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CCPB - Certificazione Biologica 
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CCPB condivide la posizione critica di EOCC (The European Organic Certifiers Council, associazione che raggruppa i principali organismi di certificazione europei), in merito al nuovo Regolamento Europeo, a cui oggi la Commissione agricoltura del Parlamento Ue ha dato approvazione definitiva.

Secondo EOCC i punti critici sono due: la mancanza di omogeneità tra i vari paesi nel definire la soglia massima di residui presenti nei prodotti biologici e l’eliminazione della visita ispettiva annuale per aziende considerate non a rischio.

Nel primo caso ogni paese può stabilire delle differenze, che seppur minime, creano un sistema per cui prodotti che in alcuni paesi non possono essere venduti come biologici, per altri lo sono. Questo per EOCC crea una “competizione sleale tra aziende di paesi diversi” che però operano in un mercato comune. I tre anni di discussioni su questo punto non sono bastati per trovare un accordo di buona qualità, ma solo un compromesso che scontenta molti.

La visita ispettiva annuale secondo EOCC è il “cuore della fiducia dei consumatori e degli operatori nel sistema di certificazione”. Il controllo annuale rimarrà per la maggior parte delle aziende, ma in un periodo di “grande crescita del bio, così si creano delle eccezioni e si apre la porta ad un abbassamento della frequenza del controllo, il vero pilastro delle garanzie offerte dal biologico”.

Regolamento europeo per il biologico entrerà in vigore nel 2020

EOCC ha mandato una lettera con la sua posizione a tutti i membri della Commissione agricoltura del Parlamento Ue e al Commissario Philip Hogan. Dopo il voto di oggi il regolamento entrerà in vigore a partire dal 2020.

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23/11/2017, 8:07
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La corsa del biologico continua soprattutto nel canale della grande distribuzione organizzata (GDO) e in particolare nei prodotti a marchio promossi dalle Insegne. Secondo l’Osservatorio MARCA, il segmento Bio/Ecologico della Marca del distributore è cresciuto nell’ultimo anno del 10,6%. Nel 2017 gli italiani hanno fatto una spesa di prodotti biologici acquistati in iper e supermercati di 1,38 miliardi di euro, 166 milioni di euro in più del 2016, con un contributo del biologico alla crescita dei consumi alimentari del 12% (dati Nomisma).

Sulla scia di questo andamento CCPB partecipa alla fiera MARCA (17-18 gennaio) organizzata da Bologna Fiere in collaborazione con l’Associazione della Distribuzione Moderna (ADM). Sin dalla sua fondazione avvenuta proprio 30 anni fa, CCPB ha lavorato con le principali catene della distruzione organizzata per la certificazione di prodotti biologici, soprattutto a marchio privato.

“Il biologico è decisivo per lo sviluppo e la diffusione della private label” commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB. Nei primi nove mesi del 2017 la Marca del Distributore ha segnato un aumento delle vendite del 2,9%, con una quota di mercato che sale al 18,7%. Peraltro, il forte aumento del consumo di prodotti bio favorisce le economie di scala: nel 2017 il loro prezzo è diminuito di oltre il 6%, riducendo il differenziale nei confronti dell’offerta standard e rendendo la scelta bio sempre più accessibile.

Il successo del biologico nella grande distribuzione è la prova di quanto i prodotti bio, ormai alla portata di tutti, siano richiesti e apprezzati. Gli italiani li considerano una parte fondamentale della loro spesa alimentare. Il numero delle referenze di prodotti bio a marchio è enormemente aumentano, contribuendo così a rendere disponibile un grande assortimento a prezzi contenuti. “Senza il bio questo risultato non sarebbe stato possibile” conclude Piva.
CCPB apre il 2018 in fiera, un anno importante segnato dall’anniversario di 30 anni di attività nella certificazione per prodotti biologici. Durante l’anno ci sarà modo per festeggiare, intanto per questa edizione CCPB sarà presente nel padiglione 22, stand A20/B23. MARCA è l’appuntamento di riferimento per le Insegne, i produttori e i distributori italiani. Nei due giorni di apertura si terranno workshop e convegni sui temi di maggiore attualità del settore.

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12/01/2018, 17:59
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80 miliardi di euro di fatturato, 2,7 milioni di produttori coinvolti e 57,8 milioni di ettari di terreno destinato all’agricoltura bio. Sono i dati presentati al Biofach 2018, la fiera internazionale del settore, in corso a Norimberga fino al 17 febbraio. Ottimo risultato per l’Italia che tra i paesi europei è quella con la più alta crescita di superficie coltivata. CCPB, ente di certificazione, partecipa nelle aree food e cosmesi.
Il biologico mondiale cresce per fatturato, numero di aziende e superfici coltivate. Lo dicono i numeri presentati dall’Istituto svizzero FIBL e da IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements), in occasione di Biofach, la fiera internazionale del bio in corso a Norimberga fino al 17 febbraio.

I numeri da record del biologico
Nel rapporto The World of organic agriculture, si rilevano oltre 80 miliardi di euro di fatturato complessivo, 2,7 milioni di produttori e 57,8 milioni di ettari coltivati con i metodi dell’agricoltura biologica. “Analizzando i dati impressiona è il ritmo di crescita del bio sul lungo periodo – commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB –. Finalmente produttori e aree di produzioni seguono il trend delle vendite. Questo significa che il bio non è un fenomeno passeggero, ma ogni anno riesce a consolidarsi e conquistare consensi”.

L'Italia e il biologico
In questo scenario l’Italia gioca un ruolo da protagonista: è ai primi posti di qualsiasi statistica sul bio. In particolare nel 2016 è risulta il paese europeo con la maggiore crescita: un aumento di oltre 300.000 ettari che porta l’Italia a una quota di 14,5% di superficie agricola coltivata con metodo biologico. “L’Italia è un paese di eccellenti produttori bio – continua Piva – ma ora deve espandere il proprio consumo interno, la spesa pro-capite alimentare di prodotti biologici è sì in aumento, ma ancora al 3,4%. Da ultimo è sempre più urgente che il settore bio si doti di un modello di rappresentanza degno del ruolo raggiunto”.

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15/02/2018, 19:54
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Parte OIP l’innovativa piattaforma informatica per la rintracciabilità nel biologico
OIP (Organic Integrity Platform) è la prima piattaforma informatica per la rintracciabilità dei prodotti bio. Da oggi sarà possibile seguire la storia produttiva e commerciale di cereali e granaglie, riso, pomodoro da industria e olio extra vergine d’oliva, tutti prodotti di punta per il biologico italiano.
Bologna, 21 febbraio 2018 – Si è tenuto ieri il primo incontro rivolto alle imprese che vogliono entrare nella rete OIP (Organic Integrity Platform), il sistema di rintracciabilità informatica dedicata prodotti biologici: cereali e granaglie, riso, pomodoro da industria e olio extra vergine d’oliva. Quando OIP entrerà a pieno regime di funzionamento consentirà di seguire i prodotti biologici dal campo coltivato fino al primo trasformatore. Il progresso non sarà solo una maggiore conoscenza e trasparenza sulla storia dei prodotti, ma anche una maggiore assicurazione contro eventuali intrusioni e illeciti in un mercato regolamentato come quello bio.
OIP permette al settore delle produzioni biologiche di porsi ancora una volta all’avanguardia dell’intero comparto agroalimentare: sistemi così complessi di rintracciabilità sono ancora piuttosto rari, anche se rappresenteranno una delle maggiori prospettive per lo sviluppo di un mercato che già ora vanta ritmi di crescita costantemente a doppia cifra.
L’esigenza del sistema di rintracciabilità risponde a quanto richiesto da Accredia, l’ente di accreditamento italiano, e dal Ministero delle Politiche agricole (MiPAAF). OIP comincia subito con cereali e granaglie e successivamente con pomodori e olive in funzione dell'inizio delle rispettive campagne agrarie; l’uso della piattaforma sarà operativo a partire dal prossimo 1 Marzo.
Gli organismi di certificazione aderenti ad OIP sono Bioagricert, BIOS, CCPB, Ecogruppo, ICEA, Sidel e Suolo e Salute. I prossimi incontri per gli operatori che vogliono utilizzare OIP, si terranno a Foggia il 27 febbraio ed a Catania il 6 marzo 2018.

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21/02/2018, 18:24
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Il mercato dei prodotti biologici in Cina
Quali sono le opportunità per il biologico italiano in Cina? Come si ottiene la certificazione e i permessi per l’export per un mercato potenzialmente vastissimo? CCPB, ente di certificazione specializzato nel biologico ha organizzato un workshop per le aziende sul biologico in Cina.
Bologna, 26 marzo 2018 – “Il biologico italiano ha una grande vocazione internazionale, la Cina è uno di quei paesi dove può avere più successo”, così Fabrizio Piva amministratore delegato CCPB commenta le opportunità per le aziende italiane del bio.
Venerdì 23 marzo CCPB ha organizzato a Bologna il workshop “Il mercato dei prodotti biologici in Cina”, che ha visto la partecipazione di numerose aziende interessate a capire come si ottiene la certificazione e i permessi per l’export in Cina.
Oggi infatti non esiste un accordo di equivalenza tra Unione Europea e Cina sull’agricoltura biologica, perciò le aziende italiane ed europee devono essere necessariamente certificate anche secondo gli standard cinesi. Questi prevedono la certificazione di tutta la filiera secondo quattro possibili livelli: produzione, processo, marketing e sistema di gestione. CCPB è in contatto con GRIT-CERT, organismo di certificazione riconosciuto dall'autorità pubblica Cinese, i cui rappresentanti hanno partecipato al workshop CCPB per spiegare come ottenere il certificato di conformità bio con il quale è possibile vendere prodotti biologici sul mercato cinese.
Con 6 miliardi di euro di fatturato annuo, il mercato cinese è il quarto al mondo dopo Stati Uniti, Germania e Francia. L’Italia è il paese con il più alto numero di imprese esportatrici verso la Cina.
Le aziende interessate possono contattare Davide Pierleoni, responsabile Ufficio Commerciale, Marketing di CCPB, dpierleoni@ccpb.it.
Cosa fa CCPB
CCPB è un organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari e “no food” ottenuti nel settore delle produzione biologica, eco-compatibile ed eco-sostenibile.
Le aziende certificate da CCPB sono circa 12.000, di cui oltre 11.000 nel settore biologico, e fanno riferimento ad affermati gruppi agroalimentari, al comparto della grande distribuzione, a piccole e medie imprese del settore agricolo ed alimentare e a diverse società emergenti. Un terzo del fatturato complessivo della produzione biologica italiana (3,1 miliardi di euro) è certificato da CCPB.

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26/03/2018, 20:15
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Sostenibilità e certificazione sono la chiave per ottenere vini di qualità. In occasione dell’edizione 2018 del Vinitaly, la più grande manifestazione internazionale sul vino che si terrà a Verona dal 15 al 18 aprile, CCPB, organismo di certificazione e controllo, ha organizzato un convegno dal titolo “La sostenibilità nel vino: approcci e nuovi modelli di certificazione” in cui agronomi, esperti di marketing e aziende vitivinicole discuteranno, lunedì 16 aprile alle 14.30 nella Sala Mozart – PalaExpo, dell’importanza di una produzione biologica e della capacità di far conoscere un prodotto d’eccellenza del made in Italy al di fuori dai confini nazionali.

“Con 103.545 ettari di vite biologica l’Italia è un paese leader in questo settore” dice Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB. Circa il 15% dell’interna superficie viticola italiana è coltivata con metodo biologico, compresi gli ettari in conversione e l’uva da tavola. Una percentuale che secondo i dati dell’American Association of Wine Economist fa dell’Italia il paese con la maggiore incidenza di bio sul totale.

“L’agricoltura biologica offre un vino sempre più apprezzato per la sua qualità e il suo gusto oltre ad avere caratteristiche di salubrità e importanti ricadute ambientali – continua Piva –. Un’azienda vitivinicola che vuole puntare sulla sostenibilità della propria produzione può trovare nella certificazione uno strumento di grande aiuto, anche in termini di marketing e comunicazione”.

L’organismo di certificazione avrà un proprio stand all’interno del Padiglione 8, posizione F5

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11/04/2018, 17:20
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Con il voto di oggi del Parlamento Europeo c’è un ulteriore passaggio per il nuovo regolamento comunitario sull’agricoltura biologica, la cui entrata in vigore è prevista per il 2021. Per CCPB ci sono però due punti critici: la mancanza di omogeneità sulle soglie di residui e la cancellazione della visita annuale per le aziende meno a rischio.

Il Parlamento Europeo ha approvato oggi in seduta plenaria il testo del nuovo regolamento comunitario su “Produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici”. I voti a favore sono stati 466, 124 i contrari e 5 gli astenuti.

L’ultimo passaggio prima della pubblicazione avverrà a maggio con il via libera definitivo da parte del Consiglio Agricoltura e pesca che riunisce tutti i Ministri dell’Agricoltura. Il regolamento, con i relativi regolamenti applicativi collegati, entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021 sostituendo l’attuale Reg CE 834/2007.

Già in passato CCPB aveva fatto propria la posizione critica di EOCC (The European Organic Certifiers Council, associazione che raggruppa i principali organismi di certificazione europei), soprattutto su due punti: la mancanza di omogeneità tra i vari paesi nel definire la soglia massima di residui presenti nei prodotti biologici e l’eliminazione della visita ispettiva annuale per aziende considerate non a rischio.

Nel primo caso ogni paese può stabilire delle differenze che, seppur minime, creano un sistema di competizione sleale per cui prodotti che in alcuni paesi non possono essere venduti come biologici, per altri lo sono. La visita ispettiva annuale secondo EOCC è il “cuore della fiducia dei consumatori e degli operatori nel sistema di certificazione”, rinunciarci in un periodo di grande crescita del bio, potrebbe abbassare il livello delle garanzie offerte dal biologico.

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19/04/2018, 22:45
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AgoràBio, il biologico a Macfrut 2018
Macfrut 2018 (Rimini, 9 – 11 maggio), vedrà protagonista l'ortofrutta biologica con AgoràBio, uno spazio espositivo e una serie di workshop tematici organizzati in collaborazione con CCPB.

AgoràBio (Pad. B7- D7) è una piazza, un luogo di dialogo: l’ortofrutta biologica è in grande crescita e ha un forte appeal sui mercati internazionali. L’Italia è infatti è leader nella produzione di ortofrutta biologica e il rilancio dell’export sui mercati nord europei passa anche da questo comparto.

Lo sviluppo del settore porta anche la necessità di momenti di formazione e confronto, per l'edizione Macfrut 2018 sono in programma 6 workshop in cui relatori d'eccezione affronteranno alcuni temi centrali per l'ortofrutta bio.

Programma e Registrazione
IL FRUTTETO BIOLOGICO mercoledì 9 Maggio ore 15.00

Davide Neri, docente di Arboricoltura Università Politecnica delle Marche
Marcello Cutuli, ricercatore CREA-OFA (Centro di ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura) Sede di Roma
modera: Nicola Castellani, giornalista L’Informatore Agrario
L’INNOVAZIONE NELLE TECNICHE DI AGRICOLTURA BIOLOGICA mercoledì 9 Maggio ore 16.00

Marco Acutis, docente di Agronomia Università di Milano: Gestione Conservativa del Suolo
Dario Sacco, docente di Agronomia Università di Torino: L’agricoltura di precisione applicata al biologico
modera: Nicola Castellani, giornalista L’Informatore Agrario
GESTIONE PRE E POST RACCOLTA DEL RADICCHIO ROSSO BIOLOGICO giovedì 10 Maggio ore 11.00

Paolo Bertolini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Università di Bologna
Giorgio Prosdocimi Gianquinto, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Università di Bologna
modera: Davide Pierleoni, CCPB
MUTAGENESI E BIOLOGICO giovedì 10 Maggio ore 15.00

Massimiliano Beretta, team breeder coordinator ISI Sementi: L’esperienza delle aziende sementiere in orticoltura
Luigi Cattivelli, direttore CREA-Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica, Fiorenzuola D’Arda (PC): Mutazioni, mutagenesi, mutagenesi sito-specifica: tre strade per lo stesso risultato
modera: Fabrizio Piva, CCPB
STRATEGIA DI DIFESA IN ORTOFRUTTICOLTURA BIOLOGICA giovedì 10 Maggio ore 16.00

Agostino Brunelli, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Università di Bologna: La difesa dalle malattie
Giovanni Burgio,Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Università di Bologna: La difesa dagli insetti
modera: Filippo Piredda, CCPB
SOSTENIBILITÀ E BIOLOGICO venerdì 11 Maggio ore 11.00

Massimo Marino, LCE Torino: Biologico: è il cibo perfetto?
Giovanni Dinelli, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Università di Bologna: Biologico, il modello sostenibile
modera: Filippo Piredda, CCPB

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24/04/2018, 19:09
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Il biologico può aiutare i due settori strategici dell’alimentare italiano: export e internazionalizzazione. Il bio made in Italy esporta all’esterno 2 miliardi di euro di prodotti ogni anno. CCPB partecipa all’edizione 2018 di Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione a Parma dal 7 al 10 maggio.
I temi principali dell’edizione 2018 del salone internazionale dell’alimentazione, che si terrà a Parma dal 7 al 10 maggio, sono: l’export e l’internazionalizzazione. Due aspetti fondamentali anche per il settore biologico che registra numeri in costante crescita. Infatti, dei 41 miliardi di euro di fatturato incassati dalle aziende italiane e frutto di esportazioni, 2 sono di prodotti biologici.

“L’alimentare italiano si trova in un momento particolarmente felice e il biologico rappresenta un segmento innovativo e di successo – commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB –. Grazie alla certificazione europea, il bio si presenta già con una dimensione internazionale che aiuta le aziende a proporsi ai mercati mondiale”.

Un ruolo importante in questo processo di crescita del biologico e di apertura verso mercati internazionali è ricoperto anche della certificazione. Oltre all’Europa, CCPB opera, grazie al riconoscimento da parte dalla Commissione UE della qualifica di organismo di certificazione equivalente (secondo il Reg CE 834/07), in 39 paesi del mondo, tra cui Usa, Giappone, Canada e Svezia. “Se Cibus si propone come la piattaforma italiana per la valorizzazione del comparto alimentare, CCPB si presenta come spazio per il biologico certificato a vocazione internazionale” conclude Piva. CCPB ha un suo stand al padiglione 5 M16-N22.

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03/05/2018, 18:00
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AgoràBio è lo spazio del biologico all’interno di MACFRUT, la fiera internazionale dell’ortofrutta a Rimini dal 9 all’11 maggio. CCPB è partner dell’iniziativa e organizza sei workshop tematici sulle principali tecniche agricole innovative nella coltivazione dell’ortofrutta biologica.

Per l’edizione 2018, MACFRUT, la fiera internazionale dell’ortofrutta a Rimini dal 9 all’11 maggio, organizza AgoràBio, uno spazio aperto alla discussione sull’ortofrutta biologica (padiglione B7- D7). Partner di quest’iniziativa è CCPB, ente di certificazione e controllo di prodotti biologici, che per i tre giorni della manifestazione ha previsto sei workshop tematici.

Durante gli incontri esperti del settore e docenti universitari analizzeranno lo sviluppo di diverse tecniche agricole innovative: ci sarà un focus sul radicchio rosso, simbolo di MACFRUT 2018, si parlerà di strategia di difesa, di mutagenesi e dei legami tra sostenibilità e biologico nelle produzioni ortofrutticole.

“Da sempre frutta e verdura sono il simbolo del biologico – commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB –. In un periodo di grande crescita di consumatori che chiedono e apprezzano il biologico, bisogna aumentare ancora di più la qualità delle produzioni. Da qui nasce l’idea di workshop formativi rivolti ad aziende e addetti del settore che vogliono aggiornarsi e dire la loro sugli ultimi sviluppi dell’ortofrutta biologica”. CCPB ha un suo stand al padiglione B7-D/006.

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07/05/2018, 14:23
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