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Il vicepresidente di Confagricoltura Pistoia racconta il 2017: "Tanti eventi dedicati al verde"
Pistoia Capitale della Cultura, Mati (Distretto Vivaistico): “E' la nostra grande occasione per dare al settore il valore che merita”
Pistoia 5 gennaio 2017 - “Il 2017 è la grande occasione per tutto il nostro settore di rilanciarsi e essere finalmente accolto per l'importante e fondamentale contributo che è in grado di dare a tutta l'economia toscana” Lo afferma Francesco Mati, presidente del Distretto Vivaistico Pistoiese e vicepresidente di Confagricoltura Pistoia all'indomani dell'inaugurazione dell'anno di Pistoia Capitale della Cultura 2017.
Il Distretto sta organizzando una serie di iniziative legate alla 'Cultura del verde' per raccontare al meglio cosa avviene dietro la produzione delle piante. In questo ambito numerosi sono gli eventi inseriti all'interno del calendario ufficiale del Comune di Pistoia per tutto il 2017.
“Il vivaismo è fortemente legato alla città da secoli – spiega Mati – come ben espresso dall'Arazzo Millefiori esposto nell'ex Palazzo dei Vescovi e fra le principali attrazioni del 2017. Un'opera, realizzata in Fiandra, a Enghien, intorno al 1530, interamente restaurata che rappresenta le tipologie di piante coltivate nel nostro territorio così come la stessa esposizione, nella sede della Cassa di Risparmio, degli affreschi di Galileo Chini che celebrano la bellezza e l'armonia del vivaismo.”
Il 2017 vedrà il ritorno della nuova edizione della manifestazione di livello internazionale “Vestire il Paesaggio”, tre giorni di eventi e incontri dedicati al 'verde' con esperti del settore in arrivo da tutto il mondo. Ideata dalla Provincia di Pistoia con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e la Camera di Commercio, è l'appuntamento più atteso dagli addetti ai lavori per dialogare e confrontarsi sul presente e il futuro del vivaismo. “Una grande occasione – spiega Mati - eccezionalmente organizzata quest'anno, che servirà per incontrare e raccontare l'intera filiera di professionisti che ruotano attorno al mondo del verde 'pubblico' e 'privato', del paesaggio e dell'ambiente.”
“Inoltre – aggiunge il presidente del Distretto – sono in studio una serie di appuntamenti che hanno come obiettivo quello di far conoscere ogni sfaccettatura della nostra attività, cosa c'è dietro una pianta e dietro il lavoro di produzione. Organizzeremo visite guidate e escursioni a piedi e in bicicletta all'interno dei luoghi di coltivazione per mettere a tacere una volta per tutte quegli improbabili e falsi luoghi comuni che periodicamente si ripropongono su inquinamento e impermeabilità del suolo causati dall'attività vivaistica.”
Sul territorio pistoiese si contano 1.500 aziende impegnate nel settore, con 6.000 addetti e un indotto di ulteriori 6.000 unità. 500 milioni di fatturato e una Plv – produzione lorda vendibile - che vale un terzo del totale dell'economia toscana.
“Il 2017 – conclude Mati - potrebbe essere l'anno in cui finalmente l'opinione pubblica potrà comprendere il ruolo strategico ricoperto dal vivaismo e da tutta la filiera che ci gravita intorno. Soprattuto per quello che riguarda la salute pubblica: in un periodo in cui sono impressionanti i dati sulla mortalità dovuta a malattie cardio-circolatorie provocate dall'inquinamento, troviamo nelle nostre piante una alleato fondamentale per contrastare questo problema ed è anche per questo motivo che è arrivato il momento – il 2017 sarà un'opportunità irripetibile – di dare finalmente a questo settore il valore e l'importanza che merita.”
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05/01/2017, 12:41 |
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Allarme freddo, la preoccupazione di Confagricoltura Toscana “A rischio molti prodotti”
Firenze, 11 gennaio 2016 - “La bietola, le rape, i cardi, i finocchi e i carciofi sono tutti prodotti a forte rischio a causa delle basse temperature. Non possiamo raccoglierli perché congelati con una probabilità molto alta che quando il ghiaccio si scioglierà le piante non riusciranno a ripartire. Siamo preoccupati” E' quanto dichiarato da Antonio Tonioni, presidente delle sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana che fa il bilancio dopo l'ondata di gelo che ha investito tutto il territorio toscano.
“La frutta toscana non subirà alcun aumento di prezzi in quanto è già stata tutta raccolta ma la nostra preoccupazione è rivolta verso le verdure di stagione: ormai sono due settimane che nell'entroterra viaggiamo a temperature che puntualmente registrano fra i -5 e -6 gradi con punte di -8.
Sulla fascia costiera - conclude Tonioni - dove le temperature sono leggermente più elevate, la coltura non è ancora compromessa ma purtroppo, sempre a causa del ghiaccio che si presenta ogni mattina, l'avvio quotidiano della raccolta avviene con ritardo e questo causa la riduzione della disponibilità del prodotto che arriva quasi dimezzato sui banchi di vendita con prezzi quindi in aumento.”
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11/01/2017, 20:56 |
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Allarme lupi: Confagricoltura Toscana “Allevatori esasperati, serve una soluzione”
“In poco più di due anni la Regione ha investito milioni di euro per catturarne 10"
Firenze, 12 gennaio 2016 – “Come se non bastasse l'esercito di ungulati che ogni giorno distrugge i nostri campi, gli allevatori toscani sono costretti a fare i conti con un numero sempre più elevato di lupi e ibridi (lupo-cane) che prendono d'assalto gli allevamenti mettendo le nostre aziende in ginocchio. La situazione sta diventando paradossale, le imprese chiudono perché si trovano alla mercé delle scorribande di animali selvatici.” E' quanto dichiarato da Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana all'indomani di una nuova riunione preliminare in Regione Toscana, per presentare al Ministero le istanze degli agricoltori in merito al problemi dei lupi.
“Il Lupo rientra fra le specie protette – spiega Miari Fulcis – così come da regolamento dell'Unione Europea, ma è evidente che qui serve una soluzione. Ad oggi tutti i nostri allevatori che hanno subito un danno sono stati risarciti soltanto parzialmente e già sappiamo che i fondi regionali previsti per i risarcimenti non saranno sufficienti a coprire tutto il 2016. Il sistema evidentemente non è sostenibile se pensiamo soltanto che negli ultimi 30 mesi, con una spesa che si aggira intorno al milione di euro, sono stati catturati, per la loro identificazione, soltanto 10 esemplari di “ibrido” in tutta la Toscana.
Non possiamo permetterci - conclude Miari Fulcis - nelle condizioni in cui versa l'intera economia, di spendere le risorse in maniera così poco efficace e così vicina allo spreco. La Regione deve cominciare a farsi ascoltare nelle stanze del Ministero per chiedere a gran voce una revisione del Piano d’azione nazionale sulla conservazione del Lupo e prevedere così il contenimento mirato dell’ibridazione di una specie dannosa sia per il nostro lavoro, per l’ambiente e per il Lupo stesso”.
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12/01/2017, 16:30 |
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“Carta dei valori”, Confagricoltura Pistoia: “Traguardo importante per tutto il Distretto” Pistoia, 23 gennaio 2016 - “E' stato raggiunto un traguardo importante frutto di un lavoro di squadra che ha prodotto un risultato che avrà ricadute positive su tutto il territorio pistoiese”. E' quanto dichiarato da Edoardo Chiti, presidente di Confagricoltura Pistoia, che commenta così l'approvazione della “Carta dei Valori” del Distretto Vivaistico Pistoiese che detta i “principi e i valori che ispirano i comportamenti e l’agire di tutti i componenti”, di chi opera all'interno del Distretto. Comportamenti – si legge nella Carta – che devono ispirarsi ai principi di rispetto, al proprio interno e nei rapporti esterni, delle leggi vigenti, dei principi etici, dei rapporti commerciali basati su trasparenza, legalità e equità, rifiutando e condannando il ricorso a comportamenti illegittimi o comunque non coerenti con i principi enunciati nella Carta. “Confagricoltura – continua Chiti – è fiera di aver contribuito attivamente al raggiungimento di questo obiettivo che ha comportato un lavoro di oltre un anno. Possiamo parlare di un grande successo in termini di democrazia ed efficienza di tutto il Distretto che si è riunito intorno ad un tavolo a dialogare concretamente. Siamo convinti che sia solo un primo passo verso un nuovo percorso condiviso che porterà certamente il Distretto a ottenere risultati molto importanti.”
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23/01/2017, 18:46 |
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L’allarme di Confagricoltura Toscana: perse 20 mila tonnellate di prodotti all’anno Emergenza storni, danni per 4 milioni di euro all’agricoltura toscana Il presidente Miari Fulcis: “Interventi straordinari e più efficaci per una situazione non più sostenibile”
Firenze, 23 febbraio 2017 - 20 mila tonnellate di prodotti agricoli persi, per intendersi ben 700 autotreni colmi di uva, grano, semi, mele, ciliegie e altro. Un danno economico stimato in 4 milioni di euro l’anno. Confagricoltura Toscana fa i conti con i gravi problemi causati dai circa 5 milioni di storni che popolano, ormai in maniera stanziale, la Toscana. Li vediamo bene in città, soprattutto all’imbrunire, quando si muovono in migliaia in figure affascinanti. Ma la poesia finisce quando al loro passaggio lasciano campi distrutti e guano pericoloso. Confagricoltura Toscana lancia l’allarme. “Servono interventi straordinari per una situazione non più sostenibile per i nostri agricoltori - ha detto il presidente di Confagricoltura Toscana Francesco Miari Fulcis - Noi siamo disponibili al confronto, ma chiediamo che tutti, a partire dalla Regione Toscana, intervengano con strumenti più incisivi e efficaci. L’abbattimento programmato di 23 mila capi l’anno è assolutamente inefficace per una specie di uccello come lo storno che prolifica indisturbato in maniera incontrollata - la popolazione infatti tende a raddoppiare ogni due anni." Fino a 15 anni fa, gli storni arrivavano in Toscana in pochi e con la migrazione, ora invece sono diventati stanziali colonizzando tutto il territorio regionale. “E’ cambiato l’ecosistema della campagna toscana - aggiunge il presidente di Confagricoltura Toscana - Gli storni, con le cornacchie, altro flagello introdotto da errate scelte dei nostri amministratori pubblici negli anni passati, hanno scacciato o annientato specie animali più piccole, come i passeracei e i pettirossi, ormai quasi scomparsi, creando un grave squilibrio di fauna che incide ovviamente su quel delicato sistema che rende la nostra campagna uno dei luoghi più belli al mondo”. Ma si parla anche di danni organolettici ad una delle produzioni più importanti per la regione: il vino. “Lo storno quando mangia un chicco d’uva rovina irrimediabilmente tutto il grappolo - continua - modificandone il gusto e le proprietà” I danni non riguardano solo l’agricoltura e la biodiversità, ma anche l’attività zootecnica, soprattutto quando rischia di vedere compromessa la severa prassi igienica degli allevamenti. Problemi enormi anche al patrimonio artistico e edilizio, causato dal guano: ogni storno produce in media 7-9 grammi di deiezioni al giorno. “Servono strumenti diversi - conclude Miari Fulcis - E’ ormai palese che i dissuasori sono un inutile pagliativo , così come l’abbattimento programmato. E’ necessario aumentare le criticità nei posti in cui gli storni stanziano e si riproducono, spostandoli verso luoghi dove le risorse alimentari non favoriscono la loro proliferazione. Siamo disponibili a confrontarci e a trovare soluzioni condivise, l’importante è fare presto.”
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23/02/2017, 18:37 |
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Legge ungulati: Confagricoltura “Nessun miglioramento, legge insufficiente” Firenze, 23 febbraio 2017 - “Ci aspettavamo un numero di abbattimenti sicuramente superiore, in grado di rendere la legge obiettivo realmente capace di diminuire i danni alle nostre coltivazioni. Così non è e siamo sicuri che il numero di ungulati in Toscana sia anche aumentato” E' quanto dichiarato da Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana. “In Toscana per avere un nuovo equilibrio sono necessari almeno 250 mila abbattimenti annui – pari cioè al numero stimato di nascite – che è difficilmente paragonabile con quanto annunciato oggi dalla Regione. Vogliamo inoltre avere un quadro dettagliato area per area sugli abbattimenti perché in moltissime zone abbiamo registrato danni anche superiori al passato. Infine è opportuno ricordare che i danni ingenti provocati dagli ungulati in Italia, e tra questi non scordiamoci il flagello caprioli e cervi, non devono essere rimborsati in regime di “de minimis” in quanto la selvaggina non è di proprietà dell’agricoltore (come in tutta Europa) ma di proprietà di terzi che ne devono rispondere in toto! Gli agricoltori hanno quindi il sacrosanto diritto di essere rimborsati per il reale danno subito."
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23/02/2017, 21:21 |
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Allarme processionaria, Confagricoltura “Serve task force contro l’invasione”
Francesco Mati: “Serve contrastare l’emergenza con una risposta immediata per tutelare la salute dei cittadini e dei nostri animali domestici”
Firenze, 17 marzo 2017 - “E’ necessario istituire una task force per combattere l’invasione delle processionarie”. E' quanto auspicato da Francesco Mati, vicepresidente di Confagricoltura Pistoia e presidente del distretto vivaistico all'indomani della nuova epidemia che ha riguardato viale Guidoni a Firenze. “Intervenire contro il proliferare delle processionarie sulle conifere e nei giardini della nostra città è difficile e costoso. Per il privato infatti vi è l’obbligo di procedere con la disinfestazione, ricorrendo a professionisti in grado di eliminare i nidi del bruco. Si tratta di un problema che interessa gran parte del nostro territorio in periferia, nelle zone demaniali di pertinenza delle Province dove si trovano decine di piante infestate che non saranno trattate per carenza di fondi. Questo mancato intervento rischia così di vanificare gli sforzi dei cittadini e delle amministrazioni comunali, facendo tornare le processionarie in città dalle zone più periferiche. Se è impossibile contrastare il lepidottero nei boschi, serve fare tutto il necessario negli spazi di confine."
“I tempi per rispondere all’emergenza sono estremamente ristretti – continua Mati – negli ultimi anni, le soluzioni necessarie contro la recrudescenza di queste patologie sono state rallentate dalla lentezza della burocrazia. I tempi di intervento della pubblica amministrazione richiedono mesi di attesa, rendendo inutile qualsiasi iniziativa di contrasto al proliferare dei parassiti sulle piante degli spazi pubblici e privati. Il problema delle processionarie si manifesta molto velocemente e richiede quindi una risposta ed una soluzione decisa ed immediata. Per questo motivo, è necessario iniziare ad affrontare immediatamente il problema, iniziando a lavorare oggi per l’emergenza futura.”
“Nelle zone dove non interviene la disinfestazione, il rischio è che i bruchi completino il loro ciclo biologico, trasformandosi in farfalle pronte a depositare uova in tutte le conifere presenti nel raggio di molti chilometri.” Rischi che non riguardano solo le piante, come Mati sottolinea: “L’emergenza si aggrava a causa delle conseguenze derivanti dal contatto umano con il parassita. La peluria della processionaria è infatti altamente urticante ed in grado di provocare shock anafilattico e altre gravi patologi. La processonaria inoltre rappresenta un rischio mortale per i nostri animali domestici. Un cane che morde una processionaria rischia l'amputazione della lingua fino a procurarne il decesso. Anche per queste ragioni la necessità di una task force è sempre più urgente”.
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17/03/2017, 13:40 |
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Lavoro, Confagricoltura: “Siano attuati piani per la salvaguardia dell'occupazione. La Regione deve fare di più” Il presidente Miari Fulcis è intervenuto alla Conferenza Regionale dell'Agricoltura
Lucca, 6 aprile 2017 - “L’occupazione nelle aziende agricole non è stata finora al centro dell’interesse del piano di sviluppo regionale, così come la burocratizzazione esasperata, a cui sembra non si possa porre rimedio, che rischia di costringere le aziende a dirottare su una semplificazione colturale che porta però ad una banalizzazione del paesaggio. La Regione deve avviare un cambio di rotta se vuole davvero – come sostiene – garantire la sopravvivenza delle Fattorie che oggi mantengono il territorio toscano, mosaico di bellezza conosciuto in tutto il mondo”. Sono le parole di Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana nel corso del suo intervento alla Conferenza regionale dell’Agricoltura toscana organizzata a Lucca. “Stiamo affrontando in molti settori una crisi senza precedenti ma nonostante questo gli agricoltori con la loro attività restano i primi ambasciatori del 'Made in Tuscany'. Nonostante questo siamo ancora lontani da attuare politiche in grado di attirare risorse finanziarie dal resto del mondo. Non si risolvono i problemi organizzando qualche mercatino di periferia al grido di 'Km zero' senza peraltro aver capito ancora che il Km zero deve essere per il cliente che riceve a casa o in prossimità di questa, magari a Aukland, i migliori nostri prodotti e non viceversa. Miari Fulcis è poi tornato ad affrontare il tema degli ungulati. “E' paradossale – ha spiegato – che mentre siamo a ragionare su questioni di macro-economia e su come mettere in sicurezza il nostro settore, le aziende si trovano ancora alla mercé di scorribande di ungulati: cinghiali, caprioli, cervi e predatori –lupo in primis - ma anche corvidi in genere, tutti selvatici in grande crescita numerica, che stanno letteralmente distruggendo le nostre produzioni e di i nostri paesaggi e la piccola fauna tipica delle nostre colline. E i danni chi li paga? Al momento Solo piccoli tardivi acconti. Ma gli agricoltori non vogliono vivere di rimborso danni, vogliono investire e produrre qualità da portare in tutto il mondo.”
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07/04/2017, 7:02 |
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Agricoltura, cresce l'export toscano: +4,5% Confagricoltura "bisogna investire nel lavoro e nell'innovazione per migliorare la competitività"
Firenze, 13 aprile 2017 – Cresce l'export dell'agricoltura toscana. Secondo i dati Istat rielaborati dal Centro Studi di Confagricoltura nel 2016 si è registrato un incremento delle vendite dei prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca per un valore di 277 milioni di euro rispetto ai 265 milioni registrati nel 2015. Un dato che quindi rispetta il trend di crescita registrato nell'ultimo triennio considerato che, nel 2014, l'export faceva segnare un valore di 261 milioni. Per quanto riguarda l'industria agroalimentare nel suo complesso l'incremento è ancora più netto: dal 2014 al 2016 si è registrato un +20% “Questi dati – spiega Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana - ci dimostrano come la Toscana sia un territorio vivo che riesce a produrre eccellenze grazie al lavoro combinato di tutta la filiera rendendo i nostri prodotti ambiti a livello internazionale. Al tempo stesso non dobbiamo dimenticare l'importanza di investire nell'innovazione che permette di continuare alle nostre aziende Agricole ad essere competitive e di presentarsi al meglio nei mercati esteri. Da questo punto di vista la Regione Toscana deve contribuire alla crescita valorizzando e promuovendo l'occupazione nelle fattorie, rendendo semplici i processi di crescita e veloci gli atti di ammodernamento perché sarà proprio su questi temi che si basa la sfida dei prossimi 10-15 anni.”
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13/04/2017, 13:37 |
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La presidente Saba: “No a strumentalizzazioni, i nostri animali non subiscono accanimenti” Agnelli pasquali, Confagricoltura: “Nessun massacro, le pecore crescono libere” L’invito degli allevatori: “Venite a visitare i nostri pascoli, non abbiamo allevamenti intensivi”
Firenze, 14 aprile 2017 - “Non c’è nessun massacro pasquale. Gli agnelli che arrivano sulle nostre tavole crescono liberi negli allevamenti toscani, concentrati soprattutto in Maremma. Venite a visitare i nostri allevamenti, vi accorgerete che la produzione non è assolutamente intensiva, la pecora nasce brada e tale rimane, pascola all’aperto e in libertà, e rientra in stalla soltanto per l’ora della mungitura e per trascorrere la notte”. Sono le parole di Angela Saba, presidente della Sezione di Prodotto Ovicaprino di Confagricoltura Toscana, in risposta al dibattito sugli agnelli pasquali. “Rispettiamo la libera scelta dei vegetariani o dei vegani, ma dobbiamo evitare facili strumentalizzazioni sulla questione perché non siamo di fronte ad alcun massacro, almeno in Toscana, come invece qualcuno vuol farci credere”. Saba assicura: “L’agnello che arriva sulle nostre tavola non ha subìto sofferenze o accanimenti. Nei nostri pascoli crescono liberi, poi il commerciante li ritira vivi. Vengono storditi come previsto dalla legislazione in materia e l’animale non si accorge praticamente di nulla, poi a quel punto viene macellato”.
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14/04/2017, 15:32 |
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