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Confagricoltura 
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VINO E SALUTE: CONCENTRARE, IN VIGNA E IN CANTINA, I MICRONUTRIENTI NATURALI E SALUTARI ED ABBINARE I VINI
AI PRODOTTI DELLA NOSTRA DIETA MEDITERRANEA

I risultati di uno studio del CRA di Conegliano e dell’Universita’ di Tor Vergata di Roma presentati al Vinitaly, allo stand di Confagricoltura (Pad c-Sol, stand 20) martedi 9 aprile, ore 10.30

Da tempo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha smesso di raccomandare il consumo di vino. Ma il vino fa ancora bene alla salute? É possibile concentrare i componenti salutari che si trovano nei vini? C'è una differenza fra una coltivazione e l'altra per la nostra salute? Quale effetti ha il consumo di vino sui nostri geni, durante i pasti e fuori dei pasti?

Queste domande troveranno risposta nei risultati, inediti, di uno studio che verrà presentato in anteprima a Vinitaly, nello stand di Confagricoltura (Pad.C –Sol, Stand 20), martedì 9 Aprile, alle 10.30, condotto dal CRA vitivinicolo di Conegliano insieme alla Sezione di Nutrizione Umana dell'Università degli Studi di Tor Vergata di Roma.

Lo studio ha inteso individuare modelli di interventi nel vigneto, fino ad ora limitati ad esperienze sperimentali, che consentano di aggiungere al vino un nuovo valore qualitativo legato al potere salutistico di alcuni composti presenti naturalmente nell’uva, di cui si può indurre una maggior sintesi naturale nel vigneto.

A tal fine si sono esaminate pratiche virtuose, sia in vigna sia in cantina, per ottenere una maggiore concentrazione di micronutrienti nell'uva. La sperimentazione è stata rivolta a potature più povere e meno elaborate delle tecniche classiche, alla riduzione e alla sospensione delle concimazioni azotate, fino all'uso di antiparassitari diversi, che stimolino la sintesi dei componenti salutari del vino.

Quindi sono state analizzate le uve ottenute, confrontando le diverse tesi, con un’attenzione particolare ai macro e micro componenti responsabili della qualità organolettica e a quelli legati alla qualità salutistica. Poi, in fase di vinificazione, sono stati provati protocolli tali da ottenere vini che conservino al massimo i valori salutistici del prodotto di partenza. I vini ottenuti con queste pratiche sono risultati più salutari, consentendo peraltro anche una possibile riduzione dell'apporto di solfiti.

Lo studio ha anche esaminato gli effetti fisiologici dell'uomo legati all'assunzione di vino, rilevando enormi differenze, non più trascurabili in futuro, fra consumo a digiuno o durante un pasto. E non un pasto qualsiasi, ma a base di nostri prodotti più tipici. Sono stati analizzati i diversi effetti del consumo di vino abbinato a vari alimenti: alcuni di essi, infatti, sono in grado di attivare geni che portano a detossificare l'organismo. Il consumo di vino combinato a tali alimenti ha effetti inequivocabilmente salutari.

"La dieta mediterranea, ricca di micronutrienti - ha commentato uno degli autori dello studio, la d.ssa Laura Di Renzo, ricercatrice di Roma Tor Vergata - quella che più esalta il carattere salutare del vino, che a sua volta, esalta il valore della dieta stessa".

Presenteranno lo studio :

dott. Diego Tomasi - CRA Vitivinicolo di Conegliano

dott.ssa Laura Di Renzo - Università degli Studi di Tor Vergata Roma, Sezione di Nutrizione Umana

dott. Alberto Carraro - Università degli Studi di Tor Vergata Roma, Sezione di Nutrizione Umana

Introduce Piergiovanni Pistoni – presidente della Federazione nazionale Vitivinicola di Confagricoltura

Modera il giornalista Gian Luca Mazzella, il Fatto Quotidiano.

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09/04/2013, 15:44
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AGRITURISMO: A TU PER TU CON LA MAGIA DEL VINO

Agriturist (Confagricoltura): il modo migliore per cogliere tutte le emozioni “contenute” nel vino, è andare ospiti nell’azienda che lo produce, passeggiare fra i vigneti, visitare la cantina, conoscere il produttore.


In questi giorni il Vinitaly accende i riflettori sui tanti aspetti della produzione e del mercato vitivinicoli. Ma - osserva Agriturist - oltre l’alta specializzazione e i grandi mercati internazionali, c’è un’altra “visione” del mondo del vino, discreta, diffusa, poco percettibile alle cronache dei grandi fenomeni commerciali e dei relativi grandi numeri, offerta dall’agriturismo.

Si può dire tranquillamente - prosegue la nota di Agriturist - che solo la vacanza in fattoria offre un “a tu per tu” col vino tale da farlo conoscere profondamente all’ospite, cogliendone ogni “magia”, generando una fidelizzazione potentissima e un passaparola decisamente efficace.

Almeno il 30% delle 21 mila aziende agrituristiche italiane - secondo una stima di Agriturist - è produttrice di vino: si va dalla piccola azienda con solo un ettaro di vigneto, che produce un onesto vino della casa, alla grande tenuta vitivinicola, artefice di diversi vini di alta qualità; attraversando, ovviamente, mille casi intermedi, per dimensione e livello qualitativo.

L’una e l’altra traggono dall’agriturismo importanti benefici. La prima offrendo all’ospite, servendolo a tavola o vendendolo direttamente, un prodotto a buon prezzo che non troverebbe altro mercato; la seconda facendo dell’ospitalità una vetrina di prestigio, che si concretizza in visite guidate alla cantina, qualificate degustazioni, studiati accostamenti enogastronomici e infine anche vendita diretta. Fra gli ospiti, di quest’ultimo caso, ci sono anche acquirenti importanti che, prima di stabilire accordi commerciali, vengono a conoscere, per qualche giorno, luoghi, metodiche enologiche e produttore.

Ovunque, l’agriturista vive l’emozione della passeggiata fra i vigneti, del colloquio col produttore, del “vedere” la storia, i luoghi e il “come si fa”, di quello che, semplice o nobile, versa nel bicchiere, magari spillato direttamente in cantina da un moderno tino di acciaio inox come da una antica botte. Ogni vino, modesto o prestigioso che sia, ha dietro di sé un racconto e nel bicchiere qualcosa da dire. L’occasione di vacanza lo arricchisce ulteriormente, legandolo a tutto quello che c’è intorno, alla memoria del paesaggio e della natura, delle cose viste, fatte, gustate.

L’ospite traduce queste emozioni in una solida fidelizzazione, che lo porta, finito il soggiorno, ad acquistare preziosi souvenir in bottiglia (secondo CENSIS Servizi, per una spesa media di circa 35 euro a enoturista); a tornare sul posto per ripetere l’esperienza e l’acquisto; ad acquistare il vino a distanza quando la scorta domestica si esaurisce, o si presenta l’opportunità di fare un regalo “non qualsiasi”.

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09/04/2013, 15:47
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OLIO: ASSOFRANTOI PRESENTA IL NUOVO SERVIZIO DI CONSULENZA PER ESPORTARE IL NOSTRO EXTRAVERGINE. DEGUSTAZIONE GUIDATA DI DIECI OLI CON LA CARTA D’IDENTITA’

“Assofrantoi Servizi è il nostro innovativo sistema di consulenza, per promuovere all’estero sempre più l’eccellenza dell’olio extravergine italiano”. Lo ha detto Pier Luigi Silvestri, presidente dell’ Associazione frantoi oleari italiani e vicepresidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti, presentando l’ultima novità dell’organizzazione dei frantoiani. Dopo la scommessa sulla “Filiera 2.0” e il lancio di Asso.Frant.O.I. Mobile, l’app gratuita per smartphone che indirizza il consumatore ad un approccio nuovo verso il mondo dell’olio, Assofrantoi propone questo nuovo servizio, che permette ai tecnici del settore di formarsi e di approfondire le normative agro-alimentari dei diversi Paesi.
Nonostante i problemi e le difficoltà, c’è un’Italia di successo, creativa e ammirata nel mondo. Assofrantoi intende cogliere le occasioni offerte da questo momento di crisi e guardare al futuro con gli occhi aperti, percorrendo nuove strade imprenditoriali. “L’export è fondamentale per il nostro olio – spiega Silvestri - ma occorre essere costantemente aggiornati sulle legislazioni alimentari in continua evoluzione e di difficile interpretazione, conoscere le convenzioni su analisi chimico-fisiche ed organolettiche, nonché sui materiali di confezionamento e imballaggio”.
Questo nuovo sistema di consulenza completa e globale è realizzato in collaborazione con FoodLex, team di professionisti specializzati, da anni impegnati nel campo agro-alimentare, con sedi sul territorio nazionale a Bari (Gravina), Roma e Bologna e internazionali: Parigi, Berlino, Tokyo, Shangai, New York e San Paolo. L’obiettivo di Assofrantoi è rafforzare la competitività delle imprese associate puntando ad una sempre maggiore sinergia, e mantenendo un costante occhio di riguardo alle problematiche ambientali anche attraverso i contratti di rete.

Al termine della presentazione, una degustazione guidata dal capo panel Alfredo Marasciulo di dieci fra i 60 oli extravergini che hanno una propria carta d’identità, abbinati a differenti tipi di pane.

Cosa è Assofrantoi

L’associazione è una realtà giovane del panorama organizzativo del settore oleario, nata nel 2012, ma già attivamente impegnata per il rilancio del settore. Conta 215 frantoi associati nel Centro-Sud e gestisce un quantitativo di olio d’oliva di circa 40 mila tonnellate. L’organigramma della struttura prevede, alla base, una rete di tecnici che operano sul territorio. La rete tecnica risponde ad un Consiglio di Amministrazione snello, composto da Valerio Marchioni, Paolo Mariani, Antonio Raguso, Pietro Pipitone. Al vertice, il presidente Pier Luigi Silvestri. La sede nazionale è a Roma, a Corso Vittorio Emanuele II 101 a ricordare lo stretto collegamento dell’associazione dei frantoiani con le aziende associate a Confagricoltura. www.assofrantoi.it

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09/04/2013, 16:44
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Confagricoltura a Vinitaly 2013. Diritti di impianto: questione cruciale per la nostra vitivinicoltura

"Il futuro dei diritti di impianto vitivinicoli costituisce una questione strategica che riguarda uno dei comparti chiave della nostra agricoltura e da affrontare con grande attenzione nell'ambito del negoziato della riforma della PAC 'verso il 2020'".
É questa la posizione di Confagricoltura ribadita a Vinitaly 2013, dove l'argomento é stato affrontato nell'ambito della Federazione vitivinicola di ieri e del seminario organizzato oggi dal ministero delle Politiche agricole dove Confagricoltura é pure intervenuta.

"Non sono concesse disattenzioni per uno strumento di politica di settore essenziale per un comparto che garantisce ricchezza ed occupazione al Paese e che non possiamo mettere a repentaglio - afferma Confagricoltura -. Siamo sempre più convinti che l'attuale sistema dei diritti di impianto sia quello che consente di gestire al meglio il potenziale vitivinicolo, come ritiene anche il Parlamento europeo, e che ogni cambiamento rispetto a questa baseline deve essere attentamente valutato in quanto a possibili conseguenze sulle capacità produttive del settore e sul reddito dei vitivinicoltori".

"Abbiamo uno scenario negoziale che vede da un lato l'ipotesi del Parlamento europeo di una proroga dell'attuale sistema sino al 2030 e, dall'altro, la posizione di compromesso del Consiglio UE che già prefigura un sistema di "autorizzazioni” a termine che sostituirebbe dal 2019 l'attuale regime basato sui diritti prevedendo un possibile aumento dei nuovi vigneti sino all'uno per cento l'anno e con una liberalizzazione degli investimenti a partire dal 2024".

"Non possiamo cedere alla liberalizzazione delle produzioni perché abbiamo assolutamente bisogno di una regolamentazione del potenziale rispetto al mercato - ha stigmatizzato Confagricoltura - e dobbiamo valutare con ogni cautela tutte le possibili ripercussioni derivanti da un eventuale superamento dell'attuale regime. Occorre poi porre la massima attenzione all’aumento degli investimenti consentiti e alla gestione regionale delle autorizzazioni. Altrettanta attenzione va poi posta ai meccanismi di accesso che devono garantire un’equilibrata gestione dell'offerta e l'espansione delle produzioni per le imprese che vogliono crescere ed investire in nuovi impianti vitati.

"Pur comprendendo le difficoltà del negoziato comunitario, Confagricoltura chiede che queste istanze siano prese tutte in serie considerazione nel seguito della trattativa. Perché deve essere chiaro che ogni allentamento può mettere a repentaglio uno dei comparti di punta per l'agricoltura e per l'export nazionali."

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09/04/2013, 18:48
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INCONTRO DI SUCCESSO PER IL LANCIO DELLA CARTA DEI VINI E DEGLI OLI PRODOTTI DALLE IMPRESE “UNDER 40” DI CONFAGRICOLTURA

“Abbiamo voluto creare un appuntamento diverso dalle classiche degustazioni del Vinitaly. Un ‘faccia a faccia’ con ‘la carta dei vini e degli oli’ degli under 40 di Confagricoltura per far conoscere i giovani che hanno scommesso su questi prodotti e hanno vinto”. Lo ha detto il presidente dell’Anga Nicola Motolese commentando l’interesse dimostrato per la terza edizione di: “Giovani oggi, grandi domani”, evento organizzato dall’associazione a ‘casa Confagricoltura’, per promuovere i ‘capolavori’ delle aziende juniores dell’Organizzazione.

“La mia squadra raggiunge i 104 anni complessivi! Siamo quattro. Oltre a me, mia sorella Camilla, 24 anni, che è responsabile dell’agriturismo, lo chef Alessandro Cogliato, 28 anni e l’enologo Silvia Baratella che ne ha 26. Non ci manca la voglia di raggiungere grandi obiettivi”. Si presenta così Giovanni Ederle, 26 anni, che conduce con la sorella un’azienda vitivinicola e olivicola con agriturismo a San Mattia, sulla collina delle Torricelle, a ridosso del centro di Verona. “Delle vigne di San Mattia almeno una su due è stata piantata dalle mie mani e le prime foglioline sono nate proprio mentre preparavo gli esami di maturità – racconta -. L’idea che ho in testa è chiara ed ha un duplice scopo: produrre un vino semplice, di grande qualità, ma che non necessiti di un’occasione speciale per esser bevuto. E un secondo tipo di vino capace di esprimere tutta la potenza di questa terra dura e poco profonda, molto calcarea e assolata, che deve saper raccontare di meticolose selezioni, lunghi appassimenti e pazienti maturazioni in botte”.

Silvia Gardina, 31 anni, viene da una famiglia di costruttori e nel 2010, con in tasca una laurea in giurisprudenza e la pratica d’avvocato ha deciso di cambiare rotta. Così è nata la sua azienda “Quota 101”, che produce vino e olio a Luvigliano, tra eremi e sentieri completamente immersi nel parco del Colli Euganei, a pochi chilometri da Padova. “Ho fatto una scelta di natura. 101 sono i metri sul livello del mare da godere al tramonto. L’uva e le olive vengono rigorosamente raccolti a mano. Qui, tra olivi secolari, boschi di castagno e querce nascono i vini che racconto come piace a me, ascoltando una canzone o dopo un giro in bicicletta sui colli. Un’avanguardia bucolica dove si producono, per il momento, 10.000 bottiglie tra Serprino Doc, Fior d’arancio Docg e Malterreno Igt. L’ultimo arrivato è il Cabernet della vendemmia 2011 che presentiamo proprio qui”. Silvia produce anche olio extravergine “Da olivi non trattati, solo potati. Un olio che ci costa un occhio della testa – spiega -, quasi un vezzo, ma che dà grandissima soddisfazione”.

Un appuntamento, questo dell’Anga, di tendenza, capace di conquistare tutti i palati, in un'atmosfera ‘di casa’, ma sempre intrigante, elegante, piacevole e coinvolgente, per sottolineare due passioni che crescono a ritmi vertiginosi, quella dei giovani che s’impegnano in agricoltura e quella dei consumatori di tutto il mondo, in particolare dell’est per l’olio extravergine e il vino “made in Italy”.

Insieme a Giovanni e Silvia hanno presentato i loro prodotti e le loro storie: Andrea Peri di Brescia, Chiara Falciani di Firenze, Bernardo Barberani di Orvieto, Raffaele M. Maiorano di Crotone, Luca Bini di Firenze, Ugo Bagedda di Olbia-Tempio, Elio Perciaccante di Cosenza, Antonella Ferrara di Taranto, Giuliano Conforti di Cosenza, Diana Lenzi di Siena e Raffaello Tocci di Cosenza.

“Con questa ‘carta dei vini e degli oli’ dell’Anga abbiamo voluto dare ai nostri associati l’occasione di valorizzare la qualità e la varietà delle loro produzioni e i risultati concreti si sono visti – ha concluso il presidente Motolese -. Sono piaciuti carattere e qualità del nostro vino e del nostro olio ed ha colpito l’entusiasmo contagioso dei giovani imprenditori nel presentare i loro prodotti”.

Un messaggio di ottimismo è arrivato dal presidente della Confagricoltura Mario Guidi, che ha partecipato all'aperitivo dell'Anga. "Ci sono grandi opportunità per voi giovani - ha detto Guidi - purché ci si renda conto che l'agricoltura è cambiata. Il mercato nazionale è maturo e saturo ed i nostri orizzonti devono allagarsi verso l'Europa e oltre. Non possiamo più permetterci di essere piccoli, dobbiamo metterci in rete, uscire dalla dipendenza del sistema pubblico e avvicinarci al più ampio sistema agroindustriale. I giovani imprenditori agricoli devono proiettarsi in questo scenario, dove tecnologia, web e marketing avranno un ruolo essenziale. L'iniziativa della carta dei vini e degli oli che presentate oggi va in questa direzione”.

All'appuntamento dell'Anga era presente il nuovo assessore all'Agricoltura della Regione Puglia Fabrizio Nardoni, al quale il presidente Guidi ha fatto i migliori auguri anche per l'importante ruolo di coordinatore degli assessori regionali. Molte sono le sfide che lo attendono, da quelle istituzionali, alla riforma della Pac.

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10/04/2013, 18:10
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FALSO BIO, CONFAGRICOLTURA: “SIAMO PER LA TOLLERANZA ZERO. SONO FRODI CHE RIGUARDANO PRODOTTI IMPORTATI E DANNEGGIANO L’IMMAGINE DEL MADE IN ITALY”

Confagricoltura plaude all’operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato, in varie Regioni italiane, 1500 tonnellate di mais ucraino e 30 tonnellate di soia indiana lavorata, contenente in parte pesticidi, falsamente certificate come provenienti da agricoltura biologica.

“Episodi come questo devono spingere la Commissione Ue a impegnarsi maggiormente nelle verifiche sui sistemi di controllo degli altri Paesi dell’Unione europea. Proprio lo scarso controllo della UE è, infatti, la causa principale della frode a cui assistiamo oggi – avverte Confagricoltura - Il prodotto veniva sdoganato a Malta per poi arrivare nel nostro Paese”.

“Il nostro sistema – fa presente Confagricoltura - è molto più rigido e proprio la scorsa settimana l’ente di accreditamento italiano (Accredia) ha sospeso un importante ente di certificazione del biologico per alcune gravi mancanze, proprio nel settore dell’importazione di mangime bio”.

“Siamo per la tolleranza zero verso il falso biologico – afferma Confagricoltura -. Tutte le più gravi frodi alimentari degli ultimi due anni hanno riguardato prodotti di importazione (gli importatori esclusivi del biologico sono solo 63) che stanno mettendo in seria difficoltà le oltre 46000 aziende biologiche che vedono la propria attività screditata di riflesso”.

“La Commissione europea – ha sollecitato infine Confagricoltura – deve approvare i codici doganali specifici per il bio, da troppo tempo rinviati, e sospendere il regime di equivalenza ai paesi extra UE, da cui è pervenuto il prodotto contraffatto”.

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11/04/2013, 14:37
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AGRITURISMO: VACANZA “ETICA” CONTRO LA CRISI, NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE E SOCIALE

Agriturist (Confagricoltura): vacanze in fattoria non solo per spendere meno e fare buone vacanze, ma anche per sentirsi parte di un progetto virtuoso, che tutela salute, solidarietà, natura e paesaggio.

L’agriturismo si propone come la vacanza ideale per contrastare la crisi e guardare con fiducia al futuro, grazie a progetti innovativi e virtuosi di cui l’ospite sente di far parte.

Lo sostiene Agriturist - Associazione di settore della Confagricoltura - richiamando l’attenzione non solo sui prezzi contenuti delle vacanze “in fattoria”, ma soprattutto sul “guardare avanti” che le aziende agricole ospitanti testimoniamo sempre più spesso ai propri ospiti.

A cominciare dalla utilizzazione delle energie rinnovabili (sole, vento, biomasse), che - sottolinea Agriturist - nell’azienda agrituristica, non solo si sa, ma si vede, e l’ospite può farsi una idea chiara del fatto che il “futuro”, per tanti imprenditori agricoli, è già “presente”, nel riscaldamento, nell’illuminazione, nell’energia elettrica che muove gli strumenti per la lavorazione dei prodotti.

Anche la tavola dell’agriturismo ha sapore di futuro, perfettamente coniugato con la forza della tradizione: sono ormai circa il 26%, come si rileva dal sito internet di Agriturist, le aziende agrituristiche che producono con metodi biologici, offrendo, nella ristorazione come nella vendita diretta, prodotti più salutari oltre che davvero uguali a quelli “inventati” in passato dall’esperienza contadina.

Stesso discorso - aggiunge Agriturist - vale per lo smaltimento dei rifiuti. Quantunque non sia ancora premiato adeguatamente chi opera secondo principi ecologici, si stanno moltiplicando le aziende agrituristiche che producono “in casa” concime naturale ricavato dai rifiuti organici della cucina; quello che si gusta sulle tavole delle aziende agricole è dunque “più buono” non solo perché di filiera corta ma anche perché più “ecologico”. L’ospite è informato e sa che, scegliendo un agriturismo per le proprie vacanze, contribuisce allo sviluppo di pratiche più rispettose dell’ambiente.

Non mancano, in questo panorama di “imprese eccellenti”, anche le esperienze di bioarchitettura: il recupero delle case rurali preesistenti e tradizionali (che peraltro è obbligo di legge, per l’agriturismo) coinvolge non solo gli artigiani della pietra, ma anche gli operatori del restauro innovativo, riducendo sensibilmente i consumi di energia.

Eppoi la tutela del paesaggio rurale dall’urbanizzazione disordinata e sfrenata: sono sempre più numerosi gli imprenditori agricoli impegnati nell’agriturismo che si intrattengono con gli ospiti per spiegare questo grande problema che sfugge alla consapevolezza della maggioranza: il territorio, soprattutto in Italia, è un bene limitato che bisogna imparare a “gestire” consapevolmente, recuperando l’esistente e limitando le nuove costruzioni.

Infine - osserva Agriturist - l’agriturismo è capace di raccontare storie di affrancamento dall’emarginazione e dalla disabilità. Si chiama “agricoltura sociale”, e sta prendendo piede grazie alla particolare sensibilità di una pattuglia di imprenditori illuminati (ormai circa 300 in Italia), molti dei quali si dedicano anche all’agriturismo. Gli ospiti apprezzano, sono orgogliosi di sostenere queste iniziative, sentono che la propria scelta di vacanza può contribuire ad aiutare chi è più sfortunato.

Agriturismo, dunque, non solo vacanza economica ad alto rendimento “ricreativo”, ma anche vacanza “etica” che anticipa le soluzioni innovative per uscire dalla crisi, secondo principi di avanzata sostenibilità.

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12/04/2013, 14:54
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INFLAZIONE, CONFAGRICOLTURA: “CALANO LE QUOTAZIONI DI ORTAGGI E VERDURA. MA IL LORO PREZZO DAL CAMPO ALLA TAVOLA QUINTUPLICA”

All’ulteriore rallentamento dell’inflazione - (+0,2%) a marzo rispetto al mese di febbraio - ha contribuito senz’altro la diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,2%) ed in particolare di verdura e ortaggi (-2,3%). Lo ricorda il Centro Studi di Confagricoltura analizzando i dati sull’inflazione a marzo, diffusi oggi dall’Istat.

"Vanno monitorati attentamente i mercati", sottolinea Confagricoltura, che sollecita un riequilibrio delle quotazioni nella filiera.

“Seguendo il viaggio delle zucchine dal campo alla tavola, effettuato ieri (11 aprile) si scopre infatti che il produttore le ha vendute a 0,56 euro/kg, il grossista a 0,89 euro/kg, ma sui banchi di vendita sono arrivate, mediamente, a 2,55 euro/kg. In pratica il prezzo, dal produttore al consumatore, è quintuplicato”.

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CRISI,CONFAGRICOLTURA: POSITIVO IL MONITO DI DRAGHI. SENZA CREDITO IMPOSSIBILI GLI INVESTIMENTI PER LA CRESCITA DEL SETTORE

“Le imprese agricole hanno trovato nel corso del 2012 ed in questo scorcio del 2013, al pari delle altre pmi forti difficoltà nell’accesso al credito da parte degli istituti bancari. In pratica le banche fanno meno prestiti, o meglio li concedono a condizioni più rigide, aumentando i tassi o chiedendo più garanzie”. Confagricoltura commenta positivamente il monito lanciato alle banche dal presidente della Bce Mario Draghi.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ricorda che l’agricoltura copre una quota sul totale degli impieghi creditizi del 4,6% e che in un anno le erogazioni dei finanziamenti oltre al breve termine sono scese di quasi 300 milioni di euro. “Un dato significativo – evidenzia Confagricoltura - perché riguarda le operazioni di medio e lungo termine, solitamente destinate agli investimenti, che si traduce inevitabilmente in un indebolimento delle struttura finanziaria delle aziende del comparto.”

Da parte degli imprenditori agricoli è necessario migliorare il dialogo con gli istituti creditizi, che devono a loro volta essere messi nelle condizioni di operare in modo efficace. Su questa linea Confagricoltura sta lavorando, nella considerazione che i maggiori fattori di rischio in agricoltura sono legati non solo all'andamento della domanda interna, ma anche alla disponibilità di risorse, senza le quali non c’è possibilità di sviluppo e di crescita”.

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Accordo pomodoro da industria Nord Italia: per Confagricoltura amara la firma per la campagna 2013

Non piace a Confagricoltura l’accordo quadro sul pomodoro da industria raggiunto dopo un’estenuante braccio di ferro.

“Nonostante le ripetute richieste della parte agricola di arrivare ad una sigla dell’accordo quadro 2013 in tempi ragionevoli, anche quest’anno la firma è stata apposta fuori tempo massimo. Ma a rendere la delusione ancora più cocente è il risultato ottenuto dal mondo della produzione, che è riuscita a spuntare solo 86 euro per tonnellata inclusi i servizi”.

“Purtroppo – prosegue Confagricoltura - nonostante il lieve incremento dei prezzi registrato rispetto alla campagna precedente, che si era chiusa a 84 euro per tonnellata, gli imprenditori agricoli anche quest’anno percepiranno un prezzo insufficiente a coprire i costi di produzione”.

Fortemente critico il presidente della Federazione Nazionale pomodoro da industria di Confagricoltura, Marco Nicastro: “Non è pensabile che, anche quest’anno, gli agricoltori debbano registrare ulteriori perdite nel proprio bilancio aziendale. Se il pomodoro è uno dei simboli indiscussi del made in Italy il merito è soprattutto di chi lo produce e non solo di chi lo trasforma; per cui o si mette in campo una strategia di filiera che possa essere remunerativa per tutti gli operatori, altrimenti non posso far altro che consigliare, a chi è ancora in tempo, di non produrre pomodoro”.

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