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AIFE/Filiera Italiana Foraggi 
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“Made green in Italy”, la certificazione ambientale

che AIFE/Filiera Italiana Foraggi

vuole ottenere per le aziende associate

Il ministero della Transizione ecologica ha accolto la richiesta di ammissione al finanziamento presentata nei mesi scorsi dall’Associazione. “Con questo marchio verranno trasmesse al consumatore tutte le informazioni sull’origine e sui processi produttivi dell’erba medica essiccata e disidratata”, dichiara il presidente Gian Luca Bagnara

Ravenna, 17 ottobre 2022 – La risposta attesa è arrivata il 14 ottobre scorso. Ed è positiva. Il ministero della Transizione ecologica ha accolto favorevolmente la richiesta di ammissione al finanziamento, presentata da AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu) nei termini previsti, relativa alla elaborazione di un protocollo che porti alla certificazione “made green in Italy”, lo schema di valutazione e comunicazione ambientale promosso e gestito dal suddetto Ministero, finalizzato a valorizzare le qualità ambientali dei prodotti italiani, tra cui l’erba medica essiccata e disidratata, basandosi su un Regolamento entrato in vigore nel 2018 che definisce le modalità di calcolo e comunicazione delle prestazioni ambientali dei prodotti che intendono ottenere la certificazione.“Siamo estremamente soddisfatti – sottolinea Gian Luca Bagnara, presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – l’ammissione al bando, che prevede un finanziamento di 30mila euro, ci mette ora nella condizione di elaborare un protocollo ambientale a cui le aziende interessate nostre associate potranno successivamente aderire per riuscire ad ottenere la certificazione made green in Italy, un riconoscimento grazie al quale le legittime e sempre più pressanti domande che il consumatore si pone sull’origine e sui processi produttivi di quel determinato prodotto, in questo caso l’erba medica essiccata e disidratata, troveranno una risposta completa ed esaustiva. Infatti, il marchio made green in Italy garantirà che il processo produttivo del foraggio trasformato da quella determinata azienda ha rispettato i più elevati standard, che grazie alle sue caratteristiche la presenza di erba medica essiccata e disidratata nella razione alimentare da fornire al bestiame contribuisce significativamente a migliorare il benessere animale e che la sua coltivazione assicura un indubbio beneficio ambientale sia per il fabbisogno idrico richiesto particolarmente contenuto che per il miglioramento del terreno grazie alla sua azione azoto-fissatrice”.

Sono già numerose le aziende associate AIFE/Filiera Italiana Foraggi che nei loro processi di trasformazione di erba medica essiccata e disidratata da tempo adottano standard produttivi molto elevati per ottenere un prodotto di qualità, con il protocollo ambientale in questione che in base a quanto prevede il bando dovrà essere elaborato entro i prossimi 8 mesi, si potrà stabilire come e dove intervenire per migliorare ulteriormente questi standard al fine di ottenere il marchio made green in Italy.

“Ci aspetta un lavoro impegnativo ma al tempo stesso molto interessante – chiosa Gian Luca Bagnara – Il valore che la certificazione made green in Italy assicurerà alle nostre aziende si tradurrà in un importante supporto alla filiera zootecnica nazionale e in un ulteriore fiore all’occhiello per l’erba medica essiccata e disidratata che esportiamo, quantificata mediamente ogni anno in circa il 60% della produzione totale. Con questa certificazione il concetto di sostenibilità ambientale si arricchisce di nuovi e importanti contenuti. Lo dimostra anche il fatto che per la prima volta un Ministero finanzia l’elaborazione di un protocollo. Un inedito che ha un grande significato”.

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17/10/2022, 16:01
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AIFE/Filiera Italiana Foraggi tra i protagonisti

del World Alfalfa Congress di San Diego, California

L’evento si è tenuto dal 14 al 17 novembre 2022. “Per l’Europa e per il nostro Paese in particolare si prospettano interessanti opportunità di commercializzazione di erba medica essiccata e disidratata. La promozione del nostro prodotto deve puntare sulle tecniche produttive, la qualità e il valore del legame con il territorio”, afferma il presidente, Gian Luca Bagnara

Ravenna, 22 novembre 2022 – Si è concluso il 17 novembre scorso a San Diego, in California, il World Alfalfa Congress (14-17 novembre 2022) al quale ha partecipato anche AIFE/Filiera Italiana Foraggi.

Un evento che si ripete ogni tre anni e che al termine dei lavori ha dato appuntamento al numeroso pubblico di operatori presente al 2025, in Europa.

“Come a ogni appuntamento internazionale di questo tipo si è trattato di un’occasione di confronto e dibattito molto interessante – spiega Gian Luca Bagnara, presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – Peccato che mancasse la rappresentanza del mondo Asiatico, in parte sostituita dalla massiccia presenza di quella europea, con Italia, Francia e Spagna in prima linea”.

Nel corso dei 4 giorni di durata del Congresso, oltre ai convegni e ai workshop, sono state organizzate visite guidate ai campi e altre iniziative di approfondimento sul tema dell’essiccazione e della disidratazione delle foraggere e dell’erba medica in particolare.

“Nello spazio dedicato ai partecipanti stranieri – sottolinea Bagnara – come AIFE/Filiera Italiana Foraggi abbiamo avuto la possibilità di presentare i risultati scaturiti dal progetto MediCarbonio, giunto ormai alle sue battute conclusive e finalizzato a quantificare il carbonio presente nei terreni dove si effettuano rotazioni colturali che prevedono l’erba medica, mentre a livello europeo uno spazio è stato riservato alla Commissione Intersindacale dei Disidratatori Europei (CIDE) che ha illustrato il sistema europeo all’interno del quale Italia, Francia e Spagna rappresentano l’80% dell’intera produzione dei foraggi essiccati e disidratati nel Vecchio Continente”.

Cosa è emerso di significativo al World Alfalfa Congress di San Diego per il comparto italiano dell’essiccazione e della disidratazione dell’erba medica?

“Va detto innanzitutto che tra la produzione USA e quella europea il divario è enorme – spiega il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – Contrariamente a quello che si potrebbe pensare l’innovazione tecnologica applicata al settore dell’essiccazione e della disidratazione dei foraggi negli States non ha raggiunto i nostri livelli e questo per loro rappresenta un problema, soprattutto per gli effetti provocati dalla siccità che stanno creando difficoltà di carattere agronomico molto importanti non solo nella gestione idrica, ancora oggi praticata con metodi da noi ampiamente superati, ma anche nel contrasto ai gravi problemi fitosanitari che devono affrontare, aggravati peraltro da un approccio molto conservativo delle pratiche colturali che non contempla la rotazione, strada invece maestra per favorire l’arricchimento del terreno e il conseguente miglior stato sanitario delle colture. A fronte di tutto ciò e aggiungendo la rivalutazione del dollaro sull’euro che in questo periodo sta penalizzando l’export targato USA, possiamo verosimilmente intravedere all’orizzonte uno scenario di interessanti opportunità per la commercializzazione di erba medica essiccata e disidratata europea e italiana in particolare, facendo leva su concetti per noi consolidati come l’importanza della filiera, da loro invece totalmente sconosciuto, la valorizzazione del legame col territorio e la nostra capacità produttiva. Un insieme di fattori che mette al primo posto la qualità di un prodotto, quello italiano, caratterizzato da un mix equilibrato di proteine e fibra, sanificato con calore e prodotto senza irrigazione, che negli USA invece non esiste: qui infatti da sempre la selezione genetica dell’erba medica si è concentrata sull’aumento della componente proteica”.

Due mondi produttivi diversi, accomunati però da una richiesta globale...

“Proprio così – conclude Gian Luca Bagnara - È per questo che ritengo necessario istituire un Tavolo di lavoro tra Europa e USA per elaborare standard produttivi internazionali uguali per tutti i Paesi produttori di erba medica essiccata e disidratata. Si tratta di un percorso che guarda al lungo periodo, ma che va avviato per arrivare a criteri di valutazione comuni a cui fare riferimento. In questo scenario, l’Europa e l’Italia in particolare possono sfruttare una serie di opportunità molto interessanti elaborando percorsi e strategie innovative e sostenibili”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 aziende di trasformazione situate in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale, con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450milioni di euro/annui e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 persone.

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22/11/2022, 15:42
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Convegno a Ravenna il 13 dicembre 2022

Erba medica, la medicina dell’ambiente

Evento organizzato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi

“Abbiamo organizzato un incontro che toccherà tutti gli aspetti legati alla filiera di questa importante coltura con un focus particolare su redditività e sostenibilità – afferma il direttore Riccardo Severi – per mettere in luce le sue notevoli potenzialità di sviluppo”. Dopo un inizio incerto, la produzione di quest’anno ha raggiunto ottimi livelli in termini di rese e qualità arrivando a un +20% rispetto al 2021. Aumenta la richiesta internazionale di seme e prodotto trasformato

Ravenna, 5 dicembre 2022 – “Filiera dell’erba medica: redditività e sostenibilità”. È questo il titolo del convegno che AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu) ha organizzato per martedì, 13 dicembre 2022, previsto in presenza presso il Grand Hotel Mattei di Ravenna a partire dalle ore 9.30 (vai al programma).

I lavori coinvolgeranno l’intera giornata e grazie alla partecipazione dei maggiori esperti in materia toccheranno tutti gli aspetti di un settore che, pur in presenza delle difficoltà che soprattutto in quest’ultimo anno hanno interessato l’intero mondo agrozootecnico, racchiude grandi potenzialità per la tutela dell’ambiente e della biodiversità, il miglioramento del benessere animale e non ultima la redditività dei produttori.

“In un momento tanto delicato come quello che stiamo attraversando – dichiara il direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Riccardo Severi – e a poche settimane dall’entrata in vigore della nuova Pac particolarmente focalizzata su ambiente e benessere animale, era importante creare un momento di approfondimento e confronto sul ruolo dell’erba medica, una coltura che non più tardi di una decina di anni fa, non dimentichiamolo, a causa di accordi internazionali sembrava destinata all’oblio mentre oggi, anche grazie alle importanti collaborazioni che AIFE/Filiera Italiana Foraggi ha avviato con le più importanti istituzioni scientifiche e alla volontà di favorire la conoscenza del legame col territorio di questa coltura che rappresenta senza dubbio un valore aggiunto in termini di competitività sui mercati internazionali, l’erba medica riveste un ruolo di primo piano ed è al centro di studi scientifici che coinvolgono anche il settore umano”.

Politiche del Green Deal, emissioni e sequestri di carbonio nei terreni, tema al centro del progetto MediCarbonio che ha visto protagonisti AIFE/Filiera Italiana Foraggi e Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia e di cui al convegno verranno illustrati i risultati; ruolo dell’erba medica nell’apicoltura, Piano strategico della nuova Pac 2023-2027, importanza della meccanizzazione agricola nella raccolta in campo, redditività, assicurazioni parametriche, valorizzazione e scenari di sviluppo del comparto sono i temi che il convegno affronterà avvalendosi della partecipazione dei più riconosciuti esperti.

“Mi piace definire l’erba medica la medicina dell’ambiente – prosegue Riccardo Severi – le sue caratteristiche rispondono infatti agli imperativi richiesti sia a livello normativo europeo che di mercato, aspetti che la valorizzano anche dal punto di vista della redditività. Quest’anno le sue quotazioni hanno raggiunto una media che, per il prodotto in campo, hanno toccato i 255euro/tonn., mentre per il prodotto disidratato ci sono stati picchi anche di 390euro/tonn per il top di gamma in balloni. Si tratta di prezzi molto interessanti per un prodotto che dopo un inizio un po’ travagliato a causa delle condizioni meteo primaverili non particolarmente favorevoli, grazie alle piogge di agosto ha goduto di un significativo recupero garantendo ottimi risultati sia in termini di rese, +20% rispetto al 2021, che di qualità, evidenziando peraltro l’errore di chi la considera una coltura da utilizzare solo in rotazione e dimostrando invece di non essere seconda a nessun’altra”.

La grande richiesta internazionale di erba medica essiccata e disidratata e il buon andamento del raccolto targato 2022 favorirà quest’anno un aumento della quota di prodotto esportata. “Ad una prima analisi credo che passeremo dal consolidato 60% al 70% - puntualizza il direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – L’imponente domanda di prodotto riguarda anche il seme laddove esistono Paesi che non hanno problemi irrigui, mentre in altri come il Medio Oriente e l’Asia la richiesta è per il prodotto trasformato, una richiesta che a mio avviso rimarrà agli attuali livelli anche il prossimo anno, riservando però al nostro Paese l’opportunità di conquistare nuovi mercati. Non dimentichiamo infatti che la rivalutazione del dollaro sull’euro penalizza e penalizzerà le esportazioni dagli USA a cui si aggiunge la Spagna, nostro principale competitor, che al -20% di semine del 2022, secondo le stime il prossimo anno dovrebbe raggiungere addirittura un -30%. Non va poi sottovalutata la situazione in Ucraina per quanto riguarda i cereali e l’obbligo di non importare soia ottenuta da superfici deforestate. Un quadro – conclude Riccardo Severi - che lascia un ampio spazio ai foraggi e alle opportunità che possono riservare e garantire ai produttori”.

La registrazione è obbligatoria. Si prega di cliccare a questo link: https://filieraitalianaforaggi.it/

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05/12/2022, 15:04
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Convegno

Martedì, 13 dicembre 2022 – Ore 9.30

Ravenna – Grand Hotel Mattei

Filiera dell’erba medica: redditività e sostenibilità

Evento organizzato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi

Ravenna, 12 dicembre 2022 – Appuntamento al Grand Hotel Mattei di Ravenna domani, martedì 13 dicembre, dove si svolgerà in presenza il convegno organizzato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi sulla redditività e la sostenibilità della produzione di erba medica, patrocinato dall'Assessorato Agricoltura e Agroalimentare del Comune di Ravenna.

Un evento che cade a poche settimane dall’introduzione della Nuova PAC 2023-2027 (1 gennaio 2023), il documento europeo che guiderà per i prossimi 5 anni la politica agricola comunitaria.

Grazie alla partecipazione dei massimi esperti il convegno toccherà tutti gli aspetti legati alla produzione, all’essiccazione e alla disidratazione dell’erba medica, definita a ragione “la medicina dell’ambiente” per le sue caratteristiche che rispondono a pieno titolo alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia della biodiversità.

Ma la produzione di erba medica oggi rappresenta anche un’interessante opportunità di reddito per agricoltori e trasformatori.

Per partecipare al convegno è necessario registrarsi sul sito: https://filieraitalianaforaggi.it/

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12/12/2022, 10:35
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La filiera dell’erba medica al centro

del dibattito per il futuro dell’agricoltura italiana

Il 13 dicembre scorso gli operatori si sono dati appuntamento a Ravenna dove un parterre composto dai massimi esperti ha parlato di redditività e sostenibilità del comparto delle foraggere, tratteggiando i contorni delle grandi opportunità che il settore e la contingenza internazionale stanno offrendo

Ravenna, 14 dicembre 2022 – Agricoltura come strumento di lettura della finanza. Grande dinamismo del settore delle foraggere e dell’erba medica in particolare. Necessità che gli agricoltori siano protagonisti di un fenomeno che sta portando a cambiamenti epocali e globali.

Al convegno sulla filiera dell’erba medica organizzato da AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu) svoltosi a Ravenna ieri, martedì 13 dicembre e dedicato alla redditività e alla sostenibilità di questa coltura, è stato fatto il punto su un segmento produttivo che si sta rivelando cruciale all’interno della grande trasformazione in atto nel mondo agricolo.

Il tavolo dei relatori ha visto avvicendarsi negli interventi i maggiori esperti del settore ai quali il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara, ha dato il benvenuto introducendo i lavori di una giornata ricca di spunti e approfondimenti, partendo dall’assunto che “il tema agricolo – ha scandito – deve rappresentare l’anello di congiunzione nel processo evolutivo impegnato a ottenere cibo sempre più sicuro, raccogliendo la sfida che collega il valore del territorio al consumatore finale. In questo la filiera italiana dei foraggi essiccati svolge un ruolo primario perché è in grado di riconnettere la zootecnia all’agricoltura garantendo sostenibilità. Recentemente abbiamo effettuato una valutazione comparata sulla redditività di alcune tra le principali colture, erba medica, mais, frumento tenero e soia e le prospettive ad esse legate elaborando una serie di dati prodotti dalla Rete d’Informazione Contabile Agricola (RICA) e dal Consiglio per la Ricerca e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) nel periodo 2016-2020. Ebbene, dall’analisi del campione di aziende valutate, oltre 800, e un’estensione coltivata complessiva di 11.000 ettari, gli indici economici ottenuti analizzando la resa, il prezzo, la produzione lorda vendibile e i costi hanno evidenziato che l’erba medica, dopo il mais, è stata la coltura che ha generato in mediail maggior margine operativo: 725euro/ettaro per il mais e 610euro/ettaro per la medica. Si tratta di dati che confermano l‘ottima risposta di questa coltura alla redditività delle aziende e che soprattutto, con l’avvento della nuova Pac ormai prossimo, il suo margine operativo medio crescerà ulteriormente e si allineerà a quello del mais”.

La nuova PAC dunque, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023 e rispetto alla quale Angelo Frascarelli, presidente Ismea, dopo averne illustrato gli aspetti che più interessano gli operatori legati alla produzione di erba medica a partire dall’Ecoschema 4, li ha invitati a “considerare il documento della Politica agricola comune come uno strumento di sviluppo, valutando attentamente tutti i pagamenti per individuare quelli che convengono e analizzando prima, all’interno della propria gestione aziendale, le rese, i prezzi e i costi da sostenere”.

E di aspetti economici ha parlato ancor più approfonditamente Fabian Capitanio, docente di Economia e Politica Agraria all’Università Federico II di Napoli, che ha toccato purtroppo un nervo scoperto del mondo agricolo nazionale affermando che nel settore “il 98% delle aziende non ha un bilancio certificato – ha dichiarato – A torto questo importante strumento di analisi economico viene visto come una sorta di tassazione, mentre al contrario rappresenta il più valido mezzo per costruire una rete di protezione e aumentare la resilienza delle aziende davanti alle incertezze che stanno caratterizzando questo momento storico. Purtroppo nel mondo agricolo manca la conoscenza delle assicurazioni e la gestione del rischio viene spesso vissuta nell’emergenza del momento in cui si verifica il disastro. Il tempo di dipendere economicamente dalla PAC è finito – ha sottolineato – stiamo entrando in un nuovo mondo che richiede un nuovo modo di gestire le aziende agricole”.

Il convegno ha riservato spazio anche alla presentazione, da parte di Maria Teresa Pacchioli, dei dati scaturiti ed elaborati al termine del progetto MediCarbonio a cui hanno aderito alcune aziende associate AIFE/Filiera Italiana Foraggi, condotto per la parte scientifica dal Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia; progetto finalizzato a stabilire quanto la coltivazione di erba medica riduca l’impronta del carbonio nel terreno nella zona orientale dell’Emilia Romagna con l’obiettivo di ottenere la certificazione made green in Italy, riconoscimento illustrato da Marco Omodei Salè del CSQA.

Qualità e importanza del seme certificato, ruolo degli agromeccanici nelle operazioni di semina e raccolta, valorizzazione dei medicai per il mantenimento dell’equilibrio ambientale garantito dall’apicoltura sono stati gli altri argomenti sviluppati nel corso della giornata grazie agli interventi di Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi; di Antonio Rossi presidente della OP APROS; del direttore di APIMAI Roberto Scozzoli e di Alberto Contessi e Giorgio Baracani, rispettivamente presidente dell’Osservatorio Nazionale Miele e presidente del Consorzio Nazionale Apicoltori (Conapi).

“Le sfide che abbiamo davanti sono epocali – ha dichiarato Gian Luca Bagnara concludendo i lavori – sfide che vanno raccolte con una prospettiva di medio e lungo termine che superi quell’abitudine di intervenire nell’immediato che non risponde più ai cambiamenti che il mondo intero sta vivendo, caratterizzato come ha giustamente sottolineato Fabian Capitanio da un’incertezza di fondo che si combatte solo con una visione prospettica e lungimirante”.

Con circa 30 impianti di trasformazione dove viene conferita l’erba medica prodotta su 90mila ettari di superficie distribuiti tra Emilia Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo, AIFE/Filiera Italiana Foraggi rappresenta il 90% della filiera italiana dei foraggi essiccati e disidratati con una produzione di circa 800.000 tonnellate/anno pari al 10% della totalità produttiva nazionale, posizionandosi seconda a livello europeo dopo Spagna e Francia.

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14/12/2022, 16:46
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Prospettive di semina 2023 per l’erba medica:

previsto un aumento delle superfici a +4%

Lo dichiara il presidente di Assosementi, Eugenio Tassinari che ricorda l’impegno dell’Associazione nei confronti di un progetto presentato al ministero per le Politiche agricole volto al miglioramento genetico della coltura. Intanto le quotazioni del prodotto trasformato si mantengono stabili su livelli elevati a circa 350euro/tonnellata

Ravenna, 9 febbraio 2023 – Si avvicina il tempo delle semine e per gli agricoltori anche il momento in cui decidere quali.

La grande siccità e soprattutto gli effetti che ha provocato nell’estate 2022 sono un ricordo ancora ben presente soprattutto per chi ha coltivato mais, coltura che nel nostro Paese, mediamente, lo scorso anno ha registrato un -30% in termini di rese proprio a causa della scarsità d’acqua destinata all’irrigazione dei campi e delle temperature molto elevate.

Nonostante un inizio anno incerto, l’erba medica ha chiuso il 2022 con un bilancio positivo sia dal punto di vista delle quotazioni, che da alcuni mesi mantengono una certa stabilità oscillante tra i 330-350euro/tonnellata, sia da quello qualitativo che produttivo con un +20% rispetto al 2021.

Lecito a questo punto chiedersi quali possono essere le previsioni per il 2023.

“Il nostro auspicio non può che essere quello di un aumento delle superfici coltivate a erba medica e a foraggere in generale – spiega Riccardo Severi, direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu) – L’attuale disponibilità di prodotto essiccato e disidratato italiano, la richiesta estera che rimane costante su livelli elevati e l’assenza di una concorrenza da parte di altri Paesi produttori ci induce a ritenere che da qui ai prossimi mesi le quotazioni non dovrebbero subire grandi variazioni riuscendo a mitigare, seppure in parte, gli elevati costi che alcuni produttori hanno dovuto sopportare lo scorso anno quando i prezzi del gas sono schizzati alle stelle. Dobbiamo sperare che il trend al ribasso dei costi energetici a cui stiamo assistendo in queste ultime settimane si mantenga e parallelamente le superfici destinate alla coltivazione di erba medica nel nostro Paese aumentino, perché non dobbiamo mai dimenticare quanto questa coltura risponda, oggi più che mai, ai parametri di sostenibilità ambientale, tutela della biodiversità e miglioramento del benessere animale che rappresentano i capisaldi dell’agrozootecnia, soprattutto dopo la recente introduzione della nuova Pac. Certo – continua Severi – viviamo tempi molto incerti e azzardare previsioni, soprattutto se improntate a un cauto ottimismo, potrebbe malauguratamente rivelarsi un boomerang. La quota di erba medica essiccata e disidratata che AIFE/Filiera Italiana Foraggi esporta all’estero è destinata ad aumentare e molto probabilmente dall’attuale 60% potrebbe arrivare a toccare il 70% perché in molti Paesi come il Medio Oriente e l’Asia la richiesta è particolarmente elevata, così come quella di seme, soprattutto in Stati dove non esistono problemi irrigui. Sostengo da sempre che l’erba medica deve essere considerata la medicina dell’ambiente e continuare a vederne l’utilizzo quasi esclusivamente in rotazione è uno sbaglio. La richiesta di proteine vegetali è in aumento, sottovalutarlo è un grave errore”.

Chi può fornire alcune stime, per quanto ancora approssimative, sulle superfici che quest’anno gli agricoltori italiani dedicheranno alla coltivazione dell’erba medica è Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi.

“Le percentuali che abbiamo attualmente a disposizione sono per forza di cose ancora approssimative – spiega – ma riteniamo che in Italia le superfici destinate alla coltivazione di erba medica dovrebbero oscillare tra il 3 e il 4% in più rispetto al 2022, soprattutto in quelle parti del Paese dove questa coltura è maggiormente conosciuta e non rappresenta per l’agricoltore una sorta di incognita. Sempre in base alle nostre proiezioni, le superfici destinati alla produzione di mais dovrebbero diminuire in una percentuale compresa tra il 5 e il 7%, complice il disastroso andamento dello scorso anno quando i maiscoltori hanno dovuto fare i conti con una siccità e di conseguenza una resa produttiva che li ha fortemente penalizzati. Dati più certi li abbiamo per le superfici destinate a grano, che anche grazie al buon livello di redditività incassata dagli agricoltori in questi ultimi mesi, stimiamo siano aumentate di circa il 7%. La nostra attività ci insegna che l’agricoltore in genere difficilmente abbandona le coltivazioni a cui dedica da sempre la sua attività – conclude Tassinari – e proprio per questo l’aumento previsto delle superfici destinate a erba medica rappresenta un buon auspicio per il futuro. Per quello che ci compete, il nostro impegno è rivolto all’esecuzione di un progetto presentato al ministero delle Politiche agricole volto al miglioramento genetico dell’erba medica che ne favorisca una maggiore produttività”.

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Una proposta per la pace in Ucraina,

c’è anche la firma di AIFE/Filiera Italiana Foraggi

Un autorevole gruppo di economisti mondiali ha preparato e sottoscritto un documento pubblicato nei giorni scorsi dal Financial Times e ripreso dal francese Le Monde e dall’italiano Sole 24 Ore. Nella sua qualità di presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, il presidente Gian Luca Bagnara ha aderito, firmandolo

Ravenna, 6 marzo 2023 – “La strategia di AIFE/Filiera Italiana Foraggi è quella di valorizzare nei mercati mondiali l’intera filiera agrozootecnica. Per questo abbiamo la necessità di avere un sistema economico internazionale dove non vi siano muri né mercati selvaggi, ma regole certe per poter valorizzare gli standard di qualità del nostro sistema produttivo. È questa la ragione che ha spinto AIFE/Filiera Italiana Foraggi ad aderire alla proposta avanzata da autorevoli economisti mondiali, pubblicata nei giorni scorsi dal Financial Times, dove vengono individuate le condizioni economiche che andrebbero perseguite per promuovere la pace nei crescenti conflitti fra cui quello russo-ucraino”.

Così Gian Luca Bagnara, presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, spiega il motivo alla base di questa decisione frutto di una profonda riflessione sul testo del documento in questione.

“Le tensioni militari sono crescenti a livello globale – puntualizza Bagnara – e credo siano la conseguenza delle contraddizioni di un sistema economico mondiale deregolamentato che di fatto ha reso le pressioni geopolitiche estremamente più acute. Il documento che ho firmato a nome di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, e che raccoglie come ho detto un lungo elenco di firme dei più autorevoli economisti internazionali, parte dalla considerazione che uno dei principali guasti dell’attuale sistema mondiale risiede nello squilibrio delle relazioni economiche ereditato dall’era della globalizzazione non regolamentata. In buona sostanza, ci riferiamo alle posizioni di Stati Uniti, Regno Unito e diversi Paesi occidentali che hanno accumulato ingenti debiti verso l’estero, mentre la Cina, altri Paesi orientali e in parte anche la Russia, si trovano in una posizione di credito verso l’estero. Questo implica la tendenza a esportare capitale orientale verso l’Occidente non più soltanto sottoforma di prestiti, ma anche di acquisizioni, centralizzando così il capitale in mani orientali. Per contrastare questa tendenza – spiega Bagnara – da diversi anni il blocco occidentale (Stati Uniti e UE) ha abbandonato il suo precedente entusiasmo per il globalismo deregolato a vantaggio di una politica friend shoring, che si traduce in una chiusura protezionista sempre più accentuata nei confronti delle merci e dei capitali provenienti da Cina, Russia e gran parte dell’Oriente non allineato. La mozione pubblicata dal Financial Times e ripresa dal quotidiano francese Le Monde e dal nostro Sole 24 Ore solleva l’esigenza di un Piano per regolare gli squilibri delle partite correnti che si ispiri al progetto di Keynes di una “international clearing union” (unione internazionale di compensazione) che attenui le spinte protezionistiche, ma regolamenti il libero scambio in una logica di capitalismo illuminato che, come si afferma nel documento, crei le condizioni economiche per la pacificazione mondiale prima che le tensioni militari raggiungano un punto di non ritorno”.

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06/03/2023, 18:13
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Il ministro Francesco Lollobrigida ha ricevuto

una delegazione di AIFE/Filiera Italiana Foraggi

Il gruppo era guidato dal direttore Riccardo Severi. L’incontro è avvenuto nei giorni scorsi nelle sedi istituzionali romane e ha permesso ai rappresentanti dell’Associazione di mettere al centro della discussione il ruolo fondamentale dell’erba medica nella tutela dell’ambiente e nel rispetto di quanto dispone la nuova Pac

Ravenna, 20 marzo 2023 – Una delegazione di AIFE/Filiera Italiana Foraggi guidata dal direttore Riccardo Severi è stata ricevuta nei giorni scorsi a Roma dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, a cui ha fatto seguito un secondo incontro con il sottosegretario Patrizio La Pietra e con il presidente della Commissione Agricoltura, Mirco Carloni.

La delegazione, oltre che da Riccardo Severi, era composta da Paolo Lodi, Leonardo Forte e Tiziano Migiani.

“Si è trattato di un incontro molto proficuo durante il quale il ministro Lollobrigida, come il sottosegretario La Pietra e il presidente della Commissione Carloni, hanno dimostrato nei confronti del settore che rappresentiamo un notevole interesse – spiega Riccardo Severi – Il nostro obiettivo era quello di mettere al centro dell’attenzione dei nostri interlocutori il ruolo dell’erba medica e i benefici che da essa derivano in termini di sostenibilità ambientale, difesa della biodiversità, redditività, rispetto del suolo, sottolineando l’importanza di questa coltura in un momento storico tanto delicato come quello che stiamo vivendo, caratterizzato a livello europeo da una grande scarsità di proteine vegetali e dai dettami della nuova Pac che proprio nell’erba medica trovano riscontro e opportunità da sfruttare al meglio per ottenere il massimo beneficio. In questo contesto AIFE/Filiera Italiana Foraggi rappresenta la voce più autorevole di un settore importante che non può e non deve essere considerato inferiore ad altre importanti colture come il mais o il grano”.

Da sempre promotore di una descrizione che dipinge l’erba medica come la medicina dell’ambiente, Riccardo Severi e i produttori che insieme a lui si sono recati nelle sedi istituzionali romane, hanno portato a casa la soddisfazione di aver incontrato un ascolto attento e consapevole che sperano possa avere un seguito con i tempi e le modalità che il ministero dell’Agricoltura deciderà di imprimere.

“Siamo convinti di essere riusciti a trasmettere al ministro Lollobrigida, al sottosegretario La Pietra e al presidente della Commissione agricoltura Carloni la fondatezza delle nostre istanze – conclude Riccardo Severi – e lo dimostra l’interesse che hanno manifestato nel raccogliere tutte le informazioni che abbiamo fornito sulle peculiarità dell’erba medica e sulla necessità di garantirle quella valorizzazione che merita e che non la pone in secondo piano rispetto a nessun’altra coltura”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, di cui oltre il 60% quale segue la via dell’export. Con l’indotto AIFE/Filiera Italiana Foraggi genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.

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20/03/2023, 11:15
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Al via il primo taglio di erba medica,

sull’andamento del mercato 2023 grava l’incognita della siccità

Ravenna, 2 maggio 2023 – Quale sarà l’andamento del mercato dell’erba medica essiccata e disidratata nel 2023? Quali scenari si prospettano per l’export? E le quotazioni, tendenzialmente, si attesteranno sui valori sostenuti che hanno caratterizzato la passata stagione o si ridimensioneranno come peraltro sta avvenendo in quest’ultimo periodo?

“Le operazioni legate al primo taglio di erba medica sono iniziate nei giorni scorsi e i nostri associati, com’è normale che sia, si stanno interrogando sulle prospettive del mercato da qui ai prossimi mesi, consapevoli che le condizioni climatiche rappresenteranno una variabile molto importante insieme agli scenari geoeconomici internazionali”.

Così Riccardo Severi, direttore di AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu), l’Associazione che da oltre sessant’anni rappresenta il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati italiani con una trentina di impianti associati sparsi in diverse regioni italiane per una produzione annua complessiva che sfiora 1 milione di tonnellate, di cui più del 60% destinato all’export.

“Nonostante i ribassi di circa il 10% che si stanno registrando sul prezzo del prodotto americano, pur diverso dal nostro, le previsioni per l’erba medica essiccata e disidratata italiana sono improntate ad un certo ottimismo – afferma Alfeo Carli, presidente del Gruppo Carli – La richiesta proveniente dal Medio Oriente è sostenuta e malgrado la recente introduzione negli Emirati Arabi di nuove regole, ritengo che la domanda anche per quest’anno non deluderà le aspettative, favorendo quotazioni soddisfacenti anche se, va detto, non credo che raggiungeranno i valori dello scorso anno quando si arrivò anche a sfiorare i 400 euro/tonnellate e non per effetto di una domanda superiore all’offerta, ma solo perché i prezzi delle materie prime come la soia, il mais e il grano avevano toccato picchi mai visti. Parallelamente, sono altrettanto convinto che fortunatamente le quotazioni di quest’anno non raggiungeranno comunque i minimi di tre anni fa”.

Più improntata al pessimismo è la previsione di Agostino Migiani, Responsabile commerciale del Gruppo Al Dahra Global Forage secondo il quale “in tutte le parti del mondo dove esportiamo si registra un calo delle quotazioni – dichiara – sulla scia di quanto sta avvenendo negli USA, dove i prezzi hanno già registrato una diminuzione di oltre 100 dollari la tonnellata. Il trend che si sta delineando già da 3-4 mesi a questa parte è quindi orientato a un ribasso generalizzato e lo dimostra anche il fatto che, contrariamente a quanto avveniva negli anni passati in questo stesso periodo, diversi contratti non sono ancora stati perfezionati perché i produttori preferiscono temporeggiare qualche settimana in più per vedere quale piega prenderà il mercato internazionale, dove noi siamo comunque meno competitivi rispetto ad altri Paesi. Non dimentichiamo poi che il fattore meteo rivestirà un ruolo primario e condizionerà la produzione, la qualità e inevitabilmente i prezzi e che il marcato calo delle quotazioni delle commodities come il mais, che dai 450euro/tonnellata è precipitato a 260euro/tonnellata, condizionerà inevitabilmente anche il prezzo dell’erba medica. Siamo in una fase molto interlocutoria e direi incerta in cui l’atteggiamento migliore è proprio quello che gli americani identificano con la frase wait and see: aspetta e guarda”.

Emirati Arabi, Medio Oriente, Magreb Nord Europa sono le principali destinazioni dell’erba medica essiccata e disidratata prodotta in Italia a cui in questo momento non si può unire la Cina perché, come ha ricordato Alfeo Carli, il Paese del Dragone deve smaltire ingenti quantitativi di prodotto stoccato.

“Le richieste non mancano – interviene Valentino Oliva del Gruppo Paci e Pagliari – e testimoniano che dai Paesi esteri nostri acquirenti l’interesse per l’erba medica essiccata e disidratata italiana non registra cedimenti. Detto questo però, dobbiamo fare i conti con un andamento climatico che condizionerà enormemente il mercato nei prossimi mesi. Già ora l’Italia da un punto di vista meteo è divisa in due: al nord la siccità persiste e l’assenza di piogge ha in parte compromesso il primo taglio, mentre al Centro e al Sud, pur non sufficienti per far fronte al fabbisogno, le precipitazioni sono state più consistenti. Ma nei mesi futuri cosa accadrà? È questa la grande incognita, basta volgere lo sguardo alla vicina Spagna dove proprio in questi giorni si registrano temperature estive con le inevitabili conseguenze. Per questo ritengo che a un iniziale stabilità, le quotazioni saranno destinate a modularsi in base alle condizioni meteo. E questo al netto degli scenari geopolitici ed economici internazionali che si determineranno”.

“Ritengo che dalle dichiarazioni di questi importanti esponenti del mondo della trasformazione dell’erba medica – sottolinea in conclusione il direttore AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Riccardo Severi – si possano trarre un paio di conclusioni. La prima riguarda le prospettive di vendita caratterizzate da un atteggiamento molto prudenziale che personalmente condivido, quantomeno in questo prima fase della stagione. La seconda investe la domanda e il giudizio non può che essere positivo, perché sia a livello nazionale che internazionale sappiamo che è particolarmente sostenuta. E questo non può che suggerire un cauto ma fondato ottimismo”.

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02/05/2023, 11:07
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Lotta alle infestazioni da cavallette nei medicai della Romagna:

pronti a intervenire con la schiusa delle uova

AIFE/Filiera Italiana Foraggi segue da vicino la vicenda

Ravenna, 15 maggio 2023 – C'è attesa in questi giorni, nella fascia collinare e pedecollinare romagnola, per le prime nascite delle cavallette dei prati.

Per questo motivo gli uffici del Settore fitosanitario e difesa delle produzioni dell’assessorato regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna hanno inviato nelle ultime ore ai Comuni interessati delle province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, nonché agli agricoltori residenti sul territorio, una circolare in cui si sottolinea che l’individuazione dei focolai iniziali di infestazione rappresenta la base per la messa in opera di un razionale piano di controllo delle invasioni di cavallette che nell’estate del 2022 avevano distrutto giovani medicai, defogliandoli completamente, nelle zone della Valle del Savio, del Bidente e delle Colline Ravennati: un problema che AIFE/Filiera Italiana Foraggi ha immediatamente fatto suo seguendo da subito e da protagonista l’intera vicenda.

Infatti, a seguito della riunione organizzata nel luglio dello scorso anno dal Comitato fitosanitario nazionale alla quale avevano preso parte i tecnici regionali dei Servizi fitosanitari, i Rappresentanti dei Comuni interessati e delle Organizzazioni sindacali, AIFE/Filiera Italiana Foraggi aveva inviato una lettera al ministero della Salute, delle Politiche agricole, della Transizione ecologica e dello Sviluppo economico chiedendo l’autorizzazione in deroga e in via eccezionale, peraltro prevista dall’articolo 53 del Regolamento 1107/2009, dell’impiego della sostanza attiva Spinosad su erba medica e su tutte le colture registrate per un periodo di 120 giorni. Autorizzazione concessa il 23 febbraio scorso dal dicastero della Salute.

“Concedendo la deroga ai trattamenti sia il Ministero che la Regione Emilia Romagna hanno dimostrato grande attenzione e sensibilità al problema e per questo vanno ringraziati – sottolinea il presidente AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara – Dobbiamo però essere coscienti che si tratta di misure straordinarie e temporanee. Occorre infatti focalizzare l’attenzione sulla necessità di riprendere una gestione mirata e sostenibile del territorio per evitare che aree rurali abbandonate diventino poi focolai di infestazioni che dimostrano purtroppo quanto siano nefaste le conseguenze dei cambiamenti climatici”.

Nella circolare dei Settore fitosanitario della Regione Emilia Romagna si sottolinea che la lotta alle cavallette, per essere efficace, deve essere effettuata subito dopo la schiusa delle uova, nel momento in cui gli stadi giovanili sono aggregati in aree limitate e prima della dispersione delle cavallette adulte. Per questo, sottolinea il documento, il successo dei trattamenti che andranno effettuati o direttamente sulle giovani cavallette nella loro fase gregaria o sui bordi dei medicai da difendere senza dover trattare l’intero appezzamento di terreno ma il solo bordo del medicaio sul fronte dell’infestazione per una trentina di metri circa con la sostanza attiva Spinosad, dipenderà dalla sensibilità e dalla partecipazione attiva di tutti, in primis degli agricoltori ma anche di associazioni ed enti pubblici.

“Il coinvolgimento di AIFE/Filiera Italiana in questo drammatico problema – aggiunge Bagnara – si traduce nell’obiettivo di rafforzare la filiera dei foraggi ponendo al centro dell’attenzione i territori dove vengono coltivati preservandone l’ecosistema. In una situazione emergenziale è giusto e doveroso utilizzare i mezzi tecnici immediatamente disponibili nel rispetto di tutte le clausole previste, ma l’elemento più importante da tenere in considerazione è la consapevolezza che vada sempre più incentivata la logica legata alla lotta biologica e/o integrata. Il ripristino dell’equilibrio dei territori della Romagna che lo scorso anno sono stati flagellati dalle infestazioni di cavallette – conclude il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi – deve essere il faro che ci guida in mezzo a questa burrasca”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.

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15/05/2023, 11:28
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