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Agricoltura - Parlamento Italiano 
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M5S: AVVIARE SUBITO L’ESAME CONGIUNTO DELLE PROPOSTE DILEGGE SUL CONSUMO DEL SUOLO

ROMA, 25 ottobre – “Unificare subito l’esame delle proposte di legge in materia di consumo di suolo”. Questa la parola d’ordine lanciata dai deputati del M5S all’indomani del convegno “Terra Bene Comune” organizzato dal Movimento 5 Stelle alla sala di Adriano.

“Tutte le forze politiche presenti in Parlamento hanno presentato una proposta di legge con l’obiettivo dichiarato di ridurre il consumo di suolo – affermano i portavoce M5S Massimo De Rosa e Filippo Gallinella – ma noi vorremmo che non ci si fermasse ai soli buoni propositi. Se davvero c’è l’intenzione condivisa di frenare la distruzione del territorio e del paesaggio c’è una sola strada: avviare subito l’esame congiunto di tutte le proposte di legge, senzainventarsi scuse ‘tecniche’”.

“Quando c’è la volontà politica di raggiungere un risultato la soluzione si trova. Nel nostro caso è sufficiente che ad esaminare tutte le proposte siano le due commissioni competenti: agricoltura e ambiente. Nel regolamento della Camera – concludono i deputati pentastellati – non c’è nulla che lo vieti”.

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26/10/2013, 7:01
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CAMERA DEI DEPUTATI
On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico


COMUNICATO STAMPA

On. Cova: “Il Governo chieda la verit à sulla questione delle quote latte”

La vicenda delle quote latte, di cui si sta occupando la Magistratura, è stata oggetto di un intervento, oggi, martedì 29 ottobre 2013, alla Camera, dell’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd.

Nella fase finale degli interventi, Cova è intervenuto per sollecitare il Governo a occuparsi della questione chiedendo che venga fatta piena luce su fatti che per anni hanno sconvolto il mondo lattiero-caseario.

“Quella delle quote latte è una vicenda che va avanti da oltre 30 anni – ha detto Cova che sulla questione ha presentato un’interrogazione a risposta scritta –. Si vuole sapere i numeri e i dati della produzione di latte in stalla perché sia il Presidente del Consiglio che il Ministero delle Politiche agricole devono avere e fare chiarezza su questi dati. Dalle relazioni svolte dagli inquirenti, ufficiali della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, che si sono preoccupati di verificare quanto avvenuto, potrebbero emergere le prove che il numero delle vacche da latte presente nelle aziende era differente rispetto a quanto dichiarato dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, e questo significa che potrebbe configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativo di latte prodotto nelle aziende agricole”.

Una questione complicata e sulla quale Cova ha chiesto all’Aula della Camera, rivolgendosi al Governo, che “si arrivi a una verità non per tutelare l’una o l’altra categoria di allevatori, perché sia chi ha pagato sia chi non ha pagato, non doveva farlo, ma per capire realmente cosa sia successo in tutti questi anni e chi ci ha veramente rimesso”.

Roma, 29 ottobre 2013

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29/10/2013, 21:43
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M5S, ULIVI SALENTINI: LA VERA PARTITA SI GIOCA A ROMA

ROMA, 4 novembre - Non si placa l’emergenza ulivi nelSalento. Una piaga che rischia di propagandarsi nel resto della Puglia e non solo e che ha già visto il diretto interessamento del commissario europeo alla salute Tonio Borg, il quale ha accolto il grido d’allarme del ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo. Il fondo di solidarietà comunitario per le emergenze fitosanitarie verrà attivato e l’Unione Europea compirà ogni sforzo necessario per la salvaguardia degli uliveti pugliesi. Ma la vera partita si giocherà a Roma, dove un utilizzo non perfetto dei fondi potrebbe rallentare i tempi della possibile soluzione e dell’identificazione delle vere cause che hanno portato al disseccamento rapido delle piante, mettendo a rischio sopravvivenza circa cinquemila ulivi. Cause sinora riscontrate, in parte, nel batterio Xylella fastidiosa, verosimilmente coinvolto nel quadro eziologico come compartecipe e non come agente primario, come sottolineato dalla stessa “Accademia dei Georgofili” di Firenze. Per questo il M5S hapresentato in commissione Agricoltura una risoluzione per una proficua sinergia degli enti coinvolti alla ricerca delle possibili cause e soluzioni e per un utilizzo pregnante dei fondi a disposizione.

“Risulta fondamentale predisporre tutte le misure necessarie a risolvere il complesso del disseccamento rapido degli ulivi salentini – dichiara Giuseppe L’Abbate – Proprio per questo è necessario un sapiente utilizzo delle risorse economiche a disposizione”. “Per questo – affermano i deputati della commissione Agricoltura – abbiamo depositato questa risoluzione in commissione Agricoltura che impegna il ministro De Girolamo a coinvolgere attivamente le istituzioni e gli enti di ricerca che sinora hanno intrapreso il percorso scientifico, in considerazione della proficua sinergia già messa in atto, per risolvere positivamente un fenomeno che data la rilevanza del settore olivicolo locale, si configura come interesse collettivo e non soltanto dei produttori econduttori di oliveti”.

“L’emergenza non può concedere di non effettuare una ricerca scientifica concreta, funzionale e tesa alla ricerca delle vere soluzioni nonché delle reali cause che mettono a repentaglio un patrimonio di tutti: è un rischio che gli agricoltori, in primis, e i cittadini pugliesi non possono permettersi”, conclude Giuseppe L’Abbate.

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04/11/2013, 14:06
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ALIMENTAZIONE: GIUNGE IN PARLAMENTO LA BATTAGLIA PER UN’INFORMAZIONE IMMEDIATA E COMPLETA SUI PRODOTTI RITIRATI

Il deputato del M5S Giuseppe L’Abbate della Commissione Agricoltura ha presentato un’interrogazione parlamentare alla Ministro Lorenzin e alla Ministro De Girolamo per dare pubblicità ai prodotti alimentari ritirati dai supermercati

Pollo alla diossina, mozzarelle blu, pesto al botulino. Un elenco interminabile quello delle sempre più frequenti emergenze che si registrano in campo alimentare che evidenziano le difficoltà dell’industria e delle autorità pubbliche a garantire ai consumatori la sicurezza dei generi alimentari. Da qui, la battaglia portata avanti dal “Fatto Alimentare” che ora sbarca in Parlamento grazie ad un’interrogazione presentata dal deputato del MoVimento 5 Stelle Giuseppe L’Abbate alla Ministro della salute Beatrice Lorenzin e al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo.

“Non potevamo che accogliere l’appello lanciato dal Fatto Alimentare – dichiara L’Abbate – “L’uomo è ciò che mangia” diceva Feuerbach. Non possiamo, quindi, permetterci di consumare prodotti non sicuri e l’unica freccia che il consumatore ha nella sua faretra è l’informazione, da cui non si può trascendere. Ecco, dunque, che chiediamo ai ministeri competenti in materia se non ritengano opportuno assumere iniziative per diffondere con regolarità sul sito del Ministero della Salute, nonché attraverso i media, le foto e le schede di tutti i prodotti alimentari richiamati dal mercato perché ritenuti pericolosi per la salute, affiancando a queste notizie l’elenco dei punti vendita in cui sono stati commercializzati. E di fare in modo che queste procedure vengano messe in atto anche dalla grande distribuzione organizzata. Una battaglia – conclude L’Abbate – nel solco della proposta di legge già depositata dal nostro gruppo sull’etichettatura”.

In molti Paesi europei, quando si verifica un caso di prodotto alimentare che presenta problemi di qualità, sicurezza o comunque non conformità agli standard previsti, sia la catena di supermercati, sia l’azienda produttrice sia il Ministero competente si attivano per darne massima informazione ai cittadini, anche attraverso la diffusione della notizia tramite gli organi di stampa e via web. I punti vendita, poi, sono obbligati a segnalare nel modo più visibile il prodotto in questione. In Italia, invece, raramente i punti vendita mettono in rete la lista dei cibi “richiamati”, ad eccezione di alcune note catene che solo di recente hanno deciso di dedicare una sezione del loro sito internet alla segnalazione degli alimenti ritirati e difettosi. Il Ministero della Salute, poi, non sempre diffonde adeguatamente i comunicati relativi al ritiro dei prodotti alimentari dal mercato e, tranne per alcuni sporadici casi, non fornisce mai le relative immagini che invece aiuterebbero il consumatore ad identificare immediatamente il prodotto che potrebbe risultare dannoso per la salute. Ma il Regolamento CE 178/2002 parla chiaro: se un operatore del settore alimentare ritiene o ha motivo di ritenere che un alimento da lui importato, prodotto, trasformato, lavorato o distribuito non sia conforme ai requisiti di sicurezza degli alimenti, e l’alimento non si trova più sotto il suo controllo immediato, esso è tenuto ad avviare immediatamente procedure per ritirarlo e informarne le autorità competenti. Qualora il prodotto dovesse essere già arrivato al consumatore, l’operatore informa i consumatori, in maniera efficace e accurata, del motivo del ritiro e, se necessario, richiama i prodotti già forniti ai consumatori quando altre misure siano insufficienti a conseguire un livello elevato di tutela della salute.

Deputato del M5S
Giuseppe L’Abbate

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11/11/2013, 11:46
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PUGLIA: L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE NUOVAMENTE SOTTO LA LENTE DEI MINISTERI

Dopo il Senato a settembre scorso, è ora la Camera con il deputato M5S L’Abbate ad interessarsi alla fase di stallo che sta paralizzando l’IZS di Puglia e Basilicata di Foggia

È uno dei dieci Istituti Zooprofilattici Sperimentali d’Italia ma pare non essersi mai adeguato alle normative nazionali negli ultimi 20 anni. È l’IZS di Puglia e Basilicata, con sede a Foggia, che vive una fase di stallo amministrativo e gestionale, nonostante i dipendenti si prodighino quotidianamente nelle loro attività. E se le vicende economiche legate al mancato trasferimento da parte della Regione Puglia all’IZS paiono essersi, in parte, risolte nei giorni scorsi, a tener banco è la sopravvenuta mancanza del numero legale dei componenti del consiglio d’amministrazione, che sta comportando problemi legati anche burocratico-amministrativi. Come la mancata approvazione del consuntivo 2012 o, se non vi saranno novità entro fine anno, sia del bilancio preventivo 2014 sia dell’esercizio provvisorio, creando una paralisi pressoché totale dell’Ente. Inoltre, la mancata approvazione della programmazione triennale e di ogni atto di indirizzo e pianificazione dell’IZS ha portato ad inevitabili ripercussioni sulle attività istituzionali finalizzate alla tutela della salute pubblica. Attualmente, infatti, la giunta esecutiva si riunisce saltuariamente e su argomenti limitati, seppur permangono dubbi circa la validità delle riunioni visto che, come previsto dalla Statuto, la giunta esecutiva è nominata dal Consiglio di Amministrazione e ha la medesima durata. Una vicenda alquanto intricata e su cui il deputato pugliese L’Abbate del MoVimento 5 Stelle chiede ai ministeri di intervenire, tramite un’interrogazione parlamentare.

“Si rischia inutilmente la paralisi – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S) – L’attuale situazione non è più procrastinabile e vanno prese decisioni nette ma condivise. Se gli enti locali non sono in grado di far fronte a ciò che serve per permettere all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia, toccherà al Ministero fare le dovute pressione per sbloccare definitivamente il tutto. I cittadini della Puglia e della Basilicata necessitano di un IZS efficiente e produttivo che non può rimanere, da un lato, l’unico in Italia a non essersi ancora adeguato alle normative nazionale e, dall’altro, privo dei bilanci e delle direttive amministrative per il futuro”.

L’IZS di Foggia, che conta sette sedi tra Puglia e Basilicata, è un ente sanitario che opera nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, in materia di igiene e sanità pubblica veterinaria, per la tutela della salute e per il benessere animale, il controllo dell’igiene degli allevamenti, la tutela della sicurezza degli alimenti di origini animale e degli alimenti zootecnici a garanzia della salute del consumatore. Ma, come hanno lamentato due settimane fa le stesse sigle sindacali proclamando lo “stato di agitazione dei lavoratori” dell’ente, l’IZS non ha mai attuato né la riforma introdotta dal d. lgs. 270/1993 né ha mai nominato i nuovi organi istituzionali ai sensi del d. lgs. 106/2012, che integra il precedente decreto. Una situazione su cui è intervenuto, a metà settembre, il senatore D’Ambrosio, limitandosi a contestare la nomina di commissario straordinario del signor Ciro Mundi, a cui il sottosegretario per la salute Fadda ha risposto che “non risponde alle norme attualmente in vigore”. E nonostante i solleciti del Ministero guidato dalla Lorenzin, le Regioni non hanno ancora provveduto ai propri compiti.

“Per questo – continua il deputato Giuseppe L’Abbate – chiediamo al Ministero della salute se abbia davvero provveduto a sollecitare una risposta da parte delle regioni coinvolte come promesso nella risposta all’interrogazione in Senato. E se, nel caso di reiterata inadempienza degli enti locali, non intenda proporre lo scioglimento del consiglio di amministrazione. Va dato uno scossone e va dato quanto prima per tornare alla normalità: se le Regioni non rispondono – conclude L’Abbate – spetta al Ministero riportarle sulla retta via”.

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14/11/2013, 14:33
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On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico

On. Cova: “Prezzo del latte: il Ministero rimbalza la palla sui produttori. Costretti ad accettare le condizioni dell’industria per non buttare il prodotto”

“Il prezzo del latte è senza pace. E a pagarne le conseguenze sono gli allevatori, costretti spesso ad accettare condizioni non dignitose. Ma l’alternativa è peggiore: buttare letteralmente il prodotto. E il Ministero delle Politiche agricole rimbalza la palla proprio sui produttori, dicendo che spetta a loro decidere se sottoscrivere o meno gli accordi”. Riassume così la risposta alla sua interrogazione sul tema Paolo Cova, parlamentare lombardo del Pd, che l’ha ricevuta oggi, giovedì 14 novembre 2013, in XIII Commissione Agricoltura alla Camera.

“In molte regioni d’Italia non si è ancora giunti a un accordo per la sottoscrizione dei contratti per la cessione del latte crudo bovino - dice Cova –. E risulta che il prezzo sia stabilito in modo unilaterale da parte degli acquirenti senza rispettare quanto disposto dal diritto nazionale e comunitario in materia”.

Nella sua interrogazione il parlamentare lombardo chiedeva “cosa intenda fare il Ministro per evitare che la mancata sottoscrizione del contratto di cessione del latte crudo penalizzi i produttori di latte, disattendendo quanto disposto dalla normativa nazionale, che dispone l’obbligo di contratti in forma scritta informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni, con riferimento ai beni forniti”.

Il caso emblematico, portato da Cova a esempio, è quello della “società Italatte del gruppo Lactalis Italia, che si sta rivolgendo in maniera individuale ai produttori di latte della Lombardia, inviando una lettera in cui ricorda l’esistenza di un contratto di somministrazione latte, sottoscritto dalle aziende di produzione e in vigore fino al marzo 2014, e la mancanza di accordo sul prezzo del latte fornito, confermando il prezzo di 400 euro per 1000 litri di latte (0,40 euro per litro) e tutte le altre pattuizioni del contratto di somministrazione. Nella lettera la società sembrerebbe chiudere ogni ipotesi di contrattazione tra le parti, fissando il prezzo per la cessione del latte crudo in maniera unilaterale appunto a 0,40 centesimo per litro a fronte di un costo medio finale al consumatore di circa 1,60 euro per litro”.

A fronte di tutto questo, fa sapere Cova, dopo la seduta di Commissione, “il Ministero risponde che la contrattazione viene fatta dai singoli allevatori, al più è regolata dalle loro organizzazioni di categoria e professionali, ma se alla fine il produttore sottoscrive l’accordo, vuol dire che lo accetta. Ho replicato che così si dà ragione alle industrie le quali, essendo in posizione di forza, decidono il prezzo. Invece andrebbe trattato. Ma i produttori sono costretti ad accettare, altrimenti sarebbero costretti a buttare il latte”.

Roma, 14 novembre 2013

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14/11/2013, 17:59
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COLDIRETTI, PIGNEDOLI: AUGURI A MONCALVO, IN LUI RINNOVAMENTO E PROFESSIONALITA'
"Importanti le sue prime dichiarazioni sulla Pac"

"Il nuovo presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, con i suoi 33 anni è il più giovane presidente tra le associazioni di impresa e dei lavoratori. La sua giovane età e allo stesso tempo il suo impegno consolidato in Coldiretti sono un'ottima combinazione, perché rinnovamento e professionalità possono far affrontare al meglio una fase di grandissimo impegno del nostro Paese. Come ha detto nelle sue prime dichiarazioni, infatti, ci attende un'importante sfida sulle nuove dinamiche e i nuovi criteri della riforma della Pac, nella quale i paesi membri dell'Unione europea dovranno prendere decisioni importanti. Contando sulla possibilità di continuare quel dialogo continuo e proficuo con Coldiretti, così come è stato fin ad ora, rivolgo i miei migliori auguri di buon lavoro al presidente Moncalvo". Lo afferma Leana Pignedoli, senatrice del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Agricoltura a Palazzo Madama.
Camilla Povia
Ufficio Stampa Pd Senato

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15/11/2013, 16:33
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COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Quote latte: da tempo denuncio la situazione. Chiedo chiarezza su una vicenda che sconvolge il lattiero-caseario”

“Oggi la vicenda delle quote latte è tornata prepotentemente alla ribalta con la notizia che la Magistratura sta indagando sul metodo di calcolo dell’Agea, l’Agenzia ministeriale per le erogazioni in agricoltura. Sul tema sto chiedendo da tempo al Governo di intervenire per fare piena luce su fatti che per anni hanno sconvolto il mondo lattiero-caseario”, dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd e veterinario di professione proprio nel settore dei bovini da latte, che in proposito ha anche presentato un’interrogazione a risposta scritta.

“Avevo già denunciato nelle Aule del Parlamento la situazione – aggiunge Cova – e cioè che dalle relazioni svolte dagli inquirenti, ufficiali della Guardia di Finanzia e dei Carabinieri, potevano emergere le prove che il numero delle vacche da latte presente nelle aziende era differente rispetto a quanto dichiarato dall’Agea. Questo significa solo una cosa: potrebbe configurarsi un danno a carico dello Stato italiano per una errata comunicazione del quantitativo di latte prodotto nelle aziende agricole, ma anche di tutti gli allevamenti da latte italiani che sono stati danneggiati, appunto, da uno splafonamento inesistente. Ora è ufficiale che si sta indagando in questa direzione”.

Cova chiede perciò che “il Presidente del Consiglio e il Ministero delle Politiche agricole pretendano chiarezza su questi dati e se i magistrati rilevassero davvero delle scorrettezze da parte dei funzionari Agea, diventa ancora più urgente arrivare alla verità. E’ il momento di schierarci a tutela dello Stato in questa vicenda che si trascina da oltre 30 anni”.

Roma, 18 novembre 2013

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18/11/2013, 14:25
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NOTA STAMPA

GIORNATA NAZIONALE DEGLI ALBERI, M5S: "MINISTRO ORLANDO DIMENTICAIL CENSIMENTO"



ROMA, 21 novembre – "Festeggiamo anche noi la Festa dell’albero e, da cittadini nelle istituzioni, lo facciamo con il deposito diun’interrogazione a prima firma Claudia Mannino ai ministri De Girolamo e Orlando, con la quale chiediamo di conoscere i tempi per l’adozione del decreto che imponga il censimento comunale degli alberi monumentali". Lo affermano i deputati M5S della commissione Ambiente.

“Ai ministri segnaliamo anche che, in attesa dell’adozione del decreto, e dunque della piena attuazione delle norme per la tutela delle alberature, debba essere fatto ogni sforzo per evitare che si ripeta quel che è accaduto nel Comune di Pietraperzia, in provincia di Enna, dove prima che fosse possibile festeggiare la prima Giornata nazionale degli alberi, l’amministrazione comunale ha pensato bene di tagliare 51 pini che fiancheggiavano un viale cittadino, per giunta, senza il parere, obbligatorio e vincolante secondo la legge 10/2013, del Corpo Forestale dello Stato”.

Ricordiamo – proseguono i portavoce M5S – che la legge 10del 2013 non si limita a riconoscere il 21 novembre come Giornata nazionale degli alberi ma richiede, prima di tutto alle istituzioni, di adottare misure per la protezione e lo sviluppo del verde, specialmente nell’ambiente urbano, e per la conservazione delle alberature di maggior pregio. La principale misura richiesta dalla legge 10, è l’adozione di un decreto dei ministri delle Politiche agricole e dell’Ambiente con la definizione dei criteri per il censimento comunale degli alberi monumentali. Il termine di 6 mesi fissato dalla legge è trascorso, ma del decreto non c’è notizia, e non ce n’è traccia neanche nella pagina web dedicata alla Giornata nazionale”.

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21/11/2013, 15:43
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COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Quote latte: sospendere i pagamenti delle multe finché la vicenda non sarà chiarita”

“La vicenda delle quote latte sta prendendo una piega tutta processuale e quindi, non avendo certezza dei dati di produzione, mi pare opportuno sospendere ogni cartella esattoriale per i pagamenti delle multe. Vanno fermate le rateizzazioni e le richieste delle multe”, lo dice l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, presentando in merito un’altra interrogazione al Ministro alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo.

Nel documento, Cova ricorda che “con l’Ordinanza del 13-11-2013, sul procedimento n. 33068, il Gip Dr.ssa Giulia Proto ha restituito gli atti al Pm per una eventuale nuova iscrizione a carico dei funzionari di Agea per il reato di cui all’art. 479 c.p. – reato di falso in atto pubblico – in relazione alla gestione delle quote latte”. E riporta per intero le parole del tenente colonnello dei carabinieri Marco Paolo Mantile, incaricato delle indagini: “Non vi è piena coerenza tra i dati delle banche dati ufficiali né possibilità di completo raffronto dei dati di ciascuna di esse; la mancanza di un dato identificativo coerente ed univoco per tutte le aziende in produzione (..) favorisce fenomeni fraudolenti o elusivi ed ostacola la possibilità di investigazione per prevenire e reprimere eventuali comportamenti illeciti; sono emerse situazioni di anomalia ed incongruenza nei confronti realizzati tra le diverse banche dati, tali da suggerire adeguati approfondimenti; pur con le difficoltà segnalate, ne discende un quadro di significativa incoerenza dei dati, in particolare con riferimento alla produzione nazionale, sia consegnata che rettificata(Tmgp); raffrontando il numero capi nelle diverse banche dati con la media produttiva provinciale Aia, pur aumentata del 10% in via prudenziale, risulta una differenza produttiva media, rispetto alla produzione totale italiana dichiarata nei modelli L1, talmente significativa da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato italiano e quindi lo stesso prelievo supplementare imputato ai produttori a partire dal 1995/1996 fino al 2008/2009”.

Cova è ancora una volta molto chiaro nelle sue richieste: “Voglio conoscere la correttezza dei dati sulle produzioni e sulle presenze delle vacche nelle campagne 2011-2012 e 2012-2013 e sapere se i sistemi della Banca dati nazionale e del Sian (il Sistema informativo agricolo nazionale) documentano una tracciabilità e dei movimenti. Inoltre, il Ministero deve dirmi se il sistema è certificato”.

Roma, 21 novembre 2013

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21/11/2013, 16:30
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