Una delegazione in visita per creare nuovi rapporti
Dalla Moldavia per conoscere il Consorzio Vino Chianti
Il presidente Busi: “Molto interessati al nostro modello di protezione e tutela contro le frodi”
Firenze, 17 maggio 2018 - Delegazione moldava in visita al Consorzio Vino Chianti, per rinsaldare i legami e stringere nuovi accordi. I rappresentati dei settori del Vino e dell’Agricoltura del governo moldavo (Liliana Dascaliuc, Gheorghi Arpentin e Stefan Iamandi) hanno incontrato, insieme ad una delegazione del Ministero dell’Agricoltura italiano – Dipartimento Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari - Direzione Generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agro-alimentari, del Direttore e Funzionari dell’ICQRF Toscana e Umbria, Dirigenti della Regione Toscana e di Toscana Certificazione Agroalimentare srl, il Presidente del Consorzio, Giovanni Busi, e visitato la sede di viale Belfiore, per conoscere da vicino la realtà del Consorzio, le sue finalità, il suo funzionamento e le attività svolte di promozione, tutela e vigilanza in favore della Denominazione. Un viaggio in Italia, che ha fatto tappa anche a Firenze, dedicata allo studio delle politiche di promozione e controllo del settore vinicolo.
I rapporti commerciali tra i due paesi sono caratterizzati dal segno più: nel 2017 l’Italia ha esportato 238 mila euro di vino in Moldavia, di cui il 78% spumante e, rispetto al 2016, la crescita è stata del 32%, trainata dalle bollicine che segnano un più 63%
“E’ stato un incontro molto interessante per scambiare opinioni e esperienze - ha commentato il presidente Busi - Ha destato molto interesse il nostro modello di protezione e tutela contro la contraffazione on line delle nostre etichette, che in sei mesi ci ha portato a rilevare ben 56mila casi. Rafforzare i rapporti con la Moldavia è strategico e siamo pronti a collaborare per rendere i nostri legami sempre più forti e vantaggiosi per le nostre imprese”.
A seguire la Delegazione è stata accompagnata in visita a due aziende vitivinicole per toccare con mano la realtà produttiva ed imprenditoriale del Chianti.
Riconoscimento dal sito numero uno al mondo nella promozione di vini italiani in Cina E' Il Chianti la denominazione più conosciuta in Cina, parola di WineITa
Il presidente del Consorzio Vino Chanti, Busi: “Un grande risultato, ma è solo l’inizio”
Firenze, 22 maggio 2018 - In Cina, è il Chianti è la denominazione più conosciuta. Lo dice l’autorevole portale WineITA, numero uno al mondo nella promozione dei vini italiani in Cina. Il Consorzio Vino Chanti ha così ricevuto il grande riconoscimento nel corso nell’ultima edizione di Interwine, una delle più grandi fiere del settore, che si è tenuta dal 18 al 20 maggio a Canton.
Il Consorzio era presente con 56 aziende toscane e oltre 60 etichette, in uno stand di più di 100 metri quadri. Una vetrina internazionale unica (52 i paesi presenti), che richiama due volte l’anno più di 50mila visitatori internazionali, tutti operatori del settore come buyers, importatori e sommelier.
“Essere la denominazione italiana più importante e conosciuta della Cina è un grande risultato - spiega Giovanni Busi, presidente del consorzio Vino Chianti - Un riconoscimento che ci dà un riscontro inequivocabile sul lavoro fin qui svolto: siamo sulla strada giusta, abbiamo messo le basi in un mercato dalle potenzialità enormi, che offre tantissime opportunità alle nostre imprese. E’ solo l’inizio e abbiamo impostato un lavoro di promozione ben più lungimirante che consoliderà la nostra posizione. Interwine è stata un’occasione importante per rafforzare i rapporti commerciali e costruirne di nuovi, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia perché quello cinese è un mercato vasto e appetibile, che richiede un lavoro costante.”
Dal 4 giugno missione tra Mosca e Pietroburgo Il Consorzio Vino Chianti alla conquista del mercato russo 26 aziende toscana impegnate in seminari e degustazioni guidate. Il presidente Busi: “Momento favorevole per rafforzare la nostra presenza”
Firenze, 30 maggio 2018 - Il Consorzio Vino Chianti vola in Russia, per “Solo Italiano - Simply Italian Wine Russia”. Un doppio appuntamento tra Mosca e Pietroburgo, rispettivamente il 4 e il 6 giugno per consolidare la presenza di una denominazione che si sta facendo sempre più strada nei gusti dei consumatori russi. Nel 2017 (fonte Nomisma) l’export italiano del vino è cresciuto di ben il 35% e con questa spinta il Consorzio si prepara ad un altro viaggio fuori Europa, dopo il successo recente della missione in un altro grande mercato, quello cinese.
Un evento che va ben oltre il format della fiera o dell’esposizione, ma che predilige il contatto diretto con i professionisti ed esperti internazionali del settore. Ci saranno seminari e delle degustazioni guidate seguiti dal walk-around tasting. Ci sarà il meglio del made in Italy, con etichette e aziende di altre regioni, e il Consorzio avrà la sua sezione Chianti con 26 aziende che presenteranno i loro vini in maniera più organica e omogenea.
“Un’occasione importante per rafforzare la nostra presenza in un mercato che ha riscoperto un’autentica passione per il nostro vino - commenta Giovanni Busi, presidente del consorzio Vino Chianti - Ed è bene approfittare di questo momento così favorevole per intensificare un’attività di promozione, che sia mirata e costruita su misura. Un’attività che sia lungimirante e che punti al lungo periodo, accompagnando le imprese verso la conquista di un mercato dalle enormi potenzialità”
In occasione di “Solo Italiano”, il Consorzio ha invitato agli eventi anche importanti importatori provenienti dai paesi vicini, in particolare quelli del bacino del mar Baltico per incontri specifici finalizzati al rafforzamento e soprattutto alla creazione di nuovi rapporti commerciali.
Il Consorzio Vino Chianti ritorna sulla questione OCM Il Chianti lancia l'appello al Governo: Troppi ritardi, serio rischio per la promozione del vino all’estero
Il presidente Busi: “Attività in Cina e Giappone in bilico, i nostri concorrenti ringraziano”
Firenze, 13 giugno 2018 - “E’ a rischio l’intera promozione all’estero, stiamo accumulando troppi e gravi ritardi. I nostri concorrenti ringraziano”. Giovani Busi, presidente Consorzio Vino Chianti, lancia un allarme oltre che un accorato appello al ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio.
La situazione che le imprese hanno di fronte è quanto mai ancora indefinita a causa degli slittamenti nei tempi che si stanno registrando a livello ministeriale nella predisposizione degli atti amministrativi per chiarire le opportunità disponibili per aziende e Consorzi, alla luce del chiarimento emesso dalla Commissione europea, e per l’avvio alla presentazione dei progetti per la campagna 2018/2019 sui fondi Ocm (Organizzazione comune Mercato vitivinicolo) relativi alla promozione.
“Ad oggi è stato semplicemente riproposto il decreto di attuazione dell’anno 2017, ma non sono partite le procedure necessarie per presentare i progetti e stiamo registrando gravi ritardi rispetto alla consueta tempistica - continua Busi - non abbiamo più tempo, rischiamo di compromettere seriamente l’attività promozionale autunnale che come sempre è diretta verso i paesi asiatici, come Cina e Giappone”. Mercati fondamentali e in grande crescita, come dimostrano gli ultimi eventi internazionali. A Canton, ad esempio, nel corso di Interwine, una delle più grandi fiere del settore che si è tenuta dal 18 al 20 maggio, il Consorzio ha ricevuto un importante premio: il Chianti è stato infatti riconosciuto come la denominazione più famosa in Cina secondo l’autorevole portale WineITA, numero uno al mondo nella promozione dei vini italiani nel paese asiatico.
“Se non si farà nulla, non ci saranno più i tempi tecnici per far partire le attività promozionali, lasciando campo libero ai nostri concorrenti. Chiediamo anche al Ministero di darci un’interpretazione sull’attività promozionale a lungo termine, oltre i 5 anni, nello stesso paese in base alle nuove indicazioni europee, sulle quali c’è ancora molta confusione - continua il presidente Busi - Tutto il lavoro fatto fino ad oggi, gli investimenti, i rapporti commerciali costruiti con il tempo sarebbero seriamente compromessi. E’ a rischio l’intero sistema del made in Italy all’estero”
Il pronunciamento dell’Ue sui fondi Ocm No al blocco promozione all’estero, il Consorzio Vino Chianti: “Soddisfatti per aver contribuito a questo importante risultato”
Il presidente Busi al nuovo Governo: “Troppi ritardi, a rischio la presentazione dei progetti”
Firenze, 6 luglio 2018 - “Soddisfatti e orgogliosi di aver contribuito a questo importante risultato”. E’ il commento di Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, alla notizia che i produttori potranno continuare a beneficiare dei fondi europei per la promozione Ocm (Organizzazione Comune Mercato vitivinicolo) nei mercati dove si sono svolte attività da 5 anni Lo mette nero su bianco le direzione generale agricoltura della Commissione dell'Unione europea in risposta a un sollecito di Italia, Francia e Portogallo. La Commissione ha infatti precisato che i 5 anni di attività promozionale decorrono a partire dal 2016 e quindi fino all’anno 2021 si potranno fare attività promozionali negli stessi mercati.
“Siamo stati tra i primi a lanciare l’allarme perché la questione ci è apparsa subito grave. Era impensabile bloccare il lavoro iniziato nei mercati importanti ed emergenti nei prossimi anni - continua Busi - Avrebbe significato perdere la possibilità di consolidare la presenza del made in Italy in aree dove ci stiamo affermando. Penso, ad esempio, a paesi come la Cina, dove la programmazione è necessariamente a lungo termine, ben oltre i 5 anni. Ci auguriamo comunque che da qui all’anno 2021 si intervenga sulla normativa per eliminare questa stortura”.
Altro clima sul fronte interno. In questo caso, il presidente del Consorzio Vino Chianti ribadisce l’appello già lanciato al nuovo Governo: “Si stanno registrando gravi ritardi a livello ministeriale nella predisposizione degli atti amministrativi per chiarire le opportunità disponibili per aziende e Consorzi e per l’avvio alla presentazione dei progetti per la campagna di promozione 2018/2019. Ad oggi è stato semplicemente riproposto il decreto di attuazione dell’anno scorso, ma non sono partite le procedure necessarie per presentare i progetti. Dobbiamo fare presto, altrimenti non ci saranno più i tempi tecnici e sarà a rischio tutta l’attività promozionale estera”
Il Presidente Busi “Le ultime piogge hanno aiutato la produzione”
Vendemmia 2018, il Consorzio del Chianti: “Uva di qualità ottima, in quantità leggermente inferiore alla media”
Firenze, 21 agosto 2018 – La vendemmia 2018 inizierà tra qualche giorno, a fine mese, e nelle vigne l’alternanza di caldo e di piogge delle ultime settimane fa sì che l’uva sulle viti sia di ottima qualità.
Il Consorzio Vino Chianti stima intanto che la produzione 2018 si attesterà sugli 800 mila ettolitri di vino chianti, una quantità leggermente inferiore alla media della produzione che si aggira intorno agli 830/850 mila ettolitri. Niente a che vedere insomma con la forte diminuzione dello scorso anno quando si stimava una perdita di circa il 40% rispetto alle annate “ordinarie”.
A pesare lo scorso anno sulla quantità di uva erano state la siccità, le gelate primaverili e i danni fatti dagli ungulati: “l’effetto delle calamità 2017 si fanno in alcuni casi ancora sentire – spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi - la flessione di quest’anno è in parte legata anche alla peronospora (una malattia della vite causata da un fungo che viene a causa di abbondanti piogge) che ha colpito le viti nel mese di maggio, seccando il piccolo grappolo appena nato, che si è diffusa a macchia di leopardo, ma senz’altro ci aspettiamo una ottima produzione in termini qualitativi grazie anche alle ultime piogge che hanno permesso alle viti di allentare la morsa del caldo”.
L'iniziativa del Consorzio Vino Chianti: “Insieme all'export aumenta l'interesse per il prodotto delle nostre aziende, un interesse che dobbiamo coltivare Vino: Nasce la prima 'Chianti Academy', in Cina il corso per diventare esperti in vino Chianti
Firenze, 18 settembre 2018 – A lezione di vino Chianti, in Cina. È nata la prima Chianti Academy dedicata a professionisti del settore del vino che impareranno la storia e la cultura del vino toscano come prima cosa, studieranno la catena di produzione e le politiche di tutela del prodotto, degusteranno i vini di 30 diverse etichette, analizzeranno gli abbinamenti con il cibo.
La Chianti Academy fa il suo esordio a Shenzhen con le prime sessioni didattiche del 20 e 21 settembre per poi trasferirsi a Guangzhou, proseguire per Shanghai e concludersi a Beijing il 29 e 30 settembre.
Per ottenere la qualifica di Chianti Wine Expert rilasciata dal Consorzio Vino Chianti e quindi conseguire l’attestato della prima Accademia ufficiale del vino Chianti d.o.c.g. è previsto che il candidato frequenti quattro diversi moduli di lezione e superi un esame finale.
Gli studenti iscritti al momento sono 80 in ognuna delle quattro città coinvolte e i corsi sono organizzati col supporto dell’organizzazione di Interwine di Guangzhou, tra i leader del mercato fieristico cinese e da qualche anno partner del Consorzio nelle attività di promozione in Cina.
Cosa si studia quindi alla Chianti Accademy? Si parte dalla storia del vino Chianti, a cominciare dagli Etruschi. Si analizza la catena di produzione della denominazione, la cultura toscana legata al vino, la tutela del prodotto, il disciplinare di produzione, passando per un assaggio intensivo di circa 30 diverse etichette assortite dal Consorzio tra tutte le tipologie di prodotto esistenti e rappresentative.
Ma gli studenti dell'Accademia del vino Chianti avranno modo di trattare anche temi molto attuali, come gli abbinamenti con il cibo, il consumo tra i giovani, la comunicazione e il marketing del prodotto.
“La Cina è uno dei mercati esteri più interessanti per il vino italiano, - spiega il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi - negli ultimi anni insieme alla crescita dell'export è aumentata anche l'attenzione per la formazione e per una migliore conoscenza del prodotto Chianti, un simbolo della cultura toscana e un simbolo dell'eccellenza italiana nel mondo. Da qui nasce l'idea dell'Accademia, un passo importante per consolidare la presenza dei prodotti delle nostre aziende in un Paese che conta 1,3 miliardi di persone”.
Secondo i dati Nomisma si parla di una crescita del 3,3 per cento rispetto allo scorso anno dell'export del vino italiano. L’export di rossi Dop imbottigliati è stato meno performante, con una variazione di appena l’1%, mentre nella categoria hanno fatto meglio i rossi Dop della Toscana che hanno messo a segno un +11,3%, recuperando così parte del calo che si era verificato nell’export dell’anno scorso.
Continua l’attività del Consorzio Vino Chianti in Cina
Chianti diventa “Shiandi”, registrato il marchio in caratteri cinesi
Risultato ottenuto dopo una lunga trafila burocratica. Il presidente Busi: “Un passo importantissimo per radicare la nostra presenza sul mercato”
Firenze, 25 settembre - Il Chianti parla e scrive cinese. Dopo una lunghissima trafila burocratica, il marchio vino Chianti docg è stato registrato in caratteri cinesi e verrà utilizzato per le etichette esportate in Oriente. La traslitterazione ha una fonetica molto simile all’originale: si pronuncia “Shiandi”.
Un risultato importante ottenuto dopo un lungo lavoro sul posto e dopo una difficile fase istruttoria legata alla particolare complessità amministrativa delle istituzioni cinesi.
Il marchio, nella sua traduzione, ha un significato molto positivo, soprattutto per le sensazioni che riesce a evocare: il primo carattere è utilizzato per indicare una attività a favore di terzi, il secondo è la pace e il terzo carattere è quello utilizzato per indicare le radici di un fiore.
“E’ un passo epocale per il marchio - commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi - che sancisce il radicamento nel mercato cinese. Grazie ad un inteso lavoro di promozione, il vino Chianti docg è amato e da oggi sarà ancora più apprezzato in un paese che conta 1,3 miliardi di persone, con un mercato dalle potenzialità enormi. Con questa registrazione abbiamo realizzato uno step importante del nostro progetto a lungo termine di internazionalizzazione a favore delle imprese toscane. Le aziende associate interessate all’utilizzo sulle proprie etichette ne potranno fare richiesta direttamente al Consorzio Vino Chianti docg”
Il mercato cinese si conferma un terreno favorevole per il vino. Secondo i dati Nomisma si parla di una crescita del 3,3% rispetto allo scorso anno dell'export del vino italiano. Per i rossi Dop della Toscana l'aumento è addirittura dell’11,3%.
Vino, controlli dei carabinieri su vendemmia, Consorzio Vino Chianti: “Fondamentale garantire provenienza e la qualità dell'uva contro la concorrenza fraudolenta”
Firenze, 8 ottobre 2018 - “La nostra arma contro la concorrenza sleale è la qualità del prodotto e della produzione per questo voglio ringraziare il Comandando dei Carabinieri di Firenze per l'azione di controllo sulla vendemmia”. Così il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi saluta l'azione dell'Arma nei vigneti per verificare che non vi siano irregolarità nella raccolta, nella produzione (comprese situazioni di lavoro nero) del vino Chianti.
“Le nostre imprese – spiega Busi - sono tenute e seguire un protocollo molto rigido per poter esporre sulle proprie bottiglie la Denominazione di Origine Controllata e Garantita di Chianti. Si tratta di azioni e regole che comportano costi non indifferenti, ma che sono necessarie per garantire che la qualità del prodotto che arriva sulle tavole delle famiglie e dei ristoranti sia quello che il consumatore cerca e paga. Purtroppo la contraffazione, come succede per molti marchi Made in Italy, è un nemico pericolosissimo perché inganna il consumatore e colpisce le aziende serie e sane. Che l'Arma di Firenze anche attraverso i carabinieri forestali, i Nas e il Nucleo ispettorato del lavoro stia ponendo la propria attenzione sul mondo del Chianti quindi per le nostre imprese è una garanzia che gli organi preposti in toto si impegnino per tutelare il lavoro delle aziende che operano legalmente.”
Vendemmia 2018, Consorzio Vino Chianti: “Soddisfatti della qualità, meno della quantità: pesa la presenza degli ungulati"
Firenze, 12 ottobre 2018 - Un vino di buona qualità, grazie all’alternanza di pioggia e sole che ha accarezzato le vigne del Chianti questa estate e nelle ultime settimane, ma è la quantità, ridotta anche quest’anno a scalfire la soddisfazione dei viticoltori per la vendemmia 2018 che si sta concludendo in questi giorni.
“Stimiamo una riduzione media del 10-15%. Il Chianti produce mediamente in annate ordinarie tra gli 800 mila e gli 850 mila ettolitri di vino. Pensiamo che quest'anno la produzione sarà di poco inferiore agli 800 mila ettolitri, dice il Presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi -. Questa minor produzione si tradurrà in una possibile minor presenza sul mercato che andando persa, ridurrebbe la forza commerciale della denominazione che non si recupererebbe con facilità”.
La percentuale di uva in meno nelle vigne è dovuta in parte ai danni alle viti causati dalla siccità e dal perdurare dei danni delle gelate primaverili del 2017, nonché in maniera non secondaria da ricondursi all’annoso problema degli ungulati: “Attendiamo un intervento concreto ed operativo da parte della Regione - continua Busi - che ha dimostrato un’attenzione in più durante l’ultimo incontro che abbiamo avuto sul tema, speriamo che a piccoli passi si possa procedere verso interventi più decisi sugli ungulati in difesa del lavoro di tanti agricoltori. Il problema degli ungulati deve essere oggetto di impegno collettivo anche da parte dei cacciatori che non possono continuare a nascondersi dietro alibi ormai poco credibili per meri interessi di categoria."