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ANLAC Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli
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Marco
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CUN CONIGLI: ANLAC, REGOLAMENTO VIOLA LIBERTA’ ECONOMICA. INTERVENGA ANTITRUST
Le continue modifiche e gli stravolgimenti apportati al Regolamento della Commissione unica nazionale Cun Conigli, non rispettano né i principi costituzionali di libertà economica, né i principi sanciti dall’ Antitrust attraverso un parere, né le risoluzioni parlamentari, né le previsioni del Piano di settore approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente Anlac dopo l’ interrogazione presentata dai parlamentari cinque stelle della Camera dei Deputati.
Il rischio che avevamo paventato - aggiunge - di annacquare il regolamento Cun facendo assorbire la stessa dentro i sistemi anticoncorrenziali delle Borse merci locali si stà purtroppo verificando, senza che le autorità preposte ai controlli e alla vigilanza abbiano svolto il proprio ruolo efficacemente. A vincere - sottolinea - purtroppo, sono le forti lobby agroindustriali e non lo stato di diritto.
Il ruolo di vigilanza della Cun - fa notare l’ Anlac - che spetta al Mipaaf, presenta un insopprimibile connotato "funzionale" nella direzione di tutela di un interesse affidato alle cure di un soggetto pubblico; in particolare, la funzione doveva essere quella di tutelare i beni strumentali: le regole del gioco, quali la trasparenza informativa, un processo di formazione dei prezzi alla produzione in senso proconcorrenziale, l’ autonomia e libertà decisionale delle controparti, l'accesso al mercato in condizioni di parità, anche territoriale, a garanzia di un'effettiva libera iniziativa economica nel settore.
Nell’ ultima riunione del Mipaaf - evidenzia - con un ennesimo colpo di accetta alla libertà negoziale, d’ imperio, sono state apportate modifiche che tolgono autonomia e libertà decisionale agli allevatori in caso di disaccordo, introducendo le stesse modalità anticoncorrenziali della borsa merci di Verona.
Gli allevatori commissari ritengono - prosegue l’ associazione - che, essendo la trattativa libera ed autonoma, sia molto più semplice che in caso di disaccordo vi sia la possibilità di effettuale un «Non quotato» piuttosto che affidare le sorti del mercato a soggetti non commissari, come prevede la proposta avallata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Di fronte a queste ripetute violazioni del diritto della concorrenza - conclude l’ Anlac - si rende sempre più necessario l’ intervento dell’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, anche per disapplicare le norme regolamentari della Borsa merci di Verona in continuo contrasto con quelle del Regolamento CUN nazionale.
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22/07/2014, 17:37 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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Commissione Prezzi, Anlac: Cun da strumento di tutela a fotocopia borsa merci
Dopo lo stravolgimento delle regole Cun, avvenute con la complicità delle organizzazioni sindacali di categoria, che fanno finta di difendere gli allevatori, il quadro si è completato con la nomina dello stesso Comitato Borsa merci di Verona dentro la Cun. E’ paradossale! Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente dell’ anlac, associazione nazionale liberi allevatori, dopo aver appreso la notizia delle nomine avvenute.
E’ scandaloso - prosegue - quello che abbiamo appreso stamattina dalla Bmti che svolge l’attività di segreteria della Cun. Le stesse persone che compongono il Comitato borsa merci di Verona, all’ interno del quale non ci sono allevatori e che si esprime in caso di disaccordo, sono state di fatto trapiantate nella Cun, su suggerimento delle rispettive controparti. Così, gli industriali hanno nominato Muraro e gli allevatori Strobel.
Una deriva anticoncorrenziale questa - sottolinea - che conferma l’ azione di mancata vigilanza da parte del Mipaaf. Gli allevatori temevano che la fotocopia della borsa merci fosse più sbiadita, invece è perfettamente nitida.
Sappiano però gli allevatori e i consumatori - aggiunge - che sono state proprio le loro organizzazioni ad avallare questa mutazione genetica della Cun. Strobel, sarà anche una brava persona, ma non è un allevatore. Dunque, non può decidere delle nostre sorti.
Questa triste svolta illiberale – conclude – stravolge lo spirito originario di tutela e trasparenza per cui la Cun era nata e ne fa una fotocopia della borsa merci, demandando ad altri soggetti la decisione di vendere i propri conigli e, di fatto, privando gli allevatori della loro libertà di decisione e della loro autonomia imprenditoriale.
Ufficio Stampa Anlac
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25/07/2014, 19:04 |
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Marco
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Cun, conigli vivi: Anlac, no a sospensione quotazioni con mercato in rialzo
Borsa merci telematica italiana, che funge da segreteria tecnica della Cun-Commissione unica nazionale, ha reso noto che il mercato è in rialzo, anche se i prezzi sono ancora sottocosto, ma ha dimenticato di dire che la Camera di Commercio di Verona, che ospita le sedute della Cun, quest’ anno, ha deciso di sospendere le sue attività d’ufficio dall’ 8 al 29 di agosto, proprio durante la fase di rialzo. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli e commissario nazionale cun.
A memoria dei commissari più anziani - precisa il presidente - erano oltre cinquantanni che non si verificava una chiusura di tre settimane consecutive ad agosto. Di solito Borsa merci di Verona ha sempre sospeso le attività solo la settimana di ferragosto.
In una fase di mercato in rialzo - prosegue l’ anlac - pregiudicare l’ attività della Cun per tre settimane mentre tutti richiedono animali e vanno a caccia di contratti per i prossimi mesi, ci sembra un ingiustizia, quasi una rivalità commerciale. Significa - sottolinea - indebolire finanziariamente gli allevatori e far perdere loro la possibilità di cominciare a recuperare qualcosa, visti i perduranti livelli di quotazione sottocosto, per costringerli ad accettare contratti leganti vietati dal diritto europeo.
Il Mipaaf - fa rilevare l’ associazione - svolge attività di vigilanza finalizzata a garantire il regolare funzionamento della Cun e, al fine di tutelare gli allevatori in questa difficile fase, potrebbe benissimo convocare la Cun per due settimane a Roma, presso la sede del Ministero, come ha già fatto in passato.
Del resto - conclude l’ anlac - la Cun nasce dall’esigenza di monitorare, tutelare e rendere trasparente il mercato nazionale e non quello locale. Se la sede di Verona ha deciso di prolungare le sue ferie, gli allevamenti e i macelli italiani lavorano a pieno ritmo.
Ufficio Stampa Anlac
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04/08/2014, 10:52 |
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Marco
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Cun Conigli: Anlac, trasparenza pretesa impossibile
E’ davvero così difficile mettere a disposizione dei commissari cun quattro numeri utili per fotografare realmente il mercato e sbugiardare le inesattezze dei macellatori? Nell’ era delle telecomunicazioni e dell’ informatica in cui tutto può essere condivisibile in frazioni di secondo, solo il governo italiano incontra mille difficoltà per raccogliere i dati settimanali sulla produzione, macellazione, importazione, esportazione e consumo. Sono i numeri, suggeriti dalle risoluzioni parlamentari, che con semplicità elementare possono dare l’ idea di cosa succede realmente nel mercato, garantire una tendenza, aiutare efficacemente nella indicazione di un prezzo. Insomma il vero deterrente per combattere la speculazione e la corruzione privata che alberga dentro i mercati. Lo ha dichiarato in una nota, Saverio De Bonis, rappresentante dell’ anlac, associazione dei liberi allevatori di conigli che da anni si batte per ottenere trasparenza nei mercati.
Dopo due anni, però, è tutto ancora in alto mare. Certo la segreteria Cun rispetto alla Borsa merci, che le fa i dispetti perché vuole essere in tutto e per tutto simile, mette a disposizione dei report ai commissari anche se non prontamente utilizzabili perché datati di tre mesi e verbalizza le dichiarazioni dei commissari, cosa che non avveniva minimamente nella borsa merci. Ma questi due vantaggi distintivi della cun sono stati annullati da un eccesso di potere conferito al segretario, che da arbitro si è spesso trasformato in giocatore, e dal trasferimento dei peggiori difetti presenti in borsa merci: il comitato della borsa merci formato unicamente dagli industriali è stato trapiantato nella cun con un atto d’ imperio e, in maniera unilaterale, deciderà sul prezzo in caso di disaccordo tra i commissari. Una bella conquista per la democrazia economica!
Il vice ministro Olivero non ha potuto rispondere su questo punto delicato che investe le libertà protette dall’ art 41 della Costituzione, in compenso ha dato risposta ad una interrogazione della senatrice Daniela Donno sul funzionamento della Commissione unica nazionale, che aveva chiesto al Mipaaf iniziative volte alla trasparenza e al superamento del conflitto di interessi in seno alla CUN.
Olivero ha affermato che "la CUN nasce quale mezzo di trasparenza” e trasparenza vuol dire informazioni vere. Però, in merito alla costituzione di una banca dati delle macellazioni, richiesta numerose volte dagli allevatori italiani, il Vice Ministro Olivero ha risposto che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, attraverso la segreteria della CUN, "ha richiesto più volte al Ministero della salute di poter attingere direttamente dalle ASL i dati relativi ai carichi e alla macellazione dei conigli. Tuttavia, essendosi proposto detto Ministero di effettuare centralmente la raccolta dei dati dalle ASL a livello periferico, non è ancora pervenuto un riscontro in merito". E’ opportuno precisare che stiamo parlando di appena 40 fax settimanali che un ramo del governo non riesce ad ottenere dall’ altro. Incredibile, ma vero! E’ come se due inquilini che abitano sullo stesso pianerottolo, non riescono a comunicare perché la colpa è del citofono difettoso.
Del resto, si sa la burocrazia è un ostacolo per i processi di trasparenza, nonostante le numerose riforme: “Con il testo unico sulla trasparenza non ci saranno più aree di opacità nell'operato della Pubblica Amministrazione”, aveva dichiarato proprio il ministro della Funzione Pubblica. Il vice ministro Olivero ha dimenticato che la bussola della trasparenza doveva accompagnare le amministrazioni, anche attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, nel miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi digitali. Invece, siamo di fronte ad un esempio di cattiva applicazione dell’ open government. Caro Olivero, basterebbe autorizzare i veterinari asl a comunicare giornalmente i numeri aggregati dei macelli dentro una banca dati ed il gioco della trasparenza è fatto nel rispetto della privacy.
Per quanto concerne invece la costituzione di una banca dati sull'import-export, il rappresentante del Governo ha segnalato che, pur fornendo l'ISTAT tali dati mensilmente (sia per i conigli vivi che per le carni macellate), si tratta tuttavia di quelli relativi a tre mesi prima non al mese corrente. Conseguentemente, "la cadenza settimanale delle riunioni della CUN non si sposa con la cadenza e con la disponibilità attuale dei dati sull'import-export forniti dall'ISTAT".
Anche in questo caso, il vice Ministro Olivero, attraverso l’ Agenzia delle Dogane che in tempo reale gestisce queste informazioni, potrebbe far autorizzare dal Governo la immissione dei flussi giornalieri nella banca dati ed il gioco della trasparenza è fatto, senza dover attendere i tempi biblici dell’ Istat.
Ma per gli allevatori italiani – conclude la nota - ormai la trasparenza è una pretesa impossibile…disturberebbe i manovratori.
Ufficio Stampa Anlac
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05/08/2014, 10:44 |
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Marco
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Prezzi Conigli, Anlac: in Cun vince propaganda agrobusiness e non quotazioni
I dati ufficiali riportati da Ismea, a disposizione di tutti i commissari, dichiarano un aumento dei consumi del +0,4%, ma i macellatori sostengono il contrario, ad eccezione del gruppo Berti, che da sette settimane vede il mercato in crescita. Così le quotazioni rimangono ancora sottocosto e vince la propaganda dell’ agrobussiness, incline ad utilizzare la leva delle importazioni per falsare il mercato nazionale. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli e commissario Cun.
Se alcuni macellatori – prosegue - dicono di avere troppa merce e contestualmente fanno largo uso di conigli francesi, potrebbero benissimo ridurre la quota di prodotto che importano, in modo da svuotare piu’ rapidamente le celle piene di prodotto estero.
La Cun del resto – aggiunge - è una commissione che si occupa di quotare il prodotto nazionale, non quello straniero. Tutti però auspicavano che fosse una commissione neutrale e trasparente nel formulare una tendenza e un prezzo pro-concorrenziale, sulla base di notizie attendibili. Invece – sottolinea - per volontà degli industriali è diventato un duplicato della borsa merci di Verona, non senza il contributo grave di alcuni commissari allevatori in soccida che prestano l’ opera e delle loro rispettive associazioni, grazie ai quali il prezzo da agosto è stato frenato, violando le normative sulla concorrenza.
Nelle ultime sedute - fa notare il rappresentante dell’ anlac - gli allevatori e i macellatori non hanno raggiunto un accordo; in tal caso, il regolamento, dopo le ultime modifiche anticostituzionali apportate, prevede, esattamente come in borsa merci, che sia un terzo Comitato composto solo da industriali a decidere sul prezzo di listino.
Il fatto paradossale di queste settimane – evidenzia De Bonis - è che il Comitato, da un lato, ha sconfessato i suoi macellatori che prevedevano una tendenza negativa, dall’ altro, ha smentito la tendenza al rialzo formulata in borsa merci a Forli.
Per l’ anlac è spontanea una domanda. Come può essere credibile un membro del Comitato se dichiara nella stessa settimana una tendenza in aumento a Forlì (il lunedì) e stabile a Verona (il venerdi)?
Gli effetti dell’ ibridazione della Cun - conclude la notta - che da alcuni mesi ha subito una mutazione genetica, si stanno purtroppo avverando e con essa la distruzione del patrimonio zootecnico nazionale.
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14/10/2014, 8:58 |
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Marco
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Cun conigli, Anlac: manovre speculative in atto. Intervengano le autorità preposte
Le progressive quotazioni sottocosto della Cun-Commissione prezzi unica nazionale conigli vivi da carne e della Borsa merci di Verona, abbinate alle vendite condizionate (ritiro carne contro fornitura di mangime) sono alla base della crisi che il settore stà attraversando e dei ripetuti delitti che probabilmente subisce. Lo dichiara Saverio De Bonis, rappresentante Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, e commissario Cun.
Non si era mai verificato – prosegue - nella storia della cunicoltura che a fine ottobre i prezzi all’origine fossero abbassati ulteriormente al di sotto del livello del costo medio di produzione, provocando così un’alterazione negativa del mercato, che richiederebbe subito un’approfondita indagine delle autorità competenti.
Nell’ ultima seduta della Commissione Cun del 30 ottobre 2014, - evidenzia il rappresentante anlac - i macellatori in preda al delirio hanno avuto il coraggio di proporre un prezzo pari ad euro 1,70, ad eccezione di Rossi (Gruppo Berti) che ha chiesto invariato, mentre gli allevatori hanno richiesto euro 2,20, un prezzo appena al di sopra dei costi di produzione. Non raggiunto nessun accordo in Commissione, è intervenuto il Comitato, uno strano organismo autarchico e anticostituzionale, formato unicamente da dirigenti e consulenti di multinazionali dell’ agroalimentare italiano,che ha abbassato d’imperio il prezzo del coniglio vivo ad euro 1,84, manipolando scandalosamente la condizione reale del mercato.
Questo Comitato – sottolinea - è un corpo estraneo dentro la Cun, prima non esisteva ed è stato inserito da alcuni mesi proprio attraverso la mediazione dei dirigenti del ministero con gli organi di Borsa merci Verona, non senza la condivisione miope e colpevole dei sindacati agricoli. Andrebbe pertanto abolito al più presto!
Il Comitato - aggiunge De Bonis - venerdì si è riunito oltre i tempi previsti, in quanto uno dei suoi rappresentanti più blasonati, che decide anche il prezzo del macellato a Milano, è arrivato dopo un’ ora con l’arroganza di chi muove le leve del mercato e può permettersi anche di far perdere il treno a chi lavora per la Cun. Una grave mancanza di rispetto istituzionale di cui il Mipaaf dovrebbe prendere atto, visto che non è la prima volta che succede.
Al contrario - ricorda De Bonis - quando i commissari arrivano in ritardo alle riunioni Cun, la commissione inizia comunque i suoi lavori e riporta come assenti i ritardatari. Siamo, dunque, sicuri che quella seduta del Comitato e la relativa quotazione non siano da annullare? Perché il Segretario della Cun non ha avviato subito i lavori del Comitato con i membri effettivi e supplenti che erano presenti?
La grave restrizione degli spazi concorrenziali, - fa notare il presidente anlac - sta sviluppando progressivamente forme d’ integrazione verticale operate da noti mangimifici italiani che speculano illecitamente sul ritiro della carne a fronte della fornitura di mangime, nonché sulle pelli, in una deriva monopolizzante pericolosa per tutta l’economia del Paese e per i consumatori.
E’ ora – conclude - che le autorità preposte intervengano per contrastare le manovre speculative in atto.
Ufficio stampa Anlac
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03/11/2014, 12:07 |
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Marco
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Borse merci cunicole: Anlac, dopo Padova e Verona è la volta di Treviso e Milano. Intervenga antitrust.
Se le Commissioni Uniche nazionali (CUN) nascono in attuazione di Protocolli d’ intesa delle filiere carni, sottoscritti dalle associazioni di categoria e dai macellatori, con lo scopo di monitorare, tutelare e rendere "trasparenti i mercati zootecnici", in modo da spuntare gli artigli agli speculatori, che senso ha moltiplicare le borse merci locali dove regna invece l’ opacità? Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli e commissario CUN.
E’ quello che stà accadendo in modo evidente nel mercato cunicolo italiano, con l’ avallo purtroppo delle organizzazioni sindacali. Dopo la nascita della CUN-Conigli - continua il presidente dell’ anlac - e la conseguente chiusura delle borse merci di Padova e Verona - già oggetto di un parere dell’ antitrust che le aveva ritenute non più "compatibili con le regole della concorrenza e ne aveva pertanto sollecitato la cessazione dell' attività” - ecco che alcuni operatori, insoddisfatti della tardiva decisione della Giunta camerale di Verona di sospendere finalmente dal 1° gennaio di quest’ anno le sue quotazioni, si accingono a ripristinare, quella di Treviso e Milano.
Infatti - prosegue - a parere di alcuni macellatori, che fanno parte della CUN e che sono usciti allo scoperto “autosospendendosi” ovvero presenziando senza diritto di parola, i listini formulati dalla CUN Nazionale per pagare gli allevatori, gli unici listini legittimi, non sarebbero validi in quanto "l’unico indiscusso strumento nella determinazione del prezzo vivo era quello di borsa merci Verona", dove il controllo dei prezzi di mercato risultava essere indisturbato rispetto alla CUN. Le altre motivazioni - aggiunge De Bonis - addotte attraverso una loro lettera, sono solo sterili alibi. Giova, invece, ricordare agli stessi “autosospesi” che, in data 10 luglio 2012 nella sede del Mipaaf a Roma avevano sottoscritto un Protocollo d’intesa istitutivo della CUN che prevedeva tra i suoi obiettivi:
1. la realizzazione di un mercato unico di riferimento nazionale per la compravendita dei conigli da carne, allevati in Italia, con regole più trasparenti;
2. l’ effettiva applicazione nei contratti dei prezzi indicati;
Noi vogliamo sperare - fa rilevare la nota anlac - che questo tentativo di disconoscere il valore della CUN, invece di sostenerla, non sia un espediente per pagare ulteriormente sottocosto gli allevatori e condizionare la CUN, attraverso i due strumenti camerali di Milano (dove peraltro non c’è nessun allevatore in commissione) e di Treviso (che da domani ripristina la sua commissione prezzi conigli) sia destituito di fondamenta. Cosi come vogliamo sperare che, congiuntamente a qualche organizzazione di categoria (Federazione provinciale Coldiretti Treviso e Confagricoltura Treviso), qualcuno non stia facendo la sponda al camaleonte. Cambiare pelle e colore a secondo delle circostanze, mimetizzarsi per non farsi riconoscere, restare immobili fino a quando la preda non è arrivata a tiro di lingua, è il modo classico per ingannare le prede ovvero per rendere più efficace la pratica delle vendite condizionate (vendita mangime contro ritiro carne), una pratica vietata dalla normativa europea che solo in Italia è tollerata in nome di una falsa integrazione verticale di mercato dagli effetti monopolizzanti.
Data la grave situazione che si stà creando - conclude - con inevitabili quotazioni sottocosto pilotate e restrizione della concorrenza, forse è il caso che l’ antitrust italiano intervenga attraverso un indagine, adotti misure strutturali e vieti l’ attività di Treviso e Milano.
Roma, 15 gennaio 2015
UFFICIO STAMPA ANLAC
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12/01/2015, 12:31 |
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Anlac: meeting a Bruxelles per celebrare la carne cunicola
Anlac organizza il 5 febbraio a Bruxelles, presso il Parlamento europeo, il meeting “Carne cunicola: problemi e prospettive”, indetto dall’Europarlamentare Isabella Adinolfi. Il meeting si terrà mentre la Commissione europea elabora il dossier sulla etichettatura obbligatoria delle carni cunicole. In quella sede si analizzerà il mercato cunicolo del sud Europa stigmatizzando le problematiche presenti e le prospettive nel contesto dell’attuale legislazione europea. L’Anlac, aprirà il convegno, rivolgendo un appello ai policy maker, affinchè inseriscano l’etichettatura obbligatoria, l'applicazione di quest'ultima occupa il primo posto nella lista delle priorità. L’alta appetibilità di questa carne pregiata, molto apprezzata dai consumatori, si scontra, infatti, con una serie di distorsioni presenti nel mercato comune, che non favoriscono prezzi equi ai produttori. Tali distorsioni alimentano vendite sottocosto, generando squilibri tra domanda e offerta nelle aree maggiormente interessate dell’Europa, ciò causa inevitabili effetti restrittivi della concorrenza e derive monopolizzanti vietate dal diritto europeo. Questi gli obiettivi del meeting “Carne cunicola: problemi e prospettive” che si terrà giovedì 5 febbraio, dalle ore 9,30 alle ore 13,00, nella Sala ASP 1E2 del Parlamento Europeo. A fare gli onori di casa l’europarlamentare Isabella Adinolfi che aprirà e coordinerà i lavori del meeting e a cui saranno affidate le conclusioni. I relatori invitati: Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli; Andreas Trompetas, allevatore Greco; Nicolò Mangano, veterinario specializzato sul coniglio da carne; Antonio Leone, rappresentante cunicolo Copagri e componente CUN-Commissione prezzi unica; Luciano Campedelli, rappresentante cunicolo Coldiretti e componente CUN-Commissione prezzi unica; Luigi Ascenzi, delegato allevatori Regione Lazio; Reuben Schembri, presidente “Fur Play Rabbit Farm”.
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27/01/2015, 15:48 |
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Anlac: Meeting di Bruxelles sollecita trasparenza verso consumatori
E’ stato molto forte il messaggio lanciato dagli allevatori del sud Europa riuniti presso l’Europarlamento a Bruxelles. Non c’è benessere dell’ uomo e degli animali che tenga se viene disatteso il diritto all’ informazione. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli, dopo il meeting “Carne cunicola: prospettive e problematiche”, indetto dall’ europarlamentare Isabella Adinolfi.
Un diritto negato ai consumatori europei - aggiunge - che da anni attendono l’ estensione della etichettatura obbligatoria dell’ origine anche per le carni di coniglio e per la quale nelle prossime settimane si attende l’ esito della valutazione d’ impatto da parte della Commissione europea, che speriamo metta la parola fine a una vera e propria discriminazione in atto da quattro anni.
Oggi - prosegue il presidente - perdere altro tempo in estenuanti valutazioni è dannoso per tutto il sud Europa. In precedenza - sottolinea l’ anlac - altre valutazioni d’ impatto avevano già confermato che l’ origine delle carni sembrava essere la preoccupazione principale dei consumatori. Questi vogliono che l’etichetta riporti dove l’animale è nato, allevato e macellato, affinchè siano rispettati gli articoli 12, 169 e 13 del TFUE, inerenti alla protezione dei consumatori, al diritto all’ informazione e alle esigenze in materia di benessere animale. La normativa europea, inoltre, permette che sul cibo l’origine possa diventare quella del luogo in cui è avvenuta l’ultima lavorazione «sostanziale». Così, nel caso di un prodotto porzionato, i supermercati non sono obbligati ad indicare la provenienza della materia prima, ma solo il luogo dell’ ultima lavorazione «sostanziale». Questa norma del codice doganale - evidenzia l’ anlac - non garantisce il rispetto dei trattati e apre le porte al commercio globale di carni di dubbia provenienza. Costringerà presto tutti i consumatori a mangiare solo conigli sintetici provenienti dalla Cina e dal Venezuela in nome di uno scambio globale che non rispetta il benessere animale e le normative sanitarie. Sinora questo commercio ha favorito solo gli scambi mondiali della Germania ed è stato troppo penalizzante per Italia, Grecia e Malta, paesi connotati da una forte tradizione culturale di consumo, che si trovano a fronteggiare situazioni anticoncorrenziali e fraudolente nelle importazioni rese agevoli proprio dall’assenza di etichettatura obbligatoria e di controlli. Nessuna organizzazione sindacale ha chiesto misure di salvaguardia verso le importazioni extra-Ue come è accaduto invece per il riso. Pertanto, attendiamo nei prossimi giorni - conclude - una forte iniziativa politica da parte dell’ Europarlamento, dei sindacati agricoli, delle associazioni consumatori e, soprattutto, del Ministro Martina.
Allegati:
foto Bruxelles 2.jpg [ 81.14 KiB | Osservato 889 volte ]
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09/02/2015, 11:09 |
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Marco
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Anlac: Bene dichiarazioni Ministro Martina su tutela concorrenza.
Contrastare forme di comportamento sleali è un atto dovuto in quanto la concorrenza è bene pubblico che interessa anche i consumatori. Adesso siamo contenti che finalmente un Ministro l’ abbia recepito perché tutte le stalle soffrono dello stesso male. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di coniglio, che ha aggiunto: “il mercato interno ai sensi dell’ articolo 3 del Trattato sull’ Unione europea comprende un sistema che deve assicurare che la concorrenza non sia falsata”.
E’ un messaggio chiaro che gli allevatori italiani avevano già lanciato la settimana scorsa a Bruxelles durante il meeting “Carne cunicola: prospettive e problematiche”.
Questo capitalismo selvaggio - prosegue - non è sostenibile perché uccide il mercato, non rispetta le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda le tradizioni culturali e il patrimonio zootecnico regionale, e altera la concorrenza a danno dei consumatori senza accrescere la ricchezza complessiva dei comparti.
Il mercato italiano delle carni cunicole, infatti, prima della crisi del 2007 era autosufficiente, ma il nostro grado di autoapprovvigionamento in sette anni, grazie a ripetuti comportamenti sleali, è passato dal 100% (nel 2007), all’ 82% (nel 2011), al 60% (nel 2015).
Del resto, è noto che proprio durante i periodi di crisi il liberismo selvaggio aumenti e i monopolisti ne approfittino. Quando alcuni gruppi agroindustriali - fa notare l’ anlac - prendono il sopravvento bloccando riforme e piani di settore, quando i patti sottoscritti vengono calpestati, quando la restrizione della concorrenza raggiunge livelli inauditi proprio nei luoghi dove per antica tradizione culturale sono maggiormente concentrati i consumi, quando non si adottano i provvedimenti necessari a eliminare gli ostacoli alla libera concorrenza, quando si legittimano contratti leganti (acquisto mangime-ritiro carne) vietati dal diritto Ue e dall’ art 62, quando si chiude una borsa merci locale e se ne apre un’ altra a poca distanza per turbare il mercato nazionale, quando si abbassano i prezzi all’ origine sottocosto e si condiziona il laboratorio Cun, quando si boicottano le vendite per ritorsione in precise aree geografiche, quando proprio i commissari Cun spacciano i conigli stranieri per italiani, allora siamo di fronte ad una giungla di selvaggi e di banditi.
Questi - evidenzia l’ anlac - sono chiari sintomi di una grave patologia del mercato, di una violazione ripetuta nel tempo dei Trattati comunitari, della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti che vanno risolti senza ulteriori indugi.
Noi - conclude - non possiamo che salutare con favore le dichiarazioni del Ministro Martina che sinora è stato l’ unico Ministro ad invocare l’ intervento dell’ antitrust.
Ufficio Stampa Anlac
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12/02/2015, 11:54 |
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