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ARAER - Associazione Regionale Allevatori Emilia Romagna 
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Araer, un modello organizzativo unico in Italia

Alla conferenza stampa svoltasi questa mattina a Bologna, il presidente Maurizio Garlappi ha illustrato i nuovi servizi offerti agli allevatori emiliano-romagnoli. L’obiettivo è quello di migliorare le prestazioni contenendo i costi. Una sfida difficile ma possibile

“Sono stati due anni impegnativi, caratterizzati da un duro lavoro che ha portato alla riorganizzazione dell’Associazione regionale allevatori, ma il nuovo modello operativo scaturito da questo lavoro che ha riunito attorno a un tavolo i rappresentanti delle Apa, è stato alla fine condiviso e sostenuto dalla Regione, dalle Organizzazioni professionali e dai sindacati dei lavoratori dipendenti. Con orgoglio, possiamo affermare che questo nuovo modello operativo è oggi unico in Italia e molto presumibilmente costituirà un esempio a cui altre Associazioni regionali si allineeranno”.
Così Maurizio Garlappi, presidente Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna) durante la Conferenza Stampa svoltasi questa mattina a Bologna per presentare la nuova attività organizzativa e di comunicazione dell’Associazione che presiede. Al tavolo dei relatori erano presenti anche i due vicepresidenti di Araer, Fabio Boldini e Davide Venturi, oltre al direttore Claudio Bovo.
“Il processo di razionalizzazione adottato – ha sottolineato Garlappi – ha portato alla creazione e all’operatività di un unico ufficio sia amministrativo, che tecnico e informatico, così come unico è il laboratorio di analisi. Questo è stato possibile grazie a Si@llEva, un software innovativo che non solo rende possibile il trasferimento rapido e senza errori degli eventi e dei dati ottenuti dai controlli funzionali veicolandoli dall’azienda agricola al controllore, alla Banca dati Aia e ai Data base delle Associazioni nazionale di razza, ma permette anche all’allevatore di ricevere gli stessi dati opportunamente rielaborati riaggregandoli sottoforma di un utile foglio di lavoro da utilizzare nella gestione aziendale insieme al veterinario e/o al tecnico di stalla.

Araer è la prima Associazione regionale che a livello nazionale ha reso operativo Si@llEva, al momento per le vacche da latte, a breve lo sarà per gli ovini e per i bovini da carne”.
Un nuovo supporto informatico a vantaggio degli allevatori dunque, che pur pagando una quota sociale di adesione un po’ più elevata rispetto al passato, ma uguale in tutta la regione, d’ora in avanti potranno attingere a un’offerta di servizi a 360° che Araer
mette a loro disposizione, all’interno della quale gli associati potranno scegliere quelli più adatti alla loro realtà produttiva.
“La zootecnia emiliano-romagnola sta vivendo un momento drammatico – ha affermato il direttore di Araer, Claudio Bovo – sia per mancanza di redditività sia per la chiusura di tante aziende. Per noi è fondamentale perseguire l’obiettivo di alleviare questo stato di sofferenza migliorando i servizi da offrire agli associati contenendo al massimo i costi. Un’operazione non semplice ma fattibile. Lo dimostra il fatto che gli allevatori hanno risposto bene al nuovo modello Araer, che dal 1 gennaio di quest’anno gestisce operativamente e completamente tutti i servizi offerti”.
Tra i quali, oltre a quelli istituzionali, vanno menzionati quelli informatici, quelli assicurativi e quelli commerciali legati alla commercializzazione del seme bovino.
“L’Ara Emilia Romagna è sempre stata e continuerà a essere al fianco di tutti gli allevatori – ha dichiarato Davide Venturi, vicepresidente Araer – per questo il mio auspicio è quello di una continua crescita sul fronte dell’assistenza tecnica”.
Un pensiero che ha condiviso anche il collega Fabio Boldini, che non ha mancato di “riconoscere il notevole contributo che la Regione, le Organizzazioni professionali e i sindacati hanno garantito per la buona riuscita di questo progetto riorganizzativo”.
Un progetto che non può prescindere da un rinnovato modo di comunicare “proprio per mantenere quel ruolo di riferimento tecnico e di vicinanza agli allevatori – ha sottolineato Garlappi – ma anche per tentare di sensibilizzare la stampa dei ‘non addetti ai lavori’ che purtroppo, spesso, si ricorda del settore primario solo in presenza di emergenze sanitarie.
Con gennaio è quindi iniziata la pubblicazione di un bimestrale e a breve anche il sito internet di Araer sarà oggetto di un restyling che riguarderà grafica e contenuti”.

“Le sfide che ci aspettano sono tante e non semplici – ha quindi concluso Bovo – possiamo affermare con certezza che il nostro impegno a favore degli allevatori è e sarà al massimo delle nostre potenzialità. Auspichiamo che le Istituzioni, in primis l’Assessorato regionale alla Sanità, si impegnino affinchè attraverso le Asl territoriali le decisioni assunte vengano applicate sull’intero territorio regionale in maniera omogenea. I casi di Blue Tongue esplosi in quest’ultimo periodo nel distretto Forlì-Cesena/Ravenna/Rimini possono essere il primo banco di prova”.

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20/01/2015, 19:34
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Associazione Regionale Allevatori dell’ Emilia Romagna - ARAER

L’Associazione Regionale Allevatori degli Allevatori dell’Emilia Romagna - A.R.A.E.R.- è un ente senza scopo di lucro legalmente costituito in data 17 Dicembre 1971 e con personalità giuridica riconosciuta con D.P.G.R. Regione Emilia Romagna n. 556. L’A.R.A.E.R. è una organizzazione di primo livello, con adesione diretta degli Allevatori , senza distinzione di specie e razza di animali allevati e di specializzazione produttiva. Si articola in Sezioni Provinciali le quali assumeranno la denominazione “Sezioni Provinciali Allevatori (SPA)” L’A.R.A.E.R. rappresenta, nell’ambito delle attività istituzionali dalla stessa svolte ai sensi della legge 15 gennaio 1991 n.30, la categoria delle persone e delle imprese titolari di aziende tenutarie di animali da allevamento. Essa si propone di attuare tutte le iniziative che possono utilmente contribuire ad un più rapido miglioramento genetico del bestiame allevato e ad una più efficiente valorizzazione del bestiame stesso.
http://www.araer.it/

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20/01/2015, 19:38
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Araer (Associazione regionale allevatori dell'Emilia Romagna) nell'ambìto delle iniziative promosse durante Expo 2015, ha organizzato una Tavola Rotonda dal titolo "La multifunzionalità della zootecnia in Emilia Romagna" che si terrà a Expo 2015 sabato 26 settembre, alle ore 10.30, presso il Roof Garden - Padiglione Coldiretti - Cardo Sud.
Nel corso dell'evento verrà presentato in anteprima mondiale l'Asinino Reggiano, il primo formaggio prodotto esclusivamente con latte d'asina, realizzato dall'azienda Montebaducco di Quattro Castella (RE), realtà che con i suoi 800 asini allevati rappresenta il più grande allevamento d'Europa.

A Expo 2015 va in scena la multifunzionalità
della zootecnia in Emilia Romagna

Sabato 26 settembre, alle ore 10.30, presso il Roof Garden Padiglione Coldiretti Cardo Sud, si terrà una Tavola rotonda con i maggiori esponenti regionali del comparto, a iniziare dall’assessore all’Agricoltura, Simona Caselli. Ma il clou dell’appuntamento sarà la presentazione in anteprima mondiale del primo formaggio prodotto totalmente con latte d’asina realizzato da un allevamento di Quattro Castella (RE)

GRANAROLO EMILIA, 23 SETTEMBRE 2015 - “La multifunazionalità della zootecnia emiliano-romagnola”.
E’ questo il titolo della Tavola rotonda che l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) ha organizzato per sabato, 26 agosto, a Expo 2015, presso il Roof Garden-Padiglione Coldiretti-Cardo Sud.
L’inizio dei lavori è previsto per le 10.30 con un ricco e interessante calendario di appuntamenti che si apriranno con l’intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli.
Ma l’autentico momento clou della giornata sarà la presentazione, in anteprima mondiale, del primo formaggio al mondo prodotto totalmente con latte d’asina, frutto dell’impegno e della passione di un giovane allevatore, Davide Borghi, titolare insieme al padre Giuseppe dell’Azienda Montebaducco di Salvarano di Quattro Castella (Reggio Emilia), il più grande allevamento europeo di asini con oltre 800 soggetti appartenenti a 11 diverse razze.
Un evento nell’evento, a testimonianza di come il concetto della multifunzionalità in zootecnia si possa declinare in esempi molto concreti di eccellenza. Perché, va detto, la produzione del primo formaggio al mondo ottenuto esclusivamente con latte d’asina è una vera e propria eccellenza agroalimentare.
Ciononostante anche in Emilia Romagna, la terra del Parmigiano Reggiano Dop, del Prosciutto Crudo di Parma Dop, dello Squaquerone Dop, dei bovini da carne di razza Romagnola Igp, in poche parole di ben 41 produzioni agroalimentari tutelate dai marchi Dop e Igp dove la zootecnia riveste un ruolo fondamentale, il settore vive da anni ormai un periodo di sofferenza e difficoltà che impedisce agli allevatori di raggiungere e mantenere la redditività che

meritano, sia per la professionalità assicurata nello svolgimento della propria attività, sia per la qualità delle produzioni ottenute.
“Le difficoltà del settore zootecnico sono purtroppo trasversali – afferma Maurizio Garlappi, presidente di Araer – e l’Emilia Romagna le vive come le stanno vivendo tutte le altre regioni. La cospicua riduzione dei contributi pubblici a favore delle associazioni regionali avvenuta negli ultimi due anni, pari a circa il 60%, ci ha obbligati a riorganizzarci e in qualche modo a reinventare il modo di svolgere il nostro compito di supporto agli allevatori associati. Credo che per quello che riguarda l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna l’esame sia stato superato a pieni voti, visto che non solo siamo riusciti a mantenere ben saldo il nostro ruolo di riferimento tecnico, ma la gamma di servizi offerti agli allevatori iscritti è aumentata anche avvalendoci di strumentazioni moderne e tecnologicamente innovative”.
Tra i vari appuntamenti previsti nel corso della Tavola rotonda uno spazio sarà riservato alla presentazione delle Iniziative Assistite con Animali (IAA) con l’introduzione di progetti di ippoterapia a indirizzo terapeutico, riabilitativo, educativo e ludico-ricreativo.

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23/09/2015, 20:20
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Zootecnia e multifunzionalità in Emilia Romagna,
le difficoltà non scoraggiano gli allevatori

Della complessità del momento si parlerà questa mattina a Expo 2015 durante la Tavola rotonda organizzata dall’Associazione regionale allevatori con inizio alle ore 10.30 presso il Roof Garden – Padiglione Coldiretti – Cardo Sud

MILANO – EXPO, 26 SETTEMBRE 2015 – Questa mattina alle 10.30, a Expo 2015, presso il Roof Garden–Padiglione Coldiretti–Cardo Sud, si parlerà di zootecnia e multifunzionalità in Emilia Romagna.
L’appuntamento è stato organizzato dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) e sarà l’occasione, tra le altre iniziative in programma, per presentare in anteprima mondiale il primo formaggio prodotto esclusivamente con latte d’asina, l’Asinino Reggiano, un esempio estremamente interessante di come si possa declinare il termine multifunzionalità.
L’importanza del comparto zootecnico emiliano-romagnolo rappresenta una voce molto rilevante per l’economia nazionale, basti ricordare, tanto per citare alcuni tra i prodotti più conosciuti, il Parmigiano Reggiano Dop, il Prosciutto Crudo di Parma Dop, lo Squaquerone Dop, la carne bovina della razza Romagnola Igp e molti altri formaggi e salumi che il mondo ci invidia.
Malgrado ciò, però, il comparto vive una fase di notevole difficoltà, contrassegnato dalla perdita di valore e dalla riduzione di allevamenti e capi allevati, in special modo nel settore suinicolo.
Gli ultimi dati disponibili sono quelli aggiornati al 31 dicembre 2014 e nonostante la Plv (Produzione lorda vendibile) zootecnica emiliano-romagnola rappresenti il 47,2% del valore totale dell’agricoltura regionale, pari a 1.931milioni di euro, la perdita è stata del 7%. Oltre 200 le stalle di vacche da latte che nel 2014 hanno dovuto chiudere i battenti, anche se il numero di capi allevati è rimasto sostanzialmente stabile con una popolazione di 565.737 unità. Di queste 291.000 sono femmine, vacche da latte e giovenche, concentrate soprattutto nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano. La produzione di latte, sempre nel 2014, ha toccato 1,921 milioni di tonnellate, con un aumento dell’1,3% sul 2013 e dell’8,7% rispetto al 2009.
Difficile lo scenario del comparto dei bovini da carne nonostante l’eccellenza della razza autoctona Romagnola Igp. In soli 10 anni gli allevamenti si sono praticamente dimezzati perdendo il 43% delle stalle, mentre il numero di capi

allevati si è ridotto del 25%: in pratica sono ancora in attività 339 allevamenti con una popolazione totale di 10.370 capi di bestiame. Riguardo il comparto suinicolo bisogna purtroppo registrare il crollo, negli ultimi 4 anni, delle porcilaie e dei capi allevati. Le prime sono ferme a 124 strutture, i secondi a 1.107.133 soggetti. Riguardo i riproduttori, i verri si contano in 1.196 capi e le scrofe in 52.087 unità.
Male anche il settore ovicaprino, che deve incassare una perdita del 4% rispetto al numero degli allevamenti e del 6% per quello relativo ai capi allevati: in pratica a fine 2014 in Emilia Romagna si contavano 2.133 allevamenti e 62.544 capi. In lieve controtendenza i caprini con un +2% di allevamenti e un +3% di capi allevati, pari a 1975 allevamenti e 16.686 capi allevati.
Infine il comparto delle uova, con quotazioni mediamente in ribasso, purtroppo, del 6,5%.
Uno scenario complicato, davanti al quale non è sempre facile trovare soluzioni efficaci in grado di invertire la tendenza. Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna) è fortemente impegnata in questa direzione e sulla tutela della biodiversità e la fornitura di servizi sempre più innovativi verso gli associati in tema di sicurezza alimentare ha concentrato e concentrerà sempre più la sua attività. “Nel nostro laboratorio di analisi che ha sede a Reggio Emilia – spiega il presidente Araer, Maurizio Garlappi - vengono effettuate in media 1,5 milioni di analisi l’anno. Un numero che ben rappresenta il valore che Araer assegna alla sicurezza alimentare anche e soprattutto a tutela del consumatore. Ritengo che, al di là delle iniziative intraprese dalle Istituzioni per la promozione delle nostre eccellenze agroalimentari, il rilancio del settore zootecnico debba partire anche da qui”.

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26/09/2015, 13:24
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Assemblea annuale di Araer:

premiato dall’aumento degli associati

Produzioni in calo e prezzi non soddisfacenti hanno caratterizzato un anno

difficile per tutti i comparti zootecnici emiliano-romagnoli. L’attività

dell’Associazione però è cresciuta e gli allevatori hanno compreso il valore

della riorganizzazione

Granarolo Emilia, 5 luglio 2016 – Si è svolta oggi presso la sede di Araer (Associazione

regionale allevatori dell’Emilia Romagna) l’Assemblea annuale dei soci alla presenza del

presidente, Maurizio Garlappi, del direttore generale di Aia (Associazione italiana allevatori)

Roberto Maddè e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli.

“Un anno di verifica”. Così ha descritto il 2015 Maurizio Garlappi nel suo intervento,

ricordando che “proprio nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle dovevamo dimostrare che il

nostro nuovo ed unico modello organizzativo del Sistema Allevatori in Italia, creato su misura

per le caratteristiche della nostra regione, fosse in grado di reggere sia a livello economico che

organizzativo, continuando a garantire ai nostri associati le risposte tecniche necessarie alla

conduzione delle loro aziende”.

Un obiettivo che è stato centrato e che trova conferma nel numero di allevatori che hanno

aderito al progetto di Araer: nel 2013 erano 2.518, al 31 dicembre 2015 il loro numero

sommava a 2.743, registrando un aumento di 225 unità.

“Abbiamo vinto una sfida – ha sottolineato ancora Garlappi – che ci ha visto impegnati sia nel

contatto diretto con tutti gli allevatori, in pianura come in montagna, sia nel miglioramento

del patrimonio genetico femminile del bestiame allevato. Oggi la riorganizzazione del sistema

allevatori dell’Emilia Romagna è terminata, entro l’anno prossimo contiamo di concludere la

regionalizzazione, un altro importante tassello di un percorso che si è rivelato necessario”.

Un quadro che secondo il presidente Garlappi vive una continua evoluzione e rispetto al

quale non è possibile affermare che le difficoltà siano ormai alle spalle. Il 2015, anche per la

zootecnia emiliano-romagnola, è stato un anno difficile in cui il valore generato si è fermato a

1.887 milioni di euro, pari al 45,36% del valore totale dell’agricoltura regionale, a fronte di

1.930 milioni dell’anno precedente, incassando una riduzione del 2,2%.

Nello specifico, il comparto lattiero-caseario ha raggiunto in quantità vendibile di latte

prodotto in regione 1.900,31 milioni di tonnellate, incassando un +1% rispetto al 2014,

percentuale che sale al 7% se si considera l’ultimo quinquennio. Ben l’85% del latte prodotto

in regione viene conferito ai caseifici che producono il Parmigiano Reggiano, che negli ultimi

cinque anni ha messo a segno un +15,5%. Anche il Grana Padano, circoscritto all’area di

Piacenza, nello stesso arco di tempo ha registrato un +6,5%. “In termini di media annuale – ha

precisato ancora il presidente di Araer – il listino del Parmigiano ha mostrato pesanti flessioni

per il quarto anno consecutivo con un calo, nel 2015, del 7,6% che sale al 26,1% se si

considerano i prezzi del 2011”.

E la sofferenza delle quotazioni non ha risparmiato gli altri comparti produttivi, a iniziare da

quello suinicolo che rispetto al 2014 ha dovuto registrare un calo del 7,7%. Per quanto

riguarda gli avicoli e le uova, dopo le flessioni produttive che hanno caratterizzato sia il 2013

SEDE: Via Roma,89/2 – Loc Viadagola 40057 Granarolo dell’ Emilia (BO) Tel 051/760600 – Fax 051/760484 e-mail info@araer.it web www.araer.it C.F 80079150373 P.Iva 02800631208

LABORATORIO REGIONALE ANALISI LATTE E ALIMENTI ZOOTECNICI: Via Casorati, 5 42010 Mancasale (RE) Tel e Fax 0522/271266 e-mail laboratorio@araer.it

Associazione Regionale Allevatori

dell’ Emilia Romagna

Riconoscimento Persona Giuridica D.P.G.R. Emilia Romagna n. 566 del 19/06/1984

Registro Persone Giuridiche Tribunale di Bologna Pag.n. 96 – Volume II n. 167

che il 2014, il 2015 ha conosciuto un leggero aumento, +1,2%, mentre i prezzi hanno segnato

un -1,6%. Abbastanza simile è stata l’evoluzione generale della produzione delle uova, anche

se in questo caso la forte flessione del 2013 ha conosciuto un primo recupero nell’anno

seguente e un successivo +0,1% nel 2015. Male invece i prezzi, che hanno dovuto registrare

un -13,5%. Sul fronte della carne bovina l’ulteriore calo delle quantità uscite dagli

allevamenti regionali nel 2015 non ha che aggravato un bilancio di medio periodo già

fortemente negativo, con una riduzione che nell’ultimo quinquennio ha superato il 10%. I

prezzi però, sostanzialmente hanno tenuto. Infine gli ovicaprini, che nel 2015 hanno registrato

una situazione molto più stabile rispetto a quanto vissuto nel 2014: se le quantità prodotte

sono diminuite dello 0,3%, i prezzi hanno segnato un leggero incremento: +0,6%.

“Non ci stancheremo mai di sottolineare che Araer è e vuole continuare a essere il riferimento

tecnico degli allevatori dell’Emilia Romagna – ha incalzato Garlappi – e sulla loro

implementazione abbiamo concentrato molti dei nostri sforzi. Basti pensare che il numero di

vacche da latte controllate, nel 2015, sono state 230.469, l’1,93% in più dell’anno prima. A

questo dato, già di per sé importante, credo sia giusto aggiungerne un altro relativo al numero

di analisi effettuate dal nostro laboratorio: 1.351.096 e la percentuale delle vacche

controllate in regione, il 16,82%, rispetto al totale nazionale che si attesta a 1.369.952

bovine controllate. Abbiamo ottenuto ottimi risultati – è stata la conclusione del presidente

Araer – ma questa soddisfazione non ci fa perdere di vista le sfide che abbiamo davanti,

difficili, complicate e per certi versi nuove, che vogliamo affrontare continuando nell’attività

di miglioramento genetico del bestiame e nell’offerta di servizi sempre più in linea con le

richieste degli allevatori per un costante miglioramento delle produzioni”.

“Ad Araer va riconosciuto il grande lavoro riorganizzativo svolto sia da un punto di vista

economico che di bilancio e di servizi offerti – ha sottolineato Roberto Maddè – E’ un modello

a cui bisogna guardare per entrare in quella nuova fase a cui siamo chiamati, dove la ricerca

scientifica, unita a una competenza professionale di primo livello, possono delineare il

percorso di stabilità, organizzazione territoriale e concretezza che si traduce nella

valorizzazione del nostro patrimonio zootecnico”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli, secondo la

quale “i cospicui investimenti in agricoltura fatti dalla Regione in Emilia Romagna – ha

affermato – hanno permesso e permetteranno di proseguire sulla strada dell’efficienza, una

via oggi obbligata se si vuole competere in un mondo globale dove non sempre, e non tutti,

rispettano le regole che invece la zootecnia italiana osserva con tanto scrupolo e rigore. I

problemi non mancano nemmeno in Emilia Romagna, ma l’impegno dell’Assessorato a

sostegno innanzitutto del miglioramento genetico rappresenta una certezza da cui nessuno

potrà prescindere”.

Dida - Da sinistra: Maurizio Garlappi, Simona Caselli, Claudio Bovo (direttore Araer) e

Roberto Maddè


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Maurizio Garlappi riconfermato alla presidenza di Araer
“Nei prossimi 4 anni il nostro impegno aumenterà”

Granarolo Emilia, 26 gennaio 2017 - Maurizio Garlappi continuerà a guidare l’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) per i prossimi 4 anni.
Si è svolta infatti di recente l’elezione delle cariche sociali che ha riconfermato Garlappi alla presidenza e Fabio Boldini alla vicepresidenza. Il mandato scadrà nel 2020.
Una conferma dunque, che premia i risultati ottenuti con la riorganizzazione di Araer partita nel 2013, quando in un sol colpo venne tagliato circa il 60% dei finanziamenti pubblici, costringendo di fatto il Sistema allevatori a ripensarsi e a individuare un nuovo cammino per continuare nella sua attività di assistenza tecnica e fornitura di servizi agli associati.
Immediatamente Araer diede avvio al processo di regionalizzazione con l’obiettivo di mantenere e anzi implementare la rete dei servizi offerti agli associati. Una decisione che si è dimostrata vincente, che ha saputo mantenere le aspettative e che ha portato alla rielezione di Maurizio Garlappi.
“E’ stato un cammino impegnativo – dichiara il presidente – che in alcune occasioni ha mostrato qualche criticità. Ma sono orgoglioso di poter dire che gli obiettivi sono stati raggiunti e assicurare che nei prossimi quattro anni l’impegno di Araer nei confronti degli associati non verrà meno, tutt’altro. Nell’orizzonte del mio mandato c’è un incremento dei servizi offerti e soprattutto la volontà di creare le migliori condizioni per un continuo coinvolgimento della base sociale al fine di innescare quei processi di innovazione tecnologica in stalla capaci di far crescere la produttività delle bovine e la redditività aziendale. Ancora una volta – conclude Garlappi – ci poniamo degli obiettivi ambiziosi, ma senza dubbio realizzabili, come lo è stato il processo di regionalizzazione in cui forse non tutti credevano. Non mi stancherò mai di ripetere che il modello associativo di Araer oggi rappresenta un esempio che ha dimostrato tutta la sua efficacia. Ed è proprio ripartendo da questo aspetto che continuerò il mio lavoro per i prossimi 4 anni, coadiuvato dal gruppo dei miei consiglieri”.
Nel Consiglio, oltre al rinnovo della carica di vicepresidente di Fabio Boldini, sono entrati a far parte allevatori dall’elevata professionalità che non temono di raccogliere il guanto di sfida imposto dalle moderne tecniche di allevamento e da un mercato internazionale sempre più attento alla qualità e alla sostenibilità produttiva.


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Mostra Nazionale dei bovini di Razza Romagnola,
un fitto calendario di iniziative

Granarolo Emilia (BO), 15 giugno 2017 – Un appuntamento dedicato agli allevatori, ma aperto con entusiasmo anche al grande pubblico, quello che non sempre conosce i tanti e affascinanti risvolti che si nascondono dietro il mondo della zootecnia.
È quello che intende rappresentare la Mostra Nazionale dei Bovini di Razza Romagnola, giunta alla sua 26ma edizione, in programma dal 16 al 18 giugno 2017 a Imola (BO), inserita all’interno della Fiera Agricola del Santerno – presidio della Biodiversità.
La rassegna è stata organizzata da Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna), Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini da carne), Asirara (Associazione allevatori asini di razza Romagnola), Comune di Imola e Cooperativa Clai.
Tre giorni in cui si potranno ammirare oltre 100 magnifici esemplari di bovini di razza Romagnola, assistere alle sfilate e alle successive premiazioni dei vincitori di ogni categoria partecipante, conoscere più da vicino le peculiarità degli asini di razza Romagnola, ma anche partecipare alle numerose iniziative in calendario, dedicate agli studenti degli Istituti agrari e professionali, oltre a quelli delle Scuole elementari, con un occhio rivolto al coinvolgimento delle famiglie che vorranno trascorrere alcune ore in un contesto un po’ diverso dal solito.
Per gli studenti infatti è prevista una gara di giudizio su alcuni soggetti in gara, mentre ai più piccini è dedicata Romagnol-ART dei Piccoli, attività di pittura e decorazione delle sagome di toro Romagnolo. Sono inoltre previste la presentazione della razza bovina ed equina più piccola del mondo, rispettivamente la Dexter e la Falabella e le sfilate con relative informazioni sulle caratteristiche dell’asino di razza Romagnolo grazie alla presenza di esemplari suddivisi nelle varie categorie. Non mancheranno i giochi equestri organizzati dal Centro Ippico La Rondinella e i sempre apprezzati appuntamenti culinari, in questa occasione denominati “La Romagnola in Tavola”, organizzati dalla cooperativa Clai di Imola, tutti a base di carne di bovini di razza Romagnola, in cui sarà possibile assaggiare nelle varie preparazioni un prodotto di eccellente qualità che meriterebbe una diversa e più adeguata valorizzazione.
“In un momento in cui il settore zootecnico è spesso al centro di polemiche e veri e propri attacchi sulla conduzione degli allevamenti – puntualizza il direttore di Araer, Claudio Bovo – riteniamo che organizzare eventi come la Mostra Nazionale dei bovini di Razza Romagnola rappresenti il miglior modo per dimostrare la passione, l’abnegazione e la professionalità di chi si dedica all’allevamento in condizioni non sempre favorevoli, continuando però a pensare al benessere dei propri animali. Sappiamo che c’è fame di conoscenza, corretta e trasparente. Chi verrà a visitare la Mostra Nazionale dei Bovini di razza Romagnola potrà soddisfare questo bisogno”.
L’appuntamento è per venerdì, 16 giugno 2017, presso il Complesso Sante Zennaro di via Pirandello 12, a Imola (BO).

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Mostra Nazionale del Bovino di razza Romagnola,
si spengono le luci su un’edizione di grande successo

Granarolo Emilia (BO), 19 giugno 2017 – È calato il sipario sulla 26ma edizione della Mostra Nazionale del bovino di razza Romagnola che ha portato a Imola (BO) oltre cento esemplari, siglando un bilancio conclusivo che certifica un successo senza precedenti.
Inserita nell’ambìto dei tre giorni che a Imola, dal 16 al 18 giugno, hanno caratterizzato la Fiera Agricola del Santerno – Presidio della Biodiversità giunta alla sua settima edizione, la Mostra Nazionale del bovino di razza Romagnola ha saputo attrarre il pubblico delle grandi occasioni al punto che l’assessore all’Agricoltura del Comune di Imola, Pierangelo Raffini, ha parlato di un incremento di visitatori pari a un +20% rispetto all’edizione dello scorso anno.
“Nel ring hanno sfilato i migliori esemplari di una razza di bovini da carne che rappresenta una delle eccellenze del territorio – ha voluto sottolineare Maurizio Garlappi, presidente dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) che insieme ad Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini da carne), al Comune di Imola, all’Associazione allevatori asini di razza Romagnola (Asirara) e alla cooperativa Clai ha organizzato la rassegna – e soprattutto, grazie alle numerose iniziative che abbiamo inserito nel programma calendarizzato nell’arco dei tre giorni, siamo riusciti a catturare l’attenzione di molte persone non addette ai lavori, prime fra tutte le famiglie”.
Tra gli appuntamenti più seguiti dal numeroso pubblico assiepato a bordo ring, va annoverata la gara per indovinare il peso del torello Romagnolo, che ha visto in gara Figaro di Pratocalcio dell’Azienda agricola Pasqui Gino e Domenico di Forlì (412 kg di peso certificato sul posto) raccogliendo ben 497 schede in cui altrettanti spettatori hanno indicato quale, a giudizio di ognuno, poteva essere il peso dell’animale: in palio per il vincitore c’era una ricca fornitura di vari tagli di carne di bovino di razza Romagnola offerto dalla cooperativa Clai.
Particolarmente partecipata la sfilata che nella mattinata di domenica, 18 giugno, ha decretato il vincitore del Best in Show, maschile e femminile, di tutte le categorie in gara. Il prestigioso riconoscimento è andato rispettivamente a Dodo dell’Azienda agricola Cenni di Ravenna e a Aida delle Querce dell’Azienda agricola Donati sempre di Ravenna, due splendidi soggetti a cui il giudice di gara, Antonio Chiavini, ha assegnato il massimo riconoscimento, pur ammettendo che il livello della competizione tra gli animali in gara era tale da rendere difficile la sua valutazione.
“Una rassegna così partecipata e capace di suscitare tra i visitatori tanto entusiasmo – è l’analisi conclusiva del direttore di Araer, Claudio Bovo – non può che infondere fiducia sul futuro di questa razza autoctona dell’Emilia Romagna la cui sopravvivenza, fino a pochi anni fa, era messa seriamente in discussione a causa di una riduzione di capi e allevamenti che dal 2005 al 2015 ha dovuto registrare rispettivamente un -30% e un -43%.
La tendenza, soprattutto nella provincia di Bologna, sembra invertirsi, tant’è vero che nel 2016, relativamente ai capi iscritti al Libro genealogico, si è registrato un +3,87%. Un buon risultato che non è certo frutto del caso, bensì dell’attività che insieme ad Anabic portiamo avanti per il miglioramento genetico della razza, a cui si devono aggiungere momenti come la Mostra appena terminata che rappresentano occasioni imperdibili per valorizzare una razza di elevata qualità”.
Particolarmente interessante si è rivelata la sfilata degli asini di razza Romagnola, che grazie all’intensa attività portata avanti da Asirara soprattutto negli ultimi 15 anni, oggi non rappresenta più una specie a rischio estinzione. Tra le note di colore che hanno suscitato grande interesse tra il pubblico va ricordata la sfilata di alcuni bovini ed equini appartenenti alle razze più piccole al mondo: rispettivamente la Dexter e la Falabella.

Dida:
1) Figaro di Pratocalcio, il torello al centro della gara in cui il pubblico è stato chiamato a indovinare il peso dell’animale

2) Il direttore di Araer, Claudio Bovo, premia Aida delle Querce, la bovina di razza Romagnola che si è aggiudicata il Best in Show

3) Laura Cenni e il suo Dodo, a cui è andato il Best in Show dei maschi di razza Romagnola


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19/06/2017, 15:50
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Il Mipaaf pronto a un nuovo taglio dei finanziamenti,
il sistema allevatori a rischio sopravvivenza

Granarolo Emilia (BO), 22 giugno 2017 – La notizia è arrivata come una bomba nella tarda serata del 21 giugno.
In una nota il ministero delle Politiche agricole comunicava alle Regioni che la ripartizione per il cofinanziamento del Piano nazionale dei controlli sulla produttività animale svolti dalle Associazioni Allevatori, a causa del ridimensionamento della spesa pubblica passerebbe dagli attuali circa 22,5 milioni di euro/annui a soli 7 milioni/annui.
E questo nonostante una spesa complessiva che supera abbondantemente i 50 milioni di euro/annui.
All’immediata reazione del presidente dell’Associazione italiana allevatori (Aia), Roberto Nocentini, che in un comunicato ha espresso la grande preoccupazione per questo provvedimento convocando urgentemente il Comitato direttivo di Aia per affrontare, ha dichiarato, “quella che si prospetta come la più grave emergenza che il sistema allevatoriale abbia mai, in questi 70 anni di storia, dovuto affrontare”, si uniscono lo sconcerto e l’indignazione del presidente e del direttore dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna, rispettivamente Maurizio Garlappi e Claudio Bovo.
“Il taglio dei finanziamenti che dai 6,7 milioni di euro del 2012 sono passati a 2,7 milioni nel 2016 – sottolinea Maurizio Garlappi – ha di fatto imposto una riorganizzazione di Araer che solo con l’impegno e l’abnegazione di tutto il personale è stato possibile attuare. Insieme con la Regione Emilia Romagna abbiamo realizzato un progetto che ci ha permesso di continuare a essere il punto di riferimento tecnico degli allevatori mantenendo inalterato il livello occupazionale dei nostri dipendenti. Oggi, con l’incomprensibile decisione del Mipaaf, il contributo pubblico si ridurrebbe a circa 850mila euro/annui: un ulteriore taglio che decreterebbe la fine del sistema allevatori”.
“In questi ultimi anni siamo stati chiamati a un impegno gravoso che abbiamo affrontato con coraggio – gli fa eco il direttore Claudio Bovo – perché il settore zootecnico, per la nostra regione e per l’intera nazione, è uno dei pilastri del nostro sistema primario. Se la scure del taglio dei finanziamenti si dovesse di nuovo abbattere su di noi vorrebbe dire non poter realizzare i progetti che abbiamo in cantiere, porre fine all’azione di miglioramento genetico delle razze, abbandonare tutte le azioni a tutela della biodiversità animale che solo noi possiamo garantire, non dare seguito anche a quei progetti sul benessere animale e sulla sostenibilità ambientale che con sempre maggiore determinazione la società civile richiede”.
“Non posso che auspicare un cambio di rotta, una presa di coscienza da parte del ministero per le Politiche agricole – conclude il presidente Garlappi - affinchè possa essere scongiurata quella che purtroppo allo stato sembra più di un’ipotesi: la morte della zootecnia italiana”.

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22/06/2017, 18:47
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Assemblea annuale Araer,
gli obiettivi raggiunti e le incognite per il futuro

Granarolo Emilia (BO), 4 luglio 2017 – Poteva essere l’assemblea che di fatto sanciva la morte del sistema allevatori. Invece, e per fortuna, con il dietro-front dei paventati e pesanti tagli ai finanziamenti pubblici annunciati non più tardi di un paio di settimane fa, l’annuale appuntamento dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer), svoltosi il 3 luglio presso la sede di Granarolo Emilia, è stato ancora una volta l’occasione per illustrare l’andamento tecnico-economico della zootecnia regionale nel 2016, che ha chiuso il bilancio con un lieve segno positivo nonostante un’ulteriore diminuzione del sostegno pubblico, e stilare una previsione per l’anno in corso.
“L’assetto del sistema allevatori è destinato a vivere grandi cambiamenti – ha introdotto il suo intervento il presidente Araer, Maurizio Garlappi – Se i tagli annunciati si fossero concretizzati questa assemblea avrebbe avuto ben altri argomenti da affrontare. Fortunatamente, grazie al tempestivo intervento degli assessorati regionali all’Agricoltura, in primis il nostro, e alla grande mobilitazione mai avvenuta in passato da parte del sistema allevatori, il Mipaaf ha sbloccato le risorse indispensabili per garantire i controlli funzionali”.
Dal 2013 a oggi Araer ha avviato al suo interno una profonda riorganizzazione, che pur nel contenimento dei costi ha saputo aumentare i servizi offerti agli iscritti.
Un aspetto che trova un positivo riscontro nel numero di soci, passati da 2.518 del 2012, a 2.708 di quest’anno, numeri che si traducono in 291.033 capi grossi sotto controllo alla data del 31 dicembre 2016.
“Oltre al rinnovo delle cariche sociali – ha sottolineato Garlappi – il 2016 sarà ricordato per la completa implementazione del nuovo e innovativo sistema gestionale Si@lleva, che ci vede impegnati nell’installazione del programma ma soprattutto nel trasferimento all’allevatore di come utilizzarlo sfruttando le molteplici funzioni previste; così come va menzionata l’incessante attività del nostro laboratorio di analisi che nel 2016, rispetto all’anno precedente, ha registrato un incremento del 6,69% per un numero complessivo di analisi pari a 1.441.551, in cui devono essere conteggiate anche quelle effettuate per la Regione Toscana, alla quale a breve si unirà l’Umbria, il Lazio e l’Abruzzo, segno evidente che anche da questo punto di vista Araer rappresenta un importante punto di riferimento”.
Relativamente ai controlli funzionali, le bovine da latte controllate nel 2016 sono state 231.624 (+0,50%) “un incremento che non deve essere sottovalutato, soprattutto se si considera la diminuzione degli allevamenti in atto – ha spiegato ancora Garlappi – La produzione media per capo controllato è stata pari a 8.763 kg con un aumento dell’1,26% rispetto al 2015 e valori quanti-qualitativi di tutto rispetto. Notevole è anche la consistenza media registrata di bovine controllate per allevamento, che in Emilia Romagna raggiunge la cifra di 124,7, a fronte di una media nazionale di 79,7. Un valore, il nostro, che assume ancora più importanza se si considera che i controlli funzionali dei nostri tecnici arrivano anche in montagna, con tutte le difficoltà che questo comporta. In aumento poi la quantità di latte vendibile di latte prodotto in Emilia Romagna che ha raggiunto 1.999,52 mila tonnellate, con un aumento produttivo rispetto al 2015 del 4,5%, che diventa del 6,5% se si considera la base quinquennale”.
Tornando all’attività del laboratorio di analisi, peraltro accreditato dall’ente unico nazionale di accreditamento Accredia per le analisi di grasso, proteine e cellule somatiche, va ricordato lo screening previsto per la ricerca degli anticorpi della Paratubercolosi e della Neospora, l’analisi per il rilevamento precoce della gravidanza, la fornitura agli allevatori del kit per effettuare presso gli allevamenti le analisi della Bvd e per il rilevamento di residui di antibiotici nel latte e l’implementazione, dall’inizio del 2017, del nuovo servizio per la ricerca della Chetosi.
Un quadro di aspetti positivi, che però non toglie spazio ad alcune preoccupazioni. “La prima riguarda la modifica della Legge 30 – ha insistito il presidente Araer – una modifica che non conosciamo e che temiamo possa incidere negativamente sul sistema allevatori. Un altro tema che preoccupa riguarda i bandi della misura sulla biodiversità del Piano di sviluppo rurale nazionale, a cui si aggancia la misura del Piano di sviluppo rurale legato alla consulenza aziendale, un tema evidenziato con forza anche lo scorso anno a cui teniamo particolarmente perché rappresenta uno strumento di rilevante e vitale importanza per il nostro settore, che ha il grande bisogno di poter contare su supporti tecnici di lunga durata affinchè si possano orientare quelle scelte e quegli interventi necessari agli allevatori per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
All’assemblea ha partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, secondo la quale “i maggiori livelli produttivi registrati sono sicuramente un fatto positivo – ha affermato – attenzione però all’aumento che sia per la produzione di Parmigiano Reggiano che per il latte fresco vorrebbe poi dire riuscire a trovare uno sbocco sul mercato che garantisca agli allevatori una buona redditività”.

Dida: Da sinistra il presidente Araer, Maurizio Garlappi durante il suo intervento. Al tavolo Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna e il direttore di Araer, Claudio Bovo


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