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ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli 
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ANLAC: CUNICOLTURA, COMMISSIONE PREZZI UTILE SE ADOTTA REGOLE EFFICACI E CONDIVISE

“L’esordio della nuova Commissione Prezzi unica nazionale - riferimento italiano istituzionalmente riconosciuto per la formazione dei prezzi - pur essendo ancora in fase sperimentale, non sembra andare nella giusta direzione, ma è possibile apportare correzioni al regolamento per correggerne la rotta”. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, Presidente dell’Anlac, Associazione nazionale liberi allevatori di conigli, aderente ad AGCI Agrital e membro della Commissione.

“La CUN è nata non tanto per essere una nuova commissione, ma una commissione nuova - afferma il presidente dell’ Anlac - innovativa e, soprattutto, in discontinuità con il passato. Qualcosa di diverso, che non c’era, capace di guardare all’ intero mercato nazionale con strumenti di analisi oggettiva, qualcosa di inedito nei rapporti tra gli attori della filiera, premiando i liberi allevatori e i liberi macellatori. Lo strumento, dunque, resta valido, ma bisogna farne buon uso”.

Ad esempio, le designazioni non sono ancora bilanciate tra i diversi territori, in particolare quelle dei macellatori. Non solo, ma occorre prevedere delle regole per cui i macellatori che importano conigli dall’ estero non possono essere compatibili con una Commissione nazionale che ha lo scopo di monitorare, tutelare e rendere trasparente il mercato dei conigli vivi di allevamenti nazionali. Deve essere altresì garantita nel regolamento l’ indipendenza commerciale tra i membri della Commissione per evitare condizionamenti e assicurare la loro massima neutralità. Inoltre, i dati sui fondamentali di mercato messi a disposizione dal Ministero non risultano tempestivi e aggiornati, nonostante le numerose banche dati disponibili presso Ismea/Nielsen. Infine, manca un modello econometrico multifattoriale di previsione di mercato, basato su indicatori fondamentali macroeconomici; in queste condizioni, è difficile fornire informazioni attendibili ai commissari su tutte le variabili di mercato.

Per soddisfare i requisiti di trasparenza, neutralità, lealtà ed equità, vanno colti sino in fondo i suggerimenti inviati dall’ Antitrust al Governo. “La CUN - conclude - deve disporre di informazioni oggettive, complete e tempestive su produzione, consumi, importazione ed esportazione, copertura distributiva nazionale, promozioni, prezzi dei mercati europei, costi di produzione, consumi di mangimi, serie storiche ed altri indicatori. Lavorare su informazioni tardive o incerte non aiuta i commissari e rischia di far riassorbire la CUN Conigli nella continuità delle borse merci locali. In tal caso sarebbe un imbroglio”.

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07/08/2012, 15:15
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Anlac nasce nel 2002 da un idea di alcuni allevatori italiani, sotto la spinta del Promconit, con l’ obiettivo di fondare un’ associazione di tutela e promozione, dove tutti i liberi allevatori italiani di conigli potessero incontrarsi, discutere e rappresentare al meglio un settore di rilevante importanza economica. Con l’ ampliamento della base sociale il focus dell’ associazione si sposta sempre piu’ verso l’ analisi del mercato e delle sue dinamiche.

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07/08/2012, 15:19
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Anlac, conigli: allevatori al collasso. Il Ministro De Girolamo intervenga subito

“Non c'è solo il “caro-mangimi” dietro alle difficoltà congiunturali che hanno messo in ginocchio un settore leader a livello europeo. L’ intreccio di comportamenti anticompetitivi e fraudolenti da parte di vari soggetti della filiera cunicola, sta accentuando la crisi strutturale di un comparto in eutanasia.” Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli e commissario nazionale Cun-Conigli.

“La politica - aggiunge - sinora non è riuscita a dare risposte efficaci e in cinque anni è stata dimezzata la produzione nazionale, mentre il piano di rilancio del settore, approvato in conferenza Stato-Regioni, è fermo da anni nei cassetti del Ministero. Il coniglio italiano così continua a soffrire ed è messo a rischio dalla vendita, a prezzi al di sotto di qualsiasi ragionevole soglia di mercato, di prodotti importati che ingannano i consumatori e danneggiano allevatori e macellatori onesti.”

“La Francia, ad esempio, - dichiara De Bonis - esporta in Italia conigli ad un prezzo inferiore di circa la metà rispetto al valore normale del prodotto praticato all’ interno dei suoi confini nazionali. Questo fenomeno, prefigura una discriminazione internazionale dei prezzi e non tiene conto delle perdite dei produttori italiani. Perché i grossi macellatori italiani e le organizzazioni di categoria non lo hanno mai segnalato alla Commissione europea invocando azioni antidumping?”

Tale condotta anticompetitiva, induce gli allevatori a vendite sottocosto in violazione al divieto previsto dall’ art 62, mentre i consumatori pagano prezzi elevati per prodotti di dubbia provenienza, trovando sempre meno disponibilità di conigli made in Italy.

“Facciamo appello al nuovo Ministro De Girolamo - evidenzia il Presidente dell’ Anlac - che da anni conosce le problematiche irrisolte del comparto, affinché metta in atto tutte le misure del piano di settore e delle risoluzioni parlamentari, a difesa del made in Italy, azionando gli strumenti previsti dalla legge 71/2005 per contrastare l’ agropirateria: conigli stranieri che vengono spacciati per italiani, conigli congelati che vengono spacciati per freschi, abusi e intese, costo dei mangimi in continuo rialzo anche quando le quotazioni delle materie prime si abbassano. Basta! Occorre effettuare programmi straordinari di controllo a sostegno di un comparto in crisi di mercato anomala, per contrastare fenomeni fraudolenti e intese che provocano concorrenza sleale tra gli operatori.”

“E’ opportuno altresì - prosegue - che il Ministro azioni d’ ufficio le autorità di controllo del mercato per verificare se sono in atto vendite sottocosto praticate dalla nuova Cun-Conigli e dalle Borse merci di Verona e Padova, che ancora svolgono la loro funzione nonostante un parere negativo dell’ Autorità Garante della concorrenza e del mercato.”

“Il Ministro De Girolamo - conclude - solleciti con urgenza le autorità europee al fine di indagare sulla presenza di aiuti di Stato vietati o comportamenti che violano le regole europee antidumping da parte di alcuni Stati membri dell’ Unione, le cui imprese praticano prezzi diversi sui vari Stati membri dell’ Unione creando di fatto una barriera al commercio internazionale.”

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14/05/2013, 17:16
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Cun-Conigli: Anlac, la ghigliottina sul regolamento è un vulnus per la democrazia rappresentativa. Appello alla Comagri della Camera dei Deputati

Che l’ ultima variazione al regolamento Cun-Conigli, avvenuta attraverso un blitz, sia stata una decisione scorretta e antidemocratica è fuor di dubbio, che sia diventato uno sport nazionale, un po’ meno. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli e commissario nazionale della Cun Conigli, dopo l’ audizione informale presso la Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati.

Al tavolo tecnico della filiera cunicola preposto alla regolamentazione della Cun sono infatti stati invitati i commissari, che non avrebbero titolo per partecipare ad una fase di “regolamentazione della Cun” di competenza dell’ apposito Gruppo di Lavoro Trasparenza del Mercato, al posto delle associazioni di rappresentanza e delle centrali cooperative aventi diritto ad essere informate della convocazione del tavolo tecnico di filiera. Ai commissari, come è noto, spetta invece occuparsi della fase di “trattazione del prezzo”, cosa ben distinta dalla fase di “regolamentazione della Cun”.

Insomma un pasticcio che ha prodotto delle decisioni che, oltre ad essere illegittime sotto il profilo formale, rappresentano un vulnus per la democrazia rappresentativa in quanto esautorano la funzione dei commissari effettivi, riducendoli da sei a quattro. Lo spirito dell’ accordo e del regolamento di base condiviso nel protocollo istitutivo, era ben diverso. In quella sede tutte le parti si erano impegnate a rispettare uno specifico elenco dei componenti, una graduatoria ben definita dei sostituti, una rappresentanza di tutto il territorio nazionale, il superamento delle borse merci locali e l’ effettiva applicazione nei contratti dei prezzi indicati dalla Commissione unica nazionale dei conigli vivi da carne da allevamento nazionale. Il tutto sotto l’ egida del Mipaaf, adesso l’ associazione chiede che il Parlamento intervenga sul Governo per correggere la deriva in atto attraverso un apposita risoluzione.

Sebbene vi sia stato il raggiungimento di un nuovo accordo, con dei commissari decaduti e non ancora rinnovati, alcuni capisaldi non possono essere messi in discussione senza mettere in discussione l’ intero protocollo istitutivo. Il nuovo regolamento a rigor di logica dovrebbe essere annullato, anche perchè non porta risposte concrete alle richieste più volte avanzate dagli allevatori in direzione di una maggiore trasparenza e neutralità, principi suggeriti da autorevoli organismi istituzionali (Antitrust e Parlamento). Il nuovo regolamento, in particolare, esclude nella fissazione del prezzo finale l’ ipotesi di ‘sorteggio’ e ‘non quotati’, ma di fatto inserisce il concetto del range ovvero di un prezzo biforcuto; l’ introduzione, inoltre, di una flessibilità nella tempistica, contrasta con l’ opportunità di chiudere la trattativa nello stesso giorno della seduta, come sarebbe corretto e risulta, pertanto, anticoncorrenziale.

Infine, alcune procedure nella definizione del prezzo, di fatto, rafforzano la funzione mediatrice del segretario che assume delle funzioni che non sono proprie. La segreteria è tenuta a svolgere unicamente una funzione verbalizzante senza violare gli accordi previsti nel protocollo istitutivo e nello stesso regolamento. La definizione previsionale della tendenza e del prezzo - conclude - deve essere la risultante di autonome decisioni imprenditoriali, da assumere durante la seduta cun, e non una copertura legale a comportamenti che, altrimenti, sarebbero proibiti.

UFFICIO STAMPA ANLAC

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10/02/2014, 18:20
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Anlac: bene interrogazione Donno su etichettatura e crisi settore cunicolo

Condividiamo e ringraziamo la Sen. Donno per aver posto al centro di una interrogazione parlamentare la questione etichettatura, che il recente piano di settore non ha risolto, e la necessità urgente di una revisione normativa della legislazione che i consumatori e gli allevatori attendono da anni. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, in una nota dell’associazione che da anni si batte per il bene di questo settore.

L’ interrogazione, firmata anche da Gaetti, Casaletto , Lezzi, Buccarella, Fucksia, Montevecchi, Bertorotta, Endrizzi, Bocchino, Vacciano, chiede ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e della salute se non intendano intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni europee, in coerenza con gli impegni già assunti, per introdurre l’obbligo di etichettatura di origine anche per le carni di coniglio intero e porzionato al fine di prevenire frodi, garantire una maggior certezza giuridica a tutti gli operatori della filiera e una corretta informazione ai consumatori.

Nel documento - evidenzia l’ Anlac - si chiede al governo “di reprimere il commercio di prodotti falsamente indicati come nazionali e attivare uno specifico programma di controlli per contrastare qualsiasi fenomeno di contraffazione e di pirateria nel settore cunicolo”.

Questo spiega la Sen Donno “affinchè sia adottato un programma nazionale di monitoraggio e di controllo specifico nel settore anche attraverso test sanitari tesi a verificare la presenza di residui nel prodotto importato, da effettuarsi soprattutto presso i depositi di carni all’ingrosso, nei laboratori di sezionamento, nei magazzini frigoriferi in outsourcing e sulle navi frigo destinate al trasporto di carico refrigerato, congelato o surgelato che attraccano nei porti italiani”.

L’ interrogazione chiede poi al Governo “un effettivo controllo, sia presso le industrie di macellazione cunicola sia presso i laboratori di sezionamento, dei flussi di animali importati nonché per la trasparenza, nelle piattaforme della distribuzione organizzata, della tracciabilità della carne cunicola al fine di prevenire e reprimere frodi di natura fiscale e in un’ottica di lealtà delle transazioni”.

L’ interrogazione - conclude la nota - impegna poi l’esecutivo “ad assumere misure che scongiurino l’utilizzo, da parte di importatori italiani, della stampigliatura “made in Italy” su conigli provenienti da altri paesi europei, in assenza di processi di lavorazione o trasformazione sostanziali nei laboratori italiani”.

Si allega l’ interrogazione.

UFFICIO STAMPA ANLAC



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20/02/2014, 13:57
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Conigli, Anlac: prezzi in caduta libera. Ministro Martina dia risposte, comparto stremato

Cosa fa più male al coniglio italiano? Un cartello impunito, il dumping francese o il fatto che il nostro Paese ignora o peggio ostacola gli strumenti di programmazione e controllo che avrebbero dovuto tutelare il comparto e i consumatori? Sono tutte facce della stessa medaglia, dichiara Saverio De Bonis, presidente dell' Anlac, associazione nazionale liberi allevatori, che denuncia un crollo ingiustificato dei prezzi avvenuto in queste settimane, nonostante il divieto di vendita sottocosto previsto dall' art 62. Dove sono gli organi di controllo del mercato?

A decidere il controllo - prosegue - sono i grossi macellatori che, sulla pelle degli allevatori liberi e dei consumatori, e con l’ aiuto dei cugini francesi, coordinano le quantità di prodotto da immettere sul mercato e i prezzi di borsa. Questa settimana, ad esempio, a Verona ha deciso il Comitato di Borsa, in cui gli allevatori non sono presenti e il prezzo viene fissato da due o tre gruppi industriali.

E si domanda: che fine ha fatto la segnalazione dell' Antirust che invitava il Governo e le Camere a superare queste borse merci desuete? Come mai Padova ha chiuso la sua commissione prezzi conigli e Verona no? Chi svolge in questo Paese l' attività di vigilanza sul mercato delle merci?

Senza risposte a questi interrogativi il liberismo sfrenato continuerà indisturbato la sua azione monopolizzante e distruttiva! Con l' aiuto dei francesi che a casa loro tengono prezzi elevati di vendita, mentre all' estero svendono il loro surplus programmando il tutto per tempo. Una pratica di dumping vietata dal diritto comunitario.

Così - aggiunge - per ogni chilo di carne, gli allevatori liberi italiani perdono oltre quaranta centesimi, quelli in soccida sono garantiti e ai consumatori viene venduto per italiano un prodotto di dubbia provenienza.

La manovra è sempre la stessa, sottolinea il rappresentante dell' Anlac. In alcuni periodi dell' anno arrivano conigli da Francia e Spagna, grazie alla solita manina - evidenzia - che programma gli acquisti anzitempo al fine (solo apparente) di assecondare i voleri della distribuzione, che non potrebbe imporre delle promozioni se l' offerta nazionale è rarefatta: lo dimostrano gli indicatori di copertura distributiva che attestano la presenza del coniglio solo nel venti per cento dei supermercati. Si tratta inoltre - prosegue - di conigli importati di probabile origine extra-Ue, sottocosto e congelati, che vengono spacciati per conigli freschi europei - a prezzi di dumping - e venduti sugli scaffali dei supermercati indicati falsamente come italiani.

In realtà - fa notare il presidente - quella delle promozioni al trade è solo un alibi dei grossi macellatori, una manovra che serve a calmierare i prezzi sul mercato italiano, concentrarlo e tenere buone le soccide, che altrimenti scalpiterebbero per tornare al libero mercato, attratti da prezzi più remunerativi. Del resto i macellatori italiani non hanno mai contrastato con ricorsi alla Commissione Europea le ricorrenti pratiche di dumping vietate da parte dei loro cugini francesi: prova del nove che attesterebbe la loro corresponsabilità!

Tutto questo - sottolinea - è però intollerabile, anticomunitario e incostituzionale specie se si considera che il piano di settore doveva valorizzare e difendere il nostro prodotto nazionale da questi gravi comportamenti lesivi della concorrenza che è un bene comune. Invece, nulla di tutto ciò. Anzi c'è stato chi lo ha bloccato, causando danni enormi all' economia nazionale e ai consumatori.

La verità - afferma l' Anlac - è che ai grossi gruppi agroalimentari, e anche alla distribuzione organizzata, fa comodo l' anonimato dei prodotti, loro non vogliono l' etichettatura obbligatoria dell' origine, che sterilizzerebbe le loro manovre speculative. Ma se il nuovo Governo non contrasta questi comportamenti diventa impossibile fare impresa nel nostro Paese - prosegue l' Anlac - dopo tre anni il piano di settore è rimasto sulla carta e ci troviamo ancora a dover lamentare l' inefficacia di misure anticrisi mentre gli allevamenti nazionali chiudono, senza che nessuno accerti responsabilità alcuna. E' assurdo!

Il Piano - spiega De Bonis - doveva difendere la trasparenza in etichetta, incentivare i controlli lungo la filiera, rafforzare la tutela dei consumatori e promuovere i consumi. Nulla è stato fatto perchè si sono mosse le lobby della trasformazione, pezzi del mondo commerciale e le stesse organizzazioni di categoria che non vogliono rendere trasparente la filiera e fanno finta di tutelare i produttori.

Gli operatori italiani, specializzati in giochi di import-export - rileva l' Anlac - oltre ad utilizzare questi animali per la preparazione di prodotto porzionato destinato alle piattaforme commerciali, trasferiscono i conigli venduti interi dalle cassette straniere a quelle italiane, rietichettandole. Ma il trasferimento di prodotto intero, che avviene nelle strutture italiane (macelli, laboratori di sezionamento, depositi ingrosso, magazzini frigoriferi a noleggio, navi frigo), non implica una trasformazione "sostanziale" sicchè sembrerebbe integrarsi il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, in contrasto con la tutela del "made in Italy" come ha evidenziato una recente interrogazione parlamentare. In tal caso - fa notare De Bonis - non è applicabile la norma del codice doganale comunitario che individua l’ origine laddove è avvenuta l’ ultima trasformazione o lavorazione proprio perchè il trasferimento da una cassetta a un' altra non è una trasformazione “sostanziale” ma solo "formale".

Questa situazione di precarietà normativa sull’ etichettatura, sui controlli e sul dumping, favorisce lo squilibrio nella catena del valore, e aggrava la crisi del settore, poiché i prezzi praticati non sono concorrenziali, ma drogati da fenomeni distorsivi e fraudolenti, che si riverberano anche nelle commissioni prezzo uniche nazionali (cun) e ancora più facilmente nelle borse merci.

E' opportuno, pertanto - prosegue De Bonis - che il nuovo Ministro Martina, a cui va il nostro augurio di buon lavoro, cominci ad intensificare subito i controlli in questa filiera, che vanno estesi alle catene distributive italiane, ai grossisti, ai macellatori dotati di laboratori di sezionamento, ai magazzini frigoriferi e alle navi frigo che attraccano nei porti italiani, per contrastare qualsiasi fenomeno di contraffazione e di pirateria nel settore. Abbassare sottocosto i prezzi del prodotto italiano - anche se non ce n'è - per favorire il dumping delle promozioni o cambiare le etichette, è un comportamento anticoncorrenziale e fraudolento che danneggia produttori e consumatori, senza che i precedenti governi siano riusciti sinora a contrastarlo.

Facciamo pertanto appello - conclude - anche alle associazioni dei consumatori affinchè il nuovo Governo Renzi si attivi e faccia rispettare le norme, nazionali e comunitarie, nonchè il parere dell' antitrust, dando magari impulso all' apertura di un istruttoria anche in ambito comunitario. Gli agricoltori hanno bisogno inoltre di un Governo di vera discontinuità che dia seguito ai propositi di introdurre misure per l' Italia sconvolgenti per la nostra burocrazia come la licenziabilità dei dirigenti. Solo così sarà possibile mettere in crisi incrostazioni di potere tipo quelle che hanno impedito al Piano anticrisi di esplicare i suoi effetti benefici. I consumatori nel frattempo possono difendersi boicottando l' acquisto di quei prodotti che riportano etichette dubbie e con poche informazioni.

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24/02/2014, 12:46
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Ringraziamo l’ On. Bizzotto per aver posto al centro di una interrogazione alla Commissione europea la questione dumping, che in queste settimane sta aiutando macellatori e grossisti italiani a "fissare" al ribasso il prezzo delle carni. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, in una nota dell’associazione che da anni denuncia il fenomeno.

L’ interrogazione chiede di fare chiarezza sulle distorsioni nel mercato europeo delle carni macellate. In questo momento, in Francia, Ungheria e Spagna, i conigli vivi valgono molto di più di quelli italiani, al contrario e paradossalmente, quelli macellati valgono molto meno.

Questa contraddizione alimenta comportamenti scorretti nel commercio internazionale di carne macellata (dumping), che i macellatori-grossisti italiani sinora non hanno contrastato, e tende ad abbassare artificialmente le quotazioni del vivo sulle piazze italiane.

Nel documento si evidenziano i dati Anlac secondo cui il surplus di conigli macellati francesi, verrebbe immesso in commercio in Italia ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto praticato all'interno della stessa Francia; tale fenomeno, che si ripete ciclicamente da aprile ad agosto di ogni anno, quest’anno è iniziato a febbraio - spiega Bizzotto – “in concomitanza dei ribassi eccessivi sulla piazza di Verona, e delinea una discriminazione internazionale dei prezzi che non tiene conto delle perdite dei produttori italiani, tende a favorire pratiche di monopolio e altera la struttura del commercio tra Stati europei”.

L’ interrogazione a risposta scritta chiede alla Commissione europea “se l’ immissione nel commercio in Italia di carni cunicole provenienti dalla Francia ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto praticato all’ interno della stessa Francia, delinei una discriminazione internazionale dei prezzi tesa ad alterare la struttura del commercio tra Stati europei”.

L’ interrogazione - conclude la nota - impegna l’ esecutivo europeo a verificare “se la Francia stia finanziando, attraverso aiuti di Stato incompatibili con le regole dell' Unione, prezzi di dumping a favore delle proprie imprese”.Dumping settore cunicolo: Anlac, bene interrogazione Bizzotto alla Commissione europea


Allegati:
Fenomeni di dumping nel settore cunicolo italiano[1].JPG
Fenomeni di dumping nel settore cunicolo italiano[1].JPG [ 1.93 MiB | Osservato 3055 volte ]

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05/03/2014, 17:01
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Prezzi in dumping, Anlac: bene interrogazione Mazzoni a Commissione Ue

Il continuo peggioramento delle quotazioni sul mercato cunicolo italiano stà mettendo in ginocchio i nostri allevamenti e richiede pertanto un intervento energico dei parlamentari italiani ed europei presso la Commissione europea al fine di accertare eventuali discriminazioni dei prezzi internazionali da parte della Francia, dovute a presunte eccedenze sul loro mercato. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, che da anni denuncia comportamenti scorretti nel settore, a vari livelli.

Ringraziamo, pertanto, anche l' On. Mazzoni, Presidente della Commissione per le Petizioni del PE, per aver presentato una interrogazione prioritaria sulla questione dumping delle carni cunicole alla Commissione europea, che, a questo punto - aggiunge - entro tre settimane dovrà dare una risposta.

L’ interrogazione evidenzia i recenti dati statistici secondo i quali l’ Italia importa dalla Francia il 55% di carni cunicole, il 26% dall’ Ungheria, il 16% dalla Spagna, segnalando che dalla Francia la tendenza ad esportare in Italia è aumentata del 22% rispetto al 2012, mentre in Italia i prezzi del coniglio “vivo” sono più bassi che nel resto dell’ Europa.

Nel documento si evidenzia che il surplus di conigli macellati francesi, viene immesso in commercio in Italia ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto praticato all'interno della stessa Francia e che tale fenomeno, che si ripete ciclicamente da aprile ad agosto di ogni anno, quest’anno è iniziato a febbraio, in concomitanza dei ribassi eccessivi sulla piazza di Verona.

Dato che l’ elevato livello di autoapprovvigionamento del mercato italiano non sembra giustificare l’ aumento delle importazioni, mentre i consumi in Italia sono rimasti pressocchè invariati o leggermente calati (-2% nel 2013).

L’ interrogazione dell' On Mazzoni chiede alla Commissione europea se non ritenga che l’ immissione nel commercio in Italia di carni cunicole provenienti dalla Francia ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto praticato all’ interno della stessa Francia, non denoti comportamenti scorretti tesi ad alterare la concorrenza tra Stati europei, praticando un vero e proprio dumping.

L’ interrogazione - conclude la nota - invita inoltre la Commissione a verificare se la Francia non stia finanziando, attraverso aiuti di Stato, prezzi di dumping a favore delle imprese francesi.

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10/03/2014, 21:13
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Anlac, filiera cunicola: incontro pubblico sul tema

Mercoledi 2 aprile, alle ore 16, presso “Apa" di Matera, al Centro Tre Torri, l’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli organizza un incontro con gli allevatori e i tecnici dal titolo "LA FILIERA CUNICOLA – Problematiche di mercato, sanitarie e stato dell’ arte della genetica".

L'incontro, che comporta un importante approfondimento dei temi, vedrà la partecipazione del Dott Fabien Coisne General Manager del Gruppo Hycole francese e del Prof Antonio Camarda Professore Associato di Patologia Aviaria presso l’ Università di Bari e Presidente dell’ Associazione Scientifica Italiana di Coniglicoltura (ASIC).

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31/03/2014, 10:26
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CRISI SETTORE CUNICOLO: ANLAC, BENE RISOLUZIONE COMAGRI

Dopo che il Governo ha dormito per quattro anni, la Camera ha approvato una nuova risoluzione che impegna l’ esecutivo a dare piena attuazione al piano d’ interventi per il settore, approvato nella precedente legislatura e mai implementato. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, dopo l’ approvazione dell’ ennesimo indirizzo al Governo.

La crisi del comparto cunicolo, infatti, è stata oggetto di attenzione del Parlamento nella precedente legislatura con due risoluzioni (risoluzione unitaria n. 8-00141 del 27 luglio 2011 della Commissione agricoltura della Camera e risoluzione n. 7-00025 del 6 maggio 2009 della Commissione agricoltura del Senato), a seguito delle quali, il 29 aprile 2010, in sede di Conferenza Stato-regioni, è stato sancito un accordo su un «Piano di interventi per il settore cunicolo», con l'obiettivo di offrire una risposta organica alla crisi di redditività che coinvolge una filiera il cui prodotto è molto apprezzato dai consumatori per le sue virtù dietetiche.

Con la risoluzione approvata, prima firmataria Gagnarli (M5S) e Antezza (PD), la Commissione agricoltura ha preso atto però che l’attuazione del Piano da parte del Governo è miseramente fallita, come ha dichiarato anche il Mipaaf in occasione dell’ultima riunione svolta al Ministero l’11 luglio 2013.

Nessuna delle misure previste dal Piano, approvato il 29 aprile 2010, fatta salva la costituzione della CUN (Commissione unica nazionale), è stata realizzata nei tempi previsti dalla programmazione pubblica (tre anni).

“Oggi il Governo recepisce un nuovo impegno - aggiunge il presidente dell’ Anlac - e questa volte auspichiamo più serietà nel far fronte a quanto indicato nella Risoluzione, ma ormai i danni all’ economia nazionale per la mancata attuazione del piano sono già stati provocati. Il settore è stato dimezzato e purtroppo in Italia non paga nessuno”.

“In un’ azienda privata un manager che sbaglia o che non raggiunge gli obiettivi viene licenziato, al Mipaaf - fa notare De Bonis - accade il contrario: se un dirigente non svolge adeguatamente il suo ruolo viene addirittura premiato sia dalle lobby esterne che dalla stessa struttura pubblica”.

“Ma così - conclude - l’ Italia non uscira' mai dalla sua crisi che è innanzitutto una crisi morale”.


Allegati:
Risoluzione Comagri Settore Cunicolo.pdf [34.05 KiB]
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03/04/2014, 11:57
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