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Associazione Le Donne del Vino 
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Tutte le proposte enoturistiche sono su prenotazione e a numero chiuso

CANTINE APERTE 2022, IL CASATO PRIME DONNE DI MONTALCINO SI FA IN TRE

Nel fine settimana del 28 e 29 Maggio, la cantina di Donatella Cinelli Colombini propone per tutti i wine lovers una Brunello Experience, degustazioni enomusicali ed un pomeriggio dedicato alla scoperta del Sangiovese

Un fine settimana all’insegna del buon vino e panorami mozzafiato: è quello che attende i wine lovers che sceglieranno Montalcino per trascorrere il weekend di Cantine Aperte, il 28 e 29 maggio prossimi. La destinazione ideale è il Casato Prime Donne di Donatella Cinelli Colombini, ovvero proprio colei che nel 1993 ha ideato per la prima volta l’evento dedicato al turismo in cantina, il quale attrae in ogni occasione moltissimi visitatori, dai neofiti alle prime armi con il vino, fino agli esperti appassionati. Ed è proprio per venire incontro alle esigenze di tutti, che per la cantina di Montalcino, Donatella Cinelli Colombini ha studiato un programma con 3 proposte diverse, tutte molto intriganti e inconsuete, che hanno in comune visite in vigna e in cantina, aneddoti e tasting.

Si parte sabato 28 maggio con la Brunello Experience a partire dalle 16, dove protagonisti assoluti sono gli assaggi itineranti di Rosso di Montalcino, Brunello di Montalcino e Brunello Riserva, accompagnati da visite nei luoghi in cui avviene la vinificazione e la maturazione in botte, i vigneti biologici di Sangiovese e le installazioni artistiche come il calendario del Brunello con le stelle di ogni annata, il Modernacolo creato per Carla Fendi o la cornice per farsi i selfie davanti ai vigneti. Nella tinaia, in particolare, una proiezione di immagini e suoni trasporta il visitatore nello spirito del borgo di Montalcino creando effetti di grande suggestione.

Domenica 29 maggio, sono ben due gli eventi in programma al Casato Prime Donne. Il primo, alle ore 12 è una Degustazione Enomusicale itinerante di quattro vini tra cui il Brunello, abbinati ad altrettanti brani musicali selezionati appositamente dal musicista e sommelier Igor Vazzaz. Adatta per chi cerca un’esperienza nuova con il vino, la degustazione si snoda in quattro suggestivi ambienti della cantina: l’ingresso, la tinaia, la bottaia e la sala da degustazione dove insieme al passito si assaggiano i tradizionali dolcetti senesi, così come il Chianti Superiore è servito insieme al cacio pecorino. Nella stessa giornata, ma alle ore 16, va in scena invece la Sangiovese Special, un’esperienza per chi si avvicina al mondo del Brunello con la voglia di saperne di più, attraverso una visita in vigna e in cantina, aneddoti e assaggi del futuro Brunello direttamente dalla botte. A questa, si aggiungono poi le degustazioni del Rosso di Montalcino 2019 accompagnato da pane e formaggio pecorino e del Brunello di Montalcino 2017.

Tutte le attività sono esclusivamente su prenotazione, fino ad un massimo di 25 persone ciascuna, per garantire la massima sicurezza a tutti i partecipanti e un sufficiente distanziamento interpersonale.

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19/05/2022, 21:21
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ELENA TESTI: DAL PRECARIATO ALLA PRIMA LINEA

Dalla “Prima Donna” 2022 Elena Testi una lezione ai giovani e all’universo femminile. Le 4 parole chiave per riuscire in un contesto, nazionale e internazionale, sempre più difficile, sono: passione, maestri, convinzione e donne

Elena Testi è la giornalista trentenne scelta dalla Giuria del Premio Casato Prime Donne come “Prima Donna” 2022, esempio di coraggio, talento e motivazione per le giovani generazioni e l’universo femminile. Verrà premiata sabato 17 settembre a Montalcino insieme a due giornalisti che si sono particolarmente distinti nella promozione del territorio: Aldo Fiordelli e Chiara Beghelli. La cerimonia segnerà l’inizio dell’incubatore dei giovani talenti toscani che trova in Elena Testi un’autentica testimonial.

DEDICA DI ELENA TESTI A MONTALCINO

"Umani nella sofferenza che non è nostra. Coraggiosi nella paura del domani. Diffidenti di fronte al Sempre e al Mai

Siamo ciò che l’esistenza chiede: sbaglio e banalità. Sogni e realtà.

Alla vita che non è nostra, ma bene comune di tutti i popoli"

La frase di Elena Testi riassume i sentimenti dell’attuale momento storico sottolineando il diritto alla vita. Rimarrà a Montalcino insieme alle 20 dediche delle Prime Donne vincitrici delle precedenti edizioni. Accanto ad essa due pannelli dipinti da Letizia Machetti nel 2019. Una montalcinese che racconta la città del Brunello con gli occhi sognanti di chi la guarda da lontano.

ELENA TESTI – 35 ANNI DI SFIDE E PASSIONE

Elena Testi è ormai sulla cresta dell’onda e qui di seguito racconta la sua storia e la passione che l’ha spinta ad affrontare sfide sempre più difficili. Un esempio per tanti giovanissimi che guardano con preoccupazione al futuro e per tanti coetanei che ancora non ce l’hanno fatta. Giovani che da anni fanno due lavori per sopravvivere in redazioni dove guadagnano 5 euro ad articolo e magari sono anche bravi. "Mai arrendersi" dice Elena con decisione, anche se "noi siamo una generazione invisibile, silente. Non apparteniamo al mondo privilegiato e protetto di chi ci ha preceduto. Ce ne siamo fatti una ragione. Ma la società deve fare pace con questi figli del nostro tempo, dandogli le opportunità di cui hanno diritto".

Elena Testi è nata ad Arezzo nel 1987, laureata in Giurisprudenza a Perugia ha frequentato la scuola di giornalismo. Quando era al primo anno di università Elena scriveva già di sport, benché non fosse nelle sue corde e aveva indagato sullo spaccio di eroina a Perugia per alcune testate locali come Perugia Today e Corriere dell’Umbria. Quando la capitale umbra è sconvolta dall’omicidio di Meredith Kercher (2007) la mettono a seguire la giudiziaria. Lei ha vent’anni in un ambito di uomini con la pelle dura, ma non si scoraggia. Si piazza tutto il giorno al secondo piano del tribunale finché avvocati e magistrati cominciano a prenderla in simpatia e a dialogare con lei. "È stata una grande scuola e una bella palestra".

Da questo episodio viene fuori la prima “parola magica” per il successo: PASSIONE. "È la passione che hai dentro e che non trova altro sbocco, a portarti avanti". Poi ci vuole, fortuna, coraggio e ovviamente talento. La maggiore dimestichezza dei giovani con gli strumenti e i canali di comunicazione elettronica è un vantaggio che viene riconosciuto e apre loro le porte a lavori come quello sui social. Ma è poco per riscattare una “generazione invisibile”.

Subito dopo arriva la seconda parola chiave: MAESTRI, ne cita alcuni a cui è molto legata: Andrea Salerno ed Elisabetta Arnaboldi, direttore e vicedirettrice che l'hanno voluta a La7, Marco Damilano, che è stato direttore de l'Espresso settimanale per cui scriveva e Tiziana Panella di Tagadà de La7. "Le generazioni più adulte hanno il dovere di coltivare i giovani e insegnare ai giovani" anche se una formazione accademica è indispensabile "non ho mai incontrato qualcuno che sia stato assunto in una redazione senza aver prima fatto una scuola di giornalismo. Ma nessuno riesce davvero a insegnare questo mestiere, ci vuole anche la pratica".

Elena Testi racconta dei 15 anni di gavetta prima di essere assunta a tempo indeterminato "siamo pochi a trent'anni ad avere un posto fisso nelle redazioni. E’ quindi CONVINZIONE l’altra parola chiave. Convinzione di andare avanti di fronte a genitori che vorrebbero per te "una carriera più convenzionale" e nella tua capacità di sfondare "non ci credono mica tanto". Convinzione di fronte a chi ti dice “non è il tuo lavoro” e al redattore che boccia le tue proposte e tu "vai in bagno a piangere pensando “e mò come faccio” perché non sai come mantenerti". Sono questi i momenti in cui è importante il sostegno di qualcuno che crede in te. Il MAESTRO di cui dicevamo prima.

Chi ha visto Elena Testi negli ospedali lombardi nei mesi più bui del covid e poi inviata in Ucraina si chiede se la via per uscire dal precariato passi attraverso incarichi rischiosi. La risposta è un mezzo si "Non tutti vogliono fare un lavoro del genere perché è faticoso, non si tratta solo di uno sforzo fisico ma mentale. Preparare le dirette richiede tempo e impegno ….. poi ci sono i sacrifici" e racconta del primo Natale Covid passato da sola a Milano con la paura e il dolore, una vita privata a volte sacrificata. Insomma non sono rose e fiori ma poi ammette di essere rimasta nella prima linea covid perché raccontare è doveroso e ripaga.

E’ celebre la sua diretta dall’Ospedale di Magenta un anno dopo l’inizio della pandemia, in cui lei si è commossa. "Solitamente ci si commuove a telecamere spente, ma non si può rimanere insensibili al dolore e quello che ho visto durante i primi mesi della pandemia è stato enorme. Mi ha lasciato delle cicatrici dentro come a tutti noi".

Il discorso arriva alla sua ultima esperienza di inviata di guerra e sul numero crescente di donne che fanno questo lavoro "sono più brave" dice per spiegare la scelta delle redazioni "le donne non fanno la guerra, le donne danno la vita". Una constatazione ovvia ma che apre orizzonti immensi, la donna porta un punto di vista diverso.

Ma cosa possono dare di nuovo, le donne al giornalismo? "Sanno raccontare con umanità e dignità. E poi hanno fiuto". Quello dell’intuito femminile sembra un luogo comune ma forse qui trova una conferma. Sta di fatto che in Italia la sola direttrice donna di un grande quotidiano è Agnese Pini alla guida di QN – La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno-. In TV le cose vanno meglio e un grandissimo numero di donne dirigono o conducono programmi e TG. "Ancora c’è da lavorare, è sempre troppo poco" commenta Elena Testi pensando alla distanza fra la situazione attuale e la reale parità di diritti.

Ecco la quarta parola chiave: DONNA. La consapevolezza che le donne possono portare qualcosa di nuovo al mondo del giornalismo solo mantenendo la loro diversità. Un approccio nuovo rispetto alla mascolinizzazione del passato quando per ricoprire incarichi, solitamente svolti da uomini, bisogna fare come loro.

Questa è una vera novità e forse non solo nel giornalismo. Per sfondare il tetto di cristallo le donne devono portare qualcosa di peculiare che rinnova l’ambito in cui operano. "Riassumo: passione, maestri, convinzione e donne" dice la Presidente del Premio Donatella Cinelli Colombini facendo esplicito riferimento alle sue cantine che finanziano l’iniziativa e sono le prime in Italia con un organico interamente femminile.

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25/08/2022, 19:17
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La cerimonia si è svolta stamattina al Teatro degli Astrusi di Montalcino

CONSEGNATO IL PREMIO CASATO PRIME DONNE
ALLA GIORNALISTA ELENA TESTI.
TRA I PREMIATI ANCHE I DIVULGATORI DEL BRUNELLO ALDO FIORDELLI E CHIARA BEGHELLI

Per la prima volta il Premio apre alle scuole e si fa incubatore di giovani talenti



Talento, passione, formazione. Tre parole chiave che riassumono la quintessenza dell’edizione 2022 del Premio Casato Prime Donne, consegnato questa mattina a Montalcino, al Teatro degli Astrusi, a Elena Testi, giornalista di La7 inviata di guerra in prima linea che quest’anno la giuria composta da Donatella Cinelli Colombini presidente, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione, ha scelto come figura femminile di esempio nella società per coraggio ed eticità.

Insieme a lei, sul palco del Teatro sono stati premiati altresì due eccezionali divulgatori del Brunello, per aver prodotto articoli e servizi in cui viene valorizzato il vino ed il suo territorio: si tratta di Aldo Fiordelli del Corriere Fiorentino e di Chiara Beghelli de Il Sole 24 Ore.
La vincitrice Elena Testi, come tradizione vuole, ha lasciato una sua dedica a Montalcino, in cui sottolinea, con una sintesi perfetta dei sentimenti che caratterizzano l’attuale momento storico, l’importanza di alcuni valori imprescindibili come il diritto alla vita: "Umani nella sofferenza che non è nostra. Coraggiosi nella paura del domani. Diffidenti di fronte al Sempre e al Mai. Siamo ciò che l’esistenza chiede: sbaglio e banalità. Sogni e realtà. Alla vita che non è nostra, ma bene comune di tutti i popoli".

Una frase carica di significato che rimarrà insieme alle 20 dediche delle Prime Donne vincitrici nelle precedenti edizioni, e che avrà a fianco un’opera realizzata dall’artista montalcinese Letizia Machetti: due pannelli che raccontano la città del Brunello con gli occhi sognanti di chi la guarda da lontano.
La cerimonia ha segnato di fatto l’inizio dell’incubatore dei giovani talenti toscani che trova in Elena Testi un’autentica testimonial. "Il Premio Casato Prime Donne 2022 infatti, afferma la Presidente del Premio Donatella Cinelli Colombini, rispetto al passato ha ampliato i suoi obiettivi, non soltanto promuovendo un percorso condiviso con il mondo della scuola - in cui 4 classi dell’Istituto Agrario Bettino Ricasoli e del Liceo Linguistico Lambruschini di Montalcino inizieranno un percorso a fianco dei vincitori e delle giurate del premio – ma anche facendosi appunto incubatore di giovani talenti, come quelli che hanno avuto un ruolo attivo nella realizzazione della cerimonia di consegna del Premio 2022".

Si tratta di tre giovani, tutti toscani e under 30, che rappresentano un esempio positivo per le comunità in cui vivono, attraverso la loro attività. Sono l’orafo fiorentino Riccardo Penko, il pasticcere livornese Lorenzo Cristiani e il comunicatore Edoardo Biagi, che hanno partecipato al progetto realizzando per la vincitrice, ciascuno per la propria arte, rispettivamente un monile dalle caratteristiche uniche, una torta con uno straordinario messaggio di pace ed un piano di comunicazione incentrato sull’importanza del lavoro di squadra e dei valori che lo animano.
Nella fattispecie, l’orafo Riccardo Penko ha realizzato per la “Prima Donna” 2022 un gioiello unico, una spilla ispirata al contempo alla femminilità ed al mondo del vino, con un messaggio importante ed evocativo: una farfalla, simbolo di rinascita, bellezza e coraggio, ma anche libertà, posizionata in modo diverso per rendere unico ogni monile.

Altrettanto importante ed evocativo è il messaggio trasmesso dalla torta “New Pavlova” realizzata dal pasticcere Lorenzo Cristiani, che ha scelto per il suo dolce un soggetto capace di incarnare per la sua storia – fu fatta per la prima volta da uno chef italiano in Nuova Zelanda in omaggio alla ballerina russa Anna Pavlova - un vero e proprio inno alla pace e all’amore, un ideale ponte tra i popoli di diverse nazionalità, di epoche diverse, Paesi anche lontani tra loro, uniti della passione e della cultura.
Il messaggio lanciato dal comunicatore Edoardo Biagi, si rifà invece alla centralità dei valori positivi dello sport di squadra, portandoli nei contenuti visivi e nei testi impiegati nella cerimonia di premiazione e nella comunicazione del progetto, sia nel canale tradizionale che social.

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17/09/2022, 14:00
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PRIMO CORSO SUL VINO IN TOSCANA PER SCUOLE TURISTICHE
CON LA VICEPRESIDENTE REGIONALE SACCARDI, PER LA PRIMA VOLTA, IL VINO ENTRA FRA LE MATERIE DI UN ISTITUTO TURISTICO A CECINA GRAZIE ALLE DONNE DEL VINO



Tenuto a battesimo dalla Vicepresidente e Assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi inizia il primo corso sul vino in un Istituto turistico toscano, il Carlo Cattaneo di Cecina e novità assoluta primo in Toscana. "11 DOCG, 41 DOC, 6 Indicazioni Geografiche - ha detto la Vicepresidente e Assessora all'Agroalimentare Stefania Saccardi presentando le Donne del Vino e il corso - fanno della Toscana una regione leader del vino di qualità e uno dei protagonisti mondiali del turismo del vino. Un comparto sempre in crescita che ha bisogno di personale formato affinché possa svilupparsi in modo diffuso e sostenibile. Per questo sono molto contenta di dare il via a questo corso che unisce la materia enologica a quella turistica, una chiave perfetta anche per l’offerta futura alla quale vogliamo preparare giovani con quelle competenze che permettano loro di affrontare il settore in modo innovativo e dinamico facendo conoscere il vino attraverso la bellezza del territorio, la cultura e la storia della Toscana".

Alla presentazione oltre al Dirigente Scolastico Prof.ssa Anna Tiseo, il Vicesindaco e Assessore all’Economia del Territorio del Comune di Cecina Antonio Giuseppe Costantino e l’Assessore alla Cultura ed Urbanistica Domenico Di Pietro che hanno sostenuto il progetto delle Donne del Vino mettendo a disposizione per i 50 studenti coinvolti nelle lezioni l’Auditorium Comunale di Via Verdi.

Benché il turismo abbia un’importanza strategica nell’economia regionale e l’enogastronomia sia, per l’Italia tutta, una delle motivazioni di viaggio più forti, nelle scuole che formano i futuri manager di agenzie e uffici turistici o grandi alberghi, manca del tutto l’insegnamento del vino. Per colmare questa lacuna e spiegare agli studenti che i wine territories così come le cantine di Chianti, Brunello, Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano …. possono offrire loro opportunità di lavoro e viaggi da commercializzare, le Donne del Vino sono salite in cattedra. Si tratta di cicli di 10 ore basati su testimonianze e esempi pratici, affiancati dai docenti degli istituti, nel febbraio scorso all’Istituto Alberghiero Mattei di Rosignano Solvay e, dal prossimo 18 aprile, nell’Istituto turistico Cattaneo di Cecina.
Gli assaggi di vino sono riservati ai maggiorenni e una particolare attenzione viene posta sul concetto del bere consapevole e il contrasto al binge drinking.

Le “insegnanti” Donne del Vino sono di altissimo livello: Donatella Cinelli Colombini, Marzia Morganti, Vincenza Folgheretti, Angela Zinnai, Annalisa Rossi, Maddalena Mazzeschi, Priscilla Occhipinti, Laura Marzari e la sommelier Paola Rastelli che ha organizzato entrambi i corsi. Professoresse Universitarie e esperte di fama nazionale per insegnare enoturismo, enologia e viticultura, denominazioni e normative, principi di degustazione e servizio del vino con specifico riferimento alla Toscana.

IL PROGETTO D-VINO DELLE DONNE DEL VINO NELLE SCUOLE ALBERGHIERE E DI TURISMO
"I corsi realizzati in Toscana fanno parte del progetto D-vino organizzati dalle Donne del Vino e realizzati in due scuole – un alberghiero e un turistico – per ogni regione. Hanno l’obiettivo di accrescere le prospettive di lavoro per i futuri diplomati, dare alle cantine e ai territori del vino dei professionisti capaci di promuoverle come destinazioni turistiche oltre che accrescere le prospettive di conoscenza delle bottiglie italiane nei mercati esteri" spiega la delegata toscana delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini. Il progetto D-vino è iniziato nell’anno scolastico 2021-22 in Piemonte Emilia Romagna e Sicilia per un totale di 8.000 studenti. Nell’attuale anno scolastico formerà circa 25.000 giovani di tutta Italia "nella logica dei grandi progetti europei come il Farm to Fork e la Next generation, il vino può avere il ruolo di acceleratore verso un cambiamento sostenibile e accorciatore della distanza fra città e campagna".

UTILITA’ PRATICA DELLE CONOSCENZE SUL VINO PER I FUTURI MANAGER DI RISTORANTI E STRUTTURE TURISTICHE
"Il vino costituisce circa un terzo dei ricavi dei ristoranti. Sul fronte turistico vediamo che l’enogastronomia è la prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia e anzi un visitatore su quattro è mosso principalmente da quella. Il 62% dei cataloghi dei tour operator contiene un’offerta enogastronomica. Ci sono circa 10.000 cantine attrezzate per la wine hospitality in costante ricerca di personale e circa altre 20.000 imprese del vino aperte al pubblico" ha spiegato Paola Rastelli sommelier e vicedelegata esecutiva della Toscana.

CHI SONO LE DONNE DEL VINO
Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi quasi 1050 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni.
L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Ha costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Attualmente promuovono indagini sul Gender Gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione.

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18/04/2023, 14:19
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Appuntamento a Firenze lunedì 20 novembre alle 11 a Palazzo degli Affari


LE DONNE DEL VINO FESTEGGIANO IL 35°ANNIVERSARIO DALLA FONDAZIONE A FIRENZE


Sarà presentata l’indagine “Donne vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” condotta da Marta Galli dell’Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism


Le Donne del Vino celebrano il loro 35° compleanno con un evento che rivela, per la prima volta, il ruolo di sentinelle culturali dei produttori di vino nei territori in cui operano. L’appuntamento è a Firenze, lunedì 20 novembre alle 11 a Palazzo degli Affari (Piazza Adua di fronte alla stazione):
“Donne vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” con questo titolo verranno presentati gli esiti dell’indagine condotta da Marta Galli, direttore operativo dell’Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Lo studio poggia su 4 pilastri:


paesaggio e emergenze architettoniche,
testimonianze storiche e artistiche,
tradizioni locali comprese quelle gastronomiche,
vitigni autoctoni minori e pratiche agricole del passato.


«È un grande onore per noi accogliere le Donne del vino da tutta Italia – dice Donatella Cinelli Colombini, delegata delle Donne del Vino della Toscana - Per la prima volta in un’indagine viene indagato il ruolo fondamentale della “gente del vino” nella salvaguardia culturale delle aree rurali in cui opera. Un patrimonio di saperi e ambiente che andrebbe perduto senza l’opera di salvaguardia dei produttori che ne fanno un elemento caratterizzante delle proprie bottiglie e del proprio storytelling. Azione che li trasforma da custodi in divulgatori e amplifica l’importanza del loro ruolo».

«Un modo inconsueto di celebrare un anniversario di fondazione – aggiunge Daniela Mastroberardino, presidente nazionale dell’Associazione - mettendo l’accento sull’utilità delle Donne del Vino con un contributo importante e innovativo alla civiltà del vino. Una vera pietra miliare rispetto a un nuovo campo di indagine e a un nuovo modo di guardare chi produce e consuma vino proponendoli come sentinelle dell’integrità culturale dei distretti enologici. Un’azione in cui le donne hanno un posto privilegiato così come i turisti del vino».

La celebrazione del 35° si concluderà con una visita al cantiere dei restauri degli affreschi (1325 ca) di Giotto nella Cappella Bardi nella Basilica di Santa Croce, considerato il testamento artistico del più grande pittore del Medioevo italiano.



CHI SONO LE DONNE DEL VINO


Le Donne del Vino sono l’Associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi 1100 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Le Donne del Vino sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. L’associazione è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nel 2019 hanno costituito un network internazionale con 10 associazioni simili in altre parti del mondo. Durante la IIª Convention mondiale delle Donne del Vino ospitata al Simei Milano a novembre 2022, hanno siglato un patto internazionale di collaborazione con le rappresentati di Amuva – Argentina, The Fabulous Ladies’ Wine Society-Australia, 11 Frauen und ihre Weine - Austria, Chile, Wow- Croazia, Femmes de Vin - Francia, Baia’s Wine – Georgia, Vinissima – Germania, Women in Wine - Nuova Zelanda, Las Damas del Pisco - Perù. Le Donne del Vino italiane promuovono indagini sul gender gap nelle cantine e sull’uso del vetro leggero. La collaborazione con università e strutture formative ha permesso un forte incremento dell’attività didattica in favore delle socie specialmente nei settori del marketing e della comunicazione. Dall’anno scolastico 2021-2022 è partita la sperimentazione del progetto D-Vino per introdurre l’insegnamento del vino negli istituti turistici e alberghieri direttamente organizzato dalle Donne del Vino. Le socie stanno realizzando il primo ricettario italiano che parte dal vino o dai vitigni autoctoni per descrivere i piatti della tradizione locale. Le azioni in favore della salvaguardia dell’identità locale e del patrimonio storico del vigneto italiano comprendono anche le degustazioni sui vini da “vitigni reliquia” e da “vigneti antichi”. Le Donne del Vino promuovono il turismo del vino e contrastano la violenza sulle donne con raccolte di fondi, convegni e azioni di sensibilizzazione come #tunonseisola. Maggiori notizie sono nel sito e nel blog www.ledonnedelvino.com oltre che nel mensile D-News inserto del Corriere Vinicolo.


LE DONNE E IL VINO: DATI E CURIOSITÀ


In Italia, le donne guidano il 28% delle imprese agricole con vigneto e/o cantina, il 24,8% delle imprese commerciali al dettaglio di vino e il 12,5% di quelle all’ingrosso. Dirigono il 12,3% delle cantine industriali e nel complesso il 26,5% delle 73.700 aziende italiane del vino (2017 CRIBIS Società del gruppo Crif specializzata nel business information).
Un rilevamento più recente (2022 Nomisma Wine Monitor Viaggio nell’Italia del vino) ci fornisce un’indicazione più dettagliata della presenza femminile nelle imprese italiane del vino: in vigna e in cantina la loro presenza è del 14%, dato che corrisponde anche alle iscritte donne di Assoenologi. Il gentil sesso cresce di numeri e di ruolo via via che il vino si avvicina al consumatore: sono l’80% degli addetti al marketing e alla comunicazione, il 51% di chi si occupa di commerciale e il 76% di chi riceve gli enoturisti.
La SAU, Superficie Agricola Utilizzabile, a conduzione femminile è solo il 21% del totale ma produce il 28% del PIL agricolo (Censis 2018).
La superficie media delle imprese agricole dirette da donne era di 11 ettari nel 2018.
Anche nell’impegno ambientale già nel 2016 il vigneto bio o in conversione delle donne era il 27,4% a fronte di un dato italiano dell’11,8%.
Secondo Divinea (2021) il 66% delle esperienze in cantina sono prenotate da donne. Dato confermato da un altro fortissimo portale di enoturismo Winedering (2022) secondo il quale le donne convertono il contatto in prenotazione il 14% in più degli uomini e sono il 53% dei visitatori delle cantine.
Il turismo del vino italiano è rosa anche per le persone che accolgono i visitatori in cantina: il 28% delle imprese enoiche aperte al pubblico ha solo personale femminile, il 27% una prevalenza femminile e solo il 6,1% ha uno staff tutto maschile alla wine hospitality.
Le donne sono più attente degli uomini al packaging del vino. Le bottiglie devono presentarsi bene. Mentre gli uomini preferiscono colori come nero, grigio e blu, le donne amano il viola, il rosso e in genere le tinte pastello.
I Paesi dove il mercato del vino è maggiormente in mano alle donne sono Giappone, India e in generale l’Asia.
Una curiosità: secondo un’indagine del Professor Gabriele Micozzi della Luiss di Roma e il Live Spin Off Università Politecnica delle Marche, l’uomo astemio appare alle donne noioso e poco interessante rispetto a quello bevitore a cui si collega a un profilo colto, interessante e divertente.

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È accaduto a Firenze in occasione dei 35 anni dell’Associazione Nazionale



LE DONNE DEL VINO RIVELANO IL RUOLO PROTAGONISTA DELLA GENTE DEL VINO NELLA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO CULTURALE E PAESAGGISTICO DEI TERRITORI IN CUI OPERANO



Ecco tutti i dati dell’indagine “Donne vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” condotta da Marta Galli Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism




Per la prima volta la “gente del vino” mostra il suo volto di custode e valorizzatore del contesto in cui opera inteso come storia locale, architetture, paesaggio, cultura materiale legata all’enologia e agli alimenti. Nessun altro comparto produttivo ha una simile attitudine nella salvaguardia del proprio territorio. Basti pensare che in Italia vengono cementificati due m2 di suolo al secondo e invece il 44% di chi ha un’impresa nel vino è in edifici storici e tutti (96,6%) ritengono che sia necessario restaurare le costruzioni antiche piuttosto che costruirne di nuove. Infatti il 44,7% del campione intervistato ha ripristinato edifici preesistenti e per farlo ha usato soprattutto (56,1%) imprese del posto. L’indagine su “Donne, vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” è stata condotta da Marta Galli, direttore operativo Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, è stata presentata a Firenze in occasione del 35° anniversario delle Donne del vino nate proprio in questa città nel 1988.

«Un segno di speranza in un Paese dove le alluvioni vengono amplificate da un eccessivo sfruttamento del suolo e i “non luoghi” sono sempre più diffusi - dice la presidente nazionale delle Donne del Vino Daniela Mastroberardino - resta da vedere se il campione di 237 socie produttrici in tutte le regioni italiane – l’associazione è composta da professioniste con ruoli dirigenti in cantine, ristoranti, enoteche e poi sommelier, consulenti, comunicatrici - corrisponde a un’uguale attitudine virtuosa dei colleghi maschi, ma vogliamo sperare di sì».

«L’indagine ha portato alla luce un aspetto ancora inesplorato dell’attività di chi produce, vende o fa consumare il vino: l’attitudine a conservare l’identità e la cultura locale per usarla nello storytelling delle bottiglie - ha detto Donatella Cinelli Colombini, past president nazionale e delegata delle Donne del Vino Toscane. «Infatti il 94% del campione usa la storia locale per contestualizzare i propri vini» ha commentato Marta Galli dando anche altri elementi di riflessione: «Il 44% di chi ha un’impresa utilizza edifici storici e il 49% ha un’opera d’arte in azienda».
«Ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di sculture di Donatello o affreschi del Ghirlandaio, anche se in alcune aziende del vino ci sono anche quelli, ma essere attenti custodi di eredità del passato, è comunque importante» ha concluso Donatella Cinelli Colombini.

Per quanto riguarda la salvaguardia della biodiversità e della cultura materiale le Donne del Vino costituiscono un esempio virtuoso da imitare «con pochissime eccezioni (96,9%) usa vitigni autoctoni nella produzione dei propri vini, e oltre la metà punta proprio su quelli per raccontarsi» ha spiegato Marta Galli. «Altrettanto plebiscitario (94,5%) l’utilizzo di alimenti e ricette locali in abbinamento alle bottiglie evidenziando un bisogno di identità e radici che va a tutto vantaggio della salvaguardia degli antichi saperi».

Dati accolti con entusiasmo dalla vicepresidente della Regione Toscana e Assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi, dal suo dirigente Gennaro Giliberti che sono intervenuti all’incontro: «I risultati di questa ricerca presentata dall’Associazione Donne del Vino - ha detto Saccardi - confermano l’attenzione e la professionalità di cui la Toscana è stata sempre portatrice in agricoltura che, come vediamo, ha plasmato il paesaggio rurale e dato vita a un repertorio di saperi immateriali come tradizioni, abitudini, leggende, ma anche saperi materiali come architetture e strumenti. La viticoltura in particolare, in cui si fa strada sempre di più la sensibilità propria delle donne, che sanno coniugare la strategia vitivinicola e la produzione con l’attrattività turistica, la bellezza del prodotto e dei territori, l’armonia ambientale, sociale, economica, ha aperto la strada a una nuova visione del territorio che va oltre quella economica, diventando visione storica, identitaria di valori, biologico/naturale. Non è un caso che gli agricoltori della nostra regione, impegnati ormai da tempo a mettere in campo buone pratiche agricole finalizzate a ridurre il più possibile l’impatto ambientale delle produzioni, abbiano mostrato una precoce apertura rispetto ai temi della sostenibilità. E i dati presentati oggi ce lo raccontano, dicendoci che nelle politiche vitivinicole la Toscana è sulla buona strada grazie al lavoro delle nostre imprese e al fatto che nelle politiche della Regione il tema della sostenibilità ambientale ed economica ha progressivamente assunto un ruolo centrale. Un tema destinato a crescere ulteriormente in futuro grazie anche al contributo, all’impegno, alla lungimiranza e sensibilità delle Donne del Vino».

Erano presenti anche Carlos Santos CEO Amorim Cork Italia e gli storici d’arte Cristina Acidini, Stefano Filipponi, Gian Antonio Golin che hanno introdotto la visita pomeridiana al restauro della Cappella Bardi in Santa Croce testamento artistico di Giotto. L’intervento, che durerà tre anni, è stato affidato dall’Opera di Santa Croce, all’Opificio delle Pietre Dure e ha il sostegno decisivo dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) e della Fondazione CR Firenze, oltre che del ministero per i Beni e le Attività Culturali. La visita al restauro è stata voluta e promossa dalla consigliera nazionale delle Donne del Vino Dominique Marzotto.

«Questo anniversario pone giustamente l’accento sul prezioso ruolo culturale svolto dall’Associazione Donne del Vino – ha detto Cristina Acidini, presidente Opera di Santa Croce - L’impegno di tante imprenditrici del settore enologico per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio e dei beni culturali e artistici di cui sono ricche le loro aziende e i territori in cui esse operano è davvero rilevante e costituisce un’esperienza modello di azione culturale diffusa. Per questo l’Opera di Santa Croce, la cui missione principale è proprio quella di tutela e valorizzazione, con grande piacere partecipa alla celebrazione di questo anniversario, accogliendo le Donne del Vino provenienti da tutta Italia per condividere con loro il valore e la bellezza del patrimonio che le è stato affidato».

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Comunicato stampa 30 Gennaio 2024
Le lezioni sono tenute da ben 12 professioniste che operano nel mondo del vino: produttrici, enologhe. sommelier, giornaliste, esperte di marketing


GLI STUDENTI DEL DATINI E DEL SAFFI A SCUOLA DI STORYTELLING DEL VINO ED ENOLOGIA, A SALIRE IN CATTEDRA LE DONNE DEL VINO


Il progetto, partito lo scorso anno e giunto quindi al secondo ciclo, coinvolgerà gli indirizzi alberghiero e turistico dell’Istituto d’Istruzione Superiore Francesco Datini di Prato e l’Istituto Professionale Alberghiero Aurelio Saffi di Firenze



Partirà domani 31 gennaio ed andrà avanti per tutto il mese di febbraio il ciclo di appuntamenti del progetto di formazione D-Vino dedicato agli studenti degli istituti alberghieri e turistici promosso dall’Associazione Donne del Vino di cui è Presidente regionale Donatella Cinelli Colombini e ideato da Paola Rastelli vice presidente vicaria della delegazione Toscana, con lo scopo di sensibilizzare l’inserimento di materie legate all’enologia nelle scuole professionali. Ad essere coinvolti in questo secondo ciclo di incontri – il primo si è tenuto lo scorso anno e ha coinvolto due istituti della provincia di Livorno – sono due Istituti Professionali della nostra regione: l’Istituto Professionale Francesco Datini di Prato con gli indirizzi alberghiero e turistico e l’Istituto Professionale alberghiero Aurelio Saffi di Firenze. Cinque lezioni per ciascun istituto, che affronteranno la materia con un approccio pragmatico e basato sulle professionalità di produttrici, imprenditrici, giornaliste, ristoratrici, enotecarie, sommelier, esperte di marketing.

“L’obiettivo del progetto D-Vino – spiega Donatella Cinelli Colombini, Presidente dell’Associazione Donne del Vino della Toscana – è quello di portare il mondo del vino sui banchi di scuola, affinché i futuri professionisti del settore inizino a formarsi già in età scolare. Per produrre, ma soprattutto per comunicare il vino oggi, è essenziale avere una sensibilità che ha origine da lontano e saper legare l’evoluzione della comunicazione tra le nuove generazioni. Questo è il modo più efficace per un tema così specifico e ricco di sfaccettature per traghettare nel futuro una cultura del vino sana e orientata all’accrescimento della percezione del vino come prodotto di qualità, contrastando l’abuso di alcool ed il binge drinking. Attraverso le esperienze di ciascuna Donna del Vino, sarà dunque importante far riflettere le nuove generazioni, soprattutto sulle molteplici opportunità di lavoro che il mondo del vino può offrire loro”.

Per l’istituto Francesco Datini di Prato ad indirizzo alberghiero e per l’Istituto Aurelio Saffi di Firenze, le cinque lezioni verteranno in particolare su principi di viticultura ed enologia, piramide produttiva del vino ed economia del vino, territori del vino e principali vini toscani, la comunicazione del vino ed i canali di comunicazione, la degustazione e l’abbinamento cibo-vino, le professioni del vino e l’etica professionale con nozioni di wine management della cantina del ristorante e carta dei vini. Per gli studenti dell’indirizzo turistico dell’Istituto d’Istruzione Superiore Datini di Prato, i temi affrontati saranno inerenti la storia del vino e la comunicazione del vino, i principi di viticultura ed enologia, l’enoturismo tra distretti enoturistici e cantine turistiche, i territori del vino ed i principali vini toscani e l’abbinamento cibo-vino con relativo storytelling.

L’Associazione Nazionale Donne del Vino è nata nel 1988 in Toscana e raggruppa ad oggi più di 1000 socie a livello nazionale, è senza scopo di lucro e promuove la cultura del vino ed il ruolo delle donne nella filiera produttiva. La presidente nazionale è la produttrice campana Daniela Mastroberardino e presidente della regione Toscana è Donatella Cinelli Colombini. Le Donne del Vino della Toscana coinvolte come relatrici nel progetto sono, oltre alla Presidente regionale dell’Associazione Donatella Cinelli Colombini, le giornaliste di enogastronomia Barbara Amoroso, Nadia Fondelli e Marzia Morganti, la docente universitaria Angela Zinnai, l’enologa Silvia Bacci, le sommelier Laura Bucci e Barbara Tedde, le produttrici Beatrice Contini Bonacossi, Laura Carrera, Antonella D’Isanto e Maria Giulia Frova.

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30/01/2024, 19:05
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L’incontro, che coinvolgerà 30 socie, si terrà il 28 maggio



CONVENTION 2024 DELLE DONNE DEL VINO TOSCANE A BOLGHERI: DUE SUPER EXPERIENCE ALLA TENUTA SAN GUIDO E ALLA TENUTA ARGENTIERA



Nella seconda parte della giornata, aperta al pubblico, anche la presentazione del libro “Generazioni in campo” di Eva Panitteri e Maurizio Saggion



Convention 2024 a Bolgheri per le Donne del Vino toscane, il prossimo 28 maggio, con un programma stellare. La giornata si aprirà con una visita alla Tenuta San Guido, ospiti di Priscilla Incisa della Rocchetta che racconterà la storia della tenuta e del vino Sassicaia facendo degustare il “Guidalberto” IGT Toscana rosso 2021 e “Sassicaia” Doc 2020. Sarà un’esperienza unica, accompagnata dai tanti miti che raccontano questo luogo straordinario: i cipressi cantati dal Premio Nobel Giosuè Carducci, il cavallo più premiato e la razza Dornello Olgiata, il rifugio faunistico WWF e, naturalmente, quel vino che, per primo, riuscì a battere gli Château francesi usando i loro stesso Cabernet Sauvignon. Era il 1978 e il vino era appunto il Sassicaia.

Dopo il pranzo conviviale all’Osteria La Magona, la seconda visita nel Bolgherese, alla tenuta Argentiera. Accolte dalla Donna del Vino Cristina Tecce e dal direttore Leonardo Raspini, il racconto della storia della tenuta che si estende per 153 ettari - il cui nome deriverebbe dalle miniere di argento del popolo etrusco che qui aveva sviluppato un centro di produzione e commercio usando il vicino golfo di Baratti - introdurrà la visita tra i filari e le mille barriques nelle spettacolari cantine, prima dell’assaggio di tre vini: Vermentino “Eco di Mare” IGT 2023, Bolgheri Rosso Doc “Villa Donoratico” 2021, Bolgheri Superiore Doc Argentiera.
“GenerAzioni in campo Radici e percorsi del vino al femminile” – La giornata delle Donne del Vino andrà avanti con la parte del programma aperta al pubblico, durante la quale si svolgerà la presentazione del libro “GenerAzioni in campo Radici e percorsi del vino al femminile” (Casa Editrice All Around. pp. 144 € 16) da parte degli autori Eva Panitteri e Maurizio Saggion. A dispetto dell’apparenza sottile, il libro ha un contenuto ricchissimo e capace di ispirare chi legge guardando il vino al femminile da diversi punti di vista: storico, normativo, sociologico e persino linguistico. Viene evidenziato come la coniugazione al femminile passi anche dall’uso degli articoli e non sia ininfluente nella considerazione di se delle donne. Anche i dati statistici non aiutano a far emergere l’apporto femminile: “accade che i così detti valori specifici riferibili alle donne del vino, si mimetizzino entro computi molto più generici”, in altre parole nel quadro d’insieme mancano dati disaggregati. Tuttavia, balza agli occhi la distanza fra il 28% della forza lavoro e delle imprese a direzione femminile e gli organi direttivi del mondo del vino, dove le donne sono delle rarità. Eppure, nella storia del vino, le poche donne in posizione apicale hanno lasciato tracce forti come Maria Teresa d’Austria che nel 1787 istituisce il catasto dei vigneti e la classificazione dei vini di Gorizia e Gradisca oppure Giulia Vittoria Colbert moglie del marchese Falletti di Barolo che cambia, da dolce a secco, il gusto del vino ottenuto dal Nebbiolo.

Tra le donne testimonial del cambiamento nel ruolo delle Donne del Vino, c’è anche Donatella Cinelli Colombini, dal 2016 al 2022 Presidente Nazionale delle Donne del Vino e dal 2023 Presidente delle Donne del Vino della Toscana. E, insieme a lei, anche Daniela Scrobogna – considerata una delle massime esperte di vino in Italia – e Ruenza Santandrea che ha rivestito un ruolo apicale nel Consorzio Vini Romagna, in Terre Cevico e in Alleanza Cooperative. Tutte e tre protagoniste di altrettante interviste che – insieme ad altre 11 incentrate sul passaggio generazionale e sulle coppie – vanno a comporre i profili che Eva Panitteri e Maurizio Saggion hanno tratteggiato nel loro libro riconoscendo l’importanza di modelli di riferimento positivi. Profili in certi casi consapevoli del proprio ruolo in quanto donne e in altri casi “in linea con la tendenza più generale, che non ritengono che la nota di genere apporti differenze sostanziali ai vini che realizzano, alle aziende che gestiscono o alle proprie realtà professionali”.

Nelle conclusioni, Eva Panitteri scrive che “le donne stanno smettendo di considerarsi seconde, nonostante nella società resistano ancora diverse problematiche” e, più sotto “questi racconti e voci servono a confrontarsi, a conoscersi, a ricordare quanto è stato fatto e quanto è ancora possibile fare per un mondo e un sistema migliori di quelli che abbiamo”.

Donne del Vino della Toscana - Le Donne del Vino toscane sono 107, circa il 10% dell’intera associazione e si distinguono per il loro eccezionale attivismo: dall’inizio dell’anno hanno fatto corsi sul vino in due Istituti Turistici e Alberghieri, hanno finanziato il Centro Antiviolenza “Insieme Valdelsa” con Amorim Cork Italia attraverso la racconta tappi di sughero usati e hanno visitato il Museo Ferragamo, ascoltando la storia di Wanda Ferragamo, la mitica “magic Wanda” capace di ispirare coraggio e talento creativo. L’elenco si allunga con il webinar dell’Avvocatessa Claudia Del Re sulle nuove norme dell’etichettatura e la degustazione dei vini di 9 socie all’AIS Milano. Fra le socie della delegazione toscana delle Donne del Vino, compaiono molte nuove professioniste del vino come la grafica che disegna etichette e packaging, l’immobiliarista specializzata nella compravendita di cantine con vigneto, l’avvocatessa esperta in diritto vitivinicolo, chi si occupa di comunicazione digitale o di winehospitality. Accanto a loro produttrici, sommelier, ristoratrici, enotecarie, enologhe, esperte, giornaliste e addette ai settori commerciale e marketing del vino.

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VITIGNI AUTOCTONI TOSCANI E CAMPANI CON LEONARDO ROMANELLI



Il 30 maggio, a Villa Olmi di Firenze, Leonardo Romanelli guida la degustazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni prodotti dalle Donne del Vino toscane e campane



Le Donne del Vino di Toscana e Campania insieme per una esclusiva degustazione a Villa Olmi di Firenze. Un appuntamento imperdibile per i wine lovers che vogliono scoprire la Toscana del vino più intrigante e meno conosciuta e la Campania nelle sue più significative espressioni autoctone, attraverso vini che nascono nelle cantine delle Donne del Vino e sono autentici gioielli, in certi casi, rarissimi.
La degustazione di Firenze, organizzata dalle Donne del Vino di Toscana e Campania con il noto critico enogastronomico Leonardo Romanelli è in programma per il 30 maggio dalle 19,30 alle 23 e si inserisce nel progetto Connection in cui le produttrici della Campania presentano le loro bottiglie insieme a quelle delle Donne del Vino di altre regioni. La cornice è dunque la splendida atmosfera di Villa Olmi, con i Sommelier FISAR come impeccabili cerimonieri e Leonardo Romanelli – Gusto Critico, che guiderà l’assaggio di 9 vini capaci di raccontare territori e storie millenarie. Vini che mostrano uno dei vanti dell’Italia, il Paese con 545 varietà di vitigni autoctoni da vino e 182 da tavola, cioè oltre la metà di tutti quelli esistenti nel mondo.
Un patrimonio da salvaguardare e valorizzare anche attraverso la degustazione dei vitigni autoctoni non ancora famosi affinché siano conosciuti, consumati e quindi prodotti, salvandoli dall’oblio. I vitigni autoctoni danno sempre una chiave di lettura dei loro territori di origine: in certi casi sono molto conosciuti e in altri casi sono futuri campioni che hanno solo bisogno dei giusti palcoscenici per diventare famosi.
Al termine della degustazione, una cena a buffet consentirà ai wine lovers e agli operatori presenti di incontrare le produttrici. Le Donne del Vino faranno assaggiare un altro dei loro vini spiegandolo personalmente a chi è più interessato.
Le delegazioni toscane e campana delle Donne del Vino sono fra le più numerose in Italia e sono guidate rispettivamente da Donatella Cinelli Colombini e Valentina Carputo.

DONNE DEL VINO DELLA TOSCANA - Le Donne del Vino toscane sono 107 circa il 10% dell’intera associazione e si distinguono per il loro eccezionale attivismo: dall’inizio dell’anno hanno fatto i corsi sul vino in due Istituti Turistici e Alberghieri, hanno finanziato il Centro Antiviolenza “Insieme Valdelsa” con Amorim Cork Italia attraverso la raccolta tappi di sughero usati e hanno visitato il Museo Ferragamo ascoltando la storia di Wanda Ferragamo, la mitica “magic Wanda” capace di ispirare coraggio e talento creativo. L’elenco si allunga con il webinar dell’Avvocatessa Claudia Del Re sulle nuove norme dell’etichettatura e la degustazione dei vini di 9 socie all’AIS Milano. Fra le socie della delegazione toscana delle Donne del Vino compaiono molte nuove professioniste del vino come la grafica che disegna etichette e packaging, l’immobiliarista specializzata nella compravendita di cantine con vigneto, l’avvocatessa esperta in diritto vitivinicolo, chi si occupa di comunicazione digitale o di winehospitality, Accanto a loro produttrici, sommelier, ristoratrici, enotecarie, enologhe, esperte, giornaliste e addette ai settori commerciale e marketing del vino.

ELENCO DEI VINI PARTECIPANTI ALLA DEGUSTAZIONE DEL 30 MAGGIO A FIRENZE

Azienda Provveditore, Scansano, VINO La Madda 2023, DOC Maremma Ansonica, Ansonica 100%

Agr. Pakravan-Papi di Pakravan Amineh, Riparbella PI, VINO Malvasia di Riparbella 2022, IGT Costa Toscana, Malvasia Toscana 100%

Cesani, San Gimignano, VINO Sanice 2020, DOCG Vernaccia di San Gimignano RiservaVernaccia di San Gimignano 100%

Fattorie di Galiga e Vetrice - Azienda Agricola Prunatelli, Pontassieve, VINO Canaiolo bianco Borgo Prunatelli 2018, IGT Canaiolo Bianco di Toscana, Canaiolo Bianco 100%

Colli del Vento di Antonella Scornajenghi, Scansano (GR), VINO Keplero 2021, DOC Maremma Toscana, Sangiovese 100%

La Sibilla SAS Di Meo V&C Bacoli (NA), VINO Marsiliano 2020, IGT Campania Rosso, Marsigliese (75-80%) Piedorosso, Olivella, Annarella, Calabrese (20-25%)

Castello di Vicchiomaggio Greve in Chianti, VINO Bolle 2020, Chianti Classico Gran Selezione DOCG, Sangiovese 100%

Donatella Cinelli Colombini, Montalcino e Trequanda SI, VINO Cenerentola 2019, Orcia Doc, Sangiovese 65% Foglia Tonda 35% circa.

Società Agricola Torelle S.S. Torelle-vini vulcanici, VINO Torelle 2017, Falerno del Massico Rosso DOC, Aglianico

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I PREMIATI DELLA XXIII EDIZIONE: MARIA CANABAL, WINENEWS, TREBICCHIERI E LINEA VERDE INSIEME AI GIOVANI TALENTI CHE SONO DI BUON ESEMPIO PER I LORO COETANEI


Maria Canabal la pasionaria delle donne del vino e del cibo diventa la Prima Donna a Montalcino il 14 settembre 2024 con la cerimonia del Premio Casato Prime Donne.
Personaggio carismatico dell’universo femminile ha fondato il Forum Parabere che ogni anno riunisce 400 donne del food and wine di tutto il mondo per creare empowerment. Nel 2015 Maria Canabal è stata riconosciuta tra le “Most Influential Women in Gastronomy” e i suoi libri di cucina sono stati premiati dai Gourmand Cookbooks Awards come "Migliori al mondo".
Insieme a lei, per le sezioni giornalistiche del Premio Casato Prime Donne, hanno vinto i giornalisti di due dei maggiori portali dell’enologia nazionale: Alessandro Regoli e Irene Chiari di “WineNews”, Loredana Sottile e Gianluca Atzeni di “Trebicchieri” settimanale economico del Gambero Rosso. Insieme a loro il "Premio della Giuria" è andato a “Linea Verde” storico programma di RAI 1 per la puntata dedicata a “I Gioielli della Terra di Siena”. Quest’ultimo premio verrà doluto in beneficenza.

LA DEDICA A MONTALCINO DI MARIA CANABAL PASSIONARIA DELLE DONNE DEL VINO E DEL CIBO
La giuria composta da: Donatella Cinelli Colombini (Presidente), Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri, Daniela Viglione e la Giuria d’Onore Silvio Franceschelli Sindaco di Montalcino e Fabrizio Bindocci Presidente del Consorzio del Brunello, hanno voluto, dedicare l’edizione 2024 a Francesca Colombini Cinelli che ha fondato il Premio ed è scomparsa nel dicembre 2022.
Maria Canabal ha scritto la sua dedica a Montalcino che rimarrà in modo permanente al Casato Prime Donne la cantina che finanzia il premio ed è la prima in Italia con un organico interamente femminile.

“Come Demetra, la dea greca del raccolto, le donne sono da tempo riconosciute e celebrate per il ruolo cruciale che svolgono come custodi della terra e della biodiversità e per il loro contributo indispensabile nel passato, nel presente e nel futuro del cibo. Sono le donne che nutrono il mondo."

UN GIOVANISSIMO ARTISTA CHE FA RIFLETTERE SULLE DONNE
La dedica di Maria Canabal verrà accompagnata da un’installazione di arte contemporanea. L’autore Luigi Corbini ha 18 anni ed è uno studente del Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna di Siena. L’incubatore di giovani talenti con cui il premio vuole seminare opportunità e stimoli nelle nuove generazioni, gli ha permesso di realizzare la sua prima opera di grande respiro.
L’installazione di Corbini si intitolata “Monna Vite” (3,67m x 4,50 m ) ed è dedicata alle forze generatrici di vita: la donna, la terra e la pianta della vite simboli di rinascita, di amore, di pace, di gioia e di rivincita sulla morte.
Su un fondo verde è appoggiata una parete metallica in corten con un busto femminile <<un po’ come una contemporanea Venere di Willendorf >>, che si ripete in modo modulare. Davanti ad essa si arrampica una grossa vite centenaria in metallo specchiante disegnata in uno stile grafico medievaleggiante. Il contrasto culturale e cromatico è la cifra stilistica e, ironicamente provocatoria, di un’opera che racconta le contraddizioni centenarie fra sessualità, piacere e sacralità, rapporto con la natura e desiderio di rinascita con anche simboli cristiani come il seme di mandorla che indica la vita.

GLI STUDENTI DEL LICEO LINGUISTICO E ISTITUTO AGRARIO DI MONTALCINO
Il nuovo incubatore del Premio Casato Prime Donne ha riguardato gli studenti della classe 4° A dell’Istituto Agrario Bettino Ricasoli di Montalcino che hanno realizzato il video intitolato “Agrobiodiversità: i piedi in terra e gli occhi nel domani" e la classe 4° del Liceo Linguistico Lambruschini di Montalcino con il video “Se Montalcino fosse". Entrambi i video mostrano la capacità di applicare le nozioni del programma scolastico per indagare e interpretare il territorio. Una testimonianza diretta del valore dello studio e della possibilità di renderlo immediatamente spendibile nel lavoro e nel contesto sociale.
Il giovane talento della comunicazione su cui punta il Premio Casato Prime Donne è Massimiliano Manetti studente del Master in Comunicazione d’impresa dell’Università di Siena che è anche un musicista scelto dalla RAI e dal Ministero degli Esteri per il tour mondiale che lo ha portato al Festival di San Remo e poi a Tunisi, Tokyo, Sydney, Buenos Aires, Toronto, Barcellona Bruxelles e San Pietroburgo. Un mix di interessi diversi che gli consente nuove forme di contaminazione mettendo in rapporto la musica e i social media, lo streaming e i possibili scenari futuri legati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

UN PASTICCERE DI PRATO PER LE ECCELLENZE GASTRONOMICHE DELLA TOSCANA
L’incubatore di talenti vuole offrire visibilità e incoraggiamento a giovani capaci di suscitare emulazione fra i coetanei diffondendo la consapevolezza di quanto sia importante coltivare il proprio potenziale per la crescita personale, del proprio ambito professionale e del territorio in cui ciascuno opera. A questo fine, vista anche l’importanza della gastronomia per il turismo toscano, viene valorizzato Andrea Sacchetti della Pasticceria Nuovo Mondo di Prato. Classe 1996 è figlio d’arte ha svolto la sua formazione con Maestri del calibro di Alessandro Dalmasso e Angelo Musa. Nell’aprile 2022 ha conquistato il primo gradino del podio nella prima edizione del contest “Mille e un Babà”. Per la Prima Donna 2024 ha realizzato la torta “Essenza” dedicata alla delicatezza e alla resistenza dell’animo femminile espresse simbolicamente dalle mele e dalle rose, entrambe profumate, che compongono un dolce di spettacolare bellezza scenica.

3 ORAFE ARTISTE DEL LAO DI FIRENZE
Ancora giovani Maestre d’Arte di grande talento in passerella. Si tratta di 3 orafe del LAO Le Arti Orafe Jewellery School di Firenze un centro di formazione che, sotto la guida di Giò Carbone, insegna a giovani di tutto il mondo sulle orme della grande tradizione fiorentina di Lorenzo Ghiberti e Benvenuto Cellini. Come gli illustri maestri del passato le 3 orafe di oggi hanno interpretato il gioiello in modo colto elevando gli oggetti preziosi a livello di opere d’arte e ispirandosi a tre grandi donne carismatiche nell’universo femminile: Miriam Mafai, Rita Levi Montalcini e Margherita Hack.
Martina Bianchi, 22 anni, diplomata al Liceo Artistico Petrocchi di Pistoia su design della Moda e del Tessuto, si è ispirata alle scoperte della compianta astrofisica fiorentina sulle stelle giganti cefeidi che pulsano e aumentano e diminuiscono ritmicamente il proprio diametro.
Beatrice Campagna 25 anni proveniente dal Liceo Artistico Petrocchi di Pistoia dove ha studiato Design del gioiello, ha realizzato piccole capsule d’argento contenenti frammenti di libri di Miriam Mafai.
Asia Roccazzella 22 anni con maturità scientifica ha invece riprodotto su lamina la scoperta di Rita Levi Montalcini sul fattore di accrescimento della fibra nervosa.
Nel complesso il Premio Casato Prime Donne 2024, nella sua nuova veste di incubatore di talenti giovanili, sta diventando un esempio di interazione fra il mondo agricolo e la società civile. Ha nella cerimonia di premiazione il suo momento clou ma dispiega la propria attività nel corso di tutto l’anno lasciando tracce positive e profonde nel mondo femminile e in quello dei giovani.

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12/09/2024, 12:28
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