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CENTRO DI SPERIMENTAZIONE LAIMBURG BZ
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Marco
Sez. Supporto Didattico
Iscritto il: 13/03/2008, 19:23 Messaggi: 68751 Località: Pinzolo (TN) - Firenze
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Accordo internazionale per la ricerca in agricoltura e silvicoltura tra Baviera, Austria ed Alto Adige: avviata la prima iniziativa comune per la difesa fitosanitaria biologica
I governi bavarese, austriaco ed altoatesino hanno sottoscritto un patto per la ricerca condivisa nei settori agricoltura e silvicoltura. Il primo progetto comune è stato avviato ed avrà come obiettivo la costruzione di un telo biodegradabile per pacciamatura da utilizzare in alternativa agli erbicidi in frutti- e viticoltura.
Per trarre la massima efficienza dalle capacità di ricerca esistenti e dagli effetti di sinergia che si sviluppano, il Land della Baviera, la Provincia Autonoma di Bolzano, i 9 Länder austriaci ed il Ministero della Sostenibilità, competente per l’Agricoltura hanno deciso di intraprendere una strada comune nell’ambito della ricerca e dell’innovazione in agricoltura ed in selvicoltura. “Il cambiamento climatico ed i suoi effetti non sono una realtà astratta, sono estremamente concreti”, affermano voci ufficiali del Ministero della Sostenibilità. “Per mantenere il panorama colturale e culturale delle zone alpine e delle regioni confinanti sono necessarie ricerca ed innovazione. Altrettanto irrinunciabile sono la cooperazione e l’impegno comune che vadano ben oltre i confini nazionali, se vogliamo garantire la stabilità dello sviluppo ed il progresso nei settori agricolo e forestale“, questa la dichiarazione del Ministero austriaco della Sostenibilità. La Ministra bavarese per l‘Alimentazione, l‘Agricoltura e le Foreste Michaela Kaniber ha poi rimarcato: “In quest‘ottica, l’accordo siglato persegue l’obiettivo di rinsaldare la collaborazione tra i nostri istituti di ricerca, ampliando la cooperazione mirata all’innovazione, fissando focus comuni, scambiando conoscenze e approfondendo congiuntamente tematiche rilevanti per il futuro”. In occasione di un primo incontro avvenuto nella primavera del 2018, i partner hanno elaborato una mappa della ricerca, che riporta i più importanti istituiti di ricerca e le tematiche di cui si occupano, oltre ai possibili argomenti di collaborazione. “Come primo obiettivo comune è stata identificata la gestione delle piante infestanti senza il ricorso a prodotti erbicidi e ora è stato avviato un progetto in tal senso“, ha riferito l‘Assessore altoatesino all’Agricoltura Arnold Schuler, uno dei firmatari dell’accordo.
Cresce la domanda di misure sostitutive degli erbicidi Ampia ed articolata è la discussione intorno all’impiego di prodotti fitosanitari in generale e di erbicidi come il glifosato in particolare. Proprio sulla base dei più recenti avvenimenti l’utilizzo del glifosato, sostanza attiva alla quale con maggior frequenza ci si affida per la difesa dalle piante infestanti, è fonte di accese discussioni in ambito comunitario. Per questo si cercano alternative innovative al suo utilizzo e a quello delle altre sostanze erbicide in agricoltura, anche per rendere la difesa dalle infestanti più rispettosa dell’ambiente e più sostenibile. “Sebbene il ricorso ad erbicidi in frutticoltura ed in viticoltura sia limitato, da parecchio tempo il Centro di Sperimentazione Laimburg è impegnato nell’individuazione di metodi biologici e meccanici di difesa da parassiti, patogeni e piante infestanti in frutti-viticoltura“, ha affermato il Direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber. “Grazie alla collaborazione con i ricercatori bavaresi ed austriaci sarà possibile sviluppare, testare e tradurre in pratica metodi del tutto innovativi.“
Preparati biologici e telo pacciamante biodegradabile di materiale rinnovabile per sostituire gli erbicidi di origine sintetica Durante il mese di luglio del 2018 il team di esperti costituito dai rappresentanti di diverse istituzioni di ricerca tedesche, austriache e altoatesine, si è riunito allo scopo di definire un progetto comune per lo sviluppo di alternative innovative agli erbicidi in frutti-viticoltura. Tra esse figurano alcuni prodotti biologici e un telo pacciamante biodegradabile, costituito da materie prime rinnovabili e sviluppato presso il Kompetenzzentrum für Nachwachsende Rohstoffe (“Centro di Competenza per le materie prime rinnovabili“) di Straubing (Baviera). Il telo viene distribuito in forma liquida e, una volta rappreso, pratica un’efficiente copertura del terreno che impedisce la crescita delle infestanti. Il Centro di Sperimentazione Laimburg partecipa al progetto con i settori Viticoltura, Frutticoltura e Salute delle Piante sotto la supervisione degli esperti Barbara Raifer, Walter Guerra e Klaus Marschall. Ai ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg il compito di testare, in campi sperimentali, diverse possibilità di utilizzo in frutti- e viticoltura per verificarne l’efficacia ed eventualmente migliorarla. “Il telo pacciamante liquido potrebbe rappresentare un’interessante opportunità in situazioni nelle quali le operazioni meccaniche già attuate hanno mostrato tutti i loro limiti”, questa l’aspettativa di Barbara Raifer, responsabile del settore Viticoltura. Questo progetto rappresenta solo un primo passo verso un processo di implementazione della collaborazione internazionale tra Baviera, Austria ed Alto Adige. Già nel prossimo autunno si procederà ad un ulteriore rafforzamento della cooperazione.
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21/08/2018, 10:36 |
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Marco
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Laimburg Report 2016–2017: presentata la nuova relazione scientifica del Centro di Sperimentazione Laimburg.
Giovedì 23 agosto 2018, nell’ambito di una conferenza stampa dedicata, il Centro di Sperimentazione Laimburg ha presentato la relazione biennale (2016 e 2017) sulla propria attività. La pubblicazione riporta i risultati conseguiti con importanti progetti di ricerca del Centro di Sperimentazione, relativi a quattro tematiche fondamentali: “Qualità“; “Agrobiodiversità“, “Altitudine - Montagna“ e “Salute delle piante“.
La nuova edizione del Laimburg Report offre una panoramica sui progetti di ricerca terminati e in atto e sui risultati ottenuti in ambito agricolo e della trasformazione degli alimenti. La pubblicazione fornisce inoltre i dati basilari riguardanti il Centro di Sperimentazione Laimburg: la nuova struttura organizzativa interna dopo la riorganizzazione e gli 11 laboratori attivi, con tutte le attività e le prestazioni proposte. Il rapporto biennale, di ben 124 pagine, è indirizzato sia agli specialisti che a tutti coloro che si interessano di agricoltura e di prodotti agroalimentari ed è disponibile in due versioni: tedesco/inglese e italiano/inglese.
Quasi 330 progetti di ricerca e sperimentazione all‘anno Presso il Centro di Sperimentazione Laimburg sono oltre 150 le persone che ogni anno lavorano a quasi 330 tra progetti di ricerca e di sperimentazione inerenti a tutti i settori del mondo agricolo altoatesino, dalla fruttiviticoltura alle colture integrative (orticole e piccoli frutti) passando dall’agricoltura di montagna per giungere alla trasformazione e alla qualità degli ortofrutticoli e ai prodotti innovativi per tutte le aziende che operano nel settore alimentare. In questo modo, l’intera catena della produzione degli alimenti, dalla coltivazione al prodotto finito, è oggetto di interesse da parte del Centro di Sperimentazione Laimburg. Le prove in pieno campo sono condotte in zone caratterizzate dalle più diverse condizioni pedoclimatiche, dislocate nell‘intero territorio provinciale. In 11 laboratori specializzati si effettuano analisi altamente affidabili correlate ai progetti di ricerca da una parte e si offrono servizi a privati dall‘altra.
In stretta relazione con la pratica Ma chi decide quale sarà il programma di attività del Centro di Sperimentazione Laimburg? “In qualità di istituzione dedita alla ricerca applicata, il Centro di Sperimentazione Laimburg è particolarmente attento alle problematiche concrete della prassi agricola e degli agricoltori, ai quali si impegna a fornire soluzioni elaborate e risposte adeguate laddove sono richieste“, ha sottolineato il Direttore del Centro di Sperimentazione Michael Oberhuber. A tal fine, il programma di attività viene elaborato e definito ogni anno seguendo una procedura impegnativa, in stretto accordo tra mondo della ricerca e mondo agricolo. Il Centro di Sperimentazione Laimburg invita oltre 100 organizzazioni, in rappresentanza del mondo agricolo e della trasformazione degli alimenti operanti in Alto Adige, a presentare le proprie proposte agli operatori della ricerca. Su 100 progetti esterni sottoposti al Comitato Scientifico ben 69 sono stati inseriti nel programma di attività 2018. Irrigazione adeguata al reale fabbisogno e Smart Farming Nel tempo del cambiamento climatico e della scarsità della risorsa “acqua“ è necessario adeguare l‘apporto idrico al reale fabbisogno delle piante e alle condizioni della zona di coltivazione. Presso il Centro di Sperimentazione Laimburg sono in corso diverse prove di irrigazione – tra esse, nell’ambito di un progetto pluriennale si valuta se la subirrigazione possa essere presa in considerazione, in Alto Adige, come una modalità alternativa. Questa tecnica irrigua prevede l’interramento, ad una profondità di circa 30 cm e ad una distanza di 20 – 40 cm dalle file, dei tubi di irrigazione con irrigatori a goccia integrati. Se i risultati della subirrigazione, relativi a parametri quali la disponibilità idrica, sono simili a quelli forniti dalla normale irrigazione a goccia, la nuova modalità di apporto dell‘acqua irrigua presenta anche degli inconvenienti: gli irrigatori si intasano facilmente, in gran numero diventano inefficienti ed una loro riparazione o sostituzione è molto impegnativa. La subirrigazione, inoltre, limita fortemente la possibilità di effettuare lavorazioni meccaniche del terreno. Accanto alla verifica dell’efficienza e allo sviluppo di nuovi sistemi irrigui, il Centro di Sperimentazione si occupa anche dell’applicazione di moderne tecnologie di informazione e di comunicazione in agricoltura. Un esempio: presso il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato progettato un sensore optoelettronico di nuova generazione per la misurazione dell‘accrescimento dei frutti. I dati rilevati con il sensore permettono non solo di emettere un parere in merito alle condizioni generali in pieno campo, ma potranno anche essere impiegati, in futuro, per fornire una stima del calibro dei frutti e della quantità che potrà essere raccolta: informazioni fondamentali per le organizzazioni che si occupano di commercializzare i prodotti. “Se simili tecnologie innovative vengono utilizzate in modo mirato, possono rappresentare un plus-valore assoluto non solo per l’agricoltura, ma anche per tutti i settori ad essa correlati“: di ciò è convinto Walter Guerra, responsabile dell’Istituto di Frutti- e Viticoltura.
Agrobiodiversità e selezione varietale Presso il Centro di Sperimentazione Laimburg si attua un proprio programma di miglioramento genetico del melo e della fragola. Già oggi, però, ci si chiede quali altre colture potrebbero risultare adatte alla coltivazione nelle condizioni altoatesine. “Il nostro obiettivo consiste nel raccogliere dossier informativi pratico-agronomici su possibili nuove colture quali ad esempio il pero interspecifico, il nocciolo, l’uva da tavola o l’Asimina triloba. Questi documenti vengono messi a disposizione degli agricoltori, che possono così decidere se prendere in considerazione l’ipotesi di passare ad altre colture“, afferma Walter Guerra, responsabile dell’Istituto di Frutti- e Viticoltura.
La salute delle piante e la difesa da specie invasive di parassiti “La base delle nostre attività è rappresentata dalla regolazione degli organismi dannosi e quindi dalla garanzia della produzione delle nostre colture“, spiega il responsabile dell’Istituto della Salute delle Piante, Klaus Marschall. L’operatività dell’Istituto copre l’intero percorso dall’individuazione della causa della patologia (diagnostica) alle prove sperimentali in pieno campo. A ciò si aggiungono diversi test effettuati in condizioni controllate, in laboratorio ed in serra. Alla base della gran parte delle attività si trovano richieste provenienti dal mondo agricolo, le cui soluzioni vengono poi trasferite nella prassi. Attualmente l’istituto si occupa, tra il resto, di parassiti invasivi quali Drosophila suzukii o la cimice asiatica (Halyomorpha halys). In quest’ultimo caso, si tratta di un insetto proveniente dal continente asiatico che attacca diverse piante coltivate e non, appartenenti alle drupacee, alle pomacee e ai piccoli frutti. Ad oggi ha provocato, nel Veronese, ingenti danni all’agricoltura. In Alto Adige è in atto un monitoraggio dedicato sin dal 2016, allo scopo di controllarne la diffusione e studiarne il ciclo biologico ed il potenziale di danno per poter elaborare efficaci misure di difesa.
Curare l’allergia alla betulla mangiando mele? Forse nel prossimo futuro potranno esserci buone notizie per le persone che soffrono di allergia ai pollini: nell’ambito del progetto AppleCare Italia-Austria (Interreg V-A), il Centro di Sperimentazione Laimburg e l‘azienda sanitaria dell’Alto Adige collaborano con partner del Tirolo del Nord all’elaborazione di una terapia contro gli effetti dell’allergia alla betulla, che prevede il consumo di mele. “Se il nostro approccio trova riscontro, a questi pazienti potrebbe essere messa a disposizione un’alternativa all’immunoterapia di facile applicabilità, che non necessita di alcuna prescrizione medica e di costo contenuto”, questo il commento del responsabile del settore Genomica Applicata e Biologia Molecolare Thomas Letschka, che coordina il progetto. La “prova“ dell’origine dei prodotti agricoli Con le sue mele DOP, l’Alto Adige è uno die più importanti produttori di mele dell’Unione Europea. Per proteggere frutticoltori e consumatori e per garantire la qualità della merce, la “prova” dell’origine dei prodotti è fondamentale. Con il progetto “Analisi isotopica”, il Centro di Sperimentazione Laimburg, Eco-Research e la Libera Università di Bolzano sviluppano una tecnica che permette di provare l‘origine geografica di un prodotto agricolo. Il procedimento si basa sul rapporto isotopico dell‘elemento naturale stronzio (Sr). “Attualmente siamo in grado, con questa tecnica, di distinguere mele prodotte in Val Venosta da mele prodotte nella Bassa Atesina”, chiarisce il responsabile dell’Istituto di Chimica Agraria e Qualità Alimentare, Aldo Matteazzi. “Siamo comunque in procinto di estendere le nostre ricerche anche ad altri comprensori italiani e mondiali. In definitiva vogliamo mettere a disposizione del mercato un metodo affidabile che garantisca la provenienza geografica delle mele e di qualunque altro prodotto agricolo”.
Dare nuova vita a vecchie varietà locali di cereali Le vecchie varietà di cereali non sono a rischio soltanto qui. Le varietà locali, tradizionali, che si sono adeguate alle condizioni di coltivazione della loro regione di origine, rappresentano un’eredità “viva” naturale e culturale. In Alto Adige sono già 81 le vecchie varietà non più coltivate. Per salvare questo materiale di grande valore, il Centro di Sperimentazione Laimburg si è impegnato a fondo e già nel 1993 ha dato inizio alla raccolta sistematica delle varietà locali. Per quanto riguarda i cereali, fino al 2016 è stata assicurata la sopravvivenza a 147 varietà locali altoatesine. Per ciascuna di esse sono state raccolte ed inserite in una banca-dati le informazioni più importanti riguardanti la loro origine, l‘utilizzo tradizionale ed eventuali fotografie. Per garantire il più a lungo possibile la germinabilità è necessario cha la conservazione della semente avvenga in modo appropriato. Negli ultimi anni, il Centro di Sperimentazione ha descritto dal punto di vista agronomico e qualitativo varietà locali di segale, farro e grano saraceno, al fine di definire i parametri per un loro rinnovato utilizzo.
Valutare la qualità delle mele in modo non distruttivo “I danni che insorgono sui frutti durante la conservazione ne riducono fortemente la qualità e contribuiscono ad innervosire il consumatore che li individua solo al momento di consumare la frutta“, afferma Angelo Zanella, esperto in tecniche di conservazione e responsabile dell’Istituto di Agricoltura Montana e Tecnologie Alimentari. Ecco allora che diventa importante sviluppare tecnologie che consentano di prevedere la qualità dei frutti già durante la conservazione, per contrastare la comparsa di danni in questa fase. Con il progetto MONALISA, il Centro di Sperimentazione Laimburg in collaborazione con Eurac Research, con la Libera Università di Bolzano e con altre istituzioni europee ha sviluppato metodi innovativi e non distruttivi per la valutazione e la previsione della qualità delle mele, tenendo ben presente il loro potenziale di utilizzo nella pratica. “In futuro vogliamo sostituire le tecnologie convenzionali “distruttive” con metodi innovativi che non prevedono la distruzione dei frutti da controllare, con l’obiettivo di stimare e valutare meglio la qualità delle frutta”, riferisce Zanella.
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23/08/2018, 20:17 |
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Marco
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La Giornata del Vino e della Vite 2018: il Centro di Sperimentazione presenta le novità della ricerca in viticoltura, enologia e per l’analisi degli alimenti
Venerdì, 24 agosto 2018 si è tenuta, presso la Cantina di Caldaro, la tradizionale “Giornata del Vino e della Vite”. Gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno presentato i più recenti risultati conseguiti con la ricerca nei settori Viticoltura, Enologie e Analisi delle Bevande.
Particolarmente ricco, quest’anno, il programma dell’edizione 2018 della “Giornata del Vino e della Vite”, organizzata dai settori Viticoltura, Enologia e Microbiologia alimentare nonché del Laboratorio di Analisi Vino e Bevande del Centro Laimburg. Le tematiche affrontate hanno riguardato alcune prove condotte per l‘“attivazione“ del terreno, la successiva microvinificazione e la valutazione sensoriale dei vini sperimentali, i danni da ustione solare sull’uva, metodologie innovative da applicare nell’analisi del vino fino alla presentazione di un nuovo modello per la valutazione della qualità dell’uva. “L’obiettivo del Centro di Sperimentazione Laimburg consiste nell’elaborare con semplicità le conoscenze che si acquisiscono e nel trasferirle agli interessati, permettendo così alle aziende altoatesine di risultare assolutamente concorrenziali nel mondo vitivinicolo”, ha sottolineato il Direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber nelle sue parole di benvenuto. Tutti i partecipanti sono poi stati caldamente invitati a considerare e a mettere in discussione i risultati presentati in funzione sia della loro importanza per le cantine che per la singola azienda.
Gli effetti delle pratiche viticole sulla qualità del vino Florian Haas e Christoph Patauner, responsabili rispettivamente dei gruppi di lavoro Fisiologia e Tecniche Colturali e Vinificazione e Tecniche Viticole del Centro di Sperimentazione Laimburg, hanno relazionato sui risultati ottenuti nell’ambito di un progetto pluriennale sull’attivazione del terreno, condotto in un vigneto situato a Plantaditsch. Obiettivo del progetto era stabilire se diverse misure agronomiche – semina di differenti miscugli in combinazione con liquame ed un preparato biodinamico – influenzassero la qualità del vino. Nell’arco di 8 anni – tale la durata della sperimentazione – gli esperti hanno approfondito l’aspetto relativo agli effetti di differenti tecniche di lavorazione del terreno sulla fertilità di quest’ultimo e sulla qualità dell’uva. A partire dal 2015 si è proceduto alla microvinificazione e alla valutazione sensoriale delle diverse tesi. “Per quanto riguarda la fertilità del suolo, la prova ha fornito risultati assolutamente interessanti: già l’inerbimento dei 60 cm centrali della corsia di transito è sufficiente a migliorare significativamente le caratteristiche del terreno a tutto vantaggio della vite”, ha commentato Florian Haas. “Gli effetti delle pratiche agronomiche sui vini dei due vitigni presi in considerazione, Sauvignon Blanc e Chardonnay, non sono stati uniformi”, ha riferito Christoph Patauner: “Su Chardonnay, la tesi inerbita e trattata con liquame è risultata molto più fruttata e con note più esotiche rispetto ad altre. Per il Sauvignon, la valutazione sensoriale della tesi il cui terreno era stato attivato con un preparato biodinamico ha fornito i risultati peggiori. Con questo progetto è stato possibile acquisire importanti indicazioni per i viticoltori altoatesini che vogliono migliorare la fertilità del suolo in modo sostenibile, incrementando nel contempo la qualità dell‘uva. Nei prossimi anni gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg proseguiranno in questa direzione ed effettueranno ulteriori verifiche per studiare in modo più dettagliato l’effetto di queste tecniche di lavorazione del terreno su suoli ad elevato valore di pH e per individuare i miscugli più adatti a queste condizioni.
Danni da “ustioni solari” sull‘uva La composizione degli acini è fondamentale per la qualità dell’uva, che è influenzata anche da diversi fattori biotici ed abiotici. Se esposti alla luce solare diretta, gli acini possono subire scottature a seguito delle quali la loro composizione chimica può subire delle modifiche che si riflettono poi anche nelle caratteristiche olfattive del vino. I processi fisiologici che avvengono nel momento in cui gli acini subiscono le cosiddette “ustioni solari” sono stati illustrati chiaramente dall’esperta esterna, Letizia Rocchi, consulente ed enologa negli Stati Uniti d’America. Con l’ausilio di diversi metodi di riflettanza, analisi chimiche dei pigmenti fotosinteticamente attivi e con la quantificazione dei flavonoli (sostanze vegetali coloranti) mediante cromatografia ad alta prestazione si è concentrata sulla sensibilità alle ustioni solari di diversi vitigni a bacca bianca.
In elaborazione un nuovo modello per la valutazione della qualità dell’uva Generalmente, la valutazione della qualità dell’uva e del mosto si ottiene considerando il grado zuccherino. Gli operatori del settore hanno però riconosciuto che questo parametro da solo non è sufficiente a descrivere la qualità dell’uva nel suo complesso. Per questo, il settore Enologia del Centro di Sperimentazione Laimburg, sotto la supervisione del responsabile Ulrich Pedri, si è impegnato nell‘elaborazione di un nuovo modello per la valutazione della qualità dell’uva che oltre al grado zuccherino tenga conto anche di altri parametri quali il valore di pH, la concentrazione di acidi tartarico, quella di acido malico e l’acidità totale. “Nel nostro nuovo modello vogliamo integrare parametri innovativi per rendere la valutazione dell’uva più obiettiva, più completa e quindi anche più facilmente identificabile”, ha spiegato l’esperto Ulrich Pedri. Presso il Centro di Sperimentazione Laimburg le prove sono già state avviate due anni fa: nel corso di queste ultime sono stati rilevati oltre 100 diversi parametri nell’uva, nel mosto e nel vino. Questi sono poi stati confrontati con 18 parametri sensoriali. “I primi risultati con la varietà Schiava mostrano che il grado zuccherino è un indicatore molto valido della qualità e tale rimarrà anche in futuro. Anche i componenti dell’acidità giocano però un ruolo importante”, di ciò è convinto Pedri. “Per la Schiava è stato possibile, sulla base dei dati raccolti sul mosto, individuare una separazione tra le diverse qualità con un margine di sicurezza ancora insoddisfacente. In particolare, non è stato possibile riconoscere e associare la qualità legata alla zona di coltivazione”, ha commentato Pedri.
Una nuova tecnologia all’infrarosso per l’analisi del vino e delle bevande Il Laboratorio Analisi Vino e Bevande del Centro di Sperimentazione Laimburg è in grado di valutare la qualità di vino, mosto, distillati e succo di mela utilizzando una nuova tecnologia basata sulla spettroscopia ad infrarossi in trasformata di Fourier (FT-IR). Questa metodologia si fonda su misurazioni effettuate nello spettro dell‘infrarosso. Fasci di luce con lunghezza d’onda compresa tra 960 e 3000 nm colpiscono il vino e vengono riflessi. La luce riflessa viene misurata e fornisce uno spettro FT-IR unico e caratteristico per ciascun vino. I diversi spettri FT-IR vengono poi correlati a parametri standard rilevati per gli stessi vini con tradizionali metodi chimici. Per poter applicare questa metodologia è stato necessario effettuare nuove calibrazioni presso il Laboratorio Analisi Vino e Bevande. Tra il 2012 ed il 2017 sono stati analizzati circa 1000 campioni di mosto (test di maturazione) utilizzando metodi standard e contemporaneamente sono state raccolte, per gli stessi campioni, anche le misurazioni con uno spettrometro ad infrarosso. Gli spettri sono stati poi confrontati tra loro e sulla base dei risultati ottenuti è stata poi praticata la nuova calibrazione interna, che è diventata parametro ufficiale a partire dall’inizio della maturazione di quest’anno. “Le nostre ricerche confermano che la tecnologia FT-IR può essere applicata per una rapida e poco costosa valutazione della qualità di vini, mosti, distillati e succhi di frutta”, ha segnalato Sanoll.
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24/08/2018, 19:56 |
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Mantenere e trarre beneficio dalla biodiversità in agricoltura: l’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi, l‘associazione Giardino Varietale Alto Adige ed il Centro di Sperimentazione Laimburg avviano un’azione comune di sensibilizzazione Mostrare alla società quanto sia importante la salvaguardia della biodiversità in agricoltura – questo è l’impegno che si sono prefissati congiuntamente l’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi, l’Associazione Giardino Varietale Alto Adige ed il Centro di Sperimentazione Laimburg. Nell’ambito di un’azione comune, mercoledì 12 settembre 2018 alcune imprenditrici agricole hanno voluto raccogliere informazioni in merito alle attività del Centro di Sperimentazione Laimburg nei settori della selezione varietale e del mantenimento e della conservazione di varietà autoctone. In agricoltura, la biodiversità gioca un ruolo fondamentale. Sensibilizzare la società su questo aspetto e sul valore di tutte le varietà è un obiettivo comune dell’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi, dell‘Associazione Giardino Varietale Alto Adige e del Centro di Sperimentazione Laimburg. Le donne coltivatrici sudtirolesi in agricoltura conservano i loro tesori, proteggono i loro semi e li moltiplicano. L’Associazione Giardino Varietale Alto Adige fornisce informazioni e offre consulenza in ogni ambito dei settori gamma varietale, biodiversità e molteplicità degli organismi utili a rischio. Il Centro di Sperimentazione Laimburg, in qualità di partner legato al mondo scientifico, effettua prove e attua progetti di ricerca sulla caratterizzazione agronomica e qualitativa delle varietà, preserva antiche varietà autoctone nella propria banca dati del germoplasma e valuta quali caratteristiche di queste antiche varietà potrebbero rivelarsi adeguate per nuovi incroci. Le tre istituzioni hanno ora unito le proprie forze e intendono rendere tema di discussione la diversità varietale con azioni comuni per garantire la tutela e la salvaguardia di antiche varietà così che nei giardini e nei campi delle imprenditrici agricole altoatesine possa essere mantenuta la biodiversità delle piante coltivate. Sensibilizzazione attraverso l’interconnessione e gli scambi Per risvegliare l’interesse sulle antiche varietà, connettere tra loro diversi attori e stimolare un attivo scambio di opinioni e di esperienze, le tre istituzioni avevano dato avvio ad un‘azione comune già in occasione della fiera AgriAlp 2017 con il motto “I tesori della Madre Terra – proteggi la Madre Terra”. “Per proteggere i nostri tesori della terra è importante preservare le nostre varietà autoctone ed il sapere sulla raccolta delle sementi”, ha sottolineato la presidente dell‘Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi Hiltraud Erschbamer. "Con questa azione vogliamo sensibilizzare la popolazione su questa tematica portante che coinvolge direttamente la nostra alimentazione e quindi tutta la nostra vita”. Mercoledì 12 settembre 2018 è stato fatto un altro passo in questa direzione: alcune imprenditrici agricole hanno preso parte ad una visita guidata del Centro di Sperimentazione Laimburg organizzata per l‘occasione e nel corso della quale hanno ottenuto preziose informazioni sulla selezione varietale e sulla conservazione di antiche varietà. “Questo è un altro, importante progresso verso lo scambio culturale e l‘interconnessione”, ha dichiarato Manfred Hofer, Presidente dell’Associazione Giardino Varietale Alto Adige. “Il nostro obiettivo è promuovere la discussione tra le imprenditrici agricole sulle nostra antiche varietà, dare nuovo impulso agli scambi dei “tesori” ortofrutticoli dimenticati, mantenerci in contatto e sensibilizzare, oltre alle coltivatrici dirette, anche l‘intera popolazione sull’importanza dell’assortimento varietale”. Dopo un’introduzione da parte di Walter Guerra, responsabile dell’Istituto di Frutti- e Viticoltura del Centro di Sperimentazione Laimburg, Edmund Ebner (gruppo di lavoro Pomologia) e Manuel Pramsohler (responsabile del gruppo di lavoro Colture Arative e Piante Aromatiche) hanno intrattenuto le imprenditrici agricole sulle attività del Centro di Sperimentazione Laimburg sulla selezione varietale e sulla tutela e sulla riproduzione di antiche varietà. Attività del Centro di Sperimentazione sul tema “Agrobiodiversità” L’agrobiodiversità è una delle tematiche portanti dell’attività del Centro di Sperimentazione Laimburg. “Il principio fondamentale del settore “Agrobiodiversità” afferma che solo varietà perfettamente adattate e attentamente selezionate consentono di ottenere la massima resa di prodotti di alta qualità e con un ridotto ricorso all’uso di fitosanitari”, ha precisato il responsabile dell’Istituto di Frutti- e Viticoltura, Walter Guerra. Per questo il Centro di Sperimentazione Laimburg mette grande impegno nell’ambito delle analisi varietali, del miglioramento varietale e della selezione di cloni adatti. Per il miglioramento e per la selezione varietali si ricorre a metodi classici integrati da moderne metodologie biomolecolari che consentono di incrementare l’efficacia di questi processi. Altri aspetti che richiamano l’interesse dei ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg sono la valutazione delle caratteristiche di antiche varietà e specie locali e l‘ampliamento dell’assortimento colturale con l’utilizzo di risorse genetiche già presenti. “In questo caso si tratta di salvaguardare le antiche varietà beneficiando delle loro caratteristiche, di riconoscere le migliori tra questa ultime e di riutilizzarle”, ha commentato Guerra. Il programma di miglioramento genetico del melo presso il Centro di Sperimentazione Laimburg Le molteplici esigenze del mercato richiedono un costante adeguamento dell’assortimento varietale di mele, per mantenere la concorrenzialità. Compito del gruppo di lavoro Pomologia del Centro di Sperimentazione Laimburg è valutare, selezionare e conservare nuove e vecchie varietà di meli e di portinnesti. Si considerano, in primo luogo, la qualità del frutto e le caratteristiche di coltivazione delle piante. Il gruppo di lavoro sta testando quasi 250 tra nuove varietà e nuovi portinnesti provenienti da tutto il mondo. Si occupa inoltre di salvaguardare, descrivere ed esaminare oltre 100 vecchie varietà locali di melo e conserva il materiale di propagazione virus-esente e dotato di identità varietale per le aziende vivaistiche dell’Alto Adige. Sin dal 1997 è in atto, presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, un proprio programma di miglioramento genetico che ha lo scopo di individuare varietà adatte che, con le caratteristiche dei propri frutti, soddisfino le esigenze dei consumatori. Particolare attenzione si pone alla resistenza nei confronti di organismi dannosi. Finora, già per due varietà – Lb17906 e Lb4852 – è stata richiesta la protezione varietale europea. L’attività del gruppo di lavoro viene concordata con i produttori locali, con le organizzazioni commerciali, con i vivaisti e con i detentori di marchi varietali. Grazie all’attiva collaborazione con il gruppo di lavoro degli ispettori varietali europei EUFRIN, ai contatti con selezionatori di melo di tutto il mondo e alla partecipazione a numerosi progetti europei di ricerca, gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno la possibilità di mantenersi aggiornati e di scambiare opinioni ed esperienze a livello internazionale. Il sito web sulle varietà offre informazioni su oltre 100 varietà di melo Il melo è contraddistinto da una tale gamma di varietà che talvolta anche i pomologi più esperti hanno difficoltà nell’identificare una varietà. Per poter classificare univocamente vecchie e nuove varietà di melo il Centro di Sperimentazione Laimburg ha costituito, nell’ambito del progetto APFEL-FIT, finanziato dai Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale (EFRE), una banca-dati con quasi 540 profili di varietà di rifermento certificati con procedure biomolecolari. I ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg, con il progetto EFRE POMOSANO, hanno inoltre raccolto i dati scientifici di base relativi ai componenti e alle caratteristiche gustative di vecchie e nuove varietà di melo anche a polpa rossa e dei succhi ottenuti dalla loro lavorazione. Per rendere accessibili al grande pubblico tutte queste informazioni di tipo pomologico, chimico e sensoriale, il Centro di Sperimentazione Laimburg ha provveduto ad allestire il sito web http://pomosano.laimburg.it/. Vi si trovano indicazioni dettagliate sull’origine, sui “sinonimi”, sul profilo agronomico e sulla consistenza della polpa di varietà moderne, resistenti alla ticchiolatura, vecchie e a polpa rossa. Sono riportate anche informazioni sulle caratteristiche gustative dei succhi ottenuti dalla loro lavorazione. Attualmente sono online notizie e foto riguardanti quasi 100 varietà di melo, ma l’aggiornamento del sito, sulla base dei dati raccolti nell’ambito delle analisi varietali, è continuo. Attività della banca del germoplasma delle varietà locali di cereali Per quanto concerne i cereali, nel 1993 ha avuto inizio, presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, una raccolta sistematica di varietà autoctone. “Le varietà autoctone sono varietà tradizionali che si sono adattate alle condizioni di coltivazione della loro zona di origine e rappresentano un‘eredità vivente naturale, colturale e culturale”, ha dichiarato Manuel Pramsohler, responsabile del gruppo di lavoro Colture Arative e Piante Aromatiche”. Fino al 2016 erano 147 le varietà locali di cereali poste sotto tutela. Per ciascuna di esse sono stati salvati, in una banca-dati dedicata, i cosiddetti “dati passaporto” relativi all’origine, oltre ad un‘ampia documentazione fotografica. Se le informazioni sul loro utilizzo tradizionale erano ancora disponibili, queste sono state raccolte basandosi sulle conoscenze pratiche del loro “custode”. Le attività del Centro di Sperimentazione Laimburg nel settore “Banca del germoplasma” contemplano la custodia professionale e la tutela delle varietà autoctone. A tale scopo la semente pura e secca viene conservata a 20 °C per garantirne la germinabilità per il maggior tempo possibile. La semente viene conservata in modo professionale in due diverse località: presso la banca del germoplasma del Centro di Sperimentazione Laimburg e presso la banca del germoplasma della regione Tirolo. Questa “doppia” conservazione in due luoghi diversi si effettua allo scopo di ridurre al minimo il rischio di una perdita della risorsa genetica. Ad intervalli temporali regolari la germinabilità viene testata e nel caso in cui se ne ravvisi una riduzione si procede immediatamente alla semina in pieno campo per garantire la continuità del patrimonio genetico. Negli ultimi quattro anni sono state moltiplicate in media 60 varietà autoctone (varietà e linee) per garantire la salvaguardia del patrimonio del germoplasma. Le attività della banca del germoplasma sono strettamente connesse all’elaborazione di progetti per la caratterizzazione dell‘assortimento raccolto. Negli ultimi anni, il Centro di Sperimentazione Laimburg ha condotto numerosi progetti di ricerca inerenti proprio alle caratteristiche delle varietà locali di segale, farro e grano saraceno. Obiettivo di questa caratterizzazione è la descrizione agronomica e qualitativa delle varietà autoctone raccolte per creare le basi di un loro nuovo utilizzo. Su richiesta, ad agricoltori interessati viene consegnata una piccola quantità di semente. Il Centro di Sperimentazione Laimburg in breve Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l’istituto di ricerca nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli. Ogni anno, i 150 collaboratori del centro lavorano a 350 progetti e attività in tutti campi dell’agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all’agricoltura montana e alle tecnologie alimentari. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato fondato nel 1975 a Vadena nella Bassa Atesina.
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13/09/2018, 14:01 |
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Marco
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Il 25 settembre viene vendemmiata la vite Versoaln, la più antica d’Europa
Martedì 25 settembre verrà vendemmiata l’uva dell’antica vite Versoaln presso Castel Katzenzungen a Prissiano. È stato calcolato scientificamente che l’età della pregiata vite sia di oltre 350 anni e ancora oggi dalla sua uva viene prodotto vino. All’evento parteciperanno rappresentanti del Centro di Sperimentazione Laimburg, dell’Associazione Turistica Tesimo-Prissiano, del Castel Katzenzungen e dei Giardini di Castel Trauttmansdorff.
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21/09/2018, 21:56 |
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Marco
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Vendemmiata la storica vite Versoaln
Martedì 25 settembre si è svolta la tradizionale vendemmia della storica vite Versoaln presso Castel Katzenzungen a Prissiano. Sono stati raccolti 410 kg d’uva, dai quali la Cantina Laimburg ricaverà il tipico vino Versoaln.
Anche quest’anno si è svolta la tradizionale vendemmia dell’antica vite Versoaln presso Castel Katzenzungen, dalla quale si sono ricavati 410 kg di uva. È stato calcolato scientificamente che l’età della vite sia di oltre 350 anni rendendola così la più antica vite d’Europa. "Siamo molto orgogliosi della nostra vite e siamo contenti che ogni anno possiamo raccogliere l’uva per trasformarla in vino”, afferma Günther Pertoll, responsabile della Cantina Laimburg.
Circa 400 bottiglie di vino Versoaln Dal 2006, la vite Versoaln è passata alla proprietà dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, mentre la Cantina Laimburg si prende cura della vite e produce dalle sue uve il vino bianco Versoaln. “Il vino è fruttato con riflessi verdognoli, dalla struttura delicata e con un’accentuata acidità”, spiega Urban Piccolruaz, enologo della Cantina Laimburg, che quest’anno conta di produrne circa 400 bottiglie.
La vite Versoaln Il "Versoaln" è un vitigno antico e autoctono dell’Alto Adige. La vite cresce su un muro del versante settentrionale di Castel Katzenzungen a Prissiano vicino a Tesimo e si ramifica su una pergola per una superficie di ben 350 m². L'origine del nome della vite non è del tutto chiara: il nome "Versoaln" potrebbe originare dalla parola dialettale "verdolen" ("verde" come il colore degli acini) o anche da una forma di allevamento: le pergole si trovano su pendii ripidi, dove la raccolta veniva fatta assicurandosi a delle corde (dalla parola tedesca “Seil”, che significa ‘’corda, e di conseguenza la trasposizione dialettale in "versoaln"). Si pensa anche ad un’alterazione della parola "Versailles" in quanto secondo una leggenda, nel 15 ° secolo l’allora proprietario di Castel Katzenzungen, il Conte Schlandersberg, introdusse il vitigno proprio da lì.
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26/09/2018, 17:55 |
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Marco
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Coltivazione delle erbe aromatiche: Il parere degli esperti in un convegno organizzato dal Centro di Sperimentazione Laimburg in occasione della “Giornata delle Erbe Alto Adige 2018” In occasione della "Giornata delle Erbe Alto Adige", il Centro di Sperimentazione Laimburg organizza un convegno sul tema della coltivazione delle erbe aromatiche, sabato 27.10.2018 presso il Kurhaus di Merano (sala Ohmann). Interverranno esperti locali e dall’estero per discutere sulle novità nelle tecniche di coltivazione ed essiccamento, nonché sulla situazione legale in merito ai fertilizzanti e alla difesa delle colture. La conferenza è rivolta a tutti gli interessati. Il 27 ottobre 2018 si terrà a Merano la seconda edizione della "Giornata delle Erbe Alto Adige". In questa occasione, il Centro di Sperimentazione Laimburg organizza un convegno sulla coltivazione delle erbe aromatiche, che riunirà esperti da diversi Paesi per approfondire gli aspetti legali sulla coltivazione in sé, nonché la tematica della fertilizzazione e della protezione delle colture. Verranno presentati anche i risultati delle sperimentazioni su alcune coltivazioni, come ad esempio zafferano e rafano. Obiettivo è mettere a conoscenza di tutti gli interessati le novità del settore e promuovere l’innovazione della coltivazione di erbe aromatiche in Alto Adige. Il convegno si terrà nella sala Ohmann del Kurhaus dalle ore 09.00 alle ore 16.00. Gli interventi si terranno nella lingua del relatore ed è prevista una traduzione simultanea (tedesco italiano). L‘ingresso al convegno è gratuito. È richiesta l’iscrizione all’indirizzo mail events@laimburg.it entro il 19.10.2018. Convegno sulle erbe aromatiche dell’Alto Adige Quando: sabato, 27 ottobre 2018, ore 09.00 Dove: Kurhaus Merano, sala Ohmann
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18/10/2018, 12:04 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Il convegno scientifico sulle erbe aromatiche in occasione della Giornata delle Erbe Alto Adige
Tecniche colturali, salute delle piante, analisi dei residui, nuove regolamentazioni, risultati della ricerca scientifica su alcune specie: il convegno scientifico che si è tenuto il 27 ottobre 2018 al Kurhaus di Merano ha affrontato a 360° la tematica delle erbe officinali. Il convegno, organizzato dal Centro di Sperimentazione Laimburg in occasione della "Giornata delle Erbe Alto Adige", ha riunito esperti dall’Italia, dall’Austria, dalla Germania e dalla Svizzera in tema di coltivazione e trasformazione delle piante officinali.
Tutti abbiamo a che fare quotidianamente con le erbe officinali e aromatiche, che sia in cucina per insaporire le pietanze, oppure all’ora del tè, con i vari infusi, come anche in casi di rimedi per piccoli disturbi con la camomilla, l’arnica e la calendula ad esempio, o ancora nella profumazione della casa, vaporizzando gli oli essenziali. Gli estratti di erbe aromatiche e officinali vengono utilizzati altresì in agricoltura come erbicidi e insetticidi. “Attualmente, in Alto Adige la coltivazione delle erbe è operata su circa venti acri di terra da circa 40 coltivatori. Le altezze delle aree coltivate variano dai 500 fino ai 1700 metri sul livello del mare, dove è possibile la coltivazione di erbe alpine, rendendo così la l’Alto Adige una zona particolare per la coltivazione di queste specie”, afferma Arnold Schuler, Assessore provinciale all’Agricoltura, alle Foreste, alla Protezione civile e ai Comuni. In Alto Adige è caratteristica la coltivazione di piccoli campi, ma molto variegati (dalle 20 alle 40 specie), tra le più comuni menta piperita, calendula, melissa, malva, achillea, centaurea, ortica, piantaggine, camomilla, arnica e varie erbe adatte a uso alimentare come salvia, rosmarino, timo, origano, basilico, maggiorana, issopo e levistico. “La coltivazione di erbe in Alto Adige è una nicchia nel panorama dell’agricoltura, insieme agli ortaggi, alle drupacee e ai frutti di bosco. Al Centro di Sperimentazione Laimburg puntiamo molto sulla cooperazione con Università, Consorzi e Centri di consulenza, un networking particolarmente importante per questo settore in via di sviluppo“, spiega Michael Oberhuber, direttore del Centro e aggiunge. “Inoltre, possiamo avvalerci dei massimi esperti nel settore.” Manuel Pramsohler, responsabile del gruppo di lavoro Colture Arative e Piante Aromatiche del Centro Laimburg è stato infatti nominato membro del Tavolo Tecnico del Settore piante officinali a Roma. Il suo gruppo di lavoro, oltre ad occuparsi di ricerca in ambito di granaglie, ha in corso diversi progetti sulle tecniche di coltivazione di erbe officinali, quali melissa, cumino, fieno greco, menta piperita e anche zafferano, la spezia più cara al mondo.
La coltivazione dell’”oro rosso” in Italia Lo zafferano è una pianta sterile, che non produce né frutti né semi e non cresce in natura. Questa spezia, il cosiddetto “oro rosso” (che arriva a costare fino a 60 euro al kg), viene prodotta per il 95% in Iran (250 t/anno), ma anche in Italia sempre più agricoltori stanno avviandone la coltivazione (oggi circa 100 kg/anno). La coltivazione dello zafferano non è semplice, in quanto praticamente tutti i passaggi vanno eseguiti manualmente, dal espianto e reimpianto dei bulbi, alla raccolta e separazione dei pistilli rossi, la spezia vera e propria. L’essicamento è poi la fase critica per ottenere un prodotto di qualità adatto al mercato. All’Università della Montagna UNIMONT (Università di Milano) i ricercatori hanno istituito un servizio di consulenza dedicato agli agricoltori per valutare e classificare lo zafferano coltivato sulla base di criteri standardizzati. “Dalle analisi che conduciamo sui campioni di zafferano che arrivano nel nostro laboratorio“, spiega Luca Giupponi, ricercatore dell’UNIMONT, “emerge che il 91% è classificabile nella 1^ categoria, quindi di prima qualità. Questo ci fa capire che abbiamo tutti i requisiti per promuovere una produzione Made in Italy di questa spezia.”
Rafano, una qualità tutta made in Alto Adige Pietro Fusani del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi per l’economia agraria di Trento (CREA) presenta i risultati di uno studio pluriennale riguardante la classificazione su base morfologica, agronomica e qualitativa di alcune selezioni genetiche (accessioni) di origine altoatesina di Armoracia rusticana (comunemente nota come rafano o cren). È emerso che, raffrontato con un campione commercializzato in Baviera — la patria del cren, le accessioni altoatesine non hanno niente da invidiare per quanto riguarda i parametri qualitativi in base al contenuto di glucosinolati, la principale classe di principi attivi responsabili del sapore pungente del rafano. “Le accessioni locali hanno dimostrato una minore moria di piante, una maggiore tolleranza al fungo patogeno Alternaria, nonché un’elevata qualità e migliore caratteristiche del rizoma, la parte radicale che viene lavorata nel prodotto alimentare”, spiega Fusani.
Concimazione e salute delle piante Heidi Heuberger dell’Istituto statale per l’agricoltura (Bayerische Landesanstalt für Landwirtschaft) ha approfondito la questione della concimazione nella coltivazione delle erbe aromatiche e officinali. Ogni erba ha bisogno di un apporto specifico di nutrienti — quali azoto potassio e fosforo — e una particolare miscela di questi per promuovere lo sviluppo fogliare o il contenuto in oli essenziali. In particolare, l’azoto (N) promuove lo sviluppo di foglie e steli, il potassio (K) attiva la fioritura e lo sviluppo radicale, mentre il fosforo (P) stimola la crescita di frutti e semi. “È importante ricordare questo motto nella coltivazione biologica”, menziona Heuberger, “noi non concimiamo le colture, ma nutriamo il terreno.” In Germania è appena stata attualizzata (nel 2017) la normativa sulle concimazioni per circa 100 specie di erbe. “Prevenire è meglio che curare, è un principio valido anche nella coltivazione delle erbe aromatiche e officinali”, afferma Martin Koller dell’Istituto di ricerca svizzera sull’agricoltura biologica (Forschungsinstitut für biologischen Landbau, FiBL Schweiz), che affronta la questione della salute delle piante. “È importante quindi saper scegliere le giuste varietà o selezioni, la corretta altitudine, nonché il momento adatto di raccolta per prevenire fitopatologie come l'oidio, la ruggine, la peronospora, nonché l’attacco di insetti nocivi”, afferma Koller.
Residui e contaminanti La problematica dei residui di pesticidi nelle erbe è sempre attuale e particolarmente sentita anche qui in Alto Adige. “Accade che i campi di erbe vengano contaminati dall’uso di pesticidi in aree vicine, anche a una certa distanza”, afferma Peter Robatscher, responsabile del settore Chimica Alimentare del Centro di Sperimentazione Laimburg. Le analisi condotte al Laboratorio per Residui e Contaminanti del Centro Laimburg mostrano che la maggior parte dei residui presenti nelle erbe provengono da pesticidi usati nella frutta- e viticoltura, ma non solo: “abbiamo trovato anche sostanze derivanti da repellenti per zanzare ad uso umano, nonché sostanze probabilmente derivanti da disinfettanti”, spiega Robatscher. Anche Thomas Pfeiffer, rappresentante dell’EUROPAM (European Herbs Growers Association) affronta la tematica dei residui negli essiccati delle erbe aromatiche e officinali, ma da un punto di vista della legislazione. In linea di principio devono essere rispettati i livelli massimi di residui dettati dalla legislazione alimentare europea per i prodotti alimentari (biologici). Ma non sempre è facile per gli agricoltori districarsi in questa giungla di norme. Ad esempio, se vengono miscelate due erbe in un prodotto finito (come una tisana) che sono soggette a regolamentazioni diverse, non esiste nessuna indicazione chiara nella legge, su quale di queste regolamentazioni sia da applicare al prodotto miscelato. EUROPAM è l’ente europeo che fornisce un supporto pratico ai produttori nell’interpretare la legislazione al fine di rispettare le limitazioni di residui negli essiccati ad uso commerciale.
Dal 2018 nuove regolamentazioni in Italia Le piante officinali sono una categoria ampia di specie botaniche, che contengono sostanze dotate di attività specifiche, sensoriali, biologiche e farmacologiche. Dagli estratti di erbe officinali si ottengono prodotti finiti dalle più diverse destinazioni d’uso: dai prodotti alimentari, ai fitoterapici e cosmetici, ma anche profumazioni d’ambiente, insetticidi, fungicidi, erbicidi, battericidi. “Il nuovo Testo Unico nazionale (D.lgs 45/2018) indica una lista ancora da emanare con le circa 2.500 specie coltivate in Italia, molte di cui esotiche”, afferma Andrea Primavera della Federazione Italiana Produttori Piante Officinali (FIPPO). Dal nuovo disciplinamento si evince che, ieri come oggi, la coltivazione e la prima trasformazione (come l’essicazione e la distillazione di oli essenziali) non necessitano di particolari autorizzazioni, mentre viene regolamentata la trasformazione avanzata, ovvero l’estrazione di principi attivi, la loro formulazione, miscela e confezionamento agro-industriale. Infatti, in base al tipo di prodotto finito, è necessario avere competenze specifiche, certificazioni, come ad esempio l’HACCP e altre normative del settore industriale. Restano in vigore e invariate le normative delle Province Autonome (L.P. 6/2013 di Bolzano e D.P.P 41-148/2008 di Trento) circa la coltivazione e trasformazione delle piante officinali.
Il consorzio austriaco delle erbe di montagna Qualità, qualità, qualità. Sono le tre parole chiave per il successo del Consorzio austriaco delle erbe aromatiche di montagna (Österreichische Bergkräutergenossenschaft). Karl Dirnberger, amministratore delegato ne racconta la nascita e i successi, che hanno portato il Consorzio dal 1986 con 21 affiliati ad oggi, con 86 aziende agricole aderite. Come in Alto Adige, anche in Austria la coltivazione delle erbe aromatiche e officinali è caratterizzata da aree coltivate piccole (massimo 17 ettari) e da coltivatori vocati al biologico e alla sostenibilità. Il Consorzio ha formato negli anni i propri dipendenti per costituirne un panel specializzato per l’analisi sensoriale delle erbe, “un aspetto cruciale per poter definire se un’erba è effettivamente buona o no”, afferma Dirnberger.
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29/10/2018, 20:30 |
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Marco
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Presentazione ufficiale e avvio della applicazione “FrudiStor” per il riconoscimento e la prevenzione dei danni da conservazione
15/11/2018
ore 10.30
Fiera di Bozen, sala Tribulaun
Giovedì 15 novembre 2018, in occasione della fiera internazionale delle mele INTERPOMA a Bolzano, si terrà la conferenza stampa per presentare e attivare ufficialmente l'applicazione “FrudiStor”. Questa app, per lo sviluppo della quale il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato determinante, consente di identificare facilmente con lo smartphone, e quindi prevenire, i danni da conservazione del frutto.
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10/11/2018, 11:56 |
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Marco
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Il Centro di Sperimentazione a Interpoma 2018: novità dalla ricerca da vedere, scoprire, testare e assaggiare Dal 15 al 17 novembre avrà luogo, presso FieraBolzano, l’edizione 2018 di INTERPOMA, la Fiera Internazionale della Mela. Il Centro di Sperimentazione Laimburg sarà presente con un proprio eterogeneo stand (B11/18, settore AB) per far conoscere le numerose ed interessanti attività ai visitatori di INTERPOMA. Lo stand del Centro di Sperimentazione Laimburg (B11/18, settore AB) propone una ricca offerta di contenuti per vedere, scoprire e testare l’innovazione. Quest’anno le ricercatrici e i ricercatori del Centro di Sperimentazione Laimburg hanno optato per cinque grandi tematiche degli ambiti “Selezione varietale“, “Agricoltura biologica“, “Conservazione dei frutti“, “Salute delle Piante” e “Trasferimento delle conoscenze”. “Con le sue attività di ricerca e di sperimentazione, il Centro di Sperimentazione Laimburg segue il percorso della mela dal campo al tavolo del consumatore e in 40 anni di attività ha contribuito sostanzialmente al progresso della frutticoltura altoatesina”, così Arnold Schuler, Assessore provinciale all’Agricoltura, Foreste, Protezione Civile e Comuni. “Anche per il futuro, il compito del Centro di Sperimentazione Laimburg consisterà nell’elaborare soluzioni sostenibili alle problematiche della prassi, sia che si tratti della selezione di nuove varietà che della difesa da parassiti e malattie, della prevenzione della comparsa delle patologie da conservazione o dello sviluppo di nuovi ed innovativi prodotti a partire dalla mela, grazie ai quali le aziende agricole altoatesine possano costruire un ulteriore pilastro per la propria economia.” “Interpoma è un’importante occasione, per il Centro di Sperimentazione Laimburg, per esporre i risultati acquisiti agli specialisti del settore, ma anche al grande pubblico, oltre che per sensibilizzare tutti in merito alle tematiche affrontate dalla ricerca”, sottolinea il Direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, Michael Oberhuber. “Se si tratta di individuare una strategia per la difesa dalla cimice asiatica, il processo non è immediato. Innanzitutto si dovrà indagare la biologia di questo insetto non autoctono e solo in un secondo tempo sarà possibile, con prove mirate, testare diversi approcci, valutarne gli aspetti positivi e negativi e formulare infine una strategia di difesa. Il nostro modo di procedere può essere meglio compreso, tra il resto, visitando il nostro stand, dove invito tutti gli interessati a fermarsi per guardare di persona al microscopio e capire esattamente di che cosa si tratta.” Sulle tracce di insetti invasivi e funghi Dal 2016 è presente in Alto Adige, attacca foglie e frutti di oltre 200 specie vegetali, coltivate e selvatiche, e può arrecare ingenti danni in agricoltura. Si insedia negli orti e nei giardini domestici, in autunno si insedia nelle case e negli appartamenti dove trascorre l’inverno e la si nota sulle pareti esterne delle abitazioni, sui telai di finestre e porte: si tratta della cimice asiatica (Halyomorpha halys), un insetto invasivo che in Veneto ha già provocato seri danni in ambito agricolo e che ora sta prendendo sempre più piede anche in Alto Adige. Presso l’Istituto della Salute delle Piante, diretto da Klaus Marschall, l’insetto viene approfonditamente indagato nelle sue caratteristiche. Ad Interpoma, i visitatori interessati avranno l’opportunità di vedere questo ed altri insetti di specie invasive al microscopio e di apprendere le possibilità di difesa. Gli esperti del Laboratorio di Virologia e Diagnostica illustreranno come sia possibile, attraverso fotografie di danni alle radici o ai frutti, identificare patologie fungine quali la maculatura fogliare da Marssonina o l’alternariosi. Combattere gli organismi dannosi con antagonisti naturali Un importante passo verso una maggior sostenibilità della frutticoltura è rappresentato dall’agrobiodiversità funzionale. Questo è il focus del progetto EcoOrchard, finanziato dal programma europeo CoreOrganic-Plus e al quale partecipa anche il Centro di Sperimentazione Laimburg. “L’idea di fondo del progetto consiste nel seminare strisce fiorite nelle corsie di transito dei frutteti con l’obiettivo di attrarre insetti utili quali la coccinella o i Sirfidi, antagonisti naturali di insetti dannosi (es. afide grigio)“, dichiara Markus Kelderer, responsabile del gruppo di lavoro Agricoltura Biologica del Centro di Sperimentazione Laimburg. Con l’ausilio di un video e dell’abbondante materiale informativo, i visitatori potranno imparare come stimolare la biodiversità nei frutteti e attirare gli insetti utili. FrudiStor: riconoscere precocemente ed evitare i danni da conservazione I danni di origine fisiologica e parassitaria che si manifestano nei magazzini di conservazione provocano ingenti perdite economiche per le cooperative e per i produttori. “Conoscere le cause e le possibili misure da attuare al momento della comparsa di questi danni può supportare i responsabili delle cooperative nella riduzione delle perdite“, afferma Angelo Zanella, responsabile dell’Istituto di Agricoltura Montana e Tecnologie Alimentari del Centro di Sperimentazione Laimburg. Per questo è stata sviluppata l’app “FrudiStor“, che permette di individuare i danni da conservazione sulle mele. FrudiStor è un acronimo che deriva dall’inglese fruit (frutta), disorder (alterazioni) e storage (conservazione). L’app è il risultato del progetto triennale Interreg “Sviluppo di un sistema di individuazione e di contenimento dei danni da conservazione su Pomacee”. Al progetto finanziato nell’ambito del programma di sviluppo regionale Interreg-V “Alpenrhein, Bodensee, Hochrhein” hanno partecipato, oltre al Centro di Sperimentazione Laimburg, anche il Centro di Competenza per la Frutticoltura del Lago di Costanza (Lead Partner), la Scuola Superiore di Weihenstephan-Triesdorf, l’Istituto Sperimentale per la Frutticoltura di Jork, il Centro di Competenza per la ricerca agronomica Wädenswil, Marktgemeinschaft Bodenseeobst (Organizzazione dei produttori di frutta del lago di Costanza), la Cooperativa Frutticola del Baden-Württemberg e Internetagentur Bodensee. L’app web FrudiStor per riconoscere ed evitare i danni da conservazione verrà presentata ufficialmente e resa disponibile al grande pubblico nel corso di una conferenza stampa organizzata per il 15 novembre 2018 alle ore 10.30 nella Sala Tribulaun. Gli interessati avranno occasione di testare l’app presso lo stand del Centro di Sperimentazione Laimburg. Novità nell’ambito della selezione varietale Sin dalla prima edizione, Interpoma si è imposta come un’importante piattaforma per l’innovazione varietale, consentendo ai più importanti selezionatori internazionali e ai vivaisti di presentare le ultime novità relativamente ai mutanti e alle varietà. Presso lo stand del Centro di Sperimentazione Laimburg si terrà, come da tradizione sotto la guida del pomologo Walter Guerra, l’esposizione varietale, dedicata quest’anno alle varietà di melo resistenti. Saranno quasi 20 le varietà presentate, resistenti alla ticchiolatura e della nuova generazione, che possono contribuire in modo sostanziale all’evoluzione sostenibile della produzione frutticola. Marchi come CIVG198 Modì®, Inored Story® e SQ159 Natyra®, si alterneranno a varietà non ancora commercializzate, quali ad esempio LB17906 (selezionata a Laimburg) o SK22. EUFRUIT: le conoscenze in ambito frutticolo diventano accessibili a tutti Creare una rete più solida tra ricerca e prassi per rafforzare la competitività, l’innovazione e l’efficienza della frutticoltura in Europa – questo l’obiettivo del progetto EUFRUIT, finanziato dal programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020. Tra le 21 istituzioni partner di ben 12 Paesi che vi prendono parte ci sono anche il Centro di Sperimentazione Laimburg ed il Consorzio Innovazione Varietale Alto Adige. A livello europeo si raccoglie lo stato dell’arte delle conoscenze in tema di varietà, conservazione, sostenibilità o residui. Le informazioni vengono poi inserite in una piattaforma tematica online ( http://kp.eufrin.org/) ed infine rese accessibili al grande pubblico. “La piattaforma contiene la documentazione più varia, da pubblicazioni scientifiche ad articoli editi su riviste specializzate riguardante, a relazioni presentate in occasione di convegni o conferenze a filmati girati durante visite in pieno campo“, precisa la collaboratrice al progetto Julia Strobl. Questo strumento unico nel suo genere è accessibile a tutti gli interessati ed evolverà come banca-dati di riferimento per quanto riguarda lo stato delle conoscenze nel settore della frutticoltura. Presso lo stand del Centro di Sperimentazione la piattaforma digitale potrà essere visionata e testata. Congresso “La mela nel mondo” Parallelamente alla fiera va in scena, al “MEC – Meeting & Event Center Südtirol Alto Adige”, il congresso internazionale “La mela nel mondo”. In occasione di questa manifestazione verranno esaminati diversi aspetti della melicoltura moderna e le sue prospettive dal punto di vista agronomico e tecnico. La tematica centrale che sarà affrontata quest’anno riguarda le sfide dell’agricoltura integrata e biologica. Si analizzeranno anche le tendenze in atto in Europa orientale ed in Asia a proposito di innovazione varietale, origine e genoma della mela e le applicazioni high-tech nella frutticoltura del futuro. L’attività di selezione del melo non è mai stata tanto perseguita, nel mondo, come oggi e il mercato viene “sommerso” di novità nel senso proprio del termine. Nella sua relazione sulle tendenze varietali globali (15 novembre 2018, ore 14.30), il pomologo Walter Guerra, responsabile dell’Istituto di Frutti- e Viticoltura del Centro di Sperimentazione Laimburg, illustrerà quali novità varietali vengono messe a dimora nei 5 continenti e quali trend sono da prevedere per il futuro. La seconda relazione di Guerra (15 novembre 2018, ore 16.00), approntata di comune accordo con l’ex direttore del Podere Provinciale Laimburg Klaus Platter, con il consulente in frutticoltura Kurt Werth e con l’amministratore del Consorzio Innovazione Varietale Alto Adige Markus Bradlwarter, accompagnerà i partecipanti al congresso in un viaggio fotografico nel Kazakistan, l’affascinante Paese di origine del melo. Interpoma Taste Per la prima volta in assoluto, Interpoma offre la possibilità ai visitatori, in un settore dedicato all’interno del padiglione situato nella galleria al piano 0, di degustare prodotti “nuovi” ottenuti dalla trasformazione delle mele. Il Centro di Sperimentazione Laimburg non può certo mancare ad un appuntamento tanto importante: sarà presente con due gruppi di lavoro, “Fermentazione e Distillazione” guidato da Lorenza Conterno e “Trasformazione di Prodotti Ortofrutticoli”, diretto da Elena Venir. La novità presentata dal primo gruppo di lavoro è costituita da due tipi di sidro ottenuti da mele Topaz ai quali sono stati aggiunti due differenti ceppi di lieviti in fase di fermentazione. I visitatori avranno l’opportunità di assaggiare entrambi i tipi di sidro ancora in maturazione, di valutarli e di confrontarli con altri di origine altoatesina. Su suggerimento dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi, il secondo gruppo di lavoro ha analizzato la rapa rossa per ottenere un succo di origine locale costituito da una miscela di succo di rapa rossa e di mela. Presso lo stand sarà possibile degustare la specialità, frutto della collaborazione tra Unione Agricoltori e Coltivatori Sudtirolesi, Centro di Sperimentazione Laimburg ed un frutticoltore altoatesino. Interpoma Technology Award Nell’ambito di INTERPOMA 2018 ed in collaborazione con la facoltà di Scienze e Tecnologie della Libera Università di Bolzano e con la Società di Ortoflorifrutticoltura Italiana, FieraBolzano assegnerà per la prima volta l’Interpoma Technology Award per le più avanzate innovazioni nel settore “Tecnologie e macchine per la coltivazione e la trasformazione della mela”. Con questo premio si intende mettere in luce le tecnologie e i macchinari particolarmente innovativi e fornire un importante contributo all’ottimizzazione delle tecniche di coltivazione, delle misure di protezione e difesa e della trasformazione della mela. Esperto in tecniche di conservazione e responsabile dell’Istituto di Agricoltura Montana e Tecnologie Alimentari presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, Angelo Zanella sarà membro della giuria e avrà il compito, insieme agli altri giurati, di selezionare le innovazioni tecniche grazie alle quali si potranno promuovere la remuneratività aziendale, la qualità delle mele, la sicurezza sul lavoro e la sostenibilità dei processi produttivi. Il conferimento del premio avrà luogo il 15 novembre 2018 alle 17.00 nella Südtirol Lounge, Galleria al piano 0.
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13/11/2018, 19:41 |
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