Roma, 7 luglio – Marcello Veronesi è stato eletto per un secondo mandato alla Presidenza di ASSALZOO – Associazione nazionale tra i Produttori di alimenti zootecnici. La conferma è avvenuta in occasione dell’ultima Assemblea dell’Associazione tenutasi lo scorso 5 luglio a Roma. Veronesi guiderà ASSALZOO nel triennio 2021-2024.
“Ringrazio i colleghi associati per la fiducia che mi hanno dimostrato assegnandomi ancora una volta questo importante ruolo”, dice Veronesi. “Eserciterò il nuovo mandato con lo stesso impegno che ha contraddistinto il triennio precedente, un impegno condiviso da tutti e che ci ha permesso di superare, lo scorso anno, una crisi senza precedenti”.
“Nel futuro prossimo – prosegue il presidente – al pari di tutto il settore agro-alimentare-zootecnico la mangimistica è chiamata a confrontarsi con diversi temi all’attenzione della comunità nazionale e internazionale: la sostenibilità, la sicurezza alimentare, la garanzia degli approvvigionamenti, la salute globale e il benessere animale. Siamo pronti a fare la nostra parte, proseguendo su una strada avviata da tempo e costellata di alcuni traguardi: la valorizzazione della circolarità nei processi produttivi dell’industria mangimistica, l’incremento della capacità produttiva per soddisfare i fabbisogni degli allevatori, il contributo per una zootecnia sempre più sostenibile e il continuo sostegno alla ricerca scientifica e al trasferimento dell’innovazione in campo”.
Nel corso dell’Assemblea di ASSALZOO sono stati nominati anche i tre Vice-presidenti: confermati Piero Bighignoli, della ditta Ferrero Mangimi SpA, e Michele Liverini, della ditta Mangimi Liverini SpA, mentre è stato eletto per la prima volta Francesco Menichetti della ditta M.B. Mangimi SpA..
Padova, 27 lug - Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rappresenta un’occasione unica anche per il sistema zootecnico nazionale e può consentirgli, con interventi mirati, di contribuire in modo significativo al rilancio economico del Paese nella sua transizione verde e digitale. Serve però un piano condiviso, tra istituzioni e operatori della filiera, con azioni e strumenti, anticrisi e di lungo periodo per il post pandemia. A fare il punto il convegno “PNRR: quali opportunità per le aziende zootecniche?” promosso dall’OICB, l’Organizzazione Interprofessionale Carne Bovina, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Copagri, Confagricoltura, UNICEB, Assograssi, Fiesa-Confesercenti e con Assalzoo tra i soci fondatori.
Il settore zootecnico - ha ricordato l’OICB - è fondamentale per l’agroalimentare italiano. Il solo comparto della carne (bovina, suina e avicola) genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro (10 miliardi alla produzione e 20 nell’industria di trasformazione), che arriva a 40 miliardi includendo latte e uova. In particolare, la carne bovina costituisce in valore il 44% e in volume il 33% dell’intero comparto. La filiera zootecnica italiana è ai primi posti nel mondo per qualità e, da tempo, gli allevatori hanno avviato un percorso improntato alla sostenibilità.
Garantire alle aziende zootecniche il giusto equilibrio tra competitività e produzioni compatibili con gli obiettivi green Ue è, dunque, la grande sfida sempre più stringente del post pandemia e che le aziende del comparto potranno sostenere se adeguatamente guidate nel metodo e supportate negli investimenti con strumenti e incentivi, i cui fondi possono arrivare sia dal PNRR che dalla Pac.
Bene, quindi per l’Organizzazione, la disponibilità, annunciata dal Mipaaf, di 6,8 miliardi a beneficio del settore primario e per interventi nel parco agrisolare, in logistica agroalimentare, irrigazione, innovazione della meccanizzazione, contratti di filiera e di distretto, biogas e biometano, banda larga e 5G.
Occorre coinvolgere sempre di più il sistema allevatoriale e zootecnico nel processo di modernizzazione delle imprese e puntare sul rapporto con i cittadini-consumatori, attraverso il pieno coinvolgimento della distribuzione, per maggiore trasparenza e tutela della qualità, prendendo in carico il compito di informare su questioni come il benessere animale, i processi allevatoriali virtuosi, e la logistica all’ingrosso improntata a criteri sostenibili, l’equa distribuzione del valore lungo la catena di approvvigionamento e la creazione di valore dai sottoprodotti, all’insegna dell’economia circolare.
In questo contesto, segnato pesantemente dagli effetti della pandemia, come dalle fake news sul settore, l’OICB rinnova il suo impegno al dialogo e al confronto nei tavoli istituzionali affinché vengano riconosciute al settore del bovino da carne, dalla filiera produttiva a quella mangimistica e della distribuzione, le giuste risorse, utili a innovazione e ricerca, in grado di salvaguardarne il reddito e lo sviluppo sul mercato interno ed estero.
All’evento sono intervenuti, il consigliere del Mipaaf, Elio Catania; Matteo Boso, presidente nazionale OICB; Gianmichele Passarini, responsabile filiere Cia-Agricoltori Italiani; Matteo Lasagna, vicepresidente Confagricoltura; Carlo Giulietti, presidente Copagri Veneto; Mario Grosso, consigliere Assograssi; Fulvio Fortunati, vicepresidente Uniceb; Gianpaolo Angelotti, presidente Fiesa Confesercenti; Marcello Veronesi, presidente Assalzoo.
Roma, 5 agosto – ASSALZOO – Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici si congratula con il professor Angelo Frascarelli per la nomina alla Presidenza ISMEA – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare. L’Associazione è certa che il neo presidente, forte di un profilo accademico specialistico di alto e riconosciuto valore, saprà dare un importante contributo all’Istituto in una fase particolarmente delicata per tutto il settore agro-zootecnico-alimentare fornendo, tra l’altro, il sostegno necessario alle imprese e assicurando la trasparenza dei mercati. Nell’augurare al Presidente Frascarelli buon lavoro per il prestigioso incarico attribuitogli, ASSALZOO auspica di poter rafforzare ancor più il proficuo rapporto di collaborazione con ISMEA che negli anni scorsi ha visto le due organizzazioni lavorare fianco a fianco su vari progetti che riguardano diversi comparti dell’agro-zootecnia italiana.
Roma, 17 settembre – ASSALZOO – Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici – plaude alle dichiarazioni del Presidente di Coldiretti Ettore Prandini sul valore delle nuove tecnologie genetiche applicate all’agricoltura (“È importante il riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita – TEA – per accelerare sulla genetica green”, ha affermato Prandini secondo quanto riferisce Coldiretti).
L’Associazione dell’industria mangimistica italiana valuta la posizione espressa a favore dei più evoluti strumenti di ingegneria genetica come un passo importante per dare il via a un confronto aperto, più volte auspicato, tra i diversi portatori di interesse per la ripresa del settore agricolo italiano. L’attuale situazione, che vede il nostro Paese dipendere sempre più dall’estero per le materie prime vegetali necessarie alle produzioni agro-zootecniche-alimentari, pone con urgenza il problema di aumentare i raccolti nazionali, soprattutto, ma non solo, nei settori dei cereali, dei semi oleosi e degli altri semi proteici. Un obiettivo che anche grazie alle TEA – è convinta ASSALZOO – sarà possibile perseguire garantendo la tutela della ricca biodiversità del nostro territorio, ma anche fornendo agli agricoltori un valido strumento per combattere i dannosi effetti dei cambiamenti climatici, per ridurre l’uso di fitofarmaci e, al contempo, per aumentare le rese e la qualità delle produzioni nazionali.
Si tratta di un obiettivo prioritario – continua ASSALZOO – per un Paese deficitario come il nostro, chiamato a confrontarsi con gli ambiziosi propositi della nuova PAC e della strategia Farm to Fork, che è necessario raggiungere, chiedendo che venga adottata nei tempi più brevi a livello comunitario una normativa specifica, al fine di rendere possibile l’aumento sostenibile delle produzioni interne e favorire così, in modo concreto, un reale sviluppo di filiere 100% italiane, concorrendo a creare le condizioni per una filiera agroalimentare “certificata italiana”, il cui processo di produzione possa essere realizzato completamente in Italia.
In quest’ottica si auspica che tutto il mondo agricolo venga messo nella condizione di disporre di strumenti innovativi che consentano di sviluppare, in chiave più moderna, sistemi di produzione che rispondano al meglio alle esigenze della filiera agro-alimentare e dei consumatori.
Bari, 1 ottobre - Secondo appuntamento, dopo quello di Padova, di OICB sul tema “PianoNazionale di Ripresa e Resilienza: quali opportunità per il settore zootecnico”.
Le risorse del PNRR destinate al rinnovamento del sistema produttivo nazionale rappresentano un’opportunità unica, ma ancora poco conosciuta, dagli operatori di una filiera che genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro che arrivano a 40 miliardi includendo latte e uova. In particolare, la carne bovina costituisce in valore il 44% e in volume il 33% dell’intero comparto. OICB, l’Organizzazione Interprofessionale della carne bovina (in via di riconoscimento), è impegnata a coinvolgere ed informare gli operatori della filiera, con iniziative itineranti sul territorio.
Il convegno è in programma mercoledì 6 ottobre alle 10:30, in modalità mista. La parte in presenza si svolgerà all’Hotel Parco dei Principi, a Bari. La diretta streaming potrà essere seguita sul canale Youtube. Sarà l’occasione - con il contributo di Elio Catania, consigliere del ministero delle Politiche agricole - per illustrare ai singoli imprenditori azioni e incentivi economici.
Parteciperanno i seguenti presidenti delle Organizzazioni che costituiscono OICB: Secondo Scanavino di CIA, Massimiliano Giansanti di Confagricoltura, Franco Verrascina di Copagri, Carlo Siciliani di Uniceb, Gian Paolo Angelotti di Fiesa-Confesercenti, ma si darà anche ampio spazio alle domande di allevatori, macellatori, trasformatori.
OICB è nata nel 2018 dall’aggregazione di sette grandi realtà del comparto che rappresentano tutti gli anelli della filiera – Assalzoo, Assograssi, CIA-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Fiesa-Confesercenti, Uniceb – e lavora per strutturare un settore ancora troppo frammentato, con lo spirito inclusivo di riunire in un’unica Organizzazione Interprofessionale tutte le forze rappresentative.
Bari, 6 ottobre – L’Organizzazione Interprofessionale Carne Bovina (OICB, in via di riconoscimento) prosegue il suo percorso di coinvolgimento degli allevatori e degli attori della filiera, con una serie di convegni sul territorio, sui temi della salvaguardia e dello sviluppo della zootecnia italiana. Dopo l’appuntamento di Padova a fine luglio, è giunto quello di Bari, che si è tenuto sia in presenza, sia online, coinvolgendo un’ampia platea di produttori sul tema “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: quali opportunità per il settore zootecnico”.
L’interprofessione - che è momento importante di raccordo di tutta la filiera della carne bovina (ha come soci fondatori Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, UNICEB, Assograssi, Fiesa-Confesercenti e Assalzoo) – con il convegno di Bari in particolare ha voluto far conoscere le opportunità che si profilano per le aziende zootecniche e, dunque, per quelle della filiera tutta grazie ai fondi del PNRR ma anche della PAC. Sono importanti, in particolare, le risorse complessive per il settore agricolo, previste dal PNRR (6,8 miliardi di euro, v. tabella); un’occasione che anche gli allevatori dovranno prontamente cogliere. Nell’incontro i relatori hanno ricordato gli investimenti che potranno essere effettuati, tra l’altro, per interventi riguardanti il parco agrisolare, la logistica agroalimentare, l’innovazione della meccanizzazione, la robotica, i contratti di filiera e di distretto, il biometano, la banda larga ed il 5G.
Da tempo c’è un percorso di crescita del settore zootecnico ma che va ulteriormente consolidato. E a Bari si è rimarcato come siano abbondantemente noti i risultati già conseguiti nella direzione della maggiore innovazione e sostenibilità. La riduzione delle emissioni negli ultimi anni, il contributo alla produzione di energie rinnovabili con l’utilizzo delle deiezioni, l’ammodernamento tecnologico anche verso una maggiore tutela del benessere animale, nonché qualità e sicurezza alimentare, secondo standard sempre più elevati stabiliti dalla normativa unionale, non hanno paragoni con i Paesi terzi.
Lo sviluppo dell’attività aziendale va effettuata dunque in un’ottica di gestione integrata e di innovazione applicata: il biogas ed il biometano, ma anche il fotovoltaico sono grandissime chance sia per il bilancio aziendale, sia per il Paese per il raggiungimento degli obiettivi di progresso green e sostenibile che l’UE si è data.
In via generale è stato evidenziato che una delle criticità del settore della carne bovina è la forte dipendenza dall’estero (circa il 50% del fabbisogno) e che il PNRR potrebbe rappresentare un’opportunità per colmare il più possibile tale gap, gettando le basi per uno sviluppo della produzione nazionale. D’altro canto, ciò evidenzia l’esistenza di una notevole potenzialità di crescita, fermo restando le unità produttive già presenti sul territorio, che tuttavia dovranno essere incentivate per consentire loro un incremento del livello di efficienza complessiva e di sostenibilità economico-ambientale-sociale. Infatti, se solo si investisse per riportare gli allevamenti meno produttivi alla media nazionale, ci sarebbe una crescita di circa 500 mila capi allevati, aumentando il valore dell’autoapprovvigionamento, oltre ad un’ottimizzazione del processo e ad una riduzione dei costi all’origine che, soprattutto oggi, stanno mettendo in forte difficoltà le aziende zootecniche e incidendo gravemente sulla redditività.
Nel dibattito è emersa quindi la necessità di instaurare un nuovo rapporto con i cittadini-consumatori, attraverso il pieno coinvolgimento della distribuzione, soprattutto quella al dettaglio, per maggiore trasparenza e tutela della qualità, fornendo una sempre più incisiva informazione ai consumatori su questioni come il benessere animale, i processi allevatoriali virtuosi, la logistica all’ingrosso improntata a criteri sostenibili e la creazione di valore dei sottoprodotti all’insegna dell’economia circolare.
OICB ha quindi sottolineato come il settore zootecnico sia fondamentale per l’agroalimentare italiano. Il solo comparto della carne (bovina, suina e avicola) genera un giro d’affari di circa 30 miliardi di euro (10 miliardi alla produzione e 20 nell’industria di trasformazione), che arriva a 40 miliardi includendo latte e uova. In particolare, la carne bovina costituisce in valore il 44% e in volume il 33% dell’intero comparto.
Altro compito importante che l’interprofessione si è dato è quello di consolidare la filiera della carne bovina. C’è una volontà comune di tutte le componenti di OICB di lavorare per un obiettivo univoco: valorizzare il settore e renderlo sempre più moderno, competitivo e virtuoso.
All’evento sono intervenuti: Elio Catania, consigliere del MIPAAF; Francesco Saverio Abate, capo dipartimento DIOPAI del MIPAAF; Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia; Matteo Boso, presidente di OICB; Secondo Scanavino, presidente di CIA; Massimiliano Giansanti, presidente di CONFAGRICOLTURA; Franco Verrascina, presidente di COPAGRI; Carlo Siciliani presidente di UNICEB; Gian Paolo Angelotti presidente di FIESA-CONFESERCENTI.
Roma, 10 novembre – Prosegue l’impegno dell’industria mangimistica europea a favore della sostenibilità. Altri tre schemi che offrono prodotti di soia responsabile al mercato europeo dei mangimi hanno infatti superato con successo il processo di benchmarking indipendente delle Linee guida FEFAC Soy Sourcing 2021. Dunque, cresce fino a quindici il numero totale di schemi di soia responsabile conformi alle linee guida.
I nuovi schemi, Bunge Pro-S, l’italiano CSQA-DTP 112 e USSEC SSAP contribuiranno a produrre una soia coltivata su terreni che non hanno avuto una conversione, illegale o legale, di ecosistemi naturali. Tramite le associazioni aderenti a Fefac, tra cui ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici, il comparto sta dando un contributo sempre più attivo per completare la transizione verso un sistema produttivo sostenibile e quanto più possibile rispettoso dell’ambiente.
Le Linee Guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile, approvate per la prima volta nel 2015, definiscono un sistema indipendente con cui valutare singoli standard rispetto a criteri di riferimento relativi alla sostenibilità, intesa non solo nella sua dimensione ambientale ma anche sociale. Nel 2020 l’azione della mangimistica europea per incrementare il profilo di sostenibilità del settore agro-alimentare-zootecnico ha segnato una tappa importante con l’adozione della Carta per la Sostenibilità dei mangimi. Ora, nel solco di questo provvedimento, vengono invece implementati gli strumenti a disposizione dei produttori di soia.
La produzione di soia conforme ai parametri previsti da questi standard rappresenta quasi il 50% di tutta la soia utilizzata nell’industria mangimistica europea. L’obiettivo è incrementare questa quota e permettere all’intera filiera di valorizzare la sostenibilità, a beneficio di tutti gli operatori e portatori di interesse. Va inoltre ricordato che già il 78% della soia utilizzata nell’Unione Europea arriva da luoghi non a rischio deforestazione e che l’Italia è uno dei principali produttori europei di soia sostenibile.
“L’industria mangimistica italiana è impegnata da tempo ad aumentare la sostenibilità della produzione, in uno sforzo condiviso da tutti gli altri soggetti attivi lungo la filiera agroalimentare e zootecnica”, ricorda Lea Pallaroni, Segretario Generale ASSALZOO. “L’approvazione di altri tre schemi, che ASSALZOO recepisce e promuove, rappresentano uno strumento essenziale per continuare su questa strada in linea con il nuovo corso della politica europea. Infatti, in vista dell'annunciata proposta della Commissione europea di catene di approvvigionamento prive di deforestazione e dell'impegno della COP26 nel porre la fine alla deforestazione entro il 2030, abbiamo dimostrato che la filiera della soia è pronta a fornire alla mangimistica un prodotto realizzato in maniera responsabile e senza conversione”, conclude Pallaroni.
Roma, 23 novembre – ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici plaude all’iniziativa intrapresa dall’Antitrust sul NutriScore, il sistema di etichettatura fronte-pacco che penalizza le produzioni di eccellenza del Made in Italy e rischia di disorientare i consumatori. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto cinque istruttorie sull’uso dell’etichetta ‘a semaforo’ da parte di otto società, italiane ed estere, perché il consumatore potrebbe essere spinto a credere di compiere scelte alimentari salutistiche in base ai giudizi positivi espressi dal NutriScore.
ASSALZOO, oltre a ribadire la contrarietà nei confronti di un sistema di bollinatura che classifica gli alimenti in maniera semplicistica con lettere e colori, sottoscrive, ancora una volta, la posizione del sistema produttivo italiano degli alimenti e delle bevande rappresentata da Federalimentare. È necessario introdurre, invece, un sistema di etichettatura armonizzato a livello europeo che fornisca al consumatore informazioni chiare e obiettive in relazione al suo fabbisogno all’interno di un regime alimentare equilibrato, come è quello che caratterizza la Dieta mediterranea.
Questo obiettivo può essere raggiunto utilizzando il Nutrinform Battery, un sistema di etichettatura che definisce il contenuto energetico e nutrizionale dei prodotti alimentari rispetto agli apporti consigliati e senza indurre il consumatore a valutazioni erronee in termini di salubrità degli alimenti.
Roma, 30 dicembre – Gli aumenti dei costi dell’energia rischiano di avere ricadute rilevanti sull’industria mangimistica e, pertanto, su tutta la zootecnia. Una situazione che si aggiunge al forte incremento già in atto da un anno dei costi delle materie prime e dei trasporti. È fondamentale un intervento delle istituzioni per evitare conseguenze irreversibili non solo sull’industria mangimistica, fortemente provata, ma sull’intera filiera zootecnica: “Come tutta la manifattura, anche la mangimistica è in grave sofferenza per il forte aumento dei costi di produzione”, sottolinea Lea Pallaroni, Segretario generale di ASSALZOO - Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici. “Ci uniamo alla richiesta di altre associazioni del settore alimentare e ci rivolgiamo ai decisori politici affinché vengano presi provvedimenti urgenti per dare ristoro ai comparti maggiormente colpiti, come lo è il nostro, già gravato da un anno di forti rincari dei prezzi delle materie prime agricole e dei trasporti”.
In uno scenario ancora incerto per gli effetti della pandemia, pur a fronte di diversi indicatori positivi per l’economia italiana, le imprese devono ora fare i conti anche con il “caro-bolletta”. Come ricordato di recente dalla stessa Confindustria, il forte rialzo del prezzo europeo del gas si è tradotto a dicembre in un incremento per l’Italia del 572% del prezzo dell’elettricità rispetto ai livelli pre-crisi. Le ripercussioni hanno ricadute pesantissime per l’intera filiera agro-zootecnica-alimentare, tanto che anche Federalimentare ha lanciato l’allarme sui forti rincari dei costi di energia elettrica e gas.
“Riceviamo dalle nostre aziende associate segnalazioni di vero e proprio allarme per l’impennata dei costi di produzione, tra i quali ora anche quelli dell’energia divenuti insostenibili”, sottolinea Pallaroni. “Una situazione di forte crisi che si protrae già da diversi mesi sull’industria mangimistica per l’aumento delle materie prime. E le previsioni per l’anno alle porte non sono incoraggianti”.
“Per questi motivi riteniamo ormai non più rinviabile che si affronti la questione degli aumenti dei costi di produzione quanto prima”, continua Pallaroni. “La mangimistica è un segmento fondamentale della filiera agro-zootecnica-alimentare italiana ed è in grave difficoltà nel riversare a valle questi aumenti sugli allevatori oramai al collasso, come si sta verificando nel settore del latte e delle carni, soprattutto suine, ma non solo. Sostegni mirati a favore del settore primario e manifatturiero non sono più rinviabili”, conclude il Segretario generale di ASSALZOO.
Roma, 1 febbraio – Il comparto agroalimentare europeo è alla vigilia di una svolta rappresentata dall’entrata in vigore della nuova Politica Agricola Comune. Una PAC che sarà fortemente condizionata dalla forte impronta ambientale cui sono subordinate tutte le misure di sostegno previste e che caratterizzerà il futuro agro-zootecnico dell’UE. La PAC, infatti, dovrà di fatto contribuire al raggiungimento degli obiettivi prefissati dalle strategie previste dal Green Deal e soprattutto dal Farm to Fork. Tuttavia, pesa l’assenza di una reale valutazione di impatto da parte della Commissione UE sulle conseguenze che l’applicazione di tali strategie determinerà sulle produzioni e sul reddito degli operatori agricoli e zootecnici.
Tale preoccupazione risulta confermata dai vari studi in materia condotti fino ad ora e diffusi da Usda, CCR (Centro Comunitario di Ricerca) e dal Coceral, cui ora si aggiunge anche quello, molto accurato, condotto dalla Wageningen University & Research, in cui vengono sottolineate le possibili ricadute sui rendimenti, sulla produzione e sui prezzi, evidenziando – in linea anche con quanto emerso dagli altri studi in merito – che, in uno scenario che prevede un dimezzamento dell'uso di fitofarmaci e nutrienti per le piante e una percentuale pari almeno al 10% dei terreni agricoli lasciata alla natura, l'impatto sarà decisamente negativo e le aziende saranno chiamate a fare i conti con un calo compreso tra il 10% e il 20% della produzione media con aumento dei costi di produzione e inevitabili sensibili riflessi sul reddito degli agricoltori.
Da tempo ASSALZOO-Associazione nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici pone l’accento sull’attuale scarsa disponibilità di risorse italiane e sul fatto che un Paese grande produttore nel settore alimentare e che vanta prodotti di eccellenza sia a marchio tutelato sia da filiere 100% italiane, non può rimanere dipendente dall’estero per una quota ampiamente superiore al 50% del suo fabbisogno interno.
I rischi che il settore agro-zootecnico-alimentare corre da un’attuazione poco avveduta della strategia Farm to Fork, sono stati evidenziati anche in una nota congiunta sottoscritta dalle principali associazioni europee, tra cui FEFAC e Copa-Cogeca, che chiedono ai decisori politici maggiore sostegno all’innovazione per accompagnare agricoltori, allevatori e produttori in questa delicata transizione verde.
Per tali ragioni – sottolinea ASSALZOO – occorre che il Piano Strategico Nazionale, in cui sarà di fatto delineata la politica agricola italiana, tenga in considerazione la necessità di garantire anche la sicurezza alimentare del nostro Paese, che ad oggi non sembra essere stata inserita tra le priorità strategiche.
Pur riconoscendo l’irrinunciabilità della svolta green, è di tutta evidenza che la transizione non può avvenire a spese dei produttori e mettendo a rischio la produzione agro-alimentare italiana. Occorre, pertanto, adottare con urgenza tutti quegli strumenti complementari ma indispensabili a rendere più agevole l’adozione di pratiche compatibili con l’ambiente, dando un forte impulso alla ricerca e all’innovazione per assicurare ai produttori agricoli nazionali la possibilità di mantenere produttività e reddito, indispensabili a garantire un futuro sostenibile alla nostra agricoltura.