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Tartufi, Confagricoltura Toscana boccia la nuova legge regionale Il presidente Neri: “Non considerarlo prodotto agricolo provocherà disagi e pericoli di sicurezza” Firenze, 24 agosto 2023 - “E' una legge che non è stata concertata con le organizzazioni agricole, penalizza gli istituti privati e le attività faunistico venatorie e ha il paradosso di non considerare il tartufo un prodotto agricolo”. Confagricoltura Toscana critica la nuova legge regionale toscana (36/2023) in materia di cerca, raccolta e coltivazione del tartufo e di valorizzazione del patrimonio tartuficolo toscano, approvata a fine luglio dal Consiglio regionale con 22 voti favorevoli (Pd), il no di Italia Viva e l’astensione di Lega e Fratelli d’Italia, e pubblicata il 2 agosto.
“E' gravissimo che il Consiglio regionale non abbia coinvolto le organizzazioni agricole, così come abbiamo fatto notare in una lettera inviata insieme a Cia al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, al presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, alla presidente della II Commissione Ilaria Bugetti, e alla vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi. Chiediamo con urgenza un tavolo di confronto sul regolamento attuativo” afferma Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana. Confagricoltura Toscana e Cia avevano chiesto un incontro che non è stato concesso.
Tra i punti contestati della legge c'è il paradosso di non considerare il tartufo un prodotto agricolo. “Durante l’illustrazione in Aula la presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Ilaria Bugetti ha dichiarato che 'il tartufo è un prodotto spontaneo e non è ritenuto un prodotto agricolo, altrimenti il nostro approccio sarebbe stato diverso'. Un'affermazione in contrasto con la realtà e anche con il Piano di Sviluppo Rurale della Toscana, che nelle misure a sostegno agli investimenti relativi miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole, contempla interventi specifici a favore delle tartufaie coltivate” continua Neri.
Questo paradosso però avrà delle ripercussioni. “Causerà gravi disagi ai proprietari o conduttori di istituti privati e alle attività faunistico venatorie, che operano in un contesto ambientale fragile essendo istituti dediti alla valorizzazione della selvaggina e delle attività di caccia, difficilmente coniugabili con attività di cerca libera, con più cani. Inoltre occorre definire con puntualità le norme di accesso nelle aziende faunistico venatorie e aziende agrituristico venatorie nei periodi di caccia, al fine di evitare danni alle persone di cui non si conosce la presenza all'interno della proprietà. E avrà conseguenze anche sulla sicurezza: la presenza di tartufai a cerca aumenterà il rischio di incidenti. Senza considerare che la presenza di persone nei boschi disturba la fauna, anche quella immessa a fini venatori” conclude.
Nella legge, secondo Confagricoltura, andrebbero distinte le attività imprenditoriali da quelle ludiche, la coltivazione dalla nascita spontanea, dando maggiori tutele ai coltivatori e agli imprenditori, piuttosto che ai cercatori.
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24/08/2023, 22:30 |
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IL GOVERNO STANZIA 4,5 MILIONI DI EURO PER LE ZONE COLPITE DALLA GRANDINE DI LUGLIO.
CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: “SEGNALE IMPORTANTE VERSO GLI AGRICOLTORI E L’INTERA FILIERA”
(Bologna, 29 agosto 2023) – “Apprendiamo con soddisfazione che il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per 12 mesi anche per il territorio della Città Metropolitana di Bologna a seguito delle forti grandinate di luglio e ha stanziato 4,5 milioni di euro per far fronte alle esigenze più immediate. Si tratta di un segnale importante verso i territori colpiti e verso tutti gli agricoltori che hanno visto i loro raccolti e le loro strutture devastate dal maltempo”.
È questo il commento di Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna, in seguito alla decisione del Governo di approvare la proposta del Ministro per la protezione civile Nello Musumeci in soccorso dei Comuni colpiti dalle grandinate della seconda metà di luglio, tra cui sono stati inseriti anche Casalecchio, Monte San Pietro, Zola Predosa, Molinella, San Pietro in Casale e Medicina.
“In attesa di ricevere gli indennizzi per le alluvioni di maggio che seguono un altro percorso burocratico, lo stanziamento di 4,5 milioni per le grandinate rappresenta una boccata d’ossigeno per molte aziende agricole che, in questo modo, possono cercare di limitare i danni per i mancati raccolti e rimettersi al lavoro per le prossime campagne” conclude Garagnani.
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31/08/2023, 7:20 |
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RIMINI, INIZIO DI VENDEMMIA IN CHIAROSCURO.
CONFAGRICOLTURA: “PRODUZIONE IN CALO DEL 30-40%
PER MALTEMPO E MALATTIE FUNGINE.
DI GRANDE QUALITÀ I GRAPPOLI DELLE VITI SALVATE”
(Rimini, 2 settembre) È un inizio di vendemmia in salita - ma non del tutto - per le aziende agricole in provincia di Rimini. Secondo un’indagine realizzata da Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, la produzione sarebbe in calo del 30-40% a causa degli effetti del maltempo e delle malattie fungine. Nonostante questo, le viti che si sono salvate hanno prodotto grappoli di grande qualità.
“La situazione è ovviamente in divenire, ma le prime indicazioni sono chiare: la qualità c’è ed è un dato molto importante, mentre purtroppo la produzione è crollata di oltre un terzo rispetto allo scorso anno - commenta il presidente Carlo Carli - Tanti sono i fattori che hanno inciso sul calo: le condizioni atmosferiche avverse, come le piogge insistenti della tarda primavera e le grandinate estive, hanno infatti agevolato il prosperare delle fitopatie. Aspettiamo comunque fiduciosi le prossime settimane di vendemmia, confidando anche e soprattutto in un clima stabile”.
Molte aziende delle colline riminesi sono infatti realtà agricole che producono prettamente vini biologici. “In questi casi i trattamenti utilizzati sono diversi da quelli impiegati per le colture classiche - spiega Lorenzo Menghi dell’azienda contoterzista Amovit - e i vigneti bio hanno sofferto maggiormente le continue piogge che ci sono state negli ultimi mesi. Per questo motivo le malattie fungine sono prosperate facilmente. Tra queste, a causare maggiori perdite è stata la peronospora, che si evidenzia tramite la comparsa di macchie e segni sui tessuti delle foglie, le quali potrebbero assumere una tonalità gialla e cadere in anticipo, indebolendo la pianta e limitando la fotosintesi. Inoltre, anche il grappolo va a seccarsi, facendo perdere di fatto il raccolto”.
Chi conosce molto bene i danni che può arrecare la peronospora è l’azienda agrituristica biologica Il Mio Casale di Montescudo-Montecolombo in provincia di Rimini che ha perso circa il 40% del raccolto a causa del fungo.
“Per noi poteva essere una grandissima annata ma purtroppo la peronospora non ci ha dato scampo, causando numerosi problemi soprattutto al Cabernet e al Pignoletto - commenta il responsabile Simone Mecozzi - La nostra è un’azienda che si estende su una superficie di 35 ettari, 8 dei quali coltivati a vigneti iscritti alla DOC, 3 ettari ad oliveti DOP, ed i restanti a cereali, legumi, frutteti e ortaggi coltivati anche in serra. Per questo motivo le piogge hanno reso più difficile l’utilizzo dei trattamenti biologici contro le malattie fungine, che di conseguenza sono avanzate senza trovare grande resistenza. Il rammarico è grande: la qualità dei grappoli che non hanno avuto ripercussioni è veramente alta”.
Il Mio Casale è reduce dalla vittoria del premio come miglior vino Sangiovese alla manifestazione “Calici di Stelle” che si è tenuta nelle scorse settimane a Santarcangelo di Romagna.
“Per noi è stato un premio inaspettato ma che valorizza la decisione che abbiamo preso nel 1998 di dar vita a prodotti di alta qualità che facciano sentire i nostri ospiti come a casa loro. Oltre al premio siamo stati davvero soddisfatti quando gli stessi sommelier che ci avevano attribuito il riconoscimento sono venuti a trovarci in azienda per assaggiare anche le altre bottiglie della nostra cantina e sono rimasti molto contenti. Ecco, nonostante le difficoltà di quest’anno - conclude Mecozzi - vogliamo ripartire da qui, continuando a produrre vini di grande qualità”.
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02/09/2023, 16:14 |
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Vendemmia, in Toscana calo del 20% per la Peronospora e mancano 5mila addetti Colpizzi (Federazione Vino di Confagricoltura Toscana): “Qualità resta al momento alta ma nel frattempo aumentano i prezzi per trattamenti e materie prime” Firenze, 4 settembre 2023. “La vendemmia in Toscana è in calo tra il 10 e il 20% per gli attacchi della Peronospora, più evidenti nel fondovalle rispetto alle zone collinari ed alla fascia litoranea. La qualità dei vini resta elevata sebbene occorrerà aspettare la fine del mese di settembre per un quadro definitivo ed anche se i viticoltori sono in sofferenza per il costo dei trattamenti e delle materie prime. Oltre a questo, mancano almeno 5mila addetti rispetto a due anni fa”. A dirlo è Francesco Colpizzi, presidente Federazione Vino Confagricoltura Toscana, che tratteggia un quadro quantomeno problematico.
“La vendemmia - ricorda - è iniziata da una decina di giorni con le varietà più precoci, mentre adesso stanno cominciando con il Merlot, partendo dalle zone più costiere e risalendo verso l’interno. Le piogge ripetute dei mesi primaverili hanno favorito il proliferare del fungo che attacca le foglie della vite e i grappoli. è un danno quantitativo, non qualitativo, ma il costo dei trattamenti incide moltissimo sui bilanci”.
Come se non fosse sufficiente, accanto al calo della produzione e all’aumento di spesa si aggiunge un’altra emergenza, quella della manodopera qualificata che preferisce andare a fare la vendemmia altrove. “In paesi come Croazia, Svizzera, Ungheria o Germania - specifica Colpizzi - esistono politiche fiscali per i redditi di fascia bassa molto più vantaggiose. A parità di offerta, dunque, preferiscono andare là: è un fenomeno iniziato l’anno scorso e che adesso si manifesta in tutta la sua preoccupante attualità. Il fatto è reso ancora più grave dalla circostanza che non si tratta di stagionali, ma di lavoratori che si occupano dei vigneti tutto l’anno. Oltre alla fuga dei cervelli, adesso assistiamo a quella della manodopera più competente”.
Anche il sistema dei flussi che consente di ingaggiare nuovi operatori, spiega Colpizzi, è macchinoso: “Nella maggior parte dei casi possono iniziare a lavorare nei vigneti soltanto dopo 3-4 mesi dal momento in cui li individuiamo, saltando di fatto un’intera stagione”. Da ultimo, ma non meno ricorrente, c’è il problema degli ungulati: “Fare una media è difficile, in alcuni vigneti distruggono tutto, in altri il danno è contenuto. Sono comunque una questione che aggrava un quadro già complesso”.
A fronte di questo, sostiene Colpizzi, si rendono necessarie politiche fiscali adeguate: “Dobbiamo uscire dalla spirale dei tassi di interesse costantemente al rialzo e servono misure che incentivino la manodopera a restare qua. Altrimenti si configura un danno diffuso per le imprese, le famiglie e lo Stato”.
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04/09/2023, 13:18 |
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Turismo, Agriturist e Confagricoltura Toscana: “Negli agriturismi prenotazioni fino a ottobre” Il commento ai dati diffusi oggi dalla Regione: “Iniziata definitivamente l’era post Covid, ma forti discrepanze tra aree diverse della Toscana”
Firenze, 4 settembre 2023. “Negli agriturismi toscani ci sono prenotazioni fino a ottobre. Nei luoghi in cui il turismo di provenienza è straniero c'è stato il sold out e questo vale per il Chianti, soprattutto senese, in particolar modo la Val d'Orcia. Con la bella stagione e le temperature sopra la media, ormai anche ottobre è un mese da pienone”.
A dirlo sono Fabiola Materozzi di Confagricoltura Toscana e Daniela Maccaferri di Agriturist Toscana commentando i dati sugli agriturismi diffusi oggi dalla Regione Toscana e dal Consorzio Colli Chianti Fiorentini. “Le sensazioni per il Chianti, soprattutto senese e in particolare la Val d’Orcia, sono molto positive – aggiungono Materozzi e Maccaferri -. Noi siamo molto soddisfatti, anche se va detto che non c'è il sold out in tutta la Regione. Ci sono forti discrepanze tra aree interne e quelle della costa e questo è un dato da non sottovalutare. Tuttavia un ottobre così da record ci fa capire che l'era post Covid, col turismo in grande stile, è ufficialmente iniziata. A livello regionale i turisti Usa rappresentano la gran parte dei visitatori”.
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04/09/2023, 17:55 |
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Boschi, Confagricoltura Toscana: “Finalmente una vera semplificazione burocratica per il settore forestale” Il presidente Neri commenta l’emendamento per la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive: “Lo chiedevamo da tempo”
Firenze, 28 settembre 2023 – “Finalmente arriva una vera semplificazione burocratica per il settore forestale. E’ quello che chiedevamo da tempo”. Ad annunciarlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri commentando l’approvazione dell’emendamento per la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive.
“Ringraziamo Governo, Parlamento e Regione e, in particolare, chi ci ha messo la faccia: in primis il sottosegretario Patrizio La Pietra e il senatore Luca del Carlo che ha presentato e fatto approvare un emendamento al Decreto legge Asset per la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive - dice il presidente Neri -. La norma permette di superare un vecchio scoglio normativo che, imponendo il vincolo paesaggistico ad alcuni boschi e superfici forestali, implicava la necessità di un’autorizzazione paesaggistica per il cui rilascio erano richiesti parecchi mesi. Un grazie anche all’assessore regionale Saccardi per aver portato in fondo l’impegnò assunto, con il mondo forestale associativo, di radicale modifica con l’eliminazione della seconda autorizzazione da parte delle soprintendenze del parere paesaggistico per mantenere e curare i boschi sottoposti ai vincoli art 136 legge 42/2004”.
“Basta, dunque, l’autorizzazione forestale rilasciata dagli enti competenti per approvare le richieste dei proprietari delle superfici forestali e imprese, in quanto la legge è rigidissima nella tutela ambientale e nelle funzioni sociali e ecologiche dei boschi perché “bosco è, e bosco deve rimare” - sottolinea Marco Neri -. Una svolta nella politica forestale, una vera discontinuità per valorizzare la risorsa boschiva, per contrastare l’abbandono, per favorire la gestione sostenibile, prevenire gli incendi e i dissesti che i cambiamenti climatici provocano. Auspichiamo che la politica, in modo unitario, possa approvare altre riforme per sostenere il settore, a partire dallo sviluppo dei piani rurali”.
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29/09/2023, 20:26 |
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Agriturismi, Confagricoltura Toscana: “Stagione ottima per il wedding, tanti stranieri” La presidente di Agriturist Toscana Maccaferri: “Le problematiche sono sul personale e sulla mancanza di italiani”
Firenze, 5 ottobre 2023 - “Buone prospettive per gli agriturismi toscani. Nel periodo estivo abbiamo avuto strutture piene ed è impressionante la domanda di stranieri. E il settore del wedding sta andando molto bene” È insieme il bilancio dell'estate 2023 e una previsione per l’autunno sul mondo degli agriturismi quello fatto da Daniela Maccaferri, presidente di Agriturist Toscana – Confagricoltura Toscana.
“La situazione generale degli agriturismi toscani è confortante – dice Maccaferri -. I problemi riguardano la ricerca del personale: è difficile trovare addetti è questo ovviamente mette in difficoltà molte aziende. C'è poi la questione prezzi: la tendenza è sempre più quella dei soggiorni brevi, soprattutto tra gli italiani, ma se il soggiorno è brevi i ricavi sono inferiori, anche perché le spese restano quelle”.
Continua d’altra parte la flessione delle presenze italiane, notata già da qualche mese. “Da una parte è ottimo il fatto che ci siano così tanti stranieri – continua Maccaferri - ma il numero più esiguo di italiani un po’ ci preoccupa. Il mercato interno è importante e inoltre le nostre aziende offrono un turismo diverso, a contatto con la natura, non di massa: insomma, dal punto di vista culturale, anche un modo per riscoprire angoli di Toscana e D’Italia fuori dalle solite rotte turistiche”
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05/10/2023, 20:07 |
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SICUREZZA IDRAULICA DEL TERRITORIO, CONFAGRICOLTURA: "VOGLIAMO COLTIVARE LA TERRA, NON I RISTORI. ACCELERARE CON GLI INTERVENTI"
"Manca un mese all'attivazione della piattaforma Sfinge per richiedere i ristori dei danni dell'alluvione e, fiduciosi che le risorse possano arrivare in fretta, le aziende agricole sanno bene che non si tornerà allo stato pre-alluvione: sia perché i danni subiti sono pesanti, sia perché il territorio è stato profondamente mutato. Il suo assetto non tornerà più quello di prima e bisogna accelerare sul Piano di difesa idraulica dell’Emilia-Romagna recentemente varato dal Commissario Figliuolo". Lo dichiara Alberto Mazzoni, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini e presidente della Circoscrizione di Forlì.
"L'alluvione ha cambiato la morfologia di ampie fette della Romagna e sarà necessario sottrarre terra all'agricoltura per la sicurezza del territorio - aggiunge l'imprenditore agricolo - Un sacrificio che il nostro settore dovrà fare, e in parte è già così nei fatti, ma a patto che sia poi garantita una sicurezza complessiva: il mondo agricolo non sarebbe in grado di sopportare un altro evento come quello del maggio scorso. In attesa dei ristori, fondamentali per la tenuta del tessuto imprenditoriale agricolo, bisogna ragionare di come mettere in sicurezza le zone alluvionate e dove si sono verificate le frane: argini più sicuri, casse di laminazione per contenere i rischi, opere di consolidamento e soprattutto tanta manutenzione, quella manutenzione preclusa agli agricoltori e che negli anni è evidentemente mancata".
Questo è ciò che chiede Confagricoltura per dare al settore primario una prospettiva di ripartenza e soprattutto di futuro. "Certe proteste lasciano il tempo che trovano: qui serve intervenire - rimarca Mazzoni - La sindrome Nimby, resistenze contro interventi di interesse pubblico, deve essere arginata: visto il disastro accaduto in Romagna non ci devono essere ulteriori tentennamenti. Il Piano di difesa idraulica è il primo passo per mettere in sicurezza i corsi d'acqua e il territorio. Noi agricoltori vogliamo coltivare la terra, non le promesse di rimborsi: per farlo serve investire, ci sobbarchiamo tutti i rischi connessi di un lavoro a cielo aperto, ma per portare avanti il nostro lavoro dobbiamo essere certi che i nostri campi sono all'interno di un territorio monitorato, con le necessarie infrastrutture di difesa in caso di emergenza - conclude Mazzoni - Siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, ma non vogliamo vedere nuovamente fiumi lasciati in stato di abbandono".
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14/10/2023, 15:30 |
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CAMINI E STUFE SPENTE, MANCA IL 25% DELLA LEGNA DA ARDERE Confagricoltura Bologna: “L’alluvione ha reso inaccessibili molti boschi e manca la manodopera specializzata. I nostri produttori tutelano i clienti mantenendo inalterati i prezzi ma sul mercato aziende non qualificate fanno concorrenza sleale”.
(Bologna, 19 ottobre 2023) – L’alluvione che ha isolato i boschi, la mancanza di manodopera professionale ma anche le aziende non qualificate che fanno concorrenza sleale e i privati che vendono “sottobanco”: il settore della legna da ardere, una delle filiere più importanti dell’intero Appennino Bolognese, è in difficoltà nonostante l’elevata domanda da parte della popolazione. Una fase critica aggravata dal netto calo della produzione 2023: -25% rispetto allo scorso anno.
“La situazione non è delle più facili - commenta Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna-. Le imprese avevano iniziato bene la stagione, rispondendo alle richieste dei cittadini che, complice il prezzo del gas alle stelle nel 2022, avevano deciso di puntare sull’utilizzo della legna per scaldarsi. Purtroppo – spiega Garagnani - sono entrati in gioco alcuni fattori esterni che hanno causato importanti difficoltà produttive. Penso, in particolare l’alluvione che ha colpito l’Appennino Bolognese lo scorso maggio: molte strade sono diventate impraticabili, rendendo inaccessibili interi boschi. Uno scenario in cui è stato impossibile portare fuori anche la legna già preparata e sistemata nei piazzali temporanei per essere raccolta”.
Con un quarto del prodotto disponibile in meno i prezzi avrebbero potuto impennarsi: “I nostri produttori – prosegue Garagnani - hanno invece deciso di mantenere un prezzo di vendita del prodotto in linea, quando non leggermente più basso, rispetto a quello dello scorso anno. In media il costo del legno di quercia - roverella o cerro - si attesta sui 18,50 euro al quintale, mentre quello di acacia e castagno sui 16 euro”.
“Una scelta che riteniamo corretta nei confronti dei clienti che hanno fatto richiesta del legname in vista della stagione invernale. Abbiamo voluto premiare la loro fedeltà nonostante la presenza di una concorrenza sleale che, ovviamente, ci danneggia” commenta Alessandro Vittorelli, titolare della Vittorelli Wood che ha la propria sede operativa a Loiano sull’Appennino Bolognese. “Purtroppo, oltre alla difficoltà nel reperire manodopera qualificata per un’attività erroneamente considerata legata esclusivamente alla stagione invernale, subiamo particolarmente l’attività di aziende non iscritte all’Albo delle Imprese forestali, pertanto non qualificate, che prelevano il legname e lo vendono a prezzo molto più basso rispetto a quello di mercato. Questo fenomeno si aggiunge anche al problema causato dai privati cittadini che, dopo aver raccolto regolarmente i 250 quintali di legname l’anno, come permesso dalla legge per l’autoconsumo, lo rivendono a loro volta in maniera illegale sul mercato a prezzi estremamente bassi. È necessario inasprire ancora di più il regolamento, tutelando la professionalità delle aziende che operano nel settore, aumentano la sicurezza del lavoro e garantiscono la sostenibilità del territorio”.
Anche per questo motivo lo scorso marzo Confagricoltura ha stretto un accordo di collaborazione con Conaibo (Coordinamento Nazionale delle Imprese Boschive) e con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri per la gestione attiva e sostenibile dei territori.
“Qualcosa fortunatamente si è mosso, c’è ancora molta strada da fare per arginare delle problematiche che stanno diventando sempre più dannose oltre che pericolose per l’intero territorio”, commenta Claudio Cervellati, responsabile dell’Ufficio Forestazione di Confagricoltura Bologna. “Raccogliere e lavorare la legna da ardere richiede specifiche competenze che aziende non professionali difficilmente possiedono, a differenza di altre che meritano di essere maggiormente tutelate da parte delle Istituzioni e delle Forze Forestali. Sappiamo che non è semplice monitorare territori così ampi – conclude il funzionario di Confagricoltura Bologna – ma è necessario fare un ulteriore passo in avanti per uscire dall’impasse e superare questa fase critica”.
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19/10/2023, 16:13 |
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RISTORI PER LE IMPRESE ALLUVIONATE. CONFAGRICOLTURA FORLI'-CESENA E RIMINI: “RICONOSCIUTE LE SPECIFICITA' DEL SETTORE PRIMARIO, AUSPICHIAMO CHE TUTTI LAVORINO NELLA STESSA DIREZIONE PER ACCELERARE L'ITER IL PIU' POSSIBILE”
“L'agricoltura è stato uno dei settori più colpiti dall'alluvione di maggio: il nostro è un luogo di lavoro a cielo aperto e l'incredibile ondata di maltempo ci ha costretti a dover far fronte a tutta una serie di situazioni particolari che abbiamo segnalato sin da subito al Governo, a partire dal ripristino dei terreni, degli impianti di protezione, dei frutteti e di tutta quella viabilità intrapoderale e alle reti di scolo su cui gli imprenditori agricoli sono intervenuti a loro spese, sacrificando talvolta le loro produzioni e operando per il bene del territorio. Ora tutte queste tipologie di intervento risultano ammissibili a contributo, proprio come avevamo richiesto e come è riportato nell'Ordinanza relativa al riconoscimento dei contributi alle attività produttive firmata dal Commissario Figliuolo: la formalizzazione degli impegni del Governo è importante e ci dà fiducia per il futuro, il lavoro da fare è ancora tanto e ora ci aspettiamo una convergenza da parte di tutti i soggetti coinvolti affinché si possano velocizzare le procedure per i ristori e continuare sulla strada della ricostruzione senza inutili polemiche”. Questa la riflessione di Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.
“Lavorare tutti insieme è fondamentale, così come è fondamentale ottenere i ristori in modo da iniziare la prossima annata agraria con le spalle un po' più coperte dopo una campagna 2023 disastrosa, segnata da eventi climatici estremi che hanno colpito duramente l'agricoltura del territorio – aggiunge Carli – L'ultima Ordinanza di Figliuolo fissa le procedure e fornisce già la modulistiche, ora restiamo in attesa della piattaforma regionale per presentare le domande, ma apprezziamo lo sforzo di semplificare l'iter e di ricomprendere nei danni ristorabili anche tutti gli interventi idraulico-agrari, di rimozione del fango, di messa in sicurezza e di contrasto al dissesto idrogeologico su cui gli agricoltori sono intervenuti e stanno tutt'ora intervenendo. Come anticipato dal Governo saranno coperti anche i danni economici che le aziende agricole hanno subito dalla perdita dei prodotti in corso di maturazione, persi a causa dall'alluvione. La produzione di quest'anno è stata compromessa per moltissime colture e questi ristori – conclude Carlo Carli – sono di importanza vitale per molte aziende”.
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21/10/2023, 14:35 |
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