Incendi boschivi, Confagricoltura Toscana: “Bene diminuzione, incentivo per fare ancora meglio”
Il direttore Cavicchioli: “Risultato frutto del lavoro collettivo, agricoltori in prima linea nella salvaguardia dei boschi”
Firenze, 3 ottobre 2024 - “Il dato sugli incendi boschivi, in diminuzione, è un risultato che ci conforta, frutto di un lavoro di squadra di tutto il sistema”. Così il direttore di Confagricoltura Toscana Gianluca Cavicchioli commenta i dati diffusi dalla Regione Toscana sugli incendi boschivi: nei primi 9 mesi dell'anno sono stati 210, -44% rispetto alla media degli ultimi dieci anni, meno del 2023 (quando se ne registrarono 242), del 2022 (571) e del 2021 (405).
“Un plauso alla Regione Toscana leader in Europa per la gestione dei boschi. Certamente l'intero sistema contribuisce al risultato finale. Tutto questo deve servire da ulteriore sprone per sensibilizzare chi frequenta le campagne ed i boschi, per ben monitorare ogni metro di terreno affinché si intervenga sempre con tempestività. Non dimentichiamoci che siamo una delle primissime regioni in termini di superficie boscata e tutti gli anni si registra un significativo incremento. Conservatori di preziosi beni per tutta la collettività” spiega Cavicchioli. “Gli agricoltori sono i primi attori in questa difesa e conservazione, sentinelle privilegiate di un territorio dagli equilibri sempre più delicati ed oggetto di moltissime attenzioni. Un ringraziamento e un riconoscimento va anche a tutti i volontari che dedicano del prezioso tempo nella salvaguardia dei boschi”.
Lavoratori stranieri, Confagricoltura Toscana: “Bene le semplificazioni per le assunzioni annunciate, ora i fatti”
Firenze, 9 ottobre 2024 - “Apprezziamo le semplificazioni per le assunzioni dei lavoratori stranieri annunciate dal governo, e che dovrebbero essere pubblicate a breve in Gazzetta Ufficiale. Attendiamo ora i fatti”.
Così Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana, commenta le novità sulle normative per l'assunzione di manodopera straniera.
“Sono semplificazioni che auspicavamo da tempo. In campagna non possiamo chiedere deroghe alle coltivazioni, occorre intervenire tempestivamente, programmare per tempo, e in questo le lungaggini per le assunzioni di cittadini extracomunitari sono un ostacolo. Attendiamo di applicare il nuovo iter autorizzato, che grazie anche alla digitalizzazione permetterà la sottoscrizione rapida del contratto di soggiorno, stabilizzare i lavoratori stagionali, con la possibilità di convertire i permessi di lavoro stagionali in permesso di lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato al di fuori delle quote del Decreto flussi.”
“Tra le novità dovrebbero esserci la possibilità di click day plurimi e settoriali, l'abolizione della presentazione di istanze di nulla osta al lavoro conto-terzi da parte di soggetti privati, la precompilazione delle richieste con ampio anticipo rispetto al passato, il numero di lavoratori richiesti proporzionato alla capacità economica del datore di lavoro” continua il direttore.
“Queste procedure aiutano a fare impresa, ad avere trasparenza nei rapporti di lavoro ad ottimizzare i costi di gestione perché una pratica che non si chiude velocemente genera incertezza, complicazioni in azienda e spesso impedisce di poter fare le operazioni colturali nei tempi previsti ed auspicati”.
Sicurezza lavoro, Confagricoltura Toscana: “Servono norme chiare per poter operare con serenità” Convegno organizzato a Firenze con istituzioni, tecnici, docenti, avvocati. Il presidente Neri: “I temi degli appalti e della sicurezza sui luoghi di lavoro sono centrali per le imprese agricole”
Firenze, 11 ottobre 2024 - “Servono norme chiare per poter lavorare con serenità. I temi degli appalti e della sicurezza sui luoghi di lavoro sono centrali per le imprese agricole”.
A dirlo è Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana, a conclusione del convegno “Tutele e attività di Impresa-appalti e sicurezza sui luoghi di lavoro” organizzato a Firenze nella Sala Convegni della Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio. E’ stata un’occasione di dialogo e confronto costruttivo su temi centrali per le attività sindacali ed organizzative, dove sono state formulate ipotesi di lavoro e proposte utili a superare le attuali criticità.
“La sicurezza deve essere vista come un investimento per il datore di lavoro e per i lavoratori stessi. Occorre una svolta culturale ed un senso civico rafforzato per ridurre le criticità – sottolinea il presidente Neri -. Non basta il freddo rispetto delle direttive, bisogna investire su noi stessi, educare al volersi bene. E’ necessario fare chiarezza su alcune norme che non aiutano la corretta interpretazione, i comportamenti sbagliati danneggiano le aziende ed il settore. Fondamentale, quindi, fare informazione per ridurre l’incertezza nella comprensione delle norme.”
“L’istituto dell’appalto è una buona risposta alle necessità aziendali, sempre più contraddistinte da picchi di lavoro in base ai quali nulla si può derogare né rimandare. Le coltivazioni devono essere curate in determinati momenti – spiega Neri -. Gli appalti sono un completamento del lavoro subordinato, un elemento che in alcuni casi diventa dirimente”.
“Da tempo come Confagricoltura sosteniamo la necessità di creare un albo nazionale, che dovrebbe essere realizzato dal Ministero del Lavoro, di quelle strutture che possono effettuare lavori in appalto come accade per le agenzie per la somministrazione – dichiara il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri -. Un modo di operare in modo lineare, chiaro e sicuro per tutti: aziende e lavoratori in primis. Gli imprenditori agricoli avrebbero così la garanzia che, pescando nell’albo, possono trovare aziende qualificate e riconosciute".
Al convegno hanno partecipato le istituzioni, la vicepresidente regionale e assessore alla Politiche agricole Stefania Saccardi, magistrati e avvocati, come Roberto Triola, già Presidente di sezione della Corte di Cassazione e direttore dell’Ufficio Massimario e Ruolo della Corte di Cassazione, Cristina Mancini, giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Prato, l’avvocato Serena Linopanti dello Studio Giuri Avvocati Firenze, docenti quali Maurizio del Conte, professore ordinario di Diritto del lavoro all’Università Bocconi, Marco Vieri, Full Professor all’Università degli Studi di Firenze, Luca Toschi, del Centro Ricerche “Scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa Ets dell’Unifi, dirigenti regionali come Giovanna Bianco, responsabile del settore Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro della Regione Toscana, Roberto Scalacci, direttore Agricoltura e Sviluppo Rurale della Regione. E’ intervenuto anche Roberto Caponi, della direzione Area Politiche del lavoro, welfare e sicurezza sul lavoro di Confagricoltura.
Pac, Confagricoltura Toscana: “Incertezze e ritardi su terza proposta di emendamento pesano su aziende” Il presidente Neri: “Alla vigilia della stagione delle semine ancora non ci sono indicazioni su come applicare le novità introdotte dal decreto ministeriale del 28 giugno” Firenze, 15 ottobre 2024. “Forte preoccupazione per l’incertezza che regna intorno alla terza proposta di emendamento del Piano strategico della Politica Agricola Comune 2023-2027. Con l’inizio delle semine ormai imminente, i ritardi nell’adozione delle modifiche e la mancanza di chiarezza sull’applicazione delle norme rischiano di mettere in seria difficoltà il settore agricolo toscano”
A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri.
“La situazione è inaccettabile. Siamo ormai alle porte della stagione delle semine – spiega Neri – e ancora non ci sono indicazioni precise su come applicare le modifiche introdotte dal Decreto Ministeriale del 28 giugno. Le continue incertezze e i ritardi nell’approvazione degli emendamenti non fanno che aumentare la confusione tra gli agricoltori, già alle prese con un contesto economico complesso e sfide legate alla sostenibilità”.
“La terza proposta di emendamento, che tocca aspetti cruciali come l’Ecoschema 1 per la riduzione degli antibiotici e l’Ecoschema 5 per la copertura vegetale a beneficio delle piante di interesse apistico, rappresenta una novità importante – dice il presidente di Confagricoltura Toscana - ma deve essere accompagnata da indicazioni precise e tempi certi. Noi abbiamo sottoposto osservazioni mirate per semplificare ulteriormente la condizionalità legata alle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali – Bcaa 7 ‘Rotazione delle colture nei seminativi, ad eccezione delle colture sommerse’ e Bcca 8 ‘Percentuale minima della superficie agricola destinata a superfici o elementi non produttivi’, e per migliorare l’efficacia degli interventi dello sviluppo rurale”
“Le semplificazioni sono fondamentali – continua Neri – ma devono essere comunicate e attuate tempestivamente. È inammissibile che, a così poco tempo dalle semine, gli agricoltori non abbiano ancora ricevuto le istruzioni operative per applicare le nuove regole. Le aziende agricole hanno bisogno di stabilità normativa per poter pianificare e operare efficacemente. Questa incertezza rischia di compromettere non solo l’immediata stagione produttiva, ma anche gli investimenti e lo sviluppo sostenibile del settore”.
“Per questi motivi – conclude il presidente di Confagricoltura Toscana - rinnoviamo l’appello al Ministero e alle istituzioni competenti affinché si acceleri la definizione delle misure applicative e si forniscano chiarimenti urgenti e concreti per evitare ulteriori disagi alle imprese agricole. Il settore agricolo ha dimostrato la sua resilienza, ma ha bisogno di certezze per continuare a crescere e innovare. Non possiamo permetterci ritardi su temi così fondamentali per il futuro delle nostre aziende e del nostro territorio. C'è un silenzio assordante su tutto questo ma noi come Confagricoltura Toscana vogliamo far sentire la voce e quella delle aziende, a costo di essere gli unici a farlo”.
Federalimentare guarda a transizione tecnologica Made in Italy "Agrifoodtech in Italia enormi potenzialità ma pochi finanziamenti"
Roma - Creare nuove opportunità strategiche per la catena del valore agroalimentare del Made in Italy attraverso investimenti nella transizione tecnologica che stimolino un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell'innovazione. È questo l'obiettivo del convegno promosso al Senato, in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione, da Federalimentare, Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.ITE, dal titolo 'Federalimentare guarda al futuro. La transizione tecnologica dell'agroalimentare Made in Italy'. Il tema chiave è la transizione tecnologica dell'agroalimentare, un processo ineludibile e non procrastinabile per mantenere la global leadership del nostro Paese, potenziando al contempo sostenibilità e competitività delle imprese italiane.
Secondo i dati più recenti del Rapporto Federalimentare-Censis, il settore agroalimentare aggregato, che comprende agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione, con i settori di beni e servizi interdipendenti in una logica B2B (business-to-business), genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del PIL, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati, con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, + 6,6% dell'export). Inoltre, la catena del valore dell'agroalimentare italiano non è solo rappresentata dall'eccellenza dei prodotti alimentari e dai suoi marchi Doc, Igp e Docg, ma anche dalla tecnologia manifatturiera (primo comparto del manifatturiero italiano), dalla leadership nella produzione di impianti di trasformazione e di packaging, dalla capacità logistica e, non ultimo, da brevetti e innovazioni esportati in tutto il mondo.
Al recente 'G7-Agricoltura e Pesca' è stata, ancora una volta, sottolineata la necessità di investire responsabilmente in agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro, e di qualità per tutti, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari, dalla produzione al consumo. La filiera globale del cibo, infatti, produce circa il 32% dei gas serra totali (fonte FAO 2024), non può quindi esserci una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. In questo scenario, il documento finale del G7 ribadisce il contributo che la scienza e l'innovazione possono dare per mitigare il cambiamento climatico e per rispondere alla domanda di cibo sicuro a livello globale. Il ruolo dell'innovazione tecnologica nell'accompagnare la transizione dell'agroalimentare, insomma, è una indiscussa priorità per mantenere la leadership globale della filiera del cibo italiano.
A fronte di queste enormi opportunità, l'ecosistema dell'innovazione Agrifoodtech in Italia è ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (Fonte: AGfunder), significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un'analisi di Forward Fooding ha indicato che l'Italia è al quarto posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo al 10° per capitali raccolti.
La partnership tra Federalimentare, il fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr e il Centro di Ricerca Luiss X.ITE nasce quindi con l'obiettivo di creare un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell'innovazione, al fine di stimolare crescita dell'innovazione e scala economica della nuova imprenditorialità tecnologica. Il tutto, col fine ultimo di accelerare l'adozione di nuove tecnologie e sviluppare un ecosistema che sostenga lo sforzo innovativo che tutte le imprese italiane stanno affrontando. Uno sforzo che dovrà essere gestito con ancora maggiore vigore a partire da una maggiore consapevolezza dell'ecosistema delle startup e delle tecnologie per la trasformazione dell'agroalimentare Made in Italy. Ragione per cui Federalimentare promuove con il Centro di Ricerca Luiss X.ITE e il contributo del fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr un 'Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell'Agroalimentare Made in Italy'.
Per il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, 'siamo consapevoli che la strada per continuare a essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall'innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile. La competitività e la concorrenza a livello globale sono le sfide che ci attendono, e l'industria alimentare italiana deve sostenere e far crescere il suo vantaggio competitivo. Il 'Rapporto Draghi' sulla competitività europea ha richiamato la responsabilità degli Stati membri a promuovere sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Questo messaggio non deve rimanere inascoltato, ma attuato. E per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo Federalimentare ha deciso di avviare e sostenere l'Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell'Agroalimentare Made in Italy, in collaborazione con il Centro Ricerche X.ITE dell'Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell'innovazione sostenibile del settore agroalimentare. Queste attività, unite alle altre iniziative in corso con il Cluster CLAN Agrifood, saranno fondamentali per le imprese del nostro settore, per continuare a innovare e restare competitivi sui mercati internazionali'.
Secondo Nicola Riello, Founder e Presidente di Riello Investimenti Sgr, 'il settore agroalimentare ricopre un ruolo di primo piano per l'economia italiana e anche nei nostri investimenti è trasversalmente presente in tutte le asset class che gestiamo. In questo momento storico, in cui assumono particolare rilevanza le transizioni tecnologica e ambientale, riteniamo che sia particolarmente importante investire sul tema delle tecnologie nell'agroalimentare ed è su questo presupposto che abbiamo deciso di ampliare la gamma dei fondi gestiti con il fondo Linfa, estendendo così il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita. Siamo onorati della collaborazione con Federalimentare. Insieme riusciremo a raggiungere due importanti obiettivi comuni: lo sviluppo e la crescita dell'ecosistema dell'Agrifoodtech in Italia e la mappatura dei progressi attraverso un Osservatorio appositamente formato presso l'università Luiss di Roma. Ciò ci consentirà di contribuire ulteriormente allo sviluppo del Sistema Paese Italia e di offrire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità'.
Per Marco Gaiani, Founder & Partner del Fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr, 'in Italia ci sono tutte le condizioni per la creazione di un ecosistema innovativo nel food di livello europeo: talenti, imprenditorialità diffusa, tradizione e cultura del cibo, know how industriale e Università di ottimo livello. Questa sfida è ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo che l'innovazione può giocare per la transizione della filiera agroalimentare italiana verso modelli più sostenibili di produzione e distribuzione. Come Team di Linfa - primo fondo italiano focalizzato sull'Agrifoodtech a impatto ambientale - intendiamo dare il nostro contributo di competenze e capitali per andare in questa direzione. La partnership con Federalimentare è un tassello fondamentale di questa strategia'.
Michele Costabile, Università Luiss 'Guido Carli' di Roma, Direttore del Centro di Ricerca Luiss X.ITE su tecnologie e comportamenti di mercato, ha affermato: 'Siamo onorati di essere ancora una volta al fianco di Federalimentare nell'esplorare una delle più importanti transizioni tecnologiche per il nostro Paese. Intendiamo, infatti, servire le migliaia di imprese dell'agroalimentare Made in Italy, fornendo periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull'ecosistema dell'innovazione. E riteniamo che, anche grazie alla partnership con il team del fondo Linfa, potremo produrre risultati connotati da rigore metodologico e rilevanza per il business. L'Osservatorio sostenuto da Federalimentare adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni Agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori in Agrifoodtech. Il tutto rafforzando attraverso conoscenze condivise e momenti di confronto periodico quelle connessioni che servono a rendere l'Agridoodtech made in Italy un ecosistema di valore globale'.
Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, ha inviato una lettera al Presidente di Federalimentare Mascarino, rilevando che 'Federalimentare guarda al futuro' 'non è un titolo programmatico, è già una realtà. L'iniziativa è un passo in più nella giusta direzione, perché mette insieme il mondo delle imprese, quello della finanza e quello della ricerca. In Italia abbiamo eccellenze in tutti e tre i campi. Il quarto soggetto in questo confronto devono essere le Istituzioni. In Parlamento siamo riusciti a dare il via libera alle TEA, abbiamo tutelato la qualità dei nostri prodotti, riconosciuto il principio che l'agricoltore è il primo custode del territorio, allontanato lo spettro della sugar tax. Sono esempi concreti, che dimostrano come sia importante che pubblico e privato continuino a lavorare insieme per valorizzare la filiera agroalimentare made in Italy. Sono certo che Federalimentare saprà mantenere quello sguardo rivolto al futuro, che ha sempre caratterizzato la sua azione'.
Per l'On. Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici), 'il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze mondiali e ha la possibilità di guidare una vera rivoluzione produttiva grazie alle nuove tecnologie. Le potenzialità sono immense: l'agricoltura di precisione, l'uso dei big data, l'intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l'efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. È essenziale investire in formazione e ricerca, collaborando con università, centri di innovazione e imprese private, affinché le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno. Questa transizione tecnologica, tuttavia, deve avvenire all'insegna della sostenibilità che sappia coniugare i costi economici con quelli sociali. Non possiamo più permetterci un modello produttivo che ignora l'impatto ambientale e che non vada di pari passo con la tutela del lavoro. Oggi le tecnologie ci offrono strumenti che permettono di conciliare produttività e rispetto per l'ambiente per cui la transizione verso un settore agroalimentare più tecnologico, sostenibile e competitivo è un percorso che dobbiamo affrontare con visione strategica e spirito di collaborazione. La sinergia tra pubblico e privato, sostenuta da politiche istituzionali lungimiranti, è la chiave per garantire che il nostro agroalimentare non solo continui a rappresentare un'eccellenza a livello globale, ma diventi un modello di innovazione e sostenibilità per tutto il mondo'.
Secondo On. Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, 'l'agroalimentare è un settore estremamente importante in termini di fatturato per il Made in Italy, comprensivo di tutte le aziende che operano nella produzione e nella trasformazione, ambiti nei quali l'Italia è tra i maggiori Paesi europei e non solo. L'innovazione è uno dei principali fattori di sviluppo delle imprese e l'agroindustria, senza dubbio, rappresenta una delle nostre eccellenze. Il settore purtroppo è colpito da quello che viene chiamato 'italian sounding', cioè il tentativo di copiare i prodotti italiani. Le politiche messe in campo dal Governo vanno nella direzione di contrastare tali pratiche e proteggere le nostre imprese'.
Agricoltura, Confagricoltura Toscana alla Regione: “Urgente discutere il nuovo Piano Faunistico-Venatorio” Il direttore Cavicchioli: “Essenziale fare presto, sono importanti le conseguenze per l'ambiente e il settore agricolo”
Firenze, 18 ottobre 2024 – “C’è bisogno al più presto di riprendere la discussione sul nuovo Piano Faunistico-Venatorio, per questo rivolgiamo un appello alla Regione Toscana. Come Confagricoltura Toscana siamo pienamente disponibili al dialogo e al confronto per trovare soluzioni che possano essere condivise e implementate in tempi rapidi”.
A dirlo è Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Toscana.
“Il comparto agricolo si trova oggi di fronte a sfide significative, condizionato da situazioni che spesso sfuggono al suo controllo – prosegue Cavicchioli - Gli imprenditori agricoli devono poter fare impresa, non possono essere costantemente ostacolati da fattori esterni su cui non hanno potere. Conosciamo bene le esigenze che derivano dalla complessa convivenza tra le attività umane e la fauna selvatica, un piano corretto può bilanciare queste due realtà in maniera reciproca e rispettosa"
"Buon senso e determinazione sono sufficienti se accompagnati da idee chiare e supporto scientifico. Possiamo fare molto. Gli animali non conoscono confini o aree protette, è un fatto ovvio, ma spesso ignorato nelle pianificazioni, - dice il direttore – il piano faunistico venatorio rappresenta un’occasione fondamentale per ottimizzare la gestione delle risorse e delle interazioni fra uomo e natura."
Maltempo, Confagricoltura Toscana: “Danni gravi per gli agricoltori, in Val di Cornia allagato l’80% delle aree coltivate” Il presidente Neri: “A rischio interi raccolti: è urgente lo stato di emergenza” Firenze, 18 ottobre 2024 – “L’ondata di maltempo che ha colpito la Toscana ha causato danni alle colture di diverse zone della regione, che nel caso della Val di Cornia sono gravissimi, con particolare impatto sull’agricoltura specializzata nelle colture orticole. L’80% delle aree coltivate di questa zona strategica sono state allagate, mettendo a rischio l’intero raccolto e il futuro dei terreni”.
A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, spiegando le conseguenze delle piogge intense che hanno colpito la Toscana e la Val di Cornia in particolare.
“Si tratta di conseguenze gravi in tutte le aree della Toscana che sono state investite dal maltempo, ma in Val di Cornia si può parlare di impatto devastante: ci troviamo di fronte a migliaia di ettari allagati, con coltivazioni completamente perdute e danni strutturali ai campi che ne renderanno difficile, se non impossibile, il ripristino a breve termine – spiega Neri - . È una situazione drammatica per gli agricoltori della Val di Cornia, che peraltro erano già provati da condizioni climatiche avverse negli ultimi mesi”.
“Siamo in stretto contatto con gli agricoltori locali, che temono anche per l’impollinazione e la biodiversità. Oltre ai raccolti – spiega il presidente di Confagricoltura Toscana – le infrastrutture agricole della Val di Cornia sono state duramente colpite: fossati riempiti, argini danneggiati e strade rurali impraticabili rendono ancora più difficile la gestione dell’emergenza.”
“Come Confagricoltura Toscana – prosegue Neri - abbiamo già avviato le procedure per una prima stima dei danni. Non possiamo ancora quantificare con precisione l’entità dei danni, ma è chiaro che ci troviamo di fronte a perdite enormi. Bene fa il governatore Eugenio Giani a chiedere lo stato di emergenza nazionale per facilitare l’accesso agli aiuti necessari. E’ un’urgenza assoluta”.
Alluvione nell’Area Metropolitana di Bologna, Confagricoltura: “Oltre 2.000 ettari i terreni allagati, danni ingenti. Serve un cambiamento radicale sulla gestione della prevenzione”
(Bologna, 21 ottobre 2024) “Duemila ettari di terreni agricoli finiti sommersi, colture compromesse, strutture aziendali danneggiate, abitazioni allagate. A poche settimane dalla precedente alluvione che aveva già colpito parzialmente i nostri territori, ci troviamo nuovamente a contare i danni nell’Area Metropolitana di Bologna: una situazione che, se non si interviene, continuerà a ripetersi, complice anche il cambiamento climatico. È essenziale cambiare completamente l’intero quadro normativo, burocratico e operativo, ancora troppo legato al passato, per aggiornarlo alla crisi che stiamo vivendo”.
È questo il commento di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, all’indomani della tremenda alluvione che ha colpito l’intera Area Metropolitana di Bologna e la Regione Emilia-Romagna. Nel territorio bolognese le precipitazioni, che si sono abbattute sui suoli già saturi di acqua per precedenti piogge, hanno raggiunto i 120 mm in montagna, i 170-180 mm in collina e i 50 mm in pianura. Molti corsi d’acqua dell’Area Metropolitana di Bologna sono inoltre esondati: il Ghironda ad Anzola, il Lavino a Sala Bolognese, il Navile a Bologna, il Savena a Baricella, la Quaderna a Selva Malvezzi, l’Idice a Budrio e ad Argenta, e il Sillaro a Castel Guelfo e nell’imolese.
Secondo una prima stima raccolta da Confagricoltura Bologna, oltre 2000 ettari di terreni sono stati allagati e più di 50 aziende agricole sono state danneggiate pesantemente dall’alluvione. Alcune di queste risultano ancora isolate, soprattutto nelle aree collinari, a causa dell’impraticabilità delle strade dovuta a frane e smottamenti.
“È ancora presto per stimare con precisione i danni subiti dal settore agricolo, ma sono davvero ingenti. Molte aziende hanno perso tutto, altre rischiano lo stesso destino. È fondamentale che le istituzioni agiscano con urgenza, offrendo sostegni economici certi e, soprattutto, tempestivi - commenta il presidente Venturi - Non intendo puntare il dito contro la Regione Emilia-Romagna o il Governo, ma è necessario un cambiamento rapido. Dallo scorso maggio 2023, abbiamo assistito a continui rimpalli di responsabilità che hanno solo ritardato l’intera macchina burocratica, già di per sé complessa, lasciando sole famiglie e imprese che chiedevano solo un supporto economico per ripartire. Speriamo che, dopo quest’ennesima tragedia, si cambi finalmente passo e si lavori tutti assieme affinché situazioni simili non si ripetano”.
Confagricoltura Bologna ritiene che sia necessario “riformare profondamente il modo di prevenire e gestire questi disastri naturali, troppo ancorato a modelli del passato e non adatti al presente. Prima di tutto, è indispensabile identificare con chiarezza chi deve intervenire su cosa: efficientare la manutenzione e la tutela del territorio, garantendo sicurezza ai cittadini e alle imprese che investono nelle loro attività, è prioritario. Riteniamo fondamentale risarcire anche le aree montane e collinari, spesso trascurate e che, dopo questa alluvione, rischiano un ulteriore abbandono a causa di una viabilità compromessa per via di frane e smottamenti. Serve un piano operativo rapido e concreto per rilanciare questi territori. Non bisogna ricordarsi di loro solo quando si vogliono fare percorsi turistici o escursionistici, ma tutto l’anno. Serve una progettualità che, nonostante le continue promesse degli ultimi anni, non si è ancora vista”.
Acqua, Confagricoltura Toscana lancia un convegno online Appuntamento il 30 ottobre alle 14,30 in modalità live streaming e sul canale YouTube dell'associazione
Firenze, 24 ottobre 2024. Un convegno online sul "Piano di tutela delle acque della Toscana". E' l'iniziativa organizzata da Confagricoltura Toscana in programma mercoledì 30 ottobre alle 14,30 sulla Pagina Facebook e sul Canale Youtube dell'associazione. All'incontro parteciperanno Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana, Francesco Lizio Bruno, geologo, Mauro Grassi, direttore della Fondazione Earth and Water Agenda, Marco Masi, dirigente della Regione Toscana Settore tutela acqua e costa, e Dario Giardi, responsabile sostenibilità ed economia circolare Confagricoltura.
"Le acque della Toscana - dice il direttore di Confagricoltura Toscana Gianluca Cavicchioli - sono un patrimonio inestimabile per tutti, nessuno escluso. Il Piano di Tutela emanato dalla Regione è lo strumento per raggiungere tutti quegli obiettivi di qualità ascrivibili ai così detti corpi idrici superficiali e sotterranei. Un impegno gravoso ma non procrastinabile. Per questo abbiamo deciso di fare un approfondimento pubblico con gli esperti".
Blue Tongue, Confagricoltura Toscana: "Preoccupazione cresce anche qui, servono interventi immediati"
Il presidente Neri: “Niente allarmismi, ma serve un piano di vaccinazioni a livello europeo e fondi adeguati”
Firenze, 30 ottobre 2024. “Cresce anche qui in Toscana la preoccupazione per la Blue Tongue, malattia virale che colpisce il bestiame e minaccia la stabilità del comparto agricolo europeo. Non bisogna fare allarmismi, ma fare la necessaria vigilanza sì”.
A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, a proposito della Blue Tongue, che ha già causato gravi danni in diversi allevamenti europei. In Italia sono stati rilevati diversi focolai, con impatti significativi non solo per le aziende colpite, ma per l’intera filiera agricola e zootecnica, a partire dalle forniture fino alla distribuzione dei prodotti derivati.
“Noi come Confagricoltura Toscana - dice Neri - siamo in costante contatto con le aziende del territorio per monitorare l’evoluzione della situazione e con le istituzioni locali. La Regione Toscana ha già fatto un bando a sostegno degli allevatori che mettono a disposizione delle autorità sanitarie capi di bestiame con funzione di ‘sentinella’ per verificare l’eventuale circolazione virale. Ma ovviamente non può bastare ed è evidente che sia necessario un intervento coordinato tra tutti i Paesi membri dell’Unione europea per garantire misure adeguate sia sulla prevenzione che sul contenimento e una distribuzione equa dei fondi necessari”.
“La nostra agricoltura – dice il presidente di Confagricoltura Toscana - è già sotto pressione a causa delle conseguenze delle tensioni geopolitiche, dell’inflazione e di politiche comunitarie spesso distanti dalle esigenze reali del settore. Gli allevatori toscani, così come quelli di tutta Italia, non possono subire ulteriori colpi. Per questo chiediamo alle istituzioni europee non solo la disponibilità immediata di vaccini sicuri ed efficaci, ma anche la predisposizione di aiuti economici diretti per sostenere le aziende che subiscono perdite economiche a causa della Blue Tongue”.