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Confagricoltura 
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COMUNICATO STAMPA
AGRINSIEME
Coordinamento del Lazio

Aci Agroalimentare Lazio
Confagricoltura Lazio
Cia Lazio

TAVOLO AGROALIMENTARE DEL LAZIO:

Si è svolto ieri presso l’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio il tavolo dell’Agroalimentare del Lazio per l’esame delle linee strategiche della proposta finale del nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014 -2020 per la Regione Lazio; Programma la cui proposta definitiva verrà formalizzata ed approvata il prossimo 1 Luglio 2014 in occasione del tavolo di partenariato già convocato presso il Consiglio regionale del Lazio.

E’ stato quello di ieri un tavolo di confronto, organizzato dall’assessore all’Agricoltura Sonia Ricci, che ha visto protagoniste le associazioni imprenditoriali agricole ( ACI agroalimentare Lazio, Confagricoltura Lazio, Cia Lazio) riunite sotto la sigla di Agrinsieme Lazio che hanno riconosciuto la qualità, la tempestività e l’efficacia della proposta illustrataci. Confronto quello di ieri che costituisce una delle tappe fondamentali per l’approvazione del Psr 2014-2020, che fa parte del Piano decennale per la crescita sviluppato dall’Unione Europea, la strategia Europa 2020.

Nel corso della riunione, sono state definite e condivise, da Agrinsieme Lazio, le linee strategiche per il futuro dell’agricoltura per i prossimi sette anni. Un’idea di futuro sulla quale dobbiamo impegnare tutte le nostre energie. Perché l’agricoltura diventa una sfida di competitività, di qualità, di sostenibilità: una sfida per lo sviluppo della nostra regione e del nostro Paese; con un’ agricoltura capace di dialogare con i mercati e che quindi sappia affrontare in termini progettuali, in particolare i temi organizzativi dell’integrazione di filiera attraverso la costituzione ed implementazione di adeguate AOP Cooperative, sfruttando le opportunità derivanti dalla specifica misura che è stata inserita in questa nuova programmazione.

Una nuova programmazione, snellita nelle procedure di accesso che sappia “liberare il campo” dai tanti orpelli burocratici che sino ad oggi hanno frenato lo sviluppo delle Imprese agricole della nostra Regione.

Una nuova Programmazione che sappia valorizzare i suoi prodotti e i territori con le loro tradizioni; dove l’impresa agricola possa accedere a servizi migliori, fruire di piattaforme della conoscenza più calibrate sui suoi bisogni, che possa investire sul suo futuro con un rinnovato sistema di garanzie che dia la possibilità di accedere al credito per i necessari investimenti; E’ inoltre apprezzabile la scelta di politiche che investano realmente sulle giovani generazioni, offrendo risorse e servizi adeguati, attraverso la scelta di semplificare ulteriormente la erogazione delle risorse da destinare ai giovani imprenditori agricoli, attivi nei passaggi generazionali o nella costituzione delle start-up agricole del Lazio, con la previsione di un premio d’insediamento semplificato nelle procedure attuative, rispetto alla attuale programmazione ”.

Condividiamo quindi l’impianto complessivo della proposta presentataci che prevede che la finalizzazione delle risorse economiche che l’Europa mette a disposizione venga prioritariamente orientata a rendere fortemente competitivo il settore agroalimentare della nostra regione ed a creare nuove e maggiori opportunità di lavoro per i giovani. In questa prospettiva, il credito alle imprese agricole è indiscutibilmente una scelta fondamentale.

Roma, 27 giugno 2014

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27/06/2014, 15:13
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Alimentare, in Toscana cresce il consumo di frutta: +8%
Confagricoltura: “Annata eccezionale anche per la qualità”

Firenze, 23 febbraio 2016 – Cresce il consumo di frutta in Toscana. Secondo le stime di Confagricoltura infatti nel 2015 si è assistito ad un aumento dell’8% rispetto al 2014. Complice di questo risultato l’altissimo livello qualitativo proposto grazie a condizioni climatiche ottimali che hanno reso il 2015 un anno particolarmente favorevole per tutte le colture toscane.

In Toscana sono presenti 2 mila ettari dedicati alla coltivazione di frutta, di questi 1.300 sono dedicate alla coltivazione di mele. Il 60% della produzione totale avviene in Valdichiana dove i 2/3 dei 1.500 ettari a disposizione sono dedicati alla coltivazione di mele Golden Ruggine e Stayman Ruggine. Nel 2015 sono stati prodotti 400 mila quintali di frutta interamente consumati in Toscana.

“Il 2015 è stato un anno eccezionale – spiega Antonio Tonioni, presidente sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana - la frutta ha raggiunto una qualità organolettica ai massimi livelli grazie ad un clima incredibilmente favorevole. Questo aumento di consumo, che di fatto comporta ancora di più che in passato l’esaurimento della produzione interna verso un mercato solo toscano, indirizza verso una maggiore richiesta di prodotti esterni ai nostri confini regionali.

Detto questo – spiega Tonioni – l’aumento di richiesta della produzione fa riflettere sui risultati di una campagna di sensibilizzazione degli ultimi anni verso una corretta e sana alimentazione e delle caratteristiche nutritive della frutta. Questo ci ha permesso di raggiungere una fascia di acquisto come quella fra i 15 e i 25 anni che prima era irraggiungibile. E’ evidente, proprio per lo stesso motivo, che c’è un’attenzione ancora maggiore rispetto al prodotto a chilometro zero che garantisce maggiore freschezza ed economicità del frutto raccolto. Il consumatore toscano ha imparato a conoscere il nostro prodotto toscano, merito di una politica aziendale indirizzata sempre più verso la riconoscibilità e la tracciabilità. Le aziende toscane riducono al minimo l’utilizzo di fitofarmaci che utilizzano in maniera mirata solo in caso di urgente necessità anteponendo sempre la salute del consumatore. In Toscana – conclude Tonioni - permane però un costo di produzione di gran lunga superiore rispetto al resto delle regioni italiane e questo fa si che non vi siano ulteriori investimenti in questo settore.”

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23/02/2016, 15:49
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Frode olio toscano, Confagricoltura: “Bene aumentare controlli per tutelare agricoltori onesti”

Firenze, 4 marzo 2016 - “Siamo convinti che i controlli siano un'arma fondamentale per tutelare e difendere il lavoro dei tanti agricoltori onesti che calpestano ogni giorno le campagne toscane” Così Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana, all'indomani del sequestro di 200 quintali di olio proveniente dalla Puglia e dalla Grecia venduto come extravergine di oliva Igp Toscano.

"Questa è la conferma – spiega Miari Fulcis - che se i controlli vengono effettuati con costanza nella forma migliore a difesa dei produttori e degli agricoltori onesti, non possono che aiutare a sostenere il nostro lavoro. L'attività criminale emersa oggi danneggia ulteriormente le nostre aziende già costrette a difendersi da politiche europee che mettono a serio rischio la qualità dei nostri prodotti. Se da una parte serve aumentare i controlli, dall'altra è però necessaria una riflessione seria a livello europeo per garantire la qualità ripensando a come diminuire il carico burocratico, ormai insostenibile.”

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04/03/2016, 14:59
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Allarme boom pomodoro cinese: Confagricoltura Toscana "La Regione tuteli la produzione del nostro territorio"

Firenze, 15 marzo 2016 - "L'aumento esponenziale delle importazioni del pomodoro cinese in Italia non possono che creare grande preoccupazione nel nostro settore e sulla tutela del prodotto toscano." E' quanto dichiarato da Paolo Rossi, esponente di Confagricoltura Toscana e direttore di Confagricoltura Grosseto, che commenta così gli ultimi dati Istat 2015 sulle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina cresciute del 423% (rispetto al 2014) in valore, raggiungendo quota 59 milioni di euro e 382% in volume raggiungendo 64.000 tonnellate.

"In Toscana - spiega Rossi - la produzione di pomodoro si aggira intorno a 1,5 milioni di quintali, concentrandosi in particolare nella zona del grossetano, area fortemente colpita dal maltempo negli ultimi anni e le cui aziende si stanno riprendendo ora dopo 3 anni di forte difficoltà. E' opportuno - spiega Rossi - che la Regione Toscana si faccia carico di questa situazione per garantire il massimo sostegno alla produzione interna, investendo sulla promozione del nostro prodotto che può vantare una qualità certamente superiore e garantita nel rispetto dei disciplinari di produzione. Le nostre aziende - conclude Rossi - non sono nella condizione di poter opporsi da sole ad una concorrenza che oltre a danneggiare il mercato, rischia di mettere a repentaglio tutto il Made in Italy.”

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15/03/2016, 13:50
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Agricoltura: Miari Fulcis (Confagricoltura) “Serve maggiore decisionismo per tutelare il settore agricolo toscano”

Firenze, 8 aprile 2016 – “Ci troviamo davanti una situazione molto delicata per l’agricoltura toscana. Serve intervenire con velocità e maggiore decisionismo per tutelare un settore cardine per tutto il motore dell’economia toscana che vede ogni giorno mettere a rischio competitività e posti di lavoro” Così Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana, intervenendo a margine dell’inaugurazione del 263° Anno Accademico dei Georgofili oggi a Firenze.

“Emerge una situazione nella quale l’agricoltura ha necessità di essere inquadrata in un contesto di maggior considerazione dove la valorizzazione dei prodotti deve essere più accentuata. Come ricordato oggi sarà fondamentale nei prossimi anni lasciare da parte nella nostra regione quel provincialismo che sicuramente non ha contribuito ad uscire da questa crisi e guardare più al mercato europeo che rappresenta grandi opportunità di finanziamento e di sviluppo, e in questo processo la Regione Toscana ricopre un ruolo fondamentale.”

Sul problema del reddito dell’agricoltore affrontato stamani secondo cui, dei 100 euro pagati dal consumatore, all'agricoltore arrivano solo 3 euro, Miari Fulcis ha aggiunto: “Dobbiamo riaffermare la forza degli agricoltori attraverso anche delle forme aggregative per arrivare in fondo alla filiera e non fermarsi di fronte ai primi passaggi.”

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08/04/2016, 16:10
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Venerdì a Grosseto un’assemblea per discutere l’emergenza "La Regione deve intervenire"
Esplode la crisi del latte, Confagricoltura: “Rischiamo di buttare via 50 milioni di litri, l’intera produzione toscana”

Firenze, 18 aprile 2016 – “L’eliminazione delle quote del latte voluta dall’Unione Europea lo scorso anno inizia ad avere effetti devastanti sulla produzione toscana e l’intera filiera zootecnica rischia di essere annientata se non si corre subito ai ripari” E’ l’allarme lanciato da Confagricoltura Toscana che ha organizzato venerdì prossimo 22 aprile alle 15.30 al Centro Direzionale dell’area fieristica Madonnino a Grosseto un’assemblea per discutere l’emergenza. “Rischiamo di buttare via 50 milioni di litri – spiega il presidente della sezione latte di Confagricoltura Toscana Attilio Tocchi – con la chiusura delle quasi 200 aziende del settore che operano in Toscana con un indotto superiore alle 2.500 unità. La scelta di abolire le quote latte, che fino al 1983 regolavano il mercato in base alla richiesta e alla capacità di assorbimento del consumatore, sta avendo le tragiche conseguenze che ci aspettavamo. Con la liberalizzazione del mercato siamo alla mercé dei prodotti che arrivano da fuori a prezzi anche tre volte inferiori sullo scaffale con cui la nostra filiera non è assolutamente in grado di competere.”

“E’ il momento di intervenire – dichiara Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana – e non con eventi spot per parlare di qualità, tracciabilità e innovazione che rischiano di essere soltanto slogan in un mercato che stiamo perdendo. La Regione prenda atto immediatamente del problema e si attivi con gli agricoltori per valutare un piano in grado di tutelare e valorizzare la filiera del latte intervenendo con provvedimenti concreti per rendere economicamente sostenibile la produzione. Lo deve fare non solo per impedire i licenziamenti e l'abbandono delle campagne con il conseguente stravolgimento dell'equilibrio agro-forestale ma anche perchè di molto latte importato non vi è alcuna tracciabilità e garanzia di qualità con aumento dei rischi per il consumatore.”

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18/04/2016, 15:17
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Una delegazione di Confagricoltura per promuovere il prodotto aretino in occasione della manifestazione promossa dall’Ambasciata d'Italia e da Slow Food
L’agricoltura aretina ‘in missione’ a Lussemburgo
Nell’ultimo anno aumento dell’export dei prodotti aretini nel Lussemburgo del 10%

Arezzo, 23 aprile 2016 – Estendere il mercato estero facendo conoscere i prodotti di eccellenza dell’agricoltura aretina. Con questo obiettivo una delegazione di Confagricoltura Arezzo si è trasferita per qualche giorno in Lussemburgo per raccontare la storia e la tradizione delle aziende del territorio grazie ad un evento organizzato dall’ Ambasciata d'Italia e da Slow Food dedicato in particolare alla promozione e alla valorizzare dell' olio aretino. Nell’ultimo anno l’export dei prodotti aretini nel Lussemburgo è aumento del 10%.

"Abbiamo aderito con vero piacere a questa iniziativa - afferma il direttore di Confagricoltura Arezzo, Gianluca Ghini – Siamo molto soddisfatti dell’interesse che i nostri prodotti hanno suscitato convinti che farci conoscere all’interno di queste manifestazioni possa rappresentare una grande opportunità per il mercato aretino. Nostro compito è quello di attivare nuovi canali facendoci promotori di un prodotto che da sempre riesce ad ottenere grande successo. L’export rappresenta un capitolo fondamentale per le nostre aziende e per l’economia dell’intero territorio. Nei prossimi mesi lavoreremo per incrementare queste occasioni di promozione.”

“L'Ambasciata e' estremamente soddisfatta della presenza delle aziende olivicole della provincia di Arezzo - ha dichiarato S.E. Stefano Cacciaguerra-Ambasciatore d'Italia in Lussemburgo. La Toscana - continua Cacciaguerra- e' una delle mete preferite dal turista del Lussemburgo, il Paese con il più elevato PIL dell'economia dell'OCSE. La serata, organizzata in sinergia con il Capitolo locale di Slow Food ha messo l'accento sulla elevatissima qualità dei prodotti toscani, che si basano su una esperienza pluriennale unita a processi innovativi e alla ricerca costante di livelli qualitativi assai elevati."


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23/04/2016, 11:00
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Latte: la proposta di Confagricoltura Toscana "Subito un marchio toscano che identifichi produzione e trasformazione"
Grosseto, 23 aprile 2016 - “Subito un marchio regionale che indichi la produzione e la trasformazione del latte bovino.” E’ quanto Attilio Tocchi, presidente della sezione Zootecnia di Confagricoltura regionale provinciale, ha chiesto a gran voce in occasione della assemblea regionale degli allevatori dell’associazione che si è tenuta nel contesto della prima giornata della Fiera del Madonnino a Braccagni a Grosseto.
Una richiesta ben precisa quella lanciata da Tocchi che ha come destinatario l’assessore regionale, Marco Remaschi, venerdì assente per impegni pregressi. “Chiediamo all’assessore – ha esordito Tocchi - di assumersi l’onere di realizzare e promuovere un contrassegno identificativo toscano, come accadde con la farfalla di Agriqualità, in cui siano chiari e comprensibili al consumatore la provenienza del prodotto, ossia dove viene munto il latte, e della sua trasformazione, totalmente toscane”. Ma il responsabile del settore Zootecnico di Confagricoltura si è spinto anche oltre, chiedendo all’assessore un impegno preciso rispetto alla grande distribuzione organizzata.
“Se non vogliamo desertificare i territori agricoli e far scomparire le aziende zootecniche toscane, la Regione deve avere il coraggio di interloquire con la GDO per far sì che il prezzo del latte alla vendita, il più basso d’Italia e assolutamente fuori mercato, si allinei con quello proposto dalle centrali cooperative”. Più tecnico l’intervento di Vincenzo Lenucci, direttore dell’Area Economica di Confagricoltura nazionale, che ha spiegato quali sono gli interventi che l’associazione sta facendo per arginare una crisi che potrebbe spazzare via un settore così strategico, soprattutto in Maremma e nel Mugello.
“Con l’eliminazione delle quote latte – ha spiegato il dirigente - si è creata una perturbazione di mercato e il prezzo del prodotto nazionale “spot” (quello venduto in cisterne) è crollato del 40%, percentuale che è scesa al 22 nel caso vendita dal produttore. Come associazione abbiamo ottenuto un fondo latte di 58 milioni di euro. Misure insufficienti, alle quali dobbiamo adesso affiancare azioni sul credito per aumentare la liquidità aziendale. Così siamo riusciti a strappare, per le attività zootecniche, una moratoria di 30 mesi sui mutui; denari che rimangono in azienda da utilizzare per investimenti, promozione e ricerca. Perché per combattere una crisi strutturale occorre migliorare la competitività, l’innovazione, riducendo gli squilibri tra chi trasforma e chi produce e al contempo prediligere le aggregazioni di produttori per rilanciare i consumi sul mercato interno e su quello esterno. Insomma, - conclude - dobbiamo arrivare a congegnare un piano strategico di settore.” Piano strategico che deve tenere conto anche del trattamento di favore che ha avuto la Francia dalla Unione Europea in merito alla deroga concessa sulla dichiarazione in etichetta dei prodotti lattiero caseari dell’origine della materia prima. “Noi arriviamo sempre per secondi – ha tuonato il presidente del Latte Maremma, Fabrizio Tistarelli - e poi non si capisce perché si fanno figli e figliastri. Apparteniamo tutti all’Europa o la Francia è situata in un altro continente? Questa deroga l’abbiamo sempre richiesta e mai ottenuta, pertanto sarà bene che il nostro ministro batta i pugni sul tavolo perché si possa fare quello che ai colleghi transalpini è stato concesso”. Interessante il suggerimento lanciato da Giulio Borgia, che ha proposto la creazione di un tavolo tra gli allevatori di latte toscano al fine di immaginarsi nuovi prodotti della filiera lattiero casearia e filiere distributive, anche internazionali, dove portare il nome della Toscana al fianco di prodotti che apportino una maggiore marginalità ai produttori di latte. L’incontro, moderato dal direttore di Confagricoltura regionale, Marco Mentessi, ha visto prendere la parola, durante il dibattito, anche Giacomo Matteucci di Coperlatte. “Questo sarà il primo di molti altri appuntamenti che organizzeremo prossimamente – ha annunciato Attilio Tocchi- Vogliamo che la zootecnia toscana torni ad assurgere al ruolo che storicamente le compete e comunque gli allevatori hanno bisogno di azioni a lungo termine, con interventi strutturali che riportino il prezzo del latte ad un valore sostenibile e tale da ricoprire almeno i costi di produzione”.


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23/04/2016, 18:04
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+10% carne bio. È boom per il consumo di hamburger: +20%
Confagricoltura: “Toscani sempre più carnivori, ma di qualità”

Firenze, 2 giugno 2016 – Toscani sempre più consumatori di carne di qualità. E’ quanto emerge dai dati del centro studi di Confagricoltura Toscana che fanno registrare un +10% nel consumo di carne biologica nel primo quadrimestre del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015.

“E’ un prodotto di nicchia – spiega Valeria Bruni Giordani, vicepresidente di Confagricoltura Firenze – che ha registrato questo incremento perché per la prima volta la carne ha incontrato il mercato dei negozi bio dove fino a ieri questo prodotto non trovava spazio. Nello specifico fautori di questa crescita sono soprattutto i supermercati bio che oggi danno molta attenzione alla carne rispondendo alle esigenze di un consumatore sempre più attento a ciò che compra soprattutto perché vuole sapere da dove il prodotto proviene.”

Cresce in modo particolare il consumo di hamburger bio con un +20% rispetto allo scorso anno “Probabilmente questo aumento – spiega Bruni Giordani – è dovuto sia al prezzo contenuto del prodotto, specchio evidente della crisi economica che stiamo vivendo e la versatilità che questo prodotto ha nel poter essere utilizzato nella preparazione di molti piatti toscani. Non ultima fra le motivazioni è legata alla ‘moda’. Questo incremento di eventi street food hanno sicuramente facilitato alla riscoperta di un prodotto che piace a tutta la famiglia.”

"Nonostante questi numeri sicuramente positivi - spiega Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana - sono ancora elevate le difficoltà di reperire sul territorio regionale strutture autorizzate alla macellazione biologica. E questo non può che comportare il rischio di allontanare da questo settore gli allevatori compromettendo la lunga tradizione del nostro territorio."

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02/06/2016, 17:55
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