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IN TANZANIA NUOVI SISTEMI DI IRRIGAZIONE GRAZIE ALL'ENERGIA Procedono i lavori per il completamento del campo di irrigazione nel villaggio di Ikondo nella regione di Njombe.
Pubblicato il 14/07/2021 DONA ORA Da oltre 30 anni CEFA contribuisce a rendere l’elettricità più accessibile per i villaggi rurali della Tanzania. Oggi procedono i lavori per il completamento del sistemi di irrigazione nel villaggio di Ikondo nella regione di Njombe. L’attività rientra tra i numerosi progetti pilota e finanziati dalla Mott Foundation per testare le strategie più efficaci per promuovere gli usi produttivi dell’energia elettrica nelle zone servite della mini-grid di Ikondo-Matembwe.
Lo scopo dell’attività è di testare e verificare come l’energia elettrica possa incrementare anche la produttività agricola in piccoli appezzamenti domestici, grazie alla possibilità di alimentare pompe per l’irrigazione dei campi durante la stagione secca. All’interno di ciascun campo vengono coltivati frutti tipici locali come ananas, banane e angurie ma anche orticole, tra cui pomodori, cavoli cinesi, diverse varietà di spinaci, carote. La scelta dei prodotti viene fatta dal nostro agronomo in collaborazione con i contadini che gestiranno i campi, per soddisfare le esigenze del mercato locale. La fase di testing prevede che per tutta la durata del progetto uno dei plot non venga irrigato, per poi poter essere comparato con quelli irrigati e verificare le differenze nella produttività e i costi di gestione, così da poter fare un’analisi costi e benefici di un impianto irrigato alimentato da una pompa elettrica.
Oltre alla realizzazione dell’impianto, sono previste alcune attività di formazione e sensibilizzazione sul corretto utilizzo degli impianti di irrigazione: se i risultati del progetto pilota saranno incoraggianti, i campi realizzati da CEFA saranno un esempio per tutta la comunità e un modello da replicare per aumentare la produttività agricola e i guadagni delle famiglie locali. Un passo fondamentale per migliorare le condizioni di vita in zone isolate e rurali della Tanzania.
Il progetto sarebbe dovuto diventare operativo in questi mesi. I campi sono pronti e i sistemi di irrigazione sono già stati installati ma l’inaugurazione è stata ritardata a causa di un guasto all’acquedotto del villaggio e della conseguente impossibilità di irrigare i campi. CEFA si è già mossa per cercare delle soluzioni autonome e alternative per l’approvvigionamento dell’acqua e si spera di per poter partire con l’irrigazione del campo il prima possibile, già alla fine del mese di luglio.
Meskerem è un’esperta sul campo che da quest’anno è entrata a far parte dello staff di CEFA in Etiopia per supportare le attività del progetto Work. Le abbiamo rivolto alcune domande per conoscere cosa significa svolgere questa professione e parlarci in generale della partecipazione delle donne a questo progetto.
Meskerem, in cosa consiste esattamente il tuo lavoro? Potrei dire semplicemente che l’esperto sul campo svolge il ruolo di “ponte” tra l’ufficio del CEFA e la comunità. Il mio compito principale è fornire formazione ed assistenza tecnica ai partecipanti di questo progetto, che vivono nei Distretti del Wolaita.
Cosa ha significato per te prendere parte a questo progetto? Ha modificato in qualche modo il tuo ruolo all’interno della tua famiglia e della tua comunità? La mia ambizione è quella di migliorare la vita delle persone nelle comunità rurali e sono contenta di poter dare il mio contributo in prima persona in questo progetto, che costituisce un’importante opportunità per il cambiamento.
Nonostante le difficoltà, connesse a questo lavoro, la comunità attorno a me e la mia famiglia hanno compreso e accettato la mia decisione di svolgere questa professione. In molte occasioni, mio marito mi sostituisce nelle attività sociali e familiari che sarebbero dovute toccare a me.
Qual è la condizione lavorativa delle donne e perché è importante un progetto come WORK per loro? Quando guardiamo alla condizione delle donne in Etiopia, ed in particolare in Wolaita, vediamo che loro non ricoprono posizioni di spicco e non hanno il potere decisionale sulla gestione delle risorse familiari. Un progetto come WORK, al quale partecipano molte donne, può contribuire ad un cambiamento nel loro ruolo in ambito familiare, creando diverse opportunità, attraverso la loro emancipazione economica.
Cosa ti aspetti per il futuro? Come pensi possa impattare un simile progetto sulla tua comunità? Molte attività del progetto vedranno il coinvolgimento delle donne che sono molto abili nell’acquisire nuove conoscenze e nell’utilizzare nuove tecnologie, e quindi sono certa che la loro condizione cambierà in meglio. Quando lavoriamo con le donne, le rendiamo più indipendenti dagli uomini, e questo le rende più forti. L’emancipazione delle donne, ha un impatto positivo sulle loro famiglie, in quanto uomini e donne collaboreranno meglio insieme con beneficio di tutta la comunità in generale.
Da oltre 30 anni CEFA contribuisce a rendere l’elettricità più accessibile per i villaggi rurali della Tanzania. Nonostante i continui interventi di espansione realizzati negli ultimi anni, interi villaggi o quartieri potenzialmente raggiungibili dalla rete di Ikondo-Matembwe restano ancora senza accesso a moderne fonti energetiche e le richieste di connessione sono in costante aumento.
Questi ultimi due anni di pandemia hanno dimostrato che la corrente elettrica gioca un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni, sia nel garantire igiene, cure mediche, conservazione di cibi e medicinali ma anche per ricevere informazioni tramite TV e radio, cosa particolarmente importante durante una pandemia. Negli ultimi mesi CEFA ha quindi continuato il suo programma di supporto all’elettrificazione nei villaggi della Tanzania.
Nonostante le difficoltà abbiamo continuato il nostro lavoro di ampliamento della linea elettrica. A settembre abbiamo terminato i lavori di posa di quasi 300m di nuove linee di bassa tensione nel villaggio di Isoliwaya mentre proprio in questi giorni stiamo organizzando i lavori per realizzare altri 1000m di nuove linee di bassa tensione nel quartiere di Manyunyu di Matembwe – dove verrà collegato anche un dispensario – e nel quartiere di Mgude di Isoliwaya. Quest’ultimo non è ancora mai stato raggiunto dalla rete elettrica e per gli abitanti del quartiere si tratterà certamente di un evento storico che cambierà in meglio la vita delle famiglie che ci abitano!
Gli interventi realizzati da CEFA consentono un avvicinamento delle infrastrutture ai nuclei abitativi dei vari villaggi e una notevole riduzione dei costi di connessione a carico delle comunità. Si tratta di attività cruciali per lo sviluppo socio-economico locale ma che non sarebbero possibili senza il fondamentale aiuto e supporto delle comunità stesse.
Questo Natale il panettone CEFA porta con sè i valori della solidarietà per l'Italia e per il Mondo
Scegliere un Panettone o un Pandoro CEFA significa aiutare concretamente le famiglie dell’Etiopia a superare la crisi alimentare e allo stesso tempo sostenere le mense di Bologna a cui CEFA donerà cibo.
Un panettone buono per davvero e una borsa da portare sempre con te Puoi scegliere fra pandori, panettoni tradizionali e al cioccolato per aiutarci a superare la crisi alimentare in Italia e nel Mondo. Ognuno di questi è confezionato all'interno di colorate borse africane prodotte in Tanzania dalle mamme di bambini affetti da disabilità.
Ilita, Anna Maria, Iuditta, Olivia e Witness sono cinque delle donne che nei villaggi della Tanzania portano avanti i percorsi dei laboratori di sartoria, con l'obiettivo di recuperare e riciclare la plastica e altri rifiuti, per donargli una seconda vita.
Fra i tanti prodotti e gadget, le borse tanzane, realizzate dal laboratorio delle mamme di bambini affetti da disabilità, anche questo Natale Solidale accompagnano ogni nostro pandoro e panettone!
Finalmente la stagione delle piogge è arrivata e, dopo la piantumazione di 96 alberi lo scorso novembre a Modena, anche in Ecuador abbiamo mantenuto la parola data. Grazie ai nostri tecnici e a tutto il nostro staff, siamo riusciti a piantare 1000 alberi di chuncho, albero ad alto fusto a protezione della foresta amazzonica.
CEFA, nei progetti che realizza in Ecuador, promuove sistemi di produzione agroforestali diversificati e sostenibili, dove si associano diversi tipi di prodotti con diverse finalità.
In particolare, nella regione amazzonica, in Ecuador, si promuove un sistema tradizionale di coltivazione utilizzato dalle comunità indigene, denominato “chakra”, che si caratterizza per la presenza di uno o più coltivi principali, generalmente cacao e caffè, che generano l’ingresso economico principale per le famiglie, associati a altri tipi di piante che garantiscono la sicurezza alimentare, per esempio alberi da frutta, manioca o banano, o che hanno altre utilità come le piante utilizzate nella medicina tradizionale.
Nella chakra un ruolo fondamentale è rappresentato dalle piante forestali, che crescono fornendo l’ombra necessaria per le coltivazioni di caffè e cacao, che non amano l’esposizione diretta al sole, ospitano animali e piante aumentando la biodiversità e che, una volta raggiunta la maturità, possono fornire il legno necessario alla costruzione delle case tradizionali e venduto generando un ingresso aggiuntivo per le famiglie.
Perché il chuncho? Il “chuncho” (Cedrelinga cateniformis) è una specie che si inserisce perfettamente nei sistemi agroforestali locali. Si caratterizza per una rapida crescita, un portamento retto e il suo legno di grande qualità.
GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA: EMERGENZA SICCITÀ Abbiamo parlato con Concetta Bianco, Capo progetto in Somalia, per comprendere al meglio le conseguenze del cambiamento climatico e le risposte che stiamo portando avanti in Somalia.
Il Mondo sta vivendo una crisi climatica oramai sotto gli occhi di tutti.
Si stima che solo in Etiopia, Somalia e Kenya ci siano 13 milioni di persone che stanno soffrendo la più grande siccità dal 1981, e questo numero non accenna a diminuire. Solo tra l’ottobre 2021 e febbraio 2022, circa 572.700 persone, soprattutto contadini ed agricoltori e le loro famiglie, sono stati costretti ad abbandonare le loro case per avvicinarsi alle fonti di acqua, scatenando migrazioni interne e conflitti per le terre.
Abbiamo parlato con Concetta Bianco, Capo progetto e Consortium Coordinator in Somalia, per comprendere al meglio le conseguenze del cambiamento climatico e le risposte che stiamo portando avanti in Somalia.
Siccità in Somalia: l’acqua non è mai stata così preziosa “La situazione umanitaria della Somalia risulta estremamente critica a causa dell’instabilità e del conflitto interno prolungato, ed il drammatico susseguirsi di shock climatici, caratterizzati dall’alternarsi di prolungati periodi di siccità e stagioni delle piogge al di sotto delle medie stagionali, da una parte, e da forti ed improvvise inondazioni, dall’altra.”
Concetta ci spiega che l’80% del territorio somalo sperimenta da diversi anni problemi di siccità dovuti prevalentemente dalle poche precipitazioni, dalle limitate risorse idriche presenti sul territorio e del conseguente sfruttamento delle falde acquifere, sia per uso domestico sia per l’agricoltura, l’irrigazione e l’allevamento.
“Oltre alle scarse precipitazioni si aggiunge anche il cattivo stato di manutenzione dei canali e delle infrastrutture d’irrigazione, limitando di conseguenza le capacità di produzione agricola e le opportunità di reddito dei piccoli produttori rimasti sul territorio”
In questo contesto, CEFA sta per avviare un nuovo progetto di risposta all’emergenza climatica in Somalia per sostenere gli agricoltori e le loro comunità per cercare di utilizzare al meglio le poche risorse idriche a disposizione e garantire un’adeguata sicurezza alimentare. In particolare, miglioreremo l’accesso a fonti di acqua pulita per uso domestico ed irriguo, introducendo anche buone pratiche agricole per utilizzare il giusto apporto di acqua, evitando gli sprechi.
Aiutaci anche tu a fronteggiare la siccità nel Corno d’Africa
dopo 16 mesi di conflitto civile in Etiopia, migliaia di vittime, e milioni di sfollati, il governo etiope ha finalmente annunciato una tregua che dovrebbe riuscire a facilitare l’assistenza alimentare e sanitaria per tutti coloro che ne hanno bisogno. La fine della guerra però non sembra essere vicina.
Riccardo Rabita – Responsabile Paese ad Addis Abeba – ci racconta della percezione vissuta dalla capitale e delle prossime attività che come CEFA porteremo avanti, rimanendo accanto alla popolazione locale.