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Marco
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Padova 15 dicembre 2016
IL TAVOLO VERDE DELL’AGRICOLTURA DELLA REGIONE VENETO È STATO APERTO ALLA COOPERAZIONE AGRICOLA
Dopo un iter particolarmente lungo, il Tavolo Verde istituito nel 1999 come cabina di regia sull’agricoltura è stato aperto anche alla cooperazione agricola, finora esclusa.
Con la Legge Regionale n. 26 del 06 dicembre 2016 (Modifiche e integrazioni alla legge regionale 9 agosto 1999, n. 32 "Organizzazione dei servizi di sviluppo agricolo”) l’elenco dei partecipanti al Tavolo Verde è stato aperto “a un rappresentante per ciascuna delle centrali cooperative maggiormente rappresentative a livello regionale”. Il Tavolo Verde si riunisce per le questioni concernenti lo sviluppo, il rafforzamento, il rinnovamento e la valorizzazione delle imprese agricole. L’accesso della cooperazione agricola, finora esclusa, è un grande passo in avanti per tutto il movimento cooperativo.
“Siamo soddisfatti della conclusione positiva di un iter così complesso: più volte, nel corso degli anni, abbiamo proposto questo provvedimento, e ora non possiamo che portare il nostro plauso al Consiglio Regionale che ha finalmente accolto questa richiesta” dice Ugo Campagnaro, Presidente di Confcooperative Veneto. “Va dato atto alla Presidenza Zaia di aver mantenuto una promessa che fece in campagna elettorale, di fronte all’Alleanza delle Cooperative del Veneto, quando disse che a breve la cooperazione si sarebbe potuta sedere al Tavolo”.
“Un primo passo è stato compiuto” riprende Primo Anselmi, Presidente di Fedagri Veneto, la federazione che in Confcooperative si occupa della tematica. “Abbiamo chiesto a gran voce che venisse dato spazio anche a noi cooperative che, nel mondo agricolo, rappresentiamo le realtà che per dimensioni e struttura, hanno la maggior capacità di confrontarsi con il mercato nazionale ed internazionale, pur difendendo la produzione italiana. Ora attendiamo che la Regione proceda alle nomine e speriamo di poter presto fare la nostra parte, contribuendo a ideare nuove modalità per sostenere e promuovere la nostra agricoltura”. Fedagri Confcooperative conta 231 cooperative associate, 50.988 soci e 10.654 lavoratori, e genera un valore di quasi 6 miliardi di fatturato annuo, ossia il 50% circa della produzione lorda vendibile regionale.
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15/12/2016, 21:26 |
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Marco
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Gli “Euganei”, in un aggettivo la Candidatura a Riserva della Biosfera (MaB UNESCO) dell’area dei Colli, delle Terme e della Bassa Padovana L'emendamento Berlato sui parchi, la questione cinghiali, il cementificio di Monselice? Una perfetta occasione, un assist detta in termini calcistici, per parlare a gran voce di Candidatura a Riserva della Biosfera UNESCO nell’ambito del Programma MaB (Man and Biosphere) per l'area Colli, Terme e Bassa Padovana. Un ‘opportunità per il territorio verso uno sviluppo sostenibile che sicuramente ha inciso sulle decisioni politiche regionali, una strada intrapresa dagli operatori del settore che li ha già messi concretamente in rete. Euganei,un aggettivo che accomuna Colli, Terme e Bassa Padovana, e che caratterizzerà il nome della futura area MaB . Questa la sintesi dell'incontro/confronto che si è svolto mercoledì 14 dicembre all'Hotel San Marco di Abano Terme organizzato dal Comitato Promotore per la candidatura UNESCO. La differenza con la candidatura delle Colline del Prosecco? Una candidatura diversa, quella degli Euganei al Programma Man and Biosphere, più adatta alle caratteristiche del territorio, rispetto alla candidatura a Patrimonio Mondiale delle Colline del Prosecco, un percorso quest’ultimo particolarmente lungo e complesso (In Italia abbiamo già 51 siti all’interno della Lista del Patrimonio Mondiale, mentre le Riserve della Biosfera italiane sono 14). Il Programma MaB vuole offrire un quadro di riferimento per una progettualità condivisa e sostenibile per territorio; che significa ad esempio sviluppare un settore turistico di qualità che deve valorizzare il patrimonio esistente e le sue potenzialità. Serve anche ad incentivare la volontà del neonato Biodistretto dei Colli Euganei a raggiungere entro6 anni il 50% delle coltivazioni biologiche certificate dentro il Parco Colli anche per caratterizzare e differenziare qualitativamente il prodotto “euganeo”. A voler coordinare le operazioni per l’avanzamento dell’iter di candidatura per raggiungere l’obiettivo di Riserva della Biosfera è il Parco dei Colli Euganei che ha formalizzato questa volontà con una lettera inviata dal commissario Enrico Specchio proprio ieri (14 dicembre) ai soggetti interessati: , Gal Patavino, OGD Organizzazione per la Gestione della Destinazione Terme Euganee e Strada del Vino Colli Euganei. “In ballo non ci sono poltrone” – hanno spiegato Franco Zanovello Presidente della Strada del Vino Colli Euganei e Giorgio Andrian esperto UNESCO, “ma un’opportunità unica di costruire insieme un percorso di internazionalizzazione”. - Le preoccupazioni di molti degli operatori della zona rispetto ai pericoli percepiti (cementifico e riduzione dei confini del Parco) rappresentano un’ottima spinta dal basso per procedere insieme lungo il percorso di candidatura. Operativamente parlando la Candidatura ha già un sito di riferimento, presentato nell'occasione: www.mabeuganeo.it all’interno del quale si trovano tutte le informazioni essenziali su questo percorso. Tra queste verrà presto pubblicato un calendario con i prossimi appuntamenti aperti al pubblico In programma per il 2017 la prima edizione del “Forum Mondiale dei Giovani del MaB UNESCO”, organizzato dall’UNESCO Venice office in collaborazione con la Riserva della Biosfera del Delta del Po. La presenza di centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo sarà l’occasione per l’area Euganea di ospitare alcuni eventi della manifestazione ufficiale. . Presenti all'incontro molte associazioni del territorio, categorie economiche e produttive, albergatori, associazioni agricole, giornalisti del settore e cittadini interessati.
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15/12/2016, 21:31 |
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Marco
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VINITALY, ALLEANZA COOPERATIVE, NUBI BREXIT SULL’EXPORT ITALIANO: SVALUTAZIONE STERLINA, RISCHIO DAZI E DEREGULATION
Verona, 9 aprile 2017 - L’Inghilterra è un mercato storicamente molto importante per l’Italia che, secondo le ultime rilevazioni Ismea, è il primo paese fornitore di vino in Regno Unito con 3,2 milioni di ettolitri nel 2016 (+4% rispetto al 2015) e il secondo in termini di fatturato (pari a 813 milioni di euro) dopo la Francia, che guida la classifica con 1,4 miliardi. Oltre la metà (il 52% dei volumi) del vino italiano esportato in Gran Bretagna proviene da cooperative. A margine dell’inaugurazione del Vinitaly, in programma a Verona dal 9 al 12 aprile, l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari si è interrogata su quali saranno le ripercussioni sulle esportazioni di vino italiano in Regno Unito dopo la Brexit. “Molte cantine – spiega Ruenza Santandrea, Coordinatrice Vino dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - hanno subito un primo ‘scossone’ a causa della svalutazione della sterlina che, dalla data dell’annuncio ad oggi, ha perso circa il 20% del suo potere d’acquisto. Il vino in Inghilterra ha già un prezzo più alto perché, a differenza di quanto avviene ad esempio nel nostro Paese, la Gran Bretagna ha scelto di applicare accise molto alte sul vino. La pressione fiscale già particolarmente elevata lascia in qualche modo escludere uno scenario futuro che veda il governo britannico intervenire pesantemente sul libero commercio introducendo ulteriori dazi”. Altro rischio avvertito dalle cantine cooperative è che gli inglesi possano in futuro privilegiare le importazioni di vino da paesi lontani, dall’area Commonwealth in particolare, come Australia e Nuova Zelanda, oltre a Cile, Stati Uniti e Sudafrica. L’Inghilterra è sempre stato per tradizione un paese molto aperto: non dimentichiamo che per il Regno Unito l’Australia con 2,4 milioni di ettolitri è il secondo paese fornitore per volumi, precedendo addirittura la Francia; vendono bene anche Cile (5° posto), Stati Uniti (6°) e Sudafrica (7°). C’è inoltre il rischio che gli inglesi possano imparare a produrre il vino da soli. Già adesso in alcune aree hanno iniziato la coltivazione della vite e si sono ‘inventati’ un grigio secco che sta avendo anche un discreto gradimento a livello domestico. La preoccupazione per il dopo Brexit riguarda infine anche l’osservanza delle normative comunitarie. “Una volta usciti dall’Europa – spiega Ruenza Santandrea – l’Inghilterra non avrà più alcun obbligo di adeguarsi ai regolamenti e alle regole che da sempre vengono scritte a Bruxelles in tema di tecniche produttive, di controlli e di etichettatura. E non oso immaginare cosa tutto ciò potrebbe comportare per il mercato del vino inglese, una volta che saranno liberi dall’osservanza alle regole europee”. *** 498 cantine cooperative, 148mila soci aderenti, 9.000 occupati e un giro d’affari di 4,3 miliardi pari al 40% del totale del fatturato vino nazionale. Sono i numeri della cooperazione vitivinicola, un comparto particolarmente performante che vede ben 8 cooperative con fatturati superiori a 100 milioni di euro e che rappresenta il 58% della produzione vinicola media del nostro Paese. Il fatturato derivante dall’export è pari a 1,8 miliardi di euro, pari al 40% del fatturato delle cooperative vitivinicole e a circa un terzo di tutto il vino italiano commercializzato all’estero (5,6 miliardi di euro, dato 2016).
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08/04/2017, 13:25 |
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Marco
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Pesca: Alleanza Cooperative, bene avvio Commissione consultiva regionale
Con l’approvazione della delibera n. 181/2017 viene finalmente resa operativa la Commissione consultiva
regionale per la pesca professionale e l’acquacultura (ex lr 19/1998).
Lo rende noto l’Alleanza delle Cooperative Pesca del Veneto (AGCI Agrital, Federcoopesca-Confcooperative,
Legacoop Agroalimentare dipartimento pesca) nel precisare che, se pur consultiva la Commissione, tra i vari
compiti, consente al settore ittico del Veneto di essere coinvolto in tutti i processi che riguardano le attività
autorizzative ai ripascimenti della fascia costiera veneta. Deve pertanto essere valutata la compatibilità di
queste attività di edilizia civile con le attività di pesca e acquacultura. L’obiettivo è quello di garantire una
efficiente collaborazione istituzionale e di preservare la risorsa ittica e gli ambienti acquatici.
“Siamo soddisfatti, commentano Gianni Stival, Marco Spinadin, Antonio Gottardo referenti regionali delle
tre associazioni che compongono l’Alleanza delle Cooperative, di questo importante risultato e ringraziamo
l’assessorato alla pesca e agricoltura della Regione Veneto per la tenacia con la quale è riuscito a codificare
questo nuovo importante procedimento. Abbiamo da sempre sostenuto che le attività di edilizia civile ed
energetica e del turismo sono sì strategiche per lo sviluppo e il rilancio dell’economia veneta, ma
altrettanto deve essere la sostenibilità con le attività della pesca e dell’acquacultura. Nelle ultime
programmazioni comunitarie si parla sempre più spesso di gestione integrata marittima e di blue economy.
La pianificazione dello spazio marittimo deve vedere coinvolti tutti i soggetti che hanno interessi economici,
ambientali e alieutici nel nostro mare. Questa delibera avvia un cammino nuovo che fa ben sperare per il
nostro settore”.
Apprezzamento arriva anche dalla rappresentanza nazionale dell’Alleanza delle Cooperative Pesca, con il
copresidente Paolo Tiozzo. “Aver reso finalmente operativa la Commissione consultiva regionale – afferma
Tiozzo- è un punto di partenza importante per realizzare una strategia del mare dove i lavori di
manutenzione e difesa dalla costa siano realizzati dialogando con gli operatori ittici, in una gestione sempre
più integrata del mare, delle sue risorse e dei suoi mestieri. L’auspico è che questo modello vincente,
basato sul confronto e sulla partecipazione, possa essere riproposto in modo sistematico in tutte le regioni
costiere, per realizzare una nuova stagione della pesca”.
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02/06/2017, 0:08 |
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Marco
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Consorzio Agrario Treviso e Belluno, presentato il bilancio d’esercizio 2016
VALORE DELLA PRODUZIONE CRESCE DI OLTRE UN MILIONE QUASI RADDOPPIATI I RICAVI LEGATI ALLA VITICOLTURA COMUNICATO STAMPA 10/06/2017 Cresce di oltre un milione di euro il valore della produzione nel 2016 per il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, trascinato da un aumento esponenziale dei ricavi legati al comparto vitivinicolo. Questa la prima lettura del bilancio d’esercizio, il primo sotto la gestione del direttore Elsa Bigai, insediatasi un anno fa, presentato stamane in occasione dell’assemblea dei soci presso la sede di Castagnole di Paese (TV): un bilancio, chiuso con segno positivo (utile di oltre 1 milione di euro), il cui dato più significativo appare appunto alla voce valore della produzione, pari a 97,2 milioni euro, cresciuto di circa l’1,35% rispetto all’esercizio del 2015. Un incremento determinato dalla crescita dei ricavi dalla vendita di “merci, macchine, prodotti finiti e prestazioni di servizi”, passata dagli 80,6 milioni del 2015 agli attuali 87,5 milioni, al cui interno rientrano i servizi legati alla viticoltura, in particolare agli impianti di vigneti, che con quasi 16 milioni di fatturato hanno visto un aumento delle vendite di circa l’87% rispetto all’anno precedente. Un dato che è conseguenza dell’aumento della superficie vitata in Veneto (+8,3% rispetto al 2015 – soprattutto per le varietà Glera e Pinot Grigio) e del generale buon momento economico per la produzione di vino, testimoniato dall’incremento medio del prezzo delle uve del 5,5% (pari a 0,83 €/Kg). Viticoltura che va di pari passo con l’innovazione tecnologica, come dimostra la vendita di macchine, ricambi e attrezzature agricole, che insieme agli impianti di vigneto ha generato il 34% delle vendite maturate nel corso del 2016 dal Consorzio Agrario. Oltre al dato di 220 trattori venduti negli ultimi 12 mesi (il più alto di sempre), si segnalano tra le varie operazioni circa 50 atomizzatori a recupero e 7 vendemmiatrici, per una crescita complessiva delle entrate del settore rispetto all’annata precedente pari al 25%. Numeri che confermano la leadership del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno nella vendita delle macchine agricole, certificata anche dal conseguimento della qualifica di Top Partner New Holland, il marchio di cui la cooperativa è rivenditore esclusivo nelle province di Treviso, Belluno e, a partire da quest’anno, anche nel nord del veneziano. Tra gli altri settori di vendita, quello zootecnico (12% delle vendite totali del Consorzio) ha chiuso il 2016 con un +2,4%, mentre quello legato agli articoli da giardinaggio si è mantenuto sui livelli dello scorso anno. A bilanciare le performance positive, quelle a segno meno delle sementi (-15,32%), che riflette la progressiva diminuzione delle superfici coltivate a seminativo, e dei prodotti petroliferi, il cui volume di affari si è ridotto del 16,7% per effetto del calo dei consumi, della riduzione sulle assegnazioni annuali di gasolio agricolo, nonché soprattutto per la diminuzione dei prezzi (oltre il 15%). «Con questo bilancio confermiamo la solidità della nostra cooperativa – commenta con soddisfazione il direttore Elsa Bigai – una realtà attenta ai propri equilibri, ma che non rinuncia a interpretare il suo ruolo di collegamento tra la produzione agricola e l’industria con grande spirito di innovazione e di responsabilità sociale: prova ne sono gli investimenti realizzati per proporre nel mercato soluzioni tecnologiche sempre più avanzate; ma anche le iniziative volte a rafforzare il dialogo con la base associativa, sia attraverso i numerosi incontri tecnico-divulgativi organizzati nel territorio insieme a docenti di rilevanza nazionale, sia mediante l’apertura ai nuovi strumenti di comunicazione, come i social network». «Il Consorzio Agrario si conferma una delle principali imprese del sistema industriale trevigiano – afferma Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno – il 2016 ci ha visto continuare il nostro processo di crescita, in termini di posizionamento nel mercato, a supporto dell’agricoltura trevigiana e bellunese e delle sue eccellenze agroalimentari, a cominciare dal prosecco». Il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, che quest’anno celebra il cinquantesimo anniversario della fusione in un’unica cooperativa delle due realtà provinciali, è oggi il punto di riferimento non solo per circa 2500 soci, ma per l’agricoltura in generale. La struttura è presente nelle due province con una rete di 41 agenzie, cui si aggiungono 5 centri per la distribuzione di prodotti petroliferi; per i servizi di post vendita, nella fattispecie per assistenza tecnica e riparazione dei mezzi agricoli, sono presenti 10 officine e un magazzino ricambi; per la raccolta dei cereali, il Consorzio mette a disposizione 30 centri di raccolta e 3 magazzini con una capacità di stoccaggio di 600mila quintali; la fase produttiva e di trasformazione, invece, è curata da 2 essiccatoi per cereali e soia e un mangimificio a Bibano di Godega di Sant’Urbano; infine, l’offerta di prodotti assicurativi, previdenziali e di credito agevolato è gestita attraverso la società Assicap, dalla quale dipendono 9 sub-agenzie operative tra Treviso e Belluno.
Allegati:
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10/06/2017, 18:42 |
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Marco
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Due giorni dedicati al vino e all'agroalimentare che termineranno con un “educational tour” nelle aziende del settore del territorio veneto. Nell'ambito delle iniziative a supporto dei processi di internazionalizzazione delle cooperative associate, Confcooperative/Alleanza delle Cooperative Italiane, in collaborazione con l'ICE Agenzia e le altre Organizzazioni componenti il Gruppo di lavoro per l'internazionalizzazione delle MPMI, sbarca in Veneto con una tre giorni di incoming di operatori commerciali operanti nei Settori Agroalimentare e Vini. L'appuntamento è dal 24 al 25 ottobre a Padova presso il Crowne Plaza a Limena. All'evento parteciperanno una trentina di aziende che si sono registrate ancora questa estate e operanti nel settore, le cui dimensioni rientrano nei limiti occupazionali e finanziari prefissati dalla Commissione Europea (fino a 250 dipendenti e fino 50 milioni di euro di fatturato annuo). Sono aziende selezionate dagli stessi buyer, che, sulla base delle loro esigenze commerciali hanno deciso chi incontrare in Veneto nella due giorni.
Nel corso degli incontri le aziende presenti avranno una serie di incontri B2B con un servizio di interpretariato dove necessario e l'assistenza durante tutto l'evento.
Il 25 ottobre è previsto per i partecipanti anche un tour “educational” in 3 cooperative di riferimento del territorio: Ortoromi a Borgoricco (PD), Latterie Vicentine a Bressanvido Vicenza e Cantina Beato Bartolomeo a Breganze.
La stampa in particolare è invitata a partecipare a Vicenza presso le Latterie Vicentine in Via S. Benedetto,19 a Bressanvido (Vicenza) dove il tour inizierà alle 12 per concludersi con il pranzo e a seguire la conferenza stampa.
Alla conferenza stampa parteciperanno: *Nome da confermare*, ICE Agenzia (Istituto nazionale per il Commercio Estero) Antonello Ciambriello, Responsabile ufficio per le Politiche di internazionalizzazione e mercati di Confcooperative Ugo Campagnaro, Presidente dell’Alleanza Cooperative del Veneto Angelo Fontana, Presidente di Confcooperative Vicenza
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23/10/2017, 18:19 |
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Marco
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Go East: La vostra impresa nel mercato cinese insieme ad Irecoop Veneto
15 novembre 2017 – I dati dell’American Food Industry Association ci confermano che nel 2018 la Cina diventerà il più grande importatore di consumo di alimenti di importazione al mondo, con una dimensione di mercato pari a 620 miliardi di euro. Secondo il “Trend emergenti nell’internazionalizzazione delle PMI Italiane – 2015” i motivi per cui le PMI non internazionaliz-zano sono una specifica scelta aziendale 33%; difficoltà di individuazione manager in loco 31%; diffi-coltà di gestione e controllo 16% e altri aspetti endogeni ed esogeni all’impresa.
Da oggi le imprese avranno un alleato che si occuperà di affiancarle e renderle sempre più indipen-denti e “skillate” nei confronti del mercato orientale. Si chiama Go East ed è il nuovo servizio che Irecoop Veneto - ente di formazione di Confcooperative Veneto - ha presentato a Villa Italia, in occa-sione del seminario “Economia e cultura in Cina. Strumenti e opportunità per le PMI agroalimentari”.
“La paura maggiore delle imprese italiane, specialmente nel settore agroalimentare - racconta Li Jing, International Expert di Irecoop Veneto - è dover affrontare tutto da soli, senza conoscere la cultura e la lingua del paese. È importante per loro trovare un partner affidabile. Un altro timore mol-to comune è quello dell’investimento: inizialmente è piuttosto importante, e i tempi di ritorno sono lunghi, dato che solo dopo 2 o 3 anni cominciano ad avere ordini di quantità consistenti. Bisogna tro-vare persone molto ben inserite nel settore, che aiutino le imprese a trovare l’importatore finale, quindi è necessario diminuire i passaggi. Anche la catena di fornitura deve essere altamente specia-lizzata perché i prodotti arrivino con la tempistica giusta sul mercato per preservarne qualità e carat-teristiche, ma soprattutto sicurezza.”
“Il servizio” spiega Paola Spinuso, Responsabile dell’Area Agroalimentare di Irecoop Veneto “ha l’obiettivo di rendere le imprese sempre più autonome, in grado di prepararsi e svilupparsi per il mer-cato cinese. Quello che offriamo con Go East è: accompagnamento e consulenza nella fase iniziale (scelta dei prodotti più adatti al mercato cinese, individuazione dell’importatore più adatto, coordina-mento delle azioni di marketing), supporto durante le trattative e nel periodo di prova, e infine assi-stenza operativa durante la collaborazione attraverso un controllo giornaliero dei partner cinesi. Per essere quindi più efficaci Irecoop Veneto ha aperto un ufficio in Cina: Irecoop Veneto Cina a disposi-zione delle aziende che decideranno di aderire al progetto GoEast”.
“L’agroalimentare è uno dei polmoni di Confcooperative sia a livello regionale che nazionale. - sotto-linea Ugo Campagnaro, presidente di Confcooperative Veneto - L’esportazione è un elemento che ci ha salvato durante la crisi, quindi questo è un ulteriore passo per porci al servizio delle cooperative e della società. L’agricoltura è tradizione e storia: la cooperazione sa essere il progresso e innovazione. Il ruolo della nostra associazione deve essere quello di supportare le imprese nel raccontare all’estero queste pe-culiarità.“
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16/11/2017, 17:55 |
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