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Marco
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Coronavirus, Confagricoltura “Emergenza latte. Ecco le nostre richieste a Regione e GDO”
Il presidente Neri: “Il blocco dovuto al coronavirus aggrava una situazione già pesante: le competenti Autorità adottino misure in favore degli indigenti che consentano di alleviare le difficoltà del pecorino toscano a causa del cambiamento dei consumi causati dall'emergenza in corso e la GDO apra i propri scaffali alle produzioni di quelli agricoltori che hanno visto chiudere i mercati di riferimento”
Firenze, 31 marzo 2020 - Le Organizzazioni agricole toscane hanno incontrato l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi per affrontare i problemi degli allevatori e per valutare il ruolo che può svolgere la GDO in questa fase di particolare difficoltà.
“Il latte di mucca – spiega Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana – sta scontando la crisi dovuta alla chiusura dei ristoranti, dei bar e di altre attività come, ad esempio, le mense scolastiche. Quello di pecora, che ha una filiera meno strutturata, composta in larga parte da produttori piccoli e molto piccoli, vive una situazione drammatica: l'export di formaggi è bloccato e anche le vendite dirette o attraverso la rete dei mercati rionali e dei negozi di vicinato sono ferme. A questo va aggiunto un problema non nuovo, ovvero l'importazione di latte dall'estero o dalle regioni del Nord Italia a prezzi inferiori. I piccoli caseifici che fino ad oggi avevano creato i propri ricavi da canali diversi dalla Gdo sono in profonda crisi, sia per quanto riguarda i prodotti freschi che per quelli stagionati”.
Per questa ragione, Confagricoltura ha chiesto all'assessore Remaschi di farsi portavoce presso le Autorità nazionali della richiesta di ampliare il ventaglio di prodotti che già oggi vengono ritirati per essere distribuiti alle famiglie indigenti: “Oggi questo è possibile solo per i prodotti Dop – prosegue Neri – Chiediamo che lo si possa fare per tutti i prodotti stagionati: in questa fase aiuterebbe non solo le famiglie indigenti, ma anche i produttori”.
Nei riguardi della GDO, Confagricoltura ha chiesto invece di prestare attenzione ai prodotti locali, accogliendo sui propri scaffali anche quelli di aziende che fino ad oggi non hanno sottoscritto accordi commerciali con i supermercati: “La Gdo è cruciale in questa fase – conclude Neri – non solo per molti prodotti del "fresco", ma anche per le carni: con la Pasqua imminente, ci sarà il problema degli agnelli la cui carne non potrà essere venduta perché i macelli sono chiusi. Significherà una caduta consistente di reddito per gli allevatori che dovranno provvedere anche al loro successivo mantenimento”.
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31/03/2020, 10:31 |
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Marco
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Ortofrutta in ginocchio, dopo il virus è arrivato il gelo Tonioni (Confagricoltura Toscana): “Siamo in ginocchio, serve liquidità per le aziende”
Arezzo, 3 aprile 2020 - Dopo le pesanti perdite già accumulate per il blocco di molte attività legato al contrasto dell'epidemia di coronavirus, è arrivato il gelo sulle produzioni ortofrutticole toscane: due gelate, la prima lunedì notte e la seconda mercoledì notte, hanno portato le temperature a scendere fino ad oltre 3 gradi sotto lo zero sia nell'interno della regione che sulla costa.
“Nell'interno è andato perso circa il 30% del prossimo raccolto di albicocche, susine e di alcune varietà di pesche – dice Antonio Tonioni, presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana -. Qui le aziende si sono in qualche modo difese perché molte sono dotate di impianti antigelo. Sulla costa, invece, l'impatto del gelo è stato devastante perché paradossalmente proprio in questa zona le temperature sono scese più che altrove: è perso fra il 70% e il 100% del raccolto di albicocche e di susine, le pesche nettarine sono perse al 70%. Questa è la stima dei danni della prima gelata. I danni della seconda gelata, quella di mercoledì, li dobbiamo ancora contare”.
Un disastro per un comparto che contava sulla nuova stagione per provare a rimettersi in piedi dopo la batosta subita a causa della chiusura di tutte le mense dovuta ai provvedimenti restrittivi adottati dal Governo per contenere i contagi: “Per molte aziende il fatturato si è azzerato in 24 ore. Tutto il prodotto che era destinato alle mense adesso verrà avviato alla trasformazione che lo paga 5 centesimi al chilo a fronte di costi di produzione fino a 10 volte superiori – aggiunge Tonioni -. Ora ci prepariamo ad affrontare una stagione di raccolte decimata dal gelo. E non dimentichiamo che veniamo da un 2019 dove la tempesta di vento e grandine aveva già lasciato molti produttori in ginocchio. Questa epidemia ci sta facendo capire quanto sia importante il cibo e la sua distribuzione: serve immediatamente un'iniezione di liquidità, una politica forte che sostenga l'accesso al credito per tante imprese che altrimenti non si rialzeranno più”.
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03/04/2020, 12:03 |
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Il presidente Neri: “E’ il momento di attivarci, nostro lavoro a rischio” Coronavirus, appello di Confagricoltura: “Portiamo i nostri prodotti nelle case dei toscani” Il progetto in Maremma: i giovani agricoltori locali si uniscono su un portale per le consegne a domicilio, donato il 10% alla Croce Rossa Firenze, 10 aprile 2020 - “E’ il momento di entrare nelle case dei toscani, e non solo. Chiedo a tutti gli agricoltori e alle aziende di attivarsi per mantenere vivo il rapporto con i clienti, attraverso consegne a domicilio e ogni altra attività promozionale. Confagricoltura è a disposizione dei suoi associati per supportarli in questo tipo di iniziative. A rischio è il nostro lavoro”. E’ l’appello che Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, rivolge agli agricoltori che lavorano e subiscono le difficoltà dell’emergenza Covid-19. Molte aziende si sono già organizzate, alcune unendosi per amplificare il messaggio, come con il portale “Maremma a domicilio”, che al momento unisce 8 attività di giovani agricoltori maremmani e propone circa 40 prodotti, come formaggio di bufala, olio, vino, birra, cereali e pasta. Il 10 per cento di ogni ordine andrà alla Croce Rossa di Grosseto. In poco tempo sono arrivati tanti ordini, alcuni anche dall’estero oltre che in tutta Italia. Per contattarli è disponibile un sito web www.maremmaadomicilio.wordpress.com, la pagina Facebook @maremmaadomicilio o via mail maremmaadomicilio@gmail.com“Iniziative come quella in Maremma sostengono le attività locali in un momento di difficoltà - continua il presidente Neri - ma insieme alle aziende è il territorio che si mostra vivo e produttivo. Dobbiamo fare di più per far conoscere con i nostri prodotti anche la passione, la professionalità e i sacrifici che ci sono dietro”. Oggi sono tante le aziende in difficoltà, “il settore agricola sta soffrendo, molti comparti sono in ginocchio, ma - conclude il presidente - quello che costruiamo oggi ci darà una marcia in più per la vera ripartenza domani e ci darà anche nuove opportunità di sviluppo”
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10/04/2020, 12:11 |
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Coronavirus, Confagricoltura: “Bene via libera da Regione alla vendita a domicilio di piante, semi e fiori. Ma è una goccia nel secchio vuoto dell'economia” Il presidente Mati: “Investire nel verde pubblico e incentivare il verde privato per aumentare la pulizia dell'aria”
Firenze, 11 aprile 2020 - “La vendita per corrispondenza permette perlomeno un piccolo recupero di liquidità. Ma è una goccia nel secchio vuoto dell'economia del settore florovivaistico”. Francesco Mati, presidente della sezione prodotto vivaistico di Confagricoltura Toscana, commenta così il via libera da parte della Regione Toscana, alla vendita on line e a domicilio di fiori, semi e piante ornamentali: le aziende florovivaistiche e i centri di giardinaggio, che non rientrano tra le attività essenziali, devono rimanere chiusi, come stabilito da decreti governativi per il contenimento della diffusione del Coronavirus, ma grazie all'ordinanza regionale possono vendere piante fiori e prodotti on line, o comunque a distanza, con consegne a domicilio o per corrispondenza (evitando contatti personali inferiori a 1,80 metri, e rispettando le norme igieniche e sanitarie in tutta la filiera, dal confezionamento alla consegna).
In un settore in cui, a causa della pandemia Covid-19, “il motore della macchina delle spese va al massimo regime, mentre quello degli incassi gira al minimo”, l'apertura della Regione “offre piccoli spiragli per quelle imprese che sono già organizzate o che facilmente possono attrezzarsi per le vendite a domicilio.” Per Mati stanno “riemergendo una passione e un attaccamento alla cura del verde” che sia su balconi, su terrazze, o nei giardini. Un segnale di inversione di tendenza: “Prima la vita frenetica ci faceva apparire il giardinaggio come una perdita di tempo. Adesso invece molte persone hanno rivalutato l'importanza che rivestono anche semplici e piccole sistemazioni verdi, sui balconi, in terrazza, anche per la pulizia dell'aria.” Curare piante e fare giardinaggio è un piacevole passatempo, e fa bene anche all'ambiente.
A causa della pandemia Covid-19 il mercato del “verde” ha subito una contrazione del fatturato: 70% in meno per settore floricolo e il 50% del settore vivaistico “che era partito molto bene a gennaio e febbraio e ai primi di marzo”.
Confagricoltura pensa al dopo emergenza e alle soluzioni per aumentare in maniera esponenziale il consumo di piante: “Bisognerebbe per esempio continuare nel rinnovamento di alberature urbane senescenti (arrivate a fine carriera urbana), e dotare tutte le aree periferiche, industriali e sportive, di un'adeguata massa di verde, in grado di aumentare in maniera esponenziale la pulizia dell'aria. E' stato dimostrato in questi giorni che laddove ci sono problemi di qualità dell'aria il Coronavirus ha colpito in modo più violento. Dovremo aumentare gli investimenti nel verde pubblico ma incentivare anche quello privato perché, come ci dicono studi universitari, anche il verde privato contribuisce alla pulizia dell'aria quanto quello pubblico.”
Come incentivo Mati propone il raddoppio del bonus verde: “Adesso permette di portar in detrazione 1800 euro su 5000 euro di investimento in 10 anni, e così non ha funzionato, se non per i condomini dove è cumulabile: sarebbe appetibile con un'imponibile a 10000 euro e un'aliquota al 70%”.
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11/04/2020, 12:08 |
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Agriturismi, in Toscana in fumo 25 milioni di euro: annullate tutte le prenotazioni Persa la primavera, cancellazioni in arrivo anche per l'estate. Settore in ginocchio.
Firenze, 13 aprile 2020 - Persa la primavera, con le prenotazioni per la Pasqua e i ponti già cancellate, per gli agriturismi toscani inizia a traballare anche la stagione estiva: ad oggi le strutture toscane hanno registrato l'annullamento di tutte le prenotazioni già fino alla fine del mese di maggio e il timore è che nei prossimi giorni si dovrà cominciare a cancellare anche le poche presenti per il mese di giugno.
Agriturist - Confagricoltura Toscana stima che i danni già sofferti dalle strutture agrituristiche della regione siano pari ad almeno 25 milioni di euro, con una media di 8-9 mila euro andati in fumo per ciascuna azienda agricola che vede nella ricettività una importante integrazione di reddito. Alle perdite dovute ai pernottamenti cancellati, si somma il mancato introito per tutte le attività collaterali che restano bloccate: degustazioni, pasti, matrimoni, cooking class, visite, attività nelle fattorie didattiche.
Il colpo per la Toscana è particolarmente forte: è la Regione con il più alto numero di agriturismi con 4.600 aziende e circa 64mila posti letto; conta una media di quasi 900mila arrivi all'anno, pari a 4 milioni di presenze, oltre il 31% del totale delle presenze in regione. Del fatturato nazionale pari a 550 milioni l'anno, 140 vengono generati negli agriturismi toscani. Le perdite subite ad oggi ammontano già al 40% e il timore è che aumenteranno ulteriormente nei prossimi mesi: secondo Agriturist Confagricoltura Toscana, le misure di sostegno al reddito e i rinvii previsti dagli attuali provvedimenti del Governo sono del tutto insufficienti per fronteggiare la situazione.
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13/04/2020, 11:36 |
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Coronavirus, Confagricoltura Toscana: “Bene l’impegno della Regione per le aziende floricole e del latte ovinocaprino, attendiamo interventi anche su altri settori”
Firenze, 18 aprile 2020 - “Il nostro allarme è stato raccolto dalla Regione Toscana e apprezziamo l’impegno preso per dare un sostegno concreto alle aziende floricole e del latte ovinocaprino. Un passo necessario e urgente che però ne richiede subito altri, con interventi più ampi. Ma è un buon inizio”. Così Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana, commenta le misure di sostegno destinate alle imprese danneggiate dallo stop imposto dall’emergenza Covid-19 decise dalla Regione nell’incontro di ieri tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi, l’assessore all’Ambiente e Protezione civile Federica Fratoni, le amministrazioni locali e i rappresentanti del settore
“Le imprese sono state colpite drammaticamente - continua Neri - Quasi tutte hanno azzerato i fatturati e un intervento immediato di ristoro è vitale per la sussistenza stessa del comparto. Ma ora è necessario fare un ragionamento di sistema. Attendiamo un sostegno concreto di lungo termine per uscire da questa situazione critica, per il settore floricolo come per quello ovicaprino e, in generale, per tutto il mondo agricolo che rischia di pagare un prezzo altissimo, sia in termini occupazionali che economici, oltre alle pesanti ripercussioni sociali che ne conseguono”
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18/04/2020, 12:41 |
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Coronavirus, Confagricoltura Toscana: “Oltre 15mila posti di lavoro vacanti, siano reintrodotti i voucher” Il presidente Marco Neri: «Servono strumenti agili per assicurare manodopera alle nostre aziende e per tamponare l'emergenza occupazionale»
Firenze, 22 aprile 2020 – «A una situazione straordinaria devono corrispondere misure straordinarie» dichiara Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, chiedendo a gran voce la reintroduzione dei voucher agricoli, o di misure analoghe, per sopperire alla mancanza di manodopera straniera nelle campagne. «Con le frontiere bloccate a causa del Coronavirus, da ora a settembre, in Toscana il settore ortofrutticolo e quello vitivinicolo avranno bisogno di circa 15mila persone per portare avanti il lavoro, ma se il Governo non ci fornisce uno strumento adeguato riusciremo a fare ben poco».
Per questo Confagricoltura Toscana ha chiesto alla Regione di farsi portavoce per chiarire le istanze dell'intera categoria anche nelle sedi romane e per illustrare la necessità di dare alle aziende la possibilità di assumere con contratti più snelli.
«Con la reintroduzione dei voucher»‚ aggiunge Neri «potrebbero essere assunti temporaneamente cassaintegrati, studenti, pensionati e anche coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Questa estate, insomma, il lavoro agricolo potrebbe rappresentare un'occasione per tamponare l'emergenza occupazionale che si sta materializzando ogni giorno con più evidenza a causa del collasso economico indotto dal Covid-19».
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22/04/2020, 11:37 |
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Coronavirus, Confagricoltura: “Variazioni dei prezzi dovute a domanda e offerta, no speculazioni” Il presidente sezione ortofrutta Tonioni:“La filiera ha risposto anche in emergenza con serietà, garantendo forniture”
Firenze, 22 aprile 2020 - “Il settore dell'ortofrutta ha riposto in maniera seria e responsabile all'emergenza Coronavirus, non siamo speculatori”. Antonio Tonioni, presidente della sezione di prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana, respinge al mittente le accuse di speculazione da parte degli operatori della filiera di frutta e verdura durante la pandemia Covid-19: “Sono offensive”.
I rincari che alcuni prodotti hanno avuto nelle ultime settimane “sono legati alla domanda e all'offerta, all'aumento della richiesta di certi prodotti e non a speculazioni fatte dai soggetti della filiera”. Anche durante la pandemia il settore del fresco ha continuato a rifornire ambulanti, mercati, negozi e supermercati, nonostante le difficoltà nei trasporti, le problematiche nell'organizzazione del lavoro, e lo stravolgimento dei consumi che ha fatto saltare ogni programmazione fatta. “Oggi, durante l'emergenza Coronavirus, rimanere aperti, richiede un grande sforzo, ma non c'è una sola azienda che nonostante le problematiche del momento si sia tirata indietro” afferma Tonioni. “Dare degli speculatori a chi ha svolto il proprio ruolo, anche sociale con serietà e sacrificio, è ingiusto”.
Le variazioni dei prezzi di verdura e frutta sono dovute al mercato della domanda e dell'offerta. In Toscana, per esempio, il finocchio (produzione importante soprattutto sulla costa) ha mantenuto un prezzo lineare anche in queste settimane perché l'inverno mite ha consentito una produzione regolare che ha potuto sempre soddisfare le richieste dei consumatori. Le fragole invece fino agli inizi di aprile venivano raccolte, ma rimanevano invendute; a Pasqua, complice il bel tempo e la festa, si è registrato un boom di richieste e i prezzi, inevitabilmente, sono cresciuti del 20-30%, per poi tornare la settimana seguente a quotazioni ordinarie. Chi opera nel settore dell'ortofrutta, ricorda infine Tonioni, lavora “con orari indicibili” dalla mattina presto alla sera tardi, tra guadagni incerti e molti costi, e deve fare i conti con variabili, come il meteo, che possono distruggere in una sola notte con una gelata mesi di sacrifici. E' quello che accaduto quest'anno per albicocche susine e pesche nettarine: “Le gelate primaverili hanno azzerato la produzione sulla costa, nelle zone interne l'hanno ridotta del 50-70%."
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23/04/2020, 11:38 |
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La battaglia del prezzo del latte ovino. Gli allevatori sul piede di guerra. “I caseifici devono rispettare il prezzo di contratto” La soluzione indicata da Cia e Confagricoltura Toscana
Firenze, 24 aprile 2020 - Quella sul prezzo del latte ovino sarà una vera e propria battaglia. Da una parte i produttori che pretendono il rispetto del contratto e dall’altra i caseifici che chiedono una riduzione del prezzo litro, a seguito degli ingenti quantitativi di formaggio stoccato a causa del blocco da emergenza Covid, che impedisce loro di lavorare il nuovo latte. “Il comportamento dei caseifici è incomprensibile ed inaccettabile - spiegano i presidenti di Cia Toscana Luca Brunelli e Confagricoltura Toscana Marco Neri – scaricano sui produttori le proprie difficoltà ed inefficienze, i contratti vanno rispettati sempre. Qualora si intenda apportarvi delle modifiche si concordano con l’altra parte sottoscrittrice, procedere in maniera unilaterale è inaccettabile. Chiediamo alla Regione Toscana di farsi parte attiva, come già avviato, affinchè si ristabiliscano nella filiera ovicaprina condizioni sostenibili per tutte le componenti.”
I Presidenti Neri e Brunelli evidenziano che si sta parlando della produzione di latte di aprile e maggio, circa il 30% di quella annua. Consideriamo che l’intera filiera toscana dell’ovicaprino consta di 300mila capi che producono 45 milioni di litri di latte annuo per 40milioni di euro, materia prima per la produzione di 68mila quintali di formaggio pecorino toscano con un fatturato complessivo di 60/70 milioni di euro. Servono risorse adeguate che la Regione Toscana deve mettere in campo, ben oltre il 1,2 milioni di euro annunciati dall’Assessore Remaschi, per sostenere l’intera filiera, a partire dalla sopravvivenza degli allevatori. Il rischio vero - aggiungono - è quello di perdere la protezione della filiera e dunque la tenuta dell’intero comparto, considerato che gli allevatori hanno firmato contratti con i caseifici in cui il prezzo litro era stato fissato verso il reale costo di produzione.”
Oltre ad un auspicato intervento diretto verso gli allevatori, come anticipato dall’Assessore Remaschi, le due organizzazioni agricole sollecitano un intervento sull’intera filiera. Infatti hanno elaborato una proposta in cui è richiesta la sottoscrizione di un accordo di filiera vincolante di cui la Regione Toscana deve essere garante, tra gli allevatori, assistiti dalle rispettive organizzazioni, e i caseifici, il quale stabilisca che il prezzo del latte litro agli agricoltori sia mantenuto invariato e al contempo, mediante risorse regionali si dia un aiuto allo stoccaggio del prodotto e un rimborso spese al congelamento del latte, per distribuire nel tempo la produzione, oltre a declinare il principio solidaristico tra strutture che hanno eccedenze e quelle che invece hanno esigenze e disponibilità a lavorare il latte, previo un contributo regionale per i maggiori costi sostenuti. L’accordo dove altresì prevedere, mediante aste Agea per indigenti o altri interventi europei in materia, lo smaltimento dei quantitativi invenduti e stoccati del formaggio fresco, come già fatto per la DOP in scadenza. “Così facendo - ribadiscono i presidenti - l’impegno economico pubblico sarebbe destinato non solo al mondo della pastorizia ma anche come attività di assistenza alle fasce della popolazione indigente. Al contempo si consentirebbe di mantenere in funzione tutta la filiera, contribuendo alla ripresa del paese, con il latte che non viene buttato e una distribuzione equa dei sacrifici economici su tutti gli attori. Questa soluzione - concludono Cia e Confagricoltura Toscana -, che porterebbe a risolvere il problema latte ovino riducendo al minimo il danno economico generato dalla crisi sanitaria Covid19, è peraltro molto vicina a quanto proposto dal consorzio del pecorino Toscano all’assessore Remaschi.”
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28/04/2020, 10:33 |
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L’appello alla Regione Toscana Allarme ungulati nelle campagne, Confagricoltura Toscana: “Emergenza ha limitato il contenimento, colture a rischio”
Danni ingenti per gli agricoltori. Il presidente Neri: “Chiediamo la modifica dell’ordinanza per poter intensificare la caccia di selezione”
Firenze, 29 aprile 2020 - “Un disastro, gli ungulati stanno distruggendo indisturbati le nostre colture”. E’ l’allarme di Confagricoltura Toscana che chiede alla Regione Toscana un’azione urgente per il contenimento della fauna selvatica e la modifica dell’ordinanza regionale n.36 che in questo periodo di emergenza Covid-19 consente la caccia di selezione solo alla polizia provinciale e alle guardie venatorie volontarie. “Non bastano assolutamente - spiega il presidente Marco Neri - è necessario allargare il permesso anche ai cacciatori autorizzati secondo l’articolo 37 della l.r. 3/1994 e iscritti nel relativo registro per gli interventi a tutela delle produzioni agricole”
In Regione è stato già aperto un tavolo. “Siamo soddisfatti di questo confronto e di come la Regione abbia accolto le nostre proposte, ma ci auguriamo che alle parole seguano velocemente i fatti”
Germogli, soprattutto di vite, sono il pasto più prelibato per gli ungulati. Un capriolo, ad esempio, è in grado di mangiarne fino a 15 chili dal giorno, intaccando lo sviluppo futuro della pianta. Danni rilevanti anche nei boschi, con il rischio di distruggere e modificare pericolosamente la biodiversità e compromettere l’equilibrio del territorio.
La densità di popolazione di caprioli, daini e cinghiali è aumentata in modo preoccupante. “Difficile stimare i danni, ma di sicuro abbiamo superato ampiamente quelli dell’anno scorso”. Da qui l’appello di Confagricoltura: “E’ necessario intervenire subito ad ogni livello per far ripartire in maniera più incisiva e con tutti i mezzi a disposizione le azioni di contenimento”
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30/04/2020, 11:35 |
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