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Confagricoltura 
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NUOVE E VECCHIE TASSE PER GLI IMPRENDITORI AGRICOLI: CONFAGRICOLTURA HA FATTO IL PUNTO NEL CONVEGNO FISCALE



(Cesena, 14 febbraio 2024) – La partita sull'Irpef per gli agricoltori è ancora aperta, e Confagricoltura ha ribadito al Governo che “il ripristino dell'esenzione deve riguardare tutti gli agricoltori, in difficoltà da tempo per il calo dei prezzi all'origine, mentre i costi di produzione restano elevati”, sottolinea Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. Ma nella Legge di Bilancio ci sono tante altre novità che riguardano la tassazione del settore primario: per fare il punto della situazione, informando i soci sulle ultime novità, Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, Ravenna e Ferrara hanno promosso nei giorni scorsi il Convegno Fiscale, che si è tenuto a Cesena.

L’evento, diventato un classico appuntamento in quanto giunto alla ventottesima edizione, ha riscosso interesse, con molti imprenditori agricoli in presenza e tanti altri collegati alla diretta streaming.



“Si tratta di un evento a cui noi teniamo tantissimo - aggiunge Carli – Riteniamo che uno dei ruoli di un'associazione sia quello di fornire sempre più informazioni e dati ai propri soci, permettendo loro di restare aggiornati su tutte le nuove norme. Questo evento affianca l’attività quotidiana che i nostri uffici svolgono a supporto dei nostri associati”.



Nel corso del Convegno sono state presentate tutte le novità fiscali presenti all’interno della Legge di Bilancio. “Per l’anno 2024 siamo ancora in attesa di sapere quale sarà la tassazione che verrà applicata agli agricoltori - illustra Alessandra Caputo dello Studio Associato Tosoni - La legge di bilancio non ha infatti prorogato l'esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari. Nel 2024 - aggiunge Caputo - è stata inoltre cancellata anche la decontribuzione per i giovani agricoltori. Fino al 31 dicembre i giovani agricoltori che non avevano ancora compiuto 40 anni e si iscrivevano alla previdenza agricola non versavano i contributi ma al momento questa misura è stata cancellata”.



“È stata una Legge di Bilancio un po’ avara per il mondo agricolo, complice la mancanza di risorse - analizza Nicola Caputo, responsabile fiscale di Confagricoltura - Nello stesso tempo si è cercato comunque di ottenere dei risultati apprezzabili per il futuro. Uno dei campi su cui si lavorerà maggiormente è quello della produzione delle agro-energie, dove si sta cercando di delineare un assetto normativo più consono, oltre a quello della delega fiscale che prevederà importanti spunti innovativi, tra cui quelli relativi al trattamento di colture più moderne”.

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14/02/2024, 12:27
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Pistoia, Confagricoltura Toscana: “Bene semplificazione sulle serre sancita da Regione”
Il presidente Neri: “Sburocratizzazione importante per un settore che nella nostra regione vale 800 milioni di euro”

Firenze, 16 febbraio 2024 – “E' una semplificazione burocratica che aiuta il vivaismo toscano, un settore che vale 800 milioni di euro, di cui l'80% dovuto all'esportazione”.

Così Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commenta la decisione della Regione sulle serre temporanee.

“Il decreto dirigenziale 2222 della Regione – dice Neri - consente di mantenere le serre temporanee legittimamente installate prima della Legge Regionale 65/2014, presentando in Comune Scia urbanistica e certificato di idoneità statica di un professionista abilitato, senza quindi la necessità di una specifica sanatoria strutturale per evitare di doverle rimuovere. Questo aiuterà le imprese a pianificare le proprie attività con maggiore serenità e sicurezza”.

Il percorso per la regolamentazione delle serre temporanee è iniziato nel giugno scorso con l'incontro nella sede provinciale pistoiese di Confagricoltura, a cui intervennero l’assessora regionale all’Agricoltura Stefania Saccardi e gli assessori comunali pistoiesi al vivaismo Gabriele Sgueglia e all’urbanistica Leonardo Ciali, oltre al presidente Neri e ai rappresentanti locali di Confagricoltura Pistoia, il presidente Andrea Zelari e il direttore di Daniele Lombardi. L'impegno è poi proseguito anche con il successivo presidente di Confagricoltura Pistoia, Luca Magazzini, e il confronto si è concluso positivamente quest'anno con l'approvazione del decreto dirigenziale regionale.

“Con un lavoro congiunto di Confagricoltura Pistoia, Comune di Pistoia e Regione Toscana – conclude Neri – è stato risolto un problema non piccolo. E insieme abbiamo dimostrato che sburocratizzare è possibile anche in Italia”.

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16/02/2024, 13:22
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AGRIVOLTAICO INNOVATIVO, CONFAGRICOLTURA BOLOGNA:

“IL NOSTRO TERRITORIO BEN SI ADATTA A QUESTI SISTEMI AVANZATI

UNA GRANDE OPPORTUNITA’ PER I PRODUTTORI LOCALI.

ASPETTIAMO ORA LE LINEE GUIDA DETTATE DALLA RICERCA”



(Bologna, 17 febbraio 2023) – “La conformazione dei terreni agricoli bolognesi e la struttura di molte aziende agricole ben si adattano alle installazioni dell’agrivoltaico innovativo: il decreto pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è una grande opportunità per gli imprenditori agricoli del nostro territorio, che possono dare un importante contributo alla decarbonizzazione, ma anche proteggere le loro colture migliorando la redditività delle loro imprese agricole. Con i tempi che corrono non è poco e ci riteniamo soddisfatti di questo provvedimento del Governo, che ha accolto le indicazioni provenienti dalla filiera agricola”. Questo il commento di Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna, dopo che il 14 febbraio è entrato in vigore il cosiddetto Dm Agrivoltaico, che ha l’obiettivo di realizzare almeno 1,04 Gigawatt di nuovi impianti entro il 30 giugno 2026.



“Parliamo di sistemi avanzati dove la produzione di energia green coesiste con l’attività agricola, dove si valorizzano strumenti di agricoltura digitale e di precisione. Il provvedimento dimostra la stretta sinergia che ci può essere tra la produzione di cibo e quella di energia: due mondi sempre più connessi e che in futuro lo saranno ancora di più – aggiunge Garagnani – L’agrivoltaico avanzato, infatti, prevede moduli elevati da terra, in modo da garantire la continuità dell’attività agricola: pensiamo ai frutteti, ad esempio, che possono essere coperti e protetti da un impianto di questo tipo, capace di produrre energia e dare un reddito integrativo all’imprenditore agricolo, che però gioca un ruolo centrale in questa partita. La misura prevede anche virtuoso meccanismo incentivante attraverso l’erogazione di un contributo a fondo perduto, finanziato dal PNRR, nella misura massima del 40% dei costi ammissibili, abbinato a una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica netta immessa in rete”.



n un periodo storico caratterizzato da cambiamenti climatici epocali e da conflitti internazionali di cui purtroppo non si vede ancora la fine, “l’Italia deve accelerare sulla sovranità alimentare ed energetica: due fronti su cui il settore primario ha tutte le carte in regola per essere protagonista – rimarca il presidente di Confagricoltura Bologna - Per questo motivo è importante che si spinga sulla produzione di fonti energetiche alternative, anche nel bolognese. Conciliare la produzione energetica con quella agricola, mantenendo entrambe profittevoli, non è per nulla banale ma è una nuova sfida per noi produttori agricoli: per questo ci aspettiamo un contributo importante dalla ricerca, che ci deve fornire tutte le indicazioni per far coesistere la produzione di energia rinnovabile e l’agricoltura storica bolognese”.



Il Ministero, infatti, approverà entro i prossimi quindici giorni, su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. Il GSE, soggetto gestore della misura, emanerà un primo avviso pubblico per la presentazione delle istanze entro trenta giorni dall’approvazione delle regole. L’accesso al meccanismo - si legge nella nota del MASE - è garantito attraverso l’iscrizione di appositi registri o con la partecipazione a procedure competitive in funzione della titolarità e della taglia dei progetti che si svolgeranno nel corso del 2024. Le procedure di registro, per un contingente complessivo di 300 megawatt sono riservate ad impianti di potenza fino a 1 megawatt realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, mentre le procedure competitive, per un contingente complessivo di 740 megawatt, sono riservate ad impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, o associazioni temporanee di impresa che includono almeno un imprenditore agricolo.

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18/02/2024, 12:15
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AGRICOLTORI ROMAGNOLI A BRUXELLES. CARLI (PRESIDENTE CONFAGRICOLTURA FORLI’-CESENA E RIMINI): “GLI AGRICOLTORI HANNO DIRITTO A UN REDDITO EQUO, RIFORMARE SUBITO GREEN DEAL E FARM TO FORK”



Una delegazione di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini - guidata dal presidente Carlo Carli, dal vice Alberto Mazzoni e dal direttore Luca Gasparini - ha partecipato all’assemblea straordinaria di Confagricoltura, che quest’anno si è svolta a Bruxelles.

“È stato importante far sentire qui, dove si prendono le decisioni, la voce degli agricoltori romagnoli, che ancora stanno facendo i conti con le ferite dell’alluvione - sostiene Carli – i nostri associati hanno subito danni gravissimi ai terreni e alle attrezzature e, nel momento di maggior bisogno, si vedono caricati di ulteriori obblighi dalla nuova PAC. Questo meccanismo così non può funzionare: molti dei nostri soci hanno preferito rinunciare ai contributi di cui avrebbero bisogno a causa del carico normativo eccessivo”.

Confagricoltura era a Bruxelles per far sentire idealmente la voce dei coltivatori italiani, alle prese con una situazione difficile, tra costi di produzione in costante aumento e le sempre più gravose normative europee in materia di ambiente. Una morsa ancora più stringente per le province di Forlì-Cesena e Rimini, reduci dalla disastrosa alluvione dello scorso maggio.

“Il messaggio che noi agricoltori mandiamo all’Europa è chiaro - afferma il presidente Carli – senza provvedimenti urgenti l’agricoltura rischia di morire. La Farm to Fork e il Green Deal vanno immediatamente riformati per assicurare il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale ed ecologica”.

Gli agricoltori, spiega Carli, hanno a cuore l’ambiente ma la sostenibilità ambientale deve accompagnarsi a quella economica: “L’imprenditore agricolo è il primo difensore dell’ecosistema, perché ama profondamente la sua terra e i suoi animali - rimarca - ma dobbiamo metterlo in condizione di fare reddito in campagna. Solo così possono esserci le risorse per vincere le sfide che oggi ci pongono il clima, i patogeni e un mercato sempre più complesso”.

Mercato che, secondo Carli, oggi è distorto dalle regole comunitarie. “Mentre si chiede ai nostri agricoltori di rinunciare ad agrofarmaci vitali per salvare le colture dai parassiti si permette l’importazione dai paesi extra-UE di frutta, verdura, carne e cereali con residui che qui sarebbero fuorilegge. Una concorrenza sleale che sta distruggendo l’agricoltura europea, mettendo a rischio la sovranità alimentare della UE. Ci sono comparti, come quello della pera romagnola, che rischiano di sparire per sempre se non interveniamo subito”.

La ricetta, secondo il presidente, “è semplificare innanzitutto la burocrazia. Gli agricoltori oggi sono in un dedalo normativo che scoraggia la richiesta dei contributi. C’è poi il capitolo della difesa della redditività delle nostre imprese: l’obbligo di lasciare incolti parte dei terreni riduce il già precario equilibrio economico delle aziende agricole, mentre il divieto di utilizzo di numerosi agrofarmaci ci lascia indifesi di fronte all’attacco dei patogeni. Noi crediamo nel mercato ma solo se le regole sono uguali per tutti” conclude Carli.

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26/02/2024, 18:17
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Agricoltura, le richieste dei toscani all'Europa: “Rivedere Pac e Green Deal”
Confagricoltura Toscana oggi all’assemblea a Bruxelles: “In 20 giorni ascoltati più di 1.500 agricoltori toscani. L’Ue è troppo lontana da noi, ecco cosa chiediamo”

Bruxelles, 26 febbraio 2024. “In 20 giorni abbiamo ascoltato 1.500 nostri associati, abbiamo portato le loro richieste all’assemblea generale straordinaria di Confagricoltura che si è tenuta oggi a Bruxelles come quella di eliminare la troppa burocrazia”.

A dirlo è Marco Neri, presidente regionale di Confagricoltura Toscana, che ha partecipato oggi a Bruxelles nella sede del Copa Cogeca insieme agli altri delegati regionali e al presidente nazionale Massimiliano Giansanti.

“È stata una riunione partecipata – dice Neri – abbiamo presentato un documento programmatico rivolto alle istituzioni europee per tutelare gli interessi di tutto un settore sicuramente colpito dal quadro politico ed economico attuale. Serve una modifica della politica agricola comune, così come va rivisto il Green Deal e i gravosi adempimenti burocratici che assillano gli agricoltori”.

“C’è bisogno – dice Neri – di rimodulare gli aiuti previsti nella Pac e ne va rivisto il finanziamento dei programmi per lo sviluppo rurale per assicurare la tutela delle aree extra-urbane dove vive il 30% della popolazione europea. A fronte anche della crisi ambientale c’è bisogno di una gestione comune dei danni legati agli eventi climatici estremi, gli agricoltori sono quelli che ci rimettono di più”.

“Abbiamo chiesto di riguardare le proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali, come la “direttiva nitrati” che riteniamo ormai obsoleta – continua Neri – chiediamo il rispetto delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità, tutela del lavoro e del benessere degli animali”.

“Crediamo che sia opportuno puntare ad uno sviluppo tecnologico che assicuri lo sviluppo delle imprese e tuteli il territorio e chi ci lavora” conclude il presidente.

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26/02/2024, 21:23
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8 marzo, Confagricoltura Toscana: “Sempre più donne nella viticoltura e olivicoltura”
Martina Rusconi-Clerici, presidente di Confagricoltura Donna Toscana: “Dagli agriturismi alla raccolta delle olive, spicca la capacità femminile di svolgere più mansioni”

Firenze, 7 marzo 2024 – “Rompiamo il pregiudizio delle donne assenti in agricoltura, ci sono e sanno farsi valere”.

A dirlo è Martina Rusconi-Clerici, presidente di Confagricoltura Donna Toscana, facendo un bilancio dell'impegno femminile in agricoltura in vista della Festa dell'8 marzo.

“Parlando di agricoltura ci si riferisce a diversi settori collegati tra loro, la visione legata unicamente al lavoro dei campi è ormai anacronistica, anche se rimane chiaramente fondamentale – dice la presidente –. Adesso si può parlare di gestione d’impresa a tutto tondo e noi donne siamo presenti come dimostrano i bandi di sviluppo agricolo 'rosa' andati polverizzati”.

“Spesso il mondo femminile presenta un’attitudine vera nell’accoglienza e nel rapporto con le persone – continua Rusconi-Clerici –. Un dato molto forte in Toscana è quello delle donne che gestiscono gli agriturismi. Nel panorama toscano si parla quasi sempre di piccole-medie imprese e spicca la capacità femminile di svolgere più mansioni”.

“Nel lavoro manuale – conclude Rusconi-Clerici – le donne formano una parte fondamentale delle squadre durante la raccolta delle olive, un mestiere molto faticoso. Viticoltura e olivicoltura sono settori in forte crescita femminile”.

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08/03/2024, 12:54
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8 marzo, Unione agricoltori Firenze: “Il 30% delle aziende agricole della provincia sono guidate da donne”
La vicepresidente dell’Unione Agricoltori di Firenze Valeria Bruni Giordani: “Tutte si contraddistinguono per innovazione”


Firenze, 8 marzo 2024 - “Quasi il 30% delle aziende agricole associate all'Unione provinciale degli agricoltori di Firenze sono condotte da imprenditrici: il totale è di 730 aziende su 2700 (27%). E' un numero importante, segnale della forza delle donne”.
A dirlo è la vicepresidente dell’Unione Agricoltori di Firenze Valeria Bruni Giordani in vista dell'8 marzo.

“Inoltre nelle nostre imprese associate – aggiunge Giordani – sono occupate 980 dipendenti tra operaie, impiegate e dirigenti: si tratta del 24% del totale, altro dato che fa riflettere. Se a tutto ciò aggiungiamo che il 52% degli agriturismi associati a noi sono gestiti da donne e che il 61% delle aziende agricole bio sono condotte da una imprenditrice viene fuori un quadro chiaro: le donne sono sempre più al centro di questo mercato, anche come competenze, istruzione e professionalità”.

“In particolare ciò che emerge con chiarezza è che tutte le aziende agricole condotte da donne stanno mostrando un alto grado di innovazione e una capacità di essere pronti a osare, scoprire nuove forme di business. Con un occhio particolare all'ambiente e un'attenzione alla sostenibilità ambientale. Ancora si può migliorare ma la Toscana è già tra i principali modelli in Italia da questo punto di vista”.

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08/03/2024, 13:07
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CONFAGRICOLTURA FORLÌ-CESENA E RIMINI: INCONTRO CON GLI AGRICOLTORI PER ILLUSTRARE IL DECALOGO PRESENTATO A BRUXELLES E PARLARE DELLE DIFFICOLTÀ DEL SETTORE



Un incontro con gli agricoltori per illustrare il documento programmatico che Confagricoltura ha presentato alle istituzioni europee, a tutela della produttività e della competitività delle aziende agricole. Temi di grande attualità che riguardano da vicino anche le imprese romagnole del settore primario, come il costo del denaro e i gravosi adempimenti legati agli ecoschemi. Con il suo decalogo l'organizzazione ha voluto rimarcare la rilevanza di una modifica profonda della PAC, la necessità del multilateralismo, anche per la salvaguardia della redditività per i produttori e le garanzie ai consumatori. Sono questi i temi trattati nell’incontro organizzato da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini nella Sala Tecnovie di Cesena venerdì 8 marzo.



Il presidente Carlo Carli, insieme ai vicepresidenti Matteo Brunelli, Alberto Mazzoni e Nicola Pelliccioni, ha illustrato le risposte tecniche presentate da Confagricoltura all’Unione Europea per cercare di dar vita ad un’agricoltura più competitiva, sostenibile, innovativa e solida. Insieme a loro è intervenuto anche Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna.



“Siamo molto soddisfatti di aver organizzato questo evento a cui hanno preso parte diversi agricoltori - commenta il presidente Carlo Carli - È stato un pomeriggio di confronto schietto e sincero tra le parti per cercare di capire come affrontare i problemi attuali che affliggono l’agricoltura e ragionare sulle attività da svolgere per il futuro. Proprio per questo abbiamo illustrato il documento che abbiamo presentato a Bruxelles, la scorsa settimana, all’Unione Europea che spiega, in dieci punti, la nostra idea di agricoltura”.



Nei 10 punti presenti nel documento redatto da Confagricoltura si trova la richiesta di un allargamento dell’Ue per aumentare in termini reali il bilancio destinato all’agricoltura e una revisione totale della PAC. In merito viene richiesto un intervento decisivo che tenga conto dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi. Sempre per la PAC, Confagricoltura propone inoltre l’eliminazione degli obblighi relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni, con un’immediata sospensione delle sanzioni. L’Associazione ha inoltre richiesto la sospensione dell’entrata in vigore di alcuni adempimenti burocratici, un maggiore controllo sulle importazioni ed una semplificazione amministrativa, rivendicando la necessaria reciprocità nei controlli sulle importazioni.



“I punti che abbiamo espresso in questo documento sono stati pensati per tutelare la produttività e la competitività delle nostre imprese - aggiunge Carli - I nostri agricoltori soffrono l’elevato costo del denaro, i gravosi adempimenti legati agli ecoschemi, una situazione geopolitica instabile. Richiediamo una modifica profonda della PAC: serve multilateralismo, serve la salvaguardia dei prezzi per i produttori e i consumatori. È necessario farlo al più presto”

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10/03/2024, 14:36
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QUOTAZIONI DEL GRANO SEMPRE PIÙ BASSE, CONFAGRICOLTURA BOLOGNA:

“SITUAZIONE GRAVISSIMA, DA INIZIO ANNO PERSI 50 EURO A TONNELLATA.

COSÌ I COSTI DI PRODUZIONE SUPERANO IL FATTURATO DELLE AZIENDE”



(Bologna, 12 marzo 2024) – “In quei 50 euro alla tonnellata che il grano duro ha perso da gennaio ad oggi c’è la sopravvivenza di tante aziende agricole bolognesi: giovedì scorso alla Borsa Merci di Bologna, il nuovo crollo delle quotazioni dei cereali ha dato l’ennesimo colpo agli agricoltori che lavorano e investono in questo comparto cruciale della filiera agroalimentare, un crollo determinato dal massiccio ingresso di frumento da Paesi al di fuori dall’Unione Europea che stanno inaspettatamente sopravanzando la tradizionale origine dal Canada, in particolare Turchia e Russia. Per questo è urgente un intervento delle Istituzioni comunitarie e nazionali, per garantire la tutela vitale del mercato interno ed evitare distorsioni sui mercati. La situazione è davvero allarmante”.



È questo il commento di Marco Caliceti, vice-presidente di Confagricoltura Bologna, in merito all’ennesimo abbassamento del prezzo riscontrato in Borsa Merci: una contrazione di altri 20 euro rispetto all’ultima quotazione.



“Questo succede davanti a una sostanziale stabilità dei costi produttivi per gli agricoltori che, lo ricordiamo, sono aumentati sino a raggiungere livelli record nell’estate 2022, per poi assestarsi su valori elevati, senza particolari cali – argomenta il dirigente di Confagricoltura Bologna – Se a questo sommiamo il fatto che, per quasi tutta l’Italia, il 2023 è stata una delle peggiori annate produttive della storia recente, in termini di rese per ettaro e di qualità, dovuta al pessimo andamento meteo-climatico, ciò si traduce in una marginalità che si è andata via via annullando per diventare ormai negativa (costi di produzione agricoli superiori al fatturato). La fiducia degli operatori e la prospettiva di investimenti futuri sono ai minimi termini. Si sta materializzando quindi un contesto di mercato che potrebbe spingere i produttori di grano ad abbandonare questa coltura optando per altre scelte produttive, laddove possibile. Con il risultato di ridurre ulteriormente il tasso di auto-approvvigionamento dei cereali per il nostro Paese, che invece dovremmo in assoluto cercare di accrescere per evitare di dipendere eccessivamente dalle importazioni di materie prime strategiche, oltre a rischiare di compromettere i nostri comparti di eccellenza come la pasta 100% italiana. Sicuramente lo scorso anno è stato prodotto in Italia meno grano e di conseguenza l’industria si è dovuta rifornire all’estero ancora di più. È ormai del tutto evidente l’assoluta e improcrastinabile necessità di introdurre meccanismi di salvaguardia dei prezzi delle derrate agricole strategiche come il frumento, e non solo, per metterle al riparo dall’eccessiva volatilità dei mercati, alimentata da importazioni di origini poco chiare - non dal punto di vista della sicurezza e salubrità in quanto il sistema dei controlli alla frontiera è presente, ma proprio perché non si capisce da dove venga prodotto a così basso costo-, sotto forma di dumping commerciale vero e proprio. Chi trae vantaggio da questa congiuntura schizofrenica? Non certo gli operatori tradizionali del settore, ma chi vive speculando su queste forti oscillazioni, che paiono essere anche strumenti di pressione geopolitica. Occorre una rapida presa di coscienza e correre ai ripari urgentemente, introducendo tempestivamente misure efficaci di salvaguardia per regolare l’importazione di cereali extra Ue, che tutelino il lavoro dei nostri agricoltori, e degli operatori della filiera italiana ed europea, che li difenda dalla volatilità dei prezzi – conclude Caliceti -, ma anche per non diventare eccessivamente dipendenti da altri per queste materie prime”.

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“SITUAZIONE GRAVISSIMA, DA INIZIO ANNO PERSI 50 EURO A TONNELLATA.

COSÌ I COSTI DI PRODUZIONE SUPERANO IL FATTURATO DELLE AZIENDE”



(Bologna, 12 marzo 2024) – “In quei 50 euro alla tonnellata che il grano duro ha perso da gennaio ad oggi c’è la sopravvivenza di tante aziende agricole bolognesi: giovedì scorso alla Borsa Merci di Bologna, il nuovo crollo delle quotazioni dei cereali ha dato l’ennesimo colpo agli agricoltori che lavorano e investono in questo comparto cruciale della filiera agroalimentare, un crollo determinato dal massiccio ingresso di frumento da Paesi al di fuori dall’Unione Europea che stanno inaspettatamente sopravanzando la tradizionale origine dal Canada, in particolare Turchia e Russia. Per questo è urgente un intervento delle Istituzioni comunitarie e nazionali, per garantire la tutela vitale del mercato interno ed evitare distorsioni sui mercati. La situazione è davvero allarmante”.



È questo il commento di Marco Caliceti, vice-presidente di Confagricoltura Bologna, in merito all’ennesimo abbassamento del prezzo riscontrato in Borsa Merci: una contrazione di altri 20 euro rispetto all’ultima quotazione.



“Questo succede davanti a una sostanziale stabilità dei costi produttivi per gli agricoltori che, lo ricordiamo, sono aumentati sino a raggiungere livelli record nell’estate 2022, per poi assestarsi su valori elevati, senza particolari cali – argomenta il dirigente di Confagricoltura Bologna – Se a questo sommiamo il fatto che, per quasi tutta l’Italia, il 2023 è stata una delle peggiori annate produttive della storia recente, in termini di rese per ettaro e di qualità, dovuta al pessimo andamento meteo-climatico, ciò si traduce in una marginalità che si è andata via via annullando per diventare ormai negativa (costi di produzione agricoli superiori al fatturato). La fiducia degli operatori e la prospettiva di investimenti futuri sono ai minimi termini. Si sta materializzando quindi un contesto di mercato che potrebbe spingere i produttori di grano ad abbandonare questa coltura optando per altre scelte produttive, laddove possibile. Con il risultato di ridurre ulteriormente il tasso di auto-approvvigionamento dei cereali per il nostro Paese, che invece dovremmo in assoluto cercare di accrescere per evitare di dipendere eccessivamente dalle importazioni di materie prime strategiche, oltre a rischiare di compromettere i nostri comparti di eccellenza come la pasta 100% italiana. Sicuramente lo scorso anno è stato prodotto in Italia meno grano e di conseguenza l’industria si è dovuta rifornire all’estero ancora di più. È ormai del tutto evidente l’assoluta e improcrastinabile necessità di introdurre meccanismi di salvaguardia dei prezzi delle derrate agricole strategiche come il frumento, e non solo, per metterle al riparo dall’eccessiva volatilità dei mercati, alimentata da importazioni di origini poco chiare - non dal punto di vista della sicurezza e salubrità in quanto il sistema dei controlli alla frontiera è presente, ma proprio perché non si capisce da dove venga prodotto a così basso costo-, sotto forma di dumping commerciale vero e proprio. Chi trae vantaggio da questa congiuntura schizofrenica? Non certo gli operatori tradizionali del settore, ma chi vive speculando su queste forti oscillazioni, che paiono essere anche strumenti di pressione geopolitica. Occorre una rapida presa di coscienza e correre ai ripari urgentemente, introducendo tempestivamente misure efficaci di salvaguardia per regolare l’importazione di cereali extra Ue, che tutelino il lavoro dei nostri agricoltori, e degli operatori della filiera italiana ed europea, che li difenda dalla volatilità dei prezzi – conclude Caliceti -, ma anche per non diventare eccessivamente dipendenti da altri per queste materie prime”.

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