AGRICOLTURA, DOMANI CONVEGNO IN SENATO SULLE NUOVE TECNOLOGIE
Iniziativa organizzata dal Gruppo del Partito Democratico al Senato, domani mercoledì 23 settembre alle ore 14 nella Sala Zuccari
Le nuove tecnologie, anche nel campo dell'agroalimentare, sono uno strumento importante per rendere il nostro sistema di produzione più competitivo e naturale, adeguandolo ad una dimensione internazionale. E' questo il tema del convegno organizzato dal Gruppo Pd del Senato che si terrà domani, martedì 23 settembre alle ore 14 presso la sala Zuccari del Senato, dal titolo "Politiche per un'Agricoltura 2.0".
Nel corso del dibattito saranno illustrate alcune esperienze tecnologicamente avanzate tra cui il registro unico dei Controlli già in azione in Emilia Romagna, il rating amministrativo delle imprese proposto dalla provincia di Firenze, una piattaforma unica che permetta a pubblico e imprese di crescere in efficienza e una cooperativa che utilizza tecnologie di precisione per aumentare qualità e reddito dell'impresa.
Introdurranno i lavori Leana Pignedoli e Roberto Ruta, rispettivamente vicepresidente e capogruppo Pd della commissione Agricoltura a Palazzo Madama. Interverranno, tra gli altri, Luca Sani e Roberto Formigoni, presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, Ezio Castiglione presidente di Ismea, Mauro Tonello vicepresidente Coldiretti, Mario Guidi presidente di Agrinsieme, Nicodemo Oliverio capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera e Paolo Coppola consigliere di Agenda Digitale. Le conclusione sono affidate ad Andrea Olivero, viceministro delle Politiche Agricole. Nel corso dell'iniziativa interverrà anche Luigi Zanda, presidente del Gruppo Pd al Senato.
Si ricorda che per l'ingresso in Senato i giornalisti devono accreditarsi inviando una mail ad accrediti.stampa@senato.it e che gli uomini devono indossare giacca e cravatta.
AMBIENTE, DA RUTA E CALEO (PD) APPELLO A RENZI: SERVE DIRETTIVA EUROPEA PER DIFESA DEL SUOLO Presentata mozione in Senato che impegna il Governo ad aprire confronto sulla realizzazione di una direttiva europea sul suolo
"Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di attivarsi, durante il semestre europeo a guida italiana, per riprendere i lavori di concertazione per una nuova proposta di direttiva quadro sul suolo, affinché l'Unione Europea possa tempestivamente giungere all'approvazione di un'incisiva normativa per proteggere il suolo e per conservarne la capacità di svolgere le funzioni ambientali, socioeconomiche e culturali". E' questo il senso della mozione presentata dai senatori Roberto Ruta e Massimo Caleo, rispettivamente capogruppo Pd in commissione Agricoltura e Ambiente a Palazzo Madama, e sottoscritta anche da altri 54 senatori di diversi gruppi parlamentari, tra cui i capigruppo Zanda (Pd) e De Pretis (Sel), i senatori Candiani (Lega Nord), Dalla Tor, (Ncd), Ruvolo (Gal). La mozione si affianca alla petizione promossa da oltre 1300 studiosi e ricercatori, primo firmatario prof. Fabio Terribile, appartenenti ad università, accademie ed istituti di ricerca europei che chiedono a Matteo Renzi un segnale in merito alla realizzazione di una direttiva europea sul suolo.
''La possibilità di disporre di principi comuni e di un quadro normativo europeo unitario finalizzati a definire cosa s'intenda per 'utilizzo sostenibile del suolo' - affermano Ruta e Caleo - garantirebbe una maggiore tutela della qualità ambientale europea in tutti i comparti, una migliore gestione del suolo e consentirebbe di articolare i programmi di ricerca in ambito nazionale e europeo, ottimizzando l'impiego dei fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo. A differenza di quanto avviene per l'acqua e per l'aria in Europa non abbiamo una direttiva sul suolo. Questo è molto grave per i suoli ed i paesaggi europei - concludono i senatori del Pd - per la loro protezione e gestione sostenibile, per la sicurezza alimentare ed ancor più per il rischio di non garantire la risorsa suolo alle generazioni future".
AGRICOLTURA, PIGNEDOLI (PD): NUOVE TECNOLOGIE INDISPENSABILI PER COMPETERE CON MERCATI INTERNAZIONALI
"Oggi abbiamo l'esigenza di accrescere la capacità imprenditoriale delle nostre imprese per metterle nelle condizioni di vincere la sfida dei mercati internazionali. Le nuove tecnologie, anche nel campo dell'agroalimentare, sono uno strumento importante per realizzare questo obiettivo e dunque rendere il nostro sistema di produzione più competitivo e naturale". Lo afferma Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama, intervenendo al convegno "Agricoltura 2.0" organizzato dal Gruppo Pd del Senato e che si è tenuto oggi pomeriggio nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
"La premessa indispensabile per adeguare il nostro sistema agroalimentare alle nuove tecnologie - continua - è quella di accelerare l'infrastrutturazione digitale secondo gli obiettivi dell'Agenda Digitale Europea. In termini di copertura, infatti, l'Italia è l'ultimo Paese in classifica. Già con la revisione di medio termine della Pac, entro il 2016 si deve prevedere un forte incremento della banda larga nelle aree rurali, l'attivazione e il completamento del registro Unico dei controlli su tutto il territorio nazionale, la realizzazione di una piattaforma informatica unica con l'attivazione della carta dell'Agricoltore e Anagrafe delle imprese e l'inserimento negli istituti superiori di Agraria delle discipline sulla gestione aziendale attraverso sistemi informatici e tecnologie di precisione in una prospettiva internazionale. Penso si sia aperta una pagina nuova per l'agricoltura italiana. Non è più un optional attrezzarsi con nuove tecnologie per affrontare il mercato internazionale, è diventato indispensabile. Serve una politica - conclude Pignedoli - che consideri un obiettivo primario la creazione di sistemi imprenditoriali per superare la frammentazione delle nostre imprese, che è uno degli aspetti che più di tanti altri blocca la competitività. Il reddito agricolo non bisogna solo tutelarlo ma anche promuoverlo attivamente".
IPPICA: PRESSING DEL M5S PER L’ATTESA RIFORMA DEL SETTORE
Benessere del cavallo, composizione della Lega ippica, divieto delle scommesse virtuali ed equo prelievo fiscale i punti cardine della risoluzione L’Abbate (M5S), presentata alla Camera, per il rilancio del settore promesso dal Ministro Martina a marzo scorso
Nella sua prima audizione alla Camera dei Deputati, lo scorso 27 marzo, il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina promise di dare “corso alla riforma del comparto ippico italiano come previsto dalla delega fiscale”, votata precedentemente dal Parlamento. Una promessa apprezzata dal M5S ma confidando in una presa di coscienza del lavoro svolto sino ad allora dal comitato ristretto in materia in Commissione Agricoltura alla Camera. A sei mesi di distanza, il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), primo firmatario della proposta di legge “Istituzione della Consulta tecnica per la promozione del settore ippico”, presentata il 27 maggio 2013, presenta una risoluzione per impegnare il ministro Martina proprio sulla riforma del comparto.
Il parlamentare 5 Stelle punta all’istituzione, presso il ministero, della “Commissione del benessere del cavallo” composta da cinque membri nominati tra medici veterinari ippiatri esperti in problematiche relative al benessere del cavallo. L’Abbate, inoltre, impegna Martina a valutare la necessità di vietare le scommesse virtuali negli ippodromi nonché a predisporre adeguate misure per il recupero e la gestione dei cavalli a fine carriera o infortunati, al fine di evitare che tali esemplari possano essere utilizzati nelle corse clandestine in mano alla criminalità organizzata o destinati alla macellazione illegale.
Le disposizioni contenute nella risoluzioni prevedono anche indicazioni sulla costituzione della Lega ippica italiana, prevedendo un Consiglio direttivo nominato da una assemblea dei soci e composto da un presidente della Lega che lo presiede, designato dal Mipaaf, scelto tra persone di elevata esperienza manageriale e comprovata esperienza manageriale e comprovata indipendenza dagli operatori del settore ippico e dai concessionari di giochi, e da dodici consiglieri designati da Ministero delle politiche agricole, da Agenzia delle dogane e dei monopoli, dai soci appartenenti a ciascuna categoria del settore (proprietari, allenatori e allevatori del trotto e del galoppo più due rappresentanti del “sella” e due designati dai soci della categoria società di gestione degli ippodromi).
Capitolo a parte le scommesse ippiche su cui si chiede all’Agenzia delle dogane di provvedere, entro il 31 ottobre, all’assegnazione in esclusiva dell’offerta su tutto il territorio nazionale ad un soggetto che non abbia interessi alla distribuzione e gestione di altri tipi di scommesse. Si impegna il Governo, inoltre, alla riduzione del prelievo fiscale equiparandolo alle altre tipologie, all’unificazione dei totalizzatori prevedendo la razionalizzazione dei costi tecnici e organizzativi entro marzo 2015, adottando un prelievo medio ponderato su base annua compreso tra il 24 ed il 26% della raccolta ed un payout tra il 74 ed il 76%. Si richiede l’invarianza della remunerazione percentuale dei concessionari connessa alla raccolta delle scommesse Tris, Quarté e Quinté, già gestite dal totalizzatore dell’ippica nazionale e la remunerazione dei concessionari, per ogni altra scommessa o gioco gestiti dal totalizzatore unico, nella misura del 42,5% del relativo prelievo, con una quota in favore della Lega pari al 50%. Mentre, per le sole scommesse ippiche a quota fissa, la risoluzione M5S chiede l’adozione dei criteri e delle modalità tecniche atti ad assicurare l’applicazione di un’imposta unica e di un prelievo destinato alla Lega pari, rispettivamente, all’1,5% e al 3,5% della raccolta netta complessiva annua.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle
On. Paolo Cova parlamentare del Partito Democratico COMUNICATO STAMPA
On. Cova: “Per il benessere animale serve prima di tutto l’educazione, a partire dai più giovani. Basta randagismo e importazione illegale di cuccioli”
Si è discusso ancora di benessere animale oggi, mercoledì 24 settembre 2014, alla Camera. Sono state votate le mozioni, già presentate qualche giorno fa, concernenti iniziative, nell'ambito del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, per la tutela dei diritti degli animali e tra queste quella di cui è primo firmatario l’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, approvata a maggioranza.
“In mattinata il Sottosegretario alla Salute ha dato il parere del Governo e, per quanto riguarda la mia mozione, è stata fatta una modifica, da me accettata, che va in senso ancora più vincolante verso la prevenzione del randagismo, ponendo come fondamentale la sistemazione delle cucciolate e il controllo delle nascite”, fa sapere Cova.
Nel suo intervento Cova ha ribadito ancora una volta che, in chiave europea, “è prioritario avere dei centri di referenza sul benessere animale nei singoli Paesi, che forniscano dati certi e scientifici”, eche alla base del concetto di benessere animale vi siano “indicazioni di buone pratiche e buona gestione, ad esempio sul tema del trasporto”.
Il principio di fondo, però, per Cova sta nella formazione: “Occorre comunicare con i bambini, i giovani, il grande pubblico per promuovere il concetto di proprietà dell’animale. Serve una forma di sensibilizzazione propedeutica per avere degli adulti consapevoli che non maltratteranno o abbandoneranno gli animali”. Ma, come aveva già denunciato, “è necessario anche che non si richiedano più cuccioli troppo piccoli, aspetto che poi comporta l’importazione illegale di animali. I servizi di vigilanza veterinaria degli Stati membri devono essere allertati e cooperanti affinché non si verifichino più questi traffici”.
Inoltre, dall’estero arrivano spesso cani e gatti adottati con zoonosi ed evidenti segni clinici di malattie che rischiano di diffondersi su larga scala. È necessario vietare queste adozioni internazionali e l’Europa deve intervenire”.
E se per il randagismo “le difficoltà economiche dei Comuni impediscono di affrontare in maniera radicale il problema, bisogna cercare di aumentare l’identificazione degli animali, attraverso i chip”. Per Cova l’obiettivo è “arrivare a svuotare i canili, accompagnando le cucciolate degli animali e attuando le sterilizzazioni”.
Infine, un riferimento chiaro al superamento degli stabulari: “È opportuno predisporre tutte le misure volte a ridurre e sostituire gli animali nelle strutture scientifiche”, ha concluso Cova.
Castagne, M5S: "Caro ministro, il tempo è scaduto"
Roma, 24 settembre 2014 – “Caro ministro, i castanicoltori stanno ancora aspettando e per il bene dell’economia italiana le diciamo che il tempo è scaduto”. È in sintesi il messaggio del M5S nel question time presentato oggi dai deputati della Commissione agricoltura. Dopo nove mesi infatti manca ancora l’atto governativo promesso in più occasioni e, per il bene dei castanicoltori, dell'ambiente e dell'economia italiana, speriamo non si debba attendere oltre. Per questo, con il question time, è stato sollecitato il Governo affinché attui tutti gli impegni della risoluzione e sul potenziamento del servizio fitosanitario nazionale attraverso i fondi stanziati con la legge di stabilità, pari a 5 milioni di euro, al fine di affrontare le nuove e vecchie fitopatie che interessano “l’italico albero del pane”. Inoltre, visto che ci troviamo nel semestre di presidenza italiana presso il Consiglio dell’Unione Europea, "ci auspichiamo un maggior impegno da parte del governo a inserire il castagno tra le superfici a frutta in guscio oggetto di uno specifico finanziamento europeo e, nella definizione della politica agricola comune, l’attenzione nei confronti dei castanicoltori il cui reddito è stato compromesso da molte fitopatie".
Api, M5S: “Impedire la diffusione del coleottero degli alveari e riconoscere un giusto indennizzo per gli apicoltori”
Roma, 26 settembre 2014 - Uno dei settori più importanti per la nostra economica agroalimentare è in pericolo. «Occorre intervenire urgentemente affinché vengano attivate tutte le procedure necessarie per circoscrivere ed eradicare eventuali ulteriori focolai del coleottero degli alveari, nonché impedire la diffusione del parassita sul territorio nazionale e riconoscere un indennizzo agli apicoltori che dovessero essere chiamati ad adempiere ad un’ordinanza di abbattimento dei propri alveari». È quanto chiede il deputato M5S Paolo Parentela, membro della Commissione Agricoltura, in un'interrogazione al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e al Ministro della Salute. «Il focolaio di coleottero degli alveari – mette in guardia l’esponente del 5 Stelle – recentemente scoperto dal prof. Palmieri dell'Università di Reggio Calabria in un alveare di Gioia Tauro, ha un effetto devastante sull’ape europea tanto da rendere invendibile il miele degli alveari colpiti». «Il settore dell'apicoltura – continua Parentela – è messo in forte crisi dalla presenza del parassita, che rischia di contaminare non solo gli alveari calabresi, ma quelli di tutta Italia. Le associazioni di apicoltori hanno da subito chiesto al Governo di adottare adeguate contromisure per risolvere subito il problema. L'intervento deve essere deciso ed immediato». Il piccolo coleottero degli alveari è soltanto l'ultimo ostacolo che il comparto agricolo sta incontrando in questo periodo di crisi. In questo momento storico gli apicoltori e tutto il settore agricolo hanno bisogno di sentire la presenza delle istituzioni. Il settore dell'apicoltura, già colpito dalla moria delle api a causa dell'utilizzo di pesticidi tossici, rischia ulteriori danni come è già successo in America dove 20.000 colonie sono state distrutte dallo scarafaggio, con danni di svariati milioni di dollari. Nell’interrogazione, il deputato del Movimento 5 Stelle chiede di intervenire nella regolamentazione delle importazioni, che è la principale difesa contro l’introduzione e la diffusione dell' Aethina tumida.
Conclude Parentela:«La globalizzazione accelera la circolazione delle merci, ma anche di parassiti e batteri che arrivano dall'altra parte del mondo ed infestano le nostre colture. È doveroso prendere seri provvedimenti per prevenire, migliorando i controlli sanitari alle frontiere».
ECONOMIA: CAMBIARE LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE PER SOSTENERE IL MEZZOGIORNO E RILANCIARE L’ITALIA INTERA
A margine della Commissione parlamentare sulla Contraffazione, che ha visto la partecipazione della vicepresidente di Confindustria Ferrarini, il deputato pugliese Cariello delinea la ricetta dei 5 Stelle per la tutela del vero Made in Italy
La Commissione parlamentare sulla Contraffazione, riunitasi alla Camera dei Deputati, ha visto la partecipazione della vicepresidente di Confindustria Lisa Ferrarini, la quale detiene anche la delega al “Made in Italy”. Un appuntamento di fondamentale importanza per il futuro dell’economia italiana, oramai interamente dipendente dalle esportazioni visto il mercato interno totalmente saturo.
“Purtroppo – dichiara il deputato pugliese Francesco Cariello (M5S), membro della Commissione anti-contraffazione – non è emerso nulla che possa far presagire un cambio di rotta nella politica della tutela delle produzioni nazionali. Nonostante si è ammesso che i controlli non possono riguardare più del 2% delle produzioni, nonostante le frodi probabilmente ascendono a cifre superiori al totale delle stesse produzioni italiane, la vicepresidente non ha fatto altro che sostenere una più puntuale applicazione della legge sul Made in Italy. Ritengo, però, che non bisogna fermarsi alla fase di contrasto e controllo perché è solo uno degli aspetti della questione – continua Cariello (M5S) – La vera lotta alla contraffazione parte agevolando all’origine le imprese che agiscono sui binari della legalità. È il costo eccessivo della burocrazia a determinare lo svantaggio competitivo a danno delle nostre imprese e a favore di chi non adempie gli obblighi normativi”.
Questa la “ricetta” dei 5 Stelle per rendere la lotta alla contraffazione più efficace di quella odierna, ritenuta sostanzialmente fallita e senza futuro. “Purtroppo molto Made in Italy è realizzato con materie prime d’importazione e, quindi, l’azione di contrasto al falso si traduce anche in sostegno dei produttori esteri – prosegue il deputato bitontino M5S – mentre il Sud d’Italia, produttore di enormi quantità di materie prime alimentari eccellenti, deve subire i prezzi d’importazione”. Si delinea, insomma, una forte contrapposizione tra i sostenitori della conservazione di un sistema di etichettatura che premia solo i grandi produttori nazionali (usualmente settentrionali) e una visione più ampia che includa nelle attenzioni dei politici anche le piccole imprese meridionali
“Una visione che, ovviamente, non mira a demolire o danneggiare indirettamente i grandi trasformatori e venditori attuali ma che non può rinunciare ad ammettere la necessità di una politica più includente e che comprenda che il riscatto del Mezzogiorno è l’unica chance esistente per uscire dalla crisi – conclude Francesco Cariello (M5S) – Continuare a far finta che non ci sia, non risolve nulla. È necessario che il Sud faccia squadra attorno a queste tesi, superando gli steccati partitici, semplicemente perché il futuro è di tutti noi”.
Giuseppe L'Abbate Deputato movimento Cinque Stelle
FEDERALIMENTARE, PIGNEDOLI (PD): AUGURI A SCORDAMAGLIA
"Mi congratulo per l'elezione di Luigi Scordamaglia che dal prossimo gennaio sarà il nuovo presidente di Federalimentare. Quello dell'agroalimentare è un settore particolarente importante per il nostro paese, sta assumendo sempre più dimensioni internazionali e ha e avrà sempre più bisogno di persone giovani, attive e dinamiche come Scordamaglia. Per questo sono certa che insieme potremo lavorare per rendere più competitivo il settore dell'Agroalimentare che è patrimonio di tutta l'Italia". Lo dichiara Leana Pignedoli, vicepresidente Pd della commissione Agricoltura a Palazzo Madama.
“Lingua blu”, M5S: “Gli allevatori umbri sono in ginocchio, la Regione si muova e convochi le altre Istituzioni per un’azione coordinata”
Roma, 1 ottobre 2014 - “Gli allevatori umbri sono molto preoccupati per la rapida diffusione della blue tongue, o lingua blu. La Regione deve accelerare il passo e rendere noti i tempi di vaccinazione. Ad oggi, il principale strumento in grado di limitare la circolazione virale è il vaccino nella nuova formulazione di ceppo virale inattivato, con caratteristiche di efficacia ed innocuità che lo distinguono dal precedente presidio immunizzante”. Lo ha dichiarato Filippo Gallinella, deputato del M5S nella Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Nella provincia di Terni, secondo quanto reso noto dall’Asl Umbria 2, sono già 59 i focolai attivi, tutti riguardanti ovini. Ora è allerta anche nell’area del Trasimeno, dopo la segnalazione della Usl 1 della malattia ai danni di ovini in una zona di Passignano. “La diffusione della febbre catarrale sta creando un doppio problema – spiega Gallinella - Il primo, diretto, agli allevatori di ovini che molto probabilmente dovranno abbattere i capi infetti con ricadute negative sulla loro produzione. Il secondo, indiretto, agli allevatori di bovini. I bovini sono portatori sani della ‘blue tongue’, non corrono alcun pericolo virale e non ci sono conseguenze sulle carni ma, per limitare il contagio tra ovini, non possono essere movimentati. Ciò crea un danno agli allevatori di bovini che fanno vendita diretta. Già ci sono casi di calo degli ordinativi. Sale la paura tra i consumatori. Paura non motivata. La carne bovina è buona e si può mangiare senza pericolo. Se in futuro l’attivazione dei fondi di mutualizzazione, grazie al PSRN, garantirà risorse per affrontare le epizoozie, ora Palazzo Donini deve convocare subito le altre regioni. Serve un’azione coordinata e rapida, non si può più procedere in ordine sparso”.