Appuntamento con l’Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano
Bologna, 9 novembre 2019 - Torna l’appuntamento autunnale dell’Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano organizzata dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna in collaborazione con il Consorzio agrario provinciale di Parma, che il 16 novembre prossimo, a partire dalle ore 10, ospiterà l’evento nell’area della stalla dell’ex Centro Tori in via Jones Melvin 15, a Parma.
Un appuntamento iniziato un paio di anni fa e che è ormai diventato una consuetudine non solo per gli allevatori che producono per il Parmigiano Reggiano, ma anche per i tecnici e gli operatori del settore che possono sfruttare un’occasione di incontro e confronto professionale.
Saranno una trentina le bovine, tutte in lattazione e di razza Frisona e Bruna, che sfileranno nel ring accomunate da un unico comun denominatore: l’elevato valore genetico e il perfetto stato sanitario, determinato soprattutto dai rigorosi controlli a cui ognuna di esse verrà sottoposta per poter partecipare all’Asta.
“Oggi più che mai l’eccellente condizione sanitaria del bestiame deve essere garantito – spiega il presidente di Araer, Maurizio Garlappi – e noi siamo orgogliosi di poter affermare che i servizi offerti e i tecnici messi in campo da Araer sono assolutamente in grado di assicurare il rispetto scrupoloso delle analisi previste, tant’è vero che il Regolamento redatto per partecipare all’Asta dedica un accurato elenco di requisiti da rispettare per l’ammissione. In questo scenario, la gestione del farmaco e di conseguenza l’asciutta selettiva delle bovine rappresentano due inscindibili capisaldi su cui Araer sta lavorando per fornire agli associati un servizio sempre puntuale e competente a sostegno della loro professionalità”.
Il continuo dinamismo a cui il mondo allevatoriale è chiamato non può prescindere dal radicamento alle tradizioni. “L’Asta delle bovine rientra in questo contesto – sottolinea Claudio Bovo, direttore di Araer – perché favorisce quel confronto tra allevatori di cui spesso si è sentita la mancanza. All’aspetto legato a un passato che sta tornando di grande attualità, dobbiamo unire l’innovazione tecnico-scientifica che ci permette di presentare animali non solo iscritti al Libro Genealogico, ma caratterizzati soprattutto da un elevato valore genetico e da un altrettanto ineccepibile stato sanitario, certificato dalle scrupolose analisi a cui, come ricordava il presidente Garlappi, tutti i soggetti partecipanti all’Asta devono sottostare”.
L’Asta delle bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano rappresenta un fiore all’occhiello anche per il Consorzio agrario provinciale di Parma che, come afferma il suo presidente, Giorgio Grenzi, “costituisce un’iniziativa in cui noi crediamo molto e che fin dalla sua prima edizione ha saputo attrarre un pubblico di allevatori e operatori sempre numeroso e competente. Anche questo tipo di rassegne contribuisce alla crescita professionale degli allevatori, soprattutto in momenti in cui oltre alla qualità produttiva occorre trasmettere informazioni corrette, rispondere alle esigenze del mercato, mantenere alto il livello della competitività”.
Anche in questa occasione, le bovine verranno battute all’Asta da uno dei più conosciuti battitori, Pier Paolo Pradi, che non mancherà di animare con competenza la kermesse. Come nelle passate edizioni le bovine saranno valutate dai tecnici Araer che dovranno esprimersi sulle caratteristiche morfologiche di ogni soggetto. Dopo la mungitura della sera di venerdì 15 novembre, quando le bovine verranno ricoverate nella Stalla del Consorzio, si procederà alle analisi di routine sul latte per stabilire i livelli di grasso, proteine, lattosio, inibenti e cellule somatiche. La mattina dopo, prima della sfilata, ogni bovina verrà sottoposta alle rituali operazioni di toelettatura per mettere in mostra le sue migliori caratteristiche morfologiche.
L’invito a partecipare è rivolto anche al pubblico dei non addetti ai lavori. Sarà un’occasione molto interessante per avvicinare il “consumatore” al mondo dell’allevamento e scoprire la professionalità che lo caratterizza.
ASTA DELLE BOVINE NATE E ALLEVATE NEL DISTRETTO DEL PARMIGIANO REGGIANO Parma, 16 novembre 2019 - Ore 10 Torna l'Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano organizzata dall'Associazione Regionale Allevatori dell'Emilia Romagna in collaborazione con il Consorzio Agrario Provinciale di Parma. L'appuntamento si terrà come sempre presso la stalla dell'ex Centro Tori in via Jones Melvin 15, a Parma, a partire dalle ore 10.
Tutte le bovine che sfileranno nel ring, di razza Frisona e Bruna, sono iscritte al Libro Genealogico e si caratterizzano per l'elevato valore genetico e il perfetto stato sanitario perchè sottoposte ai rigorosi controlli di laboratorio previsti dal Regolamento.
La kermesse sarà aperta anche alla partecipazione dei non addetti ai lavori, quindi i consumatori che potranno toccare con mano la professionalità e la passione del mondo produttivo.
Bologna, 15 gennaio 2020 – Con l’inizio del nuovo anno l'Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) torna a organizzare incontri formativi e informativi a sostegno di uno dei comparti economici più importanti della Regione e del Paese: quello zootecnico.
Per il 20 gennaio prossimo, infatti, ha organizzato un incontro dal titolo “L’Associazione Allevatori al servizio della zootecnia Riminese”, che si terrà a partire dalle ore 10.30 presso la Sala della Locanda dei Venti in località Torricella-Novafeltria (RN). (vai al programma)
All’evento parteciperanno il Responsabile della Sezione Provinciale Allevatori di Forlì/Rimini, Sandrino Perini che illustrerà lo scenario delle consistenze e delle evoluzioni produttive del territorio; a seguire interverrà il direttore dell’Ausl di Rimini, Roberto Angelini, che traccerà il quadro della situazione sanitaria presente negli allevamenti riminesi. Infine, il direttore e il presidente Araer, rispettivamente Claudio Bovo e Maurizio Garlappi, parleranno in ordine ai servizi e alle iniziative previsti dall’Associazione per il 2020 a sostegno del comparto tracciando un bilancio da cui ripartire.
“La provincia di Rimini non è particolarmente conosciuta per le sue produzioni zootecniche – spiega Maurizio Garlappi – e di esse si parla poco, relegandole a una sorta di fanalino di coda nel panorama economico regionale. Certo, le differenze produttive con altre zone della regione sono evidenti, ma non per questo devono essere ritenute meno importanti. Nella sua attività di supporto all’attività degli associati, Araer ha quindi deciso di svolgere un ruolo più incisivo per favorire la crescita professionale e produttiva degli allevamenti riminesi di tutte le specie allevate. Un impegno che parte con il primo incontro del 20 gennaio prossimo e che continuerà nel corso dell’anno con altre e importanti iniziative”.
I settori ovicaprino e suinicolo del Riminese, negli ultimi 10 anni, hanno dovuto registrare una contrazione delle consistenze sia per il numero di capi che, inevitabilmente, di allevamenti. Il primo comparto infatti, nel 2009 contava un totale di circa 10.300 capi che nel 2019 non hanno superato le 7.900 unità distribuite in 284 allevamenti. Stesso discorso per il comparto suinicolo che dal 2009 al 2019 si è più che dimezzato passando da circa 14.000 capi a 6.950 pari a 384 allevamenti. Diverso il discorso per i bovini che con l’adesione nel 2010 alla provincia di Rimini da parte di 7 Comuni (prima sotto Pesaro-Urbino) sono passati da un totale di 2.900 capi del 2009 a 7.200 del 2019, suddivisi in 5.200 soggetti da carne e 2.000 da latte, per un totale attuale di 287 allevamenti.
“Queste cifre ci dicono che dobbiamo obiettivamente lavorare molto per vedere incrementare numero di capi e allevamenti – sottolinea il direttore di Araer, Claudio Bovo – ma confermano anche che le potenzialità di crescita esistono e vanno sfruttate con l’aiuto dei progressi derivanti dalla ricerca scientifica, dall’innovazione tecnologica adottando scelte strategiche che possiamo elaborare per contribuire a fare di questo territorio un ulteriore luogo di eccellenza della zootecnia emiliano-romagnola”.
Emergenza Covid 19 L’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna ha attivato il Servizio di Sostituzione Zootecnica
Il lavoro in stalla e le operazioni di mungitura non si possono fermare. Così Araer ha promosso un progetto in base al quale i tecnici che si renderanno disponibili, potranno andare temporaneamente negli allevamenti che ne faranno richiesta per svolgere le attività in capo al personale assente per malattia. Un’iniziativa portata avanti in collaborazione con il Consorzio del Parmigiano Reggiano
Bologna, 3 aprile 2020 - L’emergenza sanitaria legata al coronavirus Covid 19 sta mettendo a dura prova l’attività all’interno degli allevamenti di bovine da latte dell’Emilia Romagna, l’87% di essi impegnati a produrre per il Parmigiano Reggiano Dop.
L’assenza per malattia del personale dipendente rischia di inceppare il regolare svolgimento delle attività di stalla, in primis la mungitura, costringendo i titolari delle aziende a sopportare un carico di lavoro difficilmente gestibile.
Una soluzione, seppure temporanea, arriva dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) che facendo riferimento a quanto prevede il proprio Statuto ha istituito il Servizio di Sostituzione Zootecnica. In pratica, i tecnici Araer che daranno disponibilità, potranno andare negli allevamenti emiliano-romagnoli che ne faranno richiesta a svolgere attività di stalla e/o operazioni di mungitura.
Dal canto loro, prima dell’avvio del servizio, le aziende dovranno sottoscrivere un contratto in cui verranno riportate le condizioni del servizio stesso, un’autocertificazione in cui si riportano tutte le garanzie di protezione e tutela per il dipendente Araer e dichiarare di non essere sottoposte a vincoli di restrizioni e/o quarantene previste dalle norme legislative in materia di Covid19.
“Non potevamo rimanere insensibili in un momento di tale emergenza – dichiara il presidente Araer, Maurizio Garlappi – e quando il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, ci ha chiesto collaborazione per coprire l’intera filiera la nostra risposta non poteva che essere affermativa. Siamo molto orgogliosi del lavoro svolto, soprattutto dell’opportunità che questo progetto garantisce nel dare continuità a una filiera così importante come quella alimentare con una delle più importanti eccellenze agroalimentari italiane”.
“In un frangente in cui è complicata anche la semplice attività d’ufficio – incalza Claudio Bovo, direttore di Araer – non è stato semplice elaborare e coordinare un progetto così impegnativo in pochi giorni. Però ce l’abbiamo fatta grazie alla collaborazione di tutti, compresi i sindacati che siglando l’accordo tra le parti hanno permesso la realizzazione di questa iniziativa. L’impegno è stato collettivo e questo ci rende particolarmente orgogliosi, soprattutto perché garantisce all’intera filiera lattiero-casearia emiliano-romagnola la continuità operativa a totale vantaggio dei consumatori”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, per il quale “ogni iniziativa che contribuisca a mantenere completamente operativa la filiera è benvenuta – afferma – La collaborazione che abbiamo potuto realizzare con Araer va in questa direzione e il progetto che ne è scaturito dimostra la sua importanza fondamentale. Mai come in questo periodo tanto drammatico siamo tutti coinvolti in un processo produttivo dove il senso di responsabilità verso gli attori della filiera e verso la società non deve avere alcun tipo di sbavatura, bensì dimostrare una coesione che ci aiuterà a superare le enormi difficoltà che questa emergenza sanitaria ci costringe ad affrontare”.
Maurizio Garlappi: “Sempre a fianco degli associati per superare
i problemi di oggi e vincere le sfide di domani”
Dopo quattro anni di costante crescita, nel 2019 la Plv zootecnica regionale ha dovuto registrare una contrazione rispetto all’anno prima assestandosi al 47,51% a fronte del 49,9% del 2018. Meglio invece l’export della Regione, che rappresentato soprattutto da prodotti e derivati zootecnici ha incassato un +4,7%. “L’emergenza sanitaria – ha affermato il presidente Garlappi – non ci ha trovati impreparati a fronteggiare una situazione difficile che abbiamo contrastato con iniziative efficaci e mirate a tutela dei nostri associati e del loro lavoro”
Bologna, 2 novembre 2020 – L’intenzione era quella di farla in presenza. E tutto era stato preventivamente predisposto nel totale rispetto delle norme antiCovid. Poi l’aggravarsi dei contagi e della situazione sanitaria di queste ultime settimane ha imposto un brusco dietrofront, e l’assemblea annuale dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) si è così svolta come da programma il 30 ottobre scorso ma in forma digitale.
All’incontro, oltre al presidente Maurizio Garlappi e al direttore Claudio Bovo, hanno partecipato i componenti del Consiglio direttivo e del Collegio sindacale per l’approvazione del bilancio 2019, ma in collegamento era presenti anche i vertici di Aia (Associazione nazionale allevatori), Roberto Nocentini e Mauro Donda, rispettivamente presidente e direttore generale, oltre all’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi e a Roberta Chiarini, Responsabile del servizio organizzazioni di mercato e sinergie di filiera alla Regione Emilia Romagna.
“Illustrare il bilancio 2019 a fine 2020 sembra un po’ un controsenso – ha esordito nel suo intervento il presidente Garlappi – ma lo slittamento alla fine di ottobre delle assemblee annuali rientra nei provvedimenti presi dal Governo la primavera scorsa in pieno lockdown. A questo proposito non posso non ricordare cosa ha significato anche per Araer l’emergenza Covid19, a iniziare dalla perdita di alcuni associati alle cui famiglie non abbiamo fatto mancare la nostra vicinanza e il nostro conforto. Parallelamente, abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità adottando dapprima tutte le misure di prevenzione previste con grande scrupolo e attenzione e immediatamente dopo promuovendo una serie di iniziative che ci hanno permesso di garantire la continuità di tutti i servizi messi a disposizione degli associati, a iniziare dai controlli funzionali”.
Relativamente all’andamento della zootecnia emiliano-romagnola nel 2019, il presidente di Araer ha quindi fornito i numeri che hanno caratterizzato uno dei comparti più importanti dell’agroalimentare regionale e nazionale. “Dopo quattro anni di crescita costante – ha scandito – lo scorso anno il settore ha segnato il passo e le sue produzioni hanno rappresentato il 47,51% della Plv (produzione lorda vendibile, ndr) totale a fronte del 49,9% del 2018. In valore, parliamo di 2.002,25 milioni di euro che evidenziano un -15% rispetto al 2018, quando si raggiunsero i 2.365,51 milioni di euro”.
Più soddisfacente il dato dell’export agroalimentare regionale, cresciuto lo scorso anno del 4,7% rispetto al 2018, per un valore totale di 6.842 milioni di euro, in cui la quota maggiore è rappresentata dai prodotti e dai derivati zootecnici. Nello specifico dei vari comparti produttivi, quello lattiero-caseario ha segnato lo scorso anno un incremento produttivo dello 0,3% raggiungendo un quantitativo totale di latte prodotto di oltre 21 milioni di quintali, “anche se dopo gli ottimi risultati degli anni precedenti – ha sottolineato Garlappi – il valore della Plv di questo segmento produttivo ha perso il 24,3% rispetto al 2018, pari a 343,78 milioni di euro. Una situazione che è stata determinata soprattutto dalla forte riduzione delle quotazioni dei formaggi grana e in particolare del Parmigiano Reggiano, a cui è destinato circa il 92% del latte regionale e che lo scorso anno ha incassato un incremento produttivo dell’1,47%, mentre il Grana Padano prodotto a Piacenza ha messo a segno un +5,2%”.
Preoccupa il settore della carne bovina, che nel 2019 ha continuato a registrare una diminuzione sia in termini produttivi che di prezzi, a cui si lega la riduzione degli allevamenti, calati rispetto al 2018 del 4,20%, in particolare per la razza Romagnola, rispetto alla quale è stato chiesto all’assessore Mammi un coinvolgimento della Regione volto a individuare percorsi mirati di valorizzazione e promozione sul territorio. In crescita invece i suini allevati, +3,5%, a cui fa però riscontro una lieve flessione dei prezzi che porta il bilancio a un risultato negativo: -1,5%. Per avicunicoli e uova l’andamento del 2019 è stato sostanzialmente positivo: a fronte di un’offerta di carne stabile rispetto al 2018, i prezzi medi di mercato hanno registrato un +1,1% grazie al buon andamento delle quotazioni dei conigli (+8,5%) e dei tacchini (+7,1%). In calo invece i prezzi dei polli da carne: -4,5%. Bene il trend per il mercato delle uova con un +5,7% dovuto all’aumento delle quantità prodotte nonostante il calo delle quotazioni medie pari a -6%. Infine il settore ovicaprino, che rispetto al 2018 ha registrato una Plv sostanzialmente stabile.
“Araer ha saputo dimostrare di essere un modello di efficienza e qualità dei servizi – ha sottolineato Mauro Donda nel suo intervento – e pur nella difficoltà del momento saprà sfruttare con intelligenza tutte le sue potenzialità”. Sulla stessa scia il presidente di Aia Roberto Nocentini, che riferendosi alla crisi della razza Romagnola ha ribadito non solo la necessità di individuare le migliori strategie per una maggiore valorizzazione, ma ha anche ricordato quanto sia necessario puntare alla vendita all’interno dei confini regionali attraverso politiche di promozioni mirate e innovative”.
“Grazie per quello che state facendo e per quello che rappresentate per la zootecnia emiliano-romagnola”. Con questo esordio, il nuovo assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha espresso il pieno appoggio “della Regione a tutti quei progetti che sapranno proporre soluzioni innovative e concrete. Le direttrici che guideranno il mio lavoro - ha sottolineato – riguardano la ricerca, la conoscenza, gli investimenti e il sostegno sui mercati per supportare tutti gli anelli delle varie filiere produttive. È questa la strada da percorrere per garantire a tutti la giusta redditività e rispondere a un mondo che la drammatica crisi che stiamo vivendo ha già cambiato. Chi pensa che agricoltura e ambiente siano due termini in contraddizione si sbaglia – ha concluso – abbiamo davanti importanti sfide che saranno supportate, oltre che dalle risorse del Recovery Fund, dalla nuova Pac. Già oggi, oltre a quelle previste nei due anni di transizione che ci porteranno al 2023, potremo contare su una dotazione di circa 1,3 miliardi di euro a livello nazionale previsti dal Parlamento europeo nei giorni scorsi. La quota che verrà destinata all’Emilia Romagna dovrà essere investita in progetti concreti e ambiziosi al tempo stesso. Per farlo, dobbiamo tutti lavorare insieme affinchè anche l’Europa rivolga al settore zootecnico una maggiore attenzione. Anche per questo penso che sarebbe ora di pensare alla creazione di una Ocm zootecnia”.
Il direttore Claudio Bovo ha infine dato lettura del bilancio consuntivo dell’Associazione, approvato all’unanimità.
Benessere animale e progetti dedicati, l’impegno di Araer per il presente e il futuro della zootecnia
Bologna, 4 novembre 2020 – In occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer), svoltasi online il 30 ottobre scorso alla presenza dei vertici dell’Associazione, Maurizio Garlappi presidente e Claudio Bovo direttore, oltre a quelli dell’Aia, Roberto Nocentini e Mauro Donda, all’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi e alla Responsabile del servizio organizzazioni di mercato e sinergie di filiera della Regione Emilia Romagna, Roberta Chiarini, grande spazio è stato riservato a illustrare i progetti e le iniziative che Araer sta portando avanti. A iniziare dal Progetto Leo, previsto dal Piano di sviluppo rurale nazionale (Psrn), che nel corso del 2019 ha visto la sua piena applicazione.
Il Progetto, che pone l’Associazione italiana allevatori (Aia) a capofila del partneriato in cui sono coinvolti l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, quello dell’Umbria, l’Istituto Spallanzani di Roma, l’Università di Piacenza, della Tuscia, di Palermo oltre a Consvapi e Bluarancio, terminerà il 30 giugno 2023, ed è finalizzato alla raccolta in allevamento di nuovi dati e parametri che, pur operando come una sola, alimenteranno tre banche dati dedicate rispettivamente alla sostenibilità ambientale ed economica, alla sicurezza alimentare e al benessere animale permettendo la fruibilità dei dati in forma aggregata.
“Si tratta di un progetto innovativo con una banca dati unica in Europa che, per il momento, raccoglierà solamente le informazioni di carattere nazionale – ha spiegato il presidente Maurizio Garlappi – reperite dai controllori di Araer in occasione dei controlli funzionali, legate agli aspetti riproduttivi/produttivi della mandria e a quelli strutturali e ambientali della stalla. Vorrei sottolineare la totale gratuità del Progetto per tutti gli allevatori che intendono aderire, ai quali quindi non è stato e non verrà chiesto alcun contributo”.
Con il Progetto Leo dunque, la sostenibilità ambientale e il benessere animale non restano confinati a un concetto scritto sulla carta, ma rispondono concretamente a una richiesta pressante che arriva dal consumatore, attento alla qualità di ciò che mangia ma sempre più sensibile alla tutela dell’ambiente e ai sistemi di allevamento da cui provengono i cibi che porta in tavola. “I dati raccolti attraverso il Progetto Leo – ha continuato Garlappi – insieme a quelli introdotti dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia e dal veterinario aziendale saranno utilizzati anche da Classyfarm, la banca dati prevista dai Regolamenti europei in materia di sicurezza alimentare, il cui compito è quello di classificare gli allevamenti secondo una graduatoria di rischio in base alla quale il personale di controllo Asl stabilirà la frequenza annuale delle verifiche da effettuare in azienda”.
La volontà di Araer, in questi ultimi anni, è stata anche quella di dare risposte “diverse” rispetto alle normali attività istituzionali per soddisfare le specifiche richieste giunte proprio dagli allevatori. Oltre alle Aste delle bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano, giunte alla loro quinta edizione e sospese a causa della pandemia, l’Associazione ha affrontato concretamente le problematiche legate all’antibioticoresistenza e, ancora una volta, al benessere animale. “Temi sui quali continueremo a lavorare – ha sottolineato ancora Garlappi – e che già oggi trovano un ottimo riscontro nella certificazione Allevamenti del Benessere, assegnata da un ente certificatore terzo agli allevamenti che hanno saputo rispettare i parametri previsti, avviata un paio di anni fa grazie all’accordo siglato con la Centrale del latte di Cesena (FC) a cui nel 2019 si è aggiunto quello sottoscritto da 8 caseifici di Piacenza. Non posso inoltre dimenticare il Protocollo d’Intesa siglato tra il Consorzio del Parmigiano Reggiano, Aia e Araer firmato il 27 settembre dello scorso anno, prima volta per un ente di tutela, riguardo la trasmissione di dati e informazioni di carattere zootecnico in forma aggregata, oltre alla realizzazione di un report contenente i parametri elaborati sul benessere animale per i quali è stata formalizzata e sottoscritta una liberatoria per ogni singolo allevamento”.
Infine l’attività di laboratorio, sempre capillare, che ai test diagnostici per la ricerca degli anticorpi della paratubercolosi e/o della neosporosi bovina, al test di gravidanza, al servizio analisi “rischio chetosi”, dai primi mesi del 2019 ha messo a disposizione degli associati il servizio microbiologico per l’identificazione degli agenti patogeni responsabili della mastite attraverso un esame colturale e il successivo, eventuale, antibiogramma, un ulteriore importante servizio che ha previsto a monte la formazione del personale Araer per la corretta campionatura del latte da analizzare: le analisi effettuate nel corso del 2019 sono state diverse migliaia.
Giovedì, 25 marzo 2021 – L’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) organizza per lunedì 29 marzo, alle ore 11, una conferenza stampa online per illustrare e commentare i dati numerici ed economici legati alla zootecnia regionale nel 2020, compresa una previsione sulla Plv (Produzione lorda vendibile). Vi invitiamo quindi a partecipare registrandovi a questo link https://zoom.us/j/95018151180 della piattaforma Zoom.
La conferenza stampa vedrà la partecipazione del presidente e del direttore di Araer, rispettivamente Maurizio Garlappi e Claudio Bovo.
“Abbiamo pensato fosse importante organizzare questo incontro con la stampa – afferma il presidente Garlappi – La tragedia della pandemia che ha caratterizzato il 2020 e che ancora siamo costretti a vivere, se da una parte ha giustamente imposto uno stop alle nostre iniziative, dall’altra ha chiesto al sistema allevatori di svolgere un ruolo fondamentale, soprattutto nel duro periodo del lockdown quando gli approvvigionamenti alimentari dovevano essere garantiti. Contestualmente, nel rispetto di tutte le disposizioni sanitarie previste, le nostre attività, dai controlli funzionali al laboratorio, dai servizi assicurativi all’assistenza tecnica non si sono mai fermate, pur svolgendosi spesso in condizioni di grande difficoltà. Un’attività a 360° sulla quale potevamo confrontarci tra allevatori quando era possibile incontrarci in presenza: basti pensare che nel solo 2019 abbiamo organizzato oltre 50 iniziative tra mostre ed eventi di approfondimento. Nel 2020 questo non è stato possibile, ma allo stesso tempo l’attività negli allevamenti non si è mai fermata e con essa l’impegno degli allevatori nello svolgimento del loro lavoro”.
“Molti temi di grande rilevanza stanno venendo avanti e imporranno a breve dei profondi cambiamenti – interviene il direttore Claudio Bovo – dalle norme sul benessere animale al contrasto all’antibioticoresistenza passando per quel termine sempre più denso di significato che è la sostenibilità. La zootecnia dell’Emilia Romagna non si farà trovare impreparata. Sono infatti numerosi gli allevatori che pur in periodi così difficili hanno saputo guardare lontano e investire in innovazione tecnologica per il miglioramento delle loro stalle e della redditività aziendale. Appena le condizioni lo consentiranno, riprenderemo a organizzare tutte le varie iniziative che hanno sempre incassato un grande successo, a iniziare dalla Mostra Interregionale delle Bovine da Latte di Reggio Emilia. Abbiamo inoltre un obiettivo ambizioso da centrare, sicuri di poterci riuscire e riguarda il consumatore, con il quale vogliamo entrare in contatto per ascoltarne le esigenze e rispondere alle sue richieste con la forza della nostra professionalità. È un progetto in costruzione che verrà illustrato durante la conferenza stampa”.
Araer e Università di Parma insieme per la salvaguardia della razza ovina Cornigliese
Bologna, 30 marzo 2021 – Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna) e Università di Parma alleate a difesa della biodiversità.
L’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna plaude alla rielezione di Nicola Bertinelli alla presidenza del Consorzio del Parmigiano Reggiano
Bologna, 21 aprile 2021 - Il Comitato direttivo dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) insieme al presidente e al direttore, rispettivamente Maurizio Garlappi e Claudio Bovo, esprimono la loro piena soddisfazione per la rielezione di Nicola Bertinelli alla presidenza del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano.
“Non possiamo che unirci ai positivi commenti espressi dal presidente dell’Associazione italiana allevatori, Roberto Nocentini e dal direttore Mauro Donda – sottolinea Maurizio Garlappi – ed esprimere anche noi di Araer le nostre più vive congratulazioni a Nicola Bertinelli, che in questi quattro anni ha saputo imprimere una svolta positiva al Consorzio di tutela con azioni strategiche e mirate che hanno contribuito a gratificare anche il lavoro degli allevatori. Sono certo che nei prossimi anni che lo attendono alla guida del Consorzio, Bertinelli saprà dimostrare ancora una volta con i fatti tutta la sua capacità animata da un entusiasmo a dir poco contagioso, quell’entusiasmo e quella capacità di fare sistema che nell’autunno del 2019 hanno portato alla firma del protocollo di intesa tra Consorzio del Parmigiano Reggiano e Araer, un documento che nei fatti ha contribuito ad aumentare la valorizzazione di uno dei più importanti prodotti agroalimentari made in Italy non solo in termini di qualità, indiscussa, ma anche di sostenibilità produttiva”.
“Il confronto e la collaborazione con Nicola Bertinelli hanno sempre garantito il raggiungimento di risultati concreti – è il pensiero del direttore di Araer, Claudio Bovo – questo è un dato di fatto inconfutabile. I progetti che abbiamo portato avanti insieme, come ha ricordato il presidente Garlappi, non solo hanno ulteriormente valorizzato il Re dei Formaggi italiano, ma hanno contribuito ad accrescere la professionalità dei nostri allevatori che con totale abnegazione, nell’anno della pandemia, hanno saputo fronteggiare una situazione drammatica, senza precedenti, garantendo gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione. Un aspetto che non deve mai essere dimenticato perché sottolinea l’importanza del settore primario. Non possiamo che unirci quindi al vasto coro che plaude a questa rielezione, certi che anche nei prossimi quattro anni di mandato alla presidenza del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli darà lustro a un prodotto agroalimentare made in Italy che tutto il mondo ci invidia”.
“Un’Associazione forte che saprà cogliere le sfide del momento”
All’Assemblea annuale svoltasi il 28 giugno sono intervenuti anche l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, il direttore generale di AIA Mauro Donda e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli. Per tutti l’imperativo è lavorare per il futuro con una visione strategica
Bologna, 29 giugno 2021 – Più di 1,5 milioni di campioni di latte analizzati, quasi 240mila bovini da latte e oltre 12mila bovini da carne controllati rispettivamente in 1.734 e 508 allevamenti. A cui si aggiungono numeri altrettanto importanti legati all’attività di anagrafe del bestiame, alla fornitura delle marche auricolari, al servizio di controllo delle mungitrici e al lungo elenco di analisi di laboratorio, situato presso la sede provinciale di Reggio Emilia, dotato dei più innovativi strumenti diagnostici.
È partito da qui l’intervento con cui Maurizio Garlappi, presidente dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer), ha aperto i lavori della 50ma Assemblea annuale dell’Associazione, svoltasi in presenza nel pieno rispetto delle norme antiCovid, a cui hanno partecipato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, il direttore generale di AIA Mauro Donda e il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli.
“Il 2020, nonostante l’emergenza pandemica che ci ha ovviamente condizionato – ha sottolineato il presidente Garlappi – ci ha visti impegnati in un’intensa attività sia progettuale che tecnica destinata all’implementazione di ulteriori e nuovi servizi per gli allevatori, a iniziare dall’innovativo sistema gestionale Si@lleva, che dal primo gennaio di quest’anno viene fornito e installato gratuitamente a tutti gli associati. Sul fronte dei numeri, al 31 dicembre 2020 ARAER ha avuto sotto controllo 304.104 capi grossi, con un incremento di 30.409 soggetti rispetto al 2012. Il numero di allevamenti nel 2020 ha subito una riduzione del 2,47% portandosi a 3.401 unità rispetto all’anno prima, ma ha registrato un incremento nel numero dei capi dello 0,6% attestandosi a 487.586 soggetti. La produzione di latte ha incassoto un +5,20% mentre i prezzi, sempre sul 2019, hanno subito una contrazione del 4,55%. Riguardo i bovini da carne – ha continuato Garlappi - le consistenze di capi e di allevamenti hanno registrato un’ulteriore riduzione con la Romagnola che continua purtroppo a evidenziare una situazione di estrema difficoltà rispetto alla quale speriamo di poter individuare a breve strategie efficaci di valorizzazione e promozione. Le conseguenze dell’emergenza Covid e la diffusione della Peste suina africana esplosa nel cuore dell’Europa hanno messo a dura prova il comparto suinicolo che a fine 2020 ha dovuto fare anche i conti con l’inasprimento dei costi di produzione legato all’aumento dei prezzi delle materie prime destinate all’alimentazione del bestiame. Pesante la situazione del settore ovicaprino che nei mesi di marzo e aprile 2020 ha dovuto subire un calo delle macellazioni generando un surplus di prodotto e un tracollo dei listini per gli agnelli. Meno marcati gli effetti che la pandemia ha prodotto sulla filiera avicunicola che ha visto un aumento produttivo dell’1%, ma una contrazione del 2,94% sul fronte dei prezzi. Positivo invece il risultato per le uova che hanno registrato un +14,35% nella produzione e un +0,85% riguardo i prezzi.
Nell’anno che ci siamo lasciati alle spalle è inoltre proseguita l’attività legata al Progetto Leo, un’iniziativa che terminerà il 30 giugno 2023 finalizzata alla raccolta in allevamento di nuovi dati e parametri per valutare il livello di benessere animale, sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale ed economica. I parametri raccolti confluiranno in tre banche dati operanti però come una unica, dove sarà possibile fruirne in forma aggregata. Il Progetto Leo prevede un partenariato con AIA capofila e il coinvolgimento dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo oltre a istituti di ricerca e atenei. ARAER è inoltre fortemente impegnata nell’attività di tutela della sanità animale e nella riduzione del farmaco, in linea con quanto richiesto dalla Commissione nel contrasto al fenomeno dell’antibioticoresistenza. Ma è proprio sul benessere animale che stiamo giocando una grande partita – ha voluto rimarcare Garlappi - Stiamo infatti andando avanti con l’iniziativa denominata Allevamenti del benessere attraverso la quale certifichiamo gli allevamenti di bovini da latte in base alla valutazione di cinque indicatori che vengono rilevati con i normali controlli funzionali. Infine, ma non certo per importanza, in materia di servizi offerti agli associati, credo sia importante ricordare che dall’inizio del 2019 è operativo il nuovo Servizio mastite grazie all’attivazione presso il nostro laboratorio di Reggio Emilia del reparto di microbiologia dove si identificano gli agenti patogeni responsabili di questa patologia attraverso l’esame colturale e il successivo, eventuale antibiogramma: solo nel 2020 abbiamo eseguito 5.404 analisi microbiologiche e 260 antibiogrammi.
Credo sia doveroso ricordare che attraverso il nostro servizio di biologia molecolare insieme a Paolo Moroni, docente universitario a Milano e a Itaca, negli USA, uno tra i massimi esperti internazionali in materia, e a Marco Nocetti del Consorzio del Parmigiano Reggiano stiamo portando avanti un progetto sulle Linee guida per la gestione e l’attuazione dell’asciutta selettiva finalizzato a un utilizzo mirato degli antibiotici in linea con quanto detto prima sul fenomeno dell’antibioticoresistenza e a vantaggio di una maggiore biosicurezza degli allevamenti. Siamo consapevoli che nonostante i significativi risultati ottenuti e i straordinari impegni assunti ci aspettano sfide importanti che intendiamo raccogliere – ha concluso Maurizio Garlappi - perché ARAER continuerà sempre a svolgere tutte le attività e a garantire i servizi necessari agli allevatori per migliorare le produzioni e rendere la zootecnia emiliano-romagnola sempre più forte”.
“Nei prossimi anni la sfida per l’approvvigionamento del cibo sarà cruciale – ha sottolineato all’inizio del suo intervento l’assessore Alessio Mammi – e per questo è necessario investire e sostenere la nostra zootecnia che rappresenta un valore da comunicare bene, a dispetto di una disinformazione diffusa e di approcci ai vari problemi molto parziali. Nei 18 mesi che ci separano dall’entrata in vigore della nuova Pac (1 gennaio 2023 ndr) la nostra regione avrà a disposizione una dotazione di 408 milioni di euro di cui 120 saranno destinati al settore zootecnico. Risorse che per essere sfruttate, però, avranno bisogno di progetti ambiziosi che permetteranno alle filiere agroalimentari della nostra regione di ottenere il massimo rendimento dalle interessanti opportunità che ci aspettano. Non è più tempo di navigare a vista. Per riuscire a conciliare la produttività con la sostenibilità ambientale, economica e sociale serve una prospettiva di grande respiro che dobbiamo realizzare a partire da subito”.
“Il 40% del pil nazionale è legato all’asset campi-trasformazione-turismo – ha scandito nel suo intervento Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – una roba che va tutelata da chi in quell’asset ha un ruolo da protagonista. Cioè noi produttori, che gestiamo un fatturato complessivo di 140 miliardi di euro, 46 dei quali destinati all’export. Si fa presto allora a capire l’importanza di un sistema che oggi deve rispondere a una sempre più pressante richiesta proveniente dal mercato legata a come, quel prodotto, viene fatto. A livello globale attualmente produciamo cibo che potrebbe soddisfare il fabbisogno di 12 miliardi di persone, ma ne buttiamo il 38%. L’aumento della popolazione mondiale previsto da qui al 2050 non ci chiede di produrre di più, ma di farlo diversamente. Questo vuol dire saper giocare in anticipo, dimostrando di gestire la nostra distintività senza correre il rischio di doverla subire. È questo il prerequisito per continuare a stare saldamente sul mercato”.
Di insostituibilità del Sistema Allevatori AIA ha parlato infine Mauro Donda, direttore generale dell’Associazione italiana allevatori ricordando che “il nostro sistema è articolato, sa dialogare con le aziende e poggia le sue basi su una procedura di raccolta dati identica dall’estremo nord all’estremo sud del Paese, un aspetto che non si può sottovalutare e che invece certifica i nostri valori. Questo non significa che non esistono margini di ulteriore miglioramento sul quale da sempre il nostro impegno è e sarà costante e approfondito”.