CCPB e Consorzio il Biologico saranno presenti a Vinitaly di Verona, il salone internazionale del vino e dei distillati. Dal 6 al 9 aprile, appuntamento presso lo stand B2, padiglione 12.
“Il vino biologico è giovane e attraente, ma trae forza dalla tradizione vinicola italiana” spiega Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB. Il regolamento dell’Unione Europea sul vino bio è entrato in vigore appena nel 2012, e subito nel 2013 segna una crescita del 4% delle vendite nei supermercati, con 1 milione di litri venduti per un valore di 5 milioni di euro, mentre nello stesso periodo il vino convenzionale cala del 6,5% rispetto all’anno precedente”.
“Le nostre cantine vengono a Vinitaly per farsi conoscere a un pubblico internazionale” aggiunge Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico, “con noi in fiera ci saranno Cautiero, La Casaccia e Bioitalia come aziende rappresentate in fiera e circa 30 cantine metteranno a disposizione una degustazione di vini biologici.
CCPB e Consorzio il Biologico saranno a Cosmoprof, la fiera internazionale per gli operatori professionali del settore bellezza. Dall’4 al 7 aprile a Bologna Fiere, saranno presenti con uno stand istituzionale (pad. 21N – M2), dove esporranno una rassegna di cosmetici biologici e naturali di alcune associate: L’isola verde cosmetics, Gala Cosmetici, Italian Cosmetics, Mil Mil 76.
“Bellezza e natura vanno sempre a braccetto” ricorda Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB, “e devono rispettarsi a vicenda”. Gli standard certificati da CCPB seguono questo principio: NATRUE, il più diffuso standard internazionale sui cosmetici bio, e i due schemi certificativi privati sui cosmetici biologici e naturali, assicurano i consumatori una bassa presenza di ingredienti sintetici puri, a favore invece di materie prime naturali e biologiche; in questo modo il prodotto finale è meno impattate per chi lo utilizza e per l’ambiente.
“A Cosmoprof i cosmetici biologici e naturali hanno sempre più spazio” commenta Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico “tanto che siamo ben contenti di poter partecipare all’interno di un padiglione dedicato al bio”.
Kyoto Club: "Si applichino i provvedimenti sui bioshopper e venga sanzionato chi continua a commercializzare i prodotti illegali" Per un rilancio della bioeconomia nel nostro Paese, Kyoto Club chiede al Presidente del Consiglio di completare la svolta e consentire una piena e immediata applicazione della legge italiana sugli shopper. Aderisci anche tu al manifesto di Kyoto Club. Firma online!
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"Dal 2007 continui rinvii - si legge nell'appello - non ci stanno permettendo di chiudere un’era: quella dei sacchetti in plastica usa e getta che, come ha registrato l’analisi commissionata dall’Unione europea si riciclano soltanto al 6,6%. Completiamo la rottamazione di un vecchio modello, dando piena attuazione al divieto di commercializzazione degli shopper monouso che non siano biodegradabili e compostabili conformemente allo standard europeo EN 13432!
Ci appelliamo al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, perché sia data immediata attuazione ai provvedimenti che, come ha dichiarato nel suo discorso di investitura al Senato, non necessitano di una ricerca di nuove risorse per creare posti di lavoro. La chimica verde, l’innovazione tecnologica applicata alla ricerca, gli investimenti veri, in questo caso sono già stati fatti senza denaro pubblico con importanti investimenti privati che rischiano di non esprimere tutto il proprio potenziale per il Paese se non si porrà fine a una situazione che alcuni, più o meno volutamente, interpretano come incerta."
Il manifesto è stato già firmato da molti sindaci e amministratori locali tra cui Piero Fassino, Presidente dell’ANCI, i sindaci di Roma e Milano, Ignazio Marino e Giuliano Pisapia, e da quelli di Terni e Pavia, Leopoldo Di Girolamo e Alessandro Cattaneo, vice presidente Anci, dal Presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici e dagli assessori all’ambiente del Comune di Bologna, Patrizia Gabellini, e del Comune di Ferrara, Rossella Zadro.
Imprenditori della nuova economia e della chimica verde: Catia Bastioli, AD Novamont, Guido Ghisolfi, AD del Gruppo Mossi Ghisolfi. Politici tra cui Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola e Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati, Francesco Bruni senatore e capogruppo FI nella commissione ambiente, Monica Frassoni, Co-Presidente Partito Verde Europeo, Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria,
Rappresentanti del Terzo settore tra cui Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo, Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore, Ugo Biggeri Presidente Banca Popolare Etica e degli ambientalisti Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente, Ivan Novelli, Presidente Greenpeace Onlus, Vicenzo Pepe, Presidente FareAmbiente Movimento, Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura. Il fondatore del movimento Slow Food, Carlin Petrini e di Eataly, Oscar Farinetti.
Rappresentanti dell’Università e della ricerca tra cui Enrico Brugnoli, Direttore del CNR.
I tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, oltre a quelli delle categorie chimiche, Emilio Miceli, Sergio Gigli e Paolo Pirani.
"Quale sostenibilità certificare?" Se n'è parlato questa mattina al Vinitaly, in un convegno promosso da CCPB e Certiquality. La fiera del vino non ha ospitato solo degustazioni di qualità, ma é stata occasione per riflettere su come progettare la sostenibilità ambientale, economica e sociale del comparto vitivinicolo italiano.
Nella discussione ci si é focalizzati su come rispondere alla domanda di prodotti alimentari sicuri per una popolazione in forte crescita, mantenendo inalterate le condizioni ambientali dei propri territori, migliorando al tempo stesso le condizioni di lavoro e l'etica della produzione.
Afferma Lino Nori, Presidente del Consorzio Il Biologico: "il biologico é un esempio concreto e realizzato di sostenibilità". Aggiunge Umberto Chiminazzo, Direttore Generale di Certiquality: "Il valore della certificazione risiede nella terzietà di chi effettua i controlli".
CCPB e Consorzio il Biologico saranno a Cibus, la fiera per le eccellenze dell’agroalimentare italiano, 5-8 maggio a Parma. Lo stand istituzionale sarà al padiglione 5 C046.
“A un anno da Expo 2015, il biologico si prepara a incontrare l’industria alimentare” ricorda Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB “il bio può essere un traino per i consumi, che per il biologico aumentano costantemente da anni e che per il convenzionale risentono sempre della crisi”. “Le aziende biologiche sono il miglior volano per l’esportazione del made in Italy” aggiunge Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico, “non è un caso che il nostro paese è al primo posto per export di prodotti bio”.
Per questo durante Cibus esporremo una vasta gamma di prodotti delle aziende nostre certificate: Bio Italia, Biscottificio Dogliani, Caber, Caffé Molinari, Marchesi, Molini De Vita, Molino Sima, Monaldi, Oleificio Ranieri, Pasta Lensi, Su Tianu Sardu, Unipasta
“Se si chiede un salto di qualità all’alimentare italiano, il biologico è pronto” Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB, commenta così l’invito del Ministro Maurizio Martina, presente a Cibus: “Le aziende italiane del biologico sono pronte per Expo 2015, quando sapranno rispondere alla sfida di nutrire il pianeta”.
Si conclude così l’edizione 2014 di Cibus, salone internazionale dell’alimentare a Parma. CCPB e Consorzio il Biologico hanno partecipato con uno stand che ospitava aziende certificate biologiche.
“Al primo Cibus in cui abbiamo partecipato negli anni ’90, eravamo gli unici a parlare di biologico” ricorda Lino Nori, presidente Consorzio il Biologico “oggi il bio è presente in tutti i comparti dell’alimentare e chiede sempre più spazio per rispondere alla richieste dei consumatori”.
In occasione della XXVI^ Assemblea Generale di Bilancio (venerdì 6 giugno 2014, Agriturismo “La Lupa” in Via Cassola di Sopra – Loc. Piumazzo – Castelfranco Emilia (MO), Consorzio il Biologico organizza una tavola rotonda sulla “riforma europea del settore biologico: aspettative, impatti e prospettive”.
Tra i relatori saranno presenti Emanuele Busacca dell'IFOAM EU Group, Teresa De Matthaeis del Mipaaf, Roberta Chiarini della Regione Emilia Romagna.
La proposta di nuovo regolamento europeo sul biologico può e deve migliorare, perché potrebbe scoraggiare operatori presenti e soprattutto futuri. In sintesi è questo il parere di Sinab, Regione Emilia Romagna, Ifoam EU, emerso dalla tavola rotonda organizzata venerdì scorso da CCPB e Consorzio il Biologico in occasione dell’annuale assemblea di bilancio.
A fine marzo 2014 la Commissione europea ha diffuso una proposta di regolamento che modifica profondamente l’attuale norma comunitaria sull’agricoltura biologica (reg. CE 834/2007), e che verrà discussa e approvata entro il 2017. Davanti a una platea di aziende del bio e addetti del settore, CCPB e Consorzio il Biologico hanno invitato alcuni dei principali protagonisti del settore perché, alla vigilia del semestre europeo presieduto dall’Italia, dal nostro paese si possa dare un contributo importante perché il nuovo regolamento sia il più efficace e moderno possibile.
Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB, nella sua relazione (scaricabile dal sito www.ccpb.it/blog/2014/05/19/iforma-euro ... rospettive), ha illustrato i punti critici: “oggi il punto di forza del biologico è nella visione d’insieme di tutto il processo di produzioni di qualità, mentre così si rischierebbe un depotenziamento dell’attività di controllo e certificazione e un approccio basato sulla sola sicurezza igienico sanitaria”.
Degli invitati alla tavola rotonda Francesco Giardina del MiPAAF – SiNAB tra le altre cose ha spiegato come la riforma “manchi di un approccio che vede il biologico al centro dello sviluppo rurale Europeo e che crei le condizioni per i produttori europei di beneficiare di ulteriori sviluppi del mercato”; Roberta Chiarini della Regione Emilia Romagna stima che con la nuova norma, che rende più difficile le aziende miste che producono sia bio che convenzionale, “il 18% delle imprese regionali del biologico potrebbe essere a rischio”; Emanuele Busacca ha presentato la posizione di Ifoam EU che, pur condividendo l’intento di “migliorare l’applicazione e implementazione del regolamento”, non ritiene “accettabile la proposta così come è ora”.
La speranza e l’impegno di tutti i presenti è quello di lavorare insieme nei prossimi mesi perché queste critiche possano essere recepite e il rinnovo del regolamento essere davvero un’opportunità per tutto il mondo del biologico.
CCPB e SISTE (Società Italiana di scienze applicate alle piante officinali e ai prodotti per la salute), organizzano la tavola rotonda Il Biologico e il Naturale: Ingredienti di Bellezza. Sabato 14 giugno ore 18, ai Magazzini del Sale di Cervia-Milano Marittima (FC), in occasione di Bella con Bio, festival della cosmesi bio dove CCPB è presente con uno stand che vedrà la partecipazione di diverse aziende cosmetiche certificate per la cosmesi naturale, biologica e per i Dispositivi medici con ingredienti da agricoltura biologica: Gala Cosmetici, Bellezza Bio Montalto, Italian Cosmetics.
Come leggete nella locandina – programma qui sotto, la tavola rotonda è pensata per ragionare, con certificatori, produttori, farmacisti, esperti, giornalisti e ovviamente il pubblico del festival, su come e quali ingredienti vanno a comporre i cosmetici biologici e naturali.
Dopo l’annuncio diffuso lo scorso aprile, la fusione di IMC (Istituto Mediterraneo di Certificazione) in CCPB srl, può diventare operativa. Dal 1 luglio un unico organismo, chiamato semplicemente CCPB srl, diventerà protagonista indiscusso della certificazione per l’agricoltura biologica.
“Siamo molto contenti, il nuovo CCPB ha circa 9000 aziende certificate, di cui 8000 solo per il bio” spiega il presidente e amministratore delegato Fabrizio Piva, “numeri importanti tanto più se si pensa che anche per il 2014 si prevedono ottimi ritmi di crescita per i consumi italiani di prodotti biologici”.
“Il nuovo CCPB è un fatto importante per noi e per tutto il settore, che crescendo, diventando più grande richiede efficienze e responsabilità ancora maggiori” continua Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico, società cooperativa che detiene la proprietà di CCPB: “La certificazione potrà stare al passo delle aziende e del mercato, e viceversa le aziende e il mercato potranno contare su un sistema di certificazione migliore”.
CCPB certifica circa un terzo del biologico fatturato in Italia, e può vantare più di 40 dipendenti, 100 ispettori, 5 sedi in Italia (le principali a Bologna e Senigallia). Inoltre CCPB è infatti capogruppo delle società di certificazione nel Mediterraneo: IMC Egitto, IMC Tunisia, IMC Turchia, IMC Libano e IMC Marocco. “IMC porta con sé una vocazione mediterranea, che sarà fondamentale per allargare il bacino del bio italiano”.