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Confcooperative Emilia Romagna 
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AGROALIMENTARE, RAFFAELE DREI NUOVO PRESIDENTE

DI CONFCOOPERATIVE FEDAGRIPESCA EMILIA ROMAGNA

Nonostante la pandemia, fatturato cresciuto del 3% fino a quota 9,5 miliardi di euro.

Il neopresidente Drei: “Cambiamenti climatici e tensioni geopolitiche: da qui nascono le grandi sfide. La cooperazione è lo strumento per dare futuro alle aziende agricole”.

Il presidente uscente Piccinini: “Agricoltori e pescatori da accompagnare nella transizione ecologica, serve un ripensamento delle politiche a partire dalla PAC”.



Bologna, 20 maggio 2022 – È Raffaele Drei il nuovopresidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, organizzazione che riunisce 385 cooperative agroalimentari e della pesca con oltre 51.000 soci, 18.400 addetti e un fatturato che supera i 9,5 miliardi di euro. Drei guiderà la Federazione regionale per i prossimi 4 anni, ricevendo il testimone dal presidente uscente Carlo Piccinini (vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara), che ha completato i due mandati rimanendo in carica per 8 anni.

L’elezione di Drei è arrivata al termine dell’assemblea regionale di Federazione dal titolo “La cooperazione nella transizione dell’agroalimentare italiano”, svoltasi questa mattina al Savoia Regency Hotel di Bologna davanti a 130 delegati. I lavori si sono aperti con il saluto del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza.

Cinquantasette anni, faentino e titolare di un’azienda frutticola e viticola, già presidente per oltre 20 anni della cooperativa Agrintesa di Faenza (leader a livello europeo nel comparto ortofrutticolo e vitivinicolo), Raffaele Drei è attualmente presidente del centro di ricerca Ri.Nova di Cesena e vicepresidente di Conserve Italia, il Gruppo cooperativo dei marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.

“Sono grato a tutti i cooperatori che mi hanno conferito questa importante responsabilità – ha commentato il neopresidente Raffaele Drei -. Ci aspettano grandi sfide: cambiamenti climatici, emergenze fitosanitarie, pandemia e tensioni negli equilibri geopolitici internazionali conseguenti al drammatico conflitto in corso, sono tutti avvenimenti che richiedono un ripensamento strategico per l’agroalimentare. Proprio in un contesto così complicato, la cooperazione rappresenta uno dei pochi reali strumenti a disposizione del mondo agricolo per aggregare forze, integrare filiere e distribuire valore accrescendo il reddito degli agricoltori. Soprattutto in Emilia-Romagna, le nostre cooperative sono l’esempio di come si possa garantire sostenibilità economica e futuro alle aziende agricole, molte delle quali non potrebbero da sole raggiungere i mercati internazionali. Credo che questo modello, che vanta una storia centenaria e ha dimostrato tutta la sua resilienza, vada maggiormente sostenuto e diffuso, a beneficio dell’intero sistema agroalimentare italiano. Il mio impegno, insieme a quello di tutto il nuovo consiglio regionale, – ha concluso il neo presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna – sarà quello di sostenere e accompagnare le cooperative e le imprese agricole socie nella difficile fase di transizione che le attende”.

“Negli ultimi 4 anni (2018-2021) – ha spiegato il presidente uscente Carlo Piccinini nella sua relazione - le cooperative aderenti alla Federazione hanno aumentato il fatturato del 3% nonostante le pesanti difficoltà registrate: dagli effetti della pandemia agli eventi calamitosi che hanno colpito in particolare alcuni comparti, come gelate tardive e cimice asiatica per l’ortofrutta. La contrazione degli occupati tra le cooperative aderenti alla Federazione regionale (-3%) – ha aggiunto Piccinini - va letta come un ‘risultato positivo’ e di tenuta visto il contesto di riferimento, mentre il calo del numero di cooperative (-10%) e dei soci (-6%) è da collegare a dinamiche strutturali di settore come le politiche di aggregazione e come il trend di diminuzione delle aziende agricole in corso in tutto il Paese”.

“Agricoltura e pesca sono le prime vittime dei cambiamenti climatici – ha sottolineato Piccinini -. Noi vogliamo produrre compatibilmente con il rispetto dell’ambiente ma per farlo dobbiamo essere accompagnati, con risorse e tempi adeguati, nel percorso complesso di transizione ecologica, che per molti produttori può essere preludio di chiusure o forti ridimensionamenti delle attività. La guerra in Ucraina e lo sconvolgimento degli equilibri geopolitici impongono inoltre un serio ripensamento strategico su come combinare sostenibilità ambientale e capacità di autoapprovvigionamento alimentare. Credo che la nuova PAC debba necessariamente tenere conto di questi elementi, per questo auspichiamo che possa essere ripensata in alcuni suoi aspetti”.

Dopo la parte interna, spazio a quella pubblica aperta dall’intervento di Ersilia Di Tullio, senior project manager di Nomisma, sul tema “Una nuova prospettiva per l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna”. A seguire la tavola rotonda con la partecipazione, oltre che dei rappresentanti della cooperazione agroalimentare emiliano-romagnola, anche del presidente di Ismea prof. Angelo Frascarelli e del direttore generale dell’Assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna, dott. Valtiero Mazzotti. In conclusione, l’intervento di Giorgio Mercuri, presidente nazionale di Confcooperative FedAgriPesca e di Alleanza Cooperative Agroalimentari.



IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE DI CONFCOOPERATIVE FEDAGRIPESCA EMILIA ROMAGNA (consiglieri suddivisi per provincia con riferimento al settore di appartenenza della propria cooperativa)

Bologna: Giovanni Bettizi (zootecnico), Isaia Puddu (lattiero-caseario), Piero Cavrini (grandi colture e servizi), Roberto Cera (ortofrutticolo), Giorgio Baraccani (zootecnico), Michele Filippini (grandi colture e servizi), Emanuele Coletti (grandi colture e servizi), Maurizio Albertazzi (forestale).

Ravenna: Aristide Castellari (ortofrutticolo), Carlo Dalmonte (vitivinicolo), Massimo Passanti (biologico), Domenico Calderoni (grandi colture e servizi), Davide Vernocchi (ortofrutticolo).

Forlì-Cesena: Stefano Lazzarini (vitivinicolo), Realdo Mastini (ortofrutticolo), Marco Mosti (biologico), Maurizio Pagliarani (biologico), Paolo Piovaccari (ortofrutticolo), Guido Sassi (zootecnico).

Rimini: Gianluigi Draghi (forestale).

Ferrara: Paolo Cazzola (pesca), Roberto Crosara (grandi colture e servizi), Alessio Tagliati (pesca), Michele Mangolini (ortofrutticolo), Vadis Paesanti (pesca), Aldo Rizzoglio (ortofrutticolo).

Modena: Adriano Aldrovandi (ortofrutticolo), Mirella Giannasi (forestale), Giuseppe Fontana (lattiero-caseario), Vanni Girotti (ortofrutticolo), Andrea Nascimbeni (lattiero-caseario), Carlo Piccinini (vitivinicolo).

Reggio Emilia: Vanni Ferrari (vitivinicolo), Pietro Pinetti (lattiero-caseario), Nicola Filippini (lattiero-caseario), Davide Frascari (vitivinicolo), Pierantonio Pelosi (lattiero-caseario), Erika Sartori (lattiero-caseario), Francesca Bertolini (lattiero-caseario).

Parma: Luca Cotti (lattiero-caseario), Gian Paolo Emanueli (forestale), Roberto Gelfi (lattiero-caseario), Luciano Maggiali (lattiero-caseario), Saverio Delsante (lattiero-caseario), Giacomo Ramelli (lattiero-caseario), Elisa Cugini (lattiero-caseario), Corrado Barella (zootecnico).

Piacenza: Claudio Bettino Emilio Franchini (vitivinicolo), Giancarlo Gambazza (lattiero-caseario), Francesco Rastelli (ortofrutticolo), Marco Crotti (grandi colture e servizi).

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20/05/2022, 13:06
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Reggio Emilia, 13 giugno 2022



L’Assemblea dei Soci di Organismo Controllo Qualità Produzioni Regolamentate (OCQ PR) ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione per gli esercizi 2022-2023.



Il nuovo CdA è così composto: Barani Giuseppe, Bono Paolo, Chiesi Marcello, Donà Lorenzo, Franchini Ilaria, Maggiali Luciano, Romagnoli Angelo, Simonazzi Stefano, Trevisi Fausto.



Il Cda, riunitosi al termine dell’Assemblea, ha eletto Presidente Paolo Bono e VicePresidente Marcello Chiesi.



Il dott. Paolo Bono è già Direttore della Federazione Agricola di Confcooperative Emilia Romagna, con un lungo passato nella società di studi bolognese Nomisma.

L’Assemblea dei Soci e il nuovo Consiglio di Amministrazione hanno ringraziato i consiglieri uscenti per il prezioso lavoro svolto. Un particolare plauso a Eros Valenti alla presidenza di OCQ PR dal 2014 ad oggi

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13/06/2022, 16:48
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“AGRICOLTURA, BENE I 132 MILIONI IN PIÙ NEL PSR.

ORA LA REGIONE PROMUOVA I PROGETTI DI FILIERA”

La richiesta delle cooperative agroalimentari per l’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2023-2027. “Valorizziamo le filiere delle nostre eccellenze produttive”.

(Bologna, 12 settembre 2022) – “Apprezziamo lo sforzo della Regione che, anche grazie all’impegno per il superamento del criterio dei parametri storici nel riparto, è riuscita a ottenere oltre 132 milioni di euro in più nel Piano di Sviluppo Rurale (PSR) rispetto a quello precedente, arrivando a quasi un miliardo di fondi stanziati. Ora è arrivato il momento di tornare a puntare sui progetti di filiera per l’utilizzo delle risorse europee destinate all’agricoltura emiliano-romagnola. In una fase così difficile per l’intero settore, i progetti di filiera rappresentano infatti la soluzione migliore per favorire l’integrazione tra aziende agricole e agroindustriali, così da valorizzare al meglio le produzioni conferite dagli agricoltori tramite politiche di innovazione e la crescita nei mercati internazionali”.

È questa la richiesta indirizzata alla Regione da Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, Legacoop Agroalimentare Nord Italia e Agci-Agrital Emilia-Romagna, in vista dell’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2023-27 annunciata nei giorni scorsi dal presidente Stefano Bonaccini e dell’assessore Alessio Mammi.

“Dopo che nel biennio di transizione 2021-22 si è deciso di finanziare gli investimenti del settore tramite bandi ‘individuali’ dove ciascuna azienda presentava il suo singolo progetto di investimento - continuano le centrali regionali riunite nell’Alleanza Cooperative Agroalimentari - adesso è fondamentale tornare ai progetti di filiera quale strumento principale di attuazione del PSR. Questa è la strada da seguire se si vuole dare concretezza agli auspicati obiettivi di integrazione e aggregazione di filiera, un passaggio obbligato per coniugare competitività e sostenibilità delle imprese”.

“Dall’ortofrutticolo al lattiero-caseario, passando per vitivinicolo, bieticolo-saccarifero, zootecnico e cerealicolo, fino alla pesca e all’acquacoltura: non c’è comparto agricolo in Emilia-Romagna, non c’è produzione DOP e IGP che non sia fortemente caratterizzata dall’integrazione delle filiere, grazie anche al cruciale ruolo della cooperazione nella nostra regione” sottolineano Raffaele Drei, Cristian Maretti e Patrizia Masetti, rispettivamente presidenti regionali di Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital. “I risultati della programmazione 2014-20 – continuano -, quando si era fatto ricorso ai progetti di filiera, sono lì a dimostrare che la forza dell’agroalimentare emiliano-romagnolo sono le filiere e per questo vanno concretamente sostenute. Le nostre eccellenze produttive per continuare a crescere hanno bisogno di politiche di aggregazione, di azioni coordinate e strategie condivise che solo i progetti di filiera possono assicurare, mettendo insieme la parte agricola con quella di lavorazione e trasformazione industriale, oltre ai comparti sementieri, dei mezzi tecnici, dei servizi e di tutti coloro che a vario titolo contribuiscono allo sviluppo delle produzioni”.

“L’agricoltura oggi è fortemente minacciata sia dalle emergenze climatiche e fitosanitarie, sia da provvedimenti europei che puntano a limitare fortemente la capacità produttiva – concludono Drei, Maretti e Masetti -. Gli agricoltori da soli non possono avere la forza necessaria per rispondere a queste sfide, occorre mettersi insieme a tutti i livelli per fare fronte comune. Per questo riteniamo che l’utilizzo dei progetti di filiera nella programmazione 2023-27 del PSR dell’Emilia-Romagna sia un requisito indispensabile per continuare a garantire un futuro più roseo al nostro sistema produttivo”.

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12/09/2022, 17:23
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AGROALIMENTARE, COOPERATIVE AL LAVORO

PER PROMUOVERE IL RICAMBIO GENERAZIONALE

Presentato a Bologna un corso di alta formazione per soci agricoltori under 45.

Il presidente di Confcooperative Fedagripesca ER Drei: “Cooperazione determinante nelle filiere regionali, c’è l’esigenza di preparare la nuova classe dirigente”.



Bologna, 1° marzo 2023 – Si intitola “Conoscere per competere: la cooperazione agroalimentare oggi e le sfide di domani” il corso di alta formazione strategica per amministratori e soci under 45 di cooperative agricole, agroalimentari e della pesca promosso da Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna. Sette moduli con lezioni frontali, in programma al Palazzo della Cooperazione di Bologna (via Calzoni 1/3) tutti i venerdì dal 3 marzo al 14 aprile (unica eccezione giovedì 6 aprile); sette lezioni pensate per approfondire gli scenari economici internazionali, le principali filiere agroalimentari, il funzionamento delle imprese cooperative.

Il corso è stato presentato ieri pomeriggio nell’ambito di un evento tenutosi al Savoia Hotel Regency di Bologna che ha visto la partecipazione di oltre 100 soci agricoltori e una tavola rotonda con i rappresentanti di alcune tra le principali cooperative agroalimentari. A portare il suo saluto anche Ramon Armengòl, presidente Cogeca (Confederazione generale cooperative agricole europee). Ospite d’eccezione l’attore e comico Paolo Cevoli.

“La cooperazione agroalimentare in Emilia-Romagna è composta da circa 530 imprese che sviluppano un fatturato aggregato di 14,4 miliardi di euro, con 30.000 addetti e 95.000 adesioni da parte di aziende agricole” ha esordito nel suo intervento Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, la Federazione che riunisce la maggior parte delle cooperative agroalimentari presenti in regione. “Oltre il 90% della pesca e dell’acquacoltura in regione è gestita da imprese cooperative – ha proseguito Drei -, così come oltre l’80% dell’uva coltivata per la trasformazione in vino viene conferita alle cantine sociali e cooperative. La stessa produzione di Parmigiano Reggiano per il 70% è realizzata da caseifici cooperativi e anche in ortofrutta la cooperazione rappresenta più della metà del comparto regionale. Infine, l’industria alimentare dell’Emilia-Romagna è per il 37% di matrice cooperativa. Questi dati fotografano la forza di un sistema che nel corso dei decenni ha creato un importante valore economico e sociale per migliaia di agricoltori, distribuendo ricchezza nei territori con importanti ricadute sociali e occupazionali”.

“Le cooperative – ha continuato Drei - non appartengono a qualcuno in particolare, sono un bene e un patrimonio collettivo dei soci agricoltori, chiamati a impegnarsi per gestirle al meglio e per garantire futuro a queste strutture così fondamentali per il sistema agricolo emiliano-romagnolo”. Da qui l’esigenza di “formare la nuova classe dirigente, favorendo e accompagnando un ricambio generazionale con percorsi che consentano di coinvolgere i giovani agricoltori e metterli nelle condizioni di guidare aziende chiamate ad essere sempre più competitive sui mercati, valorizzando al meglio le produzioni conferite dai soci”. “Vogliamo – ha sottolineato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna – che la grande tradizione cooperativa agricola regionale abbia un futuro di crescita e prosperità, a vantaggio delle nostre comunità. Senza la cooperazione, oggi l’agricoltura dell’Emilia-Romagna non avrebbe raggiunto i successi che la proiettano ai primi posti in Italia e in Europa, senza le cooperative migliaia di produttori non avrebbero trovato adeguati sbocchi commerciali sui mercati”.

Da questo punto di vista, ha concluso Drei, il corso di formazione proposto da Fedagripesca Emilia Romagna “è un tassello all’interno di un più ampio mosaico che dobbiamo comporre tutti insieme, quello del ricambio generazionale all’interno delle strutture cooperative”.



FOCUS SUL CORSO

La prima lezione è in programma venerdì 3 marzo con il prof. Flavio Delbono (direttore MUEC – Master Universitario Economia della Cooperazione dell’Università di Bologna) che parlerà dello scenario economico internazionale. La settimana successiva – venerdì 10 marzo – con Denis Pantini (responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma) si approfondiscono le tendenze di mercato, mentre venerdì 17 marzo sarà il prof. Francesco Capozzi (direttore Centro interdipartimentale di ricerca sull’agroalimentare dell’Università di Bologna) ad affrontare il tema della “Foodomica” come nuova frontiera della produzione. Venerdì 24 focus sulla Pac (Politica agricola comune) con il direttore generale dell’Assessorato ad Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna Valtiero Mazzotti e Teresa Schipani, responsabile del settore Programmazione; a seguire venerdì 31 marzo focus sulla cooperativa agricola (inquadramento normativo e rapporti con i soci) con Daniele Vandelli (commercialista e consulente fiscale ICN) ed Enrico Pinamonti (responsabile Ufficio legislativo e legale di Confcooperative Terre d’Emilia), e giovedì 6 aprile gli interventi di Paolo Bono (responsabile regionale Fedagripesca) e Francesco Pietrogrande (servizio Revisione Confcooperative Emilia Romagna) sull’importanza di saper leggere e interpretare i bilanci.

L’evento conclusivo del corso è in programma venerdì 14 aprile quando si parlerà dei rapporti con le istituzioni e interverranno – insieme al presidente di Fedagripesca regionale Drei - il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza, l’assessore regionale Alessio Mammi e il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini.

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01/03/2023, 20:25
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ORTOFRUTTA, DREI (FEDAGRI ER) ALL’INCONTRO CON MATTARELLA: “DIFENDERE IL COMPARTO DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI E DAI PROVVEDIMENTI IDEOLOGICI DI BRUXELLES”

Il presidente regionale di Confcooperative Fedagripesca Raffaele Drei a Cesena in occasione della visita del Capo dello Stato per i 40 anni di Macfrut.

Cesena, 2 maggio 2023 – “La visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Cesena in occasione dei 40 anni di Macfrut restituisce finalmente piena dignità al comparto ortofrutticolo, troppo spesso dimenticato e snobbato dalle nostre Istituzioni. Con i suoi 15 miliardi di valore alla produzione nella fase agricola, l’ortofrutta rappresenta un patrimonio insostituibile del sistema agroalimentare italiano che va valorizzato, salvaguardato e difeso dagli effetti dei cambiamenti climatici e da provvedimenti europei ispirati a ideologie contrarie al mondo agricolo e non avvalorate dalla realtà produttiva”.

Sono queste le parole con cui il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna Raffaele Drei interviene a margine della visita del Capo dello Stato a Cesena, tenutasi questa mattina in occasione del 40° anniversario di Macfrut, la Fiera ortofrutticola in programma dal 3 al 5 maggio al Rimini Expo Center. Presente insieme a Drei anche il direttore di Confcooperative Emilia Romagna Pierlorenzo Rossi.

“L’Emilia-Romagna si posiziona tra le prime regioni italiane nel comparto ortofrutticolo con 1,2 miliardi di euro di produzione lorda vendibile estesi su una superficie coltivata di 56.691 ettari (dati 2022; Regione E-R). Il sistema cooperativo regionale rappresenta oltre la metà di questo comparto e, grazie alle politiche di aggregazione, ha permesso negli anni a migliaia di piccoli e medi agricoltori di esportare i loro prodotti in tutto il mondo. Tuttavia – avverte Drei – ci sono alcune minacce che mettono a repentaglio la tenuta del sistema ortofrutticolo emiliano-romagnolo e nazionale”.

Una prima minaccia, ragiona il presidente della Federazione regionale che raduna 385 cooperative agroalimentari con 18.400 addetti e un valore della produzione di 9,5 miliardi euro, arriva dagli effetti dei cambiamenti climatici. “Negli ultimi quattro anni, la produzione ortofrutticola emiliano-romagnola è stata pesantemente colpita dalle gelate tardive che anche nelle settimane scorse sono tornate a causare importanti danni, soprattutto alle drupacee – sottolinea Drei -. Va però considerato un elemento: le aziende agricole che hanno investito in sistemi di difesa attiva antibrina, come i cosiddetti ventoloni o gli impianti di irrigazione soprachioma e sottochioma, sono riuscite a salvaguardare buona parte del raccolto. Così come chi ha dotato i propri frutteti di reti anti-grandine è riuscito a proteggersi dalle grandinate verificatesi nelle ultime settimane a macchia di leopardo”. “Gli investimenti nei sistemi di difesa delle piante – incalza Drei – sono fondamentali per proteggere e salvaguardare la produzione ortofrutticola, ma rappresentano un costo che non può essere scaricato solo sulle spalle degli agricoltori. Bene ha fatto quindi la Regione a prevedere risorse per co-finanziare negli anni scorsi tali investimenti, ora ci aspettiamo che arrivino altri bandi in questa direzione. Ne va della tenuta del nostro sistema ortofrutticolo”. Inoltre, sottolinea il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, “è fondamentale intervenire per sostenere le aziende agricole duramente colpite dalle calamità, da un lato facendo ricorso alla legge 102/2004 che prevede ristori e indennizzi, dall’altra velocizzando l’attivazione del Fondo Mutualistico Nazionale AgriCat riservato alle produzioni agricole che subiscono danni catastrofali, a maggior ragione perché si tratta di un fondo alimentato al 30% dagli stessi agricoltori con un prelievo obbligatorio dai contributi della Pac”.

Una seconda minaccia all’ortofrutta arriva da quelli che il presidente Drei definisce “provvedimenti ideologici proposti a livello europeo”, cioè “che si ispirano a ideologie contrarie al mondo agricolo ma che non trovano riscontro nella realtà produttiva italiana”. Il riferimento va in particolare alla proposta di regolamento per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) che – tra le altre cose - impone all’Italia di ridurre di oltre il 60% l’impiego di questi prodotti a difesa delle piante entro il 2030. “È un provvedimento insostenibile per il mondo agricolo, proposto senza un adeguato studio di impatto e senza tenere conto del percorso di produzione sostenibile portato avanti in Italia e in particolare in Emilia-Romagna, dove i disciplinari di lotta integrata sono una realtà consolidata da decenni”. Secondo Drei, “le imprese agricole vanno accompagnate in un processo virtuoso di riduzione dell’impatto sull’ambiente, non è pensabile togliere agli agricoltori in un tempo così breve gli strumenti di difesa e protezione delle loro piante senza fornirgli alcuna alternativa. Il risultato è l’abbattimento delle piante e l’abbandono delle coltivazioni a frutteto, come purtroppo già accade, perché i livelli produttivi non sarebbero più sostenibili per nessuna azienda. A quel punto la frutta e la verdura che i consumatori troveranno al supermercato, arriverà soprattutto da Paesi terzi, senza adeguati controlli in termini di qualità, salubrità e tracciabilità; saremo costretti ad acquistare prodotti ortofrutticoli senza alcuna garanzia sulla sostenibilità dei metodi di coltivazione e lavorazione e molto probabilmente a prezzi superiori”.

In conclusione, il presidente regionale di Confcooperative Fedagripesca confida che “la visita di Mattarella e la 40° edizione di Macfrut siano l’occasione per accendere i riflettori sui problemi della filiera ortofrutticola che rappresenta un’eccellenza dell’Emilia-Romagna e del Paese intero che non possiamo permetterci di perdere”.

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02/05/2023, 16:00
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MALTEMPO, DREI (CONFCOOPERATIVE FEDAGRIPESCA ER):

“RICONOSCIMENTO DI ZONA SVANTAGGIATA TRANSITORIA, SGRAVI CONTRIBUTIVI PER RECUPERARE COMPETITIVITÀ”

Danni su 3.000 ettari di aziende agricole socie tra Romagna, Ferrarese, pianura bolognese e modenese. Compromessi impianti fotovoltaici di sei strutture cooperative.



(Bologna, 25 luglio 2023) – “Gli ennesimi eventi atmosferici degli ultimi giorni con le loro conseguenze catastrofiche per imprese agricole e strutture cooperative, rendono ancora più urgente una risposta di sistema per salvaguardare l’agricoltura emiliano-romagnola che rischia un grave ridimensionamento. Per questo chiediamo con forza che i territori colpiti prima dalle alluvioni di maggio e poi dalle trombe d’aria e dalle devastanti grandinate degli ultimi giorni siano riconosciuti come zone agricole svantaggiate per un periodo transitorio di almeno cinque anni. Questo intervento consentirebbe di fare recuperare competitività alle imprese, che in questo momento rischiano di perdere importanti quote di mercato, soprattutto a livello internazionale, a causa delle carenze produttive”.

È questa la richiesta rilanciata dal presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna Raffaele Drei.

Dopo le gelate primaverili e l’alluvione di maggio, che ha interessato il 42% della superficie agricola regionale, sono arrivate la grandine e le raffiche di vento dell’ultima settimana; a tal riguardo, le prime stime parlano di danni su circa 3.000 ettari di frutteti, vigneti, orticole (soprattutto pomodoro da industria) e cereali nelle aziende agricole socie delle cooperative aderenti e presenti nella già martoriata Romagna, nel Ferrarese, nella pianura bolognese e in provincia di Modena, sia nella bassa che nella fascia pedemontana. Ad essere fortemente colpiti sono stati anche gli stabilimenti produttivi e i magazzini delle cooperative agricole di conferimento e trasformazione, in particolare diverse strutture tra Ferrara e Modena che avevano investito nelle energie rinnovabili e ora si ritrovano con gli impianti fotovoltaici distrutti o fortemente compromessi, oltre che con tettoie e coperture crivellate dalle palle di grandine: è il caso degli stabilimenti di Italfrutta e Val-Cima a San Felice sul Panaro (MO), di Cipof a San Possidonio (MO), del consorzio Cesac a Mirandola (MO), del Gruppo cooperativo Conserve Italia a XII Morelli di Cento (FE), di Patfrut a Monestirolo (FE). Altri danni a coperture e tettoie anche per lo stabilimento della cooperativa Pasa a Dosso (FE) e per il magazzino di Cesac ad Argenta (FE).

“L’attribuzione per cinque anni di zona agricola svantaggiata a tutte queste aree devastate dal maltempo – puntualizza il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna – consentirebbe di alleggerire in maniera considerevole gli oneri contributivi a carico delle aziende agricole e delle cooperative, alleviando i costi ad intere filiere che saranno impegnate nella ricostruzione del potenziale produttivo e di infrastrutture aziendali, così da recuperare il posizionamento commerciale internazionale. Sono risorse fondamentali per aziende agricole e cooperative la cui sostenibilità economica è a rischio per la materia prima insufficiente”.

“È solo con interventi strutturali di questa portata – conclude Raffaele Drei - che l’agricoltura emiliano-romagnola può davvero riprendersi salvaguardando la sua vocazione di cuore produttivo nazionale, soprattutto in alcuni comparti come quello ortofrutticolo”.

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27/07/2023, 14:56
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AGRICOLTURA, DREI: “UN’EUROPA CHE ABDICA ALLA PROPRIA CAPACITÀ DI AUTOAPPROVVIGIONAMENTO ALIMENTARE IN FAVORE DELLE IMPORTAZIONI, NON È UN’EUROPA SOSTENIBILE”

Il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna interviene sulle proteste degli agricoltori che si sono accese in numerosi Stati europei.



Bologna, 8 febbraio 2024 – “Il fatto che gli agricoltori manifestino un malcontento così forte e così esteso non può essere attribuito a soli fattori contingenti dei singoli Paesi. Più probabilmente è invece il frutto di una politica europea che, ormai da diversi anni, prende orientamenti sul settore agricolo senza confrontarsi con i produttori e seguendo spesso un’ideologia ambientalista espressa in modo particolare dalla Commissione Ambiente. Un indirizzo che non tiene conto dei danni che la riduzione drastica delle superfici coltivate e dei mezzi tecnici necessari all’agricoltura avrebbe sugli approvvigionamenti alimentari e sulla tenuta ambientale del nostro continente”.

È il commento di Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, a seguito dell’annuncio dell’Unione Europea del ritiro della proposta del Sur, il regolamento sull’uso dei fitofarmaci da tempo contrastato dal sistema agricolo di tanti Paesi europei e in particolare da Confcooperative Fedagripesca.

“Salutiamo positivamente il ritiro di questa proposta di regolamento che abbiamo sempre contrastato, e che in realtà segue il voto contrario già espresso mesi fa dal Parlamento europeo in seguito alle pressioni delle associazioni agricole e cooperative. Purtroppo - aggiunge Drei - si tratta di un passaggio rimportante ma parziale. Occorre rivedere completamente la strategia dell’Europa in tema di politica agricola, una strategia che va avanti da almeno alcuni anni e che esclude dal dibattito gli operatori del settore”.

Il malessere degli agricoltori è esploso in tutta Europa e, come sottolinea il presidente di Confcooperative Fedagripesca regionale, “il fatto che ci sia un movimento così ampio non può essere attribuito esclusivamente ai problemi di oggi. Il costo del gasolio per i francesi, l’Irpef per il nostro paese o i problemi di mercato di alcune filiere sono problemi reali che ora emergono comprensibilmente nella protesta e che fanno parte della grave difficoltà delle aziende agricole a raggiungere una sostenibilità economica. Tuttavia siamo davanti ad un problema politico ben più grave. Da anni l’Europa legifera senza nemmeno interpellare le parti in causa, gli agricoltori, tra l’altro in modo sempre più restrittivo in nome di un ambientalismo ideologico. Contrastando a prescindere l’uso di prodotti ancora oggi indispensabili per produrre: occorre comprendere che se queste politiche verranno applicate la capacità produttiva europea subirà un drastico ridimensionamento”.

“Non possiamo commettere l’errore di credere all’equazione terreno non coltivato uguale terreno migliore dal punto di vista ambientale perché l’abbandono dei terreni abbiamo visto anche in Romagna cosa può generare. L’errore ancora più grave è credere che un’Europa che abdica alla propria capacità di fornire cibo al proprio continente in favore di prodotti provenienti da altri continenti sia sostenibile” evidenzia il presidente regionale.

Un altro punto da portare all’attenzione, secondo Drei, è la critica di una parte dell’opinione pubblica ai sussidi ricevuti dal settore agricolo: “Ci si dimentica purtroppo che la Pac non è nata per dare assistenza a un manipolo di agricoltori ma è nata per fornire cibo agli europei. Senza questi aiuti non avremmo avuto disponibilità di cibo in quantità e qualità. La Pac ha avuto un ruolo fondamentale e ha dato risultati importanti: talmente importanti che noi europei diamo per scontato che l’accesso al cibo sia possibile sempre e comunque. Ma è un errore di pensiero. Non dobbiamo dimenticare quanto successo nel comparto energetico, l’approvvigionamento da altri paesi non è una certezza vista la perdurante carenza alimentare di molte aree del mondo”.

Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna è la Federazione regionale che riunisce oltre 380 cooperative agroalimentari e della pesca con 51.000 soci, 20.200 addetti e un volume d’affari complessivo di 11 miliardi di euro.

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08/02/2024, 18:46
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