Marco
Sez. Supporto Didattico
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Formazione: Laurea in Scienze agrarie
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Maria Grazia Minisci, Il Presidente CEQ Italia: avanti tutta sulla qualità
Roma, 6 dicembre 2019 - In occasione del Tavolo oleicolo nazionale, tenutosi lo scorso 4 dicembre presso il Mipaaf, il Presidente di CEQ Italia, Maria Grazia Minisci, ha colto in primis l’opportunità per ringraziare e complimentarsi con la Ministra Teresa Bellanova per l’approccio positivo e pragmatico dimostrato nella volontà di risoluzione dei problemi del settore olivicolo, oleario nazionale.
Il Presidente ha sottolineato l’urgenza di dare una risposta all’attuale crisi nazionale del settore, crisi strutturale iniziata da tempo e imputabile a diversi fattori: mancata attenzione in termini di innovazione e ammodernamento degli impianti olivicoli da una parte e convinzione, da parte degli attori della filiera, che il sistema olivicolo italiano sia, per antonomasia, detentore di un primato mondiale dall’altra. Una sorta di rendita dettata dall’ascendente che il Made in Italy riesce a vantare nel mondo, ma che nel settore olivicolo deve necessariamente essere ricontestualizzata rispetto alla realtà internazionale profondamente mutata negli anni. Con la globalizzazione e gli investimenti olivicoli fatti dagli altri paesi, attori un tempo emergenti sono oggi divenuti protagonisti della scena. I paesi del bacino del mediterraneo possono produrre oli di qualità e con buone probabilità, a costi inferiori di quelli italiani. Quale la strada da percorrere allora come Paese Italia? Il Presidente ha illustrato il cammino intrapreso già da molti anni da CEQ Italia, un percorso che punta a differenziare il prodotto extra vergine attraverso un disciplinare di qualità restrittivo, capace di valorizzare le proprietà nutraceutiche e sensoriali, ufficialmente riconosciuto e protetto. Si stratta di parametri alla portata dei nostri eccellenti produttori in alcuni areali del paese - sottolinea il Presidente - e raggiungibili nel breve periodo per altri, lì dove la creazione di valore indurrà altri produttori ad aderire. L’Italia deve necessariamente mantenere il primato sulla qualità, perché questa è l’immagine che il mondo si aspetta e che rappresenta il normale prosieguo di una parabola ascendente in termini di conoscenza, impegno, professionalità e passione della filiera. La creazione di valore rispetto al riconoscimento di un extravergine di oliva di alta qualità, il riconoscimento di una vera eccellenza italiana, che leghi la qualità intrinseca dell’olio extravergine in termini di valori nutraceutici, salutistici, di piacevolezza al gusto a qualità estrinseche legate alla tutela del paesaggio, alla creazione di beni ambientali, al valore sociale del lavoro di questo comparto.
Abbiamo pertanto il dovere di innovare prima degli altri paesi dando vita a una fascia alta di extra vergini, da caratterizzare e differenziare soprattutto nel rispetto dei consumatori ed attraverso la formazione e la conoscenza, dando importanza alle fasi di produzione, conservazione e offerta sul mercato nella vendita e nella ristorazione.
Per CEQ Italia, la ricerca e l’innovazione sono gli asset che vanno rimessi in cima alla lista delle priorità per il settore se vogliamo mantenere un presidio sull’alta qualità, presidio che non va certo confuso con un lifting della categoria nella restrizione della sola acidità a 0,5 ma che deve necessariamente rivoluzionare l’obiettivo produttivo di un paese rispetto al vero valore del prodotto.
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