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Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

30/04/2015, 11:45

Distorsioni interscambio, Anlac: insufficiente risposta Commissione Ue
Nonostante gli allevatori italiani abbiano prove che i conigli francesi macellati sono venduti in Italia a metà del prezzo praticato in Francia, la Commissione europea non da risposte sui prezzi discriminanti e non indaga sul comportamento anticoncorrenziale.


Il comportamento della Francia di svendere il suo surplus di conigli macellati a metà prezzo in Italia, pari ad oltre 18 mila quintali nel 2014, è stato oggetto di una ennesima interrogazione da parte del Mep Isabella Adinolfi (Efdd). Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

La condotta distorsiva degli operatori francesi - evidenzia il presidente - da cui proviene il 71% delle nostre importazioni, rappresenta una pratica discriminante dei prezzi, vietata dal diritto europeo, perché altera il commercio tra Stati membri e favorisce pratiche monopolizzanti, contrarie al mercato comune.

Secondo l’ Anlac, anche se l’import dalla Francia è in aumento, esso incide appena sul 5% del nostro fabbisogno nazionale. I grossisti-importatori italiani, però, - precisa l’ associazione - utilizzano tale effetto leva unicamente per alterare illecitamente le quotazioni nel nostro mercato e favorire il controllo degli approvvigionamenti nelle mani di tre industrie mangimistiche, mediante contratti leganti (acquisto mangime - ritiro carne) altresì vietati dalle norme comunitarie, che cancellano così il libero mercato e restringono la concorrenza nel mezzogiorno, dove i consumi sono più concentrati.

Nonostante le prove documentali - prosegue - citate dall’ europarlamentare nell’ interrogazione e la richiesta di apertura di indagini da parte della Commissione antitrust europea tesa ad accertare discriminazioni contrarie al mercato comune, la risposta di Phil Hogan a nome della Commissione avvenuta in data 28 aprile 2015 è stata evasiva ed insufficiente.

Siamo molto delusi - sottolinea l’ Anlac - dalla mancanza di volontà politica da parte della Commissione Ue nel voler aprire le indagini e approfondire le condotte anticomunitarie e anticoncorrenziali di alcuni operatori francesi, che fanno da sponda ad alcuni operatori italiani.

Gli allevatori italiani - conclude - a questo punto, non esiteranno ad intraprendere azioni legali a tutela del libero mercato e delle regole europee sulla libera concorrenza.

Ufficio Stampa Anlac
Allegati
Interrogazione scritta - Distorsioni nell'interscambio di carni di coniglio tra Italia e Francia - E-002549_2015.pdf
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Risposta a un'interrogazione scritta - Distorsioni nell'interscambio di carni di coniglio tra Italia e Francia - E-002549_2015.pdf
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Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

06/05/2015, 18:36

CUN CONIGLI, ANLAC: PREZZI FALSATI MINACCIANO LIBERO MERCATO
 
Il presidente dell’ Anlac Saverio De Bonis sottolinea i comportamenti anticonconcorrenziali che rischiano di compromettere l’ intero comparto cunicolo italiano e tentano di far saltare l’ esperimento Cun.
 
E’ una lotta senza precedenti quella che si stà verificando queste settimane, per qualcuno un braccio di ferro politico teso a far saltare la Cun. Nelle ultime tre sedute c’è stato un calo enorme di 37 centesimi al chilo che porta il livello di prezzo ad euro 1,37/kg, oltre sessanta centesimi sotto il costo di produzione, mentre in Francia la quotazione del vivo non scende al di sotto di euro 1,80/kg.

Il disegno di qualcuno è chiaro: annullare il libero mercato e far passare tutti sotto la governance di tre mangimifici industriali, che stanno investendo sulle perdite pur di arrivare al controllo di tutti gli allevamenti e macelli liberi. Un cartello che si è suddiviso i compiti: una parte, opera dall’ esterno della Cun fissando i prezzi a Milano e Treviso, dopo aver svolto questa attività a Padova e Verona, e dopo aver firmato il Protocollo Cun, l’ altra, agisce dall’ interno per influenzare alcuni allevatori - non neutrali e perciò incompatibili con il ruolo di commissari - ad allineare il prezzo Cun all’ interno di un intervallo compreso tra le quotazioni di Milano e Treviso. Non è un caso se dall’ inizio di gennaio ad oggi, la media del prezzo Cun è stata pari ad euro 1,56, quella di Milano pari ad euro 1,53 e quella di Treviso pari ad euro 1,62.

La manovra, dunque, è sempre la stessa: si finge un calo dei consumi, si slittano un po’ di carichi agli allevatori, si intasa il mercato con il 5% di merce estera francese ed il gioco è fatto. Se il mercato non fosse manipolato e falsato, per il principio di libera concorrenza, i nostri macellatori avrebbero dovuto esportare di più in Francia, dove il vivo costa di più e pure il macellato. Invece nessuno è in grado di esportare, la scusa è che una parte piccola di macellato francese arriva sottocosto, addirittura per volontà della GD francese, mentre il grosso della produzione viene venduto in Francia a prezzi più elevati che in Italia. Ma può un camion a settimana condizionare dalla Francia un mercato così grande come quello italiano, senza che nessuna Autorità di controllo intervenga? E se ci fosse un intesa tra i francesi e i grossi macellatori italiani?

Gli effetti restrittivi sono ormai evidenti. Gli allevamenti e i macelli chiudono ogni giorno. Sui punti vendita italiani la distribuzione è rarefatta, solo un supermercato ogni cinque dispone di coniglio e in molte catene vi è rottura di scorte nonostante i prezzi vantaggiosi. E’ la dimostrazione che i consumi sono costanti, non c’è un eccesso di offerta italiana, come si vuol far credere, ma solo una manovra illecita tesa a favorire il controllo degli approvvigionamenti.   
Ufficio Stampa Anlac

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

07/05/2015, 13:08

CONIGLI, ANLAC: ANTITRUST APRE INDAGINE SU LATTE, MA DIMENTICA CONIGLI
 
Per il presidente dell’ Anlac, la Coldiretti commenta positivamente l’ avvio di una indagine conoscitiva nella filiera del latte, ma non sollecita il Governo su una indagine nel settore cunicolo, dopo le ripetute richieste del Parlamento. Con il suo silenzio favorisce così il mercato integrato delle soccide e non quello libero.

I dirigenti nazionali e regionali della Coldiretti avevano promesso agli allevatori del nord di interessarsi al problema dei prezzi iniqui nel mercato cunicolo, investendo l’ antitrust, ma ad oggi di quella riunione tenuta in Veneto un mese fa è rimasto solo lo sbiadito ricordo di una promessa. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Nessun comunicato - prosegue - nessuna presa di posizione mentre il settore muore grazie ad un chiaro disegno di cartello fatto da tre industriali che vogliono annettere il comparto alla loro dominazione. Hanno per questo impantanato il piano di settore, stanno eboicottando la Cun, impediscono l’ etichettatura d’origine, favoriscono l’ arrivo di pochi camion francesi sottocosto per abbassare i prezzi con commissari Coldiretti incompatibili.

Se non arrivano comunicati dalla Coldiretti - aggiunge - vuol dire che un tema o un dossier è poco interessante oppure è troppo delicato per gli equilibri sottesi.

La questione cunicola, infatti, - evidenzia l’ anlac - oltre a non essere così rilevante come per il latte, rischierebbe di mettere in discussione la politica delle soccide che Coldiretti porta avanti nel mercato delle carni (pollame, suini, bovini) e delle alleanze stipulate con gli industriali.

Sui conigli, però, - fa notare l’ associazione - a differenza del latte ci sono già tre richieste del Parlamento, rimaste inevase dal Governo. Nella risoluzione unitaria del Senato n. 7-00025 del 6 maggio 2009 il Governo si era impegnato a richiedere all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato se avesse avviato, o se intendesse avviare, un’istruttoria per la valutazione degli elementi di criticità ed incertezza che avrebbero compromesso il corretto esplicarsi della concorrenza nel settore cunicolo e per accertare eventuali infrazioni al diritto comunitario in tale ambito.

Nella risoluzione unitaria della Camera n. 8-00141 del 27 luglio 2011 il Governo si era impegnato a valutare l’ opportunità di promuovere, ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge n. 287 del 1990, un’ indagine conoscitiva dell’ Autorità garante della concorrenza e del mercato, per verificare se, in base all’ evoluzione degli scambi, al comportamento dei prezzi o ad altre circostanze, la concorrenza nel settore cunicolo fosse stata impedita, ristretta o falsata.

Nella risoluzione unitaria della Camera n. 8-00048 del 1° aprile 2014 il Governo si era impegnato per la tutela della concorrenza e della salute dei consumatori, a sollecitare l’apertura di una indagine conoscitiva da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, per verificare il corretto funzionamento del mercato delle carni di coniglio.

Quindi - conclude - basterebbe un segnale minimo da parte della Coldiretti per far luce anche in questo settore e favorire così anche i consumatori italiani, di cui si fa paladina, che da anni mangiano conigli di dubbia provenienza.

Ufficio Stampa Anlac

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

18/05/2015, 11:49

Crisi cunicola, Anlac: saldo negativo e prezzi sottocosto. Preoccupa disinformazione in atto
Mentre gli allevatori italiani sono sotto assedio per via di un saldo commerciale negativo dovuto ad importazioni strumentali tese ad abbassare i prezzi sottocosto, anche in modo fraudolento, l’ Informatore Agrario vede una inversione di tendenza che non c’è.

Come può l’ Informatore Agrario sostenere che c’è stata una inversione di tendenza nel settore cunicolo se la crisi del settore è in netto peggioramento a causa di vendite sottocosto? I suoi giornalisti invece di guardare ai numeri con una lente distorta dovrebbero contattare gli allevatori liberi e sentire dalla viva voce come stà realmente la situazione. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente anlac, associazione italiana liberi allevatori di conigli

Nell’ ultimo quadrimestre del 2014 - prosegue - si è verificato un fatto mai accaduto negli ultimi 50 anni della storia di questo mercato. Le quotazioni hanno subito un crollo durante una fase fisiologica in cui i consumi e i prezzi storicamente crescono mentre i dati ufficiali tendono a nascondere la verità sul segmento più dinamico che è quello del prodotto porzionato.

Il giornalista dell’ Informatore Agrario - evidenzia il presidente - nel consultare i dati Ismea non si sarà accorto che le informazioni sul consumo sono parziali e ancora oggi non sappiamo quanti conigli sono stati consumati nel 2014 perché il dato è incompleto.

Così come non si è accorto - sottolinea l’ anlac - che nonostante le esportazioni siano migliorate passando da otto mila quintali a nove mila e seicento (abbiamo esportato 5 autotreni in più nel 2014), sono anche cresciute le importazioni da 26 mila a 26 mila e seicento, così che il saldo continua a rimanere strutturalmente negativo per 17 mila quintali.

Parlare di ripresa - conclude - mentre il settore muore, sotto i colpi di accetta di un cartello che spaccia conigli stranieri per italiani e le cui frodi - che ingannano i consumatori - rimangono impunite, e per la protervia di mercanti che, da un lato, boicottano la Cun e, dall’ altro, fissano prezzi sottocosto facendo pressioni su commissari non neutrali, mentre il piano di settore è impaludato, l’ etichettatura di origine proibita e la vigilanza assente, significa non fare informazione corretta ma distorta ed offendere l’intelligenza dei produttori e dei consumatori.

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

21/05/2015, 12:03

Crisi cunicola, Anlac: Realacci anteponga benessere allevatori a quello animale

Siamo basiti del fatto che l’ Onorevole Realacci (Pd) anteponga nella sua ultima interrogazione il benessere animale a quello dell’ uomo. Non c’è benessere che tenga se prima non stanno bene i nostri allevatori. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Una recente interrogazione - prosegue - anziché porre l’accento sulla vita indegna che subiscono gli allevatori, per l’ egoismo di mercati non regolamentati efficacemente e per gli abusi e le intese che lo caratterizzano, si preoccupa invece di misurare i centimetri quadrati in cui vivono i nostri animali.

Il deputato - aggiunge - dovrebbe sapere che nei nostri allevamenti in colonia gli animali sono in grado di effettuare tutti i comportamenti naturali della specie ed hanno spazio.

Sorprende, invece, - evidenzia l’ anlac - che egli non abbia letto le tre risoluzioni unitarie votate anche da Pd sulle condizioni soffocanti in cui versano gli allevatori e si ponga, in maniera un po’ strumentale, nella corrente trasversale degli animalisti a prescindere, come la sua collega Brambilla di Forza Italia, che spiana la strada ai furfanti.

A Realacci - precisa De Bonis - sfugge infatti che fuori dai nostri allevamenti ci sono altri animali predatori che vogliono, invece, distruggere questa specie, per consegnare il settore nelle mani di monopolisti: quelli che oggi puntano in modo surrettizio ad imporre nuovi standard produttivi per bandire le gabbie attuali e restringere definitivamente la concorrenza. Se così non fosse a nulla sarebbero servite le segnalazioni al Parlamento da parte anche dell’ antitrust, che il deputato Realacci evidentemente non conosce.

L’anlac, inoltre, sottolinea che la Germania e il Belgio, a cui fa riferimento Realacci nell’ interrogazione, oltre a non essere produttori di conigli, se non a livello amatoriale, sono i principali importatori, insieme ai francesi, del 51% dei conigli importati nel mondo e provenienti dalla Cina, che arricchiti di antibiotici stanno mettendo in ginocchio, attraverso prezzi in dumping, la nostra realtà produttiva nazionale.

Invitiamo, pertanto, Realacci - conclude - a battersi per difendere con misure antidumping il patrimonio cunicolo nazionale sotto attacco da importazioni cinesi e da operatori europei e nazionali compiacenti e collusi, altrimenti tra un po’ anche lui sarà costretto a mangiare conigli cinesi.

Ufficio Stampa Anlac

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

21/05/2015, 12:14

Anlac: incontro in Friuli per contrastare concorrenza conigli cinesi.

In un incontro con gli allevatori friulani, in stato di agitazione per la crisi, evidenziati i comportamenti anticompetitivi della filiera, l’ uso strategico della leva import-export, l’ assenza di etichettatura obbligatoria dell’ origine e l’arrivo di conigli cinesi triangolati in Europa che rendono ormai indifferibile l’ apertura di una indagine antitrust.

Il persistente aumento delle importazioni di conigli cinesi in Europa, sia freschi che congelati, continua a creare pressione sul mercato UE con conseguente ulteriore riduzione dei prezzi del coniglio vivo in Italia, vendite sottocosto in violazione dell’ art 62 e disincentivo ad allevare, mentre la Commissione suggerisce sull’ etichettatura di optare per una scelta volontaria, piuttosto che su un obbligo a livello comunitario. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Se ne è discusso a Valvasone (PN) il 19 maggio 2015 - aggiunge la nota - in occasione di una riunione affollata dell’ anlac con gli allevatori liberi friulani, che sono ormai sul piede di guerra a causa del disinteresse delle rispettive organizzazioni sindacali.

Dalla riunione è emerso che all’ interno dell’ Unione europea, l’ Italia mantiene saldamente ancora il primo posto. Dal 2007 al 2012 la quota di mercato nell’ Unione è passata dal 51% al 54%. Ma con la posizione discriminante assunta dalla Commissione - sottolinea De Bonis - c’è il rischio che gli italiani mangeranno solo conigli cinesi arricchiti di antibiotici se non ci sarà una discussione nell’ Europarlamento e una presa di posizione incisiva del Ministro Martina in Consiglio Ue.

In Europa, infatti, alcuni paesi come il Belgio, la Germania e la Francia sono i più grossi importatori mondiali di conigli. Insieme - prosegue la nota anlac - detengono una quota di importazione del 51% che proviene da Cina e Venezuela e che viene rivenduta sul mercato europeo senza alcuna indicazione di provenienza a discapito di mercati europei come quello italiano leader del settore.

Anche l’ Italia pur essendo il primo produttore europeo e terzo produttore mondiale importa nel mondo il 15% dei conigli. Ma noi siamo anche i primi consumatori di carne di coniglio in Europa e questa decisione della Commissione non rispetta i diritti dei nostri consumatori sanciti dai trattai europei.

Belgio e Germania, invece, - fa notare De Bonis - non producono conigli, ma ne importano tantissimi: il Belgio è il primo importatore mondiale con il 24% di quota ed il primo esportatore in Europa, mentre la Germania è il secondo importatore mondiale con il 19% di quota, ma in apparenza non ne esporta. Forse li consuma oppure li fa transitare dall’Ungheria, che non importa e non produce conigli ma, stranamente, è il terzo esportatore in Europa. Da dove prende allora i conigli che esporta in Italia?

La Francia è il settimo produttore mondiale, dopo Cina, Venezuela, Italia, Corea, Spagna ed Egitto con una quota di mercato del 3%, tuttavia è il quarto importatore mondiale con l’8% di quota ed il primo esportatore in Europa (con la stessa quota del Belgio pari al 17%).

Il dubbio che sorge agli allevatori - rileva l’ anlac - è che i conigli sottocosto francesi ed ungheresi che hanno invaso l’ Italia, possano essere conigli extra europei triangolati in Europa per farli diventare europei, depistare le origini e alimentare a prezzi di dumping il ricco mercato italiano.

In questo scenario, fortemente anticompetitivo, l’ anlac ha dimostrato agli allevatori del Friuli che solo il mercato integrato riesce a trovare giovamento e a concentrarsi ulteriormente, con espedienti ai limiti della legalità che presto denunceremo in alcune Commissioni parlamentari, mentre il mercato libero muore per assenza di controlli e tutele. Gli effetti restrittivi della concorrenza - denuncia l’ anlac - sono evidenti: è in atto una progressiva deriva monopolizzante che vede ormai il 70% del mercato italiano in mano a tre gruppi di mangimifici silenti che condizionano pesantemente il restante 30% di mercato libero.

Adesso tutti gli allevatori - conclude - per evitare proteste eclatanti, si aspettano che Coldiretti e altri sindacati, escano fuori dal letargo e prendano posizione immediata sull’ argomento, incalzando sia le autorità italiane che europee ad adottare l’ etichettatura obbligatoria d’ origine, misure antidumping come per il riso e intervento dell’ antitrust.

Ufficio Stampa Anlac

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

27/05/2015, 15:29

Conigli, Anlac: ricorso presso Corte europea dei Diritti dell’ uomo
I diritti negati agli allevatori italiani e ai consumatori di conigli in Europa sono stati oggetto di un ricorso presentato dai legali dell’ Anlac presso la Corte europea.

Ci siamo rivolti alla Corte europea dei Diritti dell’ uomo perché ci sentiamo traditi dalla mancata implementazione delle misure di programmazione nazionale di settore e dalla Commissione europea che stà discriminando questo comparto. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Non si può continuare a lavorare - prosegue - con prezzi al di sotto del 38% rispetto allo scorso anno, senza adottare nessuna misura di tutela verso le importazioni sottocosto provenienti dalla Cina e dalla Francia e senza nessun contrasto a manovre illecite che tentano di limitare la libertà economica degli allevatori italiani, primi in Europa.

Di fronte ad un mercato - aggiunge l’ associazione - che non risponde più alle regole della concorrenza, dunque, all’ offerta e alla domanda, e che non consente meccanismi trasparenti di scelta ai consumatori, è inaccettabile la posizione della Commissione secondo la quale è meglio optare per una scelta volontaria, piuttosto che su una etichettatura obbligatoria dell’ origine a livello comunitario.

Secondo l’ Anlac, i dubbi sollevati dallo studio sull’ inopportunità di estendere l’etichettatura di origine obbligatoria per prodotti di nicchia non appaiono convincenti, in quanto nel nostro Paese anche gli ovi-caprini hanno le stesse quote di consumo pro-capite della carne di coniglio, ma godono dell’ obbligo di informare i consumatori.

La raccomandazione da parte della Commissione europea, benchè priva di valore giuridico, è peraltro in netto contrasto con la volontà e gli impegni del Governo italiano.

E’ ora che lo Stato italiano, - sottolinea il presidente dell’ Anlac - che non ha adottato nessuna misura prevista dal piano di settore per contrastare la crisi del settore, ad eccezione della Cun, metta in atto tutti gli impegni presi attraverso le varie risoluzioni parlamentari, senza subire i condizionamenti delle potenti lobby agroindustriali.

Occorre agire - conclude - prima che sia troppo tardi e che il tessuto produttivo italiano che opera a libero mercato venga smantellato o passi nelle mani di tre gruppi industriali, in una deriva monopolizzante dannosa per i consumatori e per la libera concorrenza.
Ufficio Stampa Anlac

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

22/06/2015, 13:40

Cun conigli, Anlac: quotazioni in lento rialzo ma sempre sottocosto

Nonostante la diffida pervenuta a tutti i commissari da un gruppo di allevatori del Friuli, già in stato di agitazione per l’andamento anomalo dei prezzi sottocosto, gli allevatori della Cun non hanno saputo negoziare un valore di listino equo. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

L’ aumento di appena tre centesimi - prosegue - che porta questa settimana il prezzo a euro 1,52/kg, non trova riscontro con l’ aumento schizofrenico del macellato di Milano (+ 40 centesimi in una quotazione!) né con l’ anticipo dei carichi in atto da almeno tre settimane in tutta Italia. E’ dunque il frutto di una incapacità negoziale di alcuni allevatori.

L’ offerta, infatti, è carente - aggiunge il presidente - a causa di tre fattori congiunturali. Il primo relativo alle importazioni i cui volumi nel I° trim 2015 aumentano del 9,5% e sembrano modificate nella provenienza: nel mese di marzo sono arrivati in Italia conigli cinesi sottocosto, mentre la riduzione dei volumi importati dalla Francia (-17% nel primo trimestre 2015) è stata compensata dal raddoppio delle importazioni ungheresi (+135%). Il secondo è dovuto ad una riduzione importante dei numeri della produzione nazionale. In alcune regioni italiane come il Piemonte manca mediamente il 20% dei conigli, perché da diversi mesi gli allevatori sono stati invitati (o meglio obbligati) dai macellatori a ridurre gli accoppiamenti. Stesso dicasi per il nord-est. Il terzo cambiamento è dovuto alla progressiva chiusura di altri allevamenti che hanno smesso di produrre a seguito della politica di sottocosto imposta dai macellatori in nome di un mercato falsato e pilotato.

L’ andamento della domanda - fa notare l’ anlac - è infatti da diversi anni sempre stabile, anche se i dati di consumo complessivi di carne di coniglio (intero e porzionato) del 2014 non sono ancora pervenuti e i macellatori sostengono continuamente cali dei consumi.

Di fronte a questa fotografia di mercato - sottolinea il presidente dell’ anlac - i macellatori non devono lamentarsi della mancanza di profitto sul macellato. Questa è un’alibi ingiustificata se si considera che gli allevatori non vedono profitti da diversi anni, mentre loro incamerano un triplice utile: dalla carne lavorata, dalle pelli e alcuni di loro anche dal mangime. In pratica - evidenzia De Bonis - chi trasforma incamera quasi tutto il valore aggiunto possibile, impoverendo gli allevatori e senza procurare vantaggi ai consumatori.

Il deficit di capacità contrattuale non caratterizza però tutti i commissari. Tra gli allevatori - conclude De Bonis - ve ne sono diversi “assoggettati” a questo o a quel gruppo industriale che accettano supinamente quello che gli viene imposto prima di entrare in Commissione. Secondo l’ Anlac, chi non è libero economicamente di vendere o acquistare non dovrebbe stare in Commissione, specie se non ha firmato la dichiarazione d’ insussistenza di cause d’ incompatibilità, ma continua a giovarsi dell’ avallo di dirigenti sindacali nazionali collusi.

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

23/06/2015, 17:30

Anlac: Neutralità commissari Cun sia rispettata anche da Coldiretti

Le perduranti quotazioni sottocosto della Cun trovano, purtroppo, terreno fertile tra commissari allevatori non neutrali, che pur riconoscendo questi prezzi di mercato penalizzanti, sono assoggettati alla volontà di alcuni gruppi industriali e pertanto non liberi di svolgere una vera trattativa. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente anlac, associazione liberi allevatori di conigli.

Nell’ ultima trattativa di venerdì scorso - aggiunge - i due commissari che sono andati in fase ristretta, non hanno tenuto conto né della diffida di alcuni allevatori friulani, nè difeso le richieste di tutti gli altri commissari, in quanto notoriamente poco neutrali, inclini da tempo a definire preaccordi con i macellatori prima delle riunioni e nemmeno in grado di sottoscrivere la dichiarazione di assenza d’ incompatibilità con il ruolo assunto.

Sul punto - sottolinea l’ anlac - avevamo confidato molto nella responsabilità e serietà del loro dirigente sindacale Giorgio Apostoli, responsabile zootecnico della Coldiretti, che in una riunione del Mipaaf l’ 11 febbraio scorso, aveva accettato la soluzione di conferire più neutralità alla Cun, dopo una lunga insistenza della nostra associazione su questo aspetto dirimente.

Del resto - fa notare - anche l’ antitrust si era pronunciata a favore di una Cun neutrale e trasparente in luogo delle borse merci locali con meccanismi di formazione dei prezzi opachi.

Dobbiamo registrare, però - evidenzia De Bonis - che nonostante lo sforzo del legislatore di far chiudere, attraverso il comma 5 art 6 bis decreto agricoltura n° 51/2015, tutte le borse merci locali in presenza di Commissioni uniche nazionali, nella Cun conigli permangono gravi situazioni d’ incompatibilità non ancora rimosse.

Secondo l’ anlac, gli stessi dirigenti sindacali che avevano promesso di rimuovere i commissari impossibilitati a firmare la dichiarazione di insussistenza di cause d’ incompatibilità, si sono rimangiati l’ accordo politico, favorendo così quotazioni non concorrenziali, ma collusive, a detrimento dei produttori italiani e dell’ intera filiera.

E’ bene - conclude - che gli allevatori sappiano qual è il modus operandi di alcune organizzazioni sindacali. Noi, a tutela del libero mercato, lavoreremo affinchè nel prossimo decreto interministeriale tale dichiarazione sia assunta come obbligatoria per legge a pena di decadenza immediata dalla Cun.

Re: ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli

03/07/2015, 16:24

Anlac: “conversione in legge DL Agricoltura istituisce Cun e sospende borse merci”
La conversione in legge del decreto agricoltura n 51 è una grande conquista per il mondo agricolo perchè affida un ruolo importante alle Commissioni uniche nazionali (Cun), garantisce più trasparenza alle relazioni contrattuali nella filiera, prezzi all’ origine più equi e proconcorrenziali.

Il Senato ha dato ieri il via libera all’ approvazione definitiva dell’ emendamento 6-bis inserito nel decreto agricoltura n° 51/2015, senza sorprese dell’ ultimo minuto caldeggiate da alcuni lobbisti refrattari alla riforma, tra cui gli industriali, i mediatori e pure alcune organizzazioni sindacali. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Finalmente - prosegue - adesso le Cun hanno una cornice giuridica che le protegge. Non sono più strumenti sperimentali isolati o annacquati da continue modifiche regolamentari. Ma diventano strumenti istituzionali per la quotazione dei prezzi nelle filiere maggiormente rappresentative.

Il loro funzionamento, l’ istituzione e la sede, - aggiunge l’ anlac - saranno regolamentate con apposito decreto interministeriale che dovrà essere emanato entro 90 giorni dall’ entrata in vigore della legge.

Per evitare inutili duplicazioni o condizionamenti anticoncorrenziali - conclude - la legge dispone la “sospensione” delle autonome rilevazioni dei prezzi da parte delle Camere di commercio. Ciò significa, per le Cun già esistenti, che dal giorno successivo all’ entrata in vigore della legge sulla Gazzetta ufficiale, dovranno sospendere la loro attività tutte le borse merci che si occupano di quotare il coniglio e il suino. Diversamente la loro attività sarà illegale.
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