentica spugna e bastano poche gocce d'acqua per tenere le viti in salute. Abbiamo avuto notizie da parte dei media su possibili danni arrecati dai temporali di domenica scorsa, fortunatamente solo in alcuni territori, ma al momento dalle aziende non abbiamo segnalazioni. Grazie all'andamento complessivamente favorevole della stagione e ai consistenti investimenti nei vigneti fatti negli ultimi anni dalle nostre aziende, si possono fare grandi vini: il 2019 sarà una grande annata per i vini della Denominazione Chianti".
La scuola del Consorzio Vino Chianti dedicata ad esperti del settore Vino, dopo il successo della prima edizione la Chianti Academy torna in Cina
Lezioni al via a Shenzhen, Canton, Pechino e Shanghai. Il presidente Busi: "Cresce l'interesse per la Denominazione"
Firenze, 5 agosto 2019 - A lezione di vino Chianti, in Cina. Torna la Chianti Academy dedicata a professionisti e operatori del settore che vogliono conoscere e approfondire la storia e la cultura del vino toscano. Dopo il successo della prima edizione, con 240 partecipanti in quattro città, ripartono le lezioni e le degustazioni per diventare esperti del vino Chinati dogc.
“La Cina si conferma uno dei mercati esteri più importanti per il vino italiano - spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi - Insieme all'export è cresciuto anche l'interesse per la storia, la tradizione e l'innovazione che c'è dietro la Denominazione. Una tendenza confermata dal successo dell'Academy, un progetto che rientra nella più ampia strategia di promozione e valorizzazione del nostro vino, in un paese come la Cina dalle potenzialità enormi e in cui è necessario essere presenti costantemente per guadagnare posizioni rispetto ai nostri competitors"
Al via la sessione di agosto, dunque, con il primo appuntamento a Shenzhen, l’8 e il 9 agosto, poi si prosegue a Canton, l’ 11 e 12 agosto, Pechino, il 13 e 14 agosto, e concludere la prima parte delle lezioni a Shanghai il 17 e 18 agosto.
I corsi sono organizzati col supporto dell’organizzazione di Interwine di Guangzhou, tra i leader del mercato fieristico cinese e da qualche anno partner del Consorzio nelle attività di promozione in Cina. I partecipanti avranno l’opportunità di conoscere la storia e la cultura legata alla denominazione, la catena di produzione e le politiche di tutela del prodotto. Gli studenti dell'Accademia avranno modo di trattare anche temi molto attuali, come gli abbinamenti con il cibo, il consumo tra i giovani, la comunicazione e il marketing del prodotto. Le lezioni sono abbinate a degustazioni specifiche delle 30 diverse etichette del Consorzio rappresentative di tutte le tipologie esistenti.
Una seconda sessione di lezioni è in programma a settembre, a cui seguiranno gli esami finali. I partecipanti all’Academy riceveranno così la qualifica di Chianti Wine Expert rilasciata dal Consorzio Vino Chianti.
Vino, anfore sempre più di moda. A Montespertoli il primo test scientifico per capirne gli effetti La Cantina Sociale Colli Fiorentini e l'Università di Firenze confrontano l'evoluzione del vino in contenitori di acciaio, legno, terracotta e cemento
Firenze, 6 agosto 2019 - Vanno sempre più di moda, ma nessuno ancora sa quali effetti producano realmente sul Vino: anfore di terracotta e contenitori in cemento sono i più recenti trend per l'affinamento dei rossi, ricercati da un numero crescente di aziende come alternativa alle tradizionali barriques e ai silos in acciaio inox. Adesso arriva uno studio scientifico che consentirà di capire in che modo i diversi contenitori influenzino le caratteristiche chimiche e sensoriali dei vini: ci ha pensato la Cantina Sociale Colli Fiorentini con un progetto affidato alla Scuola di Agraria dell'Università di Firenze, proprio per valutare l'evoluzione del vino in funzione dei diversi contenitori: presso la cantina Valvirginio di Montespertoli, la stessa quantità di Sangiovese della vendemmia 2018 è stata posta a maturare in tre serbatoi di acciaio inox, tre barriques nuove e tre usate, tre anfore, tre tini di cemento vetrificato e tre tini di cemento grezzo. La maturazione è stata avviata tre mesi fa e il progetto durerà complessivamente 12 mesi, al termine dei quali verranno stilati report analitici che per la prima volta diranno con attendibilità scientifica quali sono gli effetti dei diversi contenitori sul vino.
Il progetto è condotto dalle ricercatrici Valentina Canuti e Monica Picchi della sezione di Scienze e Tecnologie Alimentari, dal professor Alessandro Parenti e dal dottor Lorenzo Guerrini della sezione di Ingegneria Agraria, Forestale e dei Biosistemi della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze.
"Faremo uno step intermedio a novembre, cioè a sei mesi dall'avvio della sperimentazione - spiega l'enologo della cantina Valvirginio, Marco Puleo - e poi un ultimo panel test al termine del progetto. Negli ultimi anni si è molto diffuso l'impiego delle anfore per l'affinamento del vino e la tendenza più recente è il recupero dei vecchi contenitori in cemento armato, sia grezzo che vetrificato, che erano molto in voga prima che arrivasse il trend del legno. Tutti i contenitori hanno la stessa capienza, cinque ettolitri. Insieme ai ricercatori, lavoreremo su molti parametri come la diversa permeabilità all'ossigeno dei diversi contenitori, la conseguente capacità del vino di ossidarsi più o meno, l’evoluzione dei composti polifenolici e molto altro. Fino ad oggi abbiamo fatto analisi una volta alla settimana, da adesso in poi le faremo ogni mese".
"E' sicuramente troppo presto per affermare che i diversi contenitori hanno impatti differenti sul profilo chimico e sensoriale del vino, ma già iniziamo a notare delle differenze - spiega Valentina Canuti -. Trascorsi i primi sei mesi di maturazione avremo i primi dati concreti e potremo trarre le prime considerazioni: quello che ci aspettiamo è che il vino abbia una differente evoluzione in funzione del contenitore che può avere cessioni diverse di numerosi elementi e una diversa permeazione all'ossigeno, elemento importante per la maturazione dei vini rossi".
Per consentire l'avvio della sperimentazione l'azienda padovana CLC ha fornito i contenitori in cemento e la fornace Artenova di Impruneta le anfore in terracotta.
DOP WINES AND CHEESE COMUNICATION: AL VIA IL PALINSESTO DEGLI EVENTI AUTUNNALE
A partire dal prossimo 17 Settembre, a Cremona, ASTI DOCG, PROVOLONE VALPADANA DOP E CHIANTI DOCG saranno i protagonisti di un programma di valorizzazione destinato al grande pubblico: 10 appuntamenti che alterneranno degustazioni guidate, show cooking, tecniche di assaggio e formazione sul mondo delle Indicazioni Geografiche del FOOD and WINE.
Il progetto, promosso dai rispettivi Consorzi di Tutela con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, permetterà ai partecipanti di scoprire e acquisire nozioni specifiche, interagendo direttamente con relatori selezionati per l’occasione.
Sarà il Ristorante il Violino, in Via Sicardo, 3 a Cremona, ad ospitare l’intera rassegna ogni martedì sera a partire dalle 18.00.
La partecipazione agli eventi è gratuita, ma la prenotazione è obbligatoria per ogni singolo evento attraverso il sito www.altiformaggi.com , fino ad esaurimento posti.
“Vino Chianti, Provolone Valpadana ed Asti, stringono un’amicizia che si cimenta a suon di degustazioni guidate, show cooking, tecniche di assaggio - dichiara il Presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi - Partecipiamo volentieri a questa iniziativa che valorizza tre eccellenze italiane e con loro un mondo di tradizione e innovazione legate alla nostra cultura enogastronomica. I visitatori sono condotti per mano da esperti sommelier e chef alla scoperta di percorsi di gusto che esaltano prodotti che fanno la differenza e che raccontano il nostro territorio in tutto il mondo”
“La collaborazione tra Consorzi per far crescere una maggior consapevolezza del consumatore rappresenta un obiettivo ricco di stimoli. – ha dichiarato Libero Stradiotti, Presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana - Il programma che viene proposto affronta, con serate a tema, gli aspetti più importanti delle II.GG. e consentirà ai presenti di partecipare attivamente, con degustazioni ed abbinamenti particolari”.
“E’ il primo anno in cui, grazie alla possibilità offerta dal MIPAFT con il finanziamento di un progetto di promozione delle DOP del territorio piemontese (Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg), toscano (Consorzio Chianti Docg) e lombardo (Consorzio Tutela Provolone Valpadana), si avrà la possibilità di degustare e conoscere, nelle loro principali peculiarità, questi tre importanti prodotti del wine e food, conosciuti non solo a livello nazionale, ma che hanno conquistato il palato di consumatori internazionali. – ha dichiarato Romano Dogliotti, Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG - Saranno organizzati momenti di degustazione attraverso i quali alcuni professionisti del settore enogastronomico guideranno gli ospiti in un mondo di gusti e profumi tipici dei vari territori di produzione.”