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CCPB - Certificazione Biologica 
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Biologico in crescita nel settore vitivinicolo. È il dato che emerge da uno studio della Wine Monitor Nomisma: in Italia negli ultimi due anni la “consumer base” di vino biologico è raddoppiata; in crescita anche l’export: nel 2015 ci sono state vendite sui mercati internazionali per 137 milioni di euro, (+38% rispetto al 2014). Un trend confermato anche dal Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica): a fine 2015 si contano 11.300 bio ettari in più rispetto al 2014; il totale del bio ammonta a 83.643 ettari pari al 13% dell’intera superficie vitata italiana.

«Tutto nasce con l’approvazione del regolamento europeo sul vino bio del 2012» - spiega Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB. «Da allora il bio vive una fase di fama e apprezzamento. La ragione di questo successo è semplice: i consumatori cercano prodotti di qualità e rispettosi dell’ambiente e della salute».

Anche quest’anno CCPB sarà presente al Vinitaly (dal 9 al 12 aprile a Verona) con uno spazio negli stand del Consorzio il Biologico (pad. 8 F5 adiacente all’area VinitalyBio), insieme a 50 aziende certificate per il vino bio e a denominazione di origine.

La crescita del biologico nel settore vitivinicolo sarà il tema del convegno Bio e sostenibilità: perché convengono anche nel vino? (lunedì 10 aprile ore 10.30, Sala Mozart – Palaexpo 1° piano), organizzato da CCPB in collaborazione con Certiquality.

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03/04/2017, 16:33
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Oltre 70 cantine hanno partecipato al convegno “Bio e sostenibilità: perché convengono anche nel vino?”, organizzato per Vinitaly 2017 da CCPB e Certiquality.

I due organismi di certificazione hanno presentano insieme una serie di servizi di certificazione che offrono alle aziende e al mercato metodologie garantite e affidabili di calcolo e di valutazione della sostenibilità. In apertura dell’incontro Umberto Chiminazzo, direttore generale Certiquality, spiega: “tutte le ricerche mostrano come i consumatori siano alla ricerca della sostenibilità, tanto da esser disposti a pagare un po’ di più, e a cambiare le proprie abitudini di spesa”. La certificazione, aggiunge Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB, “serve allora a garantire che queste scelte dei consumatori e le strategie delle aziende portino risultati, chiari e trasparenti”.

Il convegno, moderato da Marco Menghini, agronomo e consulente scientifico Linea Verde - Rai1, si è aperto con Lucrezia Lamastra dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Nel suo intervento “Fare sostenibilità: quali vantaggi per le aziende del settore” ha spiegato come la sostenibilità costituisca un vantaggio, anche economico: “le aziende che scelgono di essere sostenibili riescono a indirizzare le proprie pratiche aziendali in modo da rispondere alle esigenze di un mondo e un mercato che cambiano”.

Davide Pierleoni di CCPB si è soffermato sugli “Aspetti tecnici e commerciali nella Certificazione Bio e Vegan del vino”. Se il biologico cresce a ritmo sostenuto sia nei consumi che nelle superfici coltivate, il vegan si affaccia adesso al mercato. “Tra i punti i comune ci sono il benessere animale e la sostenibilità ambientale dei prodotti e dei processi, mentre tra le differenze spiccano la certificazione regolamentata per il bio, volontaria nel vegan, e soprattutto il divieto di utilizzo di ingredienti e additivi di origine animale per i prodotti vegani”.

Santina Modafferi di Certiquality è partita dai criteri che guidano la sostenibilità negli acquisti della GDO e della pubblica amministrazione: “rispettare parametri etici, sociali e ambientali è sempre più richiesto dal mercato; il settore pubblico, anche con il nuovo codice appalti (Green Public Procurement), chiede criteri ambientali minimi e una certa percentuale di acquisti verdi legati alla sostenibilità”. Diverse certificazioni come IFS, Emas, EPD, possono aiutare le aziende a raggiungere questi obiettivi.

Sabrina Melandri di Certiquality ha presentato VIVA, un “programma volontario promosso dal Ministero dell’Ambiente, che attraverso l’utilizzo di 4 indicatori, mira a individuare, misurare e migliorare gli impatti ambientali, sociali ed economici nel settore vitivinicolo. I 4 indicatori (Aria, Vigneto, Acqua, Territorio), possono essere calcolati facendo riferimento ad uno o più prodotti, oppure all’organizzazione nel suo complesso”. Insieme a VIVA, SOStain è un programma volontario sviluppato in Sicilia che punta “miglioramenti graduali e continui nel tempo del livello di sostenibilità”.

Giuseppe Maio ha ricordato come CCPB proponga diversi schemi di certificazione per valutare la sostenibilità anche in viticoltura: EPD (Environmental Product Declaration), carbon e water footprint. “Tutte si basano sull’analisi LCA Life Cycle Assessment (LCA), la metodologia, ormai consolidata a livello internazionale, per la quantificazione degli impatti ambientali dei prodotti durante tutta la loro vita. La certificazione aiuta l’azienda a conoscere, sviluppare e promuovere, in termini di marketing, la propria gestione ambientale”.

Anche quest’anno CCPB è al Vinitaly con uno spazio negli stand del Consorzio il Biologico (pad. 8 F5), insieme a 50 aziende certificate per il vino bio e a denominazione di origine. CCPB opera come organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari e “no food” ottenuti nel settore della produzione biologica e in quella eco-compatibile ed eco-sostenibile. Oggi CCPB certifica 11.000 aziende, di cui circa 10.000 nel settore biologico, un terzo del fatturato complessivo del comparto biologico italiano viene certificato da CCPB.

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11/04/2017, 18:24
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Prima edizione di MACFRUT BIO con CCPB
Dall’orto alla tavola: sempre più italiani
scelgono il biologico
Il carrello della spesa del 74% delle famiglie si riempie di frutta e verdura biologica. Nel 2016
le vendite nel comparto dell’ortofrutta bio hanno raggiunto 147 milioni di euro, +28%
rispetto al 2015. Numeri in crescita tanto da inaugurare all’interno del MACFRUT 2017 una
sezione dedicata al biologico
MACFRUT BIO con CCPB
L’edizione 2017 della fiera internazionale dell’ortofrutta apre le porte al biologico
inaugurando da quest’anno MACFRUT BIO, una sezione speciale dedicata alla
produzione naturale di frutta e verdura. Dal 10 al 12 maggio tra gli stand di Rimini
Fiera saranno presenti diverse aziende che hanno deciso di puntare sulla coltivazione
biologica e sostenibile. Partner di quest’iniziativa sarà CCPB, ente di certificazione e
controllo di prodotti biologici, che per i tre giorni della manifestazione ha previsto,
all’interno degli spazi del padiglione B1 della fiera – dove sarà presente anche lo stand
del Consorzio il Biologico (pad. B1 - 017) –, un convegno e cinque workshop. Durante
gli incontri si analizzeranno le scelte bio dei consumatori e le ricadute in termini di
risultati per il comparto ortofrutticolo e le tecniche da rispettare nell’agricoltura
biologica.
I numeri dell’ortofrutta bio
Il biologico macina numeri da record. A trainare un comparto in forte espansione è
soprattutto il settore dell’ortofrutta bio, sostenuto sia da una ripresa della domanda
interna, con i consumi che ripartono dopo una fase di contrazione, che dai buoni risultati
conseguiti nell’export.
Gli ultimi dati di Nomisma/Nielsen dicono che nel 2016 le vendite di ortofrutta fresca
bio nella solo Grande Distribuzione Organizzata hanno superato i 147 milioni di euro,
+28% rispetto all’anno precedente. L’interesse del consumatore è confermato anche
dalla quota di famiglie acquirenti: il 55% delle famiglie ha acquistato frutta e verdura
fresca biologica in almeno una occasione nel corso degli ultimi 12 mesi. Secondo le
ricerche ISMEA la frutta e gli ortaggi freschi e trasformati costituiscono il 34%
dell’interno carello di acquisti di prodotti biologici in Italia.

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03/05/2017, 17:09
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La Camera ha dato il primo via libera al Testo Unico del biologico, la proposta di legge ora passerà al Senato. La legge si propone di rafforzare un settore produttivo del bio, fortemente in crescita in questi anni, dotandolo di strumenti innovativi e di risorse economiche.

“Il biologico ha bisogno di promozione, formazione e investimenti. Il testo unico soddisfa queste necessità” commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB: “riteniamo positivo che il Parlamento tuteli e promuova con misure concrete un settore che sta ottenendo ottimi risultati per lo sviluppo dell’economia agroalimentare del nostro Paese e per la difesa dell’ambiente”.

Il testo ha avuto 269 sì, nessun contrario e 57 astenuti: “questo mostra la bontà del lavoro svolto finora in Commissione agricoltura – continua Piva – una legge così condivisa avrà la possibilità di essere più incisiva”. Sul sito web della Camera dei deputati sono pubblicati il testo completo del provvedimento e tutte le informazioni sul percorso parlamentare.

Come si legge nel testo la produzione agricola biologica sarà "attività di interesse nazionale con funzione sociale, in quanto attività economica basata, tra l'altro, sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali e sulla riduzione delle emissioni inquinanti". I 16 articoli approvati contengono norme sulla produzione agricola e agroalimentare, introducono il "Piano d'azione nazionale per l'agricoltura biologica" e uno specifico "Fondo per lo sviluppo" che comprende anche la formazione professionale e la nascita dei cosiddetti "distretti biologici". Resta fuori il sistema di controllo e certificazione, già regolato dalla normativa comunitaria Reg. CE 834/07 e Reg. CE 889/08.

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05/05/2017, 20:55
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MACFRUT 2017: i dati dell'ortotfrutta bio

Tre i dati principali:
In Italia italia l'ortofrutta bio nella gdo segna 147 milioni euro registrando +28% contro il +9% del comparto
6 su 10 in Italia e 7 su 10 in Germania scelgono frutta e verdura biologica: salute e sicurezza al primo posto
motivazione di acquisto: salute e sicurezza al primo posto
All’interno del paniere ortofrutticolo, l’ortofrutta biologica ha un grande successo ed è sempre di più apprezzata dai consumatori. I dati Nielsen indicano che in Italia le vendite di ortofrutta bio a peso imposto (mese terminante marzo 2017) hanno raggiunto 147 milioni di euro nella sola GDO, segnando un balzo del +28% rispetto all’anno precedente, a fronte di un +9% delle vendite di ortofrutta in generale.

L’ortofrutta fresca bio ha da sempre un ruolo determinante nelle vendite di prodotti biologici (pesa per l’11% sulle vendite bio nella GDO) e ha ulteriori potenzialità di mercato (le vendite bio pesano per il 4,4% sul totale delle vendite di ortofrutta), viste il crescente interesse del consumatore.

In generale, la domanda di alimenti a marchio biologico in Italia è cresciuta sia in termini di vendite che di famiglie acquirenti (in Italia il 77% ha acquistato almeno un prodotto bio nell’ultimo anno, contro il 74% rilevato da Nomisma lo scorso anno). In questo contesto i prodotti ortofrutticoli freschi si confermano la categoria su cui ricade il maggiore interesse da parte dei consumatori. I risultati della Survey Nomisma-MACFRUT BIO mostrano che il 60% delle famiglie italiane ha acquistato frutta e verdura a marchio biologico in almeno una occasione nel 2016

Nel comunicato i dati completi della ricerca Nomisma - MACFRUT BIO.


Allegati:
ccpb 2017 - macfrut nomisma01.jpg
ccpb 2017 - macfrut nomisma01.jpg [ 99.91 KiB | Osservato 1142 volte ]

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11/05/2017, 13:06
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“Siamo preoccupati per la tenuta del settore biologico in Italia e per la sua competitività in ambito internazionale”, così CCPB srl commenta l’approvazione del decreto legislativo, approvato dal Governo venerdì scorso recante “disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica”.
“Aspettavamo questo testo, ma dopo averlo letto sappiamo che i miglioramenti promessi non ci saranno: il settore del biologico perderà competitività, sarà rallentato e il lavoro di noi organismi di certificazione sarà inutilmente complicato. Tutto questo senza aggiungere alcuna garanzie per i consumatori”. Sono due i principali punti critici presenti nel decreto.

Ecco i principali punti critici presenti nel decreto.

TURNOVER ORGANISMI DI CONTROLLO
Provvedimento: “gli organismi di controllo non possono controllare per più di 5 anni lo stesso operatore”.
Conseguenze: così strutturato il provvedimento limita la libertà di impresa contravvenendo ad uno dei principi del nostro ordinamento democratico, aumenta i costi delle imprese inutilmente e riduce la competitività in ambito internazionale. Il rapporto di fiducia che si instaura fra azienda certificata e organismo di certificazione viene, con questo decreto, dipinto come un rapporto di familiarità ispirato al “favoritismo” ed al “familismo”, elementi che non hanno mai caratterizzato il settore delle produzioni biologiche e sono in contrasto con il sistema di certificazione vigente sia in ambito europeo che in ambito internazionale. Tutto ciò si tradurrà in un aumento dei costi a carico del sistema produttivo nazionale e sfavorirà i nostri prodotti. In nessun paese europeo è previsto un simile turnover.
PROPRIETÀ ORGANISMI DI CONTROLLO
Provvedimento: “gli operatori del biologico non possono detenere, neppure indirettamente tramite associazioni, partecipazioni societarie degli organismi di controllo”.
Conseguenze: la norma riguarda sia anche le partecipazioni indirette da parte di organismi associativi (organizzazioni di impresa, cooperative, consorzi, associazioni, etc). Queste però sono consentite in tutta Europa, e non solo: in tutti i settori produttivi che infatti hanno pieno interesse per un sistema di controllo e certificazione affidabile e competente. La presenza delle associazioni degli imprenditori garantisce una strutturata rete di imprese che si affida a un consolidato sistema di certificazione. Il decreto legislativo rischia di raggiungere risultati opposti a quelli che si prefigge.
Il modello da seguire è invece quello del controllo diffuso, che dove già applicato allontana il pericolo di conflitto di interessi, favorendo invece un equilibrio di interessi.
SANZIONI
Provvedimento: da 3.000 a 18.000 Euro o più se si tratta di una sospensione o revoca
Conseguenze: Vengono introdotte in modo restrittivo sanzioni amministrative che scoraggeranno anche gli operatori onesti. In questo modo si rischia di punire in modo eccessivo anche chi sbaglia un’etichetta o è danneggiato da un trattamento fitosanitario fatto da un’azienda agricola vicina.

Il comunicato in allegato e sul sito
www.ccpb.it/blog/2017/06/20/nuovo-decre ... ita-italia

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20/06/2017, 19:25
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In occasione del Sana 2017, il salone internazionale del biologico in programma dall’8 all’11 settembre a Bologna, CCPB organizza tre convegni per discutere delle opportunità che si celano nel campo del biologico. Insieme con aziende, esperiti e professionisti del settore verranno affronteranno i temi legati alla sostenibilità ambientale e all’importanza dei controlli declinati in campo alimentare e non.

Il biologico italiano cresce senza pause al ritmo del 19,7 per cento e sempre più famiglie mettono prodotti bio nel carrello della spesa. Un dato che fa il paio con l’aumento nel 2017 della superfice agricola nazionale coltivata con metodi naturali (14 per cento nel 2016, +2 per cento sul 2015), del numero di aziende e del fatturato generato dalla filiera bio. L’Italia è ai primi posti in questo settore grazie anche a un sistema mirato di controlli e certificazioni. È per questo che CCPB, organismo di controllo e certificazione, ha deciso di partecipare al Sana 2017, il salone internazionale del biologico e del naturale che si terrà alla Fiera di Bologna da venerdì 8 a lunedì 11 settembre, organizzando una serie di convegni in cui i temi in discussione andranno dall’esistenza o meno del cibo perfetto all’importanza dei detergenti naturali, fino ad arrivare alla cosmesi green.

I NUMERI DEL BIO
In Italia, stando agli ultimi dati Sinab, gli operatori attivi in questo campo sono 72.154 (più 12 mila rispetto a dicembre 2015) e sono in continua crescita. Lo stesso vale per gli ettari coltivati con metodi naturali che hanno raggiunto quota 1.795.650 (più 20% rispetto al 2015). Numeri che in termini economici hanno permesso di generare un volume d’affari di 4,9 miliardi di euro, di cui 3,1 derivanti dal mercato interno e 1,8 dall’export – l’Italia è il secondo paese esportatore di biologico dopo gli Stati Uniti –. Un contributo importante a questo risultato è arrivato dalla grande distribuzione che da marzo 2016 a marzo 2017 ha registrato un più 19,7% di fatturato proprio dalla vendita di merci bio. Gli italiani infatti scelgono sempre più prodotti naturali e lo dimostra il fatto che 5,2 milioni di famiglie acquistano biologico tutte le settimane (dati Nielsen/Nomisma). Ma, a finire nel carrello della spesa non è solo il cibo. A riscuotere sempre più successo tra i consumatori è anche la “cosmesi green”. Secondo una ricerca di Cosmetica Italia questo mercato vale 950 milioni di euro, circa il 9% del fatturato totale dell’intero comparto nazionale.

“I numeri del biologico messi insieme fanno impressione – dichiara Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB –. Da anni assistiamo senza pause a una crescita a ritmo elevato, sempre in doppia cifra. Quest’anno poi la produzione, in termini di nuovi operatori ed ettari coltivati, ha finalmente tenuto il passo della domanda di consumi. Anche noi organismo di controllo e certificazione dovremmo essere all’altezza investendo in formazione e procedure uniformi. Per questo abbiamo dato vita ad ASSOCERTBIO, l’Associazione Organismi di Controllo e Certificazione del Biologico italiano che presenteremo proprio a SANA“.

Per questa edizione di SANA, CCPB partecipa sia nell’area food (padiglione 26, stand C55), che nell’area cosmesi e benessere (padiglione 21, stand A53/B54).

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31/08/2017, 17:58
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“Le famiglie italiane sono più attente a ciò che mangiano, prediligendo sempre più prodotti biologici. Questo è un dato positivo per il nostro settore sul quale però non bisogna cullarsi. C’è ancora molto lavoro da fare se si vuole arrivare a una maggiore consapevolezza sull’importanza di un’alimentazione sana. Solo così possiamo pensare di far crescere la quota di spesa bio nel nostro Paese”. Con queste parole Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB ha commentato l’edizione di SANA 2017, Salone internazionale del biologico e del benessere, tenutasi a Bologna dall’8 all’11 settembre.

Durante il Sana CCPB ha organizzato una serie di incontri con esperti e professionisti del settore in cui sono stati affrontati diversi temi: la rilevanza della certificazione, l’importanza della sostenibilità ambientale in campo alimentare, con il convegno “Esiste il cibo perfetto? Se Bio vuole“, e la necessità di avere uno sguardo comune su un comparto in forte espansione. Proprio quest’ultimo aspetto è stato al centro della conferenza di presentazione al Sana di ASSOCERTBIO, la neonata associazione che raggruppa gli organismi di controllo e certificazione del biologico italiano e di cui CCPB è uno dei soci fondatori.

Gli ultimi numeri sul biologico mostrano un aumento sia dell’offerta (crescono numero di aziende e superfici coltivate), sia della domanda (+19,7% di consumi e 78% di famiglie che acquistano bio almeno una volta in un anno). La quota di spesa bio sul totale della spesa alimentare in Italia è ancora ferma attorno al 3% ma è un dato destinato a crescere nei prossimi anni, “i margini di sviluppo sono ancora elevatissimi” conclude Piva.

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11/09/2017, 15:35
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I biologici made in Italy sono sempre più apprezzati all’estero. Nel 2016 il loro fatturato, in termini di export, è stato di 1,9 miliardi di euro (dati Osservatorio SANA) con un’incidenza del 5% sul totale delle esportazioni del comparto agroalimentare. Una tendenza in costante crescita tanto che quasi un terzo dei ricavi delle imprese bio italiane proviene dalle vendite sui mercati internazionali.

In questo contesto CCPB partecipa ad Anuga, il più grande appuntamento fieristico mondiale del settore agroalimentare che si terrà a Colonia dal 7 all’11 di ottobre. Lo stand di CCPB sarà all’interno del padiglione 5.1 D030/F039. “In tutto il mondo il biologico è ormai una fetta importante del comparto agroalimentare – commenta Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB –. All’estero apprezzano sia il made in Italy bio sia il sistema di controllo e certificazione, che ha fama di essere uno dei più scrupolosi e quindi garantiti per i consumatori”.

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04/10/2017, 16:33
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CCPB investe sulle competenze e la professionalità a favore del Mediterraneo, così da sostenere lo sviluppo di un’economia che punti al bio. E facilitare così la circolazione dei prodotti e materie prime provenienti da quei Paesi. Per questo anche quest’anno CCPB ha organizzato una tre giorni di formazione con lo staff delle cinque società satelliti dislocate in Egitto, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia. Società locali che forniscono tutti i servizi di certificazione offerti da CCPB, a cominciare da quello sull’agricoltura biologica.
L’importanza del Mediterraneo
“Si parla sempre di Mediterraneo per tensioni politiche, migrazioni e difficoltà economiche – spiega Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB – l’esperienza di CCPB è invece perfettamente sostenibile da ogni punto di vista: economico, sociale e ambientale. Crescono professionalità solide e di alto livello. E in tutto questo l’Italia e il made in Italy giocano un ruolo positivo e propositivo come piattaforma di sviluppo del Mediterraneo”.
Agricoltura biologica mediterranea
“Il Mediterraneo per CCPB è un’area strategica” continua Piva: “Si tratta di paesi con un’agricoltura importante, anche se non sviluppata come quella italiana ed europea, ma che proprio per questo può avere margini di crescita consistenti”.
Tanto più che grazie a condizioni climatiche e colture simili, i Paesi del Mediterraneo possono essere fornitori di materie prime e prodotti per aziende italiane. CCPB può infatti certificare prodotti provenienti dall’estero secondo il regolamento equivalente a quello europeo Reg. CE 834/2007, oltre che secondo le rispettive norme nazionali.
CCPB nel Mediterraneo e nel mondo
In tutta l’area mediterranea si possono contare 600 aziende certificate e nel complesso le cinque società hanno un fatturato di oltre 500.000 € e danno lavoro a 35 tra dipendenti e personale ispettivo.
Oltre ai cinque paesi sedi di società e uffici, Egitto, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia, CCPB è autorizzato a operare con i suoi servizi di certificazione anche in Arabia saudita, Canada, Cina, Giappone, Giordania, Iran, Iraq, Mali, Oman, Pakistan, San Marino, Siria, Stati Uniti e Svizzera.

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