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13/06/2023, 11:45
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FAUNA: COLDIRETTI TOSCANA, BENE CACCIA IN DEROGA ALLA TORTORA DAL COLLARE ORIENTALE “SALVA” AGRICOLTORI

Via libera alla caccia in deroga per fermare la “strage” di semi di girasoli, ceci, legumi, granturco e sorgo causata dai famelici stormi di tortore dal collare orientale (streptopelia decaocto) che invadono le campagne toscane provocando danni incalcolabili alle aziende agricole. Ad applaudire ad un risultato per nulla scontato è Coldiretti Toscana che ringrazia gli uffici tecnici dell’assessorato all’agroalimentare della Regione Toscana per aver ottenuto da Ispra l’attivazione di questo strumento che consentirà di intervenire a tutela di importanti produzioni alimentari e delle aziende agricole. La specie, alloctona, è presente in gran numero nelle campagne dove causa danni alle coltivazioni, in particolare al girasole, alle oleaginose e ai cereali. Le argomentazioni tecniche prodotte dagli uffici regionali hanno consentito ad Ispra di rilasciare parere positivo al prelievo di questa specie. “Era necessaria una presa di posizione decisa nei confronti dell’invasione di una specie che sta devastando importanti coltivazioni agricole della nostra regione. – spiega Coldiretti Toscana – Diamo atto all’assessora Saccardi per avere, ancora una volta, compreso l’urgenza della problematica e di essersi attivata con determinazione per arrivare a questo risultato”.

Le tortore, insieme a piccioni e storni, banchettano con le semine ancora fresche, appena posate dagli agricoltori, delle coltivazioni primaverili. Il loro è uno svolazzare senza sosta, tra i campi di tutta la regione che dimezza le rese dei prossimi raccolti e minaccia la sopravvivenza delle imprese agricole esponendo il territorio all’abbandono e all’erosione. Ma in pericolo c’è anche la bellezza del paesaggio. Un esempio sono la coltivazione del girasole che dipingono di giallo le colline ma anche il rosso del sorgo contribuisce al mosaico cromatico delle nostra campagne diventate un fenomeno mediatico e turistico.

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13/06/2023, 11:46
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CLIMA: COLDIRETTI TOSCANA, PRIMAVERA PAZZA TRA GRANDINATE, BOMBE D’ACQUA E TEMPESTE HA GIA’ DANNEGGIATO CENTINAIA DI IMPRESE AGRICOLE
Prolungata l’allerta meteo in regione. 170 le aziende danneggiate da grandine, 150 nell’Alto Mugello.


Non ci sono più le stagioni ripetono gli agricoltori guardando sconsolati i pesanti effetti che grandinate, bombe d’acqua, tempeste e gelate tardive hanno avuto sulle coltivazioni. E’ stata una primavera da dimenticare nelle campagne della nostra regione dove si sono abbattuti sei eventi estremi tra aprile, maggio e la prima parte di giugno secondo l’Osservatorio Città Clima. Eventi che hanno danneggiato i raccolti e compromesso, molte volte, anche la capacità produttiva delle imprese nel prossimo futuro. A dirlo è Coldiretti Toscana dopo il prolungamento dell’allerta gialla per temporali forti e rischio idrogeologico su tutta la Toscana anche per l’intera giornata di domani, mercoledì 14 giugno 2023.


Secondo Coldiretti i soli episodi grandinigeni e l’alluvione dell’Alto Mugello hanno colpito pesantemente oltre 300 aziende agricole. 170 sono le attività ferite dalle grandinate di aprile sulla base del censimento della Regione Toscana. I chicchi di grandine che si sono scagliate su viti, ortaggi, alberi da frutto e cereali hanno prodotto 8 milioni di euro di danni di cui 2,4 milioni nella provincia di Arezzo. Danni superiori al milione di euro anche in provincia di Firenze, Grosseto, Siena e Lucca dove si registra anche il maggio numero di aziende coinvolte, ben 49. 150 sono invece le aziende tra Marradi, San Godenzo, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio nell’Alto Mugello interessate dalle centinaia di frane, smottamenti e cedimenti di terreni coltivati, frutteti, pascoli e castagneti dovuti alle straordinarie precipitazioni che si sono scese in poche ore sull’Appennino che stanno paralizzando il settore primario. Ma ancora, proprio per la presenza di numerose frane, non ci sono stime attendibili. Un conto destinato a salire se teniamo conto delle gelate tardive e delle tante burrasche che hanno caratterizzato la primavera.


Attese dagli agricoltori dopo la siccità del 2022 ed un inverno tra i più caldi della storia, le precipitazioni hanno superato ogni previsione. A maggio sulla Toscana sono caduti mediamente 132 mm di pioggia, l’85% in più di pioggia rispetto al periodo 1993-2023, pari a 61 mm. Una quantità eccezionale che ha ricaricato le falde, riportato il livello di riempimento di invasi e bacini ben al sopra il livello di guardia (+70% Arno, + 144% Fiora, + 17% Magra, + 120% Ombrone - + 54% Serchio, + 81% bacini della Toscana costa, + 42% bacini Versilia) ed allontanato lo spettro siccità ma che ha provocato anche allagamenti nei campi seminati e rovinato i raccolti pronti per la vendita. Sorvegliate speciali sono ora le coltivazioni primaverili come il grano che nelle prossime settimana sarà mietuto.


Se le probabilità di una nuova estate di passione e siccità sono più lontane, questo non significa rallentare nell’attuazione delle misure di mitigazione degli effetti della crisi climatica a cui sono esposte le produzioni agricole. Mitigazioni che passano dalla lotta agli sprechi di acqua ad aumentare la raccolta di acqua piovana di cui oggi tratteniamo appena l’11% fino agli investimenti sull’agricoltura di precisione e all’incremento delle superfici irrigabili che in Toscana sono appena il 14%. “Dobbiamo arrivare a salvare il 50% dell’acqua che cade dal cielo per metterla a disposizione delle colture agricole ma anche della comunità realizzando infrastrutture per lo stoccaggio come previsto dal nostro piano nazionale laghetti che abbiamo presentato insieme ad Anbi Nazionale. – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi - – E per raggiungere questo obiettivo dobbiamo accelerare sul progetto di recupero dei migliaia di piccoli invasi censiti che la burocrazia ha svuotato in questi anni e che possono rappresentare una ipoteca sul futuro della nostra agricoltura e dei territori. Un obiettivo a cui sta lavorando il tavolo regionale voluto dal Governatore Giani di cui facciamo parte e la cabina di regia del Governo. Le aziende agricole, con il loro lavoro, garantiscono un contributo fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per il turismo e l’immagine della Toscana nel mondo”.


Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.toscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, canale ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana” e canale Telegram “coldirettitoscana”.

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13/06/2023, 17:54
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MALTEMPO: COLDIRETTI TOSCANA, + 85% PIOGGE TAGLIANO UN QUARTO PRODUZIONE CEREALI (-25%)

Maltempo e piogge incessanti tagliano le stime della produzione di cereali. La Toscana rischia di perdere per strada un quarto del raccolto di grano duro e tenero, orzo, favino ed avena a causa delle abbondanti precipitazioni di maggio che hanno raggiunto livelli straordinari. Lo scorso mese sono caduti mediamente 132 mm di acqua secondo il Servizio Idrogeologico Regionale, l’85% in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni con punte record nell’area di Grosseto (+132%), Firenze (+119%), Arezzo (+115%) e Siena (+93%). Una quantità eccezionale che ha ricaricato le falde, riportato il livello di riempimento di invasi e bacini in sicurezza ed allontanato lo spettro siccità ma che ha provocato anche allagamenti nei campi seminati e compromesso il prossimo importante raccolto di cereali. A lanciare l’allarme sono Coldiretti Toscana e CAI Consorzio Agrario del Tirreno che stanno monitorando la situazione sul territorio. In Toscana, nel 2022, i cerealicoltori avevano “stoccato” 1,9 milioni di quintali di grano destinati principalmente all’industria della pasta e circa 900 mila quintali di grano tenero per la produzione di pane, biscotti ed altri prodotti derivati.


“Le prime ricognizioni in campo destano preoccupazione. La situazione è molto diversa da zona a zona e dal periodo in cui la semina è stata effettuata. – spiegano Coldiretti Toscana e CAI Consorzio Agrario del Tirreno - Già ad inizio della prossima settimana, nelle zone di costa, partirà la trebbiatura dell’orzo e del favino, poi toccherà via via alle aree interne. Ad una prima analisi le spighe del grano risultano essere povere, e questo significa meno chicchi e una conseguente produzione inferiore. La ragione sono la troppa acqua che ha penalizzato la fase di allegagione della spiga e la sua successiva maturazione e gli squilibri termini improvvisi. Troppo umido quando i cereali, soprattutto il grano, hanno bisogno di caldo e asciutto. La resa per ettaro potrebbe essere inferiore del 20%-25% con grande variabilità nelle zone dove è piovuto maggiormente. Parliamo di un ammanco, in termini economici, di oltre 100-150 milioni di euro per le imprese cerealicole”.


Le piogge battenti ed il vento hanno favorito fenomeni molto diffusi di allettamento del grano e creato le condizioni ideali per la diffusione di patogeni fungini come la fusariosi, il mal del piede o la ruggine che solo trattamenti tempestivi, laddove è stato possibile attuarli, hanno limitato i danni e salveranno la quantità e la qualità del raccolto. Un ragionamento che vale per tutta la famiglia delle coltivazioni cerealicole. “E pensare che la stagione era iniziata sotto i migliori auspici con un marzo ed aprile equilibrato e promettente. – spiegano ancora Coldiretti Toscana e CAI Consorzio Agrario del Tirreno – Maggio ha mandato all’aria i piani dei cerealicoltori che avevano creduto e scommesso su una buona produzione incrementando anche le superfici coltivate. Il maltempo non ha dato tregua all’agricoltura colpendo con insistenza, a macchia di leopardo, su tutta la regione”.


L’altro incubo, per gli agricoltori, è rappresentano dal crollo del prezzo del grano mentre sugli scaffali il costo della pasta per le famiglie toscane è salito mediamente del 41% mentre quello del pane fresco del 9%. Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada balzate del +747%, passando da 33,8 milioni di chili dello scorso anno ai 286,2 milioni attuali nei primi due mesi del 2023, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat. In Canada il grano – ricorda Coldiretti Toscana - viene coltivato utilizzando glifosate in preraccolta come disseccante, secondo modalità vietate in Italia.

Non è accettabile – afferma Coldiretti Toscana - che di fronte all’aumento del 41% del prezzo medio della pasta al consumo rilevato dall’Osservatorio dei Prezzi del Ministero del Made in Italy ad aprile 2023 passato in un anno da 1,5 euro a 2,2 euro, mentre quello del pane fresco da 2,88 a 3,13 euro al chilogrammo, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato tra i 30 e 33 centesimi al chilo ai 6 mila agricoltori toscani rischiano di non recuperare nemmeno quanto speso per coltivarlo. Proprio quando sta per partire la raccolta è necessario adeguare subito – sottolinea Coldiretti Toscana - le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione.

Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee. – spiega Coldiretti Toscana – E’ necessario ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.

E’ necessario riattivare da subito - conclude Coldiretti Toscana - la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attività in via sperimentale è stata sospesa nell'ottobre del 2022, perché fornisce trasparenza al mercato e offre la possibilità di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali.


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14/06/2023, 15:22
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