AGRICOLTURA: L’ABBATE E DONNO (M5S) APRONO AL DIALOGO, L’ASSESSORE NARDONI NON RISPONDE
Ad un mese di distanza dalla lettera dei parlamentari 5 Stelle delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato all’Assessorato alle Risorse Agroalimentari, ancora nessun riscontro dalla Regione Puglia sulla programmazione dei Psr 2014-2020 a tutela delle colture tipiche
È trascorso oramai un mese dalla lettera, a firma dei parlamentari pugliesi 5 Stelle della Commissione Agricoltura Giuseppe L’Abbate (Camera) e Daniela Donno (Senato), indirizzata all’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Fabrizio Nardoni ma dal lungomare Nazario Sauro nessuna notizia. Il deputato barese e la senatrice salentina chiedevano all’Assessore Nardoni di intavolare una collaborazione in vista dell’imminente programmazione sui Fondi Strutturali 2014-2020, in riferimento alle misure del Piano di Sviluppo Rurale da intraprendere. Ciò anche alla luce dell’allarme lanciato dal Presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia Cesare Veronico e da Legambiente sulla possibile scomparsa delle coltivazioni di simeto, appulo, arcangelo e duilio, ovvero le quattro varietà autoctone di grano duro che hanno permesso al pane di Altamura, unico in Italia, di ottenere il marchio Dop. Come a rischio sarebbero anche le colture tradizionali del cece nero di Cassano delle Murge, della lenticchia gigante di Altamura, del cece rosso di Gravina di Puglia e della cicerchia dell’Alta Murgia.
“Chiedevamo all’Assessore Nardoni di accogliere la nostra richiesta di collaborazione perché riteniamo che solo attraverso la concertazione e la condivisione, unendo gli sforzi e comprendendo assieme le opzioni migliori, possiamo davvero individuare le soluzioni più utili a valorizzare e conservare il patrimonio che offre il territorio pugliese – dichiarano il deputato Giuseppe L’Abbate e la senatrice Daniela Donno del M5S – Purtroppo, nonostante le note criticità che caratterizzano, soprattutto nelle regioni meridionali, la gestione dei fondi europei dall’Assessorato alle Risorse Agroalimentari non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Ancorché la nostra Regione vanti un indubbio primato per la qualità e la quantità di spesa, non comprendiamo come si possa far finta di nulla dinanzi a chi offre la propria collaborazione, nonostante sia oltre i meri compiti di parlamentari d’opposizione. Ribadiamo all’Assessore Nardoni – concludono i due parlamentari pugliesi 5 Stelle – che la nostra porta rimane e rimarrà sempre aperta, perché il nostro unico obiettivo è quello di essere concretamente utili a tutti i pugliesi, agricoltori e cittadini. Rimaniamo in attesa”.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle
AGRICOLTURA, BERTUZZI (PD): FINALMENTE DECRETO CHE DESTINA TERRE PUBBLICHE AI GIOVANI
"Dopo gli importanti risultati in campo agricolo raggiunti con l'approvazione in Senato del Decreto Competitività , apprendo con soddisfazione l'intervento del Ministro Martina che ha firmato qualche giorno fa il decreto ministeriale "terrevive", che consentirà la messa in vendita o in locazione di 5.500 ettari di terreni agricoli pubblici, con prelazione agli under 40". Lo dichiara la senatrice del Pd Maria Teresa Bertuzzi, componente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama.
"Già nella scorsa legislatura, con il decreto Liberalizzazioni, abbiamo posto le basi per questo importante intervento con un emendamento a mia prima firma che estendeva l'affitto delle terre demaniali ai giovani coltivatori. Finalmente il ministro Martina ha avviato il decreto attuativo tanto atteso che, da un lato, ha fatto emergere la reale disponibilità di terre del Demanio e, dall'altro, quanto sia importante il ruolo di traino che l'agire del Ministro e la sua determinazione può esercitare nei confronti delle Regioni e dei Comuni, continuando a implementare quella campagna di sostegno all'ingresso di giovani di cui il futuro dell'agricoltura ha così bisogno. Fino ad ora - prosegue Bertuzzi - la mancata attuazione dell'articolo 66 del decreto Liberalizzazioni ha bloccato un'importante opportunità di fare impresa: la cessione dei terreni demaniali, infatti, fa nascere nuove imprese e solleva lo Stato dalla gestione materiale delle terre, permettendo contestualmente il recupero di risorse in grado di garantire un importante impulso allo sviluppo e, al contempo - conclude Bertuzzi - promuove una maggiore cura del suolo in un Paese troppo spesso vessato da problemi di dissesto idrogeologico dovuto all'incuria".
AGRICOLTURA: NO ALLA VENDITA DEI TERRENI DEMANIALI, SÌ ALL’AFFITTO AI GIOVANI AGRICOLTORI
Dopo una proposta di legge per modificare il “Salva Italia” di Monti e due ordini del giorno approvati dal Parlamento, i deputati M5S chiedono al Ministro Martina di modificare la norma per evitare la vendita e per garantire solo la locazione delle terre demaniali
Il decreto “Terre vive”, appena emanato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, punta a promuovere l’occupazione giovanile in ambito agricolo ed a favorire l’accesso alla terra per sviluppare il settore primario. Un obiettivo da raggiungere tramite la vendita delle terre agricole demaniali. Una possibilità prevista sin dal decreto “Salva Italia” del Governo Monti, su cui i deputati della Commissione Agricoltura del M5S hanno presentato una proposta di legge per ridefinire la possibilità, da parte dello Stato, di disporre dei propri terreni agricoli e prevedendo, quindi, canoni di locazione dei terreni ad hoc per i giovani agricoltori. Inoltre, in un anno e mezzo di legislatura, la Camera ha approvato a maggioranza ben due ordini del giorno che impegnavano in tal senso il Ministero dell’Agricoltura.
“Mettere in vendita la terra pubblica per far cassa, significa alienarla, ovvero darla in pasto a chi su quella terra vuole speculare, magari per costruire un impianto di produzione di energia alternativa, o un grande parco eolico – dichiarano i deputati M5S della Commissione Agricoltura – Vuol dire farla scomparire dal nostro patrimonio pubblico e non considerala quello che effettivamente è: un bene comune”.
La soluzione individuata dai 5 Stelle è, invece, quella dell’affitto dei terreni agricoli individuati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, riservando ai giovani agricoltori (definiti dal Regolamento CE n. 1698 / 2005 del Consiglio del 20 settembre 2005) una percentuale non inferiore al 25% del totale degli stessi terreni. Imponendo, inoltre, il divieto di utilizzare tali terreni per uno scopo diverso da quello agricolo. Ulteriore obiettivo della proposta M5S è quello di tutelare e promuovere metodi di agricoltura biologica basati su sistemi agro-ecologici e destinati esclusivamente a scopi alimentari, con la possibilità di destinare i terreni agricoli demaniali ad attività di agricoltura sociale nonché adeguando la durata della locazione ai cicli biologici naturali.
“Concedendo i propri terreni in locazione, tra l’altro, lo Stato può permettersi la possibilità, qualora un’idea non dovesse funzionare, di dare ad altri aspiranti lo stesso terreno – concludono i deputati M5S della Commissione Agricoltura – Il Ministro Martina è ancora in tempo per fermare questa scelleratezza, dando ascolto a tutti quei cittadini, comitati e movimenti che da anni si battono per la difesa e tutela dei beni comuni. Garantiamo l’accesso alla terra per promuovere l’occupazione e lo sviluppo del settore primario, ma senza vendere il patrimonio pubblico di questo Paese”.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle
LAVORO: IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE RICORSO DEGLI AGROTECNICI SULLE PENSIONI
Accettata la piena autonomia nel pagare pensioni più alte, senza dover aumentare i contributi, per le casse previdenziali “virtuose”. Alla soddisfazione della Cassa Enpaia/Agrotecnici e del Collegio Nazionale dell’Albo si unisce il M5S che aveva interrogato il Ministro Poletti sulla questione
È una sentenza storica quella del Consiglio di Stato n. 3859/2014, depositata il 20 luglio, perché chiarisce come il criterio di rivalutazione dei contributi pensionistici, definito dalla legge n. 335/1995, debba intendersi come quello minimo (che deve essere sempre riconosciuto), mentre le Casse di previdenza “virtuose” e con i conti in ordine possono riconoscere rivalutazioni maggiori così “... consentendo di erogare trattamenti pensionistici più alti”. Con questa sentenza, viene definitivamente scardinato il principio, difeso fino all’ultimo dal Ministero del Lavoro, per cui la previdenza dei professionisti doveva essere, sempre e comunque, “tutta uguale”. Anche quando i rendimenti dei contributi, per effetto del meccanismo di calcolo, erano pressoché pari allo zero, con il risultato di deprimere all’inverosimile le future pensioni, come in effetti è avvenuto negli ultimi anni.
Una questione portata all’attenzione del Ministro Poletti dai deputati M5S della Commissione Agricoltura con un’interrogazione parlamentare. “Il Ministro del Lavoro sbagliava a bloccare la delibera della Gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati – dichiara la deputata Chiara Gagnarli (M5S), prima firmataria dell’interrogazione – Una Cassa virtuosa, con totale sostenibilità previdenziale, che dal 2010 attendeva di poter aumentare la rivalutazione dei contributi previdenziali dei propri iscritti così da poter erogare loro pensioni significativamente più alte. Dopo questa storica sentenza, le Casse meglio amministrate potranno distinguersi da quelle amministrate peggio. Nessuna potrà nascondersi dietro l’alibi delle rivalutazioni dei contributi ‘secondo legge’, con la conseguenza che gli iscritti alle Casse dei liberi professionisti – continua Gagnarli (M5S) – potranno misurare la capacità dei propri amministratori in base ai risultati ottenuti e chiedere di poterne beneficiare. In sostanza: meno derivati, meno operazioni finanziarie border line, ma pensioni più alte, anche notevolmente, per chi versa i contributi”.
L’importanza della vicenda è ancor più evidente se si considera che, dal 2005 ad oggi, la costante riduzione della percentuale di rivalutazione dei contributi previdenziali, dovuta alla rarefazione del PIL a sua volta schiacciato a causa della crisi economia, ha finora compromesso l’entità delle future pensioni, destinate ad essere del tutto insufficienti a garantire una dignitosa esistenza. Nel 2014, ad esempio, si prevedeva un indice pressoché pari a zero, dato il perdurare del PIL negativo. “Anche gli effetti sugli albi professionali saranno notevoli – ha dichiarato il Collegio nazionale deli agrotecnici – perché aumenterà il livello di concorrenza fra le diverse categorie, già oggi migliorato grazie al DPR n. 328/2001 che ha permesso ai laureati delle professioni tecniche di scegliere liberamente fra più Albi”.
Il problema dell’insufficiente rivalutazione dei contributi previdenziali (con l’effetto di generare pensioni irrisorie o comunque insufficienti) riguarda pressoché tutte le casse dei liberi professionisti, ma in particolare quelle nate dopo la “riforma Dini” del 1995, cioè le Casse con meccanismo di calcolo interamente contributivo e precisamente: ENPAIA (agrotecnici), EPAB (Biologi), EPPI (Periti Industriali), EPAP (Attuari, Agronomi, Chimici e Geologi); ENPAPI (Infermieristica), ENPAP (Psicologi), più tutti i nuovi iscritti nelle “vecchie” Casse professionali (di cui al Decreto 509), interessando, in totale, una platea superiore ad 1,2 milioni di persone. “Riteniamo questo un passaggio importante – conclude la deputata 5 Stelle Gagnarli – perché aumenta il livello di concorrenzialità in un settore che include qualcosa come 1,2 milioni di lavoratori. Ci aspettiamo che il Ministero del Lavoro si allinei in fretta alle disposizioni della sentenza”.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle
XYLELLA: DURE CRITICHE DEL M5S AL GOVERNO RENZI PER LA GESTIONE DEI DANNI AGLI ULIVETI DEL SALENTO
Mentre si annuncia un decreto straordinario, il deputato L’Abbate (M5S) ricorda il mancato stanziamento di 5 milioni di euro della Legge di Stabilità e la discussione delle risoluzioni in Commissione Agricoltura domani alla Camera
Dopo la riunione ministeriale con il dirigente del servizio Agricoltura Giuseppe D’Onghia ed il direttore dell’Osservatorio Fitosanitario regionale Antonio Guario, l’assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia Fabrizio Nardoni ha annunciato che “a giorni, potrebbe essere già pubblicato un decreto straordinario dedicato all’emergenza Xylella in Salento” in grado di sbloccare interventi fitosanitari e 3,5 milioni di euro. Dei 5 milioni di euro, previsti dalla Legge di Stabilità 2014, invece, nessuna notizia. L’art. 1 comma 297 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147, infatti, prevede che “per il potenziamento del servizio fitosanitario nazionale, con particolare riferimento all’emergenza provocata dal batterio Xylella fastidiosa e al potenziamento dei sistemi di monitoraggio e controllo, ivi compresi i controlli sulle sementi provenienti da organismi geneticamente modificati, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2014, da ripartire con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali”.
“Un decreto ancora non emanato, nonostante siano trascorsi oramai più di 7 mesi – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura alla Camera – Tante, troppe parole si sono succedute in quest’ultimo anno sul disseccamento rapido dell’olivo: dall’ex Ministro De Girolamo che ad ottobre chiese al Commissario Tonio Borg di attivare il fondo di solidarietà comunitario per le emergenze fitosanitarie alle disposizioni al Governo Renzi che, oggi, parla di un decreto straordinario da redigere ad hoc, quando ancora non si è dato da fare per emanare quello ministeriale previsto da dicembre scorso. Poco in concreto, invece, si è fatto per gli agricoltori e per i florovivaisti del Salento, i quali hanno pagato di tasca propria le negative conseguenze, senza alcun supporto da chi amministra. Dopo numerose e costanti pressioni, con i miei colleghi 5 Stelle siamo riusciti a convincere la maggioranza PD a calendarizzare in Parlamento le risoluzioni sugli ulivi salentini: domani la Commissione Agricoltura della Camera dovrà esprimersi sugli impegni al Ministro Maurizio Martina, tra cui quelli inseriti nella mia risoluzione, che giace nei cassetti del Presidente Sani dallo scorso autunno. Non ci fermeremo, però, a chiedere al Governo Renzi di attivarsi concretamente per le promesse fatte in questi mesi – continua il deputato L’Abbate (M5S) – ma depositerò una interrogazione parlamentare per fare luce sui troppi aspetti di questa intricata vicenda che risultano ancora poco chiari. Troppe le zone d’ombra, poche le certezze scientifiche, drastiche e talvolta paradossali le misure imposte dall’Unione europea e dalla Regione Puglia. Chiediamo chiarezza e tutela di un comparto fondamentale per il tacco d’Italia e per il Salento in particolare. Gli agricoltori ed i cittadini pugliesi pretendono azione e risposte”.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle
DL PA, RUTA (PD): OK A ORDINE DEL GIORNO SU POTENZIAMENTO CORPO FORESTALE DELLO STATO "E' stato approvato dal Governo in commissione l'ordine del giorno che ho presentato come primo firmatario, sottoscritto da tutti i componenti dei gruppi della commissione Agricoltura, che riguarda l'autonomia e il potenziamento dell'operatività del Corpo forestale dello Stato nell'azione di tutela dell'ambiente e della biodiversità degli ecosistemi forestali". Lo rende noto il senatore Roberto Ruta, capogruppo Pd in commissione Agricoltura a Palazzo Madama, a seguito dell'audizione di Cesare Patrone, capo del Corpo forestale dello Stato.
"Il potenziamento serve perché è cresciuta la necessità di intensificare l'attività investigativa e di polizia giudiziaria per la sicurezza alimentare contro le frodi alimentari e la agropirateria, nonché quella per far fronte alle emergenze ambientali e agli incendi boschivi che ogni estate divorano centinaia di ettari di vegetazione. Nello specifico - spiega Ruta - l'ordine del giorno impegna il Governo ad individuare soluzioni condivise con il Parlamento affinché nei progetti di riforma sia preservata l'unicità di azione a livello nazionale del Corpo forestale dello Stato, valorizzandone il patrimonio di conoscenze, competenze e professionalità maturate dagli oltre settemila dipendenti".
AGRICOLTURA, FERRARA (PD): DA COMMISSIONE OK A RISOLUZIONE SU COMPARTO RISICOLO
"Oggi in commissione Agricoltura del Senato è stata votata all'unanimità la risoluzione presentata dalla senatrice Maria Teresa Bertuzzi sul comparto risicolo. Il provvedimento, che arriva in seguito alle audizioni di Ente Risi, Agrinsieme, Airi e Coldiretti dello scorso 30 luglio, impegna il Governo a proseguire nelle azioni finalizzate ad attivare la clausola di salvaguardia in sede di Commissione europea, a tutelare le nostre produzioni risicole d'eccellenza, nonché a rendere immediatamente applicabile la normativa sull'etichettatura di origine". Lo dichiara la senatrice del Pd Elena Ferrara, firmataria della richiesta d'indagine conoscitiva sulla questione.
"Il documento inoltre - continua - invita il Governo a sostenere la riforma del mercato risicolo interno, la creazione di un organismo unico per fissare i prezzi, nonché ad attivare iniziative a sostegno dell'Ente risi, per la tutela e la promozione della produzione. L'approvazione della risoluzione è un segnale importante non solo per la tutela del nostro riso sui mercati europei, in particolare per i territori delle province di Novara, Vercelli e Pavia, ma anche per i consumatori. L'introduzione dell'etichettatura li renderà più consapevoli nelle loro scelte - conclude Ferrara - anche per quel che concerne la qualità del prodotto, le proprietà nutrizionali e la garanzia di portare sulla propria tavola un alimento sano e certificato".
On. PaoloCova parlamentare del Partito Democratico COMUNICATOSTAMPA
On.Cova: “Competitività: per la zootecnia ora c’è il consulente veterinario. E niente più complicazioni e multe per il trasporto degli animali”
Tra icons ulenti aziendali d’ora in poi saranno annoverati anche i veterinari, per quanto riguarda il comparto zootecnico. E nel contempo, in quest’ambito, c’è una buona notizia per gli allevatori: sarà presto più facile compilare il Modello 4, quello necessario per il trasporto degli animali. Due novità rese possibili dall’approvazione avvenuta oggi, mercoledì 6 agosto 2014, in Aula alla Camera, dei due ordini del giorno, in veste di raccomandazioni, sul tema, presentati dall’on. Paolo Cova, parlamentare del Pd, nell’ambito della discussione sul decreto competitività.
“Il primo dei miei ordini del giorno si occupa dell’aspetto della consulenza aziendale, per la quale ho chiesto di aggiungere quella zootecnica veterinaria e la figura del veterinario aziendale – spiega Cova –. Questa norma consentirà di garantire che l’attività di consulenza sia fatta dal veterinario aziendale, come, del resto, già previsto da una legge del 1999, specificandone anche i compiti”.
L’altro documento riguarda, appunto, “la dematerializzazione del Modello 4, quello usato per il trasporto degli animali, noto per le complicazioni che comportava nella compilazione e per le multe che scaturivano dagli errori. In sostanza, ho chiesto che quel documento sia realizzato all’interno del sistema Banca dati nazionali dell’Anagrafe zootecnica sul sito del Sistema informativo veterinario, e che eventualmente al solo trasportatore possa essere rilasciata una copia cartacea. Grazie all’ordine del giorno, il modello viene semplificato anche nella parte che impone di conoscere i trattamenti e le somministrazioni farmaceutiche effettuati sugli animali”, aggiunge Cova.
A questo punto, una volta approvato il decreto, “il Governo sarà tenuto ad attuare queste due raccomandazioni, agevolando una volta di più l’attività di chi vive e lavora nel comparto zootecnico”, conclude il parlamentare Pd.
AGRICOLTURA: ISTITUITI, CON IL DECRETO COMPETITIVITÀ, I CONSULENTI CERTIFICATI PER IL PRIMO SETTORE
Il provvedimento, richiesto da tempo dagli operatori, servirà per aumentare la competitività delle aziende del settore agricolo. I deputati M5S del Comagri invitano gli assessori regionali ad avviare subito il procedimento, ascoltando le istanze degli agricoltori
Con il decreto legge 91, denominato “Competitività”, licenziato dalla Camera, viene finalmente approvato il sistema di consulenza aziendale professionale in agricoltura, in linea con le normative europee. L’attività di consulenza dovrà essere distinta da quella di controllo amministrativo e tecnico per ottenere i finanziamenti pubblici nel primo settore. Sarà istituito, presso il Ministero delle Politiche Agricole, un registro unico nazionale degli organismi di consulenza e del sistema di certificazione di qualità sull’attività svolta.
“Si tratta di un servizio fortemente richiesto dagli agricoltori e per cui ci siamo sempre battuti in questo anno e mezzo in Parlamento – dichiarano i deputati Filippo Gallinella, Giuseppe L’Abbate, Chiara Gagnarli, Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Parentela e Loredana Lupo, componenti M5S della Commissione Agricoltura – L’assistenza tecnica qualificata, legata anche alla compilazione dei bandi relativi al Piano di sviluppo rurale è fondamentale per la crescita del settore agricolo. Ora tocca alle Regioni definire, entro 60 giorni, le disposizioni attuative del sistema di consulenza. Invitiamo, dunque, gli assessori regionali ad avviare il procedimento, nel più breve tempo possibile, ascoltando subito le istanze e le esigenze del mondo agricolo italiano. Più partecipazione e trasparenza ci sarà – concludono i deputati 5 Stelle – migliore sarà il risultato”.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle
XYLELLA: TROPPI I DUBBI DIETRO IL DISSECCAMENTO RAPIDO DELL’OLIVO NEL SALENTO, L’ABBATE (M5S) INTERROGA IL MINISTRO MARTINA
Fondi che stentano ad essere stanziati, un workshop di esperti fitopatologi datato 2010 e basi scientifiche non così rassicuranti alla base delle politiche nazionali, regionali ed europee sugli ulivi salentini. Intanto, a rischio la stagione olearia 2014-2015
Dopo aver preteso la calendarizzazione in Commissione Agricoltura alla Camera delle risoluzioni depositate sul disseccamento rapido dell’olivo ed in attesa delle decisioni ministeriali, previste per il 27 agosto, il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate torna ad interrogare il Ministro Maurizio Martina sull’affaire Xylella. Con una interrogazione parlamentare indirizzata al dicastero dell’agricoltura, infatti, il deputato 5 Stelle chiede di fare luce su numerose sfaccettature, ancora non chiare, che si celano dietro la questione che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori salentini. La ricostruzione del deputato della Commissione Agricoltura della Camera parte dalla nota informativa dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia dell’ottobre 2013 seguita dalle delibere di Giunta regionale che ne recepivano i suggerimenti e, passando dalla richiesta di aiuto dell’allora Ministro De Girolamo al Commissario europeo per la Salute, Tonio Borg, ripercorre le disposizioni comunitarie, nazionali e regionali che hanno fissato obblighi e divieti sulla movimentazione dei prodotti delle attività vivaistiche della Provincia di Lecce all’esterno del territorio salentino, incidendo drammaticamente sulla redditività delle imprese del settore.
Punto cruciale, il comma 297 dell’articolo 1 della Legge di Stabilità 2014 che prevedeva lo stanziamento di 5 milioni di euro da ripartire con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. “Un decreto non ancora emanato e su cui chiediamo spiegazioni del ritardo al Ministro Martina – dichiara Giuseppe L’Abbate (M5S) – nonché le modalità di investimento con cui si vogliono utilizzare i fondi stanziati con la Legge di Stabilità. Sempre se gli ulivi del Salento siano ritenuti una priorità nazionale, visti i ritardi”.
Di fondamentale importanza, oltre alle questioni economiche legate ai finanziamenti per l’affaire Xylella, è l’ambito scientifico. Partendo dall’esposto presentato alla Procura di Lecce ad aprile scorso da alcuni produttori, nell’interrogazione parlamentare si richiama la relazione interna indirizzata al COST 873 (un ampio network di esperti in fitopatologia provenienti da 22 Paesi europei e del Mediterraneo) ed in cui si evince lo svolgimento del workshop, atto a formare tecnici sulla quarantena da Xylella Fastidiosa, tenutosi presso l’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari (IAMB) dal 18 al 22 ottobre 2010. “Quali risultati ha prodotto questo lavoro di quasi quattro anni fa? – chiede L’Abbate (M5S) – Ma, soprattutto, è necessario sapere se il Ministero dell’Agricoltura, la Regione Puglia e gli Enti di ricerca coinvolti siano a conoscenza di dati scientifici che, in modo incontrovertibile e nel rispetto dei postulati di Koch, dimostrino le responsabilità della Xylella, da sola o in associazione con altri patogeni e insetti, nell’eziologia dei disseccamenti dell’olivo nel Salento e, qualora disponibili, quale sia la causa nonché se si disponga dei dati e dei referti analitici che dimostrano, in modo incontrovertibile, l’efficacia dei metodi di diagnosi utilizzati per individuare le piante secolari da abbattere selettivamente, considerato che gli stessi ricercatori che hanno effettuato la diagnosi – continua il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – affermano trattarsi di un nuovo ceppo mai trovato in precedenza e che le tecniche sierologiche di diagnosi offrono appena il 60% di affidabilità”.
In pratica, a causa dei fondi mai effettivamente stanziati a favore della ricerca, sembra che la politica si sia mossa su presupposti scientifici non adeguatamente soddisfacenti. Le misure attuate, dunque, potrebbero non risolvere definitivamente la situazione e creare solo ulteriore danno ai coltivatori salentini. Infine, il Ministro Martina dovrà rispondere “sull’individuazione di campi sperimentali nell’area denominata ‘zona infetta’ e ‘zona tampone’, in cui sono in corso ricerche sulla epidemiologia della malattia e sulla biologia dei vettori (identificazione, tempi di acquisizione, capacità di trasmissione), nonché ricerche su metodi ecocompatibili di protezione che attraverso potature adeguate ristabiliscano un equilibrio vegetativo delle piante per ostacolare l’infezione e monitorare quotidianamente l’evolversi del batterio”.
Giuseppe L'Abbate Deputato Movimento Cinque Stelle