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Confagricoltura 
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Ambiente, Confagricoltura Toscana: “Selvicoltura cruciale per il contrasto ai cambiamenti climatici”
Il presidente Neri nel corso del convegno a Borgo a Mozzano sulla gestione del bosco: “70.000 ettari di foreste 'nati' da abbandono di zone agricole”. Tra i presenti il presidente della Commissione agricoltura della Camera Gallinella, il direttore generale foreste del Mipaaf Stefani, la vicepresidente della Regione Saccardi
Borgo a Mozzano, 14 luglio 2022 - “La superficie della Toscana coperta da foreste è aumentata del 20 per cento negli ultimi 70 anni: oltre 70.000 ettari sono 'nati' dall’abbandono delle zone agricole nelle aree collinari e montane. La sfida di oggi è utilizzare la ricrescita annuale del legno, senza depauperare il patrimonio boschivo, per migliorare e sviluppare la sua funzione ecologica di stoccaggio e assorbimento della Co2”.
A dirlo è stato il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, in occasione del convegno sul futuro delle foreste organizzato a Borgo a Mozzano (Lucca) dall'associazione.

Tra i temi toccati la gestione del bosco, l'idea di una risorsa per ambiente e popolazione, l'importanza dei vivai e della pianificazione territoriale.

“Solo il 30% della ricrescita annuale del legno – ha spiegato Neri - viene utilizzata e lavorata mantenendo nel tempo il capitale boschivo al fine di migliorare e sviluppare la sua funzione ecologica di stoccaggio e assorbimento della Co2. Lo sviluppo delle attività della selvicolturale diventa un'esigenza irrinunciabile per una strategia nazionale intelligente e razionale. È necessario dare priorità alla pianificazione forestale territoriale regione per regione e ai piani di gestione aziendale. Per raggiungere questo obiettivo, complesso ma realizzabile, occorre generare e sostenere uno sforzo comune unitario di acquisizione di consapevolezza e sensibilità ambientale ed economica”.

“Le foreste – ricorda Lamberto Frescobaldi, membro giunta Confagricoltura nazionale e presidente dell'Unione italiana vini – coprono oltre un terzo della superficie dell’Italia e contribuiscono in modo determinante a fornire una vasta gamma di benefici. Questo capitale, tuttavia, è stato finora decisamente sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità, mentre può, e deve, diventare motore di crescita della bioeconomia. La maggior parte dei boschi si trova in aree montane interne, spesso soggette a spopolamento e abbandono, con conseguente aumento del rischio di dissesto idrogeologico e degrado dei suoli. Senza contare il fenomeno degli incendi, in costante e preoccupante aumento in Italia”.
“A fronte di questa situazione - continua Frescobaldi – occorre intervenire velocemente, andando oltre la politica dell’emergenza e pianificando una strategia che abbia un duplice scopo: innanzitutto salvaguardare questo “polmone verde” ai fini della mitigazione ai cambiamenti climatici e della conservazione della biodiversità, assicurando anche una maggiore competitività delle filiere forestali. Quindi qualificare le filiere produttive delle risorse forestali nazionali, realizzando impianti a biomassa per il teleriscaldamento, nell’ottica di valorizzare le estese superfici legnose governate a ceduo delle nostre vaste aree appenniniche”.

Al convegno sono intervenuti il direttore generale della direzione foreste Mipaaf Alessandra Stefani, del presidente della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella e del vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi. Nel corso della giornata c'è stato spazio anche per il presidente dell'Unione dei Comuni della Media Valle del Serchio Marco Remaschi, il sindaco di Borgo a Mozzano Patrizio Andreuccetti, Amato Bonavita (dottore forestale), Davide Pozzi (referente del progetto 'Do.Na.to' dell'Università di Firenze), Marco Scaltritti (vicepresidente della sezione coltivazioni legnose di Confagricoltura Toscana), Sandro Pieroni (dirigente settore forestale della Regione), Orazio La Marca dell'Accademia dei Georgofili, Silvia Piconcelli dell'area sviluppo sostenibile di Confagricoltura, Susanna Cenni (vicepresidente della Commissione agricoltura), Giacomo La Pietra (commissione agricoltura), Margherita Loss (commissione agricoltura) e Enrico Allasia (presidente nazionale sezione risorse boschive Confagricoltura)

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14/07/2022, 14:39
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Incendio Versilia, Confagricoltura Toscana: “Per tornare alla normalità serviranno 50 anni e 10 milioni di euro”
Il presidente Marco Neri: "Miope pensare che il problema dei boschi sia solo di chi ci vive vicino"

Firenze, 20 luglio 2022 - “Qualche giorno per bruciare circa 600 ettari di macchia mediterranea e 50 anni per tornare alla normalità. Ecco la situazione che abbiamo davanti ed ecco perché oggi è ancora più importante investire sui nostri boschi e le nostre foreste".
A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, a proposito del devastante incendio sulle colline di Massarosa.

Secondo le stime di Confagricoltura, ha aggiunto Neri, “servirà un investimento di dieci milioni di euro per ricreare il verde andato in fumo: sette per ricreare l'area boschiva e tre per la manutenzione. L'area boschiva significa porre attenzione sulla manutenzione del sottobosco, sulla potatura, sui tagli della coltura e sulle opere di regimentazione idraulico-forestale”.

“Il clima ci sta mandando segnali da non sottovalutare - ha concluso -. Le foreste coprono oltre un terzo della superficie dell'Italia, non ci vuole un genio per capire che se le foreste hanno problemi ne risentono tutti. Occorre pianificare, in modo intelligente: prima mettere in sicurezza quante più aree possibili, poi imparare a sfruttare le potenzialità offerte. Chi pensa che il problema dei boschi sia solo per chi abita nelle zone limitrofe ai boschi ha una visione miope e poco lugimirante".

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20/07/2022, 16:31
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Agricoltura, alla Toscana sette Spighe Verdi, il premio per i comuni rurali
A vincere il riconoscimento 2022 sono Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Grosseto, Massa Marittima
Firenze, 26 luglio 2022 - Sono sette i comuni rurali toscani che si aggiudicano le Spighe Verdi 2022 (l'equivalente della Bandiere Blu per le località di mare): Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Grosseto, Massa Marittima.
Tra le regioni d'Italia la Toscana è quarta (dopo Piemonte Marche e Puglia) a parimerito con la Calabria.

I comuni vincitori sono stati annunciati questa mattina.

Spighe Verdi è un programma nazionale della FEE - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione FEE Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità.

L’iter procedurale, certificato ISO 9001-2015, ha guidato la valutazione delle candidature, permettendo alla commissione di valutazione il raggiungimento del risultato finale. Nel gruppo di lavoro è stato importante il contributo di diversi Enti istituzionali, tra i quali il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero per il Turismo, il Ministero della Transizione Ecologica, l’ISPRA e Confagricoltura.

“E' un importante riconoscimento per la Toscana che ancora una volta si dimostra una terra attenta al corretto uso del suolo, al rispetto del paesaggio e dell'ambiente, alla sostenibilità” afferma Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana. “Le Spighe Verdi testimoniano il valore dei comuni a vocazione agricola e l'importanza del lavoro degli agricoltori, premiando un sistema virtuoso di gestione del territorio e delle sue risorse messo in atto da tra cittadini, amministrazioni e aziende, attraverso buone pratiche che creano armonia tra economia, turismo, agricoltura e ambiente: oggi, con i cambiamenti climatici diventano modelli da seguire. Questo riconoscimento ci stimola a continuare nell'impegno e a fare sempre meglio per essere sempre più 'verdi'”.

Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche; la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Questi sono solo alcuni degli indicatori che guidano il programma e che saranno suscettibili di variazioni, in un’ottica di miglioramento continuo e di massimo coinvolgimento dei Comuni italiani. Confermato anche quest’anno tra gli indicatori AGRIcoltura100, realizzato da Confagricoltura e Reale Mutua che premia le aziende sostenibili.

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26/07/2022, 18:04
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Gentili colleghi,

Confagricoltura Forlì - Cesena e Rimini analizza l’andamento della campagna della frutta estiva romagnola, soffermandosi sulle criticità in campagna - tra aumento dei costi produttivi e siccità - e su un mercato che non dà sufficiente marginalità agli agricoltori.

FRUTTA ESTIVA, L'ANALISI DI CONFAGRICOLTURA:

“PREZZI ALTI AL DETTAGLIO, MA AL PRODUTTORE RESTA POCO.

PERIMETRARE I DANNI DELLA SICCITÀ E SOSTENERE IL SETTORE


(Forlì-Cesena, 5 agosto 2022) Con luglio ormai alle spalle la campagna della frutta estiva romagnola ha vissuto i mesi più importanti: a guardare i prezzi al dettaglio il consumatore potrebbe pensare a una commercializzazione brillante, ma per i produttori le criticità non mancano e nonostante valori riconosciuti più alti dello scorso anno, l'aumento dei costi e la siccità stanno minando la marginalità delle aziende agricole.


"Eppure al supermercato il consumatore si trova a pagare pesche e nettarine anche quattro euro il chilo, mentre al produttore il frutto viene pagato sì e no 1 euro il chilo", evidenzia Walther Casadei, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.


Nei giorni scorsi Confagricoltura ha effettuato un sopralluogo in diversi punti vendita della Romagna. Pesche e nettarine di prima categoria si trovano in una fascia tra 3 e 3,5 euro il chilo, il prodotto Igp sfiora i 4. "Valori alti scoraggiano i consumi - prosegue il produttore - Lungo la filiera ci sono varie lavorazioni e passaggi, questo è vero, ma triplicare il prezzo è esagerato ed ha un effetto boomerang sulle vendite".


"E' indispensabile trovare un equilibrio tra produzione e distribuzione, affinché alle imprese agricole venga data la possibilità di creare reddito e far fronte agli aumenti dei costi e agli investimenti necessari per produrre il cibo che finisce sulle tavole degli italiani - aggiunge Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini- Le persone che ogni giorno fanno la spesa devono conoscere le condizioni in cui lavorano i nostri produttori ortofrutticoli: è una campagna difficile quella che stanno affrontando, produrre frutta costa molto di più che in passato, somme che gli agricoltori hanno in parte già anticipato, ma i loro ricavi non sono altrettanto certi. La mancanza di acqua per l’irrigazione e una infrastruttura irrigua che possa servire adeguatamente tutto i produttori sono tra le cause di produzioni dalla ridotta pezzatura, che a livello commerciale scontano un gap di prezzo. I frutti di calibro importante sono merce rara e per questo sono pagati bene. Per fortuna nella distribuzione non abbiamo visto le promozioni selvagge del passato e le quotazioni per i produttori non sono quelle degli anni della grande crisi della frutta estiva, quando si arrivava a 30 centesimi il chilo - conclude Carli- ma il contesto economico di grande incertezza, la perdurante siccità, un mercato lento e i continui rincari dei costi di produzione non fanno dormire sogni tranquilli ai frutticoltori. Per questo bisogna far presto a perimetrare i danni causati dalla siccità: in Regione è stato chiesto e riconosciuto lo stato di calamità naturale e ora bisogna attivare le procedure per sostenere il settore ortofrutticolo, uno dei comparti che tra aumenti dei costi e riduzione delle produzioni sta incontrando notevoli difficoltà".


Confagricoltura ha fatto il punto sulle principali produzioni estive del nostro territorio.


Albicocche. La produzione è stata abbondante in tutta Italia e la Romagna non fa eccezione. La campagna commerciale è partita con prezzi alti poi si è livellata su valori soddisfacenti. Un accumulo produttivo da fine giugno fino al 10 luglio ha creato qualche tensione, ma ora il mercato si è ripreso e viaggia su prezzi discreti.


Pesche e nettarine. Produzione inferiore e diluita in un arco temporale maggiore per le varietà precoci, poi i volumi hanno rispettato le stime. La siccità ha portato mediamente a calibri più piccoli. Dopo un esordio entusiasmante, i prezzi si sono ridimensionati.


Susine. A livello nazionale è un'annata di grande carica produttiva. Le varietà nere hanno difficoltà di vendita, le rosse vanno leggermente meglio, mentre le gialle - la cui produzione è ridotta - hanno un buon mercato.


Pere. La campagna della Carmen, varietà estiva per eccellenza, è partita col piede giusto: ottime rese ma, complice l'andamento climatico, minor pezzatura. E i prezzi variano molto in funzione proprio del calibro.


Fragole. Quest'anno le rese sono state inferiori alla media, i prezzi non sono stati entusiasmanti e più bassi degli ultimi due anni. C'è chi non ha rinnovato i propri programmi per la prossima campagna: è ipotizzabile una riduzione delle superfici dedicate in Romagna.


"Da questa analisi emerge come l'offerta ortofrutticola non sia ancora sufficientemente aggregata - rimarca il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura - in modo da gestire i volumi e difendere i prezzi riconosciuti alla produzione. Una cosa però è chiara: bisogna produrre frutta di qualità. E' la qualità a fare la differenza sul mercato. Quest'anno beneficiamo del calo produttivo della Spagna, i cui produttori hanno fatto i conti con gli effetti delle gelate, ma il nostro sistema mostra ancora delle debolezze: ogni anello della filiera fissa il suo margine che scarica su quello precedente - conclude Walther Casadei- un percorso a ritroso che colpisce l'agricoltore: state sicuri che se c'è da rimetterci tocca sempre al produttore".

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05/08/2022, 14:04
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Energia, Confagricoltura Toscana: “Per chi produce frutta aumenti dei costi pari all’800%”
Tonioni, presidente del settore regionale ortofrutticolo dell’associazione: “Non possiamo aspettare le elezioni, avanti così e chiuderanno tante aziende”

Firenze, 30 agosto 2022 - “L'aumento dei costi energetici è diventato fuori controllo. Serve fare qualcosa subito, non aspettare le elezioni perché, in questa condizione, le aziende a fine settembre non ci arrivano. Il prezzo medio della componente energia pagato nel 2021 era 9 centesimi di euro per Kilowatt/ora. A giugno siamo saliti a 32-33 centesimi, poi c'è stata un'ulteriore impennata e siamo andati a 70 centesimi. Cifre folli”.
A lanciare l'allarme è il presidente del settore ortofrutticolo di Confagricoltura Toscana Antonio Tonioni.

“Da ottobre 2021, mese in cui sono iniziati i rincari, a giugno 2022 già si è avuto un importante aumento – aggiunge Tonioni - e siamo andati in difficoltà. Adesso siamo a 70 centesimi per Kilowatt/ora e basta questo dato per capire che l'aggravio è pesantissimo e ingestibile. Parliamo di un rincaro dell'800%. La componente energia ha un aumento assurdo, le bollette sono triplicate. Aziende che producono, conservano, confezionano e distribuiscono sono in grave crisi”.

Proprio dal punto di vista aziendale Tonioni sottolinea che l'aspetto più difficile “è la conservazione. Il prodotto viene raccolto in questi giorni tra i 25 e 28 gradi. Per essere conservato deve essere portato tra 0 e 1,5 gradi, mediante l'utilizzo di impianti frigoriferi industriali che però assorbono tanto. Con questi aumenti non è possibile andare avanti”.

Secondo Tonioni “serve sganciare il prezzo dell'energia dalla quotazione del gas. E poi c'è il problema dell'Iva perché con questi rincari, anche l'importo dell'Iva aumenta a dismisura”.

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30/08/2022, 17:57
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ELEZIONI, L’APPELLO DI CONFAGRICOLTURA BOLOGNA AI CANDIDATI:
“PRODURRE NON È PECCATO, LA POLITICA RICONOSCA IL NOSTRO RUOLO”

(Bologna, 14 settembre 2022) – “Produrre non è peccato”. È questo il titolo del documento programmatico che Confagricoltura Bologna sta sottoponendo in questi giorni ai candidati del territorio metropolitano alle elezioni politiche del 25 settembre, una serie di proposte finalizzate a rimettere al centro dell’attenzione l’attività agricola nella sua missione più profonda, quella cioè di garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione.

“Gli avvenimenti degli ultimi anni, dalla pandemia alle tensioni geopolitiche scaturite dal conflitto in Ucraina, hanno palesato una volta per tutte il ruolo cruciale dell’agricoltura, fondamentale per garantire il sostentamento alimentare dei cittadini – commenta Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna -. A questa presa di coscienza che ci auguriamo possa divenire collettiva, devono ora seguire azioni concrete da parte dei rappresentanti politici con l’obiettivo di riconoscere il valore strategico del nostro lavoro. È necessario quindi un radicale cambiamento del modo in cui Governo e Parlamento si sono relazionati con il mondo agricolo negli ultimi vent’anni: basta inutili passerelle mediatiche e iniziative demagogiche che banalizzano il ruolo sociale degli agricoltori, è arrivato il momento di riconoscere al settore primario la dignità che merita a partire, ad esempio, dalla scelta del Ministro, al quale non possono mancare competenza e conoscenza dei comparti produttivi e delle loro dinamiche”.

Il titolo del documento di Confagricoltura Bologna – “Produrre non è peccato” – non rappresenta uno slogan bensì l’essenza dell’attività agricola, troppo spesso messa in discussione soprattutto dalle Istituzioni europee con colpevole negligenza da parte di troppi rappresentanti politici italiani. “Proprio negli ultimi giorni – continua Garagnani – dall’Unione Europea sono arrivate due novità fortemente penalizzanti per il sistema agroalimentare italiano, ma in pochi sembrano essersene accorti”. Il presidente di Confagricoltura Bologna fa riferimento allo studio del Centro Ricerche della Commissione UE che ha promosso l’etichetta a semaforo Nutriscore che penalizza le produzioni di eccellenza italiane a partire da quelle bolognesi, come Mortadella e Parmigiano Reggiano. Inoltre, Garagnani si riferisce anche alla recente proposta della Commissione UE di un nuovo giro di vite nella riduzione degli agrofarmaci chimici entro il 2030, dal 50% inizialmente previsto al 62%, con un sostanziale dimezzamento delle sostanze attive che possono sostituire i fitofarmaci vietati per la protezione delle colture. “A queste condizioni sarà sempre più difficile se non impossibile produrre – continua Garagnani – ed è arrivato il momento che i nostri politici se ne rendano conto. Noi agricoltori siamo innanzitutto produttori di beni alimentari, non siamo i giardinieri d’Europa. Occorre che le Istituzioni accompagnino le nostre aziende nella riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi con incentivi e sgravi, salvaguardando la possibilità di produrre mentre oggi ci troviamo con le armi spuntate per contrastare le conseguenze del cambiamento climatico. Ne va della tenuta sociale del Paese, altrimenti rischiamo di vedere fortemente ridimensionato il settore primario”.

In conclusione, dal presidente di Confagricoltura Bologna un invito ai candidati: “Chiedo innanzitutto di conoscere l’agricoltura, di venire a visitare le nostre aziende per capire di cosa stiamo parlando. Innovazione tecnologica, digitalizzazione, ricerca genetica, robotizzazione delle fasi produttive: sono tutte realtà già presenti nelle nostre imprese, che hanno bisogno di essere favorite e sostenute. Così come l’impegno a favore dei giovani agricoltori, una gestione più efficiente del Decreto Flussi e sburocratizzazione delle norme per fronteggiare la carenza di manodopera”.

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14/09/2022, 13:01
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Energia, Confagricoltura Toscana: "Sui fondi Pnrr più centralità all’agricoltura"
Il presidente Marco Neri: "Dal fotovoltaico all’eolico, il nostro settore può essere determinante sulle rinnovabili”
Firenze, 14 settembre 2022 - "L'agricoltura deve assumere un ruolo centrale nella discussione energetica, così come nei finanziamenti del Pnrr. Si tratta di un settore chiave per la Toscana che coinvolge migliaia di famiglie e di imprese su tutto il territorio. Gli agricoltori possono contribuire in modo determinante alla sostenibilità, ma devono essere messi in condizione attraverso normative adeguate. Serve un ragionamento ampio sulle energie pulite nel nostro comparto: dal fotovoltaico all'eolico, dalle biomasse legnose alla geotermia."

A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.

"Al Tavolo di Concertazione della Regione - spiega Neri - sono stati definiti le sette mission, i 15 obiettivi strategici e i 29 quelli regionali. L'agricoltura, pur rappresentando un elemento determinante nell'economia e nel turismo della Toscana, viene considerata in maniera troppo trasversale. Soprattutto in questa fase di crisi energetica in cui la politica ragiona sulla necessità di investire nella sostenibilità crediamo che si debba dare maggiore considerazione al nostro settore. Da parte della Regione è già arrivata un'apertura e siamo soddisfatti di questo, fiduciosi che il dialogo continuerà nelle prossime settimane".

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14/09/2022, 13:31
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Energia, Confagricoltura Toscana: "Non reggiamo altri aumenti, rischio sospensione attività"
Il presidente Marco Neri: “I costi di produzione nei primi tre mesi del 2022 sono aumentati dell'18%. Al nuovo governo chiediamo di prendere in mano la situazione”

Firenze, 1° ottobre 2022. “Nei primi tre mesi di quest'anno i costi di produzione dell'agricoltura in Toscana sono aumentati del 18% sullo stesso periodo del 2021. La situazione è destinata a peggiorare: siamo arrivati oltre il limite, se non arriva qualche supporto molti di noi rischiano di dover sospendere l'attività. E questo ha impatti anche sulle famiglie”.

A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri parlando del caro energia.

“Diversi paesi europei, come la Germania, stanno cercando di trovare soluzioni come il tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e sussidi a sostegno di famiglie e aziende – aggiunge Neri -. In Italia siamo fermi e non va bene. Questi problemi vanno risolti oggi, non si può attendere oltre, è un appello che faccio anche al nuovo governo: si prenda subito in mano la situazione. E, in generale, l'Europa sia unita nel cercare alternative”.

A livello di occupazione, conclude Neri, “appoggiamo la proposta di Confagricoltura nazionale: tuteliamo chi lavora nel settore, come accaduto durante la pandemia. Nonostante l’intensità della crisi in atto, l’Unione europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. Non solo: dal prossimo anno subiranno una progressiva riduzione del 15%”.

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COLTIVIAMO LA CULTURA: DOMENICA 16 OTTOBRE PRIMA FESTA
DELL’AGRICOLTURA NELLE DIMORE STORICHE DI BOLOGNA

Bologna, 6 ottobre 2022 – Cultura e agricoltura insieme per promuovere le bellezze storiche e i prodotti agroalimentari tipici del territorio. Si terrà domenica 16 ottobre la prima edizione di “Coltiviamo la cultura: prima Festa dell’Agricoltura nelle dimore storiche”, promossa dal gruppo giovani dell’Associazione Dimore Storiche Italiane e da Confagricoltura Anga.

Nel territorio metropolitano di Bologna sarà la Villa Certani Vittori Venenti, situata a Vedrana di Budrio, ad aprire i battenti in maniera gratuita ai visitatori dalle ore 10 alle ore 17 e ad ospitare le aziende agricole del territorio.

“La Festa dell’Agricoltura rappresenta una felice conferma di quanto sia possibile unire la tutela dell’arte e del paesaggio con la produzione agroalimentare di alta qualità” commenta Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna. “Questa iniziativa è un perfetto esempio di turismo esperienziale, particolarmente ricercato da cittadini e turisti. I visitatori infatti possono vivere la straordinaria bellezza della campagna bolognese e dei nostri borghi, di cui le dimore storiche sono un elemento fondamentale”.

Il 54% delle dimore storiche italiane si trova infatti in comuni con una popolazione inferiore a 20.000 abitanti. Entrando ancor più nello specifico, nel 29% dei casi si parla di comuni addirittura sotto i 5.000 residenti, mentre il 31% di questi beni si trova al di fuori dei centri abitati. Il legame con la produzione agricola è dato dalla statistica che il 34% delle aziende vitivinicole italiane afferisce ad una dimora storica.

“Le dimore storiche rappresentano un patrimonio turistico di rara bellezza nonché il perno di un’economia circolare per i borghi in cui si trovano” dichiara Beatrice Fontaine, presidente Associazione Dimore Storiche Italiane dell’Emilia Romagna. “L’obiettivo della manifestazione è quello di porre al centro lo stretto legame tra il nostro mondo e quello agricolo, mostrando a cittadini e Istituzioni la centralità di questo binomio che è identificativo del nostro Paese”.

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BUDRIO, VILLA CERTANI VITTORI VENENTI APRE AL PUBBLICO

DOMENICA 16 OTTOBRE PER LA FESTA DELL’AGRICOLTURA

NELLE DIMORE STORICHE


Sarà possibile visitare l’edificio e degustare i prodotti tipici delle aziende agricole presenti.
Alle 10 il taglio del nastro da parte del sindaco di Budrio Debora Badiali.


Bologna, 12 ottobre 2022 – La possibilità di vedere e scoprire i segreti di uno degli edifici simbolo della pianura bolognese, di solito chiuso al pubblico, in un clima di festa allietato dai prodotti agroalimentari caratteristici del territorio. In occasione della prima edizione di “Coltiviamo la cultura: prima Festa dell’Agricoltura nelle dimore storiche”, in programma domenica 16 ottobre, l’Associazione Dimore Storiche Italiane - Emilia Romagna aprirà le porte di Villa Certani Vittori Venenti, edificio seicentesco situato a Vedrana di Budrio, nel territorio della Città Metropolitana di Bologna. L’iniziativa è promossa insieme a Confagricoltura Bologna che, per l’occasione, ha coinvolto numerose aziende agricole del territorio con l’obiettivo di far degustare e conoscere i loro prodotti tipici.

“Le dimore storiche rappresentano un patrimonio turistico di rara bellezza nonché il perno di un’economia circolare che valorizza i borghi e i piccoli centri in cui si trovano” dichiara Beatrice Fontaine, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane dell’Emilia Romagna. “L’obiettivo della manifestazione è quello di far conoscere lo stretto legame tra il nostro mondo e quello agricolo, mostrando a cittadini e Istituzioni la centralità di questo binomio che è identificativo del nostro Paese”.

Villa Certani Vittori Venenti aprirà i battenti in maniera gratuita ai visitatori dalle ore 10.00 alle ore 17.00 di domenica 16 ottobre; le visite guidate si svolgeranno dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00. Ad effettuare il taglio del nastro per l’apertura ufficiale dell’evento in programma alle 10 sarà il sindaco di Budrio Debora Badiali.

“Per noi è un grande onore ospitare questo evento. Cultura, agricoltura, patrimonio artistico e architettonico hanno sempre camminato insieme in queste terre: un binomio che affonda le radici nella storia delle famiglie nobili, dei grandi proprietari terrieri e, soprattutto, in quella del Consorzio della Partecipanza agraria che a Budrio, nei secoli, ha dato forma alla dimensione di comunità” commenta il sindaco Badiali. “Mi fa molto piacere, quindi, che l'iniziativa congiunta dell'Associazione Dimore Storiche Italiane e di Confagricoltura parta da qui, da una "terra di civiltà" che può guardare al futuro proprio perché ha consapevolezza delle proprie salde radici”.

Le realtà che parteciperanno all’evento sono: Agribergamini Società Agricola (in vendita verdura e frutta tra cui succhi di stagione), Azienda Agricola Castello di Fiagnano di Taglione Bruno (zafferano), Azienda Agricola Il Melograno di Fantoni Giulia (miele di acacia, tiglio e millefiori di varie qualità), Società Agricola Alberti (farine di cereali biologici macinate a pietra), Società Agricola Cavazza Isolani - Cantina Montevecchio Isolani (vini dei colli bolognesi), Società Agricola Montroni e Brini (mirtilli freschi, succhi di frutta, basilico rosso).

“Siamo davvero molto contenti di poter aprire al pubblico le porte della nostra Villa per celebrare la prima edizione della Festa dell’Agricoltura; da quando abbiamo completato i lavori di ristrutturazione nel 2017 in seguito ai danni subiti dal terremoto del 2012 avevamo avuto poche occasioni” spiega Enrico Vittori Venenti, i cui antenati hanno acquistato la Villa nel 1896. “Si tratta di una bella occasione per ammirare nei dettagli il nostro edificio, eretto alla fine del seicento dal Marchese Giuseppe Carlo Ratta sul progetto del Bertelli per dare lustro all’importanza della casata e coniugare le necessità della gestione della tenuta agricola, che tra le altre cose aveva a disposizione un importante vitigno. Noi - a livello agricolo - invece ci siamo concentrati prettamente sull’attività cerealicola e bieticola”.

“La Festa dell’Agricoltura rappresenta una felice conferma di quanto sia possibile unire la tutela dell’arte e del paesaggio con la produzione agroalimentare di alta qualità” analizza Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna. “Questa iniziativa è un perfetto esempio di turismo esperienziale, particolarmente ricercato da cittadini e turisti. I visitatori infatti possono vivere la straordinaria bellezza della campagna bolognese e dei nostri borghi, di cui le dimore storiche sono un elemento fondamentale”.

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12/10/2022, 16:44
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