Frutta: “In Toscana la migliore produzione degli ultimi 10 anni”
Tonioni “I toscani preferiscono il prodotto toscano" Domanda interna +20% in due anni
Firenze, 7 ottobre 2016 – La produzione frutticola del 2016 è stata sicuramente la migliore degli ultimi 10 anni con un rapporto eccellente fra qualità e quantità.” Lo afferma Antonio Tonioni, presidente della sezione prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana che fa il bilancio dopo la conclusione della stagione estiva.
Secondo le stime di Confagricoltura la produzione è aumentata del 5% rispetto al 2015 ma ciò che rende la produzione 2016 eccellente è sicuramente la qualità grazie, spiega Tonioni, “ad un andamento climatico molto variegato che ha permesso di raggiungere il massimo livello qualitativo organolettico della frutta. In particolare dobbiamo ringraziare una continua escursione termica che corrisponde ad un aumento del grado zuccherino e della colorazione. Caratteristiche fondamentali per il prodotto.”
In Toscana la superficie odierna destinata al settore frutticolo è di 2.500 ettari con un valore medio della produzione di 300 quintali/ettaro che corrisponde ad un valore economico di circa 40 milioni di euro.
Per quanto riguarda la tipologia di raccolto la mela resta la produzione regionale più importante con 750 mila quintali annui, segue la pesca – pesca noce con 150 mila quintali e la pera con 100 mila quintali di produzione all'anno.
“Ciò che vogliamo sottolineare – spiega Tonioni – è l'incredibile aumento della domanda interna che abbiamo registrato negli ultimi due anni. Si tratta di un aumento del 20% registrato in particolare grazie all'attenzione da parte della grande distribuzione che sceglie sempre di più un prodotto locale. Segno che le campagne di sensibilizzazione sul valore del km 0 stanno funzionando e il consumatore è sempre più attento alle proprie scelte.”
Caccia, Confagricoltura contro lo sciopero dei cacciatori: “Per noi perdite incalcolabili: riconsegnate i tesserini” In Mugello sospeso per protesta l’abbattimento di daini e mufloni, ma i danni ai campi e alle coltivazioni aumentano di anno in anno
Firenze, 17 ottobre 2016 - “Se non volete cacciare, riconsegnate i tesserini”. E’ categorico il presidente di Confagricoltura Toscana, Francesco Miari Fulcis, contro la decisione a sorpresa dei cacciatori di scioperare per un mese e dire così no all’abbattimento selettivo e programmato di daini e mufloni, che tanti danni provocano ai campi e alle coltivazioni in quasi tutta la regione. Il Presidente di Confagricoltura Toscana commenta così le notizie apprese dalla stampa secondo cui, nel Mugello, a Firenzuola, gli iscritti alla caccia di selezione al daino e al muflone si sarebbero riuniti in assemblea e avrebbero deciso di sospendere per tutto il mese di ottobre l’attività venatoria di selezione. Una protesta senza precedenti contro la legge venatoria della Regione Toscana, il cui obiettivo è garantire un equilibrio tra le specie e preservare il lavoro degli agricoltori. “I danni all’agricoltura causati da un sovrappopolamento di alcune specie animali stanno diventando incalcolabili e, cosa ancora più grave, stanno aumentando di anno in anno - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura - E’ necessario che ognuno faccia la sua parte, per il ruolo che gli compete, e si adegui alle nuove circostanze sempre nel rispetto delle regole e del lavoro altrui. Azioni spettacolari come lo sciopero dei fucili non hanno alcun effetto concreto se non quello di provocare ulteriori perdite agli agricoltori e danneggiare l’ecosistema toscano”.
Martedì 25 ottobre alle 11.30 al casello Valdichiana della A1, a Bettolle (Si), manifestazione con bara, banda musicale e corteo di trattori per protestare contro l'attuale situazione di crisi. L'iniziativa è stata da promossa da Confagricoltura, Cia, Apima e Cooperative Funerale per il grano, il caro estinto dell'agricoltura italiana Luca Ginestrini vicedirettore di Confagricoltura Arezzo «Si tratta di una manifestazione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle difficoltà che il grano italiano incontra a causa della ormai insostenibile contrazione dei prezzi. È n modo per dare voce alle nostre disperate richieste»
Bara, banda per intonare marce funebri, corteo con i trattori. Per manifestare la morte del grano italiano, gli agricoltori del Centro Italia si sono dati appuntamento martedì 25 ottobre alle 11,30 al casello A1 Valdichiana-a Bettolle (Si). «Si tratta - spiega Luca Ginestrini vicedirettore di Confagricoltura Arezzo - di una manifestazione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle difficoltà che il grano italiano incontra a causa della ormai insostenibile contrazione dei prezzi. Si tratta di un modo per dare voce alle nostre disperate richieste». L'iniziativa è stata da promossa da Confagricoltura, Cia, Apima e Cooperative. Parteciperanno alla protesta, che vedrà i trattori invadere la zona dalle 8,30 alle 14, e alla cerimonia funebre gli agricoltori di Toscana, Umbria, Abruzzo e Lazio. «I produttori di grano continuano ad essere oggetto di un’azione speculativa senza precedenti. Le aziende sono fortemente indebitate e minacciano lo stop delle semine», continua Ginestrini. «Vogliamo misure urgenti e concrete per difendere la cerealicoltura italiana. Rivendichiamo il giusto valore al prodotto Made in Italy e la valorizzazione delle filiere virtuose e della loro completa tracciabilità».
Filiera tutta italiana di grano e pasta, c'è spazio per il 100% italiano. Alla base della protesta, la richiesta di tracciabilità e indicazione dell’origine del frumento duro. Come sostiene Confagricoltura, la valorizzazione dell’origine del grano duro, come ingrediente primario della pasta, è un’esigenza largamente condivisa dalla componente agricola della filiera, che trova disponibile anche parte dell’industria molitoria (convinta che ci possa essere spazio per valorizzare semola e farina di grano duro “100% Italiano”). Meno disponibili i pastifici, che tuttavia potrebbero produrre proprie linee di pasta con grano duro “100% Italiano” se tale prodotto fosse poi adeguatamente valorizzato dalla Gdo presso il consumatore finale. Per Confagricotura e Ginestrini, «il problema è quindi quello di fare in modo che l’attestazione dell’origine italiana attibuisca al grano duro più valore aggiunto mantenendolo nei vari passaggi all’interno della filiera e fino alla vendita al dettaglio». Quello che occorre è l’adozione di un sistema di tracciabilità “dal campo allo scaffale” per attestare l’origine italiana del frumento duro e l'approvazione di una norma che renda obbligatoria l’indicazione dell’origine del frumento duro sulle confezioni di pasta. La produzione. Dai dati Istat e Confagricoltura, l'Italia produce mediamente 4 milioni di tonnellate di grano duro, abbiamo un consumo interno di 3 milioni di tonnellate e ne importiamo 2,5 milioni di tonnellate. L'export, di granella e prodotti trasformati come la pasta, ha un volume di 3,5 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda il grano tenero, l'Italia ha una produzione di 3 milioni di tonnellate per un consumo 7,3 milioni di tonnellate. Le importazioni pesano per 4,5 milioni di tonnellate, poco l'export 200mila tonnellate.
Al casello Valdichiana della A1, a Bettolle (Si), con bara, banda musicale e corteo di trattori. L'iniziativa è stata promossa da Confagricoltura, Cia, Apima e Cooperative
"Il grano è morto" grande partecipazione stamani per la manifestazione di protesta degli agricoltori Giansanti (Confagricoltura): “Serve un nuovo patto fra agricoltori e industria” Arezzo, 25 ottobre 2016 – “Il grano è morto” sotto il peso della concorrenza e delle riduzioni di prezzo e per questo motivo stamani centinaia di agricoltori si sono riuniti al casello A1 Valdichiana-Bettolle, in provincia di Siena, per mettere in scena il funerale di un prodotto che “deve essere tutelato perché rischia di scomparire.” La protesta, con tanto di marcia funebre, carro e bara, è stata promossa da Confagricoltura, Cia, Apima e Cooperative, in rappresentanza degli agricoltori di Toscana, Umbria, Abruzzo e Lazio e ha visto la partecipazione di numerosi sindaci e istituzioni del territorio. “E’ un grido di allarme contro una situazione che rischia di mettere in ginocchio i produttori locali, già fortemente indebitati, con conseguenze disastrose per l’economia nazionale - spiega il direttore di Confagricoltura Arezzo, Gianluca Ghini, presente stamani alla manifestazione - Il nostro grano subisce senza alcuna difesa i colpi di una speculazione e di una concorrenza spietate”. Tutta la filiera di grano e pasta, secondo Confagricoltura, può essere italiana. “Lo spazio per una produzione 100% italiana c’è - continua Ghini - ma è necessario che l’attestazione di origine sia chiara in ogni singolo passaggio, dal campo allo scaffale, con indicazione obbligatoria sulle confezioni di pasta”. Un cambiamento apprezzato dall’industria molitoria e che potrebbe diventare conveniente anche per i pastifici, se il prodotto totalmente made in Italy fosse poi valorizzato adeguatamente dalla grande distribuzione. I numeri Istat e di Confagricoltura fotografano la realtà italiana. A fronte di una produzione nazionale di 4 milioni di tonnellate di grano duro, gli italiani ne consumano 3 tonnellate e le importazioni sono di 2,5 milioni. Invece le esportazioni, di granella e prodotti trasformati come la pasta, ammontano a 3,5 milioni di tonnellate. Altro discorso per il grano tenero, l’Italia ne consuma 7,3 milioni di tonnellate e la produzione è di 3 milioni. 4,5 milioni di tonnellate importate contro l'export di appena 200mila tonnellate. “Oggi abbiamo celebrato il funerale del grano duro. Purtroppo - ha dichiarato Massimiliano Giansanti, vicepresidente nazionale di Confagricoltura, presente stamani alla manifestazione - l'andamento dei mercati mette in profonda crisi i nostri cerealicoltori del centro e sud Italia costretti a fare i conti un'economia dove le perdite accumulate nella coltivazione di questo prodotto sono superiori ai ricavi. Speriamo che questo momento possa passare velocemente perché stiamo vivendo il paradosso che oggi un agricoltore dà da mangiare a 200 italiani ma 200 italiani non riescono a dar da mangiare all'agricoltore. Questo non possiamo più permettercelo quindi è necessario oggi più che mai che la filiera del grano duro in Italia possa ritrovarsi intorno ad un progetto unitario che possa vedere gli imprenditori agricoli protagonisti al pari del settore dell'industria, come già ribadito nel recente convegno a Milano presso Aidepi. Ci auguriamo che con la costituzione della Cun, la Commissione Unica Nazionale, il ruolo della produzione primaria possa avere un adeguato riconoscimento in termini di prezzo nella valorizzazione del grano duro.”
Caporalato, Confagricoltura Toscana: “Il protocollo sia strumento di prevenzione”
Firenze, 26 ottobre 2016 - “Il protocollo sul Caporalato sia uno strumento di prevenzione in grado di consentire, attraverso un'azione di monitoraggio, modifiche alla legge nazionale che presenta ancora criticità rilevanti”. E' l'auspicio di Confagricoltura Toscana che ieri, con il direttore Marco Mentessi, ha firmato il protocollo d’intesa promosso dalla Regione Toscana per contrastare sfruttamento e illegalità in agricoltura. “Siamo convinti – ha dichiarato Mentessi – che la Toscana abbia un tessuto agricolo imprenditoriale sano che per questo motivo deve essere tutelato anche attraverso la valorizzazione del lavoro qualificato e stabile presente nelle nostre aziende. Questo accordo potrà quindi essere utile a raccogliere le osservazioni per modificare il testo nazionale e incrementare le garanzie ed il valore per le aziende e per i lavoratori. In primis la creazione di un albo di soggetti che forniscono servizi agli agricoltori composto da un elenco pienamente affidabile sotto ogni punto di vista. Gli agricoltori devono essere messi in grado di operare delle scelte sull'affidamento di servizi in piena sicurezza e senza correre rischi.”
LA MISS ITALIA DELLE MUCCHE E’ DELL’AZIENDA TOCCHI E SI CHIAMA KRISTEN. ALLA MOSTRA NAZIONALE DELLA FRISONA SECONDO POSTO DELLA CATEGORIA 9-12 MESI PER ADELIA, DISCENDENTI DELLA PLURIPREMIATA AMYLY
La Miss Italia delle mucche è Kristen, della azienda Tocchi di Grosseto che si conferma ai vertici nazionali e mondiali della zootecnia, arrivando a vincere il campionato italiano per le manze da 18 a 21 mesi e ottenendo un secondo posto per quelle da 9 a 12 mesi. Il titolo è stato assegnato a Cremona nel contesto della 71° fiera internazionale del bovino da Latte, l’unica manifestazione fieristica in Italia specializzata sulla zootecnia da latte, e uno dei 3 più importanti appuntamenti al mondo per il settore. Oltre all’esposizione dei migliori marchi internazionali di attrezzature e servizi per la zootecnia da latte e l’agricoltura, ogni anno viene ospitata la Mostra Nazionale di Razza Frisona, che ha visto la partecipazione di oltre 400 tra i migliori esemplari. La campionessa italiana si chiama Toc Farm Kingboy Kristen, mentre la seconda della categoria 9-12 mesi è Toca Farm Atwood Adelia. Diciamo che in generale l’azienda guidata da Attilio Tocchi ha ottenuto ottimi piazzamenti con tutti i 10 soggetti che ha presentato alla mostra nazionale, tra cui spiccano il primo e il secondo posto di Kristen e Adelia. Ma ciò che avvalora di più il lavoro dell’azienda maremmana è il fatto che i due soggetti siano discendono dalla famosissima campionessa mondiale e pluricampionessa italiana, Amyly, dimostrando che l’importante ramo di selezione della famiglia continua a mietere successi a conferma dell’ottimo lavoro a livello mondiale di questa linea di sangue.
Al via il progetto ‘AGRIPSI’, promosso dai giovani di ANGA-Confagricoltura e l'Istituto Sant'Anna di Pisa con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Agricoltura: 250 bambini saranno i 'protagonisti' dello studio che valuta gli effetti benefici del paesaggio sul benessere psicofisico Appuntamento il 7, 9 e 21 novembre alla Fattoria di Maiano
Firenze, 4 novembre 2016 - Il paesaggio toscano fa bene alla mente e alla salute. E’ quanto vuole dimostrare il primo studio scientifico pluridisciplinare sugli effetti che l’agricoltura toscana e i suoi paesaggi hanno sul benessere delle persone. A partecipare a questa esperienza saranno ben 250 bambini trai 6 e i 10 anni degli Istituti Serve di Maria Ss Addolorata di Firenze che trascorreranno una giornata alla Fattoria di Maiano, tra passeggiate didattiche e lezioni. Il progetto si chiama AGRIPSI ed è promosso dall’associazione di giovani agricoltori di Confagricoltura ANGA Toscana, da psicologi di PER Lab, spinoff dell'Università di Firenze, e da studiosi di diritto agrario della Scuola Superiore Sant'Anna, realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. I bambini, divisi in tre gruppi per età, trascorreranno le giornate del 7, del 9 e del 21 novembre tra gli animali della Fattoria e il verde dei 60 ettari del Parco botanico di Maiano, sempre seguiti da psicologi. Il metodo applicato è chiamato RULER, ed è stato sviluppato dalla Yale University. Le attività che verranno proposte dagli psicologi permetteranno di rilevare l'impatto che il paesaggio agricolo e il tour presso la fattoria avranno sul vissuto emotivo dei bambini. Lo strumento usato si chiama Mood Meter: un diagramma colorato che permette di identificare lo stato emotivo attraverso i livelli di piacevolezza ed energia delle emozioni. “Con il progetto organizzato da noi giovani, insieme ai giovanissimi alunni delle scuole, AGRIPSI - dichiara Clemente Pellegrini, presidente di Anga Toscana - emerge con chiarezza il ruolo sociale dell’agricoltura. Vogliamo rendere scientificamente misurabili gli effetti positivi della natura e quantificare la relazione tra il paesaggio coltivato, disegnato e mutevole, e il benessere psicologico, partendo proprio delle sensazioni dei bambini”. Il progetto, secondo Anga Toscana, ha anche l’obiettivo di valorizzare il territorio toscano nel binomio “Intelligenza Emotiva & Agricoltura sociale”. “Attraverso la normativa sull'Agricoltura Sociale, che divulgheremo ai nostri associati con l'aiuto della Scuola Superiore Sant'Anna, vogliamo aumentare le capacità multifunzionali delle aziende - continua Pellegrini - che potranno fare impresa valorizzando proprio il paesaggio coltivato, che loro stesse hanno contribuito a disegnare e rendere unico al mondo. Le aziende agricole sono un patrimonio di tutti, come sottolineato bene dalla nuova normativa sull’agricoltura sociale, e la sostenibilità del settore, mai così a rischio, deve essere una priorità politica e civile. Inoltre l’emozione del bello scaturita dal paesaggio coltivato fa anche bene: vogliamo far capire come. E’ un grande regalo che l’agricoltura toscana fa alla collettività”
Olio, meno quantità e più qualità: nel 2016 la produzione cala del 40%
Il presidente di Confagricoltura Toscana, Miari Fulcis: “Prodotto ottimo, nonostante l’attacco della mosca olearia”
Firenze, 7 novembre 2016 - Olio di qualità, ma non abbondante. La produzione 2016 in Toscana registra infatti un calo del 40%, con punte anche del 50% in alcune zone della regione. Colpa della mosca olearia, che anche quest’anno ha fatto la sua comparsa, e del clima poco favorevole, che alternando periodi di siccità a piogge abbondanti, ha danneggiato quello che poteva essere un grande raccolto. “La qualità non è assolutamente intaccata, abbiamo un olio ottimo - dichiara il presidente di Confagricoltura Toscana, Francesco Miari Fulcis, — Merito dei nostri produttori, molto preparati, che hanno saputo affrontare al meglio l’attacco della mosca e preservare il raccolto. Non abbiamo ripetuto un altro 2014” La produzione toscana di quest’anno si ferma a 130 mila quintali, un calo in linea con l’andamento nazionale che quest’anno si avvicina addirittura al suo minimo storico: poco meno di 3 milioni di quintali, con un calo medio del 38%. “Il prezzo di quest’anno non dovrebbe scendere al di sotto dei 14 euro a litro - continua Miari Fulcis - Le rese sono state tutt’altro che alte. Abbiamo avuto temperature molto miti che hanno favorito il proliferarsi del parassita. Più della metà degli olivi in Toscana ne sono stati intaccati, ma siamo riusciti ad evitare il peggio.”
Terminate le prime due giornate del progetto ‘AGRIPSI’, promosso dai giovani di ANGA-Confagricoltura e l'Istituto Sant'Anna di Pisa con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Agricoltura: "Il paesaggio toscano aiuta a crescere meglio" 250 bambini sono i 'protagonisti' dello studio che valuta gli effetti benefici del paesaggio sul benessere psicofisico Ultimo appuntamento il 21 novembre alla Fattoria di Maiano
Firenze, 9 novembre 2016 - Si sono conclusi oggi i primi due appuntamenti alla Fattoria di Maiano di Firenze con il progetto AGRIPSI, il primo studio scientifico pluridisciplinare sugli effetti che l’agricoltura toscana e i suoi paesaggi hanno sul benessere delle persone. A partecipare a questa esperienza sono stati ben 250 bambini tra i 6 e i 10 anni degli Istituti Serve di Maria Ss Addolorata di Firenze e Campi Bisenzio che hanno trascorso due mattinate alla Fattoria di Maiano, tra passeggiate didattiche e lezioni. Il progetto è promosso dall’associazione di giovani agricoltori di Confagricoltura ANGA Toscana, da psicologi di PER Lab, spinoff dell'Università di Firenze, e da studiosi di diritto agrario della Scuola Superiore Sant'Anna, realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. I bambini, divisi in tre gruppi per età, torneranno a Maiano per l'ultimo incontro il prossimo 21 novembre tra gli animali della Fattoria e il verde dei 60 ettari del Parco botanico di Maiano, sempre seguiti da psicologi. Il metodo applicato è chiamato RULER, ed è stato sviluppato dalla Yale University. Le attività che verranno proposte dagli psicologi permetteranno di rilevare l'impatto che il paesaggio agricolo e il tour presso la fattoria avranno sul vissuto emotivo dei bambini. Lo strumento usato si chiama Mood Meter: un diagramma colorato che permette di identificare lo stato emotivo attraverso i livelli di piacevolezza ed energia delle emozioni. "Due Giorni a Maiano. Due giorni in una fattoria splendida. E non abbiamo ancora finito. Sono emozionato - dichiara Clemente Pellegrini, presidente di Anga Toscana - perché la reazione dei bambini degli Istituti Suore Serve di Maria Addolorata di Firenze e Campi Bisenzio è fortissima e dà tantissima energia. La nuova normativa sull'agricoltura sociale apre le porte delle imprese agricole non solo a loro, ma anche a persone sotto regime detentivo e ai diversamente abili. Per trasformare ciò che troppo buonismo ideologico ha considerato un fardello da immobilizzare attraverso assistenzialismo, in una risorsa vera, per le aziende e per se stessi. AgriPsi coinvolge tanti soggetti ed è per me l'occasione per fare una grande operazione verità sulla nostra agricoltura che mi piacerebbe chiamare AGRICULTURA, e i cui paesaggi sono creati dalle forbici nostre e dei nostri operai specializzati, e non dalle centinaia di ore di burocrazia cui siamo costretti. Da questi paesaggi possiamo, adesso, fare impresa con un'importante ricaduta sociale. La Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa - conclude Pellegrini - ci aiuterà nel diffondere alle Giovani Aziende di Confagricoltura le potenzialità della nuova normativa, e magari ci aiuterà a proporne degli emendamenti migliorativi mentre i giovani psicologi di Per Lab, mediante un innovativo metodo della Yale University, monitorano l'effetto dell'esposizione degli alunni al dolce paesaggio coltivato toscano. Niente di ciò sarebbe stato possibile senza il supporto dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze che, ancora una volta, si è confermata essere estremamente sensibile allo sviluppo dell'economia reale del territorio."
A Pistoia oltre 6 mila occupati per un fatturato di circa mezzo miliardo di euro
LEGGE DI BILANCIO, MATI (FLOROVIVAISTI CONFAGRICOLTURA): “DEFISCALIZZARE IL VERDE PRIVATO. UN SETTORE VITALE CHE DÀ OCCUPAZIONE, RILANCIA L’INDOTTO E COMBATTE LO SMOG”
“Per rilanciare il settore del florovivaismo e far emergere l’economia sommersa del settore occorre defiscalizzare il verde privato. Sollecitiamo con forza a Governo e Parlamento di prevedere una norma in tal senso nella Legge di Bilancio. Occorre porre le aziende nelle condizioni di non perdere ulteriormente fatturato, di poter ancora pagare gli stipendi a 150 mila dipendenti e consentire all’indotto di continuare ad operare”. Lo ha chiesto con forza il presidente della Federazione Nazionale di Prodotto del Florovivaismo di Confagricoltura e presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Mati che ha ricordato come, con la crisi dell’edilizia, siano “crollate vertiginosamente, in alcuni casi sfiorando il 40%, le commesse per la realizzazione di aree verdi private”.
“Le piante – ha proseguito il rappresentante dei florovivaisti di Confagricoltura - hanno una straordinaria funzione di assorbire gli agenti inquinanti come lo smog e le PM10 che ogni anno sono responsabili di almeno 800 morti, solo per la città di Milano. Incrementare le aree verdi significa quindi avere città meno inquinate, più vivibili e anche migliori dal punto di vista estetico. E di tutto ciò ci guadagna per prima la nostra salute”.
Quindi sul lavoro sommerso: “Spesso i vivaisti si trovano a dover lottare contro i mulini a vento davanti a ‘colleghi abusivi’ che si insinuano nel mercato senza rispettare le regole più basilari come i dipendenti in regola, il rispetto della legge 81 sulla sicurezza in ambienti di lavoro ma anche, e non ultimo, senza alcuna conoscenza delle piante e di come vanno curate e potate. A subire i danni maggiori da questa situazione sono le aziende florovivaistiche che, invece, lavorano con professionalità e nel rispetto delle leggi”.
"Il vivaismo pistoiese e toscano, attore primario in Europa, vede in queste manovre una grande opportunità per far ripartire il mercato interno che solo a Pistoia vede impegnate oltre 1.300 aziende il cui fatturato, di circa 500 milioni di euro, rappresenta in Toscana un terzo della PLV (Produzione Lorda Vendibile) agricola. Pistoia occupa da sola circa 6 mila addetti ai lavori che raggiungono circa le 10 mila unità, se aggiungiamo l'indotto. Apprezziamo - conclude Mati - e ringraziamo per l'impegno e la serietà dimostrata dagli onorevoli Edoardo Fanucci e Caterina Bini nell'aiutarci a perseguire i nostri obiettivi."