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ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli 
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Anlac: Organizzarsi per non chiudere le stalle. Incontro in Veneto con gli allevatori di conigli.

Dopo l’ incontro tenuto in Friuli è la volta del Veneto. Giovedi 9 luglio si terrà un incontro tra allevatori a Musano di Trevignano (Tv) alle ore 19,30 c/o la Sala polivalente “Casa Zanatta”. Lo dichiara Saverio De Bonis presidente dell’ anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Uniti si vince, isolati non si va da nessuna parte – aggiunge – lo dimostra la recente normativa approvata dal parlamento che istituisce le Cun e chiude le borse merci, ritenute anticoncorrenziali da un parere dell’ antitrust italiano.

Nessun allevatore - sottolinea il presidente - avrebbe scommesso qualche anno fa che prima o poi le borse merci locali avrebbero chiuso, nemmeno tra i nostri associati. Grazie all’ attività svolta dalla nostra associazione, invece, trarranno benefici tutti gli agricoltori italiani. In particolare gli allevatori della provincia di Treviso dove a seguito della crisi ha chiuso oltre il 50% degli allevamenti in sette anni.

Adesso occorre istituire anche una Cun del macellato - prosegue l’ anlac - , estendere con apposito decreto il divieto di vendita sottocosto a tutte le materie prime agricole, e non solo al latte, e, soprattutto, estendere l’ etichettatura obbligatoria dell’ origine anche ai conigli, gli unici ad essere discriminati in sede Ue.

Per farlo - conclude - c’è però bisogno del contributo di tutti i liberi allevatori italiani, evitando, se possibile le interferenze di alcuni soggetti, come talune Apa provinciali, che sconfinando dai propri compiti istituzionali, accettano di svolgere un pericoloso ruolo di supporto al cartello di alcuni gruppi industriali.

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07/07/2015, 8:15
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Anlac: incontro in Veneto per sollecitare misure anticrisi

Abbiamo illustrato agli allevatori del Veneto il nostro pensiero e il nostro modo di fare associazionismo a tutela degli allevamenti liberi, con analisi appropriate sulle ragioni di una crisi anomala con il supporto di dati scientifici, visto che in questo settore, come in tanti altri, la tutela non la fa nessuno. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, dopo l’ incontro in Veneto.

Dalla riunione tenutasi a Trevignano (Tv) giovedi scorso è emerso in maniera plastica il disinteresse di alcune organizzazioni sindacali, in particolare, verso temi come l’ etichettatura obbligatoria dell’ origine sul coniglio, che penalizzano i consumatori.

La discriminazione per le carni cunicole - evidenzia - disattende gli articoli 12, 13 e 169 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea riguardanti la protezione dei consumatori, il diritto all’informazione e le esigenze di benessere animale, lasciando spazio a numerose frodi in ambito comunitario e a importazioni cinesi.

Nessuna organizzazione sindacale - sottolinea anlac - e neanche le neonate associazioni hanno organizzato sinora iniziative incisive per far sì che il governo italiano faccia introdurre a Bruxelles l’ etichettatura obbligatoria anche sulle carni di coniglio, nonostante il chiaro indirizzo delle risoluzioni parlamentari e le previsioni del Piano di settore. Tutti però - ci hanno riferito gli allevatori presenti - sono bravi a chiedere quattrini agli allevatori, o a farglieli trattenere dai macellatori, senza esportare un coniglio. Basterebbe, infatti, - secondo il presidente anlac - esportare un bilico a settimana per sterilizzare le manovre del cartello e contrastare una crisi strutturale che da anni presenta un saldo commerciale negativo.

E’ stata inoltre dall’analc illustrata la portata della nuova legge istitutiva delle Cun che fa sospendere le borse merci locali, tra cui quella di Treviso già dalla scorsa settimana.

Infine - conclude - è stata ribadita la necessità di prevedere una Commissione unica nazionale-Cun del coniglio vivo e macellato, differenziare i pesi e inserire le pelli nella declaratoria prezzi, fornire dati veri e in tempo reale ai commissari, togliere il comitato cun (che presenta profili anticostituzionali) per dare libertà decisionale e potere di trattativa solo ai commissari, prevedere i casi d’incompatibilità, rispettare il principio di uguaglianza costituzionale in Cun, il principio di effettività dei ruoli (un importatore prevalente non può essere commissario), il principio di onorabilità della Cun (le associazioni di macellatori che hanno sconfessato la Cun non possono rientrare adesso che la Cun è legge) e inasprire le sanzioni per chi viola gli accordi Cun.

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13/07/2015, 15:47
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Anlac: no a pratiche anticomunitarie mangimisti. Intervenga antitrust

I tre mangimisti che operano in filiera integrata attraverso vendite condizionate, che sono vietate dal diritto europeo, stanno facendo circolare nuove proposte che vorrebbero garantire un prezzo minimo di euro 1,70/kg, agli allevatori di conigli, ponendo però dei limiti al prezzo massimo e con l’ obbligo di ritirare il 100% del loro mangime, con probabili sconti sul mangime. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli dopo l’ incontro avuto in Veneto con gli allevatori liberi.

Vorremmo ricordare a questi industriali - prosegue - che sinora hanno agito indisturbati, che la fissazione di prezzi minimi e massimi sono vietati dall’ Unione europea, così come è vietato il condizionamento: “mi prendo i tuoi animali se acquisti il mio mangime”.

Gli sconti sul mangime o i premi sulla carne praticati ai loro allevatori convenzionati e condizionati, e non a tutto il mercato, - aggiunge l’ anlac - assumono in questo settore un duplice ruolo: da un lato rappresentano un chiaro elemento di concorrenza, dall’ altra servono a garantire il controllo degli approvvigionamenti e a restringere il libero mercato.

Noi riteniamo - sottolinea il presidente - che dopo i preziosi provvedimenti sulle borse merci, l’ antitrust debba finalmente intervenire con una indagine conoscitiva in questo settore, più volte sollecitata da risoluzioni parlamentari, magari emettendo un proprio parere per capire se questo pseudo modello di filiera integrata, che mette a riparo dalla concorrenza e genera una deriva monopolizzante, sia legittimo e conforme alle norme europee o se rappresenti un modo di eludere le regole della concorrenza, avvalendosi di schermi giuridici desueti come l’ istituto delle soccide o convenzioni similari.

Attraverso questi comportamenti illegali, - conclude - adoperati per cagionare un controllo dei prezzi all’ origine delle materie prime e delle quantità da immettere sul mercato, tre grandi gruppi detengono oggi indisturbati una quota rilevante del mercato del coniglio (64%), decidono i prezzi all’ origine dei mangimi (dunque, i costi degli allevatori), i prezzi all’ origine della carne (dunque, i ricavi degli allevatori) e, di conseguenza, i prezzi al trade e al consumo finale, con buona pace del libero mercato e della libera concorrenza.

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14/07/2015, 12:52
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Anlac: in Cun servono dati aggiornati, Martina intervenga su Ismea. Bene interrogazione L’ Abbate

Adesso che le Commissioni uniche nazionali (Cun) sono state istituite per legge, è opportuno che per legge siano forniti dati aggiornati in tempo reale ai commissari per spuntare gli artigli alla speculazione sui mercati agricoli. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Infatti, in assenza di dati aggiornati, - prosegue l’ anlac - le formulazioni di tendenza e di prezzo derivano da trattative non paritetiche con un tasso elevato di discrezionalità che disattende il divieto di vendita sottocosto. Le Cun - evidenzia - saranno uno strumento ottimale allorquando le decisioni diventeranno il più possibile oggettive e rispettose della normativa sulla concorrenza e sulle pratiche leali.

L’ esperienza Cun - aggiunge De Bonis - dimostra che in assenza di dati certi vincono politiche di prezzi sottocosto e predatorie, perpetrate da alcune multinazionali verticalmente integrate, che non trovano riscontro nella realtà di mercato, ma tentano di soffocare le piccole aziende a vantaggio di quelle più grandi, generando una restrizione degli spazi concorrenziali e una deriva monopolizzante, su cui occorre l’intervento delle autorità di controllo del mercato.

Pertanto, - sottolinea l’ associazione - noi che combattiamo a favore del libero mercato, salutiamo con favore l’ interrogazione dell’ On L’Abbate che, dopo aver fatto approvare l’ emendamento istitutivo delle Cun, tenta ora di affrontare la delicata e annosa questione dei dati di macellazione e, aggiungiamo, dei dati import-export e di consumo che Bmti fornisce nei report ai commissari.

Su questi ultimi - rileva l’ anlac - è bene che il Ministro Martina sappia che Ismea, da otto mesi, non ha ancora rinnovato la convenzione con chi forniva queste informazioni preziose.

Il Ministro - conclude - dovrebbe intervenire con urgenza sul presidente Ismea, in quanto i dati di consumo sono incompleti e fermi a novembre 2014, i dati import-export sono fermi a marzo 2015 e i dati di macellazione ad aprile 2015.

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21/07/2015, 13:58
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Anlac: “Subito decreto attuativo CUN”. Ritardo favorisce i più forti. Appello al Governo

Tarda ad arrivare il decreto attuativo interministeriale previsto dalla legge sulle CUN, che assegnava il termine del 5 ottobre 2015. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli e membro della Commissione unica nazionale Cun-Conigli.

Su di esso - prosegue - si gioca una partita importante. Dovranno essere determinati, infatti, i contorni del nuovo art 6 bis della Legge 2 luglio 2015, n. 91 oltre ad essere definita la obbligatorietà dei dati di mercato aggiornati in tempo reale per i commissari.

Ieri, ad esempio, - aggiunge il presidente dell’ anlac - nella Cun Conigli la mancanza di dati ufficiali aggiornati in tempo reale ha visto prevalere la volontà dei macellatori di definire una tendenza stabile di mercato, non condivisa dagli allevatori che erano tutti a favore di un mercato moderatamente positivo, vista la domanda vivace, accompagnata da generosi premi e da un offerta strutturalmente deficitaria. Solo un allevatore si è pronunciato a favore di una tendenza invariata dopo che la settimana scorsa aveva dichiarato che nel mercato mancavano cento mila conigli.

Le Cun, del resto, - evidenzia De Bonis - sono state istituite per fotografare la situazione reale dei mercati all’ origine. Questa funzione, tuttavia, - precisa l’ anlac - nel rispetto del principio di trasparenza, non può basarsi solo sulle informazioni soggettive fornite dai commissari, che spesso tendono a falsare i risultati delle Commissioni, ma deve basarsi su informazioni oggettive, che a tutt’oggi risultano parziali e intempestive a contrastare la parte più forte nella trattativa. Pur vivendo nell’ era della velocità delle informazioni, i commissari non sanno ancora quanti conigli vengono macellati ogni settimana in Italia. E’ paradossale! Basterebbe questo dato con frequenza settimanale - sottolinea l’ associazione - insieme alle importazioni, esportazioni e consumi per disarmare i macellatori e restituire dignità a chi produce.

Ogni giorno di ritardo nell’ emanazione del decreto, secondo l’ Anlac, favorisce la sottrazione di risorse ai produttori italiani nella catena del valore a favore degli industriali. I nostri produttori sono veramente stanchi di aspettare. Esortiamo, quindi, il Governo - conclude - e tutte le forze politiche a far presto per salvare le aziende agricole che ancora sopravvivono.

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24/10/2015, 13:57
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Anlac: “Stupore per servizio Rai sui conigli”. Disinformazione non rende onore a primato italiano. Appello all’ ordine dei giornalisti

Il servizio andato in onda mercoledì sera al TG1, curato dalla dott.ssa Roberta Badaloni, ha diffuso immagini negative e divulgato notizie infondate circa le modalità con cui si effettua l’ allevamento di conigli da reddito, che ci lascia allibiti e non rende onore al primato italiano. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

E’ già da tempo - sottolinea - che qualche parlamentare tenta di far passare i conigli da reddito come animali da compagnia, proponendo - attraverso una comunicazione forzosa - addirittura dei disegni di legge e utilizzando le reti televisive o la carta stampata di “editori privati” per portare avanti un obiettivo folle a favore di una minoranza del 2% degli italiani, che non consumano carne di coniglio ma lo utilizzano come animale d’ affezione.

Noi rispettiamo tutti - prosegue il presidente anlac - ma pretendiamo uguale rispetto per il nostro lavoro e siamo pure un po’ stanchi di subire continui maltrattamenti. Come si può pretendere che i nostri allevatori rinuncino, per legge, ad un’ attività da reddito, che da lavoro a migliaia di persone, soddisfa i fabbisogni di consumo di milioni di italiani ed è svolta rispettando le norme più rigorose al mondo, per assecondare un disegno fantasioso già abortito sul nascere?

Se l’informazione pubblica - aggiunge - pensa di fare audience attraverso attentati all’ economia nazionale, senza tener conto del pluralismo delle voci e del codice deontologico di un giornalista, sbaglia di grosso. Tra i doveri del giornalista c’è il rispetto del diritto all’ informazione di tutti i cittadini, che peraltro pagano pure il canone, quindi anche degli allevatori e non solo degli animalisti.

In particolare - evidenzia l’ anlac - un giornalista è tenuto a correggere tempestivamente e accuratamente i suoi errori o le inesattezze, specie se non conosce la materia, in conformità con il dovere di rettifica, e a favorire la possibilità di replica per non violare le basilari regole del proprio codice professionale.

Abbiamo già scritto alla giornalista Badaloni - conclude De Bonis - che non ci ha ancora risposto, adesso esortiamo l’ ordine dei giornalisti ad assumere le iniziative del caso e il servizio televisivo pubblico a rettificare tempestivamente le notizie diffuse dando voce agli allevatori.

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06/11/2015, 20:41
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Anlac organizza dibattito in Piemonte su decreto attuativo CUN.

Venerdì’ 20 novembre si terrà un incontro a Fossano (Cn) alle ore 18,00 c/o l’ Hotel Dama tra allevatori liberi, commissari Cun (conigli e suini) ed il deputato Giuseppe L’ Abbate, primo firmatario della legge istitutiva delle Commissioni uniche nazionali. Lo dichiara Saverio De Bonis presidente dell’ anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Dopo la recente normativa approvata dal parlamento che ha istituito le Cun – prosegue – una vera conquista per il mondo agricolo, adesso occorre incalzare il Governo affinchè superi il ritardo nella emanazione del decreto attuativo.

La legge - aggiunge l’ anlac - assegnava il termine di novanta giorni, che è stato abbondantemente superato, entro i quali dovevano essere determinati i contorni del nuovo art 6 bis della Legge 2 luglio 2015, n. 91.

Ogni giorno di ritardo nell’ emanazione del decreto - conclude - favorisce scarsa trasparenza e neutralità, poche informazioni e squilibrio nella catena del valore a favore degli industriali e delle importazioni straniere, danneggiando il patrimonio zootecnico nazionale.

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16/11/2015, 19:11
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Anlac, dal Piemonte coro unanime a difesa del settore

Se il Governo ha veramente a cuore le sorti della nostra zootecnia da carne, fatta di eccellenze, non può disattendere la volontà degli allevatori di base. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

E’ ciò che hanno ribadito - prosegue - a gran voce gli allevatori piemontesi che numerosi hanno preso parte al dibattito di venerdì scorso a Fossano a cui ha partecipato il deputato Giuseppe L’Abbate, membro della IX Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e primo firmatario della legge istitutiva sulle cun.

Gli allevatori - aggiunge l’ anlac - hanno chiesto al parlamentare non solo di sollecitare il Governo nell’emanazione del decreto che definisca le modalità di funzionamento delle commissioni uniche nazionali, così come previsto dall’ art 6-bis della legge 91/2015, ma anche una rapida verifica per il rinnovo delle rappresentanze, che sembra inceppata per misteriose ragioni. Alcuni sindacati - spiega De Bonis - avrebbero ricevuto le deleghe dagli allevatori senza però presentarle al Mipaaf in nome di una incomprensibile protesta. Gli allevatori, per spuntare gli artigli alla speculazione, hanno anche chiesto la messa a disposizione di dati certi e tempestivi per i commissari Cun senza lo scarica barile tra ministeri di uno stesso Governo.

Dal dibattito è emerso - fa notare l’ associazione - che il settore ha un grosso potenziale produttivo inespresso, condizionato dal fatto che a distribuire i conigli sono i produttori nazionali di polli e tacchini, che ovviamente tendono a spingere sul pollo e a frenare sul coniglio. Se solo si riuscisse a migliorare l'indice di penetrazione e a far arrivare più merce in modo diffuso su tutte le catene di distribuzione e su ogni punto vendita - senza boicottare il coniglio !- la produzione potrebbe aumentare di tre volte.

La produzione di coniglio, peraltro, è considerata tra le più sane e dietetiche, ma anche tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale, come confermano recenti sondaggi in Europa.

A tal proposito - evidenzia - è necessario un intervento del governo che regolamenti in modo diverso le reti distributive per rendere fruibili ai consumatori un prodotto di qualità, che adesso viene riconosciuto come tale anche dai paesi anglosassoni, specie in presenza di piani nazionali di settore.

In Italia, invece, si preferisce favorire integrazioni di filiera, con modalità spesso anticomunitarie e anticoncorrenziali (come le soccide o forme similari che rappresentano delle esclusive di diritto o di fatto), senza accorgersi che così aumentano i monopoli e si uccidono i piccoli allevatori che hanno una funzione essenziale di presidio del territorio, pregiudicando la produzione complessiva.

Nel Piemonte, dati alla mano, - rileva il presidente - c’è stato infatti uno sterminio di allevamenti pari ad oltre il 55% negli ultimi sette anni, in linea con quello che è successo nel resto del Paese, nonostante la domanda interna sia rimasta stabile. I numerosi macelli presenti in questa regione, che sono una vera risorsa per tutto il mercato nazionale, sono spesso costretti a rivolgersi ad altre regioni con lunghi viaggi, in antitesi al km zero.

Gli allevatori - sottolinea l’ anlac - hanno chiesto anche maggiori garanzie da parte del legislatore su una “qualità costante dei mangimi” per garantire una corretta alimentazione e, soprattutto, un maggior benessere animale che consenta di ridurre le patologie e l’ uso di antibiotici. L’ attuale legislazione, al contrario, non favorisce formule trasparenti ma tutela unicamente i bilanci degli industriali che pur di far profitto ottimizzano le formule senza prestare attenzione alle reali esigenze alimentari del coniglio, che mal sopportano cambi frequenti di componenti nelle razioni.

Inoltre tutti i presenti - aggiunge - hanno evidenziato come il settore sia stato gravemente trascurato dal nostro Governo sulla vicenda etichettatura obbligatoria dell’ origine. Una battaglia che vede i consumatori italiani penalizzati in Europa a favore dell’ ingresso di conigli extra-Ue nel nostro Paese, primo consumatore, sia direttamente che mediante triangolazioni da Francia, Ungheria, Belgio e Germania. Buona parte del prodotto porzionato viene così spacciato per italiano ma italiano non è. In tal modo si lede il diritto all’ informazione tutelato dalle norme Ue.

Negli interventi è stato ribadito che nessun beneficio sull’ export è derivato dalla partecipazione ad Expo, almeno per il coniglio. Un incremento dell’ export migliorerebbe il saldo negativo del settore. Le attuali quotazioni sembrano, invece, sostenute semplicemente dal calo in atto delle importazioni (-11,5%).

Gli allevatori - conclude - hanno infine lamentato il fatto che il servizio pubblico dia spazio sulle rete rai a campagne di boicottaggio degli animalisti, autolesive e tese a distruggere la nostra economia ed il nostro primato in Europa, senza concedere un contraddittorio alle associazioni di tutela degli allevatori, nonostante la diffida inviata da Anlac all’ ordine dei giornalisti nazionale.

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24/11/2015, 12:07
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Anlac: “la tutela giuridica degli animalisti è un bluff”. Non firmare nessuna petizione contro i conigli

Di fronte al messaggio strumentale che vogliono far passare gli animalisti, noi invitiamo tutti gli italiani di buon senso a non firmare nessuna petizione contro l’allevamento di conigli, la cui carne è oggi considerata da tutti i nutrizionisti, pediatri e geriatri tra le più dietetiche. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Dire agli italiani - aggiunge - di firmare una petizione per proibire l’allevamento di conigli ed equipararli agli animali d’ affezione, senza proibire il consumo di carne complessivo, è incoerente con la filosofia vegana e significa distruggere la produzione italiana, controllata e monitorata, a favore delle importazioni, costringendo così i consumatori a mangiare conigli di dubbia provenienza e qualità incerta. All’ estero, infatti, - evidenzia il presidente dell’ associazione - nessuno ha i livelli di sicurezza sanitaria come in Italia. Ciò non toglie - fa notare De Bonis - che vi possano anche essere alcuni casi isolati di violazione delle norme; la nostra associazione condanna e combatterà tutti gli allevamenti non a norma, ma fare di tutta un erba un fascio è una propaganda pericolosa.

Questo genere di propaganda animalista - evidenzia l’ anlac - basato sull’ inganno e sulle falsità, non fa onore al primato dell’ Italia, anzi mira a distruggere i lusinghieri risultati raggiunti dagli allevatori italiani, rispettosi del benessere animale, delle norme di cui al D.Lgs 146/2001 e delle raccomandazioni del Ministero della Salute.

Non è dunque corretto - precisa l’ anlac - che in Italia l’ 1% della popolazione debba gettare discredito su un settore e danneggiare la nostra economia.

Noi rispettiamo tutti - prosegue il presidente anlac - anche le manifestazioni del pensiero di sparute minoranze, ma pretendiamo uguale rispetto per il nostro lavoro, per la privacy dei luoghi di lavoro, per il domicilio degli allevatori e, soprattutto, per la reputazione di un comparto leader a livello europeo, per consumi e produzione, e terzo produttore mondiale.

Siamo certi - conclude - che queste provocazioni autolesive, sabato e domenica prossima, saranno rifiutate dai consumatori italiani, che per primi in Europa apprezzano il nostro lavoro sin dall’ epoca romana.

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03/12/2015, 16:56
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Conigli vivi: Anlac, mercato falsato sotto festività natalizie

Il compito dei commissari cun, soprattutto dalla parte allevatori, è quello di formulare una

tendenza di mercato e di prezzo, e non di legittimare chi pur avendo sottoscritto il protocollo

cun, dall’esterno abuserebbe degli allevatori o adotterebbe pratiche sleali per falsare

l’andamento reale di tutto il mercato. Così si diventa complici e non vittime. Lo ha dichiarato

Saverio De Bonis, presidente anlac e membro della Cun conigli.

La penuria di offerta, infatti, è sotto gli occhi di tutti e non è certo con la sudditanza verso

alcuni macellatori - sottolinea - che si formulano previsioni corrette. Abbassare il prezzo di

trentuno centesimi al chilo sotto le imminenti festività natalizie, - aggiunge - vuol dire voler

affossare gli allevatori estranei a certe manovre.

Alcuni commissari e membri del Comitato, - fa notare l’associazione - invece di perorare la

causa di coloro che non rispetterebbero i listini cun, dovrebbero esibire le prove documentali

per evitare di diventare complici di artifizi tesi ad indurre in errore tutta la commissione. In

tal modo - prosegue - si procura ad altri un ingiusto profitto e agli allevatori un ingiusto

Abbiamo pertanto invocato una sospensione della quotazione, fa rilevare il presidente dei

liberi allevatori. La vicenda - dichiara - dimostra che il criterio della neutralità degli allevatori

non è mai stato soddisfatto e rispettato.

Auspichiamo - conclude - che al più presto il Mipaaf se ne faccia carico nella emanazione dei

nuovi decreti e che introduca nei regolamenti l’obbligo per i commissari di esibire prove delle

proprie dichiarazioni.

Ufficio Stampa Anlac

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15/12/2015, 16:24
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