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Agricoltura - Parlamento Italiano
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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L.STABILITA', BERTUZZI (PD): ASSURDO CHE LA CAMERA REINTRODUCA OBBLIGO ELENCO FORNITORI PER PMI AGRICOLE "Sono basita. La Commissione Bilancio della Camera ha cancellato ancor prima che diventasse applicabile una norma semplice che permetteva alle imprese di piccole dimensioni, di risparmiare non meno di 30 - 40 milioni di euro all'anno, cifra che peraltro si equivale a gran parte dell'importo Imu sui fabbricati rurali strumentali e che la stessa legge di stabilità ha lasciato alle imprese". Lo dichiara Maria Teresa Bertuzzi, senatrice del Partito Democratico e membro della commissione Agricoltura a Palazzo Madama.
"Il Pd al Senato - continua - aveva approvato un emendamento proprio per abolire l'obbligo della pubblicazione per tutte le Pmi dell'elenco dei fornitori ai fini dell'Iva, coerentemente con le dichiarazioni con cui la politica si riempie la bocca tutti i giorni, ossia per promuovere la semplificazione come supporto più efficace e di sostegno al reddito delle imprese, a costo zero per la PA. Per questo era stato votato a larghissima maggioranza. Ne avrebbero beneficiato non meno di circa 700.000 imprese. Invece la Camera ora l'ha cancellato e non riesco a capire perché. L'elenco dei fornitori e dei clienti (il cosìddetto spesometro) reso obbligatorio anche per imprese con volume d'affari al di sotto di 7.000 euro, che sono proprio le imprese più piccole, è vissuto come un balzello inaccettabile, di cui incolpano il legislatore. La sua inutilità è comprovata, anche perché la tracciabilità sta nei documenti d'acquisto e non nel nome che pare su un elenco. In politica - conclude Bertuzzi - mi hanno insegnato che, per capire chi è responsabile di una decisione è chi ne trae beneficio. Sicuramente non sono le imprese, né i senatori che l'hanno sostenuto e votato. Questo dirò agli agricoltori quando mi chiederanno cosa è successo".
Camilla Povia Ufficio Stampa Pd Senato
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18/12/2013, 16:14 |
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Marco
Sez. Supporto Didattico
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PASSA LA LEGGE SUI REATI AMBIENTALI, VITTORIA DEL M5S
ROMA, 18 dicembre – Via libera all’unanimità in commissione Giustizia alla Camera al testo unificato sui reati ambientali. Una vittoria per il MoVimento 5 Stelle che ha proposto la legge tramite il deputato Salvatore Micillo. Il testo prevede l’introduzione nel codice penale dei delitti di inquinamento ambientale (reclusione da uno a 5 anni e multa fino a 100mila euro) e disastro ambientale (da 4 a 20 anni). Tra le nuove norme, spiccano il "ravvedimento operoso" che introduce sconti di pena in caso di bonifica, l'associazione eco-mafiosa come circostanza aggravante e la confisca obbligatoria dei profitti del reato. Raddoppiano, inoltre, i termini di prescrizione. Infine la responsabilità non sarà solamente a carico di individui ma pure di aziende.
"Se ne parlava da vent’anni senza concludere nulla – spiega Micillo - ora, grazie al MoVimento 5 Stelle in pochi mesi è stata colmata una lacuna legislativa che era una macchia per il nostro Paese. Ora chi inquina paga".
-- Area Comunicazione M5S Camera dei deputati
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18/12/2013, 21:10 |
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Marco
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On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico COMUNICATO STAMPA
On. Cova: "Sulle aziende chiuse per colpa delle quote latte, l'assessore Fava rifletta. E pensi a quando presiedeva la commissione d'inchiesta parlamentare"
Paolo Cova, parlamentare del Pd, componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, commenta le dichiarazioni dell'assessore regionale lombardo all'Agricoltura Fava a proposito delle quote latte. In una nota l'assessore ha detto, tra l'altro, che "il Ministero delle Politiche agricole dovrà individuare un modo equo per tutelare chi negli anni ha investito in quote, ma anche quegli allevatori che sono stati vittime di un calcolo errato da parte di Agea. Non si possono chiudere le aziende per errori causati da calcoli sbagliati".
"Quando l'assessore Fava afferma che non si possono chiudere le aziende per errori causati da calcoli sbagliati, deve anche spiegarci perché lui in qualità di presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della piraterie in campo commerciale non abbia dato corso a nessun intervento di fronte alle risposte ottenute dal tenente colonnello dei carabinieri Marco Paolo Mantile alle sue domande, consegnate al termine della seduta del 30 giugno 2011", incalza Cova. In particolare, riporta pari pari Cova, Mantile affermava che ' sono emerse situazioni di anomalia ed incongruenza nei confronti realizzati tra le diverse banche dati, tali da suggerire adeguati approfondimenti; pur con le difficoltà segnalate, ne discende un quadro di significativa incoerenza dei dati, in particolare con riferimento alla produzione nazionale, sia consegnata che rettificata (Tmgp); raffrontando il numero capi nelle diverse banche dati con la media produttiva provinciale Aia, pur aumentata del 10% in via prudenziale, risulta una differenza produttiva media, rispetto alla produzione totale italiana dichiarata nei modelli L I , talmente significativa da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato italiano e quindi lo stesso prelievo supplementare imputato ai produttori a partire dal 1995/96 fino al 2008/2009 '.
"Di fronte a queste affermazioni, in qualità di presidente, Fava non ha fatto niente. E quindi si assuma la responsabilità di quanto ha dichiarato oggi", conclude il parlamentare Pd.
Roma, 19 dicembre 2013
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19/12/2013, 20:23 |
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Marco
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RIFIUTI: L’ABBATE (M5S) SI APPELLA AL MINISTRO ORLANDO PER SCONGIURARE NUOVI DISASTRI AMBIENTALI IN DISCARICA MARTUCCI
Con una ulteriore interrogazione al Ministro dell’Ambiente, il deputato pugliese chiede un immediato intervento del Governo nella megadiscarica di Conversano (BA) a causa del ritardo nelle misure di precauzione, prevenzione e di contenimento del danno ambientale
Se da un lato la Giunta regionale punta alla risistemazione della “vasca A” della megadiscarica Martucci, sinora inutilizzata ma fortemente compromessa nonché sotto sequestro della Magistratura, dall’altro ci sono le popolazioni del sudest barese che chiedono l’immediata chiusura del sito per una tempestiva bonifica. Con una ulteriore interrogazione parlamentare, il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) torna a chiedere al Ministero dell’Ambiente Orlando, “coerentemente con quanto previsto dal decreto legislativo n. 152/2006, un immediato intervento per avviare le procedure per il risarcimento del danno ambientale subito a causa del ritardo nell’attivazione delle misure di precauzione, prevenzione o di contenimento del danno stesso”.
“Non mi capacito di come possa una Giunta regionale, guidata da un partito che si vanta del termine ‘ecologia’ nel proprio vessillo, infischiarsene del passato e della realtà odierna e puntar dritto a procurare ulteriori danni all’ambiente e alla salute dei pugliesi – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S) – La megadiscarica Martucci ha una storia di delitto della nostra terra che si perpetua da 30 anni e che oggi è sotto gli occhi di tutti, soprattutto della Magistratura. Sarebbe stato sufficiente attuare la ‘Strategia Rifiuti Zero’, come da anni suggeriamo ai sordi Vendola e Nicastro, per scongiurare l’ipotesi riapertura ma qui sembra che gli interessi siano di tutt’altro tipo. Sicuramente ben lontani dal ‘bene comune’ dei pugliesi. Un popolo che non potrà essere l’unico a pagare con la salute, la vita e l’economia distrutta. Le responsabilità amministrative sono evidenti!”.
Dall’atto del deputato pugliese del M5S emerge come l’ENEA avesse già inserito, sin dal 1995, la Martucci tra i luoghi da bonificare più pericolosi della Puglia (piazzandola al 264° posto su 289 complessivi, ordinati in ordine decrescente di rischio) nel “Piano regionale dei siti potenzialmente contaminati ai sensi del decreto ministeriale 16.05.1989”. In un territorio, peraltro, dove sono presenti doline, inghiottitoi e altre forme di carsismo superficiale che collide completamente con le indicazioni del decreto legislativo n. 36/2003. I trent’anni di storia della Martucci si spiegano “esclusivamente in considerazione del contesto determinatosi nella Regione Puglia in materia di smaltimento rifiuti e della conseguente e persistente emergenza e con lo scopo di completare il ciclo integrato di gestione dei rifiuti” (determinazione n. 506/2006 dirigente del settore ecologia della Regione Puglia). E tra strade scomparse, sopralzi, cave abusive e coltivazioni irrorate col pergolato giunge sino a noi. Oggi, il deputato Giuseppe L’Abbate torna a chiedere al Ministro Orlando un intervento immediato, in virtù del decreto legislativo n. 152/2006 che gli imputa il compito “in caso di minaccia di danno ambientale, o già verificatosi, di imporre ai soggetti responsabili l’adozione di misure preventive e di sostituirsi loro nell’adottarle”.
Nella premessa dell’interrogazione si ripercorrono i 30 anni di quella che un tempo era la zona fertile denominata Conda d’Oro in agro di Conversano (BA) e che oggi è divenuta la megadiscarica Martucci. Un pezzo del territorio barese dove insistono: una discarica comunale incontrollata attiva dal 1975 al 1982 e saltuariamente dal 1990 al 1996 e mai bonificata; il primo lotto della discarica Lombardi esaurito e dal 18 aprile posto sotto sequestro e sulle cui autorizzazioni ad inizio anni ’80 aleggiano numerosi dubbi; il terzo lotto su 10 ettari, attivo dal 1996 al 2011, esaurito e sequestrato; il secondo lotto divenuto poi discarica di servizio/soccorso, anch’esso sequestrato, e comprendente 12 celle per la biostabilizzazione dei rifiuti e un impianto per la produzione di CDR; un centro di raccolta e selezione del materiale proveniente dalla raccolta differenziata, completato nel 2001 e mai attivato; un parco fotovoltaico di 8 ettari, di cui 4 sul primo lotto della discarica, realizzato con semplice DIA grazie a quattro istanze per installare unità di potenza inferiore ad 1 Megawatt; e, infine, campi, soprattutto vigneti, coltivati su rifiuti smaltiti illegalmente e tre pozzi, a valle idraulica della discarica, inquinati da piombo, manganese e ferro nonché sequestrati dalla Procura di Bari il 24 giugno scorso. In totale sono 21 i firmatari dell’interrogazione del deputato Giuseppe L’Abbate, tra cui anche il leghista Invernizzi: segno che la triste storia della Martucci fa breccia anche in coloro che non l’hanno mai vissuta.
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23/12/2013, 13:42 |
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Marco
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On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
COMUNICATO STAMPA
On. Cova: "Chi ha prodotto il latte in Italia senza che ci fossero le bovine? E qualcuno ha ottenuto lo stesso i contributi? Il Ministero risponda"
La battaglia di Paolo Cova, parlamentare del Pd, sulla vicenda delle quote latte continua. Oggi, mercoledì 8 gennaio 2014, l'onorevole milanese ha presentato al Ministro alle Politiche agricole un'interpellanza con risposta in Aula sul tema.
I punti su cui Cova insiste da tempo sono chiari e le domande che reitera sono le stesse che si pongono gli inquirenti: "Chiedo di sapere una volta per tutte quante bovine da latte ci sono oggi in Italia e quante erano presenti negli anni scorsi. Non è possibile che si sia moltiplicato il latte senza le vacche che lo producono", dice senza mezzi termini il parlamentare Pd. E la richiesta non è fatta solo "per chiarire l'annosa vicenda delle quote, ma per sapere che latte è entrato in Italia per poter giustificare i modelli L1 - aggiunge Cova -. A noi interessano i numeri e non gli algoritmi".
E poi c'è un altro aspetto che Cova mette pesantemente sotto la lente dei chiarimenti, anche a livello giudiziario: "Le aziende che hanno ottenuto l'assegnazione della quota e non hanno prodotto latte, hanno anche ricevuto contributi Pac o altri contributi con i Psr? Perché se così fosse, è stata fatta una truffa nei confronti della Ue, dell'Italia e di tutti gli allevatori", incalza il parlamentare.
Roma, 8 gennaio 2014 On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
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08/01/2014, 18:47 |
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Marco
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ALIMENTARE, PIGNEDOLI: BENE PD ALLA CAMERA SU SUCCHI DI FRUTTA "L'emendamento Pd, a firma Oliverio-Anzaldi, alla legge Comunitaria che è passato in commissione Agricoltura alla Camera è una grande vittoria. Con esso si innalza al 20% la quantit à minima di frutta (attualmente è il 12%) che deve essere contenuta nelle bevande analcoliche a base di frutta prodotte e commercializzate in Italia. E' una scelta che va verso un'idea di qualità dei prodotti sempre più alta e verso una sempre maggior tutela dei prodotti Made in Italy sulla quale il Partito Democratico s'è sempre battuto con forza e tenacia. Stupisce l'astensione del Movimento 5 Stelle su un tema così importante per la tutela dei consumatori". Lo dichiara in una nota Leana Pignedoli, senatrice del Pd e vicepresidente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama.
Camilla Povia Ufficio Stampa Pd Senato
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16/01/2014, 14:47 |
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Marco
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NOTA STAMPA ALIMENTARE/M5S: "SU SUCCHI DI FRUTTA BLUFF ANTI-EUROPEISTA DEL PD"
ROMA,16 gennaio – Il governo stamane è stato battuto in commissione Agricoltura su un emendamento del relatore alla legge europea bis riguardante la questione dell'innalzamento della percentuale di succo naturale nelle bevande analcoliche a base di frutta. L’emendamento, nonostante il parere contrario del governo, ha trovato l’avallo di Sel e del Partito democratico. Astenuti, invece, gli esponenti del MoVimento 5 Stelle.
"Al solito la finalità politica prevale sul buon senso – commentano i deputati M5S della commissione – ma non cambia la sostanza delle cose. Come noto, la norma in questione, pensata per rendere più salutari le bevande a base di frutta e per favorire i produttori italiani di frutta non è mai entrata in vigore a causa dell’esito negativo della procedura di notifica della direttiva 98/34/CE. Di fatto – spiegano i parlamentari 5 stelle – la Commissione europea ritiene la misura introdotta lesiva delle norme europee in materia di libera circolazione delle merci e, pertanto, il 5 marzo 2012, ha aperto un caso Eu pilot, reiterando le già denunciate incompatibilità della norma con le disposizioni comunitarie".
"Il bluff anti-europeista del Pd oltre a non risolvere il caso EU pilot, penalizza le aziende nazionali – attaccano i portavoce 5 stelle – Le costringe, infatti, o a rinunciare ad un indispensabile spazio di mercato, quale quello comunitario, oppure a suddividere la produzione a seconda della destinazione. In entrambi i casi ciò comporterà un aumento insostenibile dei costi di produzione".
La decisione dell’astensione, viene spiegata così dagli esponenti 5 Stelle: "Non abbiamo votato questa norma perché risponde solamente ad una logica demagogica. Molte aspettative, legittime e condivisibili, si sono generate infatti intorno a questa misura, sia da parte dei consumatori sia da parte delle aziende produttrici. Così, però, non si risolve nulla: anzi si ingannano sia gli uni che gli altri. La vera soluzione è in Europa, battano lì i pugni i deputati piddini e non si limitano a norme slogan autolesionistiche".
-- Area Comunicazione M5S Camera dei deputati
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16/01/2014, 16:53 |
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Marco
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ALIMENTARE, RUTA: OK EMENDAMENTO SUCCHI DI FRUTTA, PD TUTELA PRODOTTI ITALIANI "Bene l'emendamento del Pd alla legge Comunitaria passato alla Camera. I consumatori devono sapere che quando comprano un succo di frutta comprano un prodotto di qualità con almeno il 20% di frutta e con meno zuccheri. Tutelare i prodotti italiani è da sempre la battaglia del Partito Democratico per rafforzare il mondo dell'agricoltura e fare gli interessi dei consumatori". Lo afferma Roberto Ruta, senatore del Pd e capogruppo in commissione Agricoltura alla Camera.
Camilla Povia Ufficio Stampa Pd Senato
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16/01/2014, 16:58 |
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Marco
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On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
COMUNICATO STAMPA
On. Cova: "Il Ministro faccia chiarezza sui numeri delle quote latte". Domani, venerdì 17 gennaio, la risposta in Aula all'interpellanza
Si parlerà della vicenda delle quote latte domattina, venerdì 17 gennaio 2014, nell'Aula di Montecitorio. A partire dalle 9 verrà, infatti, data risposta alle interpellanze urgenti tra cui, appunto, quella depositata una settimana fa dall'on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, e rivolta al Ministro alle Politiche agricole, sul tema. La diretta dell'intervento di Cova si potrà seguire sulla web tv della Camera attorno alle 10.
Nel documento Cova chiede di sapere quante bovine da latte ci sono oggi in Italia e quante erano presenti negli anni scorsi, non solo "per chiarire l'annosa vicenda delle quote, ma anche per rendere noto a tutti che latte è entrato in Italia", commenta lo stesso parlamentare Pd.
Inoltre, nell'interpellanza si vuole chiarezza sulle aziende che hanno ottenuto l'assegnazione della quota e non hanno prodotto latte: "Hanno anche ricevuto contributi Pac o altri contributi con i Psr? In tal caso, è stata fatta una truffa nei confronti della Ue, dell'Italia e di tutti gli allevatori", ripete da tempo Cova.
Roma, 16 gennaio 2014
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16/01/2014, 20:19 |
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Marco
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CAMERA DEI DEPUTATI On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico
COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Sulle quote latte lo Stato è responsabile e deve risposte a migliaia di allevatori e agricoltori”
Si è parlato di quote latte oggi, venerdì 17 gennaio 2014, nell’Aula della Camera. Il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione ha risposto all’interpellanza sul tema dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd. “Ma non ci sono stati i chiarimenti che mi aspettavo e lo Stato deve intervenire con maggiore decisione nella questione, non cercando di demandare o scaricare le colpe sugli altri. Lo deve agli allevatori e agli agricoltori italiani”, commenta Cova a caldo.
Poco prima il Ministro aveva rivendicato un cambio di rotta nei confronti di Agea con il suo ministero, ma poi il sottosegretario Castiglione ha risposto snocciolando dati che gli sono stati forniti dall’Agea stessa e sostenendo che l’attività amministrativa di controllo di settore è demandata a Regioni e Province e che all’Agea compete solo una parte dei calcoli, ad esempio sugli abbandoni. E sempre secondo Agea, ha detto il sottosegretario, non emerge niente di oggettivo e di nuovo rispetto ai dati dell’anno scorso.
“Ribadire che le Relazioni delle varie Commissioni non hanno riscontrato errori non è sufficiente, perché questi documenti hanno posto l’attenzione sulla percentuale di grasso, ma non si è intervenuti sui numeri di capi che producono latte – spiega Cova –. La Relazione del 2010 ha detto che il tenore di grasso era corretto, ma sul calcolo dei capi presenti e la relativa produzione di latte nazionale non lo era. Da questo è scaturita un’indagine con a capo il tenente colonnello Mantile dei carabinieri che ha portato a un esposto”.
Cova, dunque, si è chiesto “perché recuperare 300mila capi bovini in più? Perché fare un calcolo di vita delle bovine di 999 mesi quando vivono mediamente una settantina di mesi? Perché aumentare il numero dei capi ha consentito di aumentare il numero della produzione nazionale e ha alterato il numero delle quote per quelle aziende che hanno agito, quindi, in modo illecito. Ciò significa prendere più o meno contributi Pac: avere una quota superiore e una produzione superiore porta ad avere un contributo Pac superiore. Questo è un danno e una truffa nei confronti dello Stato e della Ue”.
Inoltre “Gli elementi forniti dal Ministero possono apparire ineccepibili – ha detto Cova in Aula –. Ma alla fine la realtà parla chiaro: la produzione moltiplicata per il numero delle vacche non fa tornare i conti. Bisogna tener conto di diversi fattori: non tutti gli anni le bovine da latte producono la stessa quantità perché il periodo di interparto è più lungo. E comunque nel computo dei capi – l’ho verificato per quelli lombardi – sono ricompresi anche quelli da carne, ad esempio, che quindi non producono latte”.
Anche la “competenza di revocare le quote non è delle Regioni, ma dell’Agea – ha fatto presente Cova –. Quindi non mi ritengo soddisfatto dalla risposta del Ministero perché non è stata svolta la funzione di controllo dallo Stato. Agea aveva in capo la funzione e spetta alla Magistratura fare chiarezza su questo. Non è possibile che migliaia di agricoltori abbiano subito un danno a causa dei dati alterati, o meglio di un metodo corretto, ma di dati incerti”.
In sostanza, ha concluso Cova, “modificare i dati di 300mila vacche comporta un danno e porta a percepire contributi Pac non dovuti. E intanto ci sono ancora allevatori che stanno pagando le multe: lo Stato non può lavarsi le mani dicendo è colpa di ‘qualcuno’, soprattutto se quel qualcuno rappresenta lo Stato stesso”.
Roma, 17 gennaio 201 4
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17/01/2014, 18:14 |
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