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Confagricoltura 
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Confagricoltura Toscana, richiesta al Ministero: “Servono azioni per tutelare le aziende colpite”

Il presidente sezione economica frutta Antonio Tonioni: “La Regione ha avviato per il 2021 lo stato di calamità naturale, ora la partita è a Roma. Alla Regione chiediamo di attuare le misure di difesa attiva: servono impianti antigrandine e antigelo”.

Firenze, 4 dicembre 2021 - “Da parte di Confagricoltura Toscana in questo momento c'è una doppia richiesta. La prima al Ministero delle politiche agricole: per il 2021 la Regione ha avviato il riconoscimento dello stato di calamità, ma la partita ora è a Roma. E spero che si prevedano azioni per tutelare le aziende colpite. La seconda è alla Regione: visti gli avvenimenti recenti è necessario che la Regione attui le misure previste nel Psr di difesa attiva per consentire alle aziende di affrontare gli investimenti previsti”. A dirlo il presidente sezione economica frutta per Confagricoltura Toscana Antonio Tonioni in riferimento ai problemi legati al freddo e a come si deve intervenire nelle prossime settimane.

“In questo momento – ha aggiunto – non ci sono criticità per il clima: a livello frutticolo è già stato tutto raccolto, mentre a livello orticolo alcune colture come bietola, spinaci e cavolfiore sono invernali e quindi 'abituate' a certe temperature. La speranza però è che non si ripetano le situazioni dell'anno scorso, per noi il 2021 è stato una tragedia. Nel momento del risveglio della campagna, tra febbraio e marzo, le temperature molto rigide possono creare problemi. Io spero che ciò che è accaduto negli ultimi anni – tra le grandinate del 2019, la gelata del 2020 e la mega gelata del 2021 – sia stata solo sfortuna però vediamo che il clima sta cambiando e dunque è necessario impostare un piano con la Regione”.

A livello di coltura, come spiegato da Tonioni, i mesi più a rischio “sono febbraio e marzo. Adesso i -4 o -5 gradi non creano particolari problemi: le stesse temperature in quei mesi, con il risveglio della campagna, possono invece portare criticità al settore. Per questo è necessario prevenire: se ad oggi non ci sono problemi, non è detto che si possa fare lo stesso discorso tra qualche mese”.

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04/12/2021, 14:12
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GLIFOSATO, CONFAGRICOLTURA BOLOGNA:
“LA REGIONE NON SI SOSTITUISCA ALL’EUROPA”

(Bologna, 13 dicembre 2021) – “Niente fughe in avanti sul glifosato: la Regione Emilia-Romagna non si sostituisca agli organismi europei”. L’ammonimento è di Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna, dopo che l’Assemblea legislativa di piazza Aldo Moro ha approvato una risoluzione per vietare l’utilizzo dell’erbicida.

“L’impegno della Regione Emilia Romagna di interrompere gradualmente l’utilizzo del glifosato resta ancora oggi ingiustificato e soprattutto una posizione demagogica, in quanto, secondo dati scientifici, non si tratta di un prodotto dannoso per la salute e per l’ambiente – argomenta il presidente di Confagricoltura Bologna - Non a caso, l’Unione Europea ne permette l’utilizzo e sta valutando, addirittura, di prolungarne l’impiego. Per questo motivo chiediamo alla Regione di non sostituirsi agli organismi internazionali, ma di procedere seguendo le loro indicazioni. È importante non creare una differenza di trattamento con le altre Regioni e gli altri Paesi europei, per una situazione che potrebbe colpire duramente l’agricoltura”.

La risoluzione, approvata dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna nelle scorse settimane, prevede inizialmente il divieto d’uso in tutte le aree extra agricole. Successivamente, a seguito di un potenziamento della ricerca per individuare sostanze e pratiche alternative di contrasto alle erbe infestanti, nonché la predisposizione di misure e azioni all’interno del prossimo Programma di Sviluppo Rurale rivolte a sostenere gli agricoltori che si impegnano da subito a eliminare l’utilizzo del glifosato, riguarderà anche il settore primario.


“Fatichiamo a capire il perché si sia arrivati a prendere questa decisione, che andrà a colpire moltissimi agricoltori nella provincia di Bologna - spiega Garagnani - L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) non ha ritenuto giustificata una classificazione del glifosato in base a mutagenicità delle cellule germinali, carcinogenicità e tossicità riproduttiva. Inoltre la stessa Unione Europea ha approvato il suo utilizzo fino al 15 dicembre 2022 e sta analizzando i dati raccolti per prorogarne l’uso”.

L’ECHA e l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), infatti, stanno valutando i dati scientifici preparati dalle autorità nazionali competenti di Ungheria, Francia, Paesi Bassi e Svezia - note collettivamente come Gruppo di valutazione sul glifosato (AGG). Le consultazioni sono state chiuse dopo aver ricevuto 416 contributi da dentro e fuori l’Unione Europea.

Sulla base di questi dati, nel 2022 la classificazione del glifosato sarà nuovamente esaminata dal Comitato per la valutazione dei rischi dell’ECHA, mentre l’EFSA effettuerà una revisione conclusiva verso la fine del nuovo anno. Toccherà poi alla Commissione Europea presentare la proposta per l’eventuale rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato, che non è pertanto esclusa.

“Alla luce di tutto questo fughe in avanti sono premature e immotivate. Noi di Confagricoltura siamo a disposizione per un confronto con la Regione e siamo pronti a dare tutto il nostro supporto per approfondire nei dettagli la questione – conclude Garagnani - e trovare un punto di incontro che possa aiutare concretamente il settore agricolo e tranquillizzare la popolazione”.

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13/12/2021, 11:06
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CONFAGRICOLTURA BOLOGNA LANCIA L’ALLARME:
“PRENOTAZIONI NEGLI AGRITURISMI CROLLATE DEL 70% DURANTE LE FESTIVITÀ”

(Bologna, 4 gennaio 2022) – “Noi siamo sempre stati pronti, con la speranza di ricevere fino all’ultimo minuto una qualche prenotazione da parte dei nostri clienti, ma purtroppo sono arrivate solo disdette su disdette. La situazione è grave: oltre alla perdita economica, che è particolarmente rilevante, lavoriamo tantissimo ma a vuoto. Non ci resta che sperare in tempi migliori”.

Il grido di allarme arriva da Angelica Zanardi dell’agriturismo Fienile Fluò, aderente a Confagricoltura Bologna. Complice la crescita dei contagi, le disdette nelle aziende agrituristiche per le Festività Natalizie sono state elevate.

I numeri infatti non mentono: solo il 70% delle strutture ha deciso di restare aperto tra Natale e il 31 dicembre, uno dei momenti con più richieste del periodo invernale. Le prenotazioni per il cenone di San Silvestro hanno raggiunto a malapena il 30% del totale dei posti disponibili, a fronte delle tante disdette arrivate sino all’ultimo minuto.

“Per gli agriturismi si è chiuso nel modo peggiore possibile il 2021, che già non era stato un anno memorabile” commenta Marco Casali, vice direttore e responsabile del settore di Confagricoltura Bologna.

“Oltre all’assenza dei turisti stranieri, che si auspicava potessero venire a visitare le bellezze della nostra provincia in occasione delle Festività Natalizie, sono venuti a mancare i pranzi e le cene aziendali, da sempre un grande business per gli agriturismi nel mese di dicembre. L’ultima speranza” - prosegue Casali - “era rappresentata dal turismo di prossimità, ma la forte crescita dei contagi ha causato un effetto boomerang anche tra coloro che, nonostante fossero in possesso del super green pass e negativi al Covid-19, hanno disdetto le loro prenotazioni per sicurezza”.

Considerate le difficoltà vissute nel 2021, è importante che “le Istituzioni non lascino da sole le aziende agrituristiche. Tutti i Comuni” - spiega Casali - “devono essere impegnati nel creare specifici ristori, come la riduzione delle imposte comunali che gravano sugli agriturismi. Da parte dello Stato e della Regione confidiamo in aiuti economici, che per il momento non sono stati all’altezza delle aspettative. Serve un completo cambio di passo per aiutare un settore che è il fiore all’occhiello dell’accoglienza, ma che ora si trova in grave difficoltà a causa dalla pandemia”.

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04/01/2022, 15:32
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Boschi, Confagricoltura Toscana: “Bene la nuova legge regionale forestale, solo così possiamo salvaguardare i nostri boschi”

L'associazione promuove il testo approvato in Consiglio regionale. Il presidente Neri: “La Toscana non è un far west di motoseghe selvagge e questa legge semplifica le procedure tutelando il paesaggio”
Firenze, 6 gennaio 2022 - Confagricoltura Toscana giudica positiva da tutti i punti di vista la legge di modifica alla “Legge regionale forestale” della Toscana approvata dal Consiglio regionale lo scorso 28 dicembre. Bene ha fatto la Regione, secondo l'associazione, a rivendicare le sue competenze in materia. E bene ha fatto, ritiene Confagricoltura, ad ascoltare le esigenze che sono arrivate da tutto il mondo agricolo e della selvicoltura toscana. “Non sappiamo se il governo nazionale impugnerà la legge in quanto investe anche aspetti ambientali/paesaggistici, ma sappiamo che la disciplina delle attività forestali è materia esclusiva delle regioni e quindi hanno fatto bene il consiglio Regionale e la Giunta a rimarcare questa prerogativa legislativa” sostiene l'associazione. “La legge forestale della Toscana e il suo regolamento sono le leggi più rigide e restrittive esistenti in Italia a tutela delle foreste. Soprattutto riteniamo che il Consiglio Regionale abbia colto lo spirito delle necessità di semplificazione e sburocratizzazione delle doppie procedure amministrative autorizzative, esigenza richiesta con forza da tutto il mondo forestale (associazioni di categoria, imprese, proprietari boschivi, mondo scientifico ed universitario, tecnici). Le foreste della Toscana in virtù della legge ma anche delle tradizionali e millenarie operazioni selvicolturali di coltivazione eseguite dei proprietari e dalle imprese boschive sono tutelate e garantiscono il mantenimento del bellissimo paesaggio esistente invidiato da tutto il mondo. La Toscana non è l’Amazzonia, non c’è il far west delle motoseghe selvagge che qualcuno in mala fede vorrebbe descrivere” rivendica il presidente di Confagricoltura toscana Marco Neri.

In Toscana la stragrande maggioranza delle attività di selvicoltura è di mantenimento, il taglio a raso è un'attività marginale ed autorizzata solo nei boschi di alto fusto che hanno superato il loro turno naturale a seconda delle specie (da 40 a 80 anni), con l’obbligo di rimboschimento perché per la legge il bosco rimane obbligatoriamente “Bosco” e non può essere modificato, tiene a dire Confagricoltura citando dati concreti: “La superficie forestale ha superato il 50% della superficie territoriale regionale e ogni anno solo il 30% della ripresa vegetativa viene tagliata ed il capitale aumenta sempre di più. Solo i boschi giovani e coltivati fanno aumentare la capacità e la funzione di assorbimento della CO2, anzi con l’attività forestale abbiamo un doppio vantaggio ambientale in termini di azioni di resilienza ai cambiamenti climatici in corso. Con l’ordinaria attività forestale prevalentemente si produce materiale legnoso da opera, per edilizia, per pavimenti di parquet, per la filiera del mobile, che permette una doppia azione di stoccaggio della CO2 in quanto quella fissata è bloccata nel legno e il bosco lavorato da dove si è prelevato il materiale ricresce e sviluppa la sua nuova funzione di maggior assorbimento. Infine anche per l’utilizzo ai fini energetici della legna sia per usi tradizionali (per il riscaldamento caso) sia innovativo (produzione di cippato proveniente dagli scarti della lavorazione forestale, vera attività di economia circolare)”.

“Abbiamo un bilancio positivo rispetto alla CO2 se lo confrontiamo con l’equivalente uso delle fonti fossili. In Toscana i proprietari boschivi, i boscaioli, le imprese forestali sono i primi protagonisti nella tutela e conservazione delle foreste attraverso il lavoro selvicolturale millenario. Questa è la verità. Se invece si volesse continuare a complicare la vita ai boscaioli aiuteremo solo lo sviluppo dell’abbandono del territorio boschivo con la conseguenza di aumentare i rischi da incendi e dai dissesti. Quindi semplificare gli aspetti burocratici, che non fanno altro che complicare le attività nel rispetto della legge forestale, rappresenta invece una azione di forte salvaguardia delle foreste toscane e per questo ci congratuliamo con il Consiglio Regionale per la scelta fatta di modifica della legge regionale affinché serva una sola richiesta di autorizzazione forestale paesaggistica rilasciata dagli enti competenti” conclude il presidente Neri.

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06/01/2022, 14:50
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Arezzo, Confagricoltura Toscana: si estende il rapporto con Ferrero per filiera nocciole
L'azienda ha intenzione di allargare il progetto a tutta la Toscana, grazie alla cooperativa Coagria e alla mediazione di Confagricoltura Toscana

Firenze, 14 gennaio 2022 - Prosegue e si estende il rapporto tra Ferrero e la Toscana, grazie alla cooperativa Coagria, che ha sede a Cesa in Valdichiana (Arezzo) e alla mediazione di Confagricoltura Toscana. È stato infatti ampliato il contratto con l'azienda per lo sviluppo della filiera della nocciola su tutto il territorio regionale.

“Un paio di anni fa – ha affermato il presidente onorario di Confagricoltura Arezzo e presidente della cooperativa Coagria Angiolino Mancini – abbiamo sottoscritto un contratto di filiera con la Ferrero che prevede condizioni particolarmente vantaggiose per i produttori. L'accordo iniziale riguardava una superficie di 600 ettari, adesso si estende per ulteriori 600 ettari, questo significa che Ferrero ha intenzione di allargare il progetto a tutta la Toscana”. Coagria, che appunto aderisce a Confagricoltura Toscana e riunisce circa 200 imprese agricole, “ha l'obiettivo di estendere il raggio d'azione, appoggiandosi alle associazioni di Confagricoltura Toscana. Partiamo da Arezzo per arrivare a tutta la Regione”. “Siamo contenti – ha concluso Mancini -. Ferrero è un partner di rilevanza mondiale, è la miglior garanzia si possa avere per il territorio”.

Soddisfazione anche da parte del presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri: “L'estensione dell'accordo è motivo di orgoglio – commenta -. In questo modo i nostri imprenditori potranno programmare gli investimenti, far crescere le proprie aziende. Ferrero e la Toscana da oggi sono ancora più uniti ed è davvero bello che questo possa rappresentare opportunità per tutte le aziende del settore”.

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14/01/2022, 14:16
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Peste suina, Confagricoltura Toscana: “Bene la task force, serve collaborazione massima di tutti gli allevamenti”
Il presidente Marco Neri: “Al momento la situazione è sotto controllo, niente panico”

Firenze, 17 gennaio 2022 - “Sì alla costruzione di una task force sulla peste suina africana. Da parte nostra c'è massima collaborazione, daremo il nostro supporto anche attraverso i dati che abbiamo. Estendo l'invito a collaborare anche agli allevamenti familiari, in modo da avere un quadro trasparente e omogeneo del territorio: in questa fase, oltre agli allevamenti strutturati, è importante monitorare anche le realtà più piccole, che non hanno carattere d'impresa. Detto ciò al momento in Toscana la situazione è sotto controllo, non dobbiamo dare inutili allarmi. Ad oggi non risultano casi”. Ad affermarlo è il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, in riferimento ai casi di peste suina africana comparsi nelle zone montane e boschive di Liguria e Piemonte. Sono stati trovati cinghiali morti, aspetto che ha spinto la Liguria a introdurre un lockdown dei boschi, con il divieto di caccia e sport.

La Regione Toscana ha attivato l'unità di crisi sanitaria per le emergenze epidemiche che riunisce Asl, Istituto zooprofilattico e Regione, sia a livello regionale che locale (la provincia coinvolta al momento è Massa-Carrara). Gli assessori regionali all'agricoltura Stefania Saccardi e al diritto alla salute Simone Bezzini hanno avviato appunto il percorso di costruzione di una task force che sarà riunita in forma permanente per monitorare la malattia.
“L'attenzione è massima - continua Neri -. Dal punto di vista preventivo sono state allertate tutte le squadre di caccia, i veterinari, chiunque abbia un rapporto col bosco. Tutti sono attenti al tema, per capire se ci sono casi di peste suina in animali morti o in cattivo stato di salute: in questi casi c'è l'obbligo a segnalarli. Però voglio ripeterlo e siamo d'accordo tutti, dalle associazioni di categoria alla Regione: la situazione nei nostri territori è sotto controllo. Bene ha poi fatto la Regione ad avviare la costruzione di una task force, in questi casi è fondamentale non sottovalutare il problema”.

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17/01/2022, 17:54
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Confagricoltura Toscana: “Peste suina, giusto anticipare macellazioni nelle province di Massa Carrara e Lucca”
Il presidente Marco Neri commenta la decisione dell'Asl Toscana nord ovest e ribadisce: “La situazione è sotto controllo. Questa è una scelta per la prevenzione di un rischio”

Firenze, 19 gennaio 2022 - “Sulla peste suina africana l'attenzione è massima, bene ha fatto la Asl Toscana nord ovest ad anticipare le macellazioni nelle province di Massa e Carrara e Lucca. Rientra tutto nell'ottica di prevenzione e riduzione del rischio: parliamo di rischio perché ad oggi non ci sono casi in Toscana. È comunque giusto non sottovalutare il problema”. Ad affermarlo il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, dopo la decisione dell'Asl Toscana nord ovest di anticipare al 15 febbraio la chiusura della stagione di macellazione domiciliare dei suini per autoconsumo nelle province di Massa e Carrara e Lucca, nelle aree considerate più a rischio visti i casi rilevati in Liguria.

Il servizio veterinario della Asl ha anche attivato l'unità di crisi per le emergenze epidemiche: “Il fatto che ci sia un anticipo delle date – ha aggiunto Neri – è proprio per cercare di prevenire, inutile correre rischi inutili visto che parliamo di zone limitrofe dove sono stati rilevati casi di peste suina africana. Concordo con questa scelta anche nell'ottica del controllo della movimentazione degli animali e ripeto: in Toscana al momento la situazione è sotto controllo”.

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19/01/2022, 17:49
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Allarme lupi, denunciato l’allevatore che ha messo una “taglia” di 3.000 euro: «Troppi danni, impossibile andare avanti»
La storia di Mario Mori, che lunedì comparirà di fronte ai carabinieri di Chiusi. La solidarietà di Fedagripesca - Confcooperative Toscana
Siena, 22 gennaio 2022 - Rischia di perdere il lavoro di una vita, Mario Mori, allevatore 75enne che negli ultimi dieci anni è stato prima costretto a chiudere l’allevamento di pecore di famiglia, dopo che non ne era rimasta nemmeno una a causa dei continui assalti dei lupi della zona - Palazzone, frazione di San Casciano Bagni in provincia di Siena – e ora rischia di perdere pure il secondo, di bovini. Dopo aver lanciato una provocazione sui media, lunedì 24 gennaio è stato chiamato a comparire di fronte al maresciallo del Corpo Forestale di Chiusi, in seguito a una denuncia per istigazione a delinquere.
“A fine ottobre – racconta Mori – ho dichiarato alla stampa che avrei dato una ricompensa di tremila euro a chi avesse catturato un lupo per me. Si trattava soltanto di una provocazione, invece mi sono ritrovato con una denuncia penale. Il mio obiettivo era riportare la questione all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, perché non è possibile avere ogni anno una perdita del 15 o 20 per cento dei nuovi nati perché mangiati da un lupo. È una totale assurdità”.
“Nel 2013 abbiamo chiuso il primo allevamento – prosegue – perché i lupi avevano eliminato anche le ultime 70 pecore rimaste, e siamo andati avanti soltanto con quello di chianina. Nel 2015, invece, ci siamo accorti della prima uccisione di una nostra vacca. Ecco, da quel giorno a oggi abbiamo perso, ufficialmente, 24 vitelli e tre vacche, oltre a tutti quelli che sono spariti. Solo nel 2021, ad esempio, sono stati 12 i vitelli che non abbiamo più ritrovato”.
Così ha annunciato una “taglia” sugli animali della zona, tramite un appello lanciato ai media locali. “Un tempo – spiega Mori – venivamo ascoltati. C’era dialogo con la Regione e io stesso sono stati invitato a qualche incontro con funzionari ed esperti del settore, mentre quello che percepisco adesso è assoluta indifferenza. Il lupo è protetto dalla direttiva ‘Habitat’ alla quale, però, diversi Paesi europei hanno concesso deroghe per venire incontro agli allevatori. Io ho provato a riportare l’attenzione su questo problema, seppur con una provocazione, e ne ho risposto personalmente. La verità è non è più possibile sostenere danni economici così rilevanti».
“Due misure che suggeriamo – conclude – sono prima di tutto rendere compatibile, come succede altro, la popolazione di questi animali con le attività economiche presenti, procedendo con abbattimenti mirati e controllati. Poi, in caso di danno, servirebbero risarcimenti, e non indennizzi, congrui e nei tempi più rapidi possibile”.
“A Mario Mori vorrei esprimere la mia totale solidarietà – è l’intervento di Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca - Confcooperative Toscana –. Serve una maggiore tutela nei confronti degli allevatori e degli altri professionisti del settore. La violenza sommaria non può certo rappresentare una contromisura efficace al problema, né quello era l’intento di Mario. Ma resta il fatto che è necessario trovare una soluzione a una condizione che causa danni enormi, per altro in un momento storico in cui le cose sono rese molto difficili dal Covid. E adesso, oltre alle perdite subite in questi anni, dovrà pure pagarsi un avvocato…”.

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22/01/2022, 13:12
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Lupi, Confagricoltura Toscana: "La specie protetta? Tra poco saranno le nostre imprese. Pronti a protestare”

Il presidente Neri: incentivi per recinzioni, abbattimenti degli ungulati e risarcimenti più semplici

Firenze, 25 gennaio 2022 - “È inconcepibile che siano tutelati i lupi e non le nostre aziende agricole. Dal momento che questi animali vengono riconosciuti come specie protetta, sarebbe altrettanto corretto tornare ad agire per evitare danni enormi a chi lavora nelle aree interne e montane. Queste zone tra dieci anni saranno abbandonate se non troveremo alla svelta una soluzione: chi è che investirebbe sapendo i rischi che si corrono attualmente?”. Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, chiede interventi urgenti sul riequilibrio della presenza di lupi, predatori e ungulati, la cui coesistenza con l'agricoltura e l'allevamento “è ormai impossibile”. “Il tempo è finito – aggiunge – da parte nostra ci rendiamo disponibili a un incontro con la Regione Toscana: troviamo presto delle soluzioni, altrimenti saremo costretti a manifestare il nostro dissenso in modo più forte. L'ultimo caso, quello dell'allevatore di Cetona Mario Mori denunciato per aver messo provocatoriamente una taglia sui lupi, è la goccia che fa traboccare il vaso: lui ha sbagliato a usare quelle parole, ma non si possono dimenticare i pesantissimi danni che la sua azienda ha subito e sta subendo a causa dei lupi”.

“La convivenza tra fauna selvatica e attività agricole sarebbe anche possibile – prosegue Neri – ma con numeri ben diversi e dotandosi di una serie di strumenti che consentano di tenere i lupi a debita distanza. Prima di tutto bisognerebbe incentivare gli abbattimenti degli ungulati, che spesso costituiscono le prede predilette dai lupi. Poi è necessario ripensare i risarcimenti, che oggi vengono erogati seguendo criteri molto rigidi e in tempi spesso non sostenibili. E servono sgravi e incentivi per le aziende che vogliono dotarsi di recinzioni elettrificate e di altri dispositivi utili a tenere lontani lupi e ungulati”.



“Mantenere in vita le aziende agricole e la redditività di queste professioni è importante – conclude il presidente di Confagricoltura Toscana – anche pensando alle nuove generazioni. Il Covid ha riportato l'attenzione sull'importanza delle aree verdi e della natura, ma i giovani devono poterci vedere un lavoro in tutto questo. Se interveniamo oggi forse c'è una speranza, però dobbiamo farlo alla svelta”.

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“AGRICOLTURA E FABBISOGNI ENERGETICI”
A FICO IL CONVEGNO DI CONFAGRICOLTURA BOLOGNA PER SUPERARE LA CRISI DEL CARO-ENERGIA

(Bologna, 25 gennaio 2022) – I costi di energia elettrica, gas e carburante sono alle stelle e il trend degli aumenti non accenna ad arrestarsi, con un impatto enorme che mette a rischio la sopravvivenza stessa del comparto agricolo e della filiera agroalimentare. A Bologna come in tutta Italia.
Le fonti energetiche rinnovabili possono assicurare la produzione di alimenti sicuri e di qualità per tutta la popolazione nazionale? E quali strategie dovrà mettere in campo il settore agricolo per raggiungere un equilibrio vincente tra esigenze dei consumatori, sostenibilità ambientale e tenuta delle imprese?

A queste e altre domande cercherà di dare risposta la tavola rotonda “Agricoltura e fabbisogni energetici” organizzata da Confagricoltura Bologna con il patrocinio di Banca di Imola per venerdì 28 gennaio alle 11.00 a FICO – Eataly World (via Paolo Canali 8, Bologna).

Sul palco, moderati dal giornalista Duccio Caccioni, si confronteranno il presidente di Confagricoltura Bologna Guglielmo Garagnani, Massimiliano Giansanti (presidente nazionale Confagricoltura), Chicco Testa (imprenditore e ambientalista), Davide Tabarelli (presidente Nomisma Energia), Arturo Semerari (AD di Agriconsulting spa), Stefano Borghi (Chairman di Carbon Credit Consulting) e in collegamento da Barcellona, Alfredo Portone (vice direttore Unità di ingegneria del Dipartimento ITER, Fusion for Energy).

“Il caro energia sta causando gravi ripercussioni lungo tutta la filiera agroalimentare - analizza Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna – che, nel complesso, rappresenta il primo settore economico del Paese, con un fatturato annuale di oltre 540 miliardi di euro e 3,6 milioni di persone occupate. I costi di produzione e il prezzo del gas sono a livelli mai visti e questo minaccia la sopravvivenza di intere filiere, dalle aziende produttrici a quelle di trasformazione. Occorre trovare soluzioni efficaci, a partire dal tema della transizione ecologica al centro delle strategie nazionali ed europee: nel convegno analizzeremo l’intera situazione italiana e comunitaria, suggerendo anche alcune strategie da attuare in futuro affinché situazioni di crisi come quella attuale possano essere superate e non tornino a riproporsi".

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