OLIO IGP PUGLIA, SE NE E’ PARLATO AD ALBEROBELLO
Massimo Occhinegro: “Le associazioni rompano con il passato”
Il destino dell’olio pugliese e la lunga e tortuosa strada da percorrere per il conseguimento dell’IGP, autentico volano per lo sviluppo dell’olivicoltura regionale e, più in generale, della sua economia. Al cospetto di un nutrito numero di presenti (di eterogenea ragione, tra esperti in materia, produttori, rappresentanti associativi e comuni avventori, questi ultimi attratti dalla rilevanza del tema), le strategie da intraprendere e un’accesa analisi su dati verosimili e, al contempo, poco confortanti per la regione. E’ quanto avvenuto in quel di Alberobello, lo scorso mercoledì, nel corso di una interessante tavola rotonda caldeggiata e approntata dal Comitato Promotore IGP Puglia: un’occasione, per di più, di confronto e dialogo tra parti e scuole di pensiero tradizionalmente distanti, all’ulteriore fine di alleviare i toni, fattisi aspri negli ultimi tempi. Oltre due ore di discussione, i cui risultati sono stati efficacemente traslati in questa ‘lectio brevis’ di Massimo Occhinegro, responsabile del succitato comitato: “L'Olio IGP Puglia rappresenta l'ultima chance che ha la nostra regione per risollevare le sorti della sua olivicoltura:, ancora oggi il suo valore non viene riconosciuto per via di prezzi mortificanti e disastrosi per gli olivicoltori pugliesi e non solo. Le cinque DOP, che avrebbero dovuto decretare il successo della territorialità e dell'origine ricoprono soltanto l'1,5% del totale; una percentuale molto bassa che rende necessario un cambio di passo da parte della Puglia, che deve avvenire per mezzo di una IGP che unisca concretamente tutta la Regione olearia, tenendo conto delle diversità esistenti a livello produttivo”. In seguito, una mezza stoccata, che, a posteriori, suona più come un consiglio paterno: “Le associazioni hanno bisogno di modernizzarsi, essendo troppo ancorate a logiche del passato che non hanno prodotto risultati. Non è possibile affidare ancora una volta alla regia delle unioni dei produttori il destino della Puglia olearia. È necessario, dunque, fare un cambio di passo, un associazionismo 2.0, che sia moderno, comunicativo soltanto in senso costruttivo e che si apra al mondo di chi conosce i mercati internazionali e lasci operare chi concretamente lavora. Dunque, un passo avanti in una direzione, la modernità, ed un passo indietro per lasciare spazio a tutti gli operatori veri del mercato”.
Comitato Promotore IGP Puglia
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