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ASSALZOO 
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Roma, 13 marzo – È con estremo favore che Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) accoglie l’iniziativa del Sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Sovranità alimentare (MASAF), Senatore Patrizio Giacomo La Pietra, volta a superare le criticità emerse nell’applicazione della normativa su “Granaio Italia”.

Su iniziativa del Sottosegretario si è tenuto oggi un tavolo, al quale hanno preso parte tutti gli attori della filiera cerealicola italiana coinvolti dalla norma, per trovare soluzioni condivise e procedere il più rapidamente possibile all’applicazione del registro cereali, con l’obiettivo comune di evitare un aggravio degli oneri a carico delle aziende e di semplificare dal punto di vista burocratico gli adempimenti per gli operatori appartenenti ad una filiera produttiva e commerciale che si trova alla base di una larga fetta dell’agroalimentare italiano.

Il Sottosegretario, nel rivendicare la bontà della norma che garantisce maggiore trasparenza sulla provenienza dei cereali di produzione nazionale, ha sottolineato l’intento di voler ottimizzare la norma per realizzare al meglio lo scopo prioritario della legge che resta quello di effettuare un accurato monitoraggio delle produzioni cerealicole nazionali.

Assalzoo vede in questa iniziativa, tanto a livello formale che a livello sostanziale, un esempio di quanto sia importante il confronto tra mondo produttivo e mondo istituzionale e auspica che una tale forma di dialogo e approccio di risoluzione dei problemi possa diventare una proficua consuetudine anche per il futuro.

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14/03/2024, 15:03
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Assalzoo, un 2023 positivo: sale la produzione, cresce l’occupazione. Contratto lavoratori e investimenti, due elementi di spinta per il futuro
Brescia, 29 maggio – Torna sopra la soglia delle quindici milioni di tonnellate la produzione mangimistica. Aumenta il volume degli occupati nel settore. Si riduce in maniera sostanziale il fatturato, soprattutto a seguito del forte rallentamento della dinamica inflazionistica, che ha permesso di ridurre le pressioni dei prezzi sulle materie prime agricole. È stato firmato un rinnovo contrattuale per i lavoratori e sono aumentati gli investimenti per l’ammodernamento del settore. I principali elementi del 2023 vedono la mangimistica italiana che, nonostante le contingenze, mostra uno stato di salute positivo. I dati sono stati presentati da Assalzoo - Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici - in occasione dell’Assemblea annuale tenutasi presso la Cantina Villa Franciacorta di Brescia.
“Si tratta – esordisce Silvio Ferrari, Presidente Assalzoo – di un anno tutto sommato positivo per il nostro settore. La produzione ha ripreso la spinta verso la crescita. Siamo riusciti a contrarre i costi di produzione, grazie anche alla conclusione della bolla energetica. Questo ci ha permesso di tenere i prezzi sotto controllo e di aiutare la ripresa dell’intera filiera zootecnica che dipende dai mangimi. Sono soddisfatto del fatto che, come settore, continuiamo a investire tanto sui lavoratori - nostra forza principale - con la firma del nuovo contratto di categoria, quanto sul nostro business, continuando a innovare per migliore efficienza e sostenibilità”.
I numeri - Andando al confronto diretto con i numeri (riassunti nella tabella allegata), nel 2023 è ripresa la spinta produttiva, rilevata negli anni precedenti e che aveva subito una brusca interruzione nel 2022. A testimoniarlo è il riposizionamento al di sopra della soglia delle 15 milioni di tonnellate di mangimi prodotti. Dagli stabilimenti italiani sono uscite 15 milioni 357 mila tonnellate di alimenti per animali, con un’espansione del 2,6% rispetto al 2022.
Fatturato - All’aumento di produzione fa riscontro un calo sostanziale del fatturato, che resta tuttavia ben posizionato sopra i 10 miliardi di euro, pur evidenziando una contrazione di circa il 14% sull’anno precedente. Analizzando le singole voci, i mangimi hanno prodotto ricavi per 6 miliardi e 705 milioni di euro, le premiscele per 1,315 miliardi e il pet-food per 2,240 miliardi. Questa discesa del fatturato rappresenta in qualche modo un elemento di stabilizzazione conseguente alla discesa dell’inflazione nel corso dell’anno. Minori costi energetici e minori costi di approvvigionamento di materie prime hanno permesso una riduzione dei costi di produzione e quindi una migliore trasmissione nella catena del valore rispetto a tutto il settore zootecnico.
Costi produzione - C’è in prima istanza da evidenziare una sostanziale diminuzione del costo delle materie prime. Nel 2023 si è assistito alla fine della bolla inflazionistica e a una riduzione di quasi il 25%. Questo trend è stato amplificato dalla riduzione anche dei prezzi energetici. Il riposizionamento verso il basso delle due voci di costo principali per l’industria dei mangimi ha permesso alle aziende del settore di lavorare con una maggiore tranquillità gestionale che si è poi riversata sull’importante riduzione dei prezzi dei mangimi su tutta la filiera successiva. In un contesto di relativa tranquillità generale non va tuttavia dimenticato il persistere di un elemento di debolezza strutturale dell’agroalimentare italiano: la critica dipendenza dall’approvvigionamento di materie prime dell’estero. Questa situazione espone in ogni caso l’alimentare italiano ai rischi della speculazione e delle oscillazioni di mercato.
Export – Va sottolineato che la produzione italiana soddisfa le esigenze del mercato interno. Le importazioni incidono infatti in modo modesto rispetto alla produzione interna e sono compensate dalle esportazioni. I dati del commercio estero evidenziano, infatti, una sostanziale equivalenza dei volumi di mangimi in entrata e in uscita. Tuttavia, a pesare è il maggior valore dei prodotti importati che determina un disavanzo commerciale purtroppo in crescita ulteriore anche nel 2023.
Lavoro e investimenti – Da evidenziare, in primo luogo, la crescita degli occupati nel settore. Nonostante le oscillazioni dei mercati, la mangimistica ha infatti evidenziato nell’ultimo anno un aumento delle unità impiegate dall’industria mangimistica. Un segnale incoraggiante che si lega – nella continua valorizzazione della forza lavoro del settore – al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. È stato infatti firmato un primo accordo di rinnovo contrattuale, poi seguito all’inizio del 2024 dal rinnovo del contratto nazionale di categoria. Ciò ha determinato un aumento dell’impatto derivante dalle dinamiche salariali, che ha permesso ai lavoratori di recuperare i costi dell’inflazione. A questo si aggiunge la ripresa della spinta agli investimenti per un settore che ha davanti a sé un futuro sfidante in ottica di efficienza, sostenibilità ambientale e circolarità economica.
“Da Presidente Assalzoo – evidenzia Ferrari – non posso non guardare con favore il giusto riconoscimento salariale ai lavoratori che sono la forza del settore e permettono di sviluppare una filiera economica tra le più importanti in Italia. Nel 2023 c’è stato un primo riconoscimento per gli addetti del settore, che è poi proseguito nel 2024 con il rinnovo del contratto nazionale. Si è trattato di un processo lungo, con alti e bassi, ma il risultato che ne è scaturito è di certo un elemento di positività e permette a tutti noi, lavoratori e imprenditori, di guardare con più fiducia al futuro. Mi fa poi piacere, osservando la dinamica degli investimenti, che i miei colleghi del settore continuino a investire nella mangimistica, migliorando costantemente il processo produttivo e la qualità del prodotto. Questa ricerca dell’eccellenza è sicuramente un tratto dell’alimentazione zootecnica tricolore che permette la produzione di quei prodotti alimentari unici al mondo e vero motore del nostro export alimentare”.

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29/05/2024, 16:49
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Assalzoo, Regolamento EUDR: importante azione del Governo con richiesta di rinvio di applicazione

ROMA, 18 settembre – “La richiesta del Ministro Lollobrigida a nome del Governo di chiedere un rinvio per l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) va accolta con estremo favore e conferma la sensibilità dell’esecutivo italiano sulle questioni del mondo agroalimentare”. È questo il primo commento di Silvio Ferrari, presidente Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici.)

Il nuovo Regolamento, la cui entrata in vigore è prevista con la fine di quest’anno, cioè a partire dal 31 dicembre 2024, prevede una serie di adempimenti particolarmente stringenti rispetto all’importazione di materie prime agricole che non possono essere prodotte su terreni deforestati dopo il 2020, tra le quali è ricompresa anche la soia, una materia prima di rilevanza strategica per l’intera industria agroalimentare e mangimistica europea e italiana.

“Emerge con chiarezza la necessità di avere a disposizione un periodo più lungo per consentire a tutti gli operatori della filiera di poter applicare concretamente una normativa fortemente complessa dal punto di vista sia tecnico che amministrativo ed economico per le aziende. Un passaggio così ravvicinato – prosegue Ferrari – potrebbe determinare l’interruzione della catena di approvvigionamento alimentare e mangimistico con danni che andrebbero a ricadere sull’intero sistema dei consumi con aumenti di prezzi e danni alla già debole domanda interna. Non va dimenticato infatti che l’85% del fabbisogno interno di soia sia d’importazione ed ogni oscillazione nella disponibilità del prodotto potrebbe innescare improvvisi aumenti nell’acquisto di questa materia prima con ripercussioni immediate sui prezzi per tutta la filiera fino al consumatore finale”.

“A ciò si aggiunge – continua il presidente Assalzoo – il rischio competitivo per le aziende del settore mangimistico che si troverebbero esposte rispetto a una materia prima di fondamentale importanza, come la farina di soia. Va ricordato inoltre come l’industria mangimistica è già da tempo impegnata sul fronte della sostenibilità degli approvvigionamenti (risale al 2015 l’adozione delle Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile da parte di FEFAC, la Federazione europea dei mangimisti a cui aderisce anche Assalzoo)”.

“Si muove quindi – conclude Ferrari – nella giusta direzione la richiesta del Governo di prorogare l’entrata in vigore del nuovo EUDR e di elaborare, nel periodo transitorio che si apre con il 2025, una strategia in accordo con la Commissione europea di progressiva applicazione delle normative per definire al meglio gli obblighi che spettano agli operatori del settore a livello informativo, procedurale e, in prospettiva, di certificazione specifica. L’auspicio è che tale richiesta venga accolta in sede comunitaria”.

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18/09/2024, 19:59
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ASSALZOO, Regolamento EUDR: bene rinvio applicazione al 2026
ROMA, 4 ottobre – La proposta della Commissione di rinviare l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) si muove nella giusta direzione e va accolta con favore. È questa la posizione di Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) a seguito del rinvio d’applicazione del regolamento al 2026.
Il nuovo Regolamento, la cui entrata in vigore sarebbe prevista con la fine di quest’anno, cioè a partire dal 30 dicembre 2024, prevede una serie di adempimenti particolarmente stringenti riguardo all’immissione sul mercato dell’Unione Europea di materie prime agricole che non possono provenire da terreni deforestati dopo il 2020, tra le quali è ricompresa anche la soia, una materia prima di valenza strategica per l’industria mangimistica e per tutto l’agroalimentare italiano ed europeo.
In proposito è importante sottolineare che, da tempo, l’industria mangimistica si è attivata per garantire la sostenibilità degli approvvigionamenti in via volontaria. È infatti dal 2015 che sono in vigore le Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile adottate da parte della FEFAC (la Federazione europea dei mangimisti a cui aderisce anche Assalzoo). In queste linee guida sono già indicati con chiarezza molti comportamenti cui devono attenersi gli operatori che importano soia.
Le linee guida, oltre a fornire utili indicazioni per l’adempimento degli obblighi normativi, pongono l’attenzione su questioni importanti come la tutela dei lavoratori, la responsabilità ambientale e le buone pratiche agronomiche - nell’ultima modifica del 2023 il parametro facoltativo relativo alla deforestazione è divenuto un parametro essenziale portando le richieste delle linee guida, e conseguentemente di tutti gli schemi che vi si rapportano, al rispetto della normativa sulla deforestazione.
Il rinvio nell’applicazione del Regolamento proposto dalla Commissione è quanto mai necessario perché la normativa oltre a essere estremamente onerosa e complessa nella sua declinazione pratica contiene anche una serie di appesantimenti burocratico-amministrativi che complicano in modo ingiustificato l’operatività delle aziende, senza peraltro offrire maggiori garanzie sul contrasto alla deforestazione. Storture che sarebbe assolutamente opportuno cercare di correggere in questi dodici mesi di rinvio per rendere l’applicazione della norma più efficace ed efficiente.
A tal proposito sarebbe necessario snellire un sistema che oggi prevede, a carico di tutti gli operatori della filiera, una ripetizione di comunicazioni e garanzie che dovrebbero essere limitate solo nei confronti del primo soggetto che immette sul mercato comunitario uno dei prodotti indicati dal regolamento, sollevando in tal modo il resto della filiera dal dover riprodurre inutilmente e onerosamente la stessa certificazione. Un circolo vizioso che rischia non solo di bloccare la circolazione delle merci, ma anche di generare un forte aumento dei costi a danno della filiera e del consumatore finale, senza peraltro offrire maggiori garanzie di sostenibilità.
Allo stesso modo dovrebbero essere previste procedure nettamente più semplificate nel caso di prodotti coltivati all’interno dell’Unione Europea, dove il rischio deforestazione è quasi inesistente, evitando di penalizzare inutilmente i produttori comunitari da sempre sensibili al tema della sostenibilità.
I prossimi dodici mesi devono rappresentare, pertanto, non un semplice rinvio dell’applicazione di una norma, ma l’opportunità per gli operatori di prepararsi al meglio ai nuovi adempimenti e per il legislatore di correggere quelle storture del Regolamento che sono finora emerse, per renderlo davvero utile all’ambiente e al sistema alimentare europeo: questo è l’auspicio di Assalzoo.

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04/10/2024, 18:21
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Assalzoo, Manovra 2025: stanziamento per ricerca Tea segnale importante
ROMA, 25 ottobre – Lo stanziamento di nove milioni di euro per proseguire nella ricerca finalizzata alle sperimentazioni delle tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici, inserita nella Manovra di bilancio per il 2025, rappresenta un segnale di grande importanza che conferma la volontà da parte del Governo Meloni di sostenere il progresso scientifico e l’innovazione in ambito agricolo. Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici), che da anni si impegna per una maggiore apertura alla ricerca e al riconoscimento dei progressi scientifici in ambito agroalimentare, accoglie con grande favore questo investimento pubblico fondamentale per contribuire a garantire la sovranità alimentare del Paese.
Nel dettaglio, come si può leggere nel testo della Manovra, il finanziamento è concesso al Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) mediante un contributo annuo di 3 milioni di euro per il triennio 2025-27.
Nello stesso articolo va accolto con favore un altro elemento di rilevanza per la filiera zootecnica, vale a dire lo stanziamento di tre milioni di euro per il triennio 2025-27 per favorire la prosecuzione del Progetto LEO Livestock Environment Opendata, che ha l’obiettivo di realizzare una mappatura digitalizzata dell’intero patrimonio zootecnico italiano che si inserisce nella completa operatività della Banca Dati Unica Zootecnica (BDUZ).
Per Assalzoo è fortemente auspicabile che, nel percorso di approvazione della manovra, questi stanziamenti di bilancio vengano confermati per non lasciare indietro la nostra agricoltura, chiamata a confrontarsi con sfide sempre più severe dettate dal cambiamento climatico, dall’esigenza di una maggiore sostenibilità e dalla necessità di sicurezza degli approvvigionamenti, consentendo di favorire una maggiore disponibilità di materie prime di origine italiana indispensabili per le nostre produzioni alimentari che, altrimenti, non si possono che importare dall’estero.

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25/10/2024, 20:06
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