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Confagricoltura 
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CRISI, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “SIAMO D’ACCORDO CON VISCO. SERVE UN DISEGNO ORGANICO DI RIFORME. L’AGRICOLTURA FARÀ LA SUA PARTE”

“Condividiamo l’analisi del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, nella lectio magistralis all'Università di Firenze, ha affermato che l’economia non ripartirà nell’immediato. Le stime per l'anno in corso sono di una flessione del Pil mediamente dell’1% e rimandano i risultati di segno positivo al 2014”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi.

“Siamo molto preoccupati – ha aggiunto Guidi - In questo momento di profonda debolezza economica chi sarà chiamato dalle urne a governare il Paese dovrà investire le migliori energie per riavviare la crescita. In campagna elettorale le forze politiche focalizzino le strategie”.

“I primi impegni che ci attendiamo dal nuovo Parlamento e dal rinnovato Esecutivo dovranno essere proiettati, come ha ricordato il governatore Visco, a varare un disegno organico di riforme per la competitività – ha concluso il presidente di Confagricoltura - . Nei programmi di sviluppo le imprese agricole non dovranno essere trascurate, come troppo spesso è accaduto in passato, perché hanno concrete potenzialità. Lo dimostrano i dati sull’export del settore primario, con le imprese che hanno quasi del tutto recuperato il terreno perduto nell’internazionalizzazione nei primi mesi del 2012. Ripartire dall’agricoltura non è uno slogan”.

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18/01/2013, 20:30
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AFLATOSSINE, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “BASTA CON LE EMERGENZE DI ‘SERIE B’. IL MONDO PRODUTTIVO DA 5 MESI ATTENDE RISPOSTE EFFICACI”

“Il caldo della scorsa estate, associato alle piogge successive, ha favorito lo sviluppo nel mais delle muffe che producono aflatossine. Un danno enorme per i produttori, che attendono da troppo tempo le soluzioni al problema”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo a Cerea (Verona) all’assemblea degli agricoltori veronesi dedicata a questo argomento.

“Una raccomandazione è d’obbligo - ha aggiunto Guidi -. Non c’è nessun pericolo per la salute di persone e bestiame. Il mais contaminato è stato stoccato e non immesso al consumo. Ma i produttori devono avere risposte chiare. Se il mais non può essere venduto, bisogna dir loro cosa farne. Solo pochi giorni fa il ministero della Salute ha emanato le procedure operative per la prevenzione e la gestione dell’emergenza ma, purtroppo, dobbiamo constatare che non sono stati risolti i problemi per quanto riguarda la gestione del mais stoccato, mentre risultano particolarmente onerose le disposizioni sull’autocontrollo della produzione di latte”.

“Gli agricoltori – ha osservato il presidente di Confagricoltura - sono stanchi di essere considerati sempre e comunque figli di un dio minore. Per carità, è indispensabile garantire i consumatori e la salute con controlli sul latte e nelle stalle. Però non ci si può limitare solo a compiti ispettivi. Va messa in atto una serie di provvedimenti che permettano ai produttori di attrezzarsi per affrontare l’emergenza; come si è fatto negli Stati Uniti dove, ad esempio, sono state ricalibrate le soglie in funzione del tipo di allevamento, laddove le normali procedure di detossificazione non siano sufficienti, in alternativa alla distruzione del mais o al suo utilizzo per la produzione di biogas”.

“I maiscoltori sono giustamente esasperati – ha concluso Guidi -. Non è possibile che le emergenze che li riguardano siano sempre e solo di serie B”.

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21/01/2013, 20:22
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ELEZIONI, CONFAGRICOLTURA AI PARTITI: “CONFRONTO SERRATO SUI PROGRAMMI. L’AGROALIMENTARE È IL MOTORE DI CRESCITA DELL’ECONOMIA”

“Ci stanno a cuore le sorti del Paese, dell’agricoltura e delle sue aziende. Per questo chiediamo ai partiti ed alle coalizioni di tornare ad una politica orientata alle imprese, al loro ruolo nel e per il mercato; in maniera che esse possano continuare a garantire in pieno quel contributo sociale che sono capaci di dare e che spesso, a torto, non viene loro riconosciuto”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi al termine della riunione dei Quadri Dirigenti sulle elezioni del 24 e 25 febbraio.

“La risposta che la politica deve dare è la governabilità – ha osservato Mario Guidi – In tale ottica sollecitiamo il confronto serrato con tutte le forze politiche in campo e lo vogliamo sui programmi, sui contenuti, sulle azioni da porre in essere per la crescita del Paese. Alla politica ribadiamo che lo sviluppo dell’agroalimentare è nodale, contribuisce al superamento della crisi, alla crescita, rafforza l’economia”.

“Alla politica chiediamo sforzi per la ‘normalità’ – ha proseguito il presidente di Confagricoltura - Vogliamo un ‘Paese normale’, con centri decisionali ed istituzioni efficienti e non stratificazioni; siamo favorevoli alla riforma del titolo V della Costituzione. Con una riduzione delle provincie con un alleggerimento dei costi della politica e della burocrazia”.

Nella attuale situazione congiunturale cinque sono le aree che, ad avviso di Confagricoltura, debbono essere intraprese in via prioritaria e con incisività dall’azione del Parlamento e del Governo: credito; fisco; mercato del lavoro; green economy; conoscenza, ricerca e sviluppo, infrastrutture.

“Occorre rivedere la normativa in materia di Imu, con particolare riferimento ai beni strumentali – ha concluso il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli -Va anche sostenuta l’approvazione della delega fiscale al governo che consenta di intervenire sul sistema tributario per modificare la filosofia di fondo a cui si ispira la attività di prelievo, nonché per offrire un quadro di certezze per gli operatori”.

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22/01/2013, 19:02
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API-CONFAGRICOLTURA: INTESA CON LA REGIONE LOMBARDIA PER OFFRIRE LE TROTE NELLE MENSE SCOLASTICHE

“Il nostro impegno per la filiera corta sta dando i primi frutti. Abbiamo dato il via ad un’operazione culturale per promuovere il consumo delle trote nelle mense scolastiche, al posto di pesce d’importazione extraeuropeo”. Lo ha detto Pier Antonio Salvador, presidente dell’Associazione Piscicoltori (Api) di Confagricoltura, in occasione della firma del protocollo d'intesa tra l'Assessorato all'Agricoltura della Regione Lombardia, Milano Ristorazione e l’Api stessa per l’introduzione del pesce d’acquacoltura più allevato in Lombardia all’interno dei menù scolastici.

Il consumo di trote nelle mense scolastiche offre una valida alternativa locale al consumo di pesce, sostiene l'economia del territorio contribuendo all'educazione alimentare delle giovani generazioni – continua Salvador -. Abbiamo ancora un forte potenziale di crescita poiché i nostri allevamenti, anche di altre pregiate specie ittiche, garantiscono al tempo stesso la freschezza, l’alta qualità del prodotto, la sostenibilità e la sicurezza alimentare”.

L’Associazione dei piscicoltori di Confagricoltura auspica che questa iniziativa possa fungere da traino ad analoghi progetti in altre regioni italiane, consentendo di aumentare sempre più il consumo di prodotti ittici di acquacoltura freschi digeribili, controllati, non contaminati ed a costi ragionevoli. La Lombardia produce, annualmente, oltre 4000 tonnellate di trote che, come ha ricordato l'Assessore all'Agricoltura Giuseppe Elias. “Sono sottoposte a severi controlli in ogni singola fase della filiera, dal prelievo alla lavorazione e garantiscono elevati livelli di salubrità e qualità, mantenendo le proprietà nutrizionali e organolettiche”.

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23/01/2013, 18:12
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AGRITURIST: IL PIANO STRATEGICO PER IL TURISMO E’ GIA’ VECCHIO PRIMA DI NASCERE

La presidente, Vittoria Brancaccio: “Ignorato l’agriturismo e le potenzialità del turismo diffuso. La logica dei poli prioritari è l’esatto contrario di quello che l’Italia deve fare per rilanciare il turismo”.

Ad Agriturist non piace il Piano Strategico per il Turismo, presentato recentemente dal ministro Gnudi al Consiglio dei Ministri.

“Non va bene - dichiara Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist - perché guarda soltanto a pochi grandi progetti e non a come valorizzare l’insieme delle attività e delle risorse turistiche, piccole e grandi, di cui è ricchissimo il nostro Paese. Parlare di poli prioritari e dimenticare il turismo diffuso, di cui l’agriturismo è importante espressione, è l’esatto contrario di quello che serve per rilanciare il turismo italiano”.

A nostro avviso - premette Agriturist - il Piano è una ricerca accademica e non un progetto politico. Tratta astrattamente tutto quello che non va del turismo in Italia, prospettando soluzioni per lo più teoriche, con uno scadenzario temporale del tutto irrealistico.

Ma soprattutto sostiene tesi inaccettabili, come quella secondo cui in Italia esisterebbero 150 poli turistici, solo 40 dei quali con “un potenziale di crescita ancora significativo” e quindi degni di intervento prioritario. In Italia, al contrario, abbiamo un enorme patrimonio di attrattive turistiche diffuse e sconosciute, ad altissimo potenziale di crescita, dalla valorizzazione delle quali può davvero arrivare la ripresa del turismo.

E’ il caso, ad esempio - osserva Agriturist - delle attrattive culturali, paesaggistiche, naturalistiche, enogastronomiche, artigianali, di tradizione contadina, promosse dall’agriturismo, che, pur mai considerato dalla promozione pubblica, riceve tre milioni di ospiti l’anno, il 40% dei quali stranieri. Un risultato straordinario, maturato negli ultimi vent’anni, grazie alle capacità e allo spirito di iniziativa di oltre 21 mila imprenditori agricoli, in ogni parte d’Italia.

Trascinate dall’agriturismo - prosegue la nota di Agriturist - stanno crescendo migliaia di piccole imprese di turismo rurale, e si sta formando nelle campagne una rete di micropoli del turismo esperienziale, ecologico, escursionistico, salutistico, suscettibili di raddoppiare in pochi anni, se opportunamente promossi, ricettività e ospiti. Tutto questo il Piano lo ignora, puntando piuttosto sulla creazione di una “nuova Costa Smeralda”.

Il Piano - conclude Agriturist - è “vecchio”, pensa solo ad turismo “in grande” fuori dal tempo; le piccole strutture ricettive (che pure rappresentano la maggior parte della ricettività italiana) sono considerate un punto di debolezza, in quanto non idonee per i grandi tour operator; poi si contraddice “ammettendo” che le prenotazioni effettuate tramite internet, senza intermediari, sono in enorme aumento… Il successo dell’agriturismo, fatto di tanti “piccoli” che solo in quanto tali offrono una apprezzatissima e poco costosa accoglienza “di charme”, dimostra che un Piano ben fatto dovrebbe sostenere la “meta Italia” nel suo complesso.

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24/01/2013, 19:42
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IMPRESE, GUIDI (CONFAGRICOLTURA): “LA CHIUSURA DELLE AZIENDE AGRICOLE E’ SEGNALE DI SOFFERENZA, MA ANCHE DI RIORGANIZZAZIONE E RAZIONALIZZAZIONE”

L’agricoltura è il settore produttivo che ha il saldo negativo maggiore (-16.791 unità). Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati del Rapporto Unioncamere relativi alla nati-mortalità delle imprese italiane nel 2012.

“Che la crisi faccia sentire i suoi effetti e aggravi la situazione è fuori discussione, il dato Unioncamere sulla nascita e sulla chiusura delle aziende agricole lo conferma: è il segno di una sofferenza in cui si trovano ad operare tante imprese agricole che non trovano margini di redditività”, osserva il presidente di Confagricoltura.

“Non vorrei però che emergesse dalle analisi sulla crisi l’immagine di un’agricoltura che si arrende. Ci sono imprese agricole strutturate, moderne e competitive che hanno messo in atto, già da tempo, precise strategie per fronteggiare le criticità. Il dato è da leggere, dunque, come segnale di sofferenza ma al tempo stesso di razionalizzazione e riorganizzazione da parte di imprese del settore.

Come rivelato dal recente sondaggio che abbiamo svolto con il Censis, infatti, le imprese più evolute hanno adeguato gli impianti e le strutture produttive (75%), ridefinito le politiche di vendita (59%), riorganizzato le procedure di lavoro (57,3%), individuato nuove produzioni e colture (51,7%), ridefinito le funzioni di vertice (30,3%). Solo il 3,7% del campione intervistato non ha apportato alcun cambiamento”

“È chiaro allora che la trasformazione delle imprese ha una forte incidenza sul dato che riguarda la chiusura di molte di loro”, conclude Mario Guidi. “Molti ettari che queste chiusure libereranno resteranno ad attività agricole e c’è da interrogarsi sull’ordine di grandezza di questa trasformazione, potendo essa rivelarsi significativa in ottica di crescita e di rafforzamento per le aziende agricole esistenti”.

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24/01/2013, 21:20
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POMODORO DA INDUSTRIA, NICASTRO, PRESIDENTE FEDERAZIONE NAZIONALE DI PRODOTTO DI CONFAGRICOLTURA: UN’INTESA LENTA DA VENIRE. NECESSARIO UN ACCORDO IN TEMPI BREVI

“Vogliamo sederci ad un tavolo con gli industriali per trovare un accordo su un prezzo minimo sostenibile”.Questo il commento di Marco Nicastro, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto (FNP) del pomodoro da industria di Confagricoltura, a seguito dei primi timidi passi mossi tra la parte agricola ed industriale, per definire le regole della prossima campagna del pomodoro trasformato. Tale necessità è emersa con chiarezza nel corso dei lavori della prima riunione della FNP del 2013 partecipata dalle imprese del comparto associate.

Purtroppo, come tutte le passate stagioni, i tempi delle trattative si trascinano inesorabilmente e così gli agricoltori, che avevano destinato parte delle loro superfici a questo tipo di coltivazione, si vedono costretti a seminare senza un accordo sul prezzo e senza la certezza del ritiro del prodotto. “Si assiste sempre allo stesso spettacolo - ha proseguito Nicastro -. A causa di una mancata programmazione, le quantità prodotte risultano eccedentarie rispetto al fabbisogno dell’industria che ritira a prezzi stracciati. L’unico modo di risolvere l’annosa questione, sarebbe quello di riuscire ad arrivare ad un accordo entro il mese di gennaio, stabilendo quantità da consegnare e, soprattutto, fissando un prezzo minimo che possa essere remunerativo per la parte agricola.

La trattativa partita nel Nord Italia non lascia comunque ben sperare: l’industria ha, infatti, affermato che per scongiurare un surplus produttivo il prezzo stabilito per quest’anno dovrebbe essere inferiore di 5€/ton rispetto all’anno precedente. Scendendo abbondantemente al di sotto degli 80 euro per tonnellata.

“Non è concepibile che un imprenditore continui a produrre sotto costo - ha aggiunto il presidente della FNP - non si può sostenere una tale situazione di incertezza. Basti pensare che il prezzo al dettaglio di una confezione di pomodori pelati da 400 grammi è in media 80 centesimi mentre l’imprenditore agricolo, per la stessa quantità, percepisce solo 4 centesimi. Questo è un problema di etica contrattuale che oggi trova un alleato nell’art. 62, laddove stabilisce la sanzionabilità di pratiche sleali”.

“Auspichiamo – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura -una soluzione del problema in tempi brevi, altrimenti potrebbe accadere che i nostri produttori decidano di non coltivare più “l’oro rosso” simbolo e vanto del made in Italy”.

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25/01/2013, 18:51
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RIFORMA PAC, CONFAGRICOLTURA: “MODIFICHE POSITIVE DALLA COMAGRI. PERMANGONO TUTTE LE RISERVE SU UNA RIFORMA CHE MANTIENE I CAPISALDI DEL SUO PROGETTO ORIGINARIO”

“Registriamo positive modifiche all’impianto della riforma della Pac proposto dalla Commissione europea, in attesa del seguito di quello che si preannuncia come un negoziato difficile e complesso sul quale continueremo a vigilare”.

Commenta così Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, la due giorni di votazioni della Commissione dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale che ha approvato i suoi numerosi emendamenti alle proposte di regolamento della “riforma verso il 2020”.

“Non possiamo non riconoscere alla Comagri ed al suo presidente Paolo de Castro – ha proseguito il presidente di Confagricoltura - un lavoro enorme di rivisitazione e proposta rispetto ai testi originari, che ha consentito di introdurre importanti novità.”

Un certo allentamento dei forti tagli a carico dei produttori storici, ad esempio, ma anche l’eliminazione dell’obbligatorietà e la semplificazione del greening. Sino ad alcune positive note come le novità sugli strumenti di mercato per le crisi e la proroga al delle quote zucchero e dei diritti di impianto vitivinicoli. Mentre sono senz’altro positive anche le aperture nello sviluppo rurale per la gestione nazionale dei programmi e per il funzionamento dello strumento di gestione del rischio; così come infine non si può non citare, anche per l’apporto del relatore Giovanni La Via, l’introduzione di semplificazioni per la condizionalità ed il regime sanzionatorio.

“Certo permangono tutte le nostre perplessità per una struttura della riforma che mantiene i capisaldi di chi l’ha progettata e sui quali dobbiamo ancora impegnarci. È inaccettabile ed antistorico tagliare le risorse alla nostra agricoltura – ha poi affermato Guidi – così come dare troppa enfasi sulla ridistribuzione dei pagamenti tra le imprese e sugli impegni ambientali, che limitano il potenziale produttivo invece che esaltarlo.”

Si tratta di aspetti che verranno affrontati nelle prossime settimane del negoziato a partire dal Consiglio dei Capi di Stato e di Governo del prossimo 7-8 febbraio. Aspetti sui quali Confagricoltura non farà mancare la sua attenzione e le sue proposte; per le possibili conseguenze che esse possono determinare in prospettiva per le imprese associate.

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25/01/2013, 18:59
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CRISI, CONFAGRICOLTURA: CALA DRASTICAMENTE IL CONSUMO DI FIORI E PIANTE. INVENDUTE ANCHE LE STELLE DI NATALE

Forte la contrazione della domanda interna di piante e fiori che quest’anno si è tradotta addirittura in rimanenze di fiori tipici delle feste, come crisantemi e stelle di Natale. E’ emerso nel corso dei lavori della Federazione nazionale Florovivaistica dei produttori di Confagricoltura che ha tracciato un primo preoccupante bilancio dell’andamento del settore nella passata campagna.

Il significativo calo delle vendite si unisce al forte aumento dei costi di produzione (+7,3% i costi energetici nel 2012 rispetto all’anno precedente – secondo una stima di Confagricoltura su dati Ismea) ed alla crescente concorrenza dei Paesi Terzi. Una situazione che costringe molte aziende del comparto che non riescono a far quadrare i conti a cessare l’attività.

“Il momento è drammatico - commenta il presidente della Federazione dei florovivaisti di Confagricoltura Francesco Mati -. In alcune aree vocate si sta assistendo alla chiusura di storiche aziende produttrici con conseguente perdita dei posti di lavoro e con ricorso alla cassa integrazione. Un danno quindi non solo economico ma anche sociale, se si pensa ad esempio al patrimonio di conoscenze che si rischia di perdere, che interessa il settore e coinvolge l’indotto”.

“In questa delicata situazione - osserva Mati - il florovivaismo ha bisogno di considerazione, di politiche rapide e mirate per superare la crisi dei consumi interni, di investimenti in ricerca e sviluppo di nuove varietà, di stimoli per raggiungere nuovi mercati, anche eliminando le barriere non tariffarie nei Paesi Terzi”.

“Occorre avere la consapevolezza comune che il verde è un investimento e che quindi prestare attenzione per far ripartire questo comparto – conclude il rappresentante di Confagricoltura per il florovivaismo – significa benefici per l’economia, in termini di crescita dell’occupazione e del settore turistico. Significa anche contribuire in maniera determinante al miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita, rendendo più salubre l’aria che respiriamo, riducendo l’inquinamento e donando benessere ed energia come solo un habitat ben curato può offrire”.

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28/01/2013, 20:00
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CRISI, CONFAGRICOLTURA: SFIDUCIA E CALO DEI CONSUMI SONO UN MIX MICIDIALE. LE NOSTRE IMPRESE PUNTANO SULL’EXPORT

“Peggiora ulteriormente il clima di fiducia dei consumatori sia per la situazione personale, sia per quella economica generale. Alla sfiducia si unisce il calo dei consumi”. Lo sottolinea Confagricoltura in relazione alle analisi odierne dell’Istat sul sentiment dei consumatori.

“In pieno clima recessivo le famiglie sono disilluse, spesso non riescono a far quadrare i conti e tendono a risparmiare rinunciando anche al cibo. Le ripercussioni sull’economia sono inevitabili e le imprese agricole nazionali – nonostante una tassazione sempre più alta ed un reddito sempre più basso - stanno sensibilmente accentuando il processo di integrazione e di internazionalizzazione per compensare con l’export la flessione del mercato nazionale”.

“Come imprenditori non possiamo permetterci di essere sfiduciati – commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – ma chiunque andrà al governo dovrà mettere in agenda il rilancio dell’agroalimentare e dell’agricoltura con adeguate politiche di sviluppo che fino ad oggi sono mancate, perché serve un maggiore impulso per ricerca, sviluppo, innovazione. Il futuro dell’agricoltura italiana è nell’export”.

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28/01/2013, 20:02
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